@mauro
Si. Nel generalizzare ho dato per scontato che nei gdr tradizionali l'elemento cosidetto regola zero, fosse appartenente a tutti i giochi di quel lungo periodo, errore mio. Diciamo allora che intendo quei giochi dove il ruolo tra giocatori ed arbitro è chiaramente distinguibile, in relazione al potere di modificare il gioco stesso nelle sue meccaniche, sul momento, mi si passi il termine "on the fly".
@lord zero
[non riporto le tue domande, che nascono da citazioni mie, ma rispondo a ciacuna di esse così come sono poste nel tuo post]Alla prima domanda (benche posta in maniera leggermente differente, non tale mi pare da pregiudicarne il senso e la sua riferibilità alla tua domanda) mi è stato risposto in maniera sintetica
qui.
Poi però dici....Hai ragione non esplicitato i passaggi logici che dalla domanda superiore mi portano a queste due successive, vediamo se spiegando il perche la domanda x, mi ha fatto sorgere le domande y e z il mio pensiero ed il mio
intento risulteranno più chiari.
La prime delle due domande derivate, è in efffetti inutile se non nel quadro del mio ragionamento una introduzione o presentazione della domanda successiva, io pongo una domanda in cui do per scontato, che quello che
ci piace, è raccontare storie, condivise, non monologhi, ma ci piace praticare l'esercizio del pensiero immaginario. Moreno roncucci (ezio) nota come sia altri , o comunque vi siano altri elementi che fanno della figura del master, quello che è, e molte delle vostre risposte, chiariscono come siano molti gli element (le ragioni)i che portano qualcuno a voler (o a dover come nota adam) essere un master.
(nessuno lo vuole fare... e ci sarà un motivo dico io! )
C'è chi ha deliberatamente scelto quel ruolo e l'ha ricoperto per anni.
Lo spunto interessante dell'ultima domanda è, (e mi pare nn sia un caso) che tutti coloro che hanno risposto alla domanda hanno detto che sono stati master, e non per brevi periodi, allora mi chiedo, tra me, è possibile, che l'esigenza di provare cose nuove, e la teoria che si è sviluppata su questi prodotti innovativi o se voglia mo più semplicemente "diversi" dalla vulgata del gdr tradizionale, sia emersa tra coloro i quali erano e sono i principali fautori del gioco di ruolo, avendo contribuito alla sua perpetuazione ed al loro indottrinamento, delle giovani menti dei giocatori (se nn si capisce quest'ultima frase è umoristica). Tornando alla prima domanda che a quest'ultima è collegata, l'esigenza di esperire nuove frontiere, è nata da voi (master e giocatori, o solo master) o è nata dai vostri giocatori?
Può dunque essere che l'esigenza di cambiare sistema possa non sfiorare i giocatori semplicemente perchè il giocatore chiede al gdr qualcosa di differente da quello che chiede il dm?
Rimanendo nell'ambuito del tradizionale, può dunque darsi che l'essere giocatore o master cambi in noi quello che dal gdr chiediamo, anche in virtù di un design che enfatizza la divisione di ruoli?