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Archivio => General => Topic aperto da: Fabio Succi Cimentini - 2010-02-21 19:47:21

Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Fabio Succi Cimentini - 2010-02-21 19:47:21
[size=13]edit del moderatore (Moreno): questo thread partiva inizialmente dal post numero 6, ma visto che partiva da un off-topic nel thread originale, ho preferito spostare anche questi post tutti insieme qui[/size]
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Dio mio, le ispirazioni di Legend of Koizumi :°°°D
Colgo la palla al balzo per cercare chiarimenti su una frase di Moreno, dato che la parte sull'interpretazione mi ha un po' spiazzato anche se stimolato.

Citazione
L'importante è la partecipazione REALE, quella dentro di lei, non quella FINTA, di facciata.


Ma non rischiamo di fraintendere e tornare al problema del "giocatore di Vampiri che vive tutto nella testa" e finisce nell'incomunicabilità davanti agli altri?
Sarà che una certa dose di 'acting' (interpretazione ormai mi sembra fin troppo vasto come concetto), anche il semplice dire qualche riga 'in stile', la trovo molto legata al coinvolgimento più che non alla 'bravura interpretativa', e che per me un po' di enfasi nel parlare in character aggiunge spunti e vividità al gioco...
Ma magari sarà meglio aprire un thread a parte.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Moreno Roncucci - 2010-02-21 19:54:57
Citazione
[cite]Autore: Tozzie[/cite]
Citazione
[p]L'importante è la partecipazione REALE, quella dentro di lei, non quella FINTA, di facciata.[/p]
[p]Ma non rischiamo di fraintendere e tornare al problema del "giocatore di Vampiri che vive tutto nella testa" e finisce nell'incomunicabilità davanti agli altri?[/p]


Ho parlato di PARTECIPAZIONE, non di masturbazione.

Per il discorso "interpretazione/recitazione", aspetto il nuovo thread, ma preannuncio che in diversi rimarranno scandalizzati da quanto considero futile e "finto" tutto il discorso "tradizionale" sulla "recitazione" (chiamata a sproposito "interpretazione"), sostituto artificiale di una CA funzionante ...  :-)
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Fabio Succi Cimentini - 2010-02-21 20:01:12
Ok, però vedevo il rischio di leggere così "partecipazione dentro di se" - mi piacerebbe vedertelo esplicare bene una volta partito il thread. E poi sono d'accordo sul chiamarla 'recitazione', dato che l'interpretazione mi sembra un concetto molto più comprensivo del 'gestire' ed 'esplorare' il personaggio (sigh, aspetto la stangata della BM Watch :° )

Comunque vediamo se 'sto thread parte stasera, devo giusto restare sveglio.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Moreno Roncucci - 2010-02-21 20:06:09
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][cite]Autore: Tozzie[/cite]
Citazione
[p]L'importante è la partecipazione REALE, quella dentro di lei, non quella FINTA, di facciata.[/p]
[p]Ma non rischiamo di fraintendere e tornare al problema del "giocatore di Vampiri che vive tutto nella testa" e finisce nell'incomunicabilità davanti agli altri?[/p]


Faccio un esempio tratto da un altra forma di attività sociale di gruppo: l'orgia.

In una cultura basata sulla frigidità e l'impotenza, nasce una scuola di pensiero secondo cui i "bravi scopatori" sono quelli che gridano più forte "oh come godo", e magari fanno l'espressione più "realistica" mentre lo dicono. Ovviamente la posizione (equivalente del "sistema") non conta, visto che l'orgasmo non è reale.

Se a questa situazione sociale sostituisci un orgia con posizioni che facciano godere tutti fino al raggiungimento dell'orgasmo, è ancora tanto importante essere bravi nel far finta?

Anche lì, se non fai mente locale sulla differenza, quando ti dico "il punto è che devi fare quello che ti piace, non andare in giro a preoccuparti che gli altri facciano le giuste espressioni" ("non sei il GM responsabile del divertimento degli altri") possa sembrare in contrasto con "non stare in un angolo a masturbarti da solo" ("ciascuno è responsabile anche del divertimento degli altri"), e "l'importante è l'orgasmo reale, non quello finto" possa sembrare appunto un invito alla masturbazione (il giocatore che si gioca il personaggio da solo nella sua testa). Notare che questi equivoci nascono dal dimenticarsi ogni volta del concetto di "rapporto sessuale finalizzato all'orgasmo" (la CA). Anche se magari lo si è provato, non è stato ancora "metabolizzato" nelle idee legate alle conseguenze sociali.

L'esempio è molto indicativo anche in un altro senso: pensate a quanto sarebbero contrari a questa "rivoluzione sociali" quelli bravissimi a simulare l'orgasmo ma che magari nella realtà sono impotenti...  :-)
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Mattia Germini - 2010-02-21 20:11:55
@ Moreno: sono senza parole: fan mail a pioggia
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Fabio Succi Cimentini - 2010-02-21 21:12:05
Parto da questa (http://www.gentechegioca.it/vanilla/comments.php?DiscussionID=1988) discussione e il confronto che ne è cominciato a uscire: come promesso apro questo thread per soffermarci sul 'caratterizzare' i personaggi specialmente attraverso la recitazione.
Quoto le parti più salienti dei discorsi di Moreno:

Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]L'interpretazione (nel senso di "recitazione", immagino) è un falso problema. L'insistenza nel far "recitare" i giocatori, nel gioco "tradizionale", è un mettere il carro davanti i buoi. O meglio, un voler sopperire ad una mancata partecipazione con una partecipazione "finta", "recitata", di facciata.[/p][p]PRIMA ci si appassiona al gioco, ai personaggi, alle vicende, e poi si interpretano senza fatica e senza pensarci. Se qualcuno è timido e non ha voglia di recitare in prima persona, che problema è? Mica è un saggio teatrale. Parlerà in terza persona. L'importante è la partecipazione REALE, quella dentro di lei, non quella FINTA , di facciata.  Non spingere per farle fare karaoke o fare saggi teatrali. Anzi, rassicurala sul fatto che non c'è nessun problema e che si può tranquillamente narrare in terza persona.[/p][p]Se non si sente "forzata" e spinta a farlo di forza, l'interpretazione sarà molto più sincera e soddisfacente, quando viene.[/p]


Citazione
Faccio un esempio tratto da un altra forma di attività sociale di gruppo: l'orgia.
In una cultura basata sulla frigidità e l'impotenza, nasce una scuola di pensiero secondo cui i "bravi scopatori" sono quelli che gridano più forte "oh come godo", e magari fanno l'espressione più "realistica" mentre lo dicono. Ovviamente la posizione (equivalente del "sistema") non conta, visto che l'orgasmo non è reale.
Se a questa situazione sociale sostituisci un orgia con posizioni che facciano godere tutti fino al raggiungimento dell'orgasmo, è ancora tanto importante essere bravi nel far finta?
Anche lì, se non fai mente locale sulla differenza, quando ti dico "il punto è che devi fare quello che ti piace, non andare in giro a preoccuparti che gli altri facciano le giuste espressioni" ("non sei il GM responsabile del divertimento degli altri") possa sembrare in contrasto con "non stare in un angolo a masturbarti da solo" ("ciascuno è responsabile anche del divertimento degli altri"), e "l'importante è l'orgasmo reale, non quello finto" possa sembrare appunto un invito alla masturbazione (il giocatore che si gioca il personaggio da solo nella sua testa). Notare che questi equivoci nascono dal dimenticarsi ogni volta del concetto di "rapporto sessuale finalizzato all'orgasmo" (la CA). Anche se magari lo si è provato, non è stato ancora "metabolizzato" nelle idee legate alle conseguenze sociali.


Premettendo che le metafore mi stanno ancora indigeste, anche se questa devo ammettere che era suggestiva :)
Sono d'accordo che se andiamo a parlare di pretese, della ricerca di una perfezione recitativa anche calata nell'eterno errore "role vs. roll", magari anche del PX all'interpretazione, trattiamo di atteggiamenti che pure per me, oramai, sono sbagliati. Quasi lapalissiano oramai, almeno su questi lidi. Anche perchè forzare "devi interpretare! Parla col vocione!" al giocatore timido o poco convinto o chissà cosa finirà a portare a un risultato più ridicolo e fuori luogo che coinvolgente.
Però non vorrei che per dare contro a fossilizzazioni e luoghi comuni si arrivasse a sminuire l'apporto che per me può offire 'la' recitazione in se: o meglio una recitazione calata nel contesto, nelle finalità, nella CA. Chissenefrega dello sfoggio di bravura, parlo di esprimere quella partecipazione interiore in maniera più vivida, più coinvolgente per tutti. Credo che 'interpretare' in questo senso possa anche significare aggiungere ricchezza al contesto della situazione. Non solo a livelli di enfasi: un modo di parlare peculiare, o una battuta arguta 'per caratterizzazione', direi che possono aggiungere vitalità al gioco stesso. Del resto, tornando in AiPS da cui è partita la discussione, se si parla tanto in termini di elementi da serial come commento sonoro, inquadrature, movimenti di telecamera... perchè non mettere un bell'investimento anche nella resa dei personaggi?

Insomma, vorrei che partecipazione interiore ed esteriore non si escludessero proprio: proprio come ho trovato molto utile a suo tempo discutere sul framing aggressivo e sul non doverlo scindere da un'attenzione al dettaglio, alla costruzione vivida. Ecco, la intendo proprio in questi termini.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Davide Losito - ( Khana ) - 2010-02-21 21:35:38
Fan Mail.
Bravissimo.
Secondo me questo discorso va a braccetto con quello sulla Fiction e la CA GAM.
Si gioca "nella" Fiction e "per la" Fiction. Altrimenti non è Roleplay.
La recitazione -non- deve sostituire o sopperire a carenze di sistema, ma allo stesso tempo, non ci si deve limitare a invocare regole per giocare.
E' Gioco di Ruolo e i "Roll" si fanno quando il "Role" non risolve i nodi narrativi.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Mauro - 2010-02-21 21:47:51
Il punto credo sia che la recitazione non è il Graal spacciato in passato, qualcosa di assoluto, senza il quale non si è Bravi Giocatori, anche ammesso che si stia giocando di ruolo; piú che demonizzarla, credo che il senso dell'intervento fosse toglierle l'aura "divina" che a volte le viene data (anche se io, giocando a On Stage, sono stato criticato perché recitavo...).
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Fabio Succi Cimentini - 2010-02-21 22:05:01
Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]
Si gioca "nella" Fiction e "per la" Fiction. Altrimenti non è Roleplay.
[/p]


Ma infatti; personalmente credo giusto che siano esagerazioni da evitare, sia l'elitarismo della recitazione che un impulso di estrema sintesi ed essenzialità a rischio di aridità. E concordo sul togliere l'aura alla recitazione, Mauro (ossantocielo, mi sembra di essere tornato a studiare Walter Benjamin :°°°D), ma appunto credo che l'importante sia non passare da un estremo all'altro.
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Inserito da: Antonio Caciolli - 2010-02-21 22:46:35
io ho sentito dire "ma quelli non giocano... parlano solo in terza persona"
secondo me frasi del genere vanno sfatate. ma neanche evitare la parte recitativa. le voci dei pg di Tazio e di Suna io le adoro quando giochiamo

a me personalmente piace fare una commistione di stili tra terza e prima persona e magari usare la terza per spiegare alcune cose e la prima per caratterizzarle
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Massimo Baldan - 2010-02-21 23:24:14
A mio giudizio ritengo che il Role Play venga con il tempo.

Interpretare non è facile, ed ogni gruppo ha un modo proprio di fare.
Ci sono gruppi dove si "recita", altri dove si "interpreta" altri dove si gioca.

L'abilità nel giocare viene con il tempo, si apprende dal resto del gruppo, ed una persona che si trova in un nuovo gruppo, od un gruppo di neo formazione difficilmente farà Role Play in modo adeguato.

Stà al gruppo trovare lo stile, non s'impone, non si obbliga nessuno, si pazienta.

Poi un giorno verrà da se che in una determinata situazione il Role Play prenderà talmente tanto corpo da compiere fisicamente quel salto sul tavolo gridando: "Moradin" mentre si gioca una rissa.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Marco Amicone - 2010-02-21 23:41:55
Beh ma quello sicuramente, il punto è molto semplicemente che la "recitazione sentita" è un bell'extra, ma stop...
Probabilmente aiuta a sentirsi più coinvolti se piace a tutti (secondo me, se c'è un giocatore un po' più timido meglio evitare virtuosismi per non farlo sentire emarginato, basta aspettare si sciolga un po'!), ma come cosa da sola non serve ad un bel niente e soprattutto non può compensare tutto il resto!

Quindi prima bisogna pensare al resto, oliare gli ingranaggi e assicurarsi che nel gruppo siano tutti interessati e coinvolti, solo poi puoi pensare ad installare l'aria condizionata!
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Niccolò - 2010-02-22 00:49:29
Fang "got it right"

ci sono gruppi che trovano il loro equilibrio, e gruppi che si formano proprio per una serie di criteri estetici comuni, come ad esempio l'amore per la recitazione.

quello che va sfatato è la superiorità assoluta di un approccio su di un'altro, o la "giustezza intrinseca" di un approccio. ciascuno gioca come vuole, e quando il gioco e le superstizioni non si mettono in mezzo, arriverà a interagire con gli altri nel modo migliore per tutti.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Niccolò - 2010-02-22 00:55:16
edit: con lo split il commento non ha più molto senso :D
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Moreno Roncucci - 2010-02-22 03:51:36
Cosa vuol dire "interpretare un personaggio?".

Non ho mai trovato una definizione semplice ed univoca che mi soddisfacesse, ma nella specifica attività chiamasta "role-playing" per me si può dire che è un qualcosa composto da due cose: il RISPETTO del personaggio (non considerarlo solo numeri su carta, insomma) e L'ESPRESSIONE del personaggio. Cioè, non basta immaginarsi un bel personaggio nella propria testa. Bisogna anche farlo "vedere" agli altri giocatori, quando lo interpreti.

Come tanti altri, ho creduto anch'io per anni che il "bel role-playing" fosse nell'interpretare il più possibile in character, anche se non sono mai stato un "talebano" che lo imponeva a tutti: però consideravo con un certo compatimento quelli che non ne erano capaci...

Poi, il tempo, l'esperienza con giochi diversi e la lettura di un sacco di osservazioni sull'argomento mi hanno fatto cambiare completamente idea. E ora vedo quella "mania dell'interpretazione in prima persona" come, nel caso migliore, una toppa sgangherata sopra la mancanza di vera partecipazione, e nel caso peggiore, una forma di dominio sociale da parte di alcuni giocatori su altri ("tutto quello cje dici lo dice il tuo personaggio".

Fact:  non siamo attori. Parlare in character spesso va contro la chiarezza espositiva. Il gioco con giochi dove la chiarezza è più importante dello sfoggio mi ha fatto vedere come spesso dire "mi volto verso di lui, addolorato, e gli dico di stare a suo posto" è molto meglio che non il provare a "recitarlo" (con l'interlocutore che magari capisce che lo dici da arrabbiato, non da addolorato)

Fact: come antidoto al "giocatore che considera il suo personaggio una somma di numeri", il dire "interpreta il personaggio" fa cagare. Non serve a nulla e anzi peggiora le cose. E se considera invece il suo personaggio come tale.. perchè mai dovrebbe dimostrarlo a te? Se non hai chiaro qualcosa chiedi, ma quello che puoi pretendere è una risposta, non un saggio teatrale...

Fact: se il gruppo arriva ad una CA comune, i problemi di "immedesimazione" spariscono. E nessuno, davvero, fa più caso a chi parla in prima persona e chi no. Sono pippe che ti fai quando ti annoi e stai a giudicare come giocano gli altri.

Fact: la partecipazione emotiva batte la recitazione, ogni singola volta, come intensità e sincerità.

Esempio: un viscido e laido NPC mette la mano sul culo della protagonista, in una taverna malfamata dove gli avventurieri sono in incognito.

Giocatrice A: (guarda con disprezzo il GM, in character) "altolà, messere! Mi ha forse scambiata per una comune servetta da taverna? Io sono la Duchessa Von Rotterbach, e nessun uomo può permettersi di mancarmi di rispetto! Se mi porgerà le sue più deferenti scuse, le risparmierò la vita, in caso contrario sarò costretta a sfidarla e assaggerà il filo della mia spada, Ernoth la Tenebrosa: a lei la scelta!"
Giocatrice B (guardando il GM sbalordita) "ha fatto COSA??? MA IO GLI SPACCO IL CULO!!! Gli volo addosso e gli spezzo tutte le ossa, e poi lo faccio volare fuori dalla finestra a pedate!"

Ecco, io preferisco la reazione B, anche se è più anacronistica e meno "recitata". E' più "vera"  :-)

E questa è una cosa generale: più si "recita", meno la giocata e' "vera". C'é' distanza dal personaggio, meno passione nel gioco.

Non voglio quindi discorsi in prima persona? Ovvio che no! Non ho detto che interpretare "bene" è  anche "comunicare bene"? Spesso il discorso diretto, in prima persona, è la maniera più chiara e diretta di comunicare. Spesso dire dritto sul naso "fatti da parte o muori" è meglio (più comunicativo...) del dire "lo minaccio di farlo fuori se non mi fa passare", e poi, quando c'è partecipazione, immedesimazione, etc, il discorso diretto ti scappa fuori, ti viene naturale, non dici "lo prende per il bavero" ma "lo prendO per il bavero". Ma si deve fare in ogni momento di gioco quello che ti viene naturale, spontaneo, divertente. Che può ANCHE essere composto da recitazione. Ma anche no. E andare a cercare più "recitazione" di quanta ti viene naturale per adeguarti ad un idea esterna di "come si gioca bene" è solo una distrazione inutile, se non dannosa.

Recita quanto ti piace e non di più. E' ben altro quello che conta, in un gdr.

Su queste cose c'è un vecchio thread, dedicato all"immedesimazione (immersion) che però è utile anche quando si parla di recitazione:
Beating a Dead Horse? (http://www.indie-rpgs.com/forum/index.php?topic=25417.0)
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Davide Losito - ( Khana ) - 2010-02-22 04:29:57
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Ecco, io preferisco la reazione B, anche se è più anacronistica e meno "recitata". E' più "vera"  :-)

Aspetta...
La reazione B è più anacronistica.
La reazione B è meno "recitata".

Fine.
Che sia più "vera" la A o la B è assolutamente da vedere, puoi sicuramente dire che -a te- piace di più la reazione B, ma definirla "più vera" vuole dire già dare un giudizio qualitativo alle reazione out-of-character.
Ci sono persone che "recitano" anche out-of-character e la reazione OOC non è necessariamente quella "un safe", senza contare che il sè per sè, il gioco "un safe" non è necessariamente "migliore".
Siamo nel campo del gusto personale e ci sono situazioni e situazioni.
Non pensiamo sempre al Fantasy e alle altre-Storie per fare paragoni, se alla Utopia GdR di Padova non avessimo "recitato" certe scene di Fiasco, non avrebbero reso bene come hanno reso.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Moreno Roncucci - 2010-02-22 05:19:19
Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]Non pensiamo sempre al Fantasy e alle altre-Storie per fare paragoni, se alla Utopia GdR di Padova non avessimo "recitato" certe scene di Fiasco, non avrebbero reso bene come hanno reso.


Ah, ma (parlando personalmente per te, visto che non puoi entrare nella testa degli altri), ti è venuto naturale e spontaneo "recitare" in quella maniera, o ti sei dovuto sforzare?

E' in questa maniera che intendo "vera": naturale e spontanea. Non sto dicendo di sforzarsi di recitare di meno, proprio come non dico di recitare di più: dico che visto che la Recitazione nel gdr non è un valore in sé, ma solo quando deriva da altri cose che sono sì un valore in sé (immedesimazione, visione del personaggio, capacità espressiva, passione in gioco, etc.), allora non ha assolutamente senso lo sprecare energie per sforzarsi di recitare di più (o di meno).  Visto che oltretutto è uno sforzo che può distrarre dalle cose più importanti.

(a volte viene usata persino come rifugio: ho visto in almeno due occasioni giocatori rifugiarsi in una recitazione molto caricata per distanziarsi dai personaggi in "dubbio" e giocare più safe)

Semmai, bisogna sforzarsi di COMUNICARE MEGLIO. Quello sì che è utile.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Davide Losito - ( Khana ) - 2010-02-22 05:52:47
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Ah, ma (parlando personalmente per te, visto che non puoi entrare nella testa degli altri), ti è venuto naturale e spontaneo "recitare" in quella maniera, o ti sei dovuto sforzare?

Era assolutamente naturale e spontanea.

Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]E' in questa maniera che intendo "vera": naturale e spontanea. Non sto dicendo di sforzarsi di recitare di meno, proprio come non dico di recitare di più: dico che visto che la Recitazione nel gdr non è un valore in sé, ma solo quando deriva da altri cose che sono sì un valore in sé (immedesimazione, visione del personaggio, capacità espressiva, passione in gioco, etc.), allora non ha assolutamente senso lo sprecare energie per sforzarsi di recitare di più (o di meno)

Infatti con questo concordo completamente.
Per la precisione, credo che ci siano situazioni che necessitano Recitazione e situazioni che la devono tenere lontana. Non c'è un "one way", neanche in questo caso.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Fabio Succi Cimentini - 2010-02-22 09:48:49
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Semmai, bisogna sforzarsi di COMUNICARE MEGLIO. Quello sì che è utile.

Ecco, chapeau per la sintesi e chiarezza di questa frase.
Questa è una cosa che effettivamente trovo molto utile e non così scontata da capire: io stesso sono stato per un po' di tempo uno zelota dell'in-character, dell'evitare il più possibile i chiarimenti 'esterni' per timore di intaccare l'immaginazione di una scena, e ora pur continuando a tenere a una recitazione comunicativa e vivida ho assimilato di più idee legate alla chiarezza e comunicatività.

Poi concordo con Davide sull'evitare di sostituire una One True Way con un'altra: effettivamente avevo aperto il thread sostanzialmente per questo, cioè per il timore che, come col framing aggressivo, potesse nascere una lettura totale e fraintesa tipo "via quelle stronzate di frasi in-character, parliamo tutti in terza persona che tanto alla storia bella ci pensa solo il sistema", un po' come quelle letture parodiche che 'questi sono tutti robottini rule lawyer, seguono le regole in modo meccanico e poi dicono di fare le figate'. Io non sono per i fiumi logorroici di frasi caricatissime e balzane in character - per quando logorroico io lo sia e a volte questo mi succeda giocando :°D - volevo giusto evitare che l'espressione recitata del personaggio, da dogma, diventasse un disvalore.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2010-02-22 10:31:19
Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]Che sia più "vera" la A o la B è assolutamente da vedere, puoi sicuramente dire che -a te- piace di più la reazione B, ma definirla "più vera" vuole dire già dare un giudizio qualitativo alle reazione out-of-character.
Ci sono persone che "recitano" anche out-of-character e la reazione OOC non è necessariamente quella "un safe", senza contare che il sè per sè, il gioco "un safe" non è necessariamente "migliore".
Siamo nel campo del gusto personale e ci sono situazioni e situazioni.

Concordo con Khana E ANCHE con Moreno. Ohibò, com'è possibile?

Penso che Khanan abbia ragione a dire che la reazione non-recitata non sia necessariamente la più "vera", ma credo anche che nell'esempio di Moreno fosse chiaro che la reazione recitata, esempio A, fosse "ampollosa ai fini di giocare più safe" [EDIT: vedi post subito qui sotto, appunto!].
Una eventuale reazione C, recitata ma spontanea, è possibilissima. ^_-

Io di solito, anche se non frega nulla a nessuno, tendo a mixare recitato e descritto.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Hoghemaru - 2010-02-22 10:44:14
scusate, ma secondo me il punto dell'esempio di moreno non stava nel "recitare vs non-recitare", ma nel "partecipazione vs distacco"

una recitazione in prima persona, ma distaccata non vale un decimo di una reazione spontanea e genuina anche se raccontata in terza persona.

e quando c'è partecipazione la scelta della prima o della terza persona diventa una semplice scelta estetica, uno strumento narrativo per rendere più efficace ciò che si vuole comunicare.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: P.Jeffries - 2010-02-22 11:47:14
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]Giocatrice A: (guarda con disprezzo il GM, in character) "altolà, messere! Mi ha forse scambiata per una comune servetta da taverna? Io sono la Duchessa Von Rotterbach, e nessun uomo può permettersi di mancarmi di rispetto! Se mi porgerà le sue più deferenti scuse, le risparmierò la vita, in caso contrario sarò costretta a sfidarla e assaggerà il filo della mia spada, Ernoth la Tenebrosa: a lei la scelta!"
Giocatrice B (guardando il GM sbalordita) "ha fatto COSA??? MA IO GLI SPACCO IL CULO!!! Gli volo addosso e gli spezzo tutte le ossa, e poi lo faccio volare fuori dalla finestra a pedate!"[/p][p]Ecco, io preferisco la reazione B, anche se è più anacronistica e meno "recitata". E' più "vera"  :-)[/p]


In teoria, in una narrazione bisognerebbe (è consigliato) avere una certa coerenza (nei personaggi, nei luoghi, negli eventi,...) affinché si creda alla realtà narrativa. Le due risposte sono tutte e due "buone" a seconda del personaggio in questione. Se una dama risponde con la B non c'è spontaneità che tenga (sempre che questa spontaneità sia poi un valore...) nel ritenerlo un comportamento poco appropriato per il personaggio, che sarà alle prese con un'evidente caduta di stile.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Paolo Busi - 2010-02-23 01:04:48
Un attimo: prima di partire per la tangente bisogna definire cosa s'intende per "recitazione".
Perché "interpretare un personaggio" è una cosa, recitare un'altra.

Un personaggio è definito da quello che fa, non da quello che è: ho un bel da scrivere statistiche nella scheda, se poi me ne sbatto mentre gioco e faccio quello che mi passa per la testa in quel momento, potevo risparmiarmi tempo e inchiostro.
Un esempio su tutti: quei bei personaggi di D&D con Forza, Costituzione e Destrezza pompati, ma con Saggezza e Intelligenza sotto la media che, però sono capaci di analisi tattiche che neanche Rommel riusciva a fare. O quei bei gruppi guidati da un personaggio con Carisma 5 che però ha dalla sua l'essere "portato" dal giocatore leader del gruppo.
Se i giocatori riescono a far  fare al loro Personaggio il passaggio Scheda-Gioco abbiamo già fatto un bel passo avanti.

Poi abbiamo l'interpretare il personaggio, cioé il farlo reagire tenendo conto delle "date circostanze". AIPS si basa in massima parte su questo: il produttore "picchia" sul Problema del Personaggio e il Giocatore fa reagire quest'ultimo coerentemente con quanto è stato creato fino a quel momento. E anche qui ciò che fa il personaggio che lo definisce, non la scheda o la "recitazione". D&D ha tutta la menata degli Allineamenti, il buon vecchio RECON se ne sbatteva (e mai i miei personaggi hanno affrontato dilemmi più atroci, forse perché sapevano che erano sostituibili con soli tre tiri di dado).

Infine arriviamo alla recitazione e qui son dolori.
Chi vuole fare l'attore - su questo concordo con Gygax - faccia teatro, non giochi di ruolo. Recitare riguarda l'autenticità di quello che facciamo: l'attore deve essere autentico in quello che porta in scena, non vero. Se è "vero", allora deve andare da uno psichiatra. Posso impegnarmi più che posso a portare in scena i dubbi di Amleto, ma non sono il Principe di Danimarca il cui zio ha ammazzato il padre e sposato la madre. Per quando una recitazione sia intensa, per quanto l'attore sia immedesimato nel personaggio, sa sempre dove finisce il palcoscenico e si vola di sotto.
Se al tavolo mi viene la battuta giusta posso dirla per il divertimento mio e dei miei compagni. Posso anche avere scambi di battute "in personaggio", ma siamo sempre nel regno del "facciamo che io ero...", non in quello della recitazione. Se giocando devo sorbirmi la pessima recitazione dei miei compagni ed ammorbarli io stesso con la mia, preferisco che ognuno si limiti a descrivere ciò che il suo personaggio fa. Poi, ci sono gruppi che si divertono a recitare? Benissimo, sono contento per loro (senza ironia alcuna), però che non pretendano che io faccia la stessa cosa.

Il vero lavoro dell'attore sta tutto nell'interpretare il personaggio:  il decidere perché quel personaggio dice quella battuta; se pensa solo al come dirla allora è non sta lavorando bene. Allo stesso modo nel gioco di ruolo è come il personaggio affronta i dilemmi morali che incontra ciò su cui il giocatore deve concentrarsi, tutto il resto è solo colore delle tende.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Davide Losito - ( Khana ) - 2010-02-23 11:12:21
Citazione
[cite]Autore: Pabu[/cite]Il vero lavoro dell'attore sta tutto nell'interpretare il personaggio:  il decidereperchéquel personaggio dice quella battuta; se pensa solo al come dirla allora è non sta lavorando bene.


Il discorso è questo e vale anche, nella misura delle loro capacità, per i giocatori di ruolo.
Credo che su questo forum ci sia una implicita propensione ad usare il termine "recitare" al posto di "interpretare", perché "interpretare" è un termine che può essere fuorviante, in quanto nei tradizionali è stato più volte associato a "interpretare le regole", "interpretare il risultato".

Qualsiasi termine italiano usi, la traduzione in questo caso è "roleplay"; se vuoi un terzo sinonimo è "impersonificare un ruolo".
Poi, proprio perché siamo in un GdR e non a teatro, questo "impersonificare" rappresenta tutto quello che hai detto, ivi compreso adeguarsi allo squallido punteggio di intelligenza che ti sei messo sulla scheda :)
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Mauro - 2010-02-23 13:30:25
Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]proprio perché siamo in un GdR e non a teatro, questo "impersonificare" rappresenta tutto quello che hai detto, ivi compreso adeguarsi allo squallido punteggio di intelligenza che ti sei messo sulla scheda

Se però il gioco è gamista (metti D&D 4ª), fare scelte tattiche sbagliate perché il personaggio ha poca intelligenza non va contro il senso stesso del gioco?
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Matteo Suppo - 2010-02-23 13:41:43
Ed è anche stupido, perché il fatto che un personaggio non sia una cima in matematica non significa che non sappia combattere. Quello è un sogno dei nerd che vogliono un mondo in cui gli stupidi bulli che li picchiano vengono sconfitti facilmente dalla forza del cervello e dell'amore.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Ezio - 2010-02-23 13:43:17
triex, stai tornando acido XD
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Marco Amicone - 2010-02-23 14:20:35
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[cite]Autore: triex[/cite][p]Ed è anche stupido, perché il fatto che un personaggio non sia una cima in matematica non significa che non sappia combattere. Quello è un sogno dei nerd che vogliono un mondo in cui gli stupidi bulli che li picchiano vengono sconfitti facilmente dalla forza del cervello e dell'amore.[/p]


Infatti i tipi di intelligenza sono diversi e non si possono riassumere in un semplice punteggio!

Poi c'è anche da considerare che quei punteggi in D&D e affini valgono quel che valgono, alla fine quantificano la probabilità che si possa verificare un evento, li che vuol dire che per qualche assurdo tiro sfigato il personaggio con intelligenza bassa possa elencare le abitudini riproduttive dei beholder (che ho trovato in un manuale, brrr) mentre il mago studioso, non sappia che pesci prendere...
Una cosa che non mi è mai piaciuta!
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Davide Losito - ( Khana ) - 2010-02-23 14:26:50
Banalmente, in un gioco Gamista è il GIOCATORE che sceglie le tattiche e non il Personaggio...
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Moreno Roncucci - 2010-02-23 15:27:21
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[cite]Autore: khana[/cite]Banalmente, in un gioco Gamista è ilGIOCATOREche sceglie le tattiche e non il Personaggio...


Ma questo avviene SEMPRE. Il personaggio non può prendere decisioni, non esiste...

Quella che cambia è la scala delle priorità che usa per prendere decisioni, non il fatto che decida sempre e comunque lui.

E tanto per frenare un altro equivoco...

Citazione
[cite]Autore: Mauro[/cite]Se però il gioco è gamista (metti D&D 4ª), fare scelte tattiche sbagliate perché il personaggio ha poca intelligenza non va contro il senso stesso del gioco?


Questo vuol dire confondere il gamismo con la pawn stance (che non è nemmeno una CA).

Il gamismo è semplicemente considerare (priorizzare) il gdr come gioco (nel senso di game). Un gioco ha regole. Interpretare il personaggio fa parte delle regole.

1001 nights non arriverà mai troppo presto. Questa storia che il gamismo sia muovere pedine ammazzando mostri ha da fini'...
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Emanuele Borio - 2010-02-23 15:30:11
Citazione
[cite]Autore: khana[/cite][p]Banalmente, in un gioco Gamista è ilGIOCATOREche sceglie le tattiche e non il Personaggio...[/p]


Perchè, a volte avviene che è il personaggio a decidere? O_o

EDIT: crosspost -.-
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Mauro - 2010-02-23 17:31:18
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]1001 nights non arriverà mai troppo presto. Questa storia che il gamismo sia muovere pedine ammazzando mostri ha da fini'

So che il gamismo non è solo quello, non a caso ho esplicitato un gioco in cui quella componente è rilevante.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Rafu - 2010-02-23 18:54:52
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[cite]Autore: triex[/cite]Quello è un sogno dei nerd che vogliono un mondo in cui gli stupidi bulli che li picchiano vengono sconfitti facilmente dalla forza del cervello e dell'amore.


Fanmail. In quantitativo brutale.
Titolo: "Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi
Inserito da: Davide Losito - ( Khana ) - 2010-02-23 22:25:06
Rispondevo a Mauro che aveva sollevato la questione.
Il discorso per me si risolve in un modo molto banale. I giocatori si mettono d'accordo prima sulle tattiche da usare, poi il Personaggio farà in fiction qualcosa all'interno di quella tattica che ne dimostrerà la mancanza di intelligenza.

Tipo "ci serve una esca per stanare il drago! Chi si offre faccia un passo avanti" e tutti fanno un passo indietro, tranne il nostro Warrior-dumb che quindi viene mandato in avanti come esca borbottando che è la quindicesima volta in due settimane che gli tocca.

Tattica salvata, intelligenza (o mancanza) pure.
Questo per giochi "a fisica del mondo".

Per giochi più moderni, io ho iniziato da tempo a considerare i punteggi come "qualità narrative" piuttosto che "quantità ludiche". In un gioco come Cold City, avere Ragione bassa non vuole necessariamente dire che uno è stupido, ma semplicemente che, in quella specifica storia, il personaggio non brillerà per scelte basate sulla Ragione.
Questo in Fragma è diventato Regola, al punto che un Personaggio può avere 1 di Cogito senza che nessuno gli impedisca di avere "Sono la persona più intelligente del mondo" come unica Descrizione di Cogito.