Vi parlo della mia piccola partita e delle riflessioni che ha scatenato.
Ovviamente tutto questo discorso è per lo più un'ipotesi. È il modo in cui
ora vedo il gioco, ben prima di averlo provato in maniera completa. Sono, insomma, le mie prime impressioni. Potrei cambiare idea non appena lo approfondisco ^^
Quando ho presentato il gioco l'ho fatto molto apertamente e in maniera abbastanza cinica. Non gli ho detto: "Siete space marines", ma "Siete dei giovani partiti per difendere l'utopia terrestre da una minaccia che forse neanche esiste. Vi siete arruolati per essere eroi e ora siete in una sanguinosissima guerra preventiva contro un nemico che non si è neanche sicuri essere una reale minaccia".
Per un attimo ho pensato di non dare alcuni dettagli, ma poi l'istinto ha prevalso. Gli ho parlato dei Colonnelli e dello Starkiller, del Brigadiere e del Device. Gli ho detto anche degli Ordini del Brigadiere: "Terra non vi vuole indietro. Siete dei violenti bastardi, non fate parte dell'utopia. Vuole che crepiate fra le stelle" "Ma... ma... è stata Terra a farci diventare violenti bastardi, per proteggerla!" "Già."
Ho seguito il manuale e il Tenente che gli ha dato la missione era un ragazzino fresco di accademia e con l'armatura esposta (senza un graffio!) che li ha trattati come degli incompetenti. E anche questo l'ho fatto d'istinto. Sì, il manuale mi aveva detto di farlo, ma mi sono trovato immediatamente a mio agio in quei panni. Già da subito ho ottenuto qualche timida reazione dai giocatori.
Lungo tutta la missione il Tenente ha continuato a sostenere che gli Alieni non erano intelligenti, nonostante le
schiaccianti prove del contrario. la frustrazione è salita alle stelle e credo che abbia avuto un gran peso nella decisione di sacrificio del Caporale. E in un qualunque momento del gioco sapevo dove spingere per provocare reazioni.
Durante il viaggio di ritorno mi sono accorto delle ragioni di questa mia strana familiarità.
Abbiamo un ufficiale superiore che, invece di muovere il culo lui, da ordini in maniera non simpatetica. Anzi, li tratta come bestie. E loro obbediscono, perché devono. Solo che in realtà il potere è loro (materializzato nei fuciloni e nel fatto che loro hanno statistiche, l'ufficiale no) e prima o poi si stancheranno degli abusi e lo impugneranno.
Flash!
Ecco perché mi sentivo come se avessi già giocato. È la medesima situazione de
La Mia Vita col Padrone ^^
I giochi sono ovviamente diversi, ma i parallelismi sono impressionanti. Tanto che l'uso del
Manifesto of Mastery potrebbe essere davvero utile anche per
3:16! Ho l'impressione che una delle chiavi del gioco sia il risentimento dei PG nei confronti dei gradi superiori. Loro sono nei pianeti a rischiare la vita ad ogni incontro e loro sono lassù, al sicuro, a prenderli a male parole? Cavolo, a chiunque verrebbe voglia di strozzarli. E per strozzarli devi salire di grado... e per salire di grado devi combattere o tradire. E quando sei diventato Brigadiere? Sopra di te c'è Terra... e Terra sono degli insensibili bastardi uguale a quelli che ti comandavano prima. E tu hai la mano sul bottone che potrebbe distruggerla per sempre.
Però... però l'utopia è reale. Sei disposto a distruggerla?
Tutto il resto?
Tutto il resto è fuffa. La gara a chi fa più kill serve solo all'inizio, dopo si contano a migliaia. Le medaglie? Pezzi di latta che ti danno un tanto al chilo. La prima volta che le ricevi sei orgoglioso, ma poi... "Oh, evviva... la Spada Scarlatta... di nuovo. Mettila con le altre".
Tutto il resto serve a farti sentire l'inutile ripetitività del genocidio. Non ci sono eroi, solo macellai.
Ovviamente tutto questo è possibile solo ad una condizione: i giocatori devono essere disposti a giocare i propri personaggi come persone.
Semplice, banale, ovvio. Però fondamentale.
Il gioco in realtà te lo dice. Che senso ha presentare
3:16 come un gioco in cui si uccidono alieni e basta? Uccidere gli alieni e vincere gli incontri è talmente facile che risulta noioso. Il GM ha appena piazzato un malloppo di 6 threat token sul tavolo? Dico come il mio soldato, da bambino, era stato aggredito da un cane rabbioso grosso due volte lui e l'aveva messo in fuga, segno sulla scheda che sono "coraggioso come un leone" e l'incontro è risolto. E io uccido un sacco di alieni. Puff. L'incontro finale con la Regina Alien è finito senza neanche tirare i dadi.
Tra parentesi, anche questo continuo rincorrere i kills, questo avere un incontro dopo l'altro... inizio a pensare che la ripetitività sia una caratteristica molto precisa del gioco, che ti induce a cercare di uscire da questo ciclo, a fare QUALCOSA della tua vita, a diventare l'eroe che ti avevano promesso saresti diventato, forse. La vita del soldato è noiosa e frustrante e, nonostante questo, rischiosissima. Se i giocatori stanno giocando persone, e stanno "sentendo" i loro personaggi vorranno uscire da questo inferno.
Credo che
3:16 sia uno dei giochi più antimilitaristi che ho mai provato.
Cosa è importante qui? Il numero degli alieni morti o, forse, che per ucciderli ho dovuto dire qualcosa del mio personaggio? E, ancora di più, che sono libero di dire COME ho vinto? Che cosa ci dice questo del personaggio?
Io non credo che il setting sia d'ostacolo, qui.
Una volta spiegato realmente cos'è il gioco, che sparare agli Alieni è solo una parte di esso, una volta che si è sicuri che anche gli altri vogliono giocare a quello è "solo" una questione di colore. In sé la fantascienza militare potrebbe non piacere e si potrebbe preferire giocare nella decadenza romana (wanna!!!!), ma non credo che sia un ostacolo alla realizzazione di quanto il gioco si prefigge in sé e per sé.
La cosa fondamentale è presentarlo onestamente e in maniera completa, per quello che è. Ovviamente se hai davanti, come avevo io, persone che SAI giocheranno in quel modo... allora basta presentare la situazione iniziale e giocare come da manuale, con gli ufficiali stronzi e tutto il resto.
Come dice il Rafu, però, se non lo vogliono fare... c'è poco da farci. Se non vogliono giocare a QUEL gioco in QUEL momento è meglio lasciar perdere. Molti giochi richiedono di sentire i personaggi come persone vere anche se inizialmente sembrano stereotipi e falliscono se non lo fai:
La Mia Vita col Padrone, Cani nella Vigna, Polaris... tantissimi, l'elenco potrebbe essere lunghissimo. Nessuno di questi, però, può obbligarti a farlo se non vuoi ^^
Il primo passo lo devi fare tu, sei tu a dover dire: "Giochiamo!"
mamma mia Rafu!
sono andato avanti anni ad ammazzare goblin a d&d e sterminare clan rivali a Vampiri senza mai pormi domande del genere....non credo che comportarsi così ad un gioco che a prima vista di...mmm...quasi tutti....sembra uno splatter sia indice di personalità deviate. Su dai, stiamo con i piedi per terra....
Il problema, Wady, è che D&D ti chiede giusto quello, di ammazzare mostri.
3:16 sembra essere qualcosa in più. È vero... la situazione sembra un becero splatter, ma giocato come un becero splatter... è noiosissimo! Sembra di giocare a Cani cercando di ottenere i Tratti più alti, l'ho notato persino all'interno di una singola partita.
Come fare quindi a divertirsi? Farsi domande. Chiedersi perché stai massacrando alieni. Chiederti chi te lo fa fare di continuare a premere il grilletto ancora e ancora e ancora e ancora e ancora rischiando la vita ancora e ancora e ancora e ancora.
Ecco, in quel momento il gioco ingrana.
Il problema è che bisogna essere disposti a giocare a QUELLO. Se ti sei seduto al tavolo credendo di poterti godere una serata di blood&gore gratuito allora non potrai divertirti con
3:16.
Credo onestamente che il peggior servizio che tu possa fare a questo gioco sia presentarlo come "Space Marines che ammazzano Aliens. A dozzine! E li contanto!" quando è piuttosto "Space Marines che si chiedono se vale la pena di rischiare la vita contro gli Aliens per degli stronzi che li vogliono morti". Diavolo, questa è una premessa su cui posso imbastire
La Mia Vita col Padrone o
Polaris, altro che splatter gratuito!
E se questo non accade?
Nella mia partita IO, che avevo letto il manuale e quindi la fluff riguardante tali presupposto, mi sono calato in tale mentalità ... ma i giocatori hanno sentito poco o nulla di tutto ciò, limitandosi a giocare al massacro senza particolare pathos.
La soluzione, presumo, è quella di comunicare anche a loro questo concetto così centrale nel gioco ^^
Riusciresti a giocare a Cani se te lo presentassero come "Mormoni che impongono la Legge divina"? O a Montsegur 1244 descritto come "Fanatici religiosi che alla fine bruciano" o, meglio, sapresti cosa aspettarti una volta che ti siedi al tavolo?
Se presenti a qualcuno Cani come "Mormoni che impongono la Legge divina" ti stupisci se poi questi fanno gli inquisitori per tutta la partita e non si godono il gioco?
Sento che
3:16 mi sta facendo un sacco di promesse. Voglio proprio vedere se le mantiene XD
Oh, per inciso. Gregor sta seguendo come può il thread e sta rispondendo via faccialibro alle mie domande più "tecniche". Appena mi da il permesso di farlo riporto le risposte ^^