L’ultimo Teorema di Michele Gelli è una dimostrazione per assurdo.
Preambolo (è lunghissimo, tenete botta):
Per ridere di una battuta bisogna conoscere quello di cui parla. Per ridere di gusto, spesso, è necessario avere vissuto la cosa sulla propria pelle. Tutti conoscono barzellette sul montaggio di un mobile Ikea. Ma quelli che ridono della grossa e/o le sanno raccontare veramente bene sono quelli che effettivamente almeno uno lo hanno montato.
Ai miei tempi (
Nonno Michele mode = ON) c’è stato un fenomeno di costume che si chiamava “Cuore”. Si trattava di un giornale satirico che ospitava, fra le altre ragguardevoli cose, la classifica del giudizio universale (in cui la gente votava le cose per cui valeva la pena di vivere) e una striscia di Disegni & Caviglia che spesso commentava il fatto politico del momento.
Bersaglio preferito? I socialisti.
Ora, che di voi ha meno diciamo di 20 anni forse non sa nemmeno di che parlo. Chi vive con una flebo di Mediaset attaccata al braccio forse li conosce di striscio come il partito di
San Bettino Craxi, martire. Chi, come me, ha vissuto la cosa sulla sua pelle, ricorda ancora scene edificanti come le persone che aspettavano il suddetto Craxi fuori dal ristorante e, tirandogli le monetine come si fa alle scimmie ammaestrate, cantavano « Vuoi anche queste, Bettino? ». Con Fede Emilio – cose che se adesso lo racconto in giro non mi crede nessuno – che letteralmente dirigeva il suo (suo di Craxi) linciaggio, facendo vedere compiaciuto i replay delle monetine che gli rimbalzavano sulla pelata.
Inutile dire che, per anni, “socialista” e “ladro” e/o “corrotto” (a torto o a ragione, non si parla di questo in questo messaggio) sono stati sinonimi talmente conclamati che poco ci mancava finissero sul vocabolario. Di un tipo che in pizzeria voleva pagare “alla romana” quando si era strafogato e con conti separati altrimenti era facile sentir dire “Sei proprio un socialista!”.
Ora, chi riderebbe ora delle battute sui socialisti?
La risposta è
NESSUNO. Nemmeno io. Cioè, le capisco ancora, ma se non le senti “sulla pelle” (non vedi le notizie al telegiornale, gli articoli sulla carta stampata, le tribune politiche, le discussioni con gli amici, ecc.) non è più la stessa cosa. Quando tempo fa mi è capitato di ritrovare la mia collezione ho riletto alcune strisce. Alcune non le capivo più (perché non ricordavo il fatto del giorno che commentavano). Altre ho riso più per nostalgia, perché mi ricordavo di essermi piegato più che per quello che effettivamente mi avevano divertito. Quella contro la caccia, però, era divertente esattamente come allora.
Ed ora, in tutto il suo splendore, l’
Ultimo Teorema di Michele Gelli« Se nessuno (o solo una sparuta minoranza) dei giocatori del classico ha i problemi che ci vedono i fautori del NW, come è possibile che Knights of te Dinner Table abbia retto come pubblicazione mensile per 160 numeri (circa ed al momento in cui scrivo)? »
« Primo corollario: se nessuno capiva le battute, perché per anni la stessa TSR (editori di D&D, l’ammiraglia del settore) avrebbe scelto di pubblicare le strisce sul suo stesso House Organ? »
Come Fermat, mi limiterò a dire che la risposta ce la ho in una nota a margine scarabocchiata su un foglio.
Qui vorrei proporre alcune riflessioni.
160 uscite… Evidentemente non riesco a comunicare l’
ENORMITA’ di questo numero.
Vedrò di provarci. Nell’ultimo catalogo mensile di fumetto americano, la DC Comics (quella di Batman) presentava 109 uscite. Di queste solo 4 avevano un numero sopra al 100 e – guarda caso – erano le testate legate a Batman e Superman. Il volume con numero più alto era 857 di Detective Comics (Batman, per i profani). Significa che Kodt è - allo stato delle cose - è più longevo del 96% delle testate DC comics (uno dei colossi dell’editoria fumettistica americana), battuto solo da Batman e Superman. E che è stato in vita più di un quinto della più vecchia testata dedicata a Batman, che è un record che in pochi *nel pianeta* (non solo in America) possono vantare.
Ora, Batman e Superman li conosce pure mia mamma, la cui cultura fumettistica si ferma poco oltre Topolino. Chiunque è un potenziale cliente di Batman.
Ma per essere clienti di Kodt devi conoscere D&D e/o il gioco classico e/o comunque bazzicare un minimo l’ambiente. Se lo fai leggere ad uno per strada c’è una forte probabilità che non capisca neppure quello di cui si sta parlando. Per tranquilla ammissione di tutti, i giocatori non sono tantissimi. Quindi già in partenza la base di utenti possibili si stringe – e non di poco. È quello che comunemente viene definito un “Geek Comic”.
Se la maggior parte dei suoi potenziali clienti (come Cybetroll, per capirci) non avessero esperienza diretta di questi problemi e/o non li percepissero come problemi significativi, potrebbe una testata trovare
Ai posteri l'ardua risposta