Credo che il tuo problema (almeno, a vederlo da qui, senza conoscere i giocatori) sia più sociale che di gioco. Può capitare che i giocatori abbiano gusti diversi, ma in un gruppo di amici affiatato si conciliano le diverse esigenze, una volta si gioca quello che piace a uno e la volta dopo si gioca quello che piace all'altro.
Dal tuo racconto noto invece che:
1) prima, c'erano a quanto ho capito due giocatori "attivi" (insomma, quelli considerati "bravi") che giocavano e monopolizzavano le decisioni, e gli altri che li seguivano, facendo spesso scena muta. (Abbastanza normale nel giochi "tradizionali", dove il sistema non ti garantisce nulla che non ti conquisti spintonando gli altri).
2) Con AiPS e The Pool, quelli che prima facevano scena muta cambiano atteggiamento, e dici che "si scoprono giocatori". Partecipano, propongono, narrano.
Ora... io mi chiedo... come l'hanno presa gli altri due? Sono stati contenti che anche gli altri partecipavano? Non l'hai detto, ma dal resto della descrizione suppongo di no. Anzi, l'hanno presa MALISSIMO. Tanto da scagliarsi contro questi giochi e tornare a quelli prima (ma questo non significa condannare persone che - in teoria - dovrebbero essere loro amiche, a fare scena muta?)
E, ancora, mi chiedo... non sarà questo il problema? Il perdere una posizione sociale di predominio, del decidere loro che si fa? (sia in gioco - con gli altri che fanno scena muta - sia fuori, con la scelta del gioco da giocare)
3) Mi dici poi che la possibilità di giocare separatamente giochi diversi è stata bocciata per "tenere unito il gruppo". OK. Ma poi, giocando alternativamente giochi coerenti e giochi tradizionali... questi non si fanno vedere quando giochi AiPS? Ma non volevano tenere unito il gruppo? Cos'è per loro "tenere unito il gruppo", un sinonimo di "voi fare quel che vogliamo noi, sennò piantiamo il muso e sabotiamo?"
Sempre premettendo che questa è una cosa che mi figuro dal tuo post, e magari non è così grave (insomma, è solo un ipotesi, lo sai tu se è giusta o no), la mia impressione è che il problema non è il gioco, ma la dominanza sociale nel gruppo. Qualunque cosa che possa mettere in pericolo il loro "status", facendo parlare, e contribuire, anche gli altri, è vista come una minaccia, e attaccata con tutte le più abiette e schifose metodologie passivo-aggressive di ricatto sociale che si usano in questi casi.
Si parla spesso di GM che rifiutano a priori questi giochi per non perdere il loro "status" di "persona al di sopra di Dio" (o di "master bravissimo"), ma è molto comune anche il caso in cui sono alcuni giocatori ad avere tutto servito per i loro gusti e a temere ogni cosa che possa spingere ad un clima sociale più sano.
Queste cose le ho visto veramente spesso, in tanti anni di gdr. La primissima volta addirittura al momento di iniziare a giocare: il ragazzo che ci parlò per la prima volta dell'esistenza dei gdr era un nuovo arrivato nel gruppo, un amico di uno che non era il "capo", e quando propose di farci giocare, ci furono reazioni veramente infantili all'idea che CHI ERA INTERESSATO giocasse a questi giochi "nuovi", e non ai giochi "soliti".
La cosa strana, a ripensarci, è che di fronte a questa primissima reazione infantile passivo aggressiva, la reazione fu durissima. Andare a giocare divenne per la "fronda" motivo di vanto e di orgoglio. Anche dopo attacchi assurdi (tipo fumetti satirici sul gioco fotocopiati e distribuiti in giro, per capirci) non ci fu il minimo cedimento, a costo di rompere il gruppo (e per un po' si ruppe), finchè gli "ex-capi" (che a quel punto avevano perso definitivamente il titolo e il ruolo) non tornarono a Canossa, rifiutandosi comunque sempre anche solo di provare a giocare (tanto non li invitava più nessuno) ma rassegnandosi ad un ruolo diverso e ormai compromesso.
Mentre negli anni successivi, ogni volta che c'era da cambiare gioco (anche prima di passare ai NW, ricordo le difficoltà di smettere con D&D...), questa decisione non ci fu più, e ogni volta le frigne l'ebbero vinta (finchè non mi sono rotto le scatole, e ho fondato un altro gruppo solo con le ragazze). A vederlo adesso, con il senno di poi, è chiarissimo come certi meccanismi "storti" dei gruppi di gdr tradizionale (codipendenza, paura di ogni cambiamento, isolazionismo, gerarchie sociali molto più fisse basate sul gioco, etc.) ci avevano fatto perdere quella capacità di vedere le cose con chiarezza che prima avevamo dimostrato benissimo.
Vabbe', basta con le reminiscenze: il mio consiglio è di valutare bene il comportamento dei membri del gruppo, e cercare di capire chi è veramente un amico, e ci tiene agli altri, e chi è lì solo per farsi solleticare l'ego...