Recentemente, il mio amico Loris, dopo aver ascoltato la seconda puntata del podcast della partita che ho giocato con Fabio alla GnoccoCon 2016, mi ha contattato per farmi delle domande su una delle scene che abbiamo giocato.
La scena è quella del falò abbandonato, quando Robin trova gli anelli nella busta ermetica sotto le braci, al minuto 30:45 circa della
seconda parte della partita (dovrete andare manualmente al minuto).
LorisNella scena in cui Robin ha trovato gli anelli, Fabio avrebbe potuto dire che il nome limato via da uno di essi era il suo, che lui e Agatha erano stati ex, ecc.?
DanieleAllora, in teoria, io, come Verità, ho autorità sul mondo e sui PNG,
ma le regole dicono che possiamo pestarci i piedi, ogni tanto, e finire a narrare cose che ricadrebbero sotto le autorità dell’altro giocatore (il famoso concetto di “sconfinamento amichevole”). Per cui, sì, lui poteva fare delle dichiarazioni del genere.
Tuttavia, secondo te, perché io ho detto che il nome su uno dei due anelli (quello non di Agatha) era abraso? Perché lasciava aperte più interpretazioni, dal momento che, in quel punto della storia, ancora non sapevamo chi fosse davvero Robin per Agatha.
Quindi, perché mai Fabio avrebbe dovuto chiudere delle possibilità che io avevo lasciato volutamente aperte?
LorisBe’, proprio perché potete prestarvi i piedi, e magari lui voleva cogliere questa occasione perché gli piaceva ciò che avrebbe comportato nella storia.
Voglio dire: sarebbe stato più pesante come sconfinamento amichevole il fatto che tu imponessi a Robin una relazioni piuttosto che fosse direttamente Fabio a prendersi una relazione per Robin.
DanieleHai ragione! Ma suppongo anche che dipenda molto dalle sensibilità personali dei giocatori e dall’accordo, tacito o meno, che stanno avendo mentre giocano.
Diciamo anche che, allo stesso modo, io avrei potuto anche dirgli: «No, ma quelli non sono i vostri anelli!». Insomma, basta trovare un accordo, laddove lo sconfinamento amichevole diventa problematico.
LorisMettiamola così: stiamo raccontando una storia. Io, Lettore, penso che quelli possano essere i nostri anelli: del mio personaggio e di Agatha; e, se secondo me lo sono, lo dico
in quel momento. Non penso che abbia senso tirarlo fuori in un secondo momento. Non credi?
Cioè, sono io l’“investigatore”, sono io che parlo, sto raccontando il mio punto di vista. Quindi, possiamo fermarci e parlarne un attimo, nel caso, per capire se va bene a tutti e due. Però, o lo dici adesso o non lo dici dopo… quantomeno per quel che riguarda le fedi, non sulla relazione tra me e Agatha (quella potresti anche precisarla meglio dopo).
DanieleSì, sono d’accordo, ma per una mera questione di coerenza nella storia. Voglio dire: se vedi il tuo anello e quello della tua ex, li riconosci, cazzo! Almeno, lo spero per te!
LorisEcco, quello, sì. Mi spiego: Fabio poteva dirlo? Sì. Volevate giocarla così? Se sì, allora andava detto
in quel momento.
Poi, va bene, sarebbe stata una dichiarazione molto forte e magari era meglio fermarsi e parlarne un attimo.
DanieleSì sì, ma, guarda, probabilmente gli avrei detto: «Sai, avevo descritto il nome come abraso per lasciarci più spazio di manovra ma, se tu vuoi andare giù così forte, per me va bene».
Insomma, avremmo trovato un accordo. Nei giochi per due è sempre così: su alcune cose o trovi un accordo o smetti di giocare e, se non sai trovarlo, il più delle volte sei solo una testa di cazzo.