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Post - Agilulfo

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sto rileggendo un po’ il regolamento. A p. 53 mi pare che sia ammesso che ci siano cose che la trollbabe non possa fare - o si riferisce solo ad azioni fuori da un conflitto?

"Se è concepibile che un umano possa riuscirci, o quasi, allora  per una trollbabe è facile farlo" e più giù "la trollbabe può o non può, e se non può vuol dire che si tratta di una staccionata o una porta davvero eccezionale ben aldilà delle capacità di qualunque personaggio immaginabile".

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Ti ringrazio per la risposta, ora è un po’ più chiaro!

Non avevo compreso di stare violando le regole - in effetti non ricordo che questo limite nella creazione delle storie sia esplicitato.
Proverò a modificare le storie secondo le tue indicazioni!

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Buongiorno a tutti,

Mi sto preparando per la prima sessione di Trollbabe (io sarò il master) e ci sono dei concetti che proprio non riesco a farmi entrare in testa. In particolare, il ruolo della backstory nella Fase Chiara e Trasparente.
Faccio un esempio.

Esempio 1
Un ragazzo è stato contagiato da una malattia magica che lentamente lo trasformerà in un demone. Il processo è irreversibile, ma nessuno, per ora, lo sa. Il suo villaggio si divide tra chi vorrebbe ucciderlo subito e tra chi vuole aspettare perchè spera in un miracolo.

Se una trollbabe volesse provare a curarlo e chiamasse un conflitto magico, dovrei informarla, nella fase chiara e trasparente, del fatto che l’incantesimo è inutile? Se tengo l’informazione per me, violo le regole sulla fase equa? Se la rivelassi, la Trollbabe capirebbe che fare l’incantesimo non porterebbe vantaggi (la malattia è incurabile), ma solo potenziali svantaggi. Dunque cercherebbe di modificare il proprio obiettivo in modo da limitare i danni. Quindi l’informazione sembra necessaria per permettere una decisione consapevole.
Però Ron, in questo post  http://www.indie-rpgs.com/forge/index.php?topic=30738.0;prev_next=prev afferma che non c’è discussione della backstory fuori dal gioco. E l’esempio della moglie tradita suggerisce che non dovrei dire nulla sull’incurabilità e, nel caso di un successo dell’incantesimo, limitarmi a dire che non il malato non sembra migliorare.

Cosa mi sfugge?

Esempio 2

Una trollbabe affronta un png che ha un amuleto che lo protegge dalla magia. La trollbabe dichiara un conflitto magico per eliminarlo. Se nella fase equa io rivelassi l’esistenza dell’amuleto, certo la trollbabe cambierebbe l’azione da magia a combattimento.

Anche in questo caso la conoscenza della backstory è necessaria per prendere una decisione consapevole; ma da un punto di vista narrativo, che senso ha? Come fa la trollbabe ad avere accesso a quelle info? Si può dire che le info sono date al giocatore e non alla trollbabe, ma così otterremmo che la trollbabe prende decisioni in funzioni di info che non conosce, che mi pare un’insensatezza.


Insomma, più in generale, non riesco a capire cosa il GM possa tenere per sé nella fase  equa e trasparente. Deve rivelare tutti i segreti della backstory? Come si concilia questo con l’invito di Ron a non discutere la backstory "out of fiction"?

Grazie,
Andrea

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