Ci possono essere tanti tipi di "investimento". ma una cosa è sicura: senza una qualche forma di esso, giocare è un semplice fare presenza.
Nei giochi di mera competizione, o comunque dove devi superare sfide, questa forma di "investimento" sta nell'impegno, nel voler dimostrare quanto si vale agli altri. Senza questo investimento, il gioco è noioso. Altre forme di investimento possono essere il tempo impiegato nel dettagliare tutti gli angoli di un castello che si è creato per il proprio personaggio, o un intero mondo creato come setting per le avventure dal GM. E' un investimento emotivo, di tempo e di impegno. Che assume forme diverse per diverse persone in diversi giochi e diverse situazioni. Forme diverse che è facile scambiare fra loro.
E' per questo che credo che alcune risposte precedenti di questo thread non abbiano capito cosa voleva dire Glenda. (come lei stessa ha detto nel post 4). Gli effetti "esteriori" di questo investimento sono sempre molto simili: passione nel gioco, accaloramento, immedesimazione... dall'esterno sembrano veramente la stessa cosa, o quasi. Ma, anche se forse anch'io mi sbaglio (è difficile entrare nella testa degli altri), credo di aver provato anch'io quello di cui parla Glenda, e dall'"interno" è una cosa unica del gdr, anzi, di un certo tipo di gdr, che non ho mai trovato in altri giochi dove invece le altre forme di investimento sono possibili.
Forse è il termine "emotivo" a causa un po' di questa confusione: è ovvio che se hai investito anni di gioco in un personaggio fino a portarlo al 15mo livello ti sta a cuore. E non si può dire che quell'investimento non sia emotivo. Però la forma di "investimento" di cui parlo io (e, credo, anche Glenda) non avrebbe portato un personaggio fino al 15mo. Avrebbe considerato ad un certo punto la sua storia finita, conclusa, e non avrebbe voluto "rovinarla" proseguendola.
Succede quando le cose che un personaggio affronta le senti tue, in una qualche forma. Quando l'avversario non è un drago e non è nemmeno un clichè o un personaggio di un film, ma è un qualcosa che, anche se coperto e travestito da diversi livelli di fantasy o di altre forme di distanziamento, ti colpisce a livello personale. Allora vivere/creare quella storia non è più un semplice investimento di tempo/impegno/fatica/emozioni, ma anche della tua anima (e lo dico da ateo assoluto ;-)
Come in tante altre cose, questa attività (perché il termine "gioco" ad un certo punto sta stretto, anche se rimane sempre valido per definire l'ambito sociale in cui si svolge) ti dà di più, se sei disposto a metterci di più di te stesso. Anche questa è una cosa che si impara: bisogna imparare a lasciarsi andare, e anche a fidarsi degli altri giocatori (se sono degni di fiducia, ovvio). E magari non a tutti piace. Ti senti sempre più vulnerabile, e altre forme di gioco sono più "sicure", più superficiali. Ma se riesci a fare il salto la prima volta, poi vuoi sempre andare più in là...