Autore Topic: Gamberi Fantasy [split da "Consigli per una letteratura fantasy"]  (Letto 31529 volte)

Gamberi Fantasy [split da "Consigli per una letteratura fantasy"]
« Risposta #165 il: 2010-10-16 19:07:14 »
Citazione
[cite]Autore: Rafu[/cite]c'è qualcosa di sbagliato molto più a monte
:
utilizzare una bestia fatta di ossa a froma di scorpione per stimolare la fantasia del lettore.

Rafu

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Gamberi Fantasy [split da "Consigli per una letteratura fantasy"]
« Risposta #166 il: 2010-10-16 19:17:49 »
Perché la parola "fantasia" in questo contesto mi suona grottesca?

Gamberi Fantasy [split da "Consigli per una letteratura fantasy"]
« Risposta #167 il: 2010-10-17 12:52:38 »
Perchè, purtroppo, sta diventando sinonimo di coprofilia.
La cosa mi addolora molto, un tempo per me era una parola carica di significato, oggi vuol dire quasi tutto, da "nuovo stivaletto di barbie" a "stereotipo trito e ritrito" a "fango fiammante". Tristemente sono dovuto migrare su altri termini.

Dr. Zero

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Gamberi Fantasy [split da "Consigli per una letteratura fantasy"]
« Risposta #168 il: 2010-10-20 23:23:19 »
posso segnalare questo post
]http://www.wolfstep.cc/2010/10/critica-capricciosa-e-letteratura.html?
[che credo dobbiate copiaincollarvi e non cliccare perchè l'autore di solito blocca i link dall'esterno]
mi sembra una riflessione molto interessante.
« Ultima modifica: 2010-10-20 23:27:24 da Dr. Zero »

Gamberi Fantasy [split da "Consigli per una letteratura fantasy"]
« Risposta #169 il: 2010-10-20 23:34:19 »
Devo commentare?
Ma devo veramente?
Davvero devo commentare uno che scrive falsità[/b] (per dirne una, Gamberetta ha dato pareri positivi su diversa Fantasy italiana: Dimitri, Zuddas, ecc, non il 100% di pareri negativi come sostiene costui)? Uno che, per sua ammissione, pubblica solo i commenti positivi? Uno che basa la propria argomentazione su di un'analogia impropria (lettura = alimentazione; sì, peccato che leggere in maniera molto selettiva non provochi la trombosi come mangiare solo cioccolata, pezzo d'imbecille '-_-)?
Questo tizio è un poveretto, altro che... :-/
« Ultima modifica: 2010-10-21 00:02:35 da Klaus »
Anche io ho un blog

LucaRicci

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« Risposta #170 il: 2010-10-21 07:57:47 »
Non date visite a chi non le merita.
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Mattia Bulgarelli

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Gamberi Fantasy [split da "Consigli per una letteratura fantasy"]
« Risposta #171 il: 2010-10-21 11:32:55 »
Citazione
[cite]Autore: Dr. Zero[/cite]posso segnalare questo post

Nota: NSFW.
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Simone Micucci

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« Risposta #172 il: 2010-10-21 11:37:29 »
vabbè la sua critica è interessante, anche se in effetti il paragone "alimentazione/letture" su cui si basa una certa parte del suo ragionamento ha fatto storcere il naso anche a me. Sarà che i paragoni sballati sono alla base di un sacco di discussioni inconcludenti di "recente" esperienza.
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Mauro

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« Risposta #173 il: 2010-10-21 11:57:09 »
Che stroncare tutto o molto non renda automaticamente critici è vero, per il resto l'articolo contiene varie inesattezze; per esempio, Gamberetta sostiene sì la tecnica (che esiste), ma dice anche che, una volta che la si conosce, la si può rompere (aveva parlato, in tal senso, di Saramago). Le avanguardie esistono, ma gli avanguardisti conoscono le regole.
Che poi consigli solo i classici non ha base, infatti ha consigliato, tra gli altri, Pan e Dragon's Egg (e ha stroncato Tolkien; cosa non proprio geniale, se veramente volesse restare nel "Difendo i classici perché nessuno li criticherebbe").

Più in generale, di quell'articolo non mi trova d'accordo il concetto di fantasy che viene dato: per quanto sia vero che è legato alla fiaba, questo non significa che sia automaticamente limitato da essa, se non altro perché derivare da qualcosa non significa essere quel qualcosa (in altri termini, non concordo che questo legame riduca "il campo della creativita' alle variazioni sul tema"; del resto, tutta l'arte visiva - ma anche quella letteraria - deriva dalle pitture rupestri; è quindi limitata a variazioni sul tema?). E, anche senza contare questo, Gamberetta ha dato la sua definizione di fantasy; criticare i suoi articoli e i suoi libri senza tenerne conto significa fare un lavoro superficiale (e questo viene da uno che non è sempre d'accordo con lei). Si può non concordare con la definizione data, ma parlando di ciò che da essa scaturisce non la si può ignorare.

Piccola nota slegata dalla critica in sé: "Di solito o credi o speri. Lei crede E spera. Sotto la grammatica, niente"; la frase che commenta diceva "credo - spero - che". Quella frase non significa, almeno non solo, "credo e spero", indica (anche?) una sorta di ripensamento, quasi come si dicesse "credo - [no,] spero - che". E, anche ignorando questo, si può credere e sperare contemporaneamente, visto che il verbo "credere" può implicare dubbio.

Ezio

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« Risposta #174 il: 2010-10-21 12:06:32 »
Citazione
[cite]Autore: -Spiegel-[/cite]vabbè la sua critica è interessante, anche se in effetti il paragone "alimentazione/letture" su cui si basa una certa parte del suo ragionamento ha fatto storcere il naso anche a me. Sarà che i paragoni sballati sono alla base di un sacco di discussioni inconcludenti di "recente" esperienza.


La sua critica si basa sull'assunto di "Non hai letto i libri giusti", il che la squalifica immediatamente come il rant di un saccente che non riconosce altre scuole che la sua o se ne inventa una (che rende per definizione quella giusta e perfetta) per squalificare a priori chiunque non ne faccia parte, ovvero non gli dia ragione.
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Mattia Bulgarelli

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« Risposta #175 il: 2010-10-21 12:17:38 »
Citazione
[cite]Autore: Mauro[/cite]Di solito o credi o speri. Lei crede E spera.

"Credere" nel senso di "avere idea che sia in un certo modo" non è incompatibile con lo sperare che sia effettivamente così.
Chi di cavillo ferisce...
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Renato Ramonda

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« Risposta #176 il: 2010-10-21 12:36:10 »
...se e' per quello l'uso dei trattini per l'inciso e' un anglismo, mi risulta, ed in italiano non so nemmeno se c'e' una regola per il suo significato.

Quando un testo in inglese usa i trattini in italiano si usano le parentesi o le virgole. Quando ne usa uno solo nel 99% dei casi li' ci vuole un punto o (piu' spesso) un punto e virgola.

Morte ai trattini.

(si', i traduttori si fanno un sacco di paranoie. Si, anche quelli amatoriali. Anzi, soprattutto... e chi si e' letto o si leggera' uno dei libri di Janus lo sa ^__^ )

Niccolò

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« Risposta #177 il: 2010-10-21 12:43:46 »
Citazione
[cite]Autore: renatoram[/cite][...]l'uso dei trattini per l'inciso e' un anglismo, mi risulta, ed in italiano [...]


quanto sei meta...

Mauro

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« Risposta #178 il: 2010-10-21 13:30:45 »
Citazione
[cite]Autore: Korin Duval[/cite]"Credere" nel senso di "avere idea che sia in un certo modo" non è incompatibile con lo sperare che sia effettivamente così

È quello che intendevo qui:
Citazione
[cite]Autore: Mauro[/cite]E, anche ignorando questo, si può credere e sperare contemporaneamente, visto che il verbo "credere" può implicare dubbio


Citazione
[cite]Autore: renatoram[/cite]se e' per quello l'uso dei trattini per l'inciso e' un anglismo, mi risulta, ed in italiano non so nemmeno se c'e' una regola per il suo significato

È previsto anche in Italiano (col trattino lungo, per la precisione; vedi qui); l'anglismo dovrebbe essere la forma con uno solo, tipo: "Ed è così - quindi taci", in cui più che altro il trattino sostituisce un due punti/un punto e virgola/un punto.

Leonardo

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« Risposta #179 il: 2010-10-21 14:18:03 »
A me più che altro indispone la conclusione del blogger che paventa la pervenuta inutilità della critica "di professione" in quanto ormai superflua nel suo presunto ruolo di mediazione tra autore e pubblico (lettore, nel caso specifico). Questa conclusione in un certo qual modo segue in maniera prevedibile da quel cortocircuito che pervade tutto il post e che tende a mettere in stretta relazione il "gusto" con la critica. Ovviamente una critica, occupandosi anche di aspetti estetici, conterrà valutazioni influenzate dal gusto, ma ridurre la critica al concetto di gusto mi pare fuorviante.

Critica è soprattutto analisi e va ben oltre il tentativo di stabilire un ranking basato sul "mi piace, non mi piace". La critica mira a comprendere fenomeni e questa è la ragione per cui la maggior parte delle opere critiche serie tende ad analizzare l'oggetto di cui si occupa anche mettendolo in relazione con altri analoghi, tenendo conto del contesto socio-culturale in cui è stato concepito e del suo ruolo all'interno della produzione artistica di un autore. Una tale funzione rimane a mio avviso essenziale anche in un periodo storico in cui la tecnologia ha reso possibile lo svilupparsi di un contatto diretto tra l'autore ed il suo pubblico.

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