[cite] Moreno Roncucci:[/cite]P.S.: secondo me esiste un legame abbastanza evidente fra l'immedesimazione spinta (anche con il gamismo, ma è un altro discorso) e le belle statuine. Il "rappresentare" il personaggio è antiimmersionistico. Se sto ad godermi il mio personaggio interiore, cosa me ne frega del di fuori?
Voglio dire, che quando vedi i giocatori che girano leggendo la scheda e mugugnando fra di loro, non è che stiano sempre a pianificare mosse, intrighi e complotti. Anzi, di solito si stanno semplicemente "godendo il personaggio", e mettersi a ragionare come un autore o uno sceneggiatore ("cosa potrei dire adesso?") li farebbe uscire (secondo loro) dal personaggio.
Se ti stai "godendo il tuo personaggio interiore", molto probabilmente non sei immedesimato. Immedesimazione, a ancora di piu' se "spinta" come dici tu, non vuol dire contemplare lo stato interiore del personaggio. Vuol dire *essere* nello stato interiore del personaggio: pensare quello che pensa lui, sentire quello che sente lui; e di conseguenza anche *fare* quello che fa lui. Ho usato l'indicativo al posto del condizionale perche' non si tratta di pensare a cosa penserebbe, cosa sentirebbe, cosa farebbe, e agire di conseguenza, ma pensarlo, sentirlo, farlo, veramente e spontaneamente, senza passaggi intermedi.
E' chiaro che questa e' la situazione ideale, e che nessuno arriva veramente a dimenticare se' stesso (se non magari per attimi molto piccoli, o, dice qualcuno, periodi un po' piu' consistenti su live di settimane) - cosa che rende alquanto spinosa anche sul piano a priori (al punto che bisognerebbe valutarne la sensatezza) la distinzione tra immersione ed empatia "molto ravvicinata". Pero' e' altrettanto chiaro (a me, almeno) che per parlare di processo di immersione bisogna che ci sia un movimento in quella direzione, e parlerei di immersione "spinta" quando si riesce ad avvicinarsi in qualche senso "bene" a questo ideale.
Ora, quando si parla di belle statuine non si parla di giocatori che sembrano trasognati in personaggio perche' sono immedesimati in un tizio che si sta crogiolando nel proprio stato interiore. Si' sta parlando di persone tra l'altro spesso e volentieri - come dici tu - con la scheda in mano (cos'e', il personaggio sta leggendo la propria autobiografia?), che ciondolano o sembra abbiano un palo in culo, e che stanno palesemente pensando a cosa fare. Non e' detto, e' vero, che stiano pensando a cos'e' meglio tatticamente. Magari pensano a cos'e' meglio per la storia. Magari sono solo disorientati. Magari stanno "godendo il personaggio" nel senso che lo leggono e pensano "pero', bello".
Anzi, la cosa che sono disposto a concederti, anche se non credo che accada molto spesso, e' che magari qualcuno stia pensando al da farsi in personaggio, se c'e' una forte componente di problem-solving nel live. Pero' di piu' penso proprio di no, e per lo stesso motivo per cui essere bene immersi e' spessissimo sufficiente (e non lo diciamo solo io e andrea, lo dicono anche scuole di recitazione illustri, che anzi talvolta sostengono che sia l'*unico* modo per essere davvero credibili, e che ogni aggiunta "esteriore" non possa che peggiorare il risultato) a dare una buona rappresentazione di un personaggio che ti assomigli fisicamente: il corpo, senza che tu stia a pensarci, tradisce il tuo stato interiore.
Ciao,
Paolo.