Questa mattina ho incontrato dei miei antichi condiscepoli ai tempi delle scuole non erano nerd e non lo sono manco adesso e infatti si è andato a parlare di letteratura antica: fatiche di ercole iliade, odissea, iliade... Se non che alla fine della fiera quello che acchiappava del discorso erano le geneologie, i regni, come morivano i vari personaggi.
Ora
Non ho potuto fare a meno di tracciare un parallellismo sui fan site delle varie ambientazioni: letterarie e gdristiche. Alla fine, anche lì, si va a parlare delle genealogie intricate, di (infinitesimali) cambi nei meta e nei micro plot, il resto, come nella discussione di qui sopra era relegato alle note en passant.
Di solito a me da fastidio accostare le epopee alla letteratura fantasy o comunque moderna ma curiosamente le reazioni dei due tipi di pubblico sono molto simili se non proprio identiche perciò mi sorge spontanea una domanda: ma se fossero quelli che vengono considerati difetti della letteratura fantasy a costituire in realtà i suoi pregi?
Perché tipo in un contesto completamente diverso stavamo a parlare delle lunghe descrizioni, ovvero la Terra dei Lestrigoni, la grotta di Polifemo con le capre e i formaggi, il palazzotto di Circe, l'isola di Ogigia e quella dei Feaci.
La scrittura delle epopee antiche non è per nulla coinvolgente e Omero, in specie nell'Odissea, descrive con cura solo la superficie delle cose, i sentimenti dei vari personaggi si vedono solo in filigrana e tal volta sono, volutamente, ambigui e così è tutto l'epos ben che Virgilio abbia una certa tendenza al melodramma antelitteram...
E se le lunghe descrizioni, le trame incasinate e i pipponi piacesse a un pubblico che alla fine non gioca di ruolo? Mi è venuto questo dubbio perché so che quei tizi lì mi considerebbero un satinista TM se gli dicessi che gioco ai gdr, giuro.