Gentechegioca
Gente Che Gioca => Segnalazioni e News => Topic aperto da: Rafu - 2010-02-03 01:15:23
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Poiché mi è stato detto che sono sexy quando scrivo "rant", eccovi un nuovo esemplare della categoria (http://orgasmocerebrale.blogspot.com/2010/02/basta-con-la-tvamerica.html):
...SNIP...
Non vedo perché "l'ambientazione di default" per i giochi di produzione italiana, giocati in Italia, quando non è fantasy debba essere "l'America". In particolare perché "l'America" rischia di risultare essa stessa un mondo di fantasia: per la maggior parte di noi è l'ambientazione dei film di Hollywood, qualcosa di visto in TV, un mondo conosciuto solo attraverso opere di fiction... non la vita vera.
E questo è un difetto di design.
Se abbiamo la volontà di "mettere in gioco" problemi reali, di far provare ai giocatori esperienze anche estreme, ma di persone vere... Oppure, se vogliamo partire da questo senso di realtà anche solo per poi appositamente stravolgerlo, come accade spesso nei giochi horror o nei thriller... allora, l'utilizzo della pseudo-America come "setting" è un errore di design. Significa introdurre un ulteriore filtro tra giocatori e gioco (come se ce ne fosse in qualche modo bisogno!): il filtro di un mondo praticamente fantasy, appunto, perché esperito solo mediante fiction. Un appiglio in più per giocare "safe", se si vuole, ma non certo una spinta in più a mettersi intimamente in gioco.
...SNIP...
Ur commentz welcome.
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Parole sacrosante! Bella fratello!
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tutti gli esempi di diction ambientati in italia, o quasi, che abbiamo... FANNO SCHIFO.
di contro, quelli ambientati in america sono spesso fighi. it's simple like that.
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se ne è parlato in passato... è un argomento interessante, fino ad un certo punto.
L'America è, come dici, un luogo di fantasia ignoto a chi gioca con me.
Se il mio PG si muove per le vie di Chicago nessuno mi obbietterà nulla ... ma se lo faccio passeggiare per Roma risalterà istantaneamente la mia reale ignoranza.
E poi c'è uno strano effetto mentale, almeno per me, che rende le cose familiari "cheesy" se usate in una certa maniera.
Se immagino la polizia americana, o russa, o giapponese che insegue un criminale per strada ... la scena è action.
Se immagino una volante dei carabinieri inseguire un criminale per strada ... la scena è ai limiti del ridicolo.
CSI = figo
RIS = patetico
E' simile all'effetto mentale che ho sperimentato traducendo SLA Industries e discutendo con gli autori scozzesi.
Io avrei messo la mano sul fuoco per mantenere non tradotto il nome delle razze, come Frother o Wraith Raider o Stormer ... la versione tradotta (e ne abbiamo sperimentate millemila) mi facevano tutte uno schifo indegno ... non potevo contemplare di giocare uno Sbavatore, no, doveva restare Frother.
E però secondo gli autori anglofoni Frother era la parola comune e banale, mentre Sbavatore era un affascinante termine straniero dal suono attraentemente latino.
...
personalmente non lo trovo un filtro per giocare "safe", quanto per giocare "e punto".
a Lucca2009 ho partecipato alla demo di Sporchi Segreti, che per design si ambienta nella città in cui ti trovi al momendo ... abbiamo quindi giocato a Lucca.
beh, il gioco è fantastico, ma ho risentito del setting!
tanto per cominciare nessuno era lucchese ... ma stranamente invece di sentirmi familiarmente a casa in una "città immaginaria" come per me sono sempre state NY ed LA eti similia, mi sentivo spaesato e sospeso nel vuoto... perkè percepivo che AVREI DOVUTO avere riferimenti, e invece non ne avevo ... e le poche cose immaginate cozzavano con i vaghi stralci che invece avevo visto davvero con i miei reali occhi
secondariamente lo stesso senso di "dovrei ma non riesco" lo sentivo quando entrava in scena il Magistrato, il Commendatore, l'Appuntato e via dicendo ... tutte figure professionali di cui DOVREI sapere cose, ed invece mi trovavo imbarazzato nel vedere fare goffamente le cose che la mia mente associava ad altri schemi.
Se avessimo giocato a Tulsa o a Barcellona o a LunaCity tutto questo non sarebbe accaduto ... la mente avrebbe liquidamente riempito gli spazi vuoti, e noi (io se non altro) ci saremmo sentiti tranquilli e confortevoli nell'inventare stronzate per descrivere immaginarie procedure di polizia.
Salvo poi entrare DAVVERO nell'ottica del gioco a far sbiadire luoghi, professioni e procedure sullo sfondo, concentrandoci sull'unica cosa importante: le persone, il sangue, ed i segreti.
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alla fine di tutto non credo ci sia un "punto" particolare per le mie parole ... suppongo il tuo rant abbia suscitato un rant di risposta da parte mia ... that's all ^_^
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Io ho giocato 7 anni a Mage, ambientato a Milano.
Eravamo partiti proprio dallo stesso concetto di Rafu, se si deve giocare un gothic-horror moderno, per come sono i crismi del WoD, si deve giocare nella propria città, l'orrore deve uscire dalle cose che conosci.
Infatti c'era un tainted-Node nell'inceneritore di via Gonin, la Caern dei Garou era nel parco del Ticino e quando si doveva entrare rapidamente nel mondo degli spiriti si passava dal Cimitero Monumentale, dove lo shroud verosimilmente era molto sottile.
Ha funzionato.
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Se abbiamo la volontà di "mettere in gioco" problemi reali, di far provare ai giocatori esperienze anche estreme, ma dipersone vere... Oppure, se vogliamo partire da questo senso di realtà anche solo per poi appositamente stravolgerlo, come accade spesso nei giochi horror o nei thriller... allora, l'utilizzo della pseudo-America come "setting" è un errore di design. Significa introdurre un ulteriore filtro tra giocatori e gioco (come se ce ne fosse in qualche modo bisogno!): il filtro di un mondopraticamente fantasy,
Appunto.
E' un filtro fantasy comodissimo.
Da un lato, hai ragione, per aumentare il "realismo" (passami il termine, quello che indichi nela prima parte del quote) dovremmo guardarci più attorno e magari combattere quell'esterofilia di cui siamo spesso un pò vittime.
Ma dal lato di cui parla Hasi, in effetti siamo condizionati da una tradizione narrativa nostrana (forze dell'Ordine? Il maresciallo Rocca..oibò...) e da una fiction straniera (ma quanto so fighi i pulotti 'mmerighani) oltre al fatto che qui il "fantasy" ci serve. Mi ricordo di una discussione su una ipotetica serie super eroistica nostrana, in cui l'autore provocava: ma lo compresereste un fumetto in cui l'uomo ragno svolazza fra i grattacieli (?) di Milano? O se la fa con un Kingping che parla in dialetto napuletano?
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Be', è vero che ambientare un gioco in Italia mi rende facile pensare ai rifiuti per strada, alla gente che va al lavoro in macchina sfumacchiando, ai contratti di apprendistato, alle vecchiette dai capelli unti con le calze arrotolate alle caviglie che fanno la fila al supermercato in ciabatte.
Non sono immagini cool.
Se penso a New York, mi viene in mente Central Park in autunno, Manhattan, Woody Allen.
Non è una gran risposta in effetti; ci pensavo mentre la scrivevo.
Sporchi Segreti a Lucca (io che la conosco, so chi siano gli intrallazzatori, so quali logge e lobby ci siano, dove giri la cocaina...) è semplicemente perfetto - ma Lucca in generale è perfetta per Sporchi Segreti, se la conosci.
E rimuginandoci, ci giocherei senza problemi (anzi, l'idea mi esalta... Hm...) anche Lupi Mannari o Vampiri, o Sorcerer.
Ci ho anche ambientato una campagna dark medievaleggiante di D&D (mai terminata, purtroppo), ora che mi torna in mente, che ruotava attorno al Campanile della Smarrita di Altopascio (che in inglese sarebbe Highpasture? lol ).
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Mi è venuto in mente adesso un motivo, mentre scribacchiavo le cavolate qui di sopra: i rapporti di potere.
Nell'ultima partita di Shock che abbiamo fatto assieme, Rafu, l'ambientazione erano gli USA per il semplice fatto che tutto tornava senza forzature. Vuoi mettere la differenza fra porre in mano ad Obama e alle lobby ebraiche americane quella tecnologia, o pensarla nelle grinfie di Berlusconi? Non regge, come minimo io avrei detto: "La usa per andare indietro ad inchiappettarsi qualche ragazza extra, così quando torna può aggiungere altre tacche al gambo del lettone di Putin."
A volte siamo semplicemente troppo ridicoli, come italiani, per reggere il confronto.
[crosspost con gli ultimi messaggi]
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[cite]Autore: Matteo Turini[/cite]A volte siamo semplicementetroppo ridicoli, come italiani, per reggere il confronto.
che poi in realtà non è nemmeno vero
è la nostra mente che è deviata ... non la realtà circostante ad essere ridicola
ricordo ancora lo sceneggiato "La Piovra" e quella era una storia noir-poliziesca-politica-drammatica con le palle che fumavano
se penso a certe realtà di Roma o di altre città che ho visitato, resto a bocca aperta da quanto sono interessanti, dark, etc
ed i Carrramba? ...ma avete mai visto da vicino l'uniforme completa dei Carabinieri, col cappotto nero lungo e tutto il resto? ...è spettacolare! Altro che le camiciole a mezzemaniche della polizia ordinaria americana! :P
il problema però sta nell'occhio di chi guarda
Berlusconi è visto da buona parte della popolazione mondiale come una specie di super-criminale larger-than-life ... una figura più che adeguata a gettare un'ombra sul setting italiano.
Putin era il cazzo di capo del KGB per la miseria!
e noi?
Noi li scartiamo come personaggi da fiction perkè li immaginiamo come delle macchiette alla Franco e Ciccio ... il puttaniere con l'amico straniero ... il problema è decisamente nella nostra testa.
Questo si che è un bel pezzo di brain-damage!
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no davvero, nessun commento sulla mia opinione? del fatto che non è l'italia ad essere più ridicola degli usa, ma sono le fiction ambientate in italia ad essere più ridicole di quelle negli usa, e questo si riflette sui nostri gusti? guardate quanto è cool l'italia della 5° serie di JoJo, invece... è perchè è un'italia vista con gli occhi di qualcuno che la adora, anche se non la conosce bene...
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davo per scontato che il tuo puny comment fosse solo un restatement di quanto già sostenuto nel mio primo commento, e riaffermato nel mio 2° commento u_u
anche citare fiction decente... possiamo parlare di JoJo, o della già menzionata Piovra, e perchè allora non scomodare Nine, e potrei continuare ma credo di aver generato già abbastanza pwnage per un solo post >_>
Reply In Peace
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non so, stanotte mi è venuto il reply atletico :P
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[cite]Autore: Domon[/cite][p]no davvero, nessun commento sulla mia opinione? del fatto che non è l'italia ad essere più ridicola degli usa, ma sono le fiction ambientate in italia ad essere più ridicole di quelle negli usa, e questo si riflette sui nostri gusti? guardate quanto è cool l'italia della 5° serie di JoJo, invece... è perchè è un'italia vista con gli occhi di qualcuno che la adora, anche se non la conosce bene...[/p]
Ma infatti potrebbe essere così. Se giocate ad Assasin's Creed II vi verrà voglia di visitare Firenze, Forlì, San Giminiano, ecc... :-)
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Io sono abbastanza d'accordo con te, Domon. Però non è che sei obbligato a usare l'Italia delle fiction.
Nello specifico poi di Sporchi Segreti giocare nella propria città, ma in una realtà che non si conosce, è barare. Michele nel suo thread metteva in guardia dall'usare lo straniero se non lo conosciamo bene. Vale lo stesso per il carabiniere, o il mafioso, o il poliziotto, l'agente segreto o lo spacciatore. Il crimine dovrebbe essere in fondo alla tua strada, o nella mensa del tuo campus universitario. Non è per niente obbligatorio che l'investigatore faccia parte delle forze dell'ordine. Anzi, sono convinto che venga meglio. Perché allora dev'essere qualcosa che gli brucia che lo fa andare avanti a cavare fuori informazioni da personaggi che non vedono perché dovrebbero dargliene.
Le storie horror tendono a venire benissimo da noi, se le condisci con un po' d'arte. Ho giocato un'adorabile mini-campagna di World of Darkness in cui i personaggi, attirati a Venezia, scoprivano un messaggio segreto per loro nella Divina Commedia e nella Tempesta di Giorgione, per poi trovarsi a dover correre una lotta contro il tempo prima che lo spettro della Morte Rossa scateni una terribile epidemia durante il carnevale, mentre nel frattempo ricevevano strani messaggi e consigli da un individuo che si firmava solo G.
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[cite]Autore: Hasimir[/cite]davo per scontato che il tuopuny commentfosse solo unrestatementdi quanto già sostenuto nel mio primo commento, e riaffermato nel mio 2° commento u_u
non avevo colto questa sfumatura, e non era stata espansa in seguito...
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[cite]Autore: Mr. Mario[/cite]Però non è che sei obbligato a usare l'Italia delle fiction.
non è che sia un obbligo ... il punto sostenuto da me e (in minore e meno efficace misura) da Domon è che esiste un diffuso brain-damage che ci fa immaginare il "made in italy" in maniera barzellettesca e indesiderabile
è bellissimo il realismo ricercato da Sporchi Segreti, ed è bellissima la visione trasognata che hai evocato nella tua avventura WoD ... sarebbe bello riuscire tutti a condividere con naturalezza questo stesso tipo di immaginario nostrano :P
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[cite]Autore: Hasimir[/cite]on è che sia un obbligo ... il punto sostenuto da me e (in minore e meno efficace misura) da Domon
ma mi hai preso davvero ad esempio? :P
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Io avevo scritto un romanzo fantastico ambientato in Italia. :P
Concordo però con chi dice che il problema è negli occhi dell'osservatore: è chiaro che se sono abituato a realtà locali/nazionali piccole e grette non sarà per me facile riadattarci una situazione di gioco. E' ovvio poi che, a seconda del genere che gioco, la problematica si fa diversa: davvero, se penso alla polizia scientifica non penso ai RIS (che mi fanno venire in mente solo una battuta di Giacobazzi), ma a CSI. E non solo per la serie televisiva, ma anche perché si sono apertamente dimostrati incompetenti. -_-'
Se penso a forze speciali in azione mi vengono in mente i Marines e le SWAT americane, non le Teste di Cuoio o i Paracadutisti. Ed è (secondo me) sempre per lo stesso motivo: un mix di abitudine con informazioni veicolate dai media su ciò che avviene in altri Paesi, disaffezione nei confronti delle realtà nazionali dovuta a pessime esperienze e un tocco d'ignoranza su ciò che c'è attorno a me.
Mescolare e servire freddo.
-MikeT
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[cite]Autore: Hasimir[/cite]secondo gli autori anglofoni Frother era la parola comune e banale, mentre Sbavatore era un affascinante termine straniero dal suono attraentemente latino
Normale: per quanto bene si conosca una lingua straniera, salvo eccezioni rimane sempre straniera, e quindi più esotica di quella che si parla dalla nascita, ogni giorno. Io so che tally significa "contare", "conteggio", ma se lo leggo come nome di un personaggio (caso reale) non mi fa lo stesso effetto che mi farebbe vederlo chiamato "Conteggio" (sesso a parte: era una ragazza, "Conteggio" sarebbe maschile). La scelta dell'editore è stata di non tradurlo, nonostante l'autore avesse volutamente scelto un nome che fosse una parola, e nonostante che - credo - l'effetto che mi avrebbe causato sarebbe quello che tally causa a un americano, e che l'autore voleva ottenere.
Aggiunta: Non so se l'editore sapesse di quell'intenzione dell'autore; io l'ho scoperto in un libro di approfondimento pubblicato in seguito.
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Io, così come Khana, ho sempre usato la mia città(Torino) come setting per le campagne ambientate nel WoD. Vi posso garantire che qualsiasi tentativo di usare una città americana non risultava così coinvolgente e cupo come Torino. La "Città Magica" ha sempre avuto milioni di spunti nella sua aura e nelle sue leggende metropolitane che non poteva esserci un setting altrettanto carismatico(almeno per me) eppure anche io ho la tendenza a vedere l'italia in modo più "ridicolo" e concordo con Domon(sarà perchè, forse, anche io sono Domon? :D) quando dice che è una questione di immagine che ci arriva dai media nostrani. Assassin's Creed II e Jojo, sono esempi di come l'italia, vista da uno straniero, possa essere estremamente affascinante(cosa che è effettivamente, basta guardarsi intorno, anche nella propria città, per scoprire luoghi dannatamente carismatici e affascinanti.)
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Tanto per aggiungermi alla schiera dei Domon... c'e' un serio problema di qualita' della fiction ambientata nelle nostre terre, cosi' come viene trasmessa e percio' percepita da noi.
Pensateci: per tutta la vita abbiamo imparato che se una storia e' ambientata in italia avra' certe caratteristiche.
Che i personaggi seguiranno certi stilemi.
Che la trama seguira' certi percorsi (non credo sia mai esistita della fiction poliziesca procedurale italiana, non in tv almeno: generalmente entro la seconda puntata inizia la storia d'amore e/o il drammone familiare da telenovela).
C'e' un errore di fondo pero'.
L'italia non e' necessariamente cosi'. E' solo il modo in cui la nostra mente si e' abituata a dare per scontato che le cose andranno. Ed e' un "condizionamento" potentissimo.
Tanto che quando capita di leggere qualcosa di diverso... stupisce! Ricordo di aver letto dei racconti gotico/inquietanti (se mi ricordo autore/titolo lo metto qua) ambientati nella bassa padana. Vi assicuro che davano la birra a Poe e Lovecraft. Il fatto che fossero ambientati tra i canali della pianura padana o in un paesino sperduto dell'appennino non dava nessun problema. Anzi, potenziava l'effetto. Questo per sottolineare l'ovvio: la brutta fiction ambientata in italia e' (shockingly) brutta. Duh, lo so. Ma e' una cosa strisciante: l'abitudine di una vita ci ha dato dei default. Se fossimo abituati a leggere BUONA fiction sull'italia in certi generi anche i nostri pregiudizi sarebbero diversi.
E non dimentichiamoci che certi generi sono NATI in america, e questo fa. Anche solo per il volume di opere che hanno definito i generi stessi.
Al di la' di tutto sto discorso, comunque, vorrei anche far notare che a volte davvero l'ambientazione americana ha la sua utilita' molto pratica. Per tanti tipi di situazione e di storia semplicemente l'italia funziona meno. Le convenzioni sociali sono diverse, la diffusione e l'abitudine alle armi sono enormemente diverse, l'impostazione dei poteri e delle giurisdizioni delle varie forze di polizia. La dimensione delle citta'. La dimensione delle regioni rurali e disabitate. La situazione religiosa. Quella razzista. Eccetera eccetera eccetera...
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Non che servisse, ma giusto per portare il mio +1 confermo che una delle cose più belle delle mie primissime partite a Vampires:theMasquerade è che giocavamo a Milano, in vie e case che noi tutti conoscevamo, proprio nel nostro quotidiano. E questo semplice fatto, già da solo, dava buona parte dell'interesse a quella trama…
Però sono anche convinto che sia spesso comodo e utile giocare a Luna City — o in altri luoghi di fantasia che eliminano molti dettagli e permettono di concentrarsi su un certo aspetto, come libri e racconti fantasy e/o sci-fi fanno da tempo…
Il punto di Rafu, piuttosto, lo leggerei non come “come mai giocare fuori dal quotidiano?” ma come “come mai consideriamo sempre gli USA come quotidiano standard?”.
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[cite]Autore: Domon[/cite][p]no davvero, nessun commento sulla mia opinione? del fatto che non è l'italia ad essere più ridicola degli usa, ma sono le fiction ambientate in italia ad essere più ridicole di quelle negli usa, e questo si riflette sui nostri gusti? guardate quanto è cool l'italia della 5° serie di JoJo, invece... è perchè è un'italia vista con gli occhi di qualcuno che la adora, anche se non la conosce bene...[/p]
Mi sembra un po' eccessivo come giudizio. Tutta la fiction? Camilleri non mi sembra male, tanto per fare un esempio. E Il Nome della Rosa dove me lo metti? Parliamo del Mestiere delle Armi di Olmi? (può piacere come anche non, non lo nego, ma quantomeno la costruzione dell'ambientazione non mi sembra da poco).
Non commento la tua opinione perché mi sembra una provocazione un po' fine a se stessa.
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tra gli esempi di come possa essere evocativa l'Italia agli occhi degli stranieri, citerei anche Water7 in Onepiece, praticamente una trasposizione dei paesaggi veneziani.
credo anch'io che ambientare una storia nella propria città sia più coinvolgente, soprattutto perché rafforza lo spazio immaginato condiviso: i luoghi descritti li conoscono tutti i partecipanti perché li hanno visti di persona e di conseguenza ne avranno una rappresentazione pressoché identica
inoltre vedere avvenimenti drammatici e fuori dall'ordinario che coinvolgono cose e luoghi a noi familiari crea un forte impatto emotivo.
EDIT: crosspost con gli ultimi 3 interventi
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@Suna: la massa conta piu' della qualita', per formare l'immaginario collettivo. E la massa e' la fuffa che passa in tv.
Prova a guardare una fiction. Una qualsiasi. E poi dimmi se vuoi giocare in QUELLA italia.
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Solo due parole: "Sporchi Segreti".
Sarà che non leggo/guardo/ascolto praticamente nulla di fiction italiana, a parte i fumetti, ma mi sembra che Rafu abbia ragione.
Giocare vicino a casa è un consiglio sacrosanto, e anche se non è propriamente di ordine geografico... perché no? Giocare direttamente nella realtà che conosci ha come effetto quello di rendere più vivo e vicino a te quello che narri, aiuta il bleeding e la forza del gioco, che per me stanno diventando irrinunciabili.
Anche il fantasy (e, davvero... l'America è come i Forgotten Realms, per quanto mi riguarda, possiede la medesima realtà) ha il suo perché e le sue utilità, consente di creare allegorie potentissime, ma se voglio un gioco intenso, che mi colpisca da subito, senza filtri, allora è meglio giocarlo con qualcosa di vero e reale: l'italia.
Se penso a un'auto dei carabinieri che insegue un'altra auto sulla Via Emilia, penso che, cazzo, quella è gente che conosco. Quella è gente come me, che incontro ai bar di Piazza Prampolini. Quel passante che rischia di essere investito... sono io! La prossima volta che attraverserò la Via Emilia ripenserò a quel momento, mi avrà lasciato qualcosa. Forse offrirò un caffé al prossimo carabiniere, perché inizio a pensare quanta paura avrei io a fare quel lavoro.
Se invece penso all'agente Poncharello che insegue un trafficante colombiano su un'highway californiana... si, mi esalto, ma poi mi alzo ed è finita lì. Fa tanto figo, ma non è nulla di reale, non c'è nulla con cui relazionarsi. È come leggere della carica dei Cavalieri di Rohan ai Campi del Pelennor. Figo, esaltante, divertente, ma del tutto irreale.
[cite]Autore: Suna[/cite]Parliamo del Mestiere delle Armi di Olmi?
No, per favore... no. :-P
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[cite]Autore: renatoram[/cite]L'italia non e' necessariamente cosi'. E' solo il modo in cui la nostra mente si e' abituata a dare per scontato che le cose andranno. Ed e' un "condizionamento" potentissimo
E non credo sia così dannatamente figa l'America come viene dipinta in tutte le fiction e i film, infatti quelli della scientifica non gireranno per le scene del crimine con i loro vestiti firmati occhiali da sole tacco 16 e via discorrendo ma avranno anche e loro le loro uniformi più o meno scialbe, ma il telefilm è fatto apposta così, vuoi mettere quanto tira di più Orazio che uno sfigato del RIS con la tutina bianca a mò di casper? E diamine, la realtà non vende e bisogna ammettere che loro ci sanno fare, vuoi per i budget, gli sceneggiatori, gli attori non so...ma rendono di più...e per questo se devo immaginarmi un detective cazzuto ce lo vedo di là più che di qua...semplicemente perchè è più figo...o perlomeno così ce lo dipingono anche se non lo è.
Ha ragione Suna, ci sono anche esempi di ottimi prodotti italiani...ma quanti sono?.....le famose mosche bianche penso, che in mezzo a tutto il resto sembrano ancora troppo poco rispetto allo sbarluccichume della concorrenza.
Per finire concordo con Hasimir, seppur sia estremamente figo giocare un'ambientazione nostrana che si conosce bene soprattutto se si gioca horror, utilizzare ambienti "esterni" ti può far sentire più libero di sparare str.....te a raffica, la mente viaggia più libera sollevata dal timore di risultare ignorante e per certi versi può risultare più comodo
EDIT: crosspost ovviamente
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[cite]Autore: Domon[/cite][p]tutti gli esempi di diction ambientati in italia, o quasi, che abbiamo... FANNO SCHIFO.[/p][p]di contro, quelli ambientati in america sono spesso fighi. it's simple like that.[/p]
Domon: basta voler provare, con la consapevolezza che tu NON fai quella fiction.
Una delle demo migliori che abbia mai fatto in una con fu BESM, Minimod 2001. Per la Cronaca, BESM -- Big Eyes Small Mouth -- era un gdr (parpuziesco) che si proponeva di essere un gdr generico per anime. Idee carine dal punto di vista di creazione del personaggio, meccanica mediocre... anzi, quasi bacata.
Bene, la demo era un "pilot" di una serie di Anime ambientata nella Bologna del 2024 al limite della rivolta, dove l'università è confinata in una gigantesco ghetto/cupola geodesica che sovrasta, visto dai colli, le due torri e dove i mech bianchi e blu dei carabinieri reprimono nel sangue le manifestazioni in Piazza Maggiore.
Poi, col mio vecchio gruppo, feci una campagna di UA sempre ambientata a Bologna, dove i protagonisti erano dei videomaker d'assalto per la fantomatica Telepetronio, e il loro programma -- un notiziario montato un po' come Blob in acido -- era un programma di culto.
Poi, sul perché la fiction in italia è quella che è, vi copincollo questo, che raccoglie i più beceri stereotipi del cinema italico (e anche della fikscion). E' un poco datato, ma gli stereotipi biechi ci sono tutti
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IL DOGMA ITALICO
1) sono vietati i carrelli circolari
2) sono vietate rappresentazioni di donne isteriche e di uomini che non vogliono crescere
3) sono vietate le inquadrature di libri, locandine, quadri se non per fini esplicitamente commerciali o per ragioni narrative fondamentali. Il cinema deve far pensare e non suggerire il modo di pensare giusto o, peggio, suggerire un gusto.
4) è vietato l'uso della voce over per più di trenta secondi per ora di pellicola
5) sono vietate le rappresentazioni di minoranze di ogni genere secondo cliché: basta gitani vitali e furbetti e danzerecci , bravi senegalesi sfortunati, gay autoironici, ecc. Queste caratteristiche ci possono essere ma devono essere mixate ad altri tratti che emergono. Altrimenti è razzismo
6) sono vietate sequenze in casolari ristrutturati, specie se con le ante pitturate in celeste
7) sono vietati gli interni dipinti in giallo arancio/giallo/celeste tenue e dipinti in spugnato o consimili
8) gli esordienti registi, per passare ai lungometraggi, oltre a innovativi corti devono dimostrare di aver girato almeno 3 filmini di matrimonio/battesimo/cresima e di essere stati pagati dalle zie per questo
9) i provini degli attori devono essere eseguiti con accanto un paracarro per la prova di espressività
10) la psicanalisi, se presente, deve essere seria e motivata
11) è vietato il viraggio in seppia (Soderbergh maledetto)
12) sono vietate rappresentazioni di simpatici gaglioffi che negli anni 60/70 volevano cambiare il mondo ma poi sono i traumi, il sesso, le violenze, gli eventi a modificare loro (almeno questo non deve essere il messaggio principale)
13) le attrici non possono indossare gonnelloni lunghi a fiori
14) i trentenni in crisi hanno decine di pessime pellicole sull'argomento in cui ritrovarsi: moratoria di dieci anni su questo tema
15) in un film non possono comparire più di tre canne, non ci possono essere epifanie dovute alla THC. Si può superare questo limite solo se sono presenti altre sostanze stupefacenti.
16) tutti i registi che vogliano cimentarsi in una scena di sesso devono fare un anno di formazione: non ne posso più di gente che non sa girare il sesso, anche quando deve essere squallido la povertà di mezzi non riesce nemmeno a farlo sembrare squallido.
17) le canzoni pop di dieci anni anteriori all’uscita del film devono apparire una sola volta e non devono essere invasive
18) è vietato raccontare la vita degli studenti fuorisede a Bologna
19) a ognuno il suo mestiere: multimedialità non vuol dire che ogni cialtrone può fare qualsiasi cosa. Per scontare Pasolini abbiamo avuto Sepulveda, la Tamaro, Ligabue, Battiato, Paul Auster ecc. Il cinema non è solo un modo di esprimersi, è anche un linguaggio, ed è complesso da utilizzare. Se voglio esprimermi non scrivo liriche in lituano - lingua a me ignota - né organizzo un concerto per chitarra quando so eseguire solo “La canzone del sole” e pure male
20) è vietato il genere "elogio del cazzone" (es. Santa Maradona) - (definizione di A. Pezzotta, per onestà)
21) i personaggi non possono avere rendite petrolifere nascoste. Niente più sottoproletari che abitano in Piazza Navona, niente più traduttori (che vengono pagati un tanto al kilo come le aringhe) che vivono in lussuosi loft, niente disoccupati che hanno case disegnate da architetti di grido.
22) vietata l’apologia del ritorno alla natura. Sono vietate quindi le opposizioni semantiche civiltà cattiva /natura buona, che si manifestino, ad esempio, con "telefonino=cattivo/suono del corno di capra dei Monti Sibillini=buono". Vietati altresì, per le stesse ragioni, i remake di Laguna blu ambientati in Salento
23) vengono istituite delle scuole di dizione e di lingua italiana in sette località del territorio nazionale, lontane dai centri di produzione del cinema. Si propongono: Tarvisio, Cuneo, Gela, Correggio, Empoli, Isernia, Olbia. Gli aspiranti attori dovranno trascorrere in ciascuno di essi un periodo di almeno tre mesi in una sorta di Via Crucis della Crusca
24) i personaggi dei film italiani non possono pretendere di essere più interessanti dei loro spettatori, a meno che non lo dimostrino in modo convincente.
25) i bambini, a meno che non siano diretti da registi tipo De Sica (Vittorio), dovranno essere interpretati da adulti dotati di apposite maschere.
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Per finire, se proprio devo trovare un piccolo, minimo esempio positivo: ALMOST BLUE, dal romanzo di Lucarelli, regia Alex Infascelli. Quasi passabile, imho
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E non credo sia così dannatamente figa l'America come viene dipinta in tutte le fiction e i film
Oh, assolutamente. per questo parlavamo di fiction (sia per l'italia che per l'america): quante persone sovrappeso, obese e malvestite si vedono nei telefilm? Meno del 70-80% di sicuro, quindi non e' certo la realta'.
cosi' come non si leggono i diritti agli arrestati, e lo slogan della polizia NON e' "To Protect and to Serve", ecc ecc ecc
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[cite]Autore: Domon[/cite][p]no davvero, nessun commento sulla mia opinione? del fatto che non è l'italia ad essere più ridicola degli usa, ma sono le fiction ambientate in italia ad essere più ridicole di quelle negli usa, e questo si riflette sui nostri gusti? guardate quanto è cool l'italia della 5° serie di JoJo, invece... è perchè è un'italia vista con gli occhi di qualcuno che la adora, anche se non la conosce bene...[/p]
Ci sono anche serie anime dove si vedono.... LE FIAT PANDA VECCHIO MODELLO! (si vede che ero un orgoglioso possessore della Panda?)
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Sulla base solo di una rapida scorsa al topic (quindi potrebbe essermi sfuggito qualcuno o qualcosa)... SIETE TUTTI OFF-TOPIC TRANNE LAPO E EZIO. :/ Che sta succedendo?
P.S. interessante il decalogo, Max. Anche se off-topic.
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[cite]Autore: Hasimir[/cite][p]che poi in realtà non è nemmeno vero
è la nostra mente che è deviata ... non la realtà circostante ad essere ridicola[/p][p]ricordo ancora lo sceneggiato "La Piovra" e quella era una storia noir-poliziesca-politica-drammatica con le palle che fumavano
se penso a certe realtà di Roma o di altre città che ho visitato, resto a bocca aperta da quanto sono interessanti, dark, etc
ed i Carrramba? ...ma avete mai visto da vicino l'uniforme completa dei Carabinieri, col cappotto nero lungo e tutto il resto? ...è spettacolare! Altro che le camiciole a mezzemaniche della polizia ordinaria americana! :P[/p][p]il problema però sta nell'occhio di chi guarda[/p][p]Berlusconi è visto da buona parte della popolazione mondiale come una specie di super-criminale larger-than-life ... una figura più che adeguata a gettare un'ombra sul setting italiano.
Putin era il cazzo di capo del KGB per la miseria!
e noi?
Noi li scartiamo come personaggi da fiction perkè li immaginiamo come delle macchiette alla Franco e Ciccio ... il puttaniere con l'amico straniero ... il problema è decisamente nella nostra testa.[/p][p]Questo si che è un bel pezzo di brain-damage![/p]
Sono stradaccordo con questo intervento di Alessandro.
Se volessimo, potremmo veramente ricavare ogni genere di "setting" (anche emotivo e morale, non solo meramente fisico) dalla nostra Italia. Già solo le poche note date da Alessandro la dipingono come interessante, ma ci sarebbero altre millemila cose (per dire, in un territorio piccolo come il nostro ci sono una serie di associazioni criminali così diverse e strutturate da perdercisi; e la politica piena di squali, criminali ed idealisti?; il dramma degli extracomunitari?; le periferie desolate; le grandi opere perennemente incompiute lasciate all'abbandono).
D'altra parte però, c'è da valutare una cosa.
Faccio un esempio, un bell'AP tanto per restare fedele ai dettami di GcG: nel PbF che sto giocando con Fabio ed Emanuele, ho subito proposto a Fabio di non ambientare il gioco in un luogo specifico. La città in cui si muovono i personaggi non esiste, è solo nostra. Ho fatto questa proposta, però, perchè mi pareva funzionale al gioco (Solipsist) visto che in ogni momento potrebbe essere ridefinita dai giocatori. Inoltre un'ambientazione "favola" (che può essere l'Oscura brughiera di Ktor o NewYork) è utile perchè ci permette di inserire dettagli man mano, senza che questo provochi scombussolamenti nell'immaginario condiviso. Infatti, quando costruiamo il nostro immaginario condiviso, anche giocando (ma anche quando leggiamo un libro; Eco docet), se partiamo da qualcosa che conosciamo buttiamo dentro tutte le informazioni che abbiamo su quello "spazio".
In sostanza, la funzionalità o meno di una cosa del genere è legata a quello che vogliamo ottenere/comunicare con la nostra attività (nel caso specifico, giocando di ruolo) e non è data a prescindere. Almeno per me.
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@Rafu: non vedo l'OT. Ti si e' spiegato perche' a volte (soprattutto in certi generi) nella fiction e' piu' facile e naturale usare un luogo-nonluogo come l'america piuttosto che l'italia.
Che poi sia tendenzialmente piu' "safe" son d'accordissimo.
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[cite]Autore: Aetius[/cite]No, per favore... no. :-P
no davvero evitiamo, credo sia stata la cosa più noiosa che io abbia mai visto
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[cite]Autore: Rafu[/cite][p]Sulla base solo di una rapida scorsa al topic (quindi potrebbe essermi sfuggito qualcuno o qualcosa)...SIETE TUTTI OFF-TOPIC TRANNE LAPO E EZIO.:/ Che sta succedendo?[/p][p]P.S. interessante il decalogo, Max. Anche se off-topic.[/p]
Nemmeno Domon ed io eravamo off topic all'inizio :(
sei ingiusto
Ecco... mi hai fatto andare off topic con questo post... E' COLPA TUA!
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[cite]Autore: Domon[/cite][p]tutti gli esempi di diction ambientati in italia, o quasi, che abbiamo... FANNO SCHIFO.[/p][p]di contro, quelli ambientati in america sono spesso fighi. it's simple like that.[/p]
Vero.
Perché? Perché gli USA hanno una "massa critica" di pubblico molto più ampia.
Se vuoi fare The Big Bang Theory e rientrare nei costi, hai bisogno di X (con X molto grande) spettatori che capiscano le battute e tornino a seguire la serie.
Se a raggiungere X ce la fai con l'1% della popolazione, buon per te.
In Italia non lo fai, perché questo X lo raggiungi non con l'1% della popolazione, ma con il 10, 15%... la fiction italiana deve andare bene a TUTTI, non scontentare nessuno E ANCHE astenersi dal toccare le figure istituzionali, che sennò c'è un politico di turno che ti rompe le balle. >_<
Ergo, la "TVAmerica" è figosa e brilluccicosa, da noi si procede in povertà E ANCHE coi piedi di piombo. :(
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@Korin: e l'assenza totale di sceneggiatori, dove la mettiamo?
In italia mancano gli AUTORI.
(che siano scelti e PAGATI per compentenza e non per amicizia con questo o quel politico/produttore)
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[cite]Autore: renatoram[/cite][p]@Korin: e l'assenza totale di sceneggiatori, dove la mettiamo?[/p][p]In italia mancano gli AUTORI.
(che siano scelti e PAGATI per compentenza e non per amicizia con questo o quel politico/produttore)[/p]
Ma scherzi? Di autori ne abbiamo fin troppi.
Di autori bravi, ehm, beh... Finché non sarà il fattore determinante per avere il lavoro... >__<
Scherzi a parte, ci sono autori (anche molto bravi) che passano da cinema a fumetto a TV, alcuni con facilità, altri generando catastrofi.
Però di tutto quel che ho letto in argomento, il minimo comun denominatore è che in TV certe cose non le fai, sennò si offende qualcuno. Anche se sei lo scrittore più figo del mondo e sei pieno di idee nuove ed interessanti.
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[cite]Autore: Suna[/cite]Mi sembra un po' eccessivo come giudizio. Tutta la fiction? Camilleri non mi sembra male, tanto per fare un esempio. E Il Nome della Rosa dove me lo metti? Parliamo del Mestiere delle Armi di Olmi? (può piacere come anche non, non lo nego, ma quantomeno la costruzione dell'ambientazione non mi sembra da poco).
e se uno (come ad esempio la maggior parte dei giocatori di ruolo italiani) non li ha letti/visti? perchè in definitiva, la roba che citi è considerabile di nicchia, a ragione o a torto.
[cite]Autore: MaxLambertini[/cite]Domon: basta voler provare,
chi lo nega?
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E se invece della fiction italiana si usasse la REALTA' italiana?
La nostra realtà è tanto ricca e piena di spunti quanto quella americana, e forse di più. Sicuramente questi spunti ci sono più vicini e immediatamente comprensibili.
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[cite]Autore: Aetius[/cite]E se invece della fiction italiana si usasse la REALTA' italiana?
l'unico modo sarebbe vivere, non giocare.
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Ma la questione è quella del narrare qualcosa vicino alla nostra realtà o quella di narrare qualcosa che sia vicino alle opere (cinema, libri,..) in italiano?
Perchè se parliamo di confrontarsi con la realtà, io non conosco gli sbirri italiani meglio di quelli americani. Della mia realtà conosco strade, vie, montagne,.. ma del mondo di molti persone so poco o niente, come appunto la polizia.
Se parliamo di rapporto con opere come i film italiani, boh... non so cosa se ci sia di decente nei film di adesso... certo che se parliamo di film anni '70 il discorso cambia, ma cambiano anche gli anni.
Di belle opere americane o europee ce n'è molte e probabilmente ce ne sarà sempre., e non c'è niente di male a prenderle come spunto.
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Però di tutto quel che ho letto in argomento, il minimo comun denominatore è che in TV certe cose non le fai, sennò si offende qualcuno. Anche se sei lo scrittore più figo del mondo e sei pieno di idee nuove ed interessanti.
Io avevo scritto:
e non per amicizia con questo o quel politico
...sottointeso e' che se non giochi "secondo le regole" (che dici tu) NON diventi il protetto di questo o quel politico.
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[cite]Autore: Domon[/cite][cite]Autore: Aetius[/cite][p]E se invece della fiction italiana si usasse la REALTA' italiana?[/p]
[p]l'unico modo sarebbe vivere, non giocare.[/p]
Non credo, sai?
Prendiamo una serie di Avventure in Prima Serata, ambientata a casa mia, nella bassa padana.
Quale Bassa uso?
Posso usare la Bassa della fiction, basandomi su Don Camillo. Una fiction realistica, ma comunque filtrata, rielaborata.
La realtà ritratta nella mia serie di AiPS passerà quindi un doppio filtro: quello dell'autore della fiction primaria (Guareschi) e quello dell'autore della fiction secondaria (io).
In alternativa posso usare la Bassa che conosco io, che sperimento tutte le volte che, postino, mi sono avventurato fra le carraie gelate fra Bagnolo in Piano e Novellara, fra famiglie indiane e tipi che rapinano per tre volte la banca dietro casa. In questo caso la realtà diverrà fiction passando soltanto attraverso il mio filtro.
Cosa mi colpisce, potenzialmente, di più?
EDIT: Crosspost. Inserita la cit. per far capire che rispondevo a Domon.
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[cite]Autore: Domon[/cite]l'unico modo sarebbe vivere, non giocare.
Nel senso: produrre, giocando, fiction "di primo livello". Realtà -> Fiction.
E non "di secondo livello". Realtà -> Fiction TV -> Fiction giocata.
Se poi la fiction TV è derivata a sua volta da altri stereotipi, aiuto! O_o;
OT, Actual Fiction: sono rimasto allibito quando in una fiction di Canale 5 una ragazza (personaggio positivo) inveisse con tanto di predicozzo morlista col suo collega (villain, mi sono serviti 0,5 secondi per capirlo) per un falso in bilancio dicendogli che "era una cosa gravissima".
Ceeeerto... Come no. Un'azienda che trucca i bilanci in Italia è l'eccezione... >_< Per non parlare del fatto che i bilanci hanno un certo margine di soggettività, non c'è un bilancio "vero" ed uno "falso" in senso assoluto, c'è un'ampia zona grigia in mezzo. Scrivere di cose che non si conoscono = male. >_<
Però... Canale 5... Falso in bilancio.. MAH!
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Actual play: una mia amica ha sempre giocato a vampiri ambientato in america. Poi avendo visitato la magica Torino, le è venuta l'idea di ambientare la cronaca successiva proprio a Torino. Ed è partita la crisi.
Lei: E dov'è questo posto in relazione a quest'altro, non ricordo.
Io: Boh, ci arrivi in pullman.
Lei: E se decidono di prendere la metro?
Io: Prenderanno la metro
Lei: Sì, ma la metro ci arriva fino lì?
Io: Ma che te ne frega, scusa?
Lei: Eh no, devo fare le cose per bene!
Io: Perché quando giocavi a Los angeles ti studiavi la mappa dei trasporti?
Commento: quando una cosa ti sembra più reale, hai paura di contraddirne la realtà.
Actual Play: Io ho giocato Mondo di Tenebra a Torino, e un paio di puntate di una serie di Aips ambientata a torino. Nel primo caso ero più ggiovane e dato che ho sempre adorato Torino, andavo in giro, facevo foto e studiavo i set per la giocata, anche perché le altre persone che giocavano non erano di torino. E così c'era piazza castello, l'interno del teatro regio, la via delle case fighe vicina al politecnico, l'università degli studi etc etc. Nel secondo caso non c'era bisogno, perché anche gli altri conoscevano Torino.
I risultati erano che nella cronaca di Mondo di Tenebra, per gli altri torino non era tangibile, nonostante i miei sforzi, mentre per me sì. Nella seconda il focus non era tanto su torino, quanto sui personaggi, quindi i set erano generici, ma non c'erano neanche problemi a immaginarli. Piazza statuto quella è, non hai nemmeno bisogno di descrivere il traffico, gli spacciatori e il cantiere per la ferrovia. La metropolitana tutti la conoscono.
Actual Play: Volevo scrivere un libro ambientato in Italia. Avete una minima idea di quanto sia difficile trovare dei nomi che non sembrino ridicoli o privi di significato? Alberto ti sembra forse il nome di un tamarro col coltellino sempre pronto? Anche lì, andando a vedere vicino a casa, scopri che vengono chiamati per cognome, e solo se è un cognome decente, mica Panariello. Il temibile Panariello. Fa ridere. >>
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[cite]Autore: Aetius[/cite][cite]Autore: Domon[/cite][cite]Autore: Aetius[/cite][p]E se invece della fiction italiana si usasse la REALTA' italiana?[/p]
[p]l'unico modo sarebbe vivere, non giocare.[/p]
[p]Non credo, sai?[/p][p]Prendiamo una serie di Avventure in Prima Serata, ambientata a casa mia, nella bassa padana.
Quale Bassa uso?
Posso usare la Bassa della fiction, basandomi su Don Camillo. Una fiction realistica, ma comunque filtrata, rielaborata.
La realtà ritratta nella mia serie di AiPS passerà quindi un doppio filtro: quello dell'autore della fiction primaria (Guareschi) e quello dell'autore della fiction secondaria (io).
In alternativa posso usare la Bassa che conosco io, che sperimento tutte le volte che, postino, mi sono avventurato fra le carraie gelate fra Bagnolo in Piano e Novellara, fra famiglie indiane e tipi che rapinano per tre volte la banca dietro casa. In questo caso la realtà diverrà fiction passando soltanto attraverso il mio filtro.[/p][p]Cosa mi colpisce, potenzialmente, di più?[/p][p]EDIT: Crosspost. Inserita la cit. per far capire che rispondevo a Domon.[/p]
elaboro un po':
nel momento in cui la stai usando del gioco, qualsiasi "realtà" diventa fittizia, una fiction a tutti gli effetti.
il mio era un nitpick sulla scelta ingenua dei termini, insomma :D
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[cite]Autore: triex[/cite]Actual Play: Volevo scrivere un libro ambientato in Italia. Avete una minima idea di quanto sia difficile trovare dei nomi che non sembrino ridicoli o privi di significato? Alberto ti sembra forse il nome di un tamarro col coltellino sempre pronto? Anche lì, andando a vedere vicino a casa, scopri che vengono chiamati per cognome, e solo se è un cognome decente, mica Panariello. Il temibile Panariello. Fa ridere. >>
Ti capisco, ho giocato qualche sessione del nuovo Werewolf ambientato fuori Lucca, PG e PNG tutti italiani, ad un certo punto è saltato fuori un Silvio Tremonti, ti lascio immaginare le risate XD
Un piccolo actual play anche da parte mia: partita di Witchcraft ambientata a Modena. Gruppo di gioco così composto: 4 ragazzi modenesi, io (che abitando a mezz'ora di auto la conosco un po'), master di Moglia (provincia di Mantova, ma non lontanissimo da Modena).
Ad un certo punto stavamo cercando dei simboli magici piazzati in punti strategici che, se attivati, avrebbero trasformato la città in un gigantesco portale per... brutte cose.
Scopriamo la locazione di uno di questi simboli, il master ci comunica l'indirizzo... e uno dei giocatori scoppi a ridere. Corrispondeva a casa di sua nonna O.o ed è stato decisamente molto divertente poter inserire posti conosciuti! Insomma secondo me giocare con ambientazioni conosciute funziona.
Appoggio quanto detto sul fatto che sia difficile fare qualcosa di "serio" ambientato in Italia, personalmente non tanto per la visione che ne abbiamo noi quanto per il fatto che non è un luogo "fantasy" come l'America. Personalmente farei fatica a parlare di polizia italiana senza conoscere almeno un po' quali sono le sue dinamiche interne reali, ma magari sono io che mi faccio troppe pippe mentali. Invece per giocare cose ambientate nella vita di tutti i giorni in cui cose specifiche come appunto la polizia sono solo di contorno non avrei problemi, anzi mi sentirei motivata a dare contributi.
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[cite]Autore: triex[/cite]Volevo scrivere un libro ambientato in Italia. Avete una minima idea di quanto sia difficile trovare dei nomi che non sembrino ridicoli o privi di significato? Alberto ti sembra forse il nome di un tamarro col coltellino sempre pronto? Anche lì, andando a vedere vicino a casa, scopri che vengono chiamati per cognome, e solo se è un cognome decente, mica Panariello. Il temibile Panariello. Fa ridere
[cite]Autore: Lavinia[/cite]ho giocato qualche sessione del nuovo Werewolf ambientato fuori Lucca, PG e PNG tutti italiani, ad un certo punto è saltato fuori un Silvio Tremonti, ti lascio immaginare le risate
Vale lo stesso discorso fatto qui (http://www.gentechegioca.it/vanilla/?CommentID=48510) (dubito che a un americano "Jack" faccia un effetto tanto diverso di quello che fa "Luca" a un italiano), con l'aggiunta che in un'ambientazione che si conosce si rischiano di inserire, coscientemente o no, dei riferimenti che nel complesso possono essere comici (come "Silvio Tremonti").
Non conoscendo il posto, tali riferimenti magari non vengono inseriti, magari non vengono colti.
Credo che alla fine sia questione di abitudine; non solo per il fatto che siamo abituati ai nomi nostrani, ma anche perché non siamo abituati a vederli usare in ambito filmico/narrativo/ecc.
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Mi rendo conto che si sta di nuovo degenerando nei discorsi sul sesso degli angeli. Povero Rafu...
[cite]Autore: Rafu[/cite][p]Poiché mi è stato detto che sono sexy quando scrivo "rant", eccoviun nuovo esemplare della categoria (http://orgasmocerebrale.blogspot.com/2010/02/basta-con-la-tvamerica.html):[/p][p]...SNIP...
Non vedo perché "l'ambientazione di default" per i giochi di produzione italiana, giocati in Italia, quando non è fantasy debba essere "l'America". In particolare perché "l'America" rischia di risultare essa stessa un mondo di fantasia: per la maggior parte di noi è l'ambientazione dei film di Hollywood, qualcosa di visto in TV, un mondo conosciuto solo attraverso opere di fiction... non la vita vera.
E questo è un difetto di design.
Se abbiamo la volontà di "mettere in gioco" problemi reali, di far provare ai giocatori esperienze anche estreme, ma dipersone vere... Oppure, se vogliamo partire da questo senso di realtà anche solo per poi appositamente stravolgerlo, come accade spesso nei giochi horror o nei thriller... allora, l'utilizzo della pseudo-America come "setting" è un errore di design. Significa introdurre un ulteriore filtro tra giocatori e gioco (come se ce ne fosse in qualche modo bisogno!): il filtro di un mondopraticamente fantasy, appunto, perché esperito solo mediante fiction. Un appiglio in più per giocare "safe", se si vuole, ma non certo una spinta in più a mettersi intimamente in gioco.
...SNIP...[/p]
[p]Ur commentz welcome.[/p]
Dov'è menzionata la fiction italiana qui? Si parla solo di ambientazioni per giochi.
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[cite]Autore: Domon[/cite][p]no davvero, nessun commento sulla mia opinione? del fatto che non è l'italia ad essere più ridicola degli usa, ma sono le fiction ambientate in italia ad essere più ridicole di quelle negli usa, e questo si riflette sui nostri gusti? guardate quanto è cool l'italia della 5° serie di JoJo, invece... è perchè è un'italia vista con gli occhi di qualcuno che la adora, anche se non la conosce bene...[/p]
Sono perfettamente d'accordo Domon.
TUTTI gli esempi che hanno riportato gli altri a riprova della buffonaggine italiana sono riferiti a fiction e la fiction in Italia deve piacere alla signora Maria.
Non confondiamo il Commissario Rocco con Nicola Calipari, per piacere... la "realtà" è Calipari.
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Credo che la familiarità con un ambiente tenda a renderlo "banale" ai nostri occhi. Per lo meno, ai miei...
Per esempio giocando a Vampiri ambientato a Cagliari, avevo una specie di terrore all'idea di sentire una tipica deformazione dell'accento cagliaritano che spesso si associa ai buzzurri. E spesso uso con gli amici una versione caricata di quell'accento per fare il buffone :P ma non certo per creare un'atmosfera horror :?
In un'altra storia ambientata a Cagliari con un master più freeform (anche se non del tutto tale) abbiamo giocato un horror grottesco pieno anche di scene comiche, e l'ho giocato con meno paure. Forse era più "safe" in virtù degli elementi comici.
Di mio, non riesco a immaginare di giocare/masterare (ove previsto il master) in una Cagliari che non sia in realtà una versione alternativa, come quella steampunk che ogni tanto mi capita di sognare. Appena finisco di sognarla e mapparla... :P
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[cite]Autore: MaxLambertini[/cite][p]Per finire, se proprio devo trovare un piccolo, minimo esempio positivo: ALMOST BLUE, dal romanzo di Lucarelli, regia Alex Infascelli. Quasi passabile, imho[/p]
Altro esempio, a mio dire virtuoso, un romanzo: Bilico, di Paola Barbato.
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[cite]Autore: triex[/cite][p]Actual play: una mia amica ha sempre giocato a vampiri ambientato in america. Poi avendo visitato la magica Torino, le è venuta l'idea di ambientare la cronaca successiva proprio a Torino. Ed è partita la crisi.[/p][p]Lei: E dov'è questo posto in relazione a quest'altro, non ricordo.
[...]
[/p][p]Commento: quando una cosa ti sembra più reale, hai paura di contraddirne la realtà.[/p]
Questo succedeva perché non sapeva qual'era lo scopo del gioco. Riprodurre la realtà? Allora devo farmi queste pippe. Raccontare una storia? Allora non servono.
Gioca un gioco coerentemente narrativista ambientato a Torino, sapendo che Torino è solo il setting che ti da la scusa per narrare un certo tipo di storie e poi mi dici.
[cite]Autore: Mr. Mario[/cite]Altro esempio, a mio dire virtuoso, un romanzo: Bilico, di Paola Barbato.
E tutto Camilleri, per me. I suoi personaggi, Montalbano in testa, affrontano problemi reali, italiani, che puoi incontrare comunemente e con cui puoi relazionarti.
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Dimenticavo...
[cite]Autore: triex[/cite]Io: Perché quando giocavi a Los angeles ti studiavi la mappa dei trasporti?
Fatto, però con San Francisco :D
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Ragazzi... Non vorrei fare il rompiballe ma non vi sembra che tutti i Topic deragliano in OT in appena 10 post? Guardate che si può semplicemente aprire un altro Topic per discutere su una possibile diramazione di un argomento.
E lo dico soprattutto perchè sono argomenti davvero interessanti e mi piacerebbe esplorarne le conclusioni.
Già solo in questo Thread sono emersi 3 possibili split:
-no alla TVamerica: in cui può rientrare qualunque discussione sulla veridicità del fenomeno, e su come combatterlo, e sul perchè.
-La Fiction "All'Italiana": in cui si può discutere del perchè certi logismi sono nati, si sviluppano, ecc...(talmente interessante da meritare vai Topic secondo me).
-L'utilizzo dell'Italia come setting nei GdR e i problemi e i vantaggi che comporta:altro possibile Topic, anche interessante IMHO
Scusate se rompo le balle ma vedo tanti argomenti che si perdono nei meandri e mi dispiace.
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[cite]Autore: Meme ò_ò[/cite]Già solo in questo Thread sono emersi 3 possibili split:
Giusto.
Forza, apri gli split e noi ti seguiamo! ^__^
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Perfetto!!!
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Fatto.
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[cite]Autore: Meme ò_ò[/cite][p]Ragazzi... Non vorrei fare il rompiballe ma non vi sembra che tutti i Topic deragliano in OT in appena 10 post? Guardate che si può semplicemente aprire un altro Topic per discutere su una possibile diramazione di un argomento.
E lo dico soprattutto perchè sono argomenti davvero interessanti e mi piacerebbe esplorarne le conclusioni.
Già solo in questo Thread sono emersi 3 possibili split:
-no alla TVamerica: in cui può rientrare qualunque discussione sulla veridicità del fenomeno, e su come combatterlo, e sul perchè.
-La Fiction "All'Italiana": in cui si può discutere del perchè certi logismi sono nati, si sviluppano, ecc...(talmente interessante da meritare vai Topic secondo me).
-L'utilizzo dell'Italia come setting nei GdR e i problemi e i vantaggi che comporta:altro possibile Topic, anche interessante IMHO[/p][p]Scusate se rompo le balle ma vedo tanti argomenti che si perdono nei meandri e mi dispiace.[/p]
Non vorrei fare io il rompiballe, ma io non trovo che il secondo e il terzo tema siano off topic. Intendiamoci, un conto è se in un topic su un argomento ci si fa distrarre e due o più utenti finiscono per parlare proprio di altro, magari solo tra di loro, cosa che succede abbastanza spesso, e un conto diverso è se la discussione di un argomento mette alla luce altri aspetti che interessano a tutti.
Se per dire, nel topic della fiction all'italiana salta fuori una digressione, magari di tre post, sulla sicilia di camilleri e io pretendessi per questo un topic a parte, questo a mio parere renderebbe molto difficile seguire il filo logico di una discussione che nasce su un thread e continua a spostarsi nel tentativo di avere un etichetta, il topic appunto, da metterle sopra. E' un modo di comunicare piuttosto innaturale, perché il divagare, l'approfondire, l'argomentare, sono invece la norma di una qualunque conversazione che teniamo, e questa tendenza di chiamare l'off topic per cose che non sono fuori argomento mi infastidisce abbastanza.
Ciò detto, questo sì è off topic, quindi se volete rispondermi, per favore non fatelo qui.
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Beh, ti posso anche capire, ma visto che il tema iniziale, dopo che escono fuori altri temi, anche ricollegabili, si estingue perchè ovviamentre gli utenti successivi non possono rispondere a due discussioni insieme senza sembrare schizofrenici. È molto meglio avere un Topic talmente ricco di spunti di discussione che si frammenta, che non un Topic ricco di spunti, che li cambia di continuo abbandonandosi e deragliando senza nesso logico da un argomento all'altro senza concludere niente.
-Oggi sono andato al mercato.
-e come è andata?
-Il prezzo del latte sale sempre di più
-E come mai?
-Per non parlare di quello della carne.
Ora è un esempio idiota ma pè esattamente quello che succede, sbucano fuori cose collegate, ma nessuno tornerà mai più sugli argomenti iniziali, a meno di ignorare completamente i post precedenti, e se anche lo facesse, per un utente esterno, riuscire a seguire una discussione andando a pescare i post rilevanti per l'argomento oscurando quelli che non c'entrnano è l'apocalisse.
E pensa solo che stiamo andando Off-Topic parlando di quanto un TOpic sia Off-Topic, ragionando su quanto sia giusto frammentare un Topic. È quantomeno allarmante. difatti se qualcuno lo chiede lo rendo whisper o ci apro una discussione.
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L'Ammerica è fantasia anche per gli americani. Se sapessero davvero quanto sono inetti i loro marines, la loro scientifica, quanto siano pessimi i loro ospedali, diamime, si suiciderebbero in massa.
Quello che noi rappresentiamo dell'ammerica è quello che vediamo attraverso hollywood. Può esserci una base di realtà, ma è comunque tutto più bello. Invece in Italia abbiamo il difetto di non riuscire a renderci più belli senza scadere nel ridicolo, ma in generale l'auto denigrazione sembra essere lo sport nazionale soprattutto quando si parla con stranieri.
Ma questo non è un filtro per evitare di mettersi in gioco, per giocare safe. (Montesgur, anyone?)
Credo sia solo un riflesso del nostro sport nazionale, in generale. Casi specifici ci sono, vedo rapidamente dai post sopra.
Ma non condivido il minirant.
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L'Italia ha sempre avuto il difetto di non sapersi "autocelebrare" e non capisco se sa perchè manca di spirito patriottico, o perchè è troppo frammentata a livello regionale, o forse perchè davvero la gente è disillusa e guarda in faccia la realtà, e tende a giudicarsi in modo oggettivo, rivelando quella che poi è la realtà.
Su questo concordo con Dr.Zero, l'America è dannatamente brava a autocelebrarsi e mettersi su un piedistallo di perfezione.
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Io credo questo avvenga perchè non c'è (e non c'è stato per secolie secoli...ma qui scattano le influenze di Montanelli) qualcosa di concreto, tangibile, simboleggiabile, rappresentabile da celebrare.
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[cite]Autore: Meme ò_ò[/cite]L'Italia ha sempre avuto il difetto di non sapersi "autocelebrare" e non capisco se sa perchè manca di spirito patriottico, o perchè
L'Italia dal dopoguerra ha la caratteristica (difetto, se vuoi) di andarci piano con l'autocelebrazione, e almeno due dei motivi sono immediatamente evidenti:
- L'abbiamo persa, la guerra.
- Sotto il fascismo l'autocelebrazione (con scarso fondamento nella realtà contemporanea) era invece all'ordine del giorno.
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Non capisco come quella cosa che chiamate "capacità di autocelebrazione" e parete invocare come caratteristica positiva carente in Italia possa essere molto diversa dalla caratteristica negativa che, relativa ad una singola persona e non ad una nazione, chiamo normalmente "tirarsela".
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fanmail per lapo con cui mi trovo perfettamente d'accordo.
da quando il tirarsela è un bene?
forse è l'america è semplicemente eccessiva da qual punto di vista, sono così autocelebrativi che alcuni credono di aver vinto la guerra del vietnam....
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Sicuramente molti paesi esagerano, come appunto l'America, però proprio non mi sembra che l'Italia sia un così brutto paese da non meritare un minimo di autocelebrazione. In fondo l'Italia è stata la patria di tante belle cose e tante belle persone, ma si tende a vederne solo il lato negativo. E la cosa che mi dà da pensare è come mai gli altri stati vedono solo la propria parte positiva mentre noi facciamo il contrario?
Poi sono d'accordo che tirarsela non vada bene, però anche sempre e solo lamentarsi dire che è vero mentre tutti gli altri paesi si gaggiano mi pare strano.
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[cite]Autore: lapo[/cite]Non capisco come quella cosa che chiamate "capacità di autocelebrazione" e parete invocare come caratteristica positiva carente in Italia possa essere molto diversa dalla caratteristica negativa che, relativa ad una singola persona e non ad una nazione, chiamo normalmente "tirarsela"
Credo sia la differenza tra uno che conosce un argomento e non ha problemi a dirlo, né a farsi forza di questo; e uno che se la tira per questo.
Poi c'è chi si sminuisce sistematicamente, e credo che l'interrogativo fosse perché in Italia c'è - o sembra esserci - questa tendenza.
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Più che capacità di autocelebrazione, visto che non credo che nessuna nazione abbia poi 'sti gran motivi per celebrarsi, non mi dispiacerebbe che l'idea di un'identità nazionale fosse associata a valori positivi. A me piaceva leggere Capitan America, per dire, specialmente quando rifletteva sulla distanza tra quelli che erano gli ideali e la realtà americana. Per lui America voleva dire qualcosa di buono, o almeno l'idea di qualcosa di buono.
Invece, normalmente che sapore vi fa venire in bocca la parola Italia?
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cacca....
cacca retrograda....
P.S: devo....evitare....di....cadere....in....POLITICA!(http://www.tapirichat.altervista.org/data/public/themes/Tapiri/smileys/rlz4ib.png)
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FRA FOR PRESIDENT!!!
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[cite]Autore: Mr. Mario[/cite]normalmente che sapore vi fa venire in bocca la parola Italia?
http://www.italianissima.net/testi/io_non_mi_sento_italiano.htm.
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Attenzione ragazzi all'OT politico!
Riguardo al minirant di Rafu, che condivido (e dico anche che in tal senso vedo un'eco dei migliori effetti di Pathos), penso che l'effetto comico che si genera al primo approccio con il setting italiano sia la spia d'allarme di una volontà di gioco safe. Non è mai una risata di panza, è sembra un risolino imbarazzato ("ahaha, ma dai, i carabinieri" e tutti poi passandoci davanti in macchina rallentano; "ma no dai il cattivo si chiama Alberto" come il mio compagno di corso all'università).
Penso che sia anche una questione d'abitudine e lo traggo dal fatto che, leggendo narrativa / fumetti ambientati in Italia, l'effetto straniante iniziale scompare in fretta, per poi diventare ancor più efficace. A tutti i torinesi (che mi sembrano quelli che hanno meno problemi a giocare nella loro città, a parte casi estremi) consiglio di leggere Fruttero e Lucentini. Milanesi, leggete Pinketts. Bolognesi, recuperate i vecchi numeri di Mondo Naif e leggete Lucarelli. Per la Bassa straconsiglio il film Road to L... e via citando.
Insomma, Rafu evidenzia bene un nervo scoperto. Il gioco in stile TVAmerica separa l'identità culturale del personaggio dalla nostra. Mica pizza e fichi.
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[cite]Autore: lapo[/cite]Non capisco come quella cosa che chiamate "capacità di autocelebrazione" e parete invocare come caratteristica positiva carente in Italia possa essere molto diversa dalla caratteristica negativa che, relativa ad una singola persona e non ad una nazione, chiamo normalmente "tirarsela".
Beh, oddio... D'altro canto nemmeno essere emo è positivo :p
Voglio dire, un conto è tirarsela, un conto è avere un minimo di stima. C'è la tendenza a scivolare da un estremo all'altro...
Ma mi sa che ci stiamo avvicinando alla politica, che svia dal discorso principale...
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Mi piace quello che dice Giulia, e ho da aggiungere soltanto un piccolo aforisma di Terry Pratchett: "La saggezza sembra sempre migliore, vista da lontano".
Credo che questo valga per tutto. L'esotico ci sembra sempre migliore, più affascinante, ma è una sensazione che si ferma a pelle. Per trovare qualcosa che ci colpisca davvero dobbiamo cercare vicino a casa.
Più "punti di contatto" ci sono più profondamente capiremo quello che viene descritto.
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[cite]Autore: giullina[/cite]leggete Pinketts
Questo ne vale la pena? Cosa mi consigliate?
Anche Lucarelli vale la pena di essere letto?
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secondo me la questione è semplice: il pesce inizia a puzzare dalla testa.
ora mi spiego
la differenza principale tra gli atteggiamenti delle due popolazioni (americana e italiana) è da imputare alla differenza sostanziale che c'è tra le loro classi dirigenti (intesi sia come classe politica che imprenditoriale): l'america ha sempre puntato molto sull'orgoglio nazionale e sull'investire sulle proprie idee (solo i fondi alla ricerca basterebbero a far capire la differenza) valorizzando il più possibile i loro punti di forza, dimostrando anche una certa lungimiranza... al contrario l'italia si è sempre contraddistinta per una miopia congenita: i nostri cervelli sono stati quasi sempre all'avanguardia in molti campi, ma non hanno mai trovato l'incoraggiamento da parte delle istituzioni (gli albori dell'informatica è uno dei tanti esempi che potremmo fare) che hanno sempre preferito i guadagni immediati piuttosto che lo sviluppo a lungo termine.
questo cosa ha generato?
che tutti i paesi ci sono passati davanti e noi siamo ridotti a dover importare le innovazioni dall'estero, guardiamo quello che fanno gli altri e diciamo "eh, loro si che sono fighi, guarda quanto stanno avanti!", "ma dove ci presentiamo?"
ovviamente questo aspetto non è l'unica causa di questo atteggiamento, ma di sicuro ha un ruolo estremamente rilevante nel farlo nascere.
P.S. la questione non ha alcun colore politico, dal momento che con tutti i governi che si sono succeduti la situazione non è mai cambiata: è un problema di mentale di gestione delle risorse e delle priorità.
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si, una questione di "classe dirigente". aggiungo che non solo si preferiscono i vantaggi a breve termine su quelli a lungo termine, ma ci si spinge spesso molto oltre il moralmente consentito per favorire i vantaggi personali su quelli istituzionali. tipo fare il presidente di alitalia e farla fallire pagandosi uno stipendio di presidenza grosso 20 volte la media europea. oppure creare società solo per intestarci macchina e telefonini e farle fallire per non finire di pagarli.
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[cite]Autore: Domon[/cite]si, una questione di "classe dirigente". aggiungo che non solo si preferiscono i vantaggi a breve termine su quelli a lungo termine
A dire il vero, questo è normalissimo per un politico qualsiasi, di qualsiasi stato o periodo. In Italia è tutto più marcio per varie ragioni in cui non intendo entrare, ma non vi è niente di balzano nel fatto che un politico veda solo nel breve o medio termine. D'altronde, non ha nessun incentivo o vantaggio a lavorare bene oltre il breve termine (sempre che lavori bene anche nel brebe termine...)
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Ad ogni modo, il "tirarsela" statunitense risulta oggettivamente ed inequivocabilmente "vincente".
E' un discorso che con la politica c'entra molto poco. E anche con la cacca. ^^
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[cite]Autore: khana[/cite]Ad ogni modo, il "tirarsela" statunitense risulta oggettivamente ed inequivocabilmente "vincente".
Comunque credo che la questione sia un po' diversa dal semplice "tirarsela" per il fatto di essere statunitensi.
Alla fine, un bel film è un bel film, chi se ne frega la provenienza. Dov'è l'orgoglio nazionale? Al limite la decenza: non dovremmo avere bisogno dell'orgoglio nazionale per sfornare bei prodotti, ma del senso della decenza per evitare di tirare fuori ciofeche del calibro di Natale a Miami o della fiction su Puccini.
Però questo credo che non abbia a che fare con il gioco; sinceramente, Rafu, alla fine io non percepisco questa grande esterofilia (o forse non mi sembra così pressante perché non la vedo come un problema - o viceversa).
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[cite]Autore: Matteo Turini[/cite]senso della decenza per evitare di tirare fuori ciofeche del calibro di Natale a Miami o della fiction su Puccini.
ecco, è proprio a questo che mi riferivo: si preferisce puntare al guadagno facile piuttosto che investire sulla qualità (e questo si nota ancora di più con la tv, oltre che con le già citate dirigenze delle aziende italiane)... e questo inevitabilmente ci mette in posizione di inferiorità rispetto ad altri.
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Scusate, io volevo dire proprio un'altra cosa.
Io volevo dire che gli USA si sono creati una nazione fantastica (nel senso di fantasia) che è rappresentata da hollywood, assolutamente differente dalla realtà che hanno.
E questa ambientazione fantastica io trovo sia vista allo stesso modo da un italiano che gioca in quell'america lì e un americano che gioca in quell'america lì.
Il rant diceva che gli americani giocano negli usa (in casa) e gli italiani negli usa (fuori casa) e questo significa un gioco potenzialmente meno sdafe per loro.
Io dicono che anche loro in realtà giocano in un america di fantasia che non esiste e quindi non c'e in realtà differenza.
PS:
ecco, è proprio a questo che mi riferivo: si preferisce puntare al guadagno facile piuttosto che investire sulla qualità (e questo si nota ancora di più con la tv, oltre che con le già citate dirigenze delle aziende italiane)... e questo inevitabilmente ci mette in posizione di inferiorità rispetto ad altri.
Ecco comunque quello che intendo per sputarci addosso. I film di hollywood sono i nostri film di serie b con tanti soldi in più e spesso qualche idea in meno.
Ma dire che nei paesi anglossassoni preferiscano la qualità al guadagno mi pare fuori dalla realtà e perfettamente ambientato in quell'america fantastica che non esiste.
Io dal canto mio ringrazio ogni giorno di non essere nato in un paese anglosassone.
Chiudo qua il discorso, però.
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[cite]Autore: P.Jeffries[/cite]A dire il vero, questo è normalissimo per un politico qualsiasi, di qualsiasi stato o periodo. In Italia è tutto più marcio per varie ragioni in cui non intendo entrare, ma non vi è niente di balzano nel fatto che un politico veda solo nel breve o medio termine.
un politico, posso capirlo. (trovo comunque incredibile che lo facciao TUTTI i politici, nessuno escluso). ma un industriale? agnelli? tronchetti provera? moratti?
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[cite]Autore: Dr. Zero[/cite]Ma dire che nei paesi anglossassoni preferiscano la qualità al guadagno mi pare fuori dalla realtà e perfettamente ambientato in quell'america fantastica che non esiste.
Pensa che una volta ho letto un commento da una parte (si parlava però dell'acquisto di Anime) di un tipo che si diceva scandalizzato dal fatto che le trasmittenti televisive italiane pensino più ai soldi che a quello che acquistano...
Certo! Da che mondo e mondo le aziende lavorano per la gloria, mica per vivere, anche gli impiegati, sono tutti lì perché altrimenti non sanno come riempire la giornata, poveri noi...
Un problema è pure che banalmente abbiamo molti meno soldi degli altri, non puoi permetterti di investire tanto se non hai possibilità che quel tanto poi ti rientri...
Certo con pochi soldi si possono anche creare capolavori, ma questa è un'altra storia...
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[cite]Autore: Dr. Zero[/cite]Io volevo dire che gli USA si sono creati una nazione fantastica (nel senso di fantasia) che è rappresentata da hollywood, assolutamente differente dalla realtà che hanno.
Scusa, ma... non sono d'accordo.
Se vai negli USA e giri per le strade, vedi proprio quelle cose che vedi in TV, Ally McBeal e Fonzie compresi.
Ci sono anche i ChiPS con le loro moto ridicole e il casco da Village People. E vanno in giro in 2, esattamente come i Carabinieri.
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[cite]Autore: Domon[/cite][cite]Autore: P.Jeffries[/cite][p]A dire il vero, questo è normalissimo per un politico qualsiasi, di qualsiasi stato o periodo. In Italia è tutto più marcio per varie ragioni in cui non intendo entrare, ma non vi è niente di balzano nel fatto che un politico veda solo nel breve o medio termine.[/p]
[p]un politico, posso capirlo. (trovo comunque incredibile che lo facciao TUTTI i politici, nessuno escluso). ma un industriale? agnelli? tronchetti provera? moratti?[/p]
Beh.. se è un buon industriale, farà in modo da pensare bene a tutti e tre i termini... in base alle sue qualità e da cosa gli proviene la ricchezza. Però, insomma, è palese che ogni pattività economica debba vedersela con la politica; una politica così domnante come quella che c'è in italia, che poi è più marcia del marcio, non può non influenzare l'economia, e non ci si stupisce se quello che domina è spesso l'industria corrotta o scadente...
Agnelli? Cavoli, ma ha fatto i soldi con lo stato... pensa agli incentivi per le macchine che sono sempre di gran moda... che cavolo di aspetti? Questa è industria? Questo è un connubio industria-politica, con buona pace di chi parla di super-ultra o neoliberismi. Questi possono ragionare anche nel breve termine, se tanto c'è il paracadute che li proteggerà nel medio e lungo termine.
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[cite]Autore: Mark[/cite][cite]Autore: Dr. Zero[/cite][p]Ma dire che nei paesi anglossassoni preferiscano la qualità al guadagno mi pare fuori dalla realtà e perfettamente ambientato in quell'america fantastica che non esiste.[/p]
[p]Pensa che una volta ho letto un commento da una parte (si parlava però dell'acquisto di Anime) di un tipo che si diceva scandalizzato dal fatto che le trasmittenti televisive italiane pensino più ai soldi che a quello che acquistano...
Certo! Da che mondo e mondo le aziende lavorano per la gloria, mica per vivere, anche gli impiegati, sono tutti lì perché altrimenti non sanno come riempire la giornata, poveri noi...[/p]
Ma sì, infatti, io non capisco perchè debbano lavorare per la gloria. Lavorano per i soldi, che cosa c'è di strano... però io vedo nelle produzioni americane generalmente un lavoro ben fatto. Il film può essere una cagata ma è (quasi) sempre prodotto impeccabilmente... nei cinepanettoni o nelle fiction non è raro trovare attori incapaci di recitare sopra il livello da recita da oratorio.
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[cite]Autore: Dr. Zero[/cite]Ecco comunque quello che intendo per sputarci addosso. I film di hollywood sono i nostri film di serie b con tanti soldi in più e spesso qualche idea in meno.
Ma dire che nei paesi anglossassoni preferiscano la qualità al guadagno mi pare fuori dalla realtà e perfettamente ambientato in quell'america fantastica che non esiste.
Io dal canto mio ringrazio ogni giorno di non essere nato in un paese anglosassone.
Be', ma sui film di Hooliwood siamo d'accordo.
Io pensavo sopratutto a Scrubs, The Big Bang Theory, Buffy, Lost (mi dicono), The Simpsons, Family Guy, True Blood... A chi li paragoniamo? In Italia, l'unica serie decente (o almeno, che ci prova) del genere che abbia raggiunto (grazie a Sky, peraltro) un livello minimo di popolarità senza essere totalmente insulsa è forse Boris.
E poi, ascolta: My Wife and Kids, Everybody hates Chris, According to Jim... Queste, tradotte in italiano, sono: Il maresciallo Rocca, Un medico in famiglia, Centovetrine e Don Matteo. Il paragone non regge nemmeno lontanamente.
O ancora, le miniserie: It negli Stati Uniti, Puccini da noi.
Io sono convinto che se dai da mangiare merda a un cane, pur di non morire di fame se la farà piacere. E dopo anni che ingurgita schifezze, ha il senso del gusto talmente addormentato che se gli metti su un piatto rifiuti e coniglio, scanserà il coniglio.
Ma prova a dargli in pasto qualche cosa di buono per qualche anno, e vedrai che riuscirai a farci soldi senza rinunciare (troppo) alla qualità.
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Valuta però che le serie che arrivano da noi sono pure quelle di successo, eh! Non avrebbe senso prendersi serie scarse...
Anche gli americani hanno la loro generosa dose di spazzatura (voglio dire... Le sit-com di Disney Channel :o)...
Più che altro loro riescono a creare roba di un certo livello oltre la spazzatura tutta uguale, ma quella è pure una questione di numeri (loro sono di più! Con tutto ciò che ne consegue).
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[cite]Autore: Mark[/cite]Valuta però che le serie che arrivano da noi sono pure quelle di successo, eh!
Certo, ma le nostre serie di successo sono comunque schifezze, per la grandissima parte; il punto è quello (figuriamoci poi esportare qualche cosa... Al limite, sono i bravi sceneggiatori che vanno a lavorare all'estero direttamente).
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[cite]Autore: Mark[/cite]Pensa che una volta ho letto un commento da una parte (si parlava però dell'acquisto di Anime) di un tipo che si diceva scandalizzato dal fatto che le trasmittenti televisive italiane pensino più ai soldi che a quello che acquistano...
Certo! Da che mondo e mondo le aziende lavorano per la gloria, mica per vivere, anche gli impiegati, sono tutti lì perché altrimenti non sanno come riempire la giornata, poveri noi...
Occhio che la questione è meno semplice di così.
Dare per scontato che un'azienda non debba avere altro scopo che il profitto è un modo di pensare che porta dritto al liberismo, che è la MORTE AUTOMATICA (IMO, ma sono in buona compagnia) del Libero Mercato.
Di recente (fonte: la mia tesi di laurea :P e, più seriamente, le fonti in essa citate) s'è aperto un ampio dibattito su quali possano/debbano essere le priorità di un'azienda.
Se poi c'è un'azienda a partecipazione statale come la RAI, lo Stato ha il diritto/dovere di supplire alle carenze e alle distorsioni degli attori (aziende e altri enti) privati... Ma ci stiamo allargando PARECCHIO, temo.
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Io sono convinto che se dai da mangiare merda a un cane, pur di non morire di fame se la farà piacere. E dopo anni che ingurgita schifezze, ha il senso del gusto talmente addormentato che se gli metti su un piatto rifiuti e coniglio, scanserà il coniglio.
Ma prova a dargli in pasto qualche cosa di buono per qualche anno, e vedrai che riuscirai a farci soldi senza rinunciare (troppo) alla qualità.
BINGO!
fanmail.
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[cite]Autore: Mark[/cite][p]Più che altro loro riescono a creare roba di un certo livello oltre la spazzatura tutta uguale, ma quella è pure una questione di numeri (loro sono di più! Con tutto ciò che ne consegue).[/p]
Ci riescono anche gli inglesi, che non sono poi molti più di noi...
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[cite]Autore: Matteo Turini[/cite]Io sono convinto che se dai da mangiare merda a un cane, pur di non morire di fame se la farà piacere. E dopo anni che ingurgita schifezze, ha il senso del gusto talmente addormentato che se gli metti su un piatto rifiuti e coniglio, scanserà il coniglio.
oh, che parallelismo raffinato! e così siamo tornati IT!
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[size=20]SIETE OFF-TOPIC![/size][/b]
Eccheccavolo, ma avete il ditino rattrappito e atrofizzato quando c'è da aprire un thread separato? Mica li pagate, eh?