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Gioco Concreto / Analisi delle mie preferenze ludiche (split da: Perché preferire i tradizionali)
« il: 2012-12-04 19:08:37 »
Splitto da qui: http://www.gentechegioca.it/smf/index.php?topic=8594.60, perché veramente si sta uscendo dal significato originario del thread.
Per me sarebbe divertimento riuscire ad avere la risposta giusta a quell'affermazione. Riuscire a tirarne fuori comunque qualcosa di soddisfacente.
Quello che mi fa continuare, è la speranza di riuscire a farlo.
Direi in tono di sfida, pensandoci bene. Ma non saprei dire cosa questo significasse. Se "Ok, non è un problema, mi rifarò un altro PG", se "Ok, ho dimostrato che il mago che c'era in gruppo prima del mio non sarebbe sopravvissuto anche alla metà di quel turno, sono contento così.", se "Dai, hai sempre voluto ammazzarmi il PG, fallo", se "ah, sono l'unico del gruppo che riesci ad ammazzare, che scarso che sei"... no, non lo saprei dire.
Non ne ho idea. Non hanno mai manifestato di volere un'avventura difficile.
Il giocatore del mago vuole principalmente esplorare l'ambiente e la storia. Quello che si è trasferito da poco voleva la complicità del master per giocare un personaggio che il giocatore potesse mettere in mostra per la sua bravura in qualcosa. Quello del druido, se avesse energie da dedicare al gioco vorrebbe essere efficace (invece fa un po' lo zilchplayer) ma continua a fare le scelte sbagliate perché non conosce abbastanza le regole e poi tiene il personaggio per ostinazione, quello del chierico gioca per vedere cosa succede e piazzare qualche battutina sulle situazioni assurde.
A me non piace avere una storia in cui i protagonisti non arrivano a godersi l'epilogo.
Se giocassi io vorrei arrivare alla fine... però vorrei anche che fosse per merito mio, e per il rotto della cuffia, cosa che non credo nessun gioco possa garantire.
Guarda, questo è il vero problema dei giochi tradizionali, la pressione sociale che è sulle spalle del master è assolutamente senza senso.
Il gioco ti diceva che quel giocatore li doveva morire, tu hai dovuto barare, hai dovuto deviare la storia di quel giocatore che con il suo atteggiamento non è stato di molto aiuto. Dicendoti "non mi importa nulla se muoio" ha sfidato apertamente il tuo potere, dichiarando che nella storia che tu avevi creato, e sulla quale magari tanto tempo e fatica avevi investito, lui non aveva nessun interesse. Sei stato praticamente costretto a barare in suo favore, e di certo questa cosa il gruppo l'ha percepita ed ha implicitamente minato la tua credibilità.
Perché dovresti giocare ad un gioco che ti mette in una situazione del genere? Questo per te è divertimento?
Per me sarebbe divertimento riuscire ad avere la risposta giusta a quell'affermazione. Riuscire a tirarne fuori comunque qualcosa di soddisfacente.
Quello che mi fa continuare, è la speranza di riuscire a farlo.
che vuol dire "non me ne frega niente" secondo te?Stessa domanda di Niccolò: in quel momento, quelle parole che significavano? Se preferisci: con che atteggiamento erano pronunciate?
Direi in tono di sfida, pensandoci bene. Ma non saprei dire cosa questo significasse. Se "Ok, non è un problema, mi rifarò un altro PG", se "Ok, ho dimostrato che il mago che c'era in gruppo prima del mio non sarebbe sopravvissuto anche alla metà di quel turno, sono contento così.", se "Dai, hai sempre voluto ammazzarmi il PG, fallo", se "ah, sono l'unico del gruppo che riesci ad ammazzare, che scarso che sei"... no, non lo saprei dire.
@Zachiel:
se tu provassi a spiegare ai tuoi giocatori che nella prossima avventura i loro avversari faranno di tutto,
utilizzeranno ogni tecnica, incantesimo o meccanismo ( permesso dalle regole ) per uccidere i loro personaggi
come pensi che reagirebbero?
Avrebbero comunque voglia di giocare? Di piu'? Di meno?
Sarebbe un problema se la tua storia finisse prematuramente perche' il party viene annichilito?
Oppure sarebbe un problema per te, master, introdurre un nuovo personaggio appena creato per sostituirne uno morto?
potrebbe essere un esperimento da fare.
Non ne ho idea. Non hanno mai manifestato di volere un'avventura difficile.
Il giocatore del mago vuole principalmente esplorare l'ambiente e la storia. Quello che si è trasferito da poco voleva la complicità del master per giocare un personaggio che il giocatore potesse mettere in mostra per la sua bravura in qualcosa. Quello del druido, se avesse energie da dedicare al gioco vorrebbe essere efficace (invece fa un po' lo zilchplayer) ma continua a fare le scelte sbagliate perché non conosce abbastanza le regole e poi tiene il personaggio per ostinazione, quello del chierico gioca per vedere cosa succede e piazzare qualche battutina sulle situazioni assurde.
A me non piace avere una storia in cui i protagonisti non arrivano a godersi l'epilogo.
Se giocassi io vorrei arrivare alla fine... però vorrei anche che fosse per merito mio, e per il rotto della cuffia, cosa che non credo nessun gioco possa garantire.