Qui sotto riporto un estratto da
un articolo del mio blog, perché ritengo che postarlo qui possa essere utile ad altri giocatori.
Questo gioco di ruolo per due persone dal sapore neo noir – pubblicato nel 2009 e ripubblicato in edizione digitale l’anno ormai passato – è nel mio cuore ormai da tempo. Ne ho parlato già abbondantemente sia
su Google+ sia
su “Gente che Gioca”.
Venni a conoscenza di esso in un periodo imprecisato nella mia memoria, ma sicuramente prima del 2012, quando l’edizione cartacea era ormai già introvabile da tempo (e quella digitale non ancora disponibile). A marzo dell’anno passato, quando ancora non si sapeva che Kevin Allen Jr. avrebbe ripubblicato il gioco in formato digitale, ne parlai con Moreno e ci accordammo per giocarlo alla prima occasione utile. Finalmente, la settimana scorsa, questa occasione utile è arrivata.
Rispetto alle due partite precedenti che ho giocato (tutte nel ruolo della Verità!) – quella
con Fabio e quella
con Luca – in quella con Moreno ci sono state alcune differenze significative:
Non abbiamo utilizzato le regole opzionali per le scene.In particolare, non abbiamo mai indicato l’obiettivo della scena da giocare.
Questa era una di quelle regole che ritenevo utili per una buona riuscita della partita ma, giocando in quest’altro modo, mi sono reso conto che, in effetti, non è davvero così importante e che si può giocare senza problemi senza di essa (anzi, forse si evita un po’ di effetto “già visto” oppure di formulare male gli obiettivi; vi ricordo che il manuale non dà indicazioni precise a riguardo).
Abbiamo proceduto nel seguente modo: Moreno, che giocava il Lettore, diceva dove sarebbe andato o cosa avrebbe fatto, dopo la chiusura di ogni scena o all’inizio di quella nuova. Io, come Verità, avrei potuto intromettermi in qualunque momento per proporre una scena “mia”, che mostrasse una qualche traccia investigativa, oppure semplicemente per introdurre luoghi o eventi da fare accadere prima che il Lettore raggiungesse la sua destinazione desiderata o nel tentativo di raggiungerla.
Ho notato che, mentre in tutta la prima fase del gioco, Moreno aveva sempre dettato il ritmo e il susseguirsi delle scene, verso la fine, è successo più spesso che fossi io, invece, a prendere la parola e a inquadrare le scene.
Il Lettore è stato abbastanza sulle sue, non mettendo troppo il becco nella gestione del mondo, dei PNG e degli Indizi.Anche qui, rispetto alle partite precedenti dove, in genere, gli altri giocatori si prendevano qualche libertà in più, qui, invece, Moreno è stato molto all’interno dei confini, tutto sommato non larghissimi, della sua unica, ma importantissima, autorità narrativa sul Lettore.
Questo, a nostro avviso, ha determinato, tra le altre cose, il fatto che, alla fine, la traccia degli Indizi fosse più sensata e meno arzigogolata e, in ultima analisi, tutti gli Indizi fossero più coerentemente connessi tra di loro in una spiegazione che avesse davvero senso, non lasciando quasi nessuna ombra.
Ovviamente, il mio procedere tra gli Indizi è stato progressivo: sono partito da un’idea di massima e l’ho portata avanti a poco a poco, prendendo direzioni inaspettate, seguendo il Lettore nel suo percorso di ricerca della verità e, non di rado, lasciandomi stupire dalle nuove direzioni prese dalla storia. Insomma, non avevo nulla di fisso o di preparato: la “mia” storia è stata completamente emergente, come al solito.
Ci siamo anche chiesti come avrebbe potuto cambiare l’esperienza di gioco nel caso in cui Moreno fosse stato più aggressivo nei confronti delle mie autorità sul mondo, sui PNG e sugli Indizi. Non abbiamo questa risposta e la lasceremo, magari, a una partita futura. Per ora posso solo dire che l’impianto ha funzionato anche nelle due partite precedenti, quando gli altri giocatori hanno osato di più.
Va comunque detto che, come Verità, ho trovato più facile andare avanti in questo modo, siccome non mi è praticamente mai successo che dovessi rivedere il senso degli Indizi che avevo scelto all’inizio della scena sulla base di qualcosa di detto o fatto dal Lettore che andasse in qualche modo sulle mie autorità, stravolgendo il senso delle mie scelte.
La partita ha avuto una presenza di soprannaturale decisamente inferiore.Questo è dovuto principalmente ai gusti estetici di Moreno (mentre io ficco il soprannaturale ovunque e in gran quantità, come gusto estetico personale). Mentre nelle partite precedenti, Fabio e Luca mi avevano seguito abbastanza su questo filone, Moreno ha preferito lasciarmi meno aperture.
La cosa di per sé non è problematica, ma è interessante vedere come ci siamo arrivati: come, in definitiva, abbiamo trovato un accordo tra giocatori, senza parlarne attivamente.
Ogni qualvolta io, come Verità, introducevo un Indizio o un elemento della storia che andava nella direzione del soprannaturale, sono sempre stato attento alle reazioni di Moreno. Siccome ho percepito quasi subito che non era interessato a una deriva eccessivamente onirica o mistica, mi sono tenuto su un filone molto più soft, che facesse leva semplicemente sull’apparenza misteriosa delle cose, ma come se fosse possibile anche un’altra spiegazione, una spiegazione razionale.
Alla fine, la teoria soprannaturale si è rivelata semplicemente il frutto della mente malata di un PNG, anche se c’è da dire che un paio di cose che non tornavano appieno hanno comunque lasciato spazio a possibili interpretazioni più mistiche, anche se non molto appariscenti in termini di “effetti speciali” (di quelli ne abbiamo avuti davvero pochi!).