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Post - Paolo Busi

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Segnalazioni e News / Fiasco e l'improvvisazione teatrale
« il: 2012-01-16 01:19:24 »
Ciao a tutti,
vi segnalo che sul sito Janus, all'indirizzo http://janus-design.it/blog/paolo-busi-fiasco-teatro-dellimprovvisazione , trovate l'intervista che Andrea Rossi mi ha fatto relativamente a Matrijoska, uno spettacolo d'improvvisazione che è stato direttamente ispirato da Come Fare Fiasco.
Colgo l'occasione per ringraziare nuovamente Andrea per avere chiuso il cerchio.

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Citazione
Come mitologia, quella che mi affascina di più è quella degli aborigeni australiani:

Da quel che ho letto, cioè poco, la mia impressione è stata sostanzialmente WHAT? (e che per i criptozoologi ogni loro mito indicherebbe l'incontro con bestioni estinti. Non mi pare tuttavia pensino che ogni mito, diciamo, greco, funzioni così...) Conosci mica un sito/un libro divulgativo adatto a colmare la lacuna?

Purtroppo non ho letto molto neppure io (Terror Australis: Cthulhu Down Under non mi sento di indicarlo neppure come libro divulgativo), c'è qualcosa su wikipedia che comunque può essere una buona base di partenza.
Poi - per la gioia di criptozoologi e ufologi - vuoi mettere i Kundingas?

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Come mitologia, quella che mi affascina di più è quella degli aborigeni australiani: avrò visto troppi film di Peter Weir, ma l'Altierjinga - il Mondo del Sogno - lo trovo stupendo; così come il fatto che tutto si sia creato con il Sogno.

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Eh no però, Diabolik è un personaggio fittizio molto letto - non è un esempio e men che meno un esempio religioso.


Però a me manca il passaggio di Ulisse come esempio religioso. Ulisse è una figura mitologica, non una divinità. Al limite è nipote di Ermes, ma "per campare" fa il re, mica sta sull'Olimpo. Incarna l'astuzia, ma come qualità, non è il dio dei furbi. Un culto di Odisseo mi suona nuovo.

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C'è anche da dire che il comportamento di Ulisse, magari, 2000 anni fa non appariva così meschino.


Alla fine è stato Dante a metterlo all'Inferno (e contrariamente a quanto si crede, NON per avere superato le colonne, ma proprio per il suo utilizzo a fini malvagi della ragione, vale a dire per la questione del carro di Troia. Ma a Dio del fatto che avesse superato le colonne d'Ercole e avesse pure visto il Purgatorio non è che gliene fregasse granchè...).


Per cui è possibile che a occhi più post-medievali, e anche in conseguenza di Dante, a noi oggi quelli che Dairon scrive appaia meschino, come dicevo. Magari all'epoca era comunque preso come esempio da seguire, essendo un uomo che con la forza della ragione si è fatto strada tra gli altri, fregandoli tutti uno dietro l'altro.

Per i greci l'astuzia era un valore quanto la forza: Odisseo era famoso proprio per tutte le "porcate" che ha fatto, così come lo era Achille per il suo valore.
La bugia era considerata una virtù punto e basta, senza legarci una morale.
Non dimentichiamoci che stiamo parlando di una morale pre-cristiana, dove Bene e Male non sono ancora così definiti. Prendete tutta l'Orestea: tre tragedie, ammazzamenti, vendette, le Erinni, Apollo, i dodici saggi, poi alla fine Atena salva Oreste con una decisione del tutto arbitraria.
 
Ulisse era una figura stimata nonostante le cattiverie gratuite? Eppure non era né più né meno di Diabolik al giorno d'oggi, che sono quasi cinquant'anni che ha successo.

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Gioco Concreto / Re:[IMdA] Visualizzare i personaggi
« il: 2011-11-29 03:11:18 »
Trinità e Bambino come coppia Schianto-Arsenale?
Magari Bambino ci starebbe anche come Faceless...a patto di considerare la barba come maschera  :P 

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L'unica partita mai giocata a questo gioco è finita nel gonzo più atroce, quindi non mi sento di poter dire che ho davvero giocato al gioco. Però una cosa mi viene da pensare. L'ambientazione degli space marines nell'immaginario collettivo dei gamers in genere non mi sembra favorire le riflessioni che il gioco sembra voler incoraggiare nei giocatori (quella citata da Mauro sul 'ma perché dovremmo prendercela con degli alieni pacifici?'), ma tutt'altro, alla sboronaggine testosteronica che l'archetipo impersona. Aggiungerei a questo che da come è scritto il manuale, non mi sembrava affatto suggerire l'atteggiamento che ho appena citato (però vado a memoria qui, l'ho letto qualche tempo fa).

Curiosamente penso che come gioco funzionerebbe mille volte meglio in un'ambientazione storica come la guerra del Vietnam. Anzi mi sembra creato apposta, incluso l'odio per la patria. Penso che con quell'ambientazione l'esperienza di gioco sarebbe radicalmente diversa, e potenzialmente molto, molto migliore...

Suppongo ne sia stata una delle fonti d'ispirazione, ma 3:16 trasuda "Guerra Eterna", il romanzo che Joe Haldeman scrisse dopo la sua esperienza in Vietnam.

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Sotto il cofano / Re:Giochi umoristici o demenziali
« il: 2011-09-19 23:56:49 »
Tutto questo pippone per dire 4 cose:
 
  • Volere "fare un gioco umoristico" e "sviluppare la comicità" possono essere due cose distinte
  • L'approccio a Umorismo e Comicità devono essere serissimi, altrimenti si deraglia.
  • per fare un gioco demenziale i giocatori devono riconoscerne la demenzialità.
  • Senza nessun intento polemico: c'è bisogno di un gioco demenziale? O forse la sfida sta nel fare un gdr Comico, ma non demenziale, tipo Fiasco?
Ad istinto, mi piacciono molto questi punti.

Alcuni appunti ai punti, però.

Punto 1: suggerimenti o (ancor meglio) esempi di come si separano o si uniscono?

Punto 2: non sono sicuro di capire che intendi, specie riferendosi al GdR, che è un medium in cui autori e fruitori coincidono e quindi non capisco "da che lato" e in che momenti dev'esserci questa serietà.

Punto 3: perché altrimenti...? Anche qui ti seguo "ad istinto" ma non razionalmente.

Punto 4: il primo istinto mi dice "c'è bisogno di un gioco di un certo tipo in proporzione all'esistenza di giocatori che lo richiedono". ^_-

Vedo di chiarire:
Punto 1 - Un esempio di gioco umoristico è In Spaace!, dove elementi possono venire inseriti quasi a piacere e il sistema premia chi fa ridere gli altri, sia perché il giocatore narra abilmente di come lo scroto gli rimanga impigliato nella cerniera della tuta spaziale al momento dell'evacuazione di emergenza, sia perché al tavolo uno fa un peto e un'altro fa un sagace commento sulle abitudini alimentari. Come esempio di sviluppo della comicità c'è potenzialmente Fiasco: quasi tutti i Bisogni dei personaggi grondano Dolore, basta associarci la Verità e hai il Comico, e senza andare gonzo, anzi bisogna andare nella direzione. NB Non sto dicendo che Fiasco è Comico, ma che può diventarlo.
Punto 2 - La serietà deve stare ovunque (attenzione, serietà, non seriosità), nel sistema di gioco e nell'approccio dei giocatori. Se ogni 3x2 trovo il pretesto gratutito per fare ridere, introducendo costantemente elementi nuovi, o a scapito di quello che è stato costruito fino a lì e tutti gli altri lo fanno il risultato sarà un banchetto di acciughe.
Faccio un esempio. Il mio personaggio ha una sua visione del mondo (es - sono un contrabbandiere dello spazio), la estremizzo (sono il migliore contrabbandiere di questo braccio della galassia), gli do un qualcosa che lo avvicini al mondo reale (ho sulle spalle un debito che fatico a restituire) ottengo una sottospecie di Han Solo. Se a questo punto aggiungo un difetto che gli inficia la sua visione del mondo, tipo quando m'interrogano mi escono un sacco di tic, ho creato un Han Solo comico.
Lasciando invariato tutto il resto ho fatto una versione comica di Guerre Stellari, se tutti i personaggi subiscono lo stesso trattamento (per esempio: Luke Skywalker vuole diventare un Jedi, ma è un pavido, Leila ha un orasmo ogni volta che sente la parola "ribelli", Obi Wan Kenobi soffre di flautolenze, Darth Fener soffre di emorroidi) ho un susseguirsi di puttanate senza nè capo né coda.
Punto tre - Hai mai fatto vedere Ridere per Ridere o L'aereo più pazzo del mondo a chi si aspettava una commediola romantica?
Punto 4 - Concordo con te, però per rompere gli schemi bisogna che gli schemi ci siano, altrimenti il demenziale diventa "lo schema".

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Per una partita su VASSAL io ci sono!

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Sotto il cofano / Re:Giochi umoristici o demenziali
« il: 2011-09-18 22:06:50 »
 Ciao a tutti.
Ritengo che sia necessario però dare una definizione condivisa di Comico e di Umorismo, altrimenti diventa arduo discutere.
Per la definizione di umorismo ci potrebbe venire in aiuto Wikipedia: "L'umorismo è la capacità o la condizione di persone, oggetti o situazioni di evocare sentimenti di divertimento e suscitare la risata" (http://it.wikipedia.org/wiki/Umorismo), ma per la definizione di Comico?
A complicare il discorso c'è Pirandello, che copioincollo sempre da Wikipedia per semplicità: L'umorismo Nel saggio "L'umorismo" Pirandello distingue il comico dall'umorismo.éé[/color][/size][18][/u][/size] Il primo, definito come "avvertimento del contrario", nasce dal contrasto tra l'apparenza e la realtà. Nel saggio citato Pirandello ce ne fornisce un esempio:
[/size] « Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d'abiti giovanili. Mi metto a ridere. "Avverto" che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è appunto un "avvertimento del contrario" »
[/size] (L. Pirandello, L'umorismo, Parte seconda[/color][19][/color][/size])
[/size] L'umorismo, invece, nasce da una considerazione meno superficiale della situazione:
[/size] « Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente, s'inganna che, parata così, nascondendo le rughe e le canizie, riesca a trattenere a sé l'amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l'umoristico »
[/size] (L. Pirandello, L'umorismo, Parte seconda[/color][19][/color][/size])
[/size] Quindi, mentre il comico genera quasi immediatamente la risata perché mostra subito la situazione evidentemente contraria a quella che dovrebbe normalmente essere, l'umorismo nasce da una più ponderata riflessione che genera una sorta di compassione da cui si origina un sorriso di comprensione. Nell'umorismo c'è il senso di un comune sentimento della fragilità umana da cui nasce un compatimento per le debolezze altrui che sono anche le proprie. L'umorismo è meno spietato del comico che giudica in maniera immediata.
[/size] « non ci fermiamo alle apparenze, ciò che inizialmente ci faceva ridere adesso ci farà tutt'al più sorridere.»
John Vorhaus in Scrivere il Comico definisce il Comico come l'unione del Dolore e della Verità: una cosa ci fa ridere perché ci fa male e allo stesso tempo sappiamo che è vera. Nel caso dell'esempio di Pirandello conosciamo le umiliazioni cui ci si sottopone per non perdere la persona amata così come conosciamo il dolore di quando l'oggetto amato ci sfugge tra le dita. Si può ridere di ogni umana esperienza, basta che Verità e Dolore siano conosciuti dalle persone cui ci rivolgiamo.
Tutto questo pippone per dire 4 cose:
 
  • Volere "fare un gioco umoristico" e "sviluppare la comicità" possono essere due cose distinte
  • L'approccio a Umorismo e Comicità devono essere serissimi, altrimenti si deraglia.
  • per fare un gioco demenziale i giocatori devono riconoscerne la demenzialità.
  • Senza nessun intento polemico: c'è bisogno di un gioco demenziale? O forse la sfida sta nel fare un gdr Comico, ma non demenziale, tipo Fiasco?

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Generale / Re:Fa davvero male leggere cose false?
« il: 2011-08-23 11:40:14 »
A mio parere Odifreddi fa una bella semplificazione, miscela la Bibbia, Omero, Tolkien, Dante e Nietzche e arriva a dimostrare quello che fin dal principio voleva dimostrare; cosa sia, però, lo sa solo lui.
 
Innanzitutto le storie sono la più antica maniera di trasmissione di esperienze e di valori, fantastiche e non: invece di menartela col non seguire gli sconosciuti proponendoti una statistica sulle vittime di aggressioni, ti racconto Cappuccetto Rosso in versione originale (senza l'intervento del Cacciatore) e capisci al volo il concetto.
 
Poi, i bambini attraversano - che a Odifreddi piaccia o no - una fase animistica, dove il Fantastico domina ed è più facile per loro credere all'albero che cammina che alla fotosintesi clorofilliana. In questa fase la Chiesa entra a gamba tesa? Vero, però a vigilare sui bambini ci dovrebbero essere gli adulti e qui il discorso ci porta lontano e la colpa non penso sia di Dante.
 
Il problema di fondo è che al mondo ci sono quelli che vogliono sapere e quelli che vogliono credere e le due posizioni non le sposti né con Tolkien, né con Geochimica Vol. I & II. E chi vuole credere non lo fa perché a scuole gli hanno fatto conoscere l'Iliade, ma perché è più facile, meno faticoso.
 
Venendo a noi e ai GdR: fanno vivere fuori dalla realtà e contribuiscono alla visione di Odifreddi: sì. Questo è un male? No.

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Materiale di ispirazione / Re:Ricollegare i film (e altro)
« il: 2011-08-21 10:31:46 »
credo si riferisse al collegamento Leon - Trollbabe, che in effetti suona strano anche a me :S
Yep. Spiega, che adoro sia TB che Léon (al punto che per rispettoguardo che l'accento sia giusto... ^_- ).

Beh:
 
  • Léon, per quanto ne sappiamo è unico al mondo. Non conosciamo le sue origini e la cosa non ci interessa, c'è e basta. Non sarà alto due metri, ma non è neppure piccolo. Non ha le corna, ma a guardarlo si vede che non è del tutto a posto.
  • Fa quello che gli pare: apre la porta a Mathilda perché gli va, non perché un dovere superiore glielo impone.
  • Il suo numero è 8, direi: eccezionale nel combattimento, ma un po' scarsino nel conflitto sociale.
  • Un oggetto: il vaso con con la pianta.
  • La posta: Mathilda vive o muore.
Direi che ce ne è abbastanza.
Per la magia non so: a ballare nudo non ce lo vedo, però ha una capacità istintuale nel capire certe situazioni che mi fa propendere per il Troll.
 

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Materiale di ispirazione / Re:Ricollegare i film (e altro)
« il: 2011-08-14 03:07:31 »
E a proposito di Fico: Leon - Trollbabe
Wait... what? ?_?
Spiega-spiega che mi hai incuriosito?

Il collegamento Fico-Leon? Dallo scambio  di battute:
 
Mathilda (Natalie Portman) - Léon, esattamente cosa fai per vivere?
Léon - Pulizie.
Mathilda - Cioé sei un killer?
Léon - Sì.
Mathilda - Fico.

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Materiale di ispirazione / Re:Ricollegare i film (e altro)
« il: 2011-08-13 05:22:32 »
  Il sorcerer è uno che desidera qualcosa tanto da fare un mazzo così all'universo (in Sorcerer, i demoni non esistono. Ma lui se ne frega e li evoca lo stesso. Tanto per dare un idea...).

Fico.
 
E a proposito di Fico: Leon - Trollbabe

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Generale / Re:[Humor] Il censimento dei Paoli
« il: 2011-08-13 05:07:37 »
Potremmo chiamarci coi colori, come Le Iene, ma chi si puppa Mr. Rosa?

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