Gentechegioca
Gente Che Gioca => Sotto il cofano => Topic aperto da: Radagast - 2008-06-27 23:01:56
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[EDIT dell'Admin: il messaggio di Ragadast era in origine una risposta a questo post (http://forum.narrattiva.it/viewtopic.php?p=2305#2305). Essendo off-topic nel thread originario, ma trattando di un argomento molto interessante e meritevole di approfondimento, ho deciso di creare una discussione separata]
Moreno, adesso ti sei messo a parlare di live? E io che volevo andare in vacanza... :roll:
[cite] Moreno Roncucci:[/cite]Un modello più "generalista" che non presuppone un unico SIS (o meglio, ne presuppone uno anche non completamente condiviso) è il process model
Mmm, come l'hai detto non si capisce bene. Il Process Model dice che esiste lo Spazio Immaginato che è quello che sta nella testa del singolo partecipante, e lo Spazio Immaginato Condiviso che è l'intersezione degli Spazi Immaginati di tutti i partecipanti. Nota di colore: nel caso di eventi con un solo partecipante (una vera rarità, eppure esistono), SIC e SI ovviamente coincidono. :D
Cosa intendi per "presuppone"? Non è chiaro.
(anche se, come risultati pratici, non c'è paragone. Il Big Model ha già prodotto nuove tecniche, una rivoluzione copernicana nel design, e un intera nuova cultura di gioco. Il process Model è ancora agli inizi, e quando me lo paragonano al Big Model mi diverto a sbertucciare i suoi fans dicendo che nessuno può essere contrario a quello che dice il process model perchè ancora in sostanza non dice niente.
...che è esattamente quello che si propongono gli autori del Process Model e di cui si vantano tanto. Sinceramente non mi sembra un granché di sbertucciamento, è come prendere in giro una tigre perché ha i denti affilati. :lol:
Il Process Model è stato scritto con due scopi fondamentali, che sono:
- identificare gli elementi fondamentali coinvolti nel processo di roleplaying e dargli dei nomi;
- descrivere le interazioni di questi elementi.
E il Process Model ha tre utilizzi possibili, che sono:
- descrivere e analizzare sessioni passate;
- progettare e comunicare sessioni future;
- descrivere le singole preferenze di gioco.
Tu continui a paragonare Big Model e Process Model, che è una cosa totalmente priva di senso. Come scrivi tu stesso, "Il Big Model ha già prodotto nuove tecniche, una rivoluzione copernicana nel design, e un intera nuova cultura di gioco": non è questo lo scopo del Process Model, il Process Model non ti insegna a giocare in un certo modo o a produrre un certo tipo di eventi. Allora cosa fa il Process Model? Se utilizzi il Process Model, è immensamente più facile analizzare un evento, capire cosa i tuoi giocatori si aspettano dall'evento successivo, e progettare l'evento successivo. Il Process Model non produce niente; è semplicemente uno strumento di comunicazione e di categorizzazione, che va bene per qualunque tipo di evento, di autore e di giocatore. Il Process Model non è una teoria, ma ha l'ambizione di diventare il linguaggio in cui si potranno esprimere le teorie future. E' perfettamente compatibile col Big Model ma anche con qualunque altro modello teorico precedente (gli autori fanno esempi pratici con Threefold Model, Three-Way Model, GENder, classificazione di Blacow e Laws, e Channel Theory), proprio perché non dice niente, ma dà degli ottimi, precisi e puntuali strumenti con cui dire le cose.
il caso più semplice e banale: fate così "perchè si gioca così". Pare una boiata, ma ho visto con i miei occhi un sacco di autori "live" sgranare gli occhi di fronte al primo un live "a palcoscenico" che avessero mai visto ("nero con il cuore" di Paolo Albini e Michele Bellinzona, per esempio), e subito dopo mettersi a creare altri live dello stesso tipo. Perchè non li avevano fatti prima, non gli piacevano? No, non ci avevano mai nemmeno pensato. In oltre dieci anni a scrivere scenari per Live... :shock:
Uhm... Io sono uno di quelli che ha sgranato gli occhi davanti a "Nero come il cuore", ma non perché fosse a palcoscenico, o perché fosse diviso in scene anziché a tempo continuo (che sono entrambe tecniche già presenti in On Stage! che è del 1993), bensì perché funzionava pur facendo uso di un set di tecniche, regole e affini minimo, per non dire inesistente. Non è che non sospettassi che On Stage! poteva funzionare abbastanza bene anche senza carte, abilità speciali ecc. (per chi ci ha giocato tante volte è abbastanza facile rendersi conto che troppe volte le tecniche usate in On Stage! ostacolano lo sviluppo del gioco anziché facilitarlo), però tutte le volte che lo dicevo gente più esperta di me mi rispondeva che senza quelle tecniche sarebbe peggio. In realtà proprio "Nero come il cuore" dimostra che non era vero, e che non sempre chi è più esperto la sa più lunga di te. :D
Ecco, se dovessi creare adesso un evento del genere (cosa che per me è abbastanza anomala, visto che di norma trovo gli eventi narrativi poco interessanti per i miei gusti), forse l'unica tecnica usata in On Stage! che salverei (a parte ovviamente il palcoscenico e la struttura a scene) è l'asta per dare il potere sul SIC nella singola scena a un solo giocatore (potere che invece in "Nero come il cuore" è distribuito tra i giocatori), anche se ovviamente modificherei il meccanismo dell'asta, che in On Stage! è abbastanza orribile e oltretutto incentiva il comportamento competitivo (ma ho visto house rules che modificano appunto l'asta in maniera da renderla più elegante e meno incentivante la competizione, quindi si potrebbe lavorare su quelle). L'assegnazione del potere sul SIC a un solo giocatore per scena purtroppo è un'arma a doppio taglio: da un lato rende molto più scorrevole il gioco, dall'altro favorisce nei giocatori un comportamento competitivo ("Posso sfruttare il mio potere su questa scena per favorire il mio personaggio a danno degli altri!"). E' anche vero che anche la tecnica utilizzata in "Nero come il cuore" non è esente da difetti da questo punto di vista; anzi, dato che favorisce, nel prendere le decisioni, i giocatori più carismatici (o più prepotenti, o più stimati), è forse ancora più indesiderabile, perché trasferisce il processo competitivo dal SIC (quindi tra i personaggi) alle interazioni sociali esterne al SIC (quindi tra i giocatori), cosa che produce una serie di effetti a cascata abbastanza nefasti.
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tutto molto bello, ma andiamo aventi in un nuovo post, nel caso...
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granare gli occhi di fronte al primo un live "a palcoscenico" che avessero mai visto ("nero con il cuore" di Paolo Albini e Michele Bellinzona, per esempio)
Io sono uno di quelli che ha sgranato gli occhi davanti a "Nero come il cuore"
state parlando di un live che è stato giocato , se non ricordo male, un paio di volte e di cui non è disponibile il materiale ne online ne richiedendolo all'autore.
ho l'impressione vi sia un'ottima base per generare incomprensioni ^^''
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@ Andrea: già che sei qui, non avresti magari voglia di commentare anche questo post? ^__^
http://forum.narrattiva.it/viewtopic.php?t=226
[cite] vertigo:[/cite] "Nero come il cuore"
state parlando di un live che è stato giocato , se non ricordo male, un paio di volte e di cui non è disponibile il materiale ne online ne richiedendolo all'autore.
ho l'impressione vi sia un'ottima base per generare incomprensioni ^^''
Eh, quanto hai ragione, Mattia.
Paolo, Michele, che si può fare? ;P
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[cite] Radagast:[/cite]
Moreno, adesso ti sei messo a parlare di live? E io che volevo andare in vacanza... :roll:
E adesso ho pure capito come farti apparire! Basta citare il Process Model! :lol:
Il Process Model dice che esiste lo Spazio Immaginato che è quello che sta nella testa del singolo partecipante, e lo Spazio Immaginato Condiviso che è l'intersezione degli Spazi Immaginati di tutti i partecipanti. Nota di colore: nel caso di eventi con un solo partecipante (una vera rarità, eppure esistono), SIC e SI ovviamente coincidono. :D
Questa definizione di Spazio Imaginato Condiviso mi perplime abbastanza. Mi pare un po' troppo... "metafisica". "l'intersezione degli spazi immaginati"? Mica sono telepatici, trovo il tutto troppo "poetico" (che è il problema principale della "teoria" nordica e pure di quella italiana) e ben poco concreta. Mi manca la concretezza del Big Model: "è condiviso quello che viene detto e accettato in gioco", poi ciascuno nella sua testa immagina quel che vuole...
Comunque, per aiutare a seguirci, mettiamo del link: il process model lo trovate qui:
The Process Model of Role-Playing (http://temppeli.org/rpg/process_model/)
Controllando (perchè "l'intersezione degli Spazi Immaginari Condivisi" non me la ricordavo proprio) mi pare che dica tutt'altro. Usa la definizione di SIS di The Forge (con tanto di attribuzione: "The term Shared Imagined Space originates from discussions at the Forge", aggiunge il concetto di Spazi Immaginari individuali (che chiamerei in altra maniera: chiamarli "spazi" dà effettivamente l'idea di una condivisione geografica, mentre invece nel Big Model lo spazio viene CREATO dall'atto della condivisione. Non si interesecano telepaticamente degli spazi fisici, viene creato un "luogo immaginario" tramite un racconto a più voci), e aggiunge uno "Shared Space of Imagining (SSoI)" esterno che comprende tutto quanto.
Tutto sommato, questa divisione "spaziale" mi pare estremamente fuorviante, e scelta più per avere un "bel diagramma" che perchè la cosa abbia senso. Una delle più felici e fruttuose osservazioni del Big Model è che la SIS viene appunto CREATA PARLANDO, prima non c'era. Il gdr è comunicazione. Da qui l'accento sulla socialità, sul dialogo e sullo scambio di informazioni e la vera funzione dei sistemi di gioco (principio di lumpley). Considerare una versione "individuale" di questo (come se la nostra immaginazione fosse uno spazio regolato da un sistema come la SIS, e non un immagine mentale arbitrariamente mutevole che si corregge continuamente in base a quello che accade alla SIS), e una versione "complessiva" che comprenda anche tutto il resto che influisce sul gioco, libri compresi (e allora più che SSoI lo chiamerei "il salotto della casa dove giochiamo", non ci vedo grande differenza...), placa il nostro bisogno estetico di simmetria nei diagrammi, ma sostituisce questa valenza estetica all'osservazione ("ma non succede così!" "che importa? Così è più bello!")
Per fortuna che poi da questo schema il Process Model non ricava niente, e quindi questa "poetizzazione" non fa gravi danni... :wink:
Il Process Model è stato scritto con due scopi fondamentali, che sono:
- identificare gli elementi fondamentali coinvolti nel processo di roleplaying e dargli dei nomi;
- descrivere le interazioni di questi elementi.
E il Process Model ha tre utilizzi possibili, che sono:
- descrivere e analizzare sessioni passate;
- progettare e comunicare sessioni future;
- descrivere le singole preferenze di gioco.
Tu continui a paragonare Big Model e Process Model, che è una cosa totalmente priva di senso. Come scrivi tu stesso, "Il Big Model ha già prodotto nuove tecniche, una rivoluzione copernicana nel design, e un intera nuova cultura di gioco": non è questo lo scopo del Process Model, il Process Model non ti insegna a giocare in un certo modo o a produrre un certo tipo di eventi. Allora cosa fa il Process Model? Se utilizzi il Process Model, è immensamente più facile analizzare un evento, capire cosa i tuoi giocatori si aspettano dall'evento successivo, e progettare l'evento successivo. Il Process Model non produce niente; è semplicemente uno strumento di comunicazione e di categorizzazione, che va bene per qualunque tipo di evento, di autore e di giocatore. Il Process Model non è una teoria, ma ha l'ambizione di diventare il linguaggio in cui si potranno esprimere le teorie future. E' perfettamente compatibile col Big Model ma anche con qualunque altro modello teorico precedente (gli autori fanno esempi pratici con Threefold Model, Three-Way Model, GENder, classificazione di Blacow e Laws, e Channel Theory), proprio perché non dice niente, ma dà degli ottimi, precisi e puntuali strumenti con cui dire le cose.
E come obiettivo è auspicabile e condivisibile. Solo che il linguaggio NON E' NEUTRALE, non può esserlo, non è possibile creare un dizionario di termini che non si porti con sè assunzioni aprioristiche (vedi, appunto, il casino che hanno fatto con gli Spazi Immaginari...). Questa "restrizione", o almeno la scelta di UN set di restrizioni rispetto ad un altro, deve essere associata a qualche vantaggio. In soldoni, "che vantaggio ho ad esprimere il Big Model in termini di process model, invece che con i propri termini, considerando che i termini usati dal process model già mi sballano il concetto fondamentale della teoria, e la compatibilità rimane solo se mi tengo SIS - che già viene dal Big Model - e ignoro le aggiunte?"
Questo è quello che il Process Model per me deve ancora dimostrare: di portare qualche vantaggio rispetto al parlare di teoria senza usarlo.
Per chiarirsi: penso che possa farlo. Ma solo se non lo si considera aprioristico. Mettere definizioni alla "poetica alla boia di un giuda" e considerare come positivo il semplice fatto di averle NON è la strada giusta. C'è tutto un lavoro di "ripulitura del linguaggio" che dovrebbe essere fatto, prima di poter dire che veramente è un linguaggio usabile per esprimere non dico "tutte le teorie" (impossibile) quanto almeno "le teorie più note attualmente".
il caso più semplice e banale: fate così "perchè si gioca così". Pare una boiata, ma ho visto con i miei occhi un sacco di autori "live" sgranare gli occhi di fronte al primo un live "a palcoscenico" che avessero mai visto ("nero con il cuore" di Paolo Albini e Michele Bellinzona, per esempio), e subito dopo mettersi a creare altri live dello stesso tipo. Perchè non li avevano fatti prima, non gli piacevano? No, non ci avevano mai nemmeno pensato. In oltre dieci anni a scrivere scenari per Live... :shock:
Uhm... Io sono uno di quelli che ha sgranato gli occhi davanti a "Nero come il cuore", ma non perché fosse a palcoscenico, o perché fosse diviso in scene anziché a tempo continuo (che sono entrambe tecniche già presenti in On Stage! che è del 1993)
Dimentichi che On Stage è un tabletop. la sua struttura a "scene" con il framing dei giocatori quando uscì fu una novità assoluta (e ripeto che è un vero peccato che non sia stato conosciuto all'epoca negli USA), ma non ha portato a portarla nei live. Anche nella versione "vox Populi" è semplicemente un tabletop con il pubblico.
La divisione in scene nei tabletop c'è da sempre, non è una novità (la novità di On Stage è il framing del giocatore e l'asta), dire che l'averla in On Stage avrebbe dovuto ispirare i creatori di live è come dire che anche il fatto che ce l'aveva D&D avrebbe dovuto ispirarli... ;-)
, bensì perché funzionava pur facendo uso di un set di tecniche, regole e affini minimo, per non dire inesistente.
Non sono sicuro, come sai, che "funzioni" proprio tanto perfettamente, e proprio perchè non ha tecniche certe e precise condivise fra tutti. Quindi se la lezione era queklla, mi sa che era sbagliata... :wink:
Non è che non sospettassi che On Stage! poteva funzionare abbastanza bene anche senza carte, abilità speciali ecc. (per chi ci ha giocato tante volte è abbastanza facile rendersi conto che troppe volte le tecniche usate in On Stage! ostacolano lo sviluppo del gioco anziché facilitarlo), però tutte le volte che lo dicevo gente più esperta di me mi rispondeva che senza quelle tecniche sarebbe peggio. In realtà proprio "Nero come il cuore" dimostra che non era vero, e che non sempre chi è più esperto la sa più lunga di te. :D
Ma questo capita solo perchè, onestamente, a parte quell'innovazione le regole di On Stage sono un guazzabuglio incoerente in cui ogni pezzo fa a pugni con gli altri. L'idea che senza regole contraddittorie un gioco funzioni meglio non è una novità travolgente, per chi conosca il Big Model... :wink:
Guarda invece un set di regole coerenti, come per esempio "Dubbio", e dimmi che Nero Come il Cuore funziona meglio perchè non ha un sistema così robusto sotto... 8)
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[cite] Moreno Roncucci:[/cite]E adesso ho pure capito come farti apparire! Basta citare il Process Model! :lol:
Se lo si cita a sproposito poi appaio di sicuro. ^_^
Controllando (perchè "l'intersezione degli Spazi Immaginari Condivisi" non me la ricordavo proprio) mi pare che dica tutt'altro. Usa la definizione di SIS di The Forge (con tanto di attribuzione: "The term Shared Imagined Space originates from discussions at the Forge", aggiunge il concetto di Spazi Immaginari individuali
No, non è così: prima introduce il concetto di Imagined Space e dopo quello di Shared Imagined Space come "overlap" degli Imagined Spaces dei partecipanti. Cito:
"The facts, expectations and hopes about the imagined reality being explored, as experienced by an individual, define a conceptual space referred to as the Imagined Space. When role-playing in a group, the Imagined Spaces of the individual participants overlap to create a Shared Imagined Space (SIS) with regards to which the majority of interaction pertaining to the game is enacted."
"Intersezione" è la parola, sicuramente imprecisa, che ho usato al posto di "overlap" per cercare di essere divulgativo (evidentemente senza riuscirci), ma se vuoi posso essere fedele all'originale e mantenere "overlap" (a mio modesto parere "sovrapposizione" in italiano sarebbe ancora più impreciso). Anzi, se hai un termine italiano migliore suggeriscilo pure perché con "overlap" non divulgo niente. ^_^
Quello che dici sull'origine del termine Shared Imagined Space presso The Forge è corretto, ma viene detto più avanti nell'articolo; quindi non "Usa la definizione di SIS di The Forge", come hai detto tu, bensì usa il termine e il concetto individuati da The Forge, pur introducendoli e definendoli in maniera diversa. Poi forse hai dimenticato quest'altro pezzo che segue:
"The concept of an individual's own Imagined Space is not used there however, and neither is the concept of a Shared Space of Imagining, though a highly similar term in Forge-speak is the Social Contract."
Chiaro che il concetto di Shared Imagined Space l'ha individuato The Forge e di questo gli va reso merito, ma metterlo in relazione con i concetti di Imagined Space individuale e di Shared Space of Imagining a me personalmente è servito moltissimo per chiarirmi le idee sul concetto, che prima trovavo abbastanza fumoso (così com'è fumoso il concetto di Diegesi della teoria nordica tradizionale).
Tutto sommato, questa divisione "spaziale" mi pare estremamente fuorviante, e scelta più per avere un "bel diagramma" che perchè la cosa abbia senso.
Ma il bel diagramma serve appunto a rendere il concetto più facilmente comprensibile. ^_^
Comunque non ho ben capito la tua opinione (così come diverse altre nella tua risposta), ma ovviamente la rispetto lo stesso. ^_^
Una delle più felici e fruttuose osservazioni del Big Model è che la SIS viene appunto CREATA PARLANDO, prima non c'era. Il gdr è comunicazione.
Sì, ma il Big Model si concentra sulle forme di roleplaying al tavolo, che sono appunto basate sulla comunicazione tra i partecipanti, mentre il Process Model copre tutto il roleplaying, compresi non solo i live ma anche l'improvvisazione teatrale, "Indiani e Cowboys" e il sognare a occhi aperti. Come tale, la sua definizione di SIS non può essere basata sulla comunicazione, ma deve essere più "ampia". Ovviamente sei liberissimo di dire che in quanto più ampia è più fumosa (e io sono il primo a dire che se uno vuole creare RPG tabletop incentrati sulla "storia" allora il Big Model funziona meglio di qualunque altra cosa), ma come puoi ben capire se io voglio creare un evento in cui la comunicazione tra i partecipanti o tra diversi gruppi di partecipanti non c'è o è molto ridotta (un po' tutti i live "tradizionali" sono così, per non parlare di "Crebbi lì, a Foglierosse" che è proprio basato su questa mancanza di comunicazione), un modello teorico che mette al centro la comunicazione mi serve a ben poco.
il nostro bisogno estetico di simmetria nei diagrammi, ma sostituisce questa valenza estetica all'osservazione ("ma non succede così!" "che importa? Così è più bello!")
Confondi l'estetica con la chiarezza, la comprensibilità e l'eleganza, che sono doti positive di qualunque modello teorico (ma anche delle dimostrazioni di matematica e di tante altre cose nel campo delle scienze teoriche). Inoltre che non succede così è solo una tua (rispettabilissima) opinione.
In soldoni, "che vantaggio ho ad esprimere il Big Model in termini di process model, invece che con i propri termini, considerando che i termini usati dal process model già mi sballano il concetto fondamentale della teoria, e la compatibilità rimane solo se mi tengo SIS - che già viene dal Big Model - e ignoro le aggiunte?"
Ma infatti tu non hai nessun vantaggio: se a te interessano i tabletop incentrati sulla "storia" fai benissimo a tenerti il Big Model. Il Process Model serve a me, perché funziona molto bene per capire, analizzare e progettare gli eventi che faccio io (cioè live in cui la "storia" non è una componente fondamentale); eventi con cui purtroppo il Big Model funziona male o per niente, e quindi è inutile.
Dimentichi che On Stage è un tabletop. la sua struttura a "scene" con il framing dei giocatori quando uscì fu una novità assoluta (e ripeto che è un vero peccato che non sia stato conosciuto all'epoca negli USA), ma non ha portato a portarla nei live. Anche nella versione "vox Populi" è semplicemente un tabletop con il pubblico.
Non c'è solo la versione Vox Populi, ma anche la versione cosiddetta "live" senza pubblico, che è quella che ho sempre e (quasi) solo giocato io (quasi perché ho fatto anche tre o quattro Vox Populi e un paio di tabletop). Infatti quando ho giocato "Nero come il cuore" io l'ho percepito come un On Stage! "live" con l'apparato regolamentare consistentemente alleggerito.
Tra l'altro, io ormai da anni dico che la stragrande maggioranza dei cosiddetti live da convention in realtà sono tabletop giocati in piedi (e On Stage! "live" è il primo della lista), ma mi sfugge sotto quale aspetto "Nero come il cuore" sarebbe più live di On Stage! "live".
L'idea che senza regole contraddittorie un gioco funzioni meglio non è una novità travolgente, per chi conosca il Big Model... :wink:
Ma infatti non è una gran scoperta, lo supponevo anch'io che all'epoca non sapevo nulla del Big Model; la novità travolgente è che avevo ragione io, inesperto, anziché gli espertoni che mi dicevano che togliere le regole era come amputare una gamba per curare un taglietto sul ginocchio. :twisted:
Guarda invece un set di regole coerenti, come per esempio "Dubbio", e dimmi che Nero Come il Cuore funziona meglio perchè non ha un sistema così robusto sotto... 8)
Non lo so, non ho mai giocato Dubbio e onestamente leggendo il copione non sono riuscito a capire quanto robusto sia il sistema.
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Tra l'altro, io ormai da anni dico che la stragrande maggioranza dei cosiddetti live da convention in realtà sono tabletop giocati in piedi
cosa distingue un TB giocato in piedi da un larp?
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[cite] vertigo:[/cite]Tra l'altro, io ormai da anni dico che la stragrande maggioranza dei cosiddetti live da convention in realtà sono tabletop giocati in piedi
cosa distingue un TB giocato in piedi da un larp?
Be', io sono un tradizionalista e seguo la definizione tradizionale: nei larp le azioni dei personaggi vengono effettivamente compiute (LIVE ACTION role playing), non vengono comunicate attraverso simboli (che possono essere le parole in un tabletop tradizionale, oppure gesti simbolici od oggetti simbolici nei "tabletop giocati in piedi").
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cosa distingue un TB giocato in piedi da un larp?
principalmente, la presenza di descrizioni invece che di azioni...
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Due domande: tutti i titoli che citate (Crebbi lí, a Foglierosse, ecc.), dove li avete giocati? si trovano in giro per Internet?
Poi,
[cite] Radagast:[/cite]nei larp le azioni dei personaggi vengono effettivamente compiute (LIVE ACTION role playing), non vengono comunicate attraverso simboli
Un live di Vampiri può essere considerato larp, o no (visto che le Discipline non si fanno veramente, stessa cosa per azioni superumane, ecc.)?
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[cite] Mauro:[/cite]
Un live di Vampiri può essere considerato larp, o no (visto che le Discipline non si fanno veramente, stessa cosa per azioni superumane, ecc.)?
si manifestano con l'uso di segni codificati quindi dovrebbero finire nella categoria Tabletop Giocati In Piedi
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[cite] Mauro:[/cite]Due domande: tutti i titoli che citate (Crebbi lí, a Foglierosse, ecc.), dove li avete giocati? si trovano in giro per Internet?
Hai ragione, purtroppo dimentico sempre di dare i riferimenti.
Foglierosse non è disponibile su Internet, anche per la sua natura difficilmente inquadrabile di live "da campo"; infatti quando sarà su Internet ci sarà solo il materiale per i giocatori, mentre il materiale per i registi non è mai stato messo per iscritto, e lo ridiscutiamo ogni volta che facciamo rigiocare il live. Però c'è questa vecchia discussione che può dare un'idea abbastanza buona di cosa sia Foglierosse: http://www.torredelnaviglio.it/node/77 (disclaimer: tutte le mie opinioni che si possono leggere in quella discussione sono estremamente datate, e oggi la penso in maniera da leggermente a radicalmente diversa su tutto).
Un live di Vampiri può essere considerato larp, o no (visto che le Discipline non si fanno veramente, stessa cosa per azioni superumane, ecc.)?
Ti rispondo con l'esclamazione di Jaakko Stenros dopo aver giocato "A Nice Evening with the Family" (http://www.enstillamiddag.se/index.en.html): "Mischiare il larp con il freeform porta ai live di Vampiri!" :D
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Il freeform sarebbe? Giusto per capire se non lo conosco, o se lo conosco con nomi diversi (o senza nomi) :D
Al momento ho cercato Nero Come il Cuore, ma non è che si trovi molto :?
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[cite] Mauro:[/cite]Il freeform sarebbe? Giusto per capire se non lo conosco, o se lo conosco con nomi diversi (o senza nomi) :D
Nei paesi nordici tendono a chiamare "freeform" o "systemless" gli eventi di roleplaying one-shot con un set di regole specificamente progettato per quel singolo evento; inoltre, solitamente il set di regole è snello o addirittura quasi inesistente. Possono essere tabletop oppure "tabletop giocati in piedi". Esempi sono i Jeepform (che sono definiti appunto come "freeform che piacciono ai Jeep"), "Fino ad affondare", e la maggioranza degli eventi Flying Circus.
Al momento ho cercato Nero Come il Cuore, ma non è che si trovi molto :?
Sì, infatti si trova veramente poco. L'unico breve accenno che ho trovato è al link http://www.torredelnaviglio.it/node/674 (ma probabilmente chi non l'ha giocato non ci capirà molto).
Jeepform: http://jeepen.org
Fino ad affondare: http://roleplaying.it/ci/ci.php/rpg/read/45
Flying Circus: http://flyingcircus.it
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Un live di Vampiri può essere considerato larp, o no (visto che le Discipline non si fanno veramente, stessa cosa per azioni superumane, ecc.)?
da regole white wolf è DECISAMENTE un tabletop in piedi
"Mischiare il larp con il freeform porta ai live di Vampiri!" Very Happy
mi sembra troppo lusinghiero, per quell'aborto che è il live di vampiri...
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Letta la discussione su Crebbi lí, a Foglierosse, non è che sia molto chiarificatrice (anche visto che volutamente non c'è nulla sull'ambientazione, né sulla storia) :P Dal poco che ho visto mi ispira (molto il titolo, ha un che di... arcaico, nostalgico), ma non ho molto chiara la situazione...
Non dovevo leggere 'sta cosa dell'anagramma, ora mi sto chiedendo quale sia :?
Perché "Un live che forse non esiste"? :lol:
[cite] Domon:[/cite]mi sembra troppo lusinghiero, per quell'aborto che è il live di vampiri
Alcuni che ho giocato non erano male :P Però mi sta venendo voglia di provare quelli che citate qui, mi ispirano parecchio, e vista la mia esperienza con i giochi (il gioco, al momento) di Narrattiva magari dopo averli provati rivaluterò quelli di Vampiri :lol: Tappe previste, prossimamente? :D
Aggiunta: Forse è meglio spostarsi altrove, per non mandare fuori tema questa discussione :P
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[cite] Mauro:[/cite]Letta la discussione su Crebbi lí, a Foglierosse, non è che sia molto chiarificatrice (anche visto che volutamente non c'è nulla sull'ambientazione, né sulla storia) :P Dal poco che ho visto mi ispira (molto il titolo, ha un che di... arcaico, nostalgico), ma non ho molto chiara la situazione...
Bene, allora vuol dire che il titolo ha fatto centro, perché vuole trasmettere esattamente quella sensazione. :D
Non dovevo leggere 'sta cosa dell'anagramma, ora mi sto chiedendo quale sia :?
Qual è la politica sugli spoiler di un forum narrativista? :lol:
Perché "Un live che forse non esiste"? :lol:
Ogni volta che lo rifacciamo cambiamo il sottotitolo. "Un live che forse non esiste" è una citazione dotta. :lol:
Tappe previste, prossimamente? :D
Ti do un consiglio sottobanco: tieni d'occhio il programma dei Ciuchi nella Nebbia e dell'ALT. :roll:
http://www.geocities.com/radagast1975/alt-cnn.pdf
http://alt.gilda.it
http://groups.google.com/group/ciuchinellanebbia
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[cite] Radagast:[/cite]vuol dire che il titolo ha fatto centro, perché vuole trasmettere esattamente quella sensazione
Per spiegarti la sensazione che mi dà: immagina un libro che gira attorno a un luogo (Foglierosse), un libro toccante, drammatico, magari che racconti il declinare di una cultura, di un popolo, di un luogo caro ("declinare" non nel senso di "degenerare", ma nel senso che sta sparendo, magari perché distrutto da un'altra cultura). Libro in prima persona, col protagonista, legato per qualche motivo al suo popolo, al suo luogo d'origine, che racconta la sua storia, quella del popolo, del luogo, a sua volta molto legata al luogo d'origine; in un simile libro, "Crebbi lí, a Foglierosse" sarebbe la frase finale. Non so se sono riuscito a spiegarlo :?
Qual è la politica sugli spoiler di un forum narrativista?
Non so; se sono fatti è perché devono essere letti, altrimenti non sono fatti (stile Cani nella Vigna, "Il tuo personaggio non lo sa, ma...")? :P
"Un live che forse non esiste" è una citazione dotta
Mi richiama qualcosa, ma non ricordo cosa :?
Ti do un consiglio sottobanco: tieni d'occhio il programma dei Ciuchi nella Nebbia e dell'ALT
Provvedo, grazie, chissà che non riesca a giocarlo :)
Sul Process Model: è stato usato nel delineare questo live? Nel caso, ha influito molto? Lo hai definito un linguaggio, ma in ambito di gioco dal vivo ha qualche applicazione, al di là del "semplice" comunicare la teoria?
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[cite] Mauro:[/cite][cite] Radagast:[/cite]vuol dire che il titolo ha fatto centro, perché vuole trasmettere esattamente quella sensazione
Per spiegarti la sensazione che mi dà: immagina un libro che gira attorno a un luogo (Foglierosse), un libro toccante, drammatico, magari che racconti il declinare di una cultura, di un popolo, di un luogo caro ("declinare" non nel senso di "degenerare", ma nel senso che sta sparendo, magari perché distrutto da un'altra cultura). Libro in prima persona, col protagonista, legato per qualche motivo al suo popolo, al suo luogo d'origine, che racconta la sua storia, quella del popolo, del luogo, a sua volta molto legata al luogo d'origine; in un simile libro, "Crebbi lí, a Foglierosse" sarebbe la frase finale. Non so se sono riuscito a spiegarlo :?
Be', direi proprio che ci siamo!
Sul Process Model: è stato usato nel delineare questo live? Nel caso, ha influito molto?
No, all'epoca non capivo praticamente nulla di teoria (come si può dedurre dai miei scompisciosi interventi nel forum citato). Però lo sto usando ora per capire cosa non ha funzionato e cosa ha funzionato le altre volte, e cercare di renderlo più coerente e funzionante (a colpi di accetta) per la prossima volta (a settembre).
Complimenti per l'ottima deviazione strategica verso l'on-topic. ;-)
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Foglierosse non è disponibile su Internet, anche per la sua natura difficilmente inquadrabile di live "da campo";
puoi spiegare meglio? forse non mi è chiaro il concetto di "live da campo", pensavo che fosse semplicemente uno che ha necessità di essere giocato in mezzo alla natura, non vedo come questo possa entrare in contrasto con la diffusione del materiale necessario per giocarlo
infatti quando sarà su Internet ci sarà solo il materiale per i giocatori, mentre il materiale per i registi non è mai stato messo per iscritto, e lo ridiscutiamo ogni volta che facciamo rigiocare il live.
non è possibile dare delle indicazioni e lasciare il resto al giudizio dei singoli registi? è un po come se baker avesse detto "questo è cani nella vigna, solo che non lo pubblico altrimenti la gente puo' giocarmelo in modo sbagliato"
EDITO: chiedo scusa per il tono ma ho ancora il dente avvelenato sulla questione della divulgazione da un anno circa, quando chiesi a paolo albini il copione di "nero come il cuore" e mi è rispose "no perchè non l'hai giocato"
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[cite] Radagast:[/cite]lo sto usando ora per capire cosa non ha funzionato e cosa ha funzionato le altre volte, e cercare di renderlo più coerente e funzionante (a colpi di accetta) per la prossima volta (a settembre)
Quindi nelle intenzioni è qualcosa che va oltre al semplice linguaggio, è una sorta di "strumento d'analisi" a posteriori (nel senso che non è nei suoi scopi essere usato per progettare nuovi giochi)?
Complimenti per l'ottima deviazione strategica verso l'on-topic
Grazie :lol:
P.S.: si sa indicativamente quando il materiale per il live sarà su Internet?
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lcuni che ho giocato non erano male Razz
c'è sempre da chiedersi quanto fossero effettivamente dei live di vampiri :)
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[cite] vertigo:[/cite]Foglierosse non è disponibile su Internet, anche per la sua natura difficilmente inquadrabile di live "da campo";
puoi spiegare meglio? forse non mi è chiaro il concetto di "live da campo", pensavo che fosse semplicemente uno che ha necessità di essere giocato in mezzo alla natura, non vedo come questo possa entrare in contrasto con la diffusione del materiale necessario per giocarlo
No, io per live da campo intendo un live in cui le condizioni ambientali sono un elemento fortemente determinante nello sviluppo del gioco, e di cui dunque bisogna tenere conto nella progettazione del live stesso. Anche per questo (oltre che per ragioni di inveterata consuetudine) in genere i live da campo vengono giocati una sola volta e mai replicati. Non è una definizione netta (sì/no): un live può essere più o meno da campo. Foglierosse è abbastanza da campo.
Faccio un esempio pratico: l'ultima volta che abbiamo fatto giocare Foglierosse si è verificata una certa dinamica che ha portato a un risultato indesiderato. Approfittando del fatto che a settembre avrò a disposizione una certa location, il sottoscritto ha avuto un'idea che forse può evitare che questa dinamica entri in azione, ma perché funzioni ho bisogno di quella certa location, che sono sicuro di avere a settembre, ma che non posso certo garantire di avere sempre. Perciò, che senso avrebbe pubblicare, oltre al materiale per i giocatori, anche un manuale per il regista che dettagli questa nuova idea (insieme a tutte le altre tecniche usate nel live, vecchie e nuove)? Probabilmente sarà la prima e l'ultima volta che qualcuno avrà a disposizione una location adatta per metterla in pratica. Ha più senso pubblicare un grafico secondo il Process Model che illustri sinteticamente le passate sessioni del live (cosa che farò), e raccomandare ai pazzi che volessero ricreare Foglierosse senza la nostra collaborazione di modificare questo schema in maniera da adattarlo alle loro condizioni ambientali, pur mantenendo i Processi e i Benefici desiderati dagli autori. Ma comunque che senso avrebbe? Sarebbe sempre un Foglierosse diverso, così come ogni Foglierosse giocato finora è stato diverso da quello precedente, perché tutti si svolgevano in condizioni ambientali differenti e utilizzavano tecniche differenti. Di fatto si è trattato di una serie di live diversi tra loro, non di repliche dello stesso live.
Detto in parole povere, un live "da convention" è un live abbastanza minimalista e abbastanza indipendente dalle condizioni ambientali da permettere la sintesi di un manuale per il regista utilizzabile indistintamente o con pochi arrangiamenti in qualunque condizione ambientale, mentre un live "da campo" è un live troppo dipendente dalle condizioni ambientali da poter essere replicato o sintetizzato in un manuale per il regista; o meglio, è possibile replicarlo ma allora ne risulterà un live diverso da quello originale, ed è possibile manualizzarlo ma in maniera molto sintetica e lasciando mano libera al nuovo regista su grandissima parte dello sviluppo delle tecniche.
è un po come se baker avesse detto "questo è cani nella vigna, solo che non lo pubblico altrimenti la gente puo' giocarmelo in modo sbagliato"
Non puoi fare un paragone simile, CnV è un gioco creato apposta per poter essere sintetizzato in un manuale e facilmente replicato infinite volte mantenendo lo stesso identico set di regole che garantiscono una coerenza perfetta del gioco. A Foglierosse (come a tutti i live da campo) questa cosa non interessa, è totalmente un altro tipo di gioco.
Il bello di un live da campo è che viene sviluppato in maniera specifica per quei giocatori, quelle condizioni ambientali ecc. ecc., quindi crearlo è come risolvere un puzzle in modo che tutti i pezzi vadano a posto. Invece il bello di un live da convention è che è estremamente plastico e può essere riprodotto infinite volte con giocatori totalmente diversi e in condizioni totalmente diverse, quindi deve in un certo senso essere "intelligente", cioè avere in sé la soluzione ai vari problemi che dovessero presentarsi a causa di giocatori o condizioni ambientali diverse dal previsto. Per questo considero molto più difficile creare un buon live da convention, al punto tale che non credo di aver mai visto un live da convention perfettamente funzionante (se ci fate caso, moltissimi autori di live da convention scrivono i loro live facendo affidamento su certe condizioni ambientali e certi giocatori, p.e. gli autori del Flying Circus pensano, anche inconsciamente, alla Polisportiva Sacca e ai giocatori "interpretazionisti" alla Flying Circus: ma provate a proporre lo stesso live a casa di Mario con i suoi amici giocatori di D&D 3.5, e vediamo cosa ne viene fuori...).
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[cite] Mauro:[/cite][cite] Radagast:[/cite]lo sto usando ora per capire cosa non ha funzionato e cosa ha funzionato le altre volte, e cercare di renderlo più coerente e funzionante (a colpi di accetta) per la prossima volta (a settembre)
Quindi nelle intenzioni è qualcosa che va oltre al semplice linguaggio, è una sorta di "strumento d'analisi" a posteriori (nel senso che non è nei suoi scopi essere usato per progettare nuovi giochi)?
Mi autocito:
il Process Model ha tre utilizzi possibili, che sono:
- descrivere e analizzare sessioni passate;
- progettare e comunicare sessioni future;
- descrivere le singole preferenze di gioco.
E' meglio leggere l'articolo originale per farsi un'idea di cosa si può e non si può fare col Process Model.
P.S.: si sa indicativamente quando il materiale per il live sarà su Internet?
Assolutamente no. :-D
Il materiale per i giocatori lo potrei pubblicare anche adesso, ma senza almeno uno schema che spieghi la natura del gioco avrebbe poco senso e generebbe fraintendimenti mostruosi.
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[cite] Domon:[/cite]lcuni che ho giocato non erano male Razz
c'è sempre da chiedersi quanto fossero effettivamente dei live di vampiri :)
Cioè esistono anche in Italia gruppi che giocano a Vampiri senza le regole White Wolf? Credevo che fossero un fenomeno nordico.
So che la Chiave di Giano (http://www.lachiavedigiano.com) fa un Vampiri anomalo, ma non ho ben capito quanto sia live e quanto sia diverso dal Vampiri classico.
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Cioè esistono anche in Italia gruppi che giocano a Vampiri senza le regole White Wolf? Credevo che fossero un fenomeno nordico.
si. ma in realtà ben pochi gruppi adottano il pessimo regolamento white wolf nella sua interezza...
So che la Chiave di Giano (http://www.lachiavedigiano.com)
già sentiti... chissà perchè :D
fa un Vampiri anomalo, ma non ho ben capito quanto sia live e quanto sia diverso dal Vampiri classico.
gioco a scene, no morre o schede, moltissimo metagioco "metaforico", teatralità fortemente perseguita... forse ricorda più un jeepform...
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[cite] Domon:[/cite]forse ricorda più un jeepform...
Ecco, che era di tendenza "narrativista" l'avevo percepito. ^_^
Ma gruppi che giochino live di Vampiri più o meno freeform, in Italia ci sono?
Sai già dove voglio andare a parare, ho in mente un progettino per un live di Vampiri con forte componente immedesimativa. :)
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Ecco, che era di tendenza "narrativista" l'avevo percepito. ^_^
nota che peraltro, escluso me, al gianos il narrativismo "formale" di the forge è stato scoperto solo da pochissimi mesi, dopo che ho rotto un po le palle...
e non credo nemmeno sia stato compreso appieno...
Ma gruppi che giochino live di Vampiri più o meno freeform, in Italia ci sono?
anni fa abbiamo giocato un live continuativo in 30, totalmente senza regole.
non so di altri gruppi.
Sai già dove voglio andare a parare, ho in mente un progettino per un live di Vampiri con forte componente immedesimativa. Smile
io invece sono per liberarsi dei live "di" vampiri...
un live "sui" vampiri, invece, sarebbe bene accetto.
beh, che ne dici di proporlo a noi?
ora il nostro live di vampiri è il nostro "campo di sperimentazione", ma stiamo cercando di tornare a una formula stabile e spostare la sperimentazione su altri eventi...
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[cite] Domon:[/cite]Ecco, che era di tendenza "narrativista" l'avevo percepito. ^_^
nota che peraltro, escluso me, al gianos il narrativismo "formale" di the forge è stato scoperto solo da pochissimi mesi, dopo che ho rotto un po le palle...
e non credo nemmeno sia stato compreso appieno...
Già, è esattamente il motivo per cui ho scritto "narrativista" tra virgolette. ^_^
anni fa abbiamo giocato un live continuativo in 30, totalmente senza regole.
"Abbiamo" chi?
io invece sono per liberarsi dei live "di" vampiri...
un live "sui" vampiri, invece, sarebbe bene accetto.
Sul fatto che i live debbano essere "sui" vampiri siamo ovviamente d'accordo; quando dico "di" Vampiri con la V maiuscola mi riferisco all'ambientazione WoD (cioè l'unica cosa interessante di Vampiri), non certo al sistema. ^_^
beh, che ne dici di proporlo a noi?
ora il nostro live di vampiri è il nostro "campo di sperimentazione", ma stiamo cercando di tornare a una formula stabile e spostare la sperimentazione su altri eventi...
Guarda che è il live dei vampiri che vanno a cantare il karaoke (http://xy.utu.fi/abn). Chiedi a Michele e Claudia per delucidazioni. :-D
Adesso vedo se riesco a organizzarlo a Trieste con la collaborazione della cronaca CI locale (ne parliamo proprio questa domenica), ma posso parlarne anche con voi se la cosa non vi terrorizza (e poi c'era anche l'interesse di Mattia Somenzi).
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"Abbiamo" chi?
non esiste più un nome per quel gruppo, così come non esiste più quel gruppo...
a seconda dei momenti siamo stati considerati una "costola tod" (anche se usavamo le regole di vampiri solo quando giocavamo dagli altri) o un'associazione chiamata "conclave ombra"
ma quei tempi sono finiti...
quando dico "di" Vampiri con la V maiuscola mi riferisco all'ambientazione WoD (cioè l'unica cosa interessante di Vampiri),
'spetta che vado a vomitare :P
Guarda che è il live dei vampiri che vanno a cantare il karaoke (http://xy.utu.fi/abn). Chiedi a Michele e Claudia per delucidazioni. Very Happy
Adesso vedo se riesco a organizzarlo a Trieste con la collaborazione della cronaca CI locale (ne parliamo proprio questa domenica), ma posso parlarne anche con voi se la cosa non vi terrorizza (e poi c'era anche l'interesse di Mattia Somenzi).
non ho ancora letto e già ho paura...
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[cite] Domon:[/cite]quando dico "di" Vampiri con la V maiuscola mi riferisco all'ambientazione WoD (cioè l'unica cosa interessante di Vampiri),
'spetta che vado a vomitare :P
Osi forse negare che l'ambientazione è l'unica cosa degna di interesse in Vampiri (nonché l'unico motivo per cui la gente ci gioca)? :P
non ho ancora letto e già ho paura...
Fai bene, è tutto in finlandese. Però puoi guardare le foto: http://s157.photobucket.com/albums/t67/AndyIV/Turku6/?start=all&special_track=album_paginate_top_view_all
Per la serie "anche i teorici fanno pratica (possibilmente ciucciando sangue e facendo il karaoke)":
http://s157.photobucket.com/albums/t67/AndyIV/Turku6/?action=view¤t=BN-056.jpg (sulla sinistra Mike Pohjola, da destra Eirik Fatland, Tor Kjetil Edland e Ingrid Storrø);
http://s157.photobucket.com/albums/t67/AndyIV/Turku6/?action=view¤t=BN-055.jpg (da sinistra Henri Hakkarainen, Jaakko Stenros e Mike Pohjola, sulla destra Ingrid Storrø);
http://s157.photobucket.com/albums/t67/AndyIV/Turku6/?action=view¤t=BN-031.jpg (J. Tuomas Harviainen);
http://s157.photobucket.com/albums/t67/AndyIV/Turku6/?action=view¤t=BN-023.jpg (a sinistra Markus Montola);
http://xy.utu.fi/influenza/abn/otetaanko_taksi.JPG (da destra, Mike Pohjola e Joc Koljonen).
So che c'era anche Even Tømte, ma non riesco a individuarlo. O meglio, forse l'ho individuato, ma per la mia sanità mentale voglio credere che non sia lui. ^___^
Tra l'altro vorrei sapere come facevano i norvegesi a giocare un live con tutto il materiale in finlandese. O_O
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Osi forse negare che l'ambientazione è l'unica cosa degna di interesse in Vampiri (nonché l'unico motivo per cui la gente ci gioca)?
oso negare che sia un'ambientazione interessante da giocare.
che poi a molti piaccia leggerla e farci "giocare" le sue storie, è un altro paio di maniche.
ma di certo non è un'ambientazione pensata per essere giocata.
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Avrei voluto evitare di rispondere su questo argomento, dato che mi sembra abbondantemente fuori da quello che nominalmente dovrebbe essere il tema del thread (il process model), ma visto che sono stato chiamato personalmente in causa gia' almeno tre volte, una delle quali da una moderatrice, eccomi qua.
Non e' vero che Nero come il Cuore viene custodito gelosamente da me e Michele. Semplicemente al momento non esiste una versione scritta di procedure di gioco, note di regia e simili, e il non averla ci ha gia' portato ad esempio a ritirarlo dal premio Gloria Sadun dell'ALI (troverete Nero come il Cuore tra le nomination del 2006, ma senza che abbia gareggiato in quanto il GS e' appunto un premio per scenari scritti). Spero che questo aneddoto basti a farvi capire che non e' questione di essere cattivi con Mattia o chi per lui.
Se poi non esiste nessuna versione scritta di procedure di gioco, note di regia eccetera e' anche perche' queste sono in un certo senso un work in progress, a partire dalla lista dei personaggi in giu' (non e' stato giocato finora due volte con lo stesso cast). E' chiaro che qualche punto fermo comunque c'e' stato, ma quello che si puo' dire ad esempio in due righe a uno che ti chiede informazioni in mail per "lasciare poi il resto alla discrezione del regista," come vorrebbe Mattia, gli farebbe solamente dire "grazie al cazzo, questo lo sapevo gia'." Per mettere in piedi qualcosa a partire da quel livello di dettaglio tanto vale che si prendano gli elementi che piacciono tra quelli che si e' orecchiati in giro (non da un singolo gioco: da tutti quelli che si sono visti) e si faccia qualcosa di personale, consono ai propri gusti, che non ti faccia pensare ogni due per tre "ma e' cosi' che andava fatto?", e chissa' mai che alla fine non ci si ritrovi anche per le mani qualcosa di originale e innovativo.
Infine, per rispondere a Claudia (risposta che comunque vale per eventuali irriducibili): in questo preciso momento sono indietro anche con la stesura di pubblicazioni che hanno meno pagine previste, un contenuto piu' fermo nella mia testa, e un impatto decisamente maggiore sulle mie prospettive lavorative rispetto a Nero come il Cuore. Come si puo' immaginare, dovrei/devo dedicarmi a ben altro.
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per quanto mi riguarda un autore è liberissimo di farsi tumulare con l'unica copia vergata di proprio pungo, basta che il suo gioco non venga citato come modello dando per scontato che tutti sappiano di cosa si sta parlando.
identico discorso vale per scenari scritti usando dialetti di regioni sub artiche
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[cite] vertigo:[/cite]per quanto mi riguarda un autore è liberissimo di farsi tumulare con l'unica copia vergata di proprio pungo, basta che il suo gioco non venga citato come modello dando per scontato che tutti sappiano di cosa si sta parlando.
La triste realtà è che anche avendo lo scenario in mano l'analisi si limita allo scenario, che non è mai >>>il live<<<, ma solo lo scenario. Credo che non solo i teorici nordici, ma anche The Forge (chiedo conferma a chi ne sa più di me) dica che quello che conta è quello che succede in gioco, non lo scenario. Se leggi gli articoli di Jiituomas, per esempio, prima descrive sinteticamente lo scenario del live X per dare un'idea di che cosa si tratti e di quali obiettivi si era posto scrivendolo, e poi analizza quello che è successo le volte che il live X è stato giocato, che è la cosa veramente interessante.
Ovviamente sono d'accordo sul fatto che citare Nero come il cuore non sia una cosa furba, ma non tanto perché lo scenario non è pubblicato (per quanto avere a disposizione lo scenario sarebbe almeno un inizio), ma perché non esistono actual play, interviste ai giocatori, articoli divulgativi e/o di analisi, ecc. ecc. ecc., sul live >>>giocato<<<.
identico discorso vale per scenari scritti usando dialetti di regioni sub artiche
Scusa Mattia, ma non credi che se qualcuno ne parla vuol dire che delle due l'una:
- o lo scenario è stato tradotto in inglese (per i live a scenario);
- o sono disponibili in inglese actual play, interviste ai giocatori, articoli divulgativi e/o di analisi, ecc. ecc. ecc., sul live >>>giocato<<<.
Sennò davvero non capisco come faccia qualcuno a parlarne, spiegamelo tu... Ancora non ho capito con chi ce l'hai (a parte che vorrei vedere se diresti "dialetti di regioni subartiche" anche in faccia a un nordico).
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[cite] paolo.albini:[/cite][...] visto che sono stato chiamato personalmente in causa gia' almeno tre volte, una delle quali da una moderatrice, eccomi qua.
[...]
Infine, per rispondere a Claudia (risposta che comunque vale per eventuali irriducibili): in questo preciso momento sono indietro anche con la stesura di pubblicazioni che hanno meno pagine previste, un contenuto piu' fermo nella mia testa, e un impatto decisamente maggiore sulle mie prospettive lavorative rispetto a Nero come il Cuore. Come si puo' immaginare, dovrei/devo dedicarmi a ben altro.
Paolo, spero si sia capito che la mia era solo una bonaria "provocazione" (legata anche ad altre conversazioni in corso tra di noi) ;) . Niente di più e sicuramente niente che voglia causarti irritazione :)
Non è colpa mia se fate live tanto belli che lasciano la gente flashata: è solo naturale che poi se ne parli e altri ne siano incuriositi :)
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[cite] Fabio "Shia" :[/cite]Scusate il parziale OT.
Ma dove posso reperire una versione in italiano del Process Model?
Ti rispondo nel thread giusto. ^_^
Da nessuna parte; l'unica cosa tradotta in italiano è una presentazione in Powerpoint di 10 minuti tradotta dal sottoscritto, che pubblicherò a brevissimo.
Tutto il resto, in inglese, lo trovi qui: http://temppeli.org/rpg/process_model
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[cite] Radagast:[/cite][cite] Fabio "Shia" :[/cite]Scusate il parziale OT.
Ma dove posso reperire una versione in italiano del Process Model?
Ti rispondo nel thread giusto. ^_^
Da nessuna parte; l'unica cosa tradotta in italiano è una presentazione in Powerpoint di 10 minuti tradotta dal sottoscritto, che pubblicherò a brevissimo.
Tutto il resto, in inglese, lo trovi qui: http://temppeli.org/rpg/process_model
mmm...chissà che Agosto non porti novità :roll: