Eishiro, sei partito con il thread chiedendo informazioni, chiedendo "come mai questa avversità". Adesso stai contestando aggressivamente le risposte. Devo pensare che il primo fosse un post-trappola, un "bait and switch" per avere risposte da attaccare poi?
Non dico che tutte le critiche le devi accettare senza rispondere, ma un conto è rispondere magari "non capisco questa critica, non mi sembra molto fondata", un conto è partire lancia in resta come il Paladino del Dragonlance contro i Cattivi che lo criticano.
Personalmente, anche senza andare a confrontare con "letture impegnate" (discorso che non c'entra un tubo, se critico un opera lo faccio sul piano della qualità, non sul piano dell'impegno), trovo con il senno di poi il Dragonlance veramente una cosa da poco. All'epoca mi era piaciuto abbastanza la prima trilogia (ma senza il fascino della diceria che "fosse tratta da una campagna di gdr" - cosa non vera - e il fatto che avevo giocato gli stessi personaggi nei moduli, dubito l'avrei apprezzato così), e la seconda anche se era partita troppo lentamente si era riscattata con un ottimo terzo volume. Ma poi ho visto la valanga di libri che stava arrivando con la commercializzazione selvaggia del setting e ho detto basta.
Da allora ho letto molto più fantasy, e ho visto quanto in realtà quelle trilogie fossero derivative di opere precedenti, e prefabbricate per un pubblico che ormai identificava il "fantasy" negli stereotipi del D&D. I personaggi in particolare, tranne Raistlin, sono tagliati con l'accetta, sono dei "ruoli" e non delle persone (il paladino, la chierica, il kender, il guerriero, etc.). E Raistlin è un mary-Sue per nerds, il tipo gracile e debole che all'inizio deve venire "protetto" dal fratello che però è sveglio e intelligente, più intelligente di tutti, e diventa fico, potente, cattivo, ma salva il mondo lo stesso, e poi sconfigge tutti quanti, ma poi si sacrifica per risalvare il mondo lo stesso...
C'è di peggio. Se dovessi indicare ad un ragazzo dei romanzi "di D&D", di fronte ad una richiesta esplicita, probabilmente gli indicherei quelli (ma ne avrò letti in tutto meno di una dozzina, non sono molto esperto del "genere"). Insomma, come "romanzi di D&D" non sono male. E' come "romanzi fantasy" che sono veramente carenti. Probabilmente perché come "genere", il "romanzo di D&D" è l'antitesi del fantasy. Si leggono proprio per ritrovare sempre le stesse cose, senza troppa fantasia.