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Post - Sonia Grossi

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Io! IO! SONO IO! :D


Sciocchezze a parte, la nostra sessione, completa di introduzione, spiegazione e breve contestualizzazione del tema del gioco - contando anche le interruzioni, pausa cena e interferenze (giuro, quel pallone e quei bambini andavano bucati. sì, pure i bambini), è durata circa quattro ore se non erro.


se vi faccio venir voglia di provarlo, sono solo che contenta! *__*

2
[<< prosegue]

Finito il giro delle carte e delle scenette di background, s’è iniziato con il giocare le carte degli atti.
Stesso meccanismo di prima, inizia a leggere il più alto in grado ancora in gioco - ché alla fine di ogni atto ci sarà un sicuro morto che diventa un fantasma. Ma mica smette di giocare, no. Fa la cosa più figa di tutte. Mette inquietudine agli altri giocatori e interferisce col gioco. ADORO.

Il primo atto, l’Abbandono, conta quattro scene totali, una per personaggio. Siamo tutti ancora ovviamente in vita e sta volta non ci si limita a dare uno sguardo su cosa fa il proprio personaggio, ma si impostano scene anche più corali, in cui noi abbiamo sempre contribuito più o meno tutti, interagendo tra di noi anche. E si iniziano a giocare le prime carte azione ottenute durante il prologo, per dare svolte nella trama e aggiungere particolari, e se ne ottengono di nuove.

Abbiamo avuto un momento di dubbio su quanti fossero i componenti del drappello di sfigati abbandonati dietro le linee nemiche, se solo noi personaggio giocanti o anche altri soldati. Abbiamo deciso che in tutto eravamo in sei, noi quattro più due png - che sono stati trattati malissimo e sono anche morti male durante la storia.

 _Causa necessità di cambiare il tavolo di gioco  (peccato, la nostra posizione era perfetta e non ci si disturbava con gli altri tavoli - in compenso c’erano bambini che continuavano a lanciarci la palla addosso e fomentavano la voglia di violenza), interrompiamo la sessione di gioco per fare la nostra transumanza verso un’altra location. Finiamo in una posizione parecchio centrale, tra gli altri tavoli, e ammetto che mi ha dato leggermente fastidio l’essere in mezzo alla gente, anche se non penso abbia influenzato il mio approccio al gioco stesso._

In capo a poche scene, ad ogni modo, si delineano bene i personaggi e i loro caratteri e modi di fare. Non so se siamo stati bravi noi ad entrare in sintonia al tavolo, se semplicemente siamo stati uber fighi, o se il gioco ti aiuta in quel senso con i suggerimenti delle carte personaggio. Però a guardare gli altri attorno al tavolo avevo ben chiaro  chi mi stesse davanti e sapevo perfettamente chi era Pembroke. Un ventenne ladro di bestiame, che ha scelto l’esercito piuttosto di rischiare il carcere perpetrando la vita del bandito. 
Non ci si è risparmiati azioni deprecabili, buone azioni perse nel marasma di tensione generale e anche qualche cattiveria gratuita.

E le azioni dubbie mi sono venute abbastanza spontanee, perchè sentivo la disperazione crescente di Pembroke. Sentivo che le situazioni o le prendevo di petto, aggredendo, o mi avrebbero schiacciata. Sono stata carnefice prima di diventare vittima.

Alla fine del primo atto tutti dobbiamo mostrare le carte azione che abbiamo giocato, sommarne i punti riportati in cima e decretare il primo morto. Il personaggio con il punteggio più basso.
Il Tristo Mietitore si porta via il personaggio di Daniele, dopo una breve ma intensa agonia da avvelenamento (grazie al Tenente che ha contaminato l’acqua nella sua borraccia). Addio, Soldato Maybank. Farewell.

Il secondo atto conta ancora quattro scene, tre per i personaggi ancora in vita e una per il Fantasma (che man mano diventa una figura collettiva, ogni morto collaborerà con lo stesso scopo. Intralciare i vivi). Marco, nei panni del Tenente Comfort, legge la carta dell’atto per dare un contesto agli eventi.
Ed iniziamo proprio con una scena chiamata dal Fantasma, che alza di buona misura il livello di soprannaturale della giocata. Dicerie e superstizioni, tamburi tribali nella palude, cani dall’aspetto indemoniato che attaccano i soldati superstiti..
Tutto il secondo atto è un crescendo di tensione, i soldati assistono ad un rito magico; torna in scena la ragazza violentata nel prologo; il fantasma sussurra alle nostre orecchie e ci minaccia (o semplicemente ci mette davanti ad una realtà che non vogliamo, che non voglio vedere e accettare); Pembroke ha paura di venir riconosciuto e sente il senso di colpa per quello che ha fatto alla giovane Betty (ha pure un nome! che cavolo! fosse stata una ragazza generica! e invece no!) pesargli addosso come un’intera montagna e non riesce più a sostenerlo, al punto di trasformare il disagio per le superstizioni della gente del luogo in vero e proprio malessere fisico nel vedere una bambolina vudù in mano alla ragazza, che cerca vendetta per le azioni di quel soldato dell’unione che l’ha violentata; il soldato Ross-Tucker palesa di conoscere rituali magici; il Tenente Comfort palesa stanchezza fisica, mentale e una soglia della tolleranza per il resto del mondo ormai ai minimi storici e non ci pensa due volte a usare un colpo di pistola per far fuori Betty quando Pembroke sbrocca.

Intanto io mi rendo conto che sto guardando gli altri soldati con diffidenza. Se nell’atto precedente ero disponibile, servizievole e socievole, ora non mi fido. Faccio quello che mi chiedono perchè ne ho timore, non perchè rispetto la loro posizione. Il fantasma mi sussurra nelle orecchie e io gli credo. Il fantasma insinua il tarlo e io lascio che questo roda e mi spaventi. Lui parla e io mi trovo a fissare il vuoto senza sentire cosa stanno dicendo gli altri. (ho anche preso a manate Daniele per levarmelo di torno XD è particolarmente inquietante.)

Alla fine del giro di scene giriamo le carte, sommiamo i punti e sottraiamo quelle giocateci contro da Daniele, confrontiamo i punti e il Tenente Comfort ci lascia le penne. Addio Comfort.
La sua morte è pure abbastanza mistica. Passa oltre nel sonno, e all’apparenza non ha ferite e non ha ingerito veleni, perchè non si è ne cibato di nulla. Ma ha una chiazza di sangue sull’addome, laddove era stata colpita una bambolina durante il rito magico.
CACCACULO.

Inizia il terzo atto, che dura solo tre scene. GRAZZIADDIO. Essendo morto Comfort, sta a Samuele leggere la carta ad inizio atto.
Il lato soprannaturale impenna ancora, e con lui la brutalità, la crudeltà e bassezza di cui è capace una persona disperata.
Rimangono in vita Pembroke e il Soldato Ross-Tucker, io e Samuele ci dobbiamo dare da fare per portare a casa la pelle.
I fantasmi fanno un lavoro eccellente nell’aumentare la pressione psicologica sui personaggi ancora in vita (e io me la sto sinceramente facendo addosso). Ross-Tucker rivela un lato decisamente sadico che mi inquieta tantissimo e decido che è il momento di levarmelo dai piedi e scappare a più non posso, prima che mi faccia la festa mentre sono distratto, sperando di riuscire ad arrivare a New Bern prima che mi raggiunga.

Mi gioco tutte le carte che ho in mano, infilandoci l’impossibile. E i malefici fantasmi mi giocano contro anche due carte, che non mi piacciono proprio per niente, eh.
Pembroke scappa, Ross-Tuker lo insegue a cavallo, Pembroke incappa in un folto gruppo di ex-schiavi, dei “contrabbando” che stanno lasciando una piantagione e chiede aiuto, Ross-Tuker viene placcato e ferito con colpi d’arma da fuoco dagli schiavi.

E finisce l’atto, così, sospeso.
E a me sale l’ansia. Fortemente. Alla conta dei punti io ne ho due più di Samuele. Daje, ho portato a casa le penne! Sono onestamente incredula. Eppure Pembroke riesce a salvarsi.

A questo punto, Samuele descrive la morte del Soldato Ross-Tuker. che scompare in una nuvola di polvere senza lasciare traccia di sé.
E a me non resta che tirare un respiro di sollievo.
Pembroke Dunham vive. Ce l’ha fatta. Torna a casa. Cambiato, spaventato, colpevole, con uno stuolo di fantasmi che chiuderà alle proprie spalle e di cui non parlerà mai, se non vuole perdere completamente il senno..


Ora sta a me leggere l’ultima carta degli atti, l’epilogo.
Leggo e sento che il peso che mi scivola di dosso, ho l’urgenza di alzarmi e fare qualche passo lontana dal tavolo per levarmi di dosso gli strascichi del senso di oppressione che da un paio d’ore mi fiatava sul collo. E’ fatta, finita, ADIOS!




Il gioco è bello, porca vacca. Mai avrei detto che mi sarei trovata a sostenere che un gioco in cui “te la racconti e basta” mi sarebbe piaciuto tanto.
Mi piace il meccanismo delle carte che ti guida nello svolgimento della storia. Adoro il ruolo dei Fantasmi, quasi rimpiango di non essere morta nei primi atti.
No, non è vero. Sono felice che Pembroke ce l’abbia fatta.
Sono rimasta colpita da come abbiamo spinto sull’acceleratore del soprannaturale, pensavo venisse fuori una storia più “normale” e invece oltre ai Fantasmi già inquietanti di loro, abbiamo inserito Magia e misticismo senza farci remore.
Siamo stati bravi a tenere un ritmo costante nonostante le interruzioni varie, logiche per aver giocato ad una Con e non nel salotto di casa.
Credo, inoltre, che sia un gioco adatto a chi ha un pò di esperienza col gioco di ruolo, o quanto meno non abbia timore a raccontare storie senza aspettare che gli venga data l’imbeccata per parlare - nonostante le carte ti diano appositamente spunti.
Siamo stati giocatori attivi, e forse la meno attiva sono stata io stessa!, con qualcuno da dover sollecitare al tavolo forse mi avrebbe annoiata e ne avrei avuto un’impressione diversa.


Quindi un super grazie ai miei compagni di gioco.   :D   



PS: le carte personaggio/Raid/Escape come le abbiamo lette.
https://drive.google.com/open?id=0BytPhIElA6pvSkkyZ0Y5b2dfZmM
https://drive.google.com/open?id=0BytPhIElA6pvb1FjdlNLanl4N2c
https://drive.google.com/open?id=0BytPhIElA6pvbTV6UWsycjRBa2M
https://drive.google.com/open?id=0BytPhIElA6pvWmtzUWpISkNFejA

3
*manca "prolisso" nel titolo.

Ciao!
Non posto da eoni, ma le cose belle vanno condivise. Quindi, se non avete altro da fare e volete impiegare un po' di tempo, potete sbarbarvi questo WOT con le mie impressioni. ;)



Sabato a #Gnoccocon2016 ho giocato per la prima volta a Carolina Death Crawl.
(e non so se a breve vorrò riprovarlo.)
Ne avevo sentito parlare da vari conoscenti e amici, ma non avevo mai avuto occasione di provarlo. (per mille motivi diversi, tra cui la pigrizia. Cioè, chi mi conosce sa che sono tremendamente pigra - e prolissa. :P)
 
Vabbè, sta di fatto che il gioco è stato proposto da Daniele DDR.
Memore della buona esperienza con la demo di MOTW fatta a qualche edizione fa della Con, mi sono detta che ci si poteva provare un altro gioco nuovo con lui come facilitatore.
A giocare con noi c’erano pure Marco e Samuele - e non conoscevo nessuno dei due, è stata una cosa tipo salto della fede.

A parte Daniele, nessuno di noi altri tre aveva mai giocato a CDC, quindi Daniele ha fatto una breve presentazione del gioco, ci ha mostrato i mazzi di carte, la mappa con i movimenti dei nostri soldati e introdotto brevemente il contesto del gioco. La guerra civile americana in salsa southern gothic, tra violenza, disperazione e schifezze.
 
Che sì, se non lo sapete, Carolina Death Crawl è un gioco in cui si vanno a narrare le gesta di uno sparuto gruppo di soldati unionisti del North Carolina abbandonati dalle loro truppe dietro le linee nemiche, dopo una serie di attacchi alle forze Confederate, durante la Guerra Civile. E si racconta di come questi soldati cercheranno di riunirsi all'esercito. (per farla molto semplice, insomma)
Sono spersi in un territorio ostile che, contemporaneamente, è la loro patria natale. (e già qui, il livello di disagio è abbastanza alto.)
 
Intanto è un gioco “competitivo”, ché alla fine solo uno dei personaggi riuscirà a portare a casa la pelle e a presentarsi a New Bern per marcare presenza e non venir dato per disertore, ma al contempo sei tenuto ed obbligato a collaborare con gli altri giocatori per creare una storia interessante e coerente. Una storia che si svolge in tre atti corali, preceduti da un prologo in cui ognuno narra brevi episodi per sé stesso e un breve epilogo in cui il sopravvissuto chiude il tutto.

La cosa *fighissima* del gioco è che il personaggio che andrai a giocare non lo crei tu, ma te lo presentano, letteralmente per nome e cognome, il giocatore alla tua sinistra e il giocatore alla tua destra che vanno a selezionare una carta da uno dei mazzetti appositi!
E attorno al tavolo ci si siede in ordine di grado. ADORO.
Oltre a nome e cognome, sulle carte ci sono segnati il grado, un paio di aggettivi per definirne il carattere e dei suggerimenti (uno per carta, un’affermazione ed una domanda che possono aiutare nell'inserire elementi nella narrazione condivisa).
Io l’ho trovato geniale, visto che rischio l’oblio da foglio bianco se ho troppa libertà di azione nel creare un personaggio da zero o in un contesto che conosco poco.
E poi crea un clima di collaborazione al tavolo fin da subito, non so come spiegarlo.
 
Nello scegliere nome e cognome per i miei vicini di posto io ho cercato di rendere sensato l’accostamento degli aggettivi, per dire, piuttosto che sceglierli completamente a caso, badando anche che nome e cognome non suonassero male assieme, ma soprattutto che i prompt (i suggerimenti per la narrazione) mi intrigassero.
 
Alla fine della distribuzione carte personaggi avevamo (in senso orario di seduta al tavolo)
Marco: Charles Comfort, Lieutenant 1st NC Cavalry, Officer and Ass-kicker
Samuele: Robert Ross-Tucker, Private 1st NC Cavalry, Scofflaw and Idealist
Io: Pembroke Dunham, Bugler 1st NC Cavarly, Greenhorn and Impostor. (quando ho visto  “impostor” ho fangirlato. Giuro. XD)
Daniele: Henry Maybank, Private 1st NC Cavalry, Swamp Rat and Aristocrat.


Siccome Daniele e Samuele avevano lo stesso grado e ci si siede attorno al tavolo in base ai gradi (Marco ed io avevamo i posti segnati. Lui primo, io ultima XD), si sono consultati su chi fosse in servizio da più tempo, per decidere i posti a sedere.
Dopo un veloce switch di posti - in cui l’unico a stare al suo posto è stato Marco, abbiamo iniziato il gioco vero e proprio.
Si sono sistemati i mazzi di carte sul tavolo (Background, Raid/prologo, Escape/fuga e carte azione) e s’è iniziato con un breve giro di presentazione e descrizioni per capire che aspetto potessero avere i personaggi (che io fo fatica a non dare una faccia ai personaggi, oh. Ma siamo stati tutti d’accordo nel descriverci un pò.).

E anche qui BAVA COPIOSA.
La meccanica del mazzo di carte che dà il ritmo al gioco, dando anche dei suggerimenti oltre ad un contesto per impostare le scene, mi piace tantissimo. E continua ad aiutare il mio povero cervello sfasato che rischia la crisi da foglio bianco.

A turno partendo dal grado più alto, quindi nell'ordine Marco-Daniele-Samuele-Sonia, s’è creato il clima della partita leggendo le carte background. _Che sono bellissime!_
Poi, sempre a turno, s’è letta una delle carte Raid/prologo e ognuno ha descritto una scena brevissima, un’istantanea di cosa stesse facendo il proprio personaggio in quel frangente, definendo l’azione compiuta (kill, destroy, disgrace).
E qui abbiamo avuto un quid pro quo. Abbiamo sbagliato con le meccaniche, ma ci siamo anche corretti subito u.u Invece di fare tutti una scenetta veloce legata alla carta/tappa del raid, l’ha fatta solo chi leggeva quella carta. Alla fine del giro, accorgendoci di avere poche carte azione in mano, è sorto il dubbio. Ma si parte solo con una carta? Daniele ha controllato al volo il manuale ed abbiamo poi recuperato le scene mancate, rileggendo e riprendendo il filo della carta/tappa per contestualizzare.

Mi ero attrezzata per prender appunti sparsi delle varie scene, pure bullandomi del fatto che “mi serve avere il materiale per scrivere, eh!”, e poi non ho scritto nulla perchè ero presa dal gioco. E ricordo solo che durante il Raid, Pembroke ha seguito un compagno di plotone all’assalto di un treno, andando poi a sgozzare il fuochista così da far rallentare il treno e poterlo bloccare definitivamente; ha collaborato alla creazione di uno spaventapasseri imbottito di cotone e poi messo al rogo in mezzo alla piazza; violentato una ragazza autogiustificandosi con la scusa che, in una situazione diversa, prima l’avrebbe invitata ad un ballo e l’avrebbe corteggiata; e devastato la cucina di una tenuta, spaventando a morte due domestiche, per far man bassa di cibarie.

_Ho notato che l’unica ad introdurre la violenza su donne che non fosse l’omicidio grezzo e barbaro, sono stata io. L’unica presenza femminile al tavolo.
E no non mi è piaciuto e non l’ho fatto alla leggera, ma nel contesto e per Pembroke era funzionale._
Il gioco ti spinge ad essere cattivo, devastante anche, e se nella parte del prologo sono azioni crudeli quasi fatte “alla leggera” (con molte, molte virgolette. ho sentito il peso morale di ogni azione.) verso il nemico, quando inizia la fase vera e propria degli atti, quando realizzi che sei stato abbandonato dai tuoi, e tu e i poveri cristi che con te devono tornare indietro cercando di non farsi ammazzare la crudeltà è dettata più che altro dalla disperazione, dalla paura e dalla voglia smodata di riunirti al tuo plotone per sentirti al sicuro.
Quanto meno per me. Io ho sentito più di una volta che Pembroke aveva paura, una paura sorda e schiacciante.


[Continua>>]

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Gioco Concreto / Re:[MotW] From Russia with love
« il: 2015-01-22 14:22:56 »
Come mio personale parere il "tappare i buchi" non è la scelta migliore per far crescere un personaggio durante l'arco narrativo, specialmente se stai approcciando un gioco per la prima volta (ma nemmeno le volte successive, volendo) e lo devi anche capire.
Per me funziona che scegli il tipo di personaggio che vuoi giocare e magari sì, vedi un attimo di scegliere qualcosa che non sia già stato scelto dagli altri. Però poi segui l'evoluzione del pg in gioco.. ma non per riempire zone bianche.
Scegli mosse e avanzamenti adatti al pg perchè gli calzano, non perchè possono servire. Nulla serve _per forza_.

Se poi hai dei dubbi, se ne parla o sul momento o a fine HO.
E credo di parlare a nome degli altri anche in questo caso.
Invece di farmi iniziare a spammare gif a caso XD mi blocchi e magari dici cosa non ti è tornato. ;)

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Gioco Concreto / Re:[MotW] From Russia with love
« il: 2015-01-22 02:27:44 »
[<< continua]

Dopo un mese, circa, ci ritroviamo per il solito appuntamento di caccia settimanale.
Ammetto che le pause lunghe mi fanno un po' calare il ritmo di gioco. Mi si raffredda notevolmente l'entusiasmo e ingrano male.
Sarà colpa di passate esperienze, in cui per riuscire a organizzare una sessione si passavano settimane a spostare gli impegni, non so.
Sta di fatto che sta volta ho trovato la ripresa più fiacca di quanto avessi voluto. Non mi sono nemmeno segnata tutti gli appunti. Babbè!

Ci siamo persi in chiacchiere, davvero tante, e non abbiamo combinato poi granché a livello di “caccia al mostro”. Io in primis, eh.
A fine della seconda sessione ancora non sappiamo con certezza cosa sia, cosa faccia e perché lo faccia.
Siccome nei misteri precedenti ho sempre fatto la parte di quella che cercava di organizzare le cose con un po' di criterio - perché sì, è una cosa che vorrei vedere in gioco. Una squadra che sa cosa fare, come farlo e che non fatica ad organizzarsi invece di lanciarsi a peso morto nei casini.-, sta volta mi sono detta “vedo cosa viene fuori, senza che debba far alzare la voce al pg”.
Fare la nevrotica anche in gioco è fisicamente stancante! XD
E il continuo litigio tra i pg, se in genere mette pepe, ad un certo punto diventa un po' ripetitivo.

Cioè, è come vedere una puntata di The Walking Dead.
Sai già cosa faranno i personaggi, perché si innescano meccanismi che si ripetono.
Anastasia vuole avere la situazione chiara e sotto controllo per non fare la figura dei polli e riportare più danni di quanti sia necessario e fa il generale nazista; Viktor parte come un mulo e si stressa se gli dai contro finendo mezzo nudo e sanguinante facendo sfoggio di mirabolanti poteri cosmici; Aleksei si mette nelle beghe, che tanto ascolta con un orecchio, ma sta già pensando a come aggirare la questione e finire sanguinante pure lui; Alina si irrita, si mette alle calcagna di uno dei due uomini del gruppo per provare a risolvere qualcosa e poi si chiude in un angolo a chattare con Veles se le cose piegano male.
In due misteri e mezzo le cose sono andate più o meno così una sessione si e una anche.

Seriamente? No, non è così che voglio giocare. Quindi provo a cambiare prospettiva,
Perché comunque mi diverto. I personaggi mi piacciono, le storie che nascono anche.


Fatto sta che, per riprendere le fila della chiusura dell'ultima sessione, mentre Alina fa ricerche su internet Anastasia prende Viktor da parte e gli dice che sa cosa gli sta succedendo. Si sta perdendo. Sta perdendo umanità e con essa i ricordi dell'uomo che è ora.
Lo mette di fronte alle foto che ha in salotto, gli chiede i nomi di chi vi è ritratto. E lui non li ricorda.
Lei lo sa perché lo ha sognato, ha sognato Viktor morire. E perché in qualche modo, dopo mesi e mesi in cui lui ha prima infestato i suoi sogni e poi è diventato un compagno di caccia, ha imparato a conoscerlo più di quanto si potrebbe pensare.
Anastasia poi sostiene che essere Umano lo rende molto più forte dell'essere solo “un mostro”. Cioè, la Terra è dei mostri o degli Uomini?
Essere un umano ti rende decisamente più forte. Ne è fermamente convinta.
Si sente senza ombra di dubbio superiore a qualsiasi creatura che abbia attraversato il Velo per vivere sulla Terra. Compresa Eva.
(Viktor non vuole farsi sentire da Alina, che è nella stanza accanto, e Francesca tira “act under pressure”. Fa 6. Siccome mi pare ci tenga abbastanza a non farsi sentire, decido di aiutare e con un 12 secco Viktor ha il +1 necessario a fare un successo. )
Ani dà una voce ad Alina, chiedendolo se c'è il caffè pronto, e dandole modo di distrarsi, così che Viktor ammetta che sta perdendo umanità per aver abusato della magia, ricorda che già in precedenza ha sentito Alina in pericolo e ha smembrato il proprio corpo per poterla raggiungere.
A questo punto Ani gli ribadisce di parlarne sia con Alina che con Aleksei, che devono sapere certi particolari del loro tutore.
Anastasia farà comunque il possibile per preservare l'umanità residua di Viktor, visto che lui confessa di tenerci. E questo le vale un paio di bacini sulla guancia, che accetta di buon grado. Basta che Viktor non esageri con le smancerie. eh.

Riunitisi con Alina, dopo lo scambio di confidenze, Viktor fa un incantesimo per vedere di localizzare Aleksei. Sul vetro della finestra, nella condensa del fiato del cacciatore, compaiono immagini visibili anche ad Anastasia e ad Alina. Quest’ultima riconosce il luogo. Aleksei sembra addormentato su un letto in una stanzetta dall’aspetto non esattamente pulito, in un edificio dall’aria abbandonata e trascurata. L’Orfanotrofio in cui Alina e Aleksei sono cresciuti.
(Perfetto! Alina conosce il posto, quindi ci si può organizzare prima di partire come muli. E non devo nemmeno fare troppe pressioni, voglio dire.. è palese che se conosci un posto condividi quello che sai, no? posso attenermi alla mia intenzione iniziale. Però magari è anche il caso di accennarlo, sai mai.)
Mentre Viktor fa mente locale su cosa sia efficace sugli spettri ed usa il suo passato oscuro per avere informazioni adatte, le ragazze si riorganizzano velocemente. Ed è in quel momento che suona il campanello e Viktor va ad aprire, trovandosi di fronte Olga, l’agente che lo ha interrogato solo qualche giorno prima.

(in effetti mi sarebbe piaciuto che diventasse un png ricorrente. Bravo keeper che ha usato un nostro momento di fiacca e chiacchiere per reinserirla!)

Viktor è al piano di sotto, nell'ingresso che parla con Olga e Alina va per rimettersi al portatile a fare chissà quale ricerca.
Nope. Wait.
(è un pezzo che in effetti Ani e Alina non hanno modo di parlare faccia a faccia, che non conto come “parlare” una telefonata impanicata per la scomparsa di Diego e un rito fatto per tirar fuori Viktor dal mondo degli spiriti. E soprattutto Alina era già stata al telefono e al pc in un paio di scene precedenti. Ho trovato fosse il momento di parlare tra personaggi. I miei due cent per smuovere la situazione.)
Il posto lo conosce, quindi Anastasia le leva il portatile di mano e le chiede semplicemente di parlare. A quanto pare gli uomini del gruppo hanno la tendenza a scomparire e loro due, uniche donne, devono poter contare l'una sull'altra se i ragazzi sono a loro carico. Insomma, fa leva sul girl power.
Le chiede di dirle cosa ricorda, come sono messi gli ingressi ed eventuali uscite. Insomma, con un foglio e una penna alla mano tracciano una mappina più o meno dettagliata e Ani si spreme le meningi per cercare di capire, sulla base di quanto intravisto sul vetro della finestra e dai racconti di Alina che le descrive i passaggi che usava lei per sgattaiolare via, se c'è qualcosa che non va in quel posto.
Ha fantasia da vendere e non teme di usarla.
(e io provo a sfoggiare la mossa che altrimenti non uso mai. Fervida Immaginazione, posso leggere una situazione anche senza essere in un posto, ma solo sentendone o leggendone la descrizione. Ahimè, tiro un miserabile 6. e_e ma Giulia mi aiuta e riesco a raggiungere il 7, anche se per lei dare una mano ha un costo. Ho comunque una domanda, e chiedo se ci sono pericoli che non abbiamo notato nella visione.)
Alina aggiunge particolari su particolari e sistema la mappina, così Anastasia non fatica a capire che è “troppo vuoto” un posto così ampio e che fino a qualche tempo prima era pieno di ragazzi. Il pericolo è in quella “assenza di vita”.
Mentre Ani giunge a questa conclusione, però, Alina ha la sgradevole sorpresa di sentire al suo fianco la Vecchia Signorina dell'Orfanotrofio. E riporta un altro livido sul braccio, dove si sente stringere dalle dita ossute della vecchiarda.
Non ha da morì male, sta vecchia!

Alina salta indietro come un grillo, e viene afferrata al volo da Viktor che nel frattempo è risalito in casa con Olga al seguito.
Ani sta per iniziare a spiegare cos'è successo ad Alina, quando si accorge della presenza della poliziotta. Mapporcaiquellabomba!
Momento di stallo, in cui Olga ed Alina vengono presentate e poi bisogna dare una spiegazione plausibile a quanto sta accadendo e al perché Aleksei non sia presente, ma anzi sia da andare a salvare. E in fretta, anche.
Anastasia riesce appena appena a non far prendere per tre pazzi scatenati i cacciatori, facendo leva sui propri scritti che si, molto spesso sono basati su storie vere e non su finzione. In un momento di trambusto psico-emotivo di tutti, pure Olga viene coinvolta nell'azione di recupero di Alek. E una volta a bordo del van puzzolente di Viktor, ad Olga vengono date altre spiegazioni, a partire dai graffi sulla fiancata del veicolo, che sono una prova effettiva dell'esistenza di creature non proprio simpatiche, alla presentazione di Veles.
Ani non è del tutto convinta né di volerla con loro né di volerle spiegare tutto ora, ha comunque perso un compagno di caccia e il proprio agente. Decisamente dare spiegazioni non rientra nelle priorità, ma ha già detto la sua e non ha nemmeno idee migliori per convincere Olga che continuano ad avere le rotelle al proprio posto e non vuole proprio che metta loro i bastoni tra le ruote. Sarebbe una seccatura inutile. L'unico modo è che ci sbatta il naso, in fondo. Lascia che a gestire la cosa sia Alina.

(a questo punto so che ci ho infilato un paio di manipolare volanti, ma ho trovato un po' lunga la parte delle spiegazioni. Sì, è stata una scena divertente, ci siamo rimbalzati battute varie ed eventuali,  ma non so se fosse necessario. Come quando nei film fanno lo spiegone e si perde di ritmo. Ci stava, ma forse andava inframmezzato con non so nemmeno io cosa. Senza contare che Aleksei era da solo, altrove, davvero da un sacco di tempo.)

Finalmente di fronte all’orfanotrofio, aggirano la recinzione, entrano nel cortile e Alina li guida verso il passaggio che va nella cantina. (secondo me ci stava un leggere la situazione, stavano facendo un’entrata in un posto pericoloso, ma io l’avevo fatta “da lontano” e non ho trovato logico rifarla. Ani la sua impressione già ce l’aveva. Quindi niente, semplicemente sono andati dentro. Magari potevo farla lo stesso. Mah.)
Per quanto attenti, nello scendere una scala impreziosita da tende di ragnatele, i nostri baldi eroi cadono in trappola. Doh.

Anastasia e Viktor si ritrovano a condividere di nuovo una visione, o almeno quella è l’impressione di Ani, quando entrambi invece di scendere gli scalini si trovano ad attraversare il campo innevato che lei stessa ha sognato. Ani prende Viktor per mano e continuare a camminare, quando lui ha una visione nettamente diversa da quella della Scrittrice. è sempre nel campo di battaglia, in mezzo alla neve, ma ha uno scambio con Eva, che termina con lui che la prende per il collo e poi la sbatte a terra. Peccato che quella che finisce a terra con un principio di torcicollo sia Anastasia, che in tutta risposta gli tira un calcio in una gamba e, mentre parte ad insultarlo, si trova a svegliarsi nel letto della camera di Diego, nel suo appartamento da scapolo a Barcellona.

E’ la notte in cui tutto ha avuto inizio.
Quando, dopo i festeggiamenti del suo venticinquesimo compleanno, è finita di nuovo a letto con l’agente ed ha avuto i primi terrificanti incubi.
Mettendosi a sedere nel letto si accorge che accanto a lei, completamente nudo, c’è Viktor.
Wait.
Lei è ben sicura che quella sia la camera di Diego e che Viktor lì non ci abbia messo mai piede. Almeno quella notte!
Dà una sbirciatina sotto le coperte, si assicura che sia davvero nudo, poi sgattaiola fuori e va a cercare Diego nel resto della casa.
Lo trova in cucina, che si prepara uno spuntino notturno. Dopo uno scambio di battute ad Ani viene un dubbio. Quello non è il suo Diego. E quella notte non è andata così.
Allora decide di porgli una domanda di conosce la risposta.
Gli chiede se è gay. (Di nuovo, sì. Ma sta volta, in fondo, è nel passato. Mioddio, che casino.)
Sarà pur bionda, ma ad un certo punto alcune cose le ha capite. E tra queste ha capito che Diego prova una non ben chiara attrazione per lei (sta scema. “attrazione”.. meh. Innamorato, cretina. Si dice innamorato! Vabbè.). E quando lui, con candore, le risponde di sì, lei gli piazza un diretto sul naso che lo fa sbilanciare fino a cadere di chiappe sul pavimento lucido della cucina.
In quel momento la raggiunge Viktor, avvolto nel lenzuolo - ma comunque con tutto in mostra.
E inizia la commedia degli equivoci-non-così-equivoci.
Anastasia ha anche lo scrupolo di vedere dove si è cacciato Diego, se è ancora a terra, ma è svanito nel nulla.
Oh, Viktor è un bell’uomo. Non è mica cieca. E ha anche una fantasia abbastanza vivace, da riempire le mancanze senza difficoltà. Sig!
Non che lui sia particolarmente discreto. Anzi.
(e il Keeper, l'infame, precisa che Viktor si sente addosso un odore che non è il suo. È il profumo di Anastasia.)
Viktor prima si annusa poi va ad annusare Ani, che starnazzando gli dice di smetterla.
Convengono che qualcosa non va, stanno rivivendo momenti del loro passato. Non è be n chiaro del perché Vik sia smutandato, ma poco importa! Davvero!
Se Aleksei, quando lo hanno visto prima, stava “dormendo” è probabile che a loro sia successa la stessa cosa. Viktor è certo che si possa camminare nei sogni, spostandosi da uno all'altro, ma per farlo è necessario rinunciare a qualcosa di proprio. A qualcosa di umano. A qualcosa a cui si è profondamente legati.
Praticamente ci si alleggerisce.
E allora Anastasia si offre di perdere qualcosa al posto suo. Lui sta già perdendosi, non serve che si sacrifichi. Lei è abbastanza umana per entrambi. Lo è davvero tanto. Umanissima!
È disposta a perdere la propria carriera di scrittrice per lui e per ritrovare Alina e Aleksei.
Viktor la stringe in un abbraccio e, passandole una mano sulla nuca inizia a disegnare simboli sulla sua pelle. Anastasia si appoggia quasi di peso a lui, non trattiene le lacrime per la rinuncia fatta con slancio, ma non a cuor leggero. E il rito ha inizio.





Abbiamo chiuso qui la scena, con la decisione di Anastasia di perdere una parte di sé come componente per la big magic e Viktor che dava inizio al rituale, e dopo un'altra scena di Alina e Alek s'è terminata la sessione.
In genere non sono un'amante dei sacrifici fatti per amor del drama. Ma in questo caso ho pensato fosse una cosa “bella” sacrificare qualcosa per un proprio compagno.
Poi, davvero, Ani è molto più umana di Vik per un sacco di motivi diversi. E visto che sono a pochi px dalla possibilità di cambiare libretto ci stava. Dà anche una piega diversa alla relazione tra pg e mette in crisi quella con Diego (diegoooo! non ci siamo dimenticati dittè!). Ed è un modo come un altro di farle abbracciare l'eredità del sangue. La sua famiglia le ha comunque trasmesso uno scopo più grande. Proteggere le persone comuni.

Ora devo scegliere che strada farle prendere. Se andare in direzione dell'expert, o dello snoop, o che so io. Ho due px di tempo per scegliere! Mehehehe.
Il libretto dello Scrittore, per essere stato in test, ha funzionato molto bene e non ha nulla in meno di quelli ufficiali. Le mosse sono funzionali e bel colorate, le storie sono ADORABILI (cioè! puoi avere un nipote!! Domenico, vecchia volpe!! XDDD)  Mi sono divertita ad usarlo. E le battute sulla Fletcher si sono sprecate. A Domenico ho riportato commenti più (non troppo, lo ammetto) sensati.

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Gioco Concreto / Re:[MotW] From Russia with love
« il: 2014-12-16 11:33:47 »
W(hell)come back!
Facevate anche senza altri wot, immagino, ma non sono mai stata brava ad assecondare i bisogni altrui. :P

Quindi.
Il mistero ha inizio, lo scambio di highlight è un po' strano per via delle statistiche che vengono segnate, che non sono necessariamente quelle di punta dei personaggi - almeno del mio, ma poco male. Non sono una priorità e forse vogliono vedere altre sfaccettature dei personaggi.

E, una novità!, il tiro di inizio mistero è un misero 4 e invece di avere delle Premonizioni utili do altre tre prese al keeper per darmi un -1 da spendere sui tiri che andrò a fare durante il mistero.
Eh, vabbè. Tanto agli incubi c'è abituata. e.e


Anastasia è spersa in mezzo alla neve. Tutto è bianco e immacolato, e lei cammina sulla terra soffice quasi senza meta. È ben coperta per proteggersi dal freddo e man mano che cammina si rende conto di essere in mezzo a campi aperti, ampi e completamente innevati.
Tra le zolle imbiancate sono semi nascosti corpi di uomini, soldati in divisa abbandonati al gelo e alla morte. Si stringe nella giacca, come a volersi fare più piccola, mentre segue un rumore che ne attira l'attenzione e si ritrova davanti il corpo morente di Viktor. Il Viktor soldato che ora è l'ospite del Vento del Nord. Da una ferita al petto sgorga copiosamente sangue e lui è più morto che vivo.
Anastasia si toglie la sciarpa e cerca di tamponare la ferita, si inzuppa i guanti di lana nel tener premuto sul torace dell'uomo, quando lui le parla con voce flebile e le dice di star morendo.
Anastasia ha la chiara percezione di essere in un sogno, di nuovo. Un sogno che ha già vissuto altre volte. Sogno che le mette dentro un senso di angoscia, impotenza e fugacità.
Si accuccia vicino a Viktor, gli tiene la testa in grembo e continua a tenere premuto sulla ferita, ma non sa bene cosa fare e lasciarlo andare le sembra la cosa più giusta. Chi è lei per trattenere la sua anima? Chi è lei per decidere che non sia quello il suo momento? Come potrebbe, poi, tenerlo in vita?
Lo culla, lo stringe e gli canta una vecchia ninnananna, imparata dai nonni quando era piccina, e cerca di rendergli dolce il passaggio verso l'aldilà.
(non ho scelto a cuor leggero l'approccio “è il tuo momento, passa oltre”. Credo possa portare delle svolte interessanti e ho cercato di evidenziare di nuovo l'approccio “umano” alle disgrazie. Forse è un modo di porsi un po' vigliacco, ma ho pensato fosse troppo facile dire “faccio una magia e lo curo”. È più pesante convivere con la morte di qualcuno a cui si tiene, in un modo o nell'altro, perché non si è potuto fare nulla di concreto.)

Il risveglio è improvviso e Anastasia si ritrova nel proprio letto, mentre stringe le mani di Diego. O forse è Diego a stringere le mani a lei, non è ben chiaro. E lei è ancora assonnata. Sta di fatto che Diego è a letto con lei.
Wait.
Cosa ci fa lui in camera sua, nel suo letto?  
Un controllo per accertarsi di avere ancora addosso tutti i vestiti è d'obbligo, sai mai che un altro eccesso d'alcol abbia portato ad un momento di intimità alcolica.
E siccome tutto è al suo posto, senza lasciare la presa delle sue mani, Anastasia glielo chiede che cosa sta succedendo e l'Agente dice di averla sentita parlare nel sonno e quindi di essersi avvicinato al letto per vedere se tutto andava bene e in quel momento lei gli ha preso le mani.
L'imbarazzo, in quella camera, è palpabile. E non è ben chiaro chi sia più impacciato in quel momento.
Ani decide che è il caso di parlare del sogno che ha fatto, anche per giustificare le sue azioni sonnolente. E poi è anche giusto che Diego sappia, in fondo lo ha coinvolto e deve essere eventualmente pronto a darsela a gambe levate sapendo da cosa scappa. Parla di Eva, dei sogni ricorrenti. E mentre parlano, entrambi seduti sul lettone, uno spiffero di aria fredda fa rabbrividire Anastasia, che si allunga a prendere la coperta e risveglia le premure di Diego proprio nel momento in cui si sentono passi provenire dal salotto.
Ok.
Passi.
In salotto.
Ma in casa dovrebbero esserci solo loro due! (io me la sono fatta addosso..)
Anastasia si allunga per prendere il pugnale del nonno dal comodino e indica la scrivania a Diego, nel cassetto troverà il suo revolver. Se c'è qualcuno in casa è bene essere preparati.
S'avvicinano quatti quatti alla porta, ma l'agitazione di Diego è così palpabile che Anastasia gli chiede di starle vicino, per darle sicurezza. (Manipolare 7/9, gli tiene la mano e fa la damsel in distress.) E intanto evita che Diego, con le mani che tremano, si spari su un piede o le spari in una chiappa.
Spiando in salotto tenendo la porta della camera socchiusa, non vedono nulla di strano. È tutto come Diego l'ha lasciato prima di andare in camera di Anastasia. (a questo punto ci sta un bel leggere la situazione, so di averci infilato un 10 secco.. ma non ricordo bene le domande. Doh!) Uscendo nella zona giorno, mentre si guardano attorno, la porta della stanza di Diego cigola.
Caccaculo.
Brandendo il pugnale in modo che sia visibile, Anastasia invita chiunque sia in casa a farsi avanti. Loro sono armati solo perché sono spaventati, è comprensibile, no? Sarà mica Eva, in camera di Diego? Eh? Può anche venire avanti, no?
E intanto la porta della camera si apre ancora un poco.
La fifa ha la meglio, Anastasia si spazientisce, e mette fretta a chiunque sia in camera perché se anche è spaventata è facile ad alterarsi.. e la porta sbatte, chiudendosi.
Diego molla a terra la pistola, si carica Ani in braccio e corre fuori, giù per le scale, in strada. Il tutto in pochi secondi, veloce come un treno. Nel momento di fifa blu, però, ha avuto l'accortezza di proteggere la sua cliente (dire la sua donna potrebbe essere un po' TROPPO azzardato XD).
Dopo un deciso battibecco, portando come tesi il fatto di essere in pigiama e scalzi, e che anche se dormire in hotel è una buona idea contanti e carte di credito sono lo stesso in casa, Ani riesce a convincerlo a tornare in casa. Appurato che pare non esserci più nessuno, gli chiede di dormire assieme, per essere più al sicuro entrambi. L'unione fa la forza, no?

Una volta sicura che Diego stia dormendo beato, Anastasia decide di provare a capire chi o cosa li abbia spaventati così tanto prima. Potrebbe essere qualcuno bisognoso di aiuto, no? O Eva.. o chiunque!
Allora si leva la maglia del pigiama e la lascia vicino a Diego, così che senta il suo odore e non si svegli improvvisamente (è un trucchetto che funziona bene coi bimbi, lasciare qualcosa che profumi di mamma per non agitarli. Mi è sembrato carino applicarlo a Diego. È comunque un segno di intimità.), e si sposta in salotto cercando di fare meno rumore possibile.
Ha intenzione di tentare un incantesimo per evocare o semplicemente parlare con la presenza. Recupera un foglio, una matita, un ago e una lampada da tavolo, appronta il tutto sul tavolino del salotto e poi fa mente locale per concentrarsi. (Use magic, Comunicare con qualcosa con cui non condividi una lingua. 6-. Macchestress!) Anastasia si punge il dito e passa il polpastrello insanguinato sul foglio, tracciando qualche lettera. Chiede chi è, poi mette la matita sul foglio, a disposizione “dell'altro”. E la matita si alza, come mossa da una mano invisibile, che con segno tremolante intima un secco “non mi cercare”. Nel momento in cui la matita torna a posarsi sul tavolino, l'urlo di Diego squarcia il silenzio. Anastasia si scapicolla in camera da letto e lui non c'è più.
Diego è scomparso.
Diego è scomparso perché lei non ha saputo proteggerlo come avrebbe dovuto e ha fatto si testa sua, inoltrandosi in pratiche che non sa padroneggiare, pensando di poter essere brava “anche da sola”.
E invece no. Da soli non si è nessuno e a pagare per la sua pecca di orgoglio - che non ha voluto informare gli altri compagni per dimostrare di potercela fare da sola, visto che loro si buttano nelle cose senza pensare - è stato Diego.

PANICO. Sul serio.
Di nuovo il senso di impotenza, di smarrimento e di angoscia provato nel sogno di qualche ora prima.

Per un certo numero di scene incrociate e parallele, Anastasia è stata separata dal gruppo. Ora è chiaramente il momento di riunirli. MISERIACCIA.

Anastasia chiama i telefoni di tutti, non sapendo che contemporaneamente a casa di Viktor e dei ragazzi si sta scatenando altrettanto putiferio. Cerca di mantenere una parvenza di lucidità per non fare colpi di testa o cadere in preda allo sconforto e smarrirsi nelle cose più semplici.. facile a dirsi, meno facile a farsi.
L'unica a risponderle è Alina, a cui fa un resoconto sconnesso della scomparsa di Diego. E Alina le dice che anche Viktor è scomparso.
Se in una qualsiasi altra situazione Anastasia avrebbe perso le staffe e dato dell'irresponsabile al Cacciatore, al momento è così preoccupata per Diego che si limita a registrare la notizia senza dire molto.
Alina le dice di andare da loro, che possono aiutarla, ma Anastasia non vuole lasciare la casa. Diego è scomparso da lì, non da casa di Viktor. Cosa possono fare là? Non ha nemmeno la macchina. Non può andare. E comunque ha bisogno di aiuto, lì, a casa. Non in giro per Mosca. Alina insiste, Anastasia nicchia e infine capitola e cede. (perché Alina l'ha manipolata al telefono, con delle buone motivazioni) solo il tempo di chiamare un taxi e farsi portare lì.

Nel frattempo Viktor riesce a mettersi in contatto con loro, per mezzo dei suoi fidi refoli di aria, e dice di essere bloccato “oltre il velo”. Ha bisogno del loro aiuto per poter tornare visibile e tangibile.
Nell'apprendere che Viktor è rimasto bloccato dopo un incantesimo, in un mero moto di egoismo Anastasia - scostante - dice che no, non può aiutarlo. Ha altre priorità. Deve trovare Diego, che è scomparso a causa sua. Se lui è finito dall'altra parte, troverà anche il modo di uscirne e non è un problema di Anastasia. (cioè, sul serio. Si sente davvero usata. E cerco di farlo capire agli altri in gioco, ma non sono certa sia chiaro a tutti. [NOTA AI COMPAGNI: chiedete, se non capite. XD io l'ho fatto usando la sfuriata di Ani.] Una volta che ad aver bisogno è lei – fino ad ora non ha riportato nemmeno mezzo graffio e in genere i suoi fallimenti non si sono riversati effettivamente sugli altri - deve comunque mettere gli altri davanti, perché non sono capaci di stare buoni e non creare casini per una sola notte. Ma dormite, per dyo, che voi gli incubi non li avete!) Senza contare che a prendersi la ramanzina, per non aver avvisato prima, sta volta è lei. Inoltre la sua presenza serve là.
Sul serio? Il bue che da del cornuto all'asino, insomma.

Chiama comunque il taxi, come già aveva detto, e mentre attende che arrivi si mette ad esaminare la camera da letto (investigare il mistero. 7/9. Una domanda. Cos'è successo lì?) come nemmeno gli agenti di CSI saprebbero fare. Fotografa tutto quello che le sembra strano, nonostante tutto sembri al proprio posto (tranne Diego). Sul davanzale della finestra ci sono tracce di ghiaccio/neve; le coperte che ancora segnano dove prima era steso Diego sono ghiacciare, non fredde come se non ci si dormisse da un po', proprio ghiacciate; e ghiacciate sono le impronte di due mani che sembrano circondare l'alcova di Diego (come se qualcuno a cavalcioni si fosse retto sulle mani? Boh.).
Raccolto il raccoglibile, si dirige a casa di Viktor.
(Nel frattempo Alina ha cercato di vedere dove fosse Diego e l'ha visto, con un “Diego point of view”, baciare una donna dagli occhi neri. No, ma fai pure, eh. La tua scrittrice sta morendo di crepacuore e tu infili la lingua nelle bocche di altre tipe. Va bene.. XD fortunatamente se anche le è stato detto, Ani non ha recepito il concetto nella sua pienezza.)

Seguendo le indicazioni del Vento e di Alina, si impegna nell'officiare un rito abbastanza complesso, che richiede di investire energia e attenzione. Peccato che lei sia con la testa altrove e un paio di volte rischi di sbagliare, salvo poi accorgersi di non fare come le viene detto e correggersi al volo. (use magic 6-, ho usato un luck. Troppo stanca di fallimenti per mandare a monte anche questo tiro. Per altro è proprio il primo luck che uso in 5/6 sessioni. Era ora di interrompere le sfighe.)
Viktor, con una simbolica uscita dai veli strappati che dividono realtà e mondo degli spiriti, torna ad essere visibile e solido.
Peccato che a mancare all'appello sia anche Aleksei, che nel frattempo è scomparso a sua volta. E mentre Vik e Alina la mettono al corrente, Anastasia si sente il cuore davvero pesante.
Iniziano ad esserci troppi scomparsi, davvero.


Non mi è spiaciuto avere spazio per vedere Anastasia nel proprio ambiente, senza la presenza di altri cacciatori. Sentivo che, dopo il mistero precedente, aveva bisogno dei propri spazi. Iniziare il mistero e la sessione in compagnia forzata penso le avrebbe dato ulteriore stress. In questo modo, invece, a muoverla è la preoccupazione che le attanaglia lo stomaco. L'irritazione per Viktor è davvero passata subito, a dispetto delle altre volte. Non ha tempo per arrabbiarsi, Diego è scomparso. E così Aleksei. Trovarli è la priorità.

A fine sessione, per altro, c’è stato un avanzamento. Ho scelto di alzare weird da -1 a 0. Anastasia ha fatto uso della magia nelle ultime sessioni e mi pare la giusta evoluzione, anche per mettere in campo le conoscenze di base che ha dal suo back ground di scrittrice e nipote di cacciatori.


[continua >]

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Gioco Concreto / Re:[MotW] From Russia with love
« il: 2014-12-15 12:22:02 »
[continua, per l'ultima volta. Giuro.]

Riprendiamo quella che sarà l'ultima sessione del mistero, che il keeper ha ancora prese per darmi -1 ai tiri. Il maledettt!

Mentre Alina confabula con Diego in cucina e Aleksei si è proposto per parlare con Yelena, la ragazza senza occhi che vaga per casa come uno spettro, Anastasia e Viktor tornano a fare il punto della situazione.

Ormai hanno tutti i pezzi del puzzle, tranne uno.
Non sanno con chi, Khlamushka, abbia stretto il primo patto che gli permette di rimanere sulla terra.
Tra una proposta e l'altra per cercare di capire come rintracciarlo, Ani suggerisce di provare a fare un incantesimo di localizzazione. (cioè adattare il “vedere in un altro luogo” all'uso del pendolo, piuttosto che avere visioni mistiche o mandare ancora refoli di vento a fare da videocamere. Tanto per cambiare un pò
Il necessario in casa ce l'hanno. Una mappa, una catenina con una croce d'oro da far oscillare come un pendolo, candele, ed esperti di magia! Cioè, Viktor è per metà magico!
Una volta capito dove cercare, possono recarsi sul posto, recuperare le ultime informazioni e annichilire il potere del primo patto.

Vik chiede ad Ani se vuole occuparsene lei, lui le starà accanto.. e perché no? La scrittrice accetta, è anche un modo per mettersi in gioco in un modo diverso dal solito. (e io ammetto che, siccome da BG lei conosce i mostri e la magia, ma non la pratica abitualmente perché ha solo nozioni teoriche impartite tramite racconti e aneddoti dei nonni, non mi sono fatta intimorire dal -1 in weird e c'ho provato. Con la solita fortuna che mi contraddistingue ai dadi, ottengo l'ennesimo sei. È frustrantissimo, mioddio. Un passo dal successo, ma non lo è. E macino fallimenti come piovesse!)

Anastasia ci mette davvero tutto il proprio impegno, ma forse non è abbastanza sicura di sé, chissà.. sta di fatto che le energie che incanala non bastano e il pendente oscilla senza una vera e propria direzione. Allora Viktor si adopera per darle una mano, infonde in lei un po' della propria energia (e Francesca tira aiutare e mi riesce a dare il +1 di cui necessitavo) e sembra che finalmente l'incantesimo sia riuscito, quando all'improvviso si apre la porta della camera di Anastasia, stanza in cui poco prima Diego si era ritirato in preda ad un proprio chiaro (ad Ani) momento di sconforto da drama queen, e ne esce Khlamushka che fa il suo ingresso in salotto come una Diva del cinema. Splendido splendente, proprio.
(Il keeper decide che è il momento opportuno per usare una delle prese, annulla praticamente il +1 dato dall'aiutare e rende vano l'incantesimo, portando direttamente Khlamushka dai cacciatori. Nel salotto di Anastasia! Vi giuro, è stato un colpo al cuore. Un maledetto mostro che esce dalla camera da letto! Ma che diamine! Il “posto sicuro” è diventato un porto di mare. Comunque è stata una mossa saggia, ci ha portati allo scontro decisivo.)

Wait. In camera c'era Diego! Che ansia!
Mentre gli altri tre si adoperano per distrarre e trattenere Khlamushka, Anastasia attraversa velocemente il salotto e si lancia verso la porta della propria camera da letto.
Oltre l'uscio si intravede un cunicolo delle fogne e delle sagome non proprio raccomandabili si stanno avvicinando all'apertura per uscire dalle fognature ed entrare in casa. Ehnnò!
Armata di un grosso libro preso da uno scaffale del salotto, prende letteralmente a librate le mani artigliate che si aggrappano alla porta per uscire, così da scrostarle dallo stipite e poter chiudere la porta velocemente. (se non ricordo male le dinamiche, a questo punto il keeper mi ha chiesto un tiro di agire sotto pressione per riuscirci. E ha trasformato il mio 10 in un 7/9 usando l'ultima presa utilizzabile per darmi un -1. ciò significa che mi deve dare una brutta scelta. Ad ogni modo mi dice che “chiudi senza problemi la porta, ma vedi Diego nel cunicolo e se la chiudi.. chissà..!”. Damn. Ho la chiara e netta percezione che la salvezza di Diego sia DECISAMENTE una priorità per Anastasia. Quindi indugia.)

Mentre si allunga a stringere la maniglia della porta, Ani vede che Diego è là, qualche metro più avanti, sperso nel cunicolo. E rasentando la crisi di nervi, temporeggia e lo chiama. Urla, a dire il vero. Starnazza in preda al panico.
Serve a poco che Alina le dica che le Ombre possono trarre in inganno prendendo la forma e la somiglianza di persone care. Quello è Diego, e Diego deve uscire e stare vicino a lei. Nella parte “sicura” della porta. Poi, oh, se si rivela essere un mostro lo piglierà a librate. Ma non sente ragioni di sorta.
Fortunatamente Diego è Diego, ed è spaventato quanto Anastasia (anche se per motivi diversi) e nel momento stesso in cui l'Agente rientra in salotto, Ani chiude la porta e ci si appoggia con la schiena, subito imitata da Diego che la aiuta a tener chiuso l'uscio mentre dall'altra parte si sentono passi, colpi e tentativi di aprire la porta.
Hiiiissssh! Schifezze!
Ok, forse è il caso di provare a chiudere la porta in modo definitivo, sfruttando un momento di tregua dal dover tenere la porta con il proprio peso, quando Alina li aiuta mettendo un mobiletto davanti alla porta a fare da blocco improvvisato.
Anastasia ricorda che spettri, spiriti e anime vaganti vengono tenute lontane dal sale, quindi corre in cucina, si arma di sale, appunto, e poi ne versa sul perimetro della porta della camera da letto recitando una sorta di filastrocca più o meno inventata, stile Charmed, per invitare le creature a stare alla larga da casa.
(un altro use magic per bloccare un luogo ad una persona o creatura. 7/9. il glitch è che ci sarà un effetto collaterale problematico.)

L'energia magica vibra, sta volta la fifa deve aver messo più convinzione in Ani, e l'incantesimo fa il suo dovere. Ma lo fa “troppo”. Non solo chiude e blocca la porta della camera, ma le serrature di tutte le porte e finestre della casa si bloccano, chiudendoli dentro il salotto come sardine in scatola.
Almeno è un open space abbastanza ampio.. meh.
Evidentemente non importa che lo spazio fruibile da ogni presente sia più che abbondante, al momento. Le vie di uscita bloccate fanno sentire pressione a Viktor, che stava cercando di visualizzare l'ubicazione esatta della pergamena contenente il primo contratto siglato da Khalamushka, e che improvvisamente muta in Vento, deflagrando in mille schegge di ghiaccio, e scomparendo.
L'istinto di Anastasia è di proteggere Diego da quella sorta di esplosione, l'istinto di Diego è di proteggere Anastasia da quella pioggia di schegge. E finiscono entrambi a terra, avvinghiati in un abbraccio.
(sì, forse Anastasia è poco utile nel dare il ben servito a Khalamushka, ma quando quattro pg sono nella stessa stanza e lo spazio di manovra e azione è ristretto, si rischia di pestarsi i piedi e di rubarsi spazio in scena. Ho preferito tenere lei in disparte e lasciar fare il grosso agli altri, comunque rimanendo con le orecchie tese e pronta a dare il mio apporto se necessario. Ha comunque evitato che un'ondata di mostri arrivasse a dar fastidio.)

Mentre Viktor è disperso, rafforzando l'idea di Anastasia che non ci si possa fidare completamente di qualcuno che prende e se ne va, anche se prima o poi tornerà, Alina prova a raggirare il vecchio, promettendo di liberarlo se dà informazioni sulla strega che l'ha mandato.
Di nuovo Anastasia ha il sospetto che aver fatto una sfuriata sul non fare le cose senza pensare prima sia stato fiato sprecato. Perchè mettersi in pericolo, quando si può evitare? Aleksei, poi, è ferito e si sta prendendo il tempo per rimettersi in sesto.
Quindi tanto vale temporeggiare.
E si parla di Eva, sempre Eva. C'è sempre di mezzo questa Strega.
Viene fuori che sarebbe anche disposta a perdonare il Vento del Nord, se solo potesse ripagare la perdita che le ha arrecato. Insomma, chi è la persona a cui tiene di più? Sarebbe uno scambio equo, no?
Sfruttando la dipartita di Viktor e la parlantina sciolta, vomitando un po' di acidità, meglio dare dell'egocentrico mostro senza cuore a Viktor, piuttosto che svelare eventuali punti deboli del Vento.
Per altro, Anastasia davvero non è sicura di chi sia la persona a cui lui tiene di più. Non mente nemmeno.

Fortunatamente Viktor rientra, dopo aver capito che il primo contratto che Khalamushka ha stretto è stato proprio con Yelena. E quindi, trovandosi davanti a due opzioni - uccidere la ragazza per eliminare la fonte che lega il mostro alla terra o trovare e distruggere la pergamena che è stata siglata dalla ragazza senza occhi, avvolge i cacciatori e Yelena nella propria magia e li avvisa che andranno a distruggere la pergamena.
Si materializzano, praticamente, all'interno di una camera da letto chiaramente di ragazza. Viktor identifica una botola nel soffitto che porta nella “stanza delle pergamene”. Deve essere una sorta di sacca dimensionale, boh, ad ogni modo Aleksei viene fatto entrare e subito dopo anche Alina è spinta di sopra. Sono giovani e svelti, sicuramente sono più veloci dei tre adulti nel cercare quello che serve.

È tutto discretamente concitato e mentre i due adolescenti si rendono conto che trovare UNA pergamena è pressapoco impossibile, visto che ci sono scaffalature colme di rotoli che si allungano all'infinito, gli altri di sotto cercano di capire come ambientarsi nella casa per cercare eventualmente qualcosa di utile a cancellare il patto. Non è che si possa andare tutti su per la botola, insomma.
Aleksei prende la situazione in mano e, prendendo l'accendino dalla tasca dei pantaloni, semplicemente dà fuoco al primo rotolo che gli capita in mano e poi lo lancia in mezzo alle altre pergamene che avvampano come se fossero zuppe di benzina.
Alina strilla e viene calata nuovamente giù, praticamente sballottata come un sacco di vestiti, Aleksei scende subito dopo di lei e se la carica in braccio, partendo come un razzo verso l'uscita, il corridoio, le scale, l'ingresso dell'edificio e la strada stessa. Solo una volta fuori si renderanno conto che hanno appiccato un incendio e torneranno a dare una mano, chiamando anche soccorsi.
Viktor e Anastasia si guardano con aria perplessa, mentre odore di bruciato e fumo si diffondono nella stanza da letto.
Diego, che ora si trova in una situazione “umanamente risolvibile”, dimostra carattere e propone di sgomberare l'edificio. Prima portano fuori Yelena e poi si dividono i piani e fanno uscire i condomini, aiutando chi da solo non è capace di fare in fretta.
Qualche istante prima che arrivino i pompieri, di cui già si sentono le sirene in avvicinamento, vengono portati fuori le ultime persone.

È decisamente il caso di levarsi di torno, per non venir invischiati o collegati al disastro. Hanno già di che preoccuparsi per via dell'affidamento dei ragazzi.

Tornati a casa di Anastasia, si rendono conto che Khalamushka non c'è più. Sono riusciti nel loro intento, passando per la via più impegnativa, ma salvando la vita e l'anima di Yelena.   
Sono state ore decisamente pesanti per Anastasia, tra autocombustione, arresto, l'arrivo di Diego e la casa invasa prima dai cacciatori con una tipa senza occhi, poi dal mostro che stavano cacciando.. e no, commenti ironici sul “mettiamo un po' a posto e poi andiamo a casa” di Viktor (anche se magari volevano essere realmente di supporto) fanno solo sbroccare di nuovo la scrittrice.
Ma se ne vadano al diavolo.
Anche Aleksei pare non aver capito nulla del discorso sul pensare prima di agire, nonostante abbia risolto la questione.
Poco male, non è la mamma di nessuno, di certo prenderà le sue personali contromisure.
È decisamente stanca, se Diego avrà domande da fare, può fargliele l'indomani.





A questo punto il mistero è finito, io mi accorgo che la mia cacciatrice si fida solo in parte dei suoi “compagni di viaggio” e non ha ben chiaro che ruolo pensano di averle affibbiato. Sta di fatto che è scontenta e frustrata.
Inoltre sente sul collo il fiato di Eva, che le toglie il sonno da troppo tempo. È ora di darle seriamente la caccia e renderla una priorità. Non fosse altro per poter fare una notte di sonno filato e risistemarsi l'umore.
I toni si sono incupiti. Ci sono lo stesso momenti di pura commedy, specialmente nelle interazioni tra pg e png, ma vengono poi scalzati da situazioni pesanti anche a livello emotivo.
Non sono una giocatrice che piange per una sessione di gioco, so fare la voce lacrimosa o raggiungere gli ultrasuoni per l'isteria se serve a dare un certo tono alla scena che sto giocando, ma non ho mai risentito al punto di elaborare così tanto i sentimenti dei miei personaggi. Però empatizzo. E le situazioni che si creano sono tutt'altro che leggere. Non so se perché a volte il fraintendimento tra personaggi si riversi anche sui giocatori stessi (e a quel punto basta farsi un paio di domande a vicenda per chiarire) o semplicemente sono io ad essere sensibile in questo periodo. Ed è plausibilissimo.
Certo è che se un personaggio non mi prende, quindi il gioco non mi diverte, non empatizzo così tanto. Quindi stiamo facendo faville! ;)



[FINE. Contenti, eh?]

8
Gioco Concreto / Re:[MotW] From Russia with love
« il: 2014-12-10 09:50:40 »
[<< continua]

Seguendo l'aeroplanino, scapicollandosi sui marciapiedi e tra le strade della zona, quasi senza rendersene conto Anastasia e Diego finiscono esattamente davanti al palazzo in cui vive Ani. Parte del marciapiede porta ancora i segni di quanto accaduto durante la nottata, ma il traffico scorre tranquillo. Una macchina ogni tanto. E l'aeroplanino va a posarsi, atterrando con una certa grazia, proprio sul tombino in cui la notte prima si era calato Viktor.
Dopo un momento di sorpresa per entrambi, Anastasia valuta la situazione e decide che se deve scendere là sotto, allora andrà da sola.
Riempiendo Diego di chiacchiere sul farsi un bagno caldo e mettere qualcosa sotto i denti, convince il ragazzo (Manipolare. 12 di dado!) che, considerando il suo abbigliamento poco adatto, sarebbe il caso che lui si mettesse comodo in casa mentre lei esce e cerca gli amici. Nel dirlo, intanto, lo porta verso l'edificio, nell'androne, su per le scale. In sostanza lo travolge e lui non può che essere vittima degli eventi.
Tornerà, spera, in breve tempo.
Ridiscende in strada, quindi, e procede alla discesa nel tombino, badando a non farsi investire da una macchina. Decide di non allontanarsi troppo dalla scala, prima di aver abituato la vista al buio e di aver preso un po’ di confidenza con il posto (leggere la situazione. 7/9, una domanda.). Sente dei passi, dei rumori e delle voci. Inconfondibilmente riconosce Alina e Viktor, quindi accende la torcia e la fa oscillare, dopo averli chiamati a voce alta, per attirare l'attenzione e far notare la sua presenza e posizione.
Trova abbastanza inutile inoltrarsi per cunicoli che non conosce se può, invece, farsi raggiungere esattamente all'uscita della fognatura. C'è puzza, non ha bene idea di dove potrebbe finire se per caso perdesse la strada. Insomma, non è il caso di mettersi a gironzolare se può evitarlo (che pericoli non ho notato? Che le fognature sotto Mosca sono un vero e proprio dedalo infinito e perdersi sarebbe un non nulla.).
Fa sentire ancora la propria voce e sventola la torcia, per continuare a segnalare la propria presenza, quando sente avvicinarsi i passi e le voci degli altri due. È abbastanza tesa, il posto non le piace.
In compagnia di una ragazza, che è sporca, ferita e probabilmente sotto shock.
Anche Viktor e Alina sono sporchi e feriti, e a vederli così malconci la preoccupazione di Anastasia si tinge di rabbia.
Perché Alina è nelle fogne? Com'è possibile che riescano a mettersi sempre nei guai, uscendone per altro stracciati e sanguinanti? Chi è quella ragazza? E cosa vuol dire che l'ha trovata Aleksei? Lui adesso dove si trova? Perché non possono pensare prima di fare qualsiasi cosa? Perché la giovane non ha gli occhi? Per Dyo?!
Già che sono sotto casa sua, tanto vale che salgano a darsi una sistemata. Così possono stare al caldo e fare il punto della situazione. Inventerà qualche scusa colorita per giustificare la presenza di gente così mal ridotta nell'ascensore del palazzo.

Anastasia è furiosa, per un insieme di cose diverse. È combattuta tra l'effettiva preoccupazione che le provocano ogni volta che fanno qualcosa di avventato e l'idea che trovino naturale e dovuto che, se anche fanno stronzate, lei sarà lì per dare loro supporto e mettere pezze dove loro fanno strappi. Si sente notevolmente data per scontata.
Appena entrati, indica loro il bagno e li avvisa della presenza di Diego, che evidentemente è ancora in bagno se non lo si vede in giro per casa. Ani alza la voce per farsi sentire anche da lui e annuncia la presenza di altri ospiti.
Mentre Alina, Viktor e la ragazza senza occhi s’infilano nel bagno libero e si danno una sistemata, curandosi e lavandosi, Ani porta qualche indumento pulito, per lo più per le ragazze, e poi intercetta Diego che in preda all'entusiasmo di aver sentito della presenza di Alina è uscito con addosso l'accappatoio di Anastasia.
E' decisamente troppo.
Meglio che si vesta. Le presentazioni fatte bene le faranno poi dopo, magari mettendo qualcosa sotto i denti.

In quel momento, Aleksei chiama. Una volta sfuggito dall'Inferno in cui si era andato a cacciare, e uscito in superficie, gli sono arrivati tutti i messaggi con i tentativi di contattarlo fatti prima.
E' ferito, ma sta bene. Circa. E' anche stato all'inferno, ha incontrato l'uomo con gli occhiali! E' fomentato.
Ah, l'entusiasmo giovanile.
E, infatti, di lì a pochi minuti suona al citofono e Anastasia lo accoglie abbracciandolo. Lo studia anche per bene per vedere se è ferito, dove, come. Insomma, per capire che cosa fare nel caso sia necessario intervenire. Ha una brutta ferita, che può pulire, disinfettare e incerottare meglio che può.
Diego si trova spiazzato dalla situazione e inizialmente gironzola per casa con aria smarrita e più che altro stando tra i piedi.
Dando fondo ad altri cerotti e disinfettante, Aleksei e Anastasia si aggiornano reciprocamente su quanto vissuto e accaduto. Se già non era abbastanza preoccupata prima, i particolari aggiunti da Alek alla somma di eventi già conosciuti non la calma proprio. Anzi. Una volta sistemato il sistemabile lo lascia a giocherellare con il telefono, perché ha qualcosa da confabulare con Veronika e soprattutto flirtare e parlare con dei coetanei è sicuramente più riposante che dare la caccia ad un diavolaccio nelle fogne, anche se il soggetto della conversazione è proprio quello.
Anastasia non sa bene cosa dire a Diego, per spiegare la situazione. È effettivamente un casino.

Quando Viktor esce dal bagno bello e splendido, come se fosse a casa propria e chiede se possono mangiare qualcosa, suggerendo a Diego di preparare qualche panino, Anastasia sbrocca. Del tutto e senza preavviso.
Alina non è contenta del pigiama di ricambio che le è stato prestato e finge di non vedere Alek in salotto, in preda a chissà quale geniale intuizione adolescenziale che ti fa credere che ignorare una persona a cui tieni te la farà stare più vicina, Viktor e Aleksei sono due teste calde e non pensano mai prima di fare qualcosa creando sempre caos, c’è una tipa senza occhi che gira come un’anima in pena per casa ed è la cosa più angosciante che sia entrata tra quelle mura.
La casa di Anastasia è il suo punto sicuro, il luogo in cui passa il tempo a fingere di lavorare e creare storie, ma rimane il suo territorio. E per quanto bene accetti, gli altri sembrano pensare che, siccome sono stati accolti e invitati, allora è plausibile fare come a casa propria. Anche no. È un’altra cosa che mina la pochissima calma di Anastasia. Non solo dai per scontato che io sarò lì a pararti il culo, ma ti prendi libertà che non ti ho concesso, non ringrazi e rendi la mia immacolata casa un porcile.
Ma vaffanculo, va.
Ci manca anche Alina che improvvisamente diventa timida con Diego, quando ci ha flirtato per settimane senza nemmeno conoscerlo e prendendo per oro colato quanto leggeva nei messaggi scambiati con lui e i commenti fatti da Anastasia. Giusto cielo! È la stessa persona con cui hai chattato anche ieri! Solo che adesso è un corpo solido e non un display!
Pende di mira il primo malcapitato che le passa davanti, nelle vesti di Viktor, e gli dà dell’irresponsabile. Ha il dovere di crescere e tutelare una ragazzina, cosa che sa anche la polizia o la Fedorova non avrebbe riesumato i fascicoli della pratica di affido, eppure non si capisce chi tra Alina e Viktor sia il più scriteriato. Non solo! Accoglie in casa sua un fuggiasco, perché Aleksei è esattamente quello. Un adolescente scappato dall’istituto per infilarsi nella famiglia disastrata che dovrebbero essere Viktor e Alina. E invece di inculcare loro un po’ di sale in zucca li rende dei selvaggi. Se lui è il Vento del Nord ed è adulto, i due ragazzini non sono “mostri” come lui.
Tra l’altro, Aleksei e Alina cosa credono di fare imitando quello che a conti fatti è un essere soprannaturale? Cercare di farsi ammazzare entro i vent’anni? Con che criterio si pongono verso la caccia? Perché cacciano, quando non sono obiettivamente preparati? Un cacciatore è un eroe (convinzione nata dai racconti d’infanzia, un legame con il BG venuto fuori in creazione), non un cialtrone che sa che esistono i mostri e allora rischia la vita per stanarli.
Deve mettere la propria vita nelle loro mani, come loro mettono la propria nelle sue. Ma deve fidarsi. Se non sono persone degne di fiducia, perché un attimo prima ci sono e quello dopo si stanno scapicollando altrove, come può considerarli il proprio gruppo?
Che aspettative di vita hanno, almeno Alina e Aleksei, che ce l’hanno ancora tutta davanti? Possono ancora tenere il mondo in pugno, se volessero, e preferiscono nascondersi dietro la scusa dell’infanzia difficile. Contenti loro, Anastasia non insisterà di sicuro. E non si sentirà di certo in colpa per avere avuto una famiglia che le ha voluto bene.
Ma di certo nemmeno lei sta vivendo anni facili, visto che ha dovuto rinunciare alla sua vita dorata proprio per colpa dei mostri che vivono nei suoi incubi e che la stanno lentamente logorando.
Se vuole ritornare a dormire, se proprio non può avere una vita tranquilla, e salvarsi da un lento ma continuo esaurimento e logorio di se stessa, deve rimboccarsi le maniche. Ed è quello che sta facendo. Si sta salvando da sola, se non lo fa nessun altro.
(affrontare questo discorso, anche con termini forti, a me serviva per rendere palese e chiaro il disagio del personaggio. È disturbata, ha carenza di sonno, si sta stremando. E inoltre mi serviva capire in che direzione si stanno muovendo gli altri, che in certe occasioni sembrano dei moscerini sotto acido.)

Ammettere di fare incubi da mesi, ormai, di aver perso il sonno (e in parte la testa, è chiaro) lascia un po’ tutti sorpresi. E Diego e Aleksei la stringono in un abbraccio sandwich, per farle sentire affetto e comprensione.
E quel contatto umano e fisico che, in effetti, non aveva cercato rompe la scorza nervosa di Ani, che si mette a piangere e va in bagno, per allontanarsi dagli altri e avere qualche istante per riprendersi.
Detto fatto, che qualcuno bussa alla porta. Diego le chiede di poter entrare e lei non ha nulla da obiettare. Anzi. Anche lui sarà abbastanza sconvolto. E Anastasia si scusa profondamente per averlo coinvolto in quella situazione, senza contare che, in effetti, non sta nemmeno andando avanti con il libro. Insomma, è un disastro su tutti i fronti.
Ed è in questo momento, che dopo uno scambio abbastanza intimo di scuse e spiegazioni vicendevoli, Diego la bacia. Dolce. Comprensivo.

Wait. WHAT?
Ma lui non era gay?
PORCACCIALAMISERIACCIA.
È stata così tonta, in tutti gli anni di collaborazione, a non capire che ha preso una cantonata infinita con Diego? Priorità, rapporti, modi di porsi, confidenze... cambia tutto. Ora è lei l’adolescente rimbambita che non sa cosa fare. (slow clap al keeper, che ha mollato la bomba.) E il modo di fare sconvolto di Ani lascia imbarazzato pure Diego che, per essere un cialtrone casinista, tra i due riesce anche a dimostrarsi più adulto e con una certa fretta si leva d’impiccio rimandando il discorso a un’altra volta.

Piccolo stacco temporale in cui i cacciatori si riorganizzano. Anastasia rende il salotto una sorta di sala conferenze, in cui poter organizzare le idee, appuntarle su post it e fissarle su una teca in modo che tutte le informazioni siano a portata di tutti.
(Spendendo un’altra presa di Murder, she wrote. Ne resta un'altra.) Anastasia si prende il tempo per analizzare le informazioni raccolte e metterle assieme. Ne viene fuori che Khlamushka, l’uomo con gli occhiali e il pizzetto, ha reso le fogne di Mosca il suo regno; che svende patti di dubbio valore in cambio delle anime dei suoi clienti; che per fermarlo e rimandarlo per direttissima da dove è venuto, bisogna trovare il primo patto che ha stretto in città e che lo lega alla “realtà”, annullarlo e fargli ciao ciao con la manina mentre svapora via; che plausibilmente ha un legame con Eva - la strega che ha maledetto Viktor, anche se non è ben chiaro quale legame sia-  e che forse lo sta cercando per lei.
È  bene, a questo punto, svuotare del tutto il sacco, e Viktor e Anastasia raccontano agli altri il legame che c’è tra loro (i sogni in cui Viktor ed Eva combattono ferocemente) e la visione congiunta che ha fatto capire il legame tra la strega e la maledizione che gravava sopra Cecilia (la città del mistero precedente).
Damn it.

Quando Alina si tira in disparte con Diego, per parlargli di Veles, nel vederlo agitarsi Ani si avvicina e spia da sopra la spalla della bionda cosa stanno scrivendo sul portatile.
(Anastasia tiene molto a Diego. A prescindere da baci, abbracci, quel che è. Sono amici, sono colleghi. Si conoscono da una vita e Diego è l’ancora alla vita normale che lei si sta pian piano lasciando alle spalle. Mi piace avere legami con i png, che non travalichino comunque le relazioni tra personaggi giocanti, perché penso sia coinvolgente per il keeper che non si deve limitare a muovere delle sagome di carta di cui ci importa relativamente, e perché dà modo al keeper stesso di poter spingere sulle relazioni extra per proporre scelte difficili ai personaggi. Inoltre mi fa esplorare parti del mio personaggio che relazionandosi solo con i pg probabilmente non si vedrebbero.)

Appreso che Veles pare essere uno schifoso stalker, Anastasia inneggia all’hacking del computer dell’amico digitale di Alina. Chi diavolo si crede di essere sto tipo, che spia la gente? Forse la privacy è passata di moda? Ci manca solo che veda attraverso la webcam o che senta dal microfono del PC. Che schifo.
È anche vero, però, che si è sempre dimostrato utile e che ha sempre dato supporto ad Alina. E glielo fa presente, Ani, scusandosi anche per come poco prima ha riversato astio e parole pesanti sulla ragazza.
A questo punto siamo a pochi passi dalla fine, ma è tardi e conviene rimandare il tutto alla sessione successiva – che è anche l’ultima, tranquilli. Le informazioni ci sono, un po’ di come sono i personaggi si è visto.

[continua ancora, ma poi finisco di fare WOT. Promesso.]

9
Gioco Concreto / Re:[MotW] From Russia with love
« il: 2014-12-05 18:04:39 »
[< continua]
 
E quindi riprendiamo la sessione con i nostri baldi eroi vengono portati alla centrale di polizia, tenuti separati in due salette diverse.


L’impressione di Ani è di essere finita in un film d’infimo livello, sullo spionaggio.
La stanza in cui è tenuta lei è piuttosto spartana e presuppone che Viktor non sia trattato meglio.
Ad ogni modo, dopo un po’ che è stata lasciata sola in quella camera con solo un tavolo e due sedie, ammanettata, Anastasia inizia a far rumore per attirare l’attenzione. Un calcio a una sedia, un colpetto sul tavolo, chiama gli agenti. insomma, fa un poco di baccano.
Va bene essere in Russia, ma almeno poter chiamare qualcuno per avvisare di esser stati portati in prigione glielo devono.
 
E quando nella stanza entra un agente, con la faccia così ingrugnata che sembra aver preso un pugno che gli ha insaccato i tratti del viso, lo aggredisce con un fiume di parole quasi da intontirlo.
Ma lo sanno chi è? Non hanno già abbastanza problemi con la pessima nomea della polizia russa, che si prendono con calma con una VIP ammanettata? Deve andare anche in bagno. E, in effetti, è scomoda la sedia. Ah, i titoloni che compariranno sui quotidiani europei.. e il suo amico dov’è? Ma la Convenzione di Ginevra permette certi comportamenti?
Ciance, tante. (ho letto tutti i tuoi libri)
Il fatto che, in effetti, sia stata lei a rubare l’auto e a scappare, senza apparente motivo, non viene certamente accennato. Ssssh.
L’agente esce, senza spiccicare parola (e non è chiaro se sia perché è stato stordito di chiacchiere o perché è semplicemente taciturno) e pochi istanti dopo uno tacchettare regolare annuncia l’arrivo di qualcun altro.
 
Ad aprire la porta è una ragazza, sempre in divisa, dall’aria simpatica. Ha le braccia cariche di fascicoli, nemmeno fosse un mulo!, e in cima a tutto c’è quello che è chiaramente uno dei libri scritti da “Libuse”, il nome d’arte di Anastasia.
L’agente, una biondina che risponderà poi al nome di Olga Fedorova, si libera del peso appoggiando tutto sul tavolo, saluta, apre il libro, guarda la foto sulla copertina, guarda Anastasia, appura che è lei.. e si scusa per come la stanno trattando. È evidentemente una fan, che però cerca di contenersi perché è in servizio e in fondo la situazione è un poco ingarbugliata.
Poco male, sfruttando il fatto di trovarsi di fronte ad una potenziale collaboratrice, Ani sfoggia il suo miglior sorriso, chiede di poter avvisare qualcuno e come sta Viktor, si mette anche a completa disposizione della polizia ammettendo di aver agito in modo sconclusionato coinvolgendo anche l’altro. (Manipolare come se piovesse)
Ne ottiene la possibilità di chiamare qualcuno e ripiega sul fare una telefonata a Diego, l’unico adulto che possa effettivamente aiutarla in questo caso. Conta che ad avvisare i ragazzi ci pensi Viktor, almeno per farsi mandare un avvocato o qualcosa di simile.
Vien da sé che l’Agente, che era beatamente nel regno dei sogni, rimanga mezzo sconvolto quando la sua cliente gli dice di aver bisogno di un avvocato, perché dopo l’incidente accaduto sotto casa le cose si sono un po’ ingarbugliate e lei è finita col rubare un’auto e a farsi inseguire dalla polizia.
Se potesse mandarle un legale, che lei non saprebbe chi chiamare a Mosca, ne sarebbe molto grata. Si scusa ancora e restituisce il telefono all’Agente Fedorova.
 
Mentre Anastasia riesce a fare la sua telefonata a Diego, Viktor viene intrattenuto da un paio di poco simpatici poliziotti, che lo provocano e maltrattano. In qualche modo Viktor non perde completamente il controllo e sopporta, realizzando che uno dei due agenti è per altro un’anima “dannata”, come quelle che ha trovato nelle fogne. Un altro stolto che ha stretto un patto.
Nonostante la compagnia poco piacevole riesce comunque ad avvisare Alina, mandando un messaggio portato da refoli di vento, in cui l’avvisa di cos’è accaduto.
L’Agente Fedorova fa visita anche a lui, portandosi appresso tutti i fascicoli con cui è entrata nella stanza in cui è tenuta Anastasia. L’arrivo della poliziotta fa alzare i tacchi ai due attaccabrighe, che però non risparmiano commenti a mezza voce anche a lei.
Ad ogni modo, dopo iniziali “convenevoli”, l’agente viene al punto e gli fa presente che sa della sua tutela per Alina. E gli chiede cosa ne sa di un altro ragazzo, Aleksei, scappato dall’istituto.
Poi, siccome Viktor è un po’ un ceffo, e sono troppe ore che è chiuso in quella camera, inizia ad agitarsi e a sbattere i pugni sul tavolo. A calciare le sedie.
Era già stato detto che a Vik i posti chiusi non piacciono? Beh, non soffrirà di claustrofobia, ma ci va proprio vicino. E inizia a dare di matto.
Inutile dire che Anastasia, sentendo il casino, si agita, chiama Viktor a voce alta e inizia a dare a sua volta colpi contro il muro.
Suppone che lo stiano picchiando. O mettendo sotto torchio. Sa anche che è una testa calda, quindi sai mai che si metta a picchiare i poliziotti.
L’agente Fedorova sentendo che pure lei fa casino, torna a vedere cos’ha e quando trova Anastasia con un’espressione effettivamente preoccupata che chiede di Viktor, di poterlo vedere (e dopo un sapiente uso di Manipolare) acconsente a far incontrare i due reclusi. Anastasia assicura che non ha intenzione di creare casini. Ma assieme possono dare una visione d’insieme di quanto accaduto. E poi non serve nemmeno che le tolga le manette. Le basta di vedere e farsi vedere da Viktor, per rassicurare entrambi.
Così vengono riuniti, nella stanza di Viktor. E parlandosi un po’ sopra, sfoggiando una parlantina sciolta e facendo leva sul fatto che Olga pare non proprio convinta di cosa sia successo (cioè, altri abusi di Manipolare) Anastasia si fa dare un foglio e una penna e con l’aiuto di Viktor mette su carta gli avvenimenti della nottata da quando ha chiamato il pronto intervento a quando sono stati portati dentro. Inserendo anche quello che per loro cacciatori è “ordinaria amministrazione” ma che ad Olga sembrano voli di fantasia.
(Murder, she wrote. tre prese da spendere per altrettante domande, quando si ha il tempo per ragionarci su. spesa subito una, le altre sono state usate più avanti, con più elementi.) Mettendo in ordine gli eventi della nottata, ad Anastasia sorge il dubbio su chi in effetti sappia più di quanto ha detto fino ad ora. E si rende conto che il venditore, il conoscente di Viktor che è arso vivo, non ha detto tutto quello che sapeva. Forse Viktor sa come parlare con lo spirito di un morto? A lei pare sia possibile farlo, magari lui ha un metodo comprovato per parlare con i morti.
Per Olga è decisamente troppo.
Sarà pure disponibile ad ascoltarli, ma da lì a farsi prendere per il naso con storie di anime in pena e simili non ci sta. Li fa quindi confabulare un po’, ma poi li separa. Si fa restituire la penna e fa tornare Anastasia nella stanza attigua. Ani ci prova a dirle che quello che è accaduto non è proprio una cosa normale, ma tra il non voler passare per matta e temendo di tirare troppo la corda (abusare del proprio Charme non è sempre una buona idea) assicura che se ne starà buona lì, a disposizione per qualsiasi domanda debbano ancora porle. E in attesa del legale che Diego dovrebbe mandarle.

Tempo nemmeno di finire di parlare ad Olga che Viktor fa altro casino, nella camera accanto, sbattendo sedie a terra e contro il muro, e ha anche la percezione di Alina in pericolo. E’ stato in quella stanza, ad aspettare, davvero per troppo tempo. Forte della Magia che gli scorre dentro e preoccupato per la propria pupilla, diventa Vento e va da lei.
Mollando Anastasia da sola. Meh. Di nuovo.
Vabbè, prima o poi si farà una ragione del fatto che non ha intenzione di stare con lei, che forse non capisce che anche a lei serve appoggio o la semplice presenza dei compagni quando le situazioni piegano male.
Ma è adulta, quindi passa oltre. E manda giù il rospo. Se ne sta al caldo e beve caffè gratis, che è sicuramente meglio di una fogna puzzolente.

C’è una sorta di gap temporale, un cui gli eventi per necessità si mescolano e i tempi sono più o meno dilatati.
Ma passano alcune ore, in cui le chiappe di Ani hanno ormai preso la forma della sedia e lei è ignara di quanto stiano facendo gli altri nelle fogne e di quante ne stiano effettivamente buscando, c’è fermento per la scomparsa di Viktor ma le non ne sa nulla. Improvvisamente si sentono trambusto nel corridoio e una voce più che famigliare, con un marcato accento ispanico chiede informazioni su dove si trovi la signorina Ortiz.
Diego, agghindato come se fosse reduce da una festa su una spiaggia di Miami - e nonostante tutto bello come il sole, e forte dell’appoggio di un famoso legale locale ha ottenuto di far uscire Ani pagando cauzione. E quindi Anastasia si trova travolta dal ciclone Diego, vestito troppo leggero per il clima di Mosca e con una faccia che lascia trasparire i postumi di una notte brava – deve aver indossato i vestiti smessi e preso un volo privato, che con una certa verve le fa notare di avere un’aria proprio sbattuta e che con premura le propone di uscire in fretta e farsi spiegare quanto accaduto, magari davanti ad un caffè. Fa appena in tempo a lasciare il proprio biglietto da visita ad Olga, nel caso dovesse contattarla e volesse spiegazioni private sul farneticare della sera prima. (cerchiamo di farci alleati nella polizia, insomma! Che non guastano mai.)

E nel momento stesso in cui si avviano lungo il marciapiede per cercare un taxi, i nervi mai troppo saldi di Anastasia cedono del tutto.
La notte d’inferno, la tensione di aver assistito ad un incidente, di aver visto un uomo bruciare, di esser stata più volte lasciata a se stessa, le fanno accogliere male il povero agente. Gli dà risposte sommarie, dà informazioni sconnesse su anime vaganti sotto terra, accenna all’uomo arso vivo, ai ragazzi in pericolo. E lui, paziente, le prende la mano, le dice che è al suo fianco e poi, in effetti, non sa bene come affrontare la situazione. Sotto la neve che ha ripreso a cadere, infreddoliti e in cerca di un taxi per andare verso casa di Anastasia.
Fanno una sosta in un bar, perché Diego deve essere in qualche modo riscaldato per evitargli una broncopolmonite, e lì Ani prova a chiamare Alina, Aleksei e Viktor, ma non riesce a contattarli. I telefoni sono irraggiungibili.
Sì e no che sente le chiacchiere di Diego, che fa humour frivolo per alleggerire la situazione. E per la prima volta nella sua vita, Anastasia prova a fare una magia.
Non ci crede davvero molto, voglio dire non è Viktor, non è Alina. Sa che la magia esiste, ma da lì a saperla padroneggiare ne passa.
Comunque, dopo aver fatto un aeroplanino con un tovagliolino di carta, mentre lo lancia verso la porta del locale, si rivolge agli spiriti dell’Aria che spesso Viktor nomina e chiede loro di guidarli dai suoi compagni. Con una mezza imprecazione quando un’ala dell’aeroplanino le fa un taglio sulla mano e assorbe sfacciatamente il suo sangue, vorace, Anastasia guarda con aria meravigliata quel tovagliolo che a logica non dovrebbe volare, per il peso e la consistenza della carta con cui è fatto, e scatta in piedi, prendendo Diego per un braccio, stampandogli un bacio sulla bocca e obbligandolo a seguirla mentre rincorre l’aereo per le vie gelate della città. (Use magic 7/9, glitch 1danno ignora armatura.. Il taglio sulla mano le ha fatto usare meno l’arto.) Il bacio è dettato dall'entusiasmo e non ha nulla di malizioso. Ciò non toglie che sia spiazzante per il povero agente travolto dagli eventi.

[continua ancora.. sorry. >]

10
Gioco Concreto / Re:[MotW] From Russia with love
« il: 2014-12-03 00:42:20 »
ANASTASIA POINT OF VIEW.

Meanwhile, in Moscow..
Fallisco miseramente il tiro di inizio mistero (premonizioni) e do tre prese al keeper per darmi un -1 ai tiri.



È una mattino innevato quando Viktor e Anastasia si danno appuntamento in un bar del quartiere in cui vive il Vento del Nord, per fare quattro chiacchiere tra amici, qualche giorno dopo la stremante avventura a Cecilia.
Siccome sono due scemi in singolo, in coppia possono anche essere peggio.
Tanto Anastasia è imbacuccata e avvolta in strati e strati di calda lana, così Viktor se ne sta in maniche di camicia in attesa davanti alla vetrina del bar.
Dopo uno scambio di battute entrano e si accomodano in un tavolino un poco appartato, ordinano due caffè (che sono immancabili se c’è Anastasia nei paraggi) e poi a modo loro affrontano il discorso della visione congiunta, avuta qualche giorno prima.
Viktor, senza troppi giri di parole, dice che sa di aver condiviso una visione con lei e le spiega che la donna che hanno visto promettere vendetta alla giovane “strega” è di fatto la Strega che lo ha maledetto e rinchiuso in un corpo umano. E Anastasia conferma che sì, sa di aver condiviso con lui la visione e ammette di conoscere la donna. Sono mesi che la sogna, così come sogna spesso lui, mentre si danno battaglia. Non era certa fosse lei ad averlo maledetto, ma sapeva che di certo non c’era un rapporto idilliaco tra i due.
Già che dice di averlo sognato, ammette che lui è una fonte di ispirazione per uno dei personaggi portanti dei suoi libri.
Sì, è vero che prende spunto dal Vento del Nord. Ed è il motivo per cui ogni tanto lo osserva e prende appunti. Peccato che lui non lo sapesse proprio, o non avesse collegato sé stesso al detective, fatto sta che la notizia gli gonfia non poco l’ego.
Eh.  Uomini.
Gli rivela anche che nei suoi confronti a volte è diffidente, perché non sa come prendere la sua natura mostruosa. Non sempre capisce cosa lo muova e trova difficile fidarsi del tutto di qualcosa che non comprende.
Parlare tranquillamente, davanti ad una buona tazza di caffè, ad ogni modo, fa sentire più vicini. La magia della caffeina. Anastasia riesce anche a non insultare Viktor e lui riesce a non essere irritante. Alla fine risulta essere una buona mattina.

La casualità (e il keeper che inizia a sfruttare le mosse) vuole che la notte stessa, una volta riuscita a prendere sonno, Anastasia si ritrovi improvvisamente nel salotto della casa che Viktor condivide con Alina e Aleksei.
La casa apparentemente immersa nel silenzio del sonno. E lei, come una babbea, se ne sta in piedi al centro del soggiorno.
Il dubbio di essere diventata sonnambula, oltre che incapace di fare un sonno tranquillo da mesi, le attanaglia lo stomaco.
Ed è mentre si guarda attorno, incapace di capire e di ricordare come è arrivata lì, giacché vive dall’altro capo della città, che suonano il campanello.
In piena notte. Il campanello.
Può essere solo un’emergenza. E visto che in soggiorno non c’è nessuno, si avvia alla porta per aprire e vedere chi è. Tende la mano per girare la maniglia, ma non riesce ad afferrarla. L’attraversa come un fantasma può passare tra i muri.
Nemmeno il tempo di andare troppo nel panico, che di lì a qualche secondo Viktor emerge dalla zona notte e si avvicina alla porta. Pare non notare proprio Anastasia, che cerca anche di rivolgergli al parola, e le passa attraverso per andare ad aprire l’uscio trovandosi, così, di fronte ad un uomo di mezza età, con occhialini da vista tondi e pizzetto a punta. Ha un’aria tutt’altro che raccomandabile. E pare conoscere bene Viktor a cui si rivolge con naturalezza.
Ad Anastasia arrivano solo brutte vibrazioni.
La situazione, se già di per sé è strana perché è incorporea e invisibile nel soggiorno di  Viktor, diventa pesante perché vorrebbe esprimersi ma non può.
Non la vedono e non la sentono, e per una persona abituata ad esprimersi senza limitazioni e a fare della parola il suo punto di forza è traumatizzante.

Anastasia si sveglia in un bagno di sudore, nel proprio letto.
Solo il tempo di infilarsi le pantofole, correre al pc portatile per appuntare il sogno e poi chiamare Viktor, credendo di aver assistito ad un avvenimento contemporaneo e quindi dargli supporto e temporeggiando per lui. E finendo, invece, per svegliarlo.
Ovviamente il Vento si preoccupa, chiede ad Anastasia cos’ha visto e dopo il riassunto agitato e nervoso della scrittrice, le dice che va a prenderla per farle passare la notte da loro.
Sentirla agitata deve aver agitato anche lui, in qualche modo, e gli ha fatto sorgere l’istinto di non lasciarla da sola dopo il brutto sogno. Sarà da lei in men che non si dica.
In fondo sa anche essere carino. Un irritante uomo delle caverne con il cuore tenero, nonostante lui continui a sostenere di essere il gelido e duro vento del nord.

Il tempo di avvisare Alina e di prendere le chiavi del suo discutibile van, e Viktor è in viaggio in direzione della palazzina in cui vive Anastasia, che nel frattempo ha approfittato per fare una doccia e cambiarsi.
Quando suona il campanello, la scrittrice apre senza nemmeno controllare. Una dimostrazione di fiducia non da poco. O forse di avventatezza, chissà.
Ed è mentre scambiano convenevoli di rito, prima di dirigersi assieme al van, che il telefono della scrittrice suona.
A quell’ora - e con la suoneria personalizzata, può essere solo Diego. Chiama per sentire come sta la sua cliente, per fare conversazione. In piena notte. Anastasia cerca di liquidarlo in fretta, sorvolando sul fatto che non riesce proprio ad andare avanti con il libro.
E tra una risposta all’interlocutore dall’altra parte del telefono e un’occhiata a Viktor per invitarlo ad avviarsi, che tanto lo segue a ruota e chiude casa, dalla strada sotto casa si sente prima uno stridio di gomme, un grido e il rumore di un veicolo che si è andato a schiantare.

Inutile dire che la telefonata viene chiusa in fretta e furia, e che Viktor e Anastasia si scapicollano di fuori.
Viktor è più veloce e arriva sul punto dell’incidente, a poco più in là del portone di casa di Anastasia, per primo.
Davanti agli occhi gli si presentano una figura umana rannicchiata in mezzo alla strada ghiacciata e un’auto schiantatasi contro un lampione, che ora va ad intermittenza. L’autista è rivolto sul volante, apparentemente vivo, ma privo di sensi. Anche l’uomo in mezzo alla strada è vivo, trema e farnetica.
Viktor non ci pensa su - ma dai?, ed estrae l’autista dall’auto, portandolo sul marciapiedi e usando il proprio giaccone per accomodarlo meglio. Il tempo che anche Anastasia arrivi sul posto e Viktor sta già correndo in mezzo alla strada per recuperare anche il tipo farneticante - e che poi riconoscerà come il proprietario del negozio in cui lui e i ragazzi vanno spesso a fare la spesa. Lo affida alle cure di Anastasia, che sta già chiamando la polizia per segnalare l’incidente e prova anche a dire che in caso di incidente è anche il caso di lasciare i feriti dove sono, ma non fa in tempo a dirlo che il cacciatore corre verso un tombino aperto, in mezzo alla strada, e ci si tuffa dentro. Sta seguendo una non ben definita pista.
Anf. Che fatica essere una cacciatrice con dei compagni avventati!
È un mini infarto in canna ogni volta che fanno un passo, sono come bombe ad orologeria.
Non sai quando, ma sai che prima o poi faranno qualcosa che ti farà preoccupare a morte, senza spiegazioni.

Mentre Viktor si improvvisa speleologo, Anastasia si occupa dei due incidentati e avvisa i ragazzi, che sono rimasti a casa.
Sceglie di telefonare ad Aleksei, che risponde dopo qualche squillo, e mentre lei avvisa che c'è stato un incidente davanti a casa sua e tra il prestare soccorso e infilarsi nei tombini ci metteranno un poco a tornare a casa, Alek le riferisce che a casa loro c'è un tipo discretamente losco, che cerca Viktor.
Il primo suggerimento, dopo aver appurato che è lo stesso tizio visto nel sogno, è quello di frugargli nelle tasche per vedere se nel portafogli ha qualche documento utile a riconoscerlo. Nel mentre, di sfondo si sente Alina che chiede se ha fatto bene a “bloccarlo”.
Inutile dire che la scrittrice resta non poco perplessa. Ma cosa combinano quei due, da soli? E quanto abuso di magia e energie fa Alina? Non va bene. E non va bene che quell'uomo sia in casa con i ragazzi da soli. Però sanno badare a loro stessi, questo è certo.
Riagganciato il telefono, Anastasia passa il proprio giaccone al negoziante, che è sporco e infreddolito. Ha l’aria talmente spaurita che Ani suppone sia in fase di shock post traumatico per l’incidente scampato.

Mentre spera che l’uomo si calmi, si guarda attorno (leggere una brutta situazione). È più forte di lei la necessità di capire la dinamica dell’incidente. (indagare il mistero)
È evidente che la macchina abbia sterzato proprio per evitare il negoziante, che ha attraversato la strada di corsa stando alle impronte, e a causa del fondo stradale ghiacciato abbia perso il controllo del veicolo andando ad incocciare contro il lampione. E grazie ad un cumulo di neve a bordo strada, ha anche attutito l’urto. Certo è che se un uomo di una certa età si mette a correre in mezzo alla strada, senza guardare, forse c’è un motivo.
Tra una ficcanasata, Viktor che si tuffa nel tombino per seguire chissà che pista e una domanda mirata all’uomo, Anastasia deduce che stava scappando da qualcuno. O qualcosa.
E a quel punto inizia a parlare con l’uomo, sperando intanto di calmarlo. In fondo l’incidente non è stato grave. La polizia sta arrivando e anche l’ambulanza. Insomma, ci saranno presto soccorsi. Quindi perché non le dice cos’è accaduto così può aiutarlo a spiegare alla polizia? Eh? Stava scappando, da chi? Perché? Peccato che l’uomo sia così spaventato che quello che ne ottiene sono frasi sconnesse e informazioni frammezzate. Ha fatto un patto con qualcuno che ora vuole saldare il conto. E a quanto pare è un conto salato.
Se è un usuraio lo si denuncia, quindi Anastasia insiste. Se gli serve aiuto non ha che da chiedere. E lui starebbe anche per dire di più, forse la faccia della bionda un po’ di fiducia riesce a smuoverla.. ma l’uomo prende fuoco.
Improvvisamente.
Autocombustione, lì in mezzo alla strada.
E Anastasia non sa che fare.
Da sola, alle prese con un tipo svenuto, uno che prima straparla e poi prende fuoco all’improvviso come un cerino. Non ce la può fare. E l’odore di carne che brucia, che nonostante cerchi di soffocare le fiamme non riesce ad ottenere altro che un giaccone bruciacchiato, è nauseabondo e al contempo ricorda i BBQ fatti in spiaggia.
Cielo, che schifo.
Ha un principio di attacco di panico con relativa nausea e proprio in quel momento Viktor risale dal tombino, con la maglia strappata e macchiata di sangue, ma apparentemente senza ferite.
Il Vento le dice che ci sono anime in pena che vagano nelle fognature. Ani non ha nulla da aggiungere, che quel che è successo lì lo può vedere da sé, a parte assicurare di non aver fatto altro che fare domande e l’uomo si è infiammato da sé.
Che panico!

Non bastasse lo shock della torcia umana improvvisata, si iniziano anche a sentire le sirene della polizia.
E siccome in preda al panico Anastasia ha il pensiero laterale che singhiozza e le suggerisce soluzioni scavezzacollo, conviene Viktor a salire nell’auto incidentata ma ancora funzionante, mette in moto e parte a tutta velocità, facendo un’inversione di marcia che nemmeno Vin Diesel in Fast & Furious. Finendo per farsi inseguire dalla polizia, ormai nei pressi dell’incidente.
Sig.
E l’unica spiegazione che sa dare a Viktor che le chiede cosa sta facendo, è che con un uomo bruciato vivo come fanno a spiegare cos’è successo e a farsi credere?
Non c’è verso di convincerla a separarsi, per riuscire a far scappare almeno uno di loro mentre l’altro attira la polizia, che per altro è alle loro calcagna.
A mente un poco più lucida, secondo Anastasia ha più senso se si fanno prendere entrambi. Ammettere il momento di panico sarà meno complesso che spiegare come mai uno dei due è scappato. E soprattutto non vuole stare da sola ancora. Ché, ogni volta che la mollano a sé stessa succede un casino.
Come ora.
In fondo, se Viktor non se ne fosse andato per i fatti suoi, non si sarebbe impanicata davanti ad un processo di autocombustione e non avrebbe fatto quel casino! Ecco.

A dire il vero la decisione di rubare la macchina e poi di farsi prendere dalla polizia è stata la conseguenza di un -1 ad agire sotto pressione, quando il keeper ha sfruttato una delle sue prese. ollè! Però è stata molto divertente la scena.

E, di fatto, a questo punto noi sappiamo che c’è qualcuno che fa patti in cambio di pagamenti sostanziosi (tipo la vita altrui), che ci sono anime erranti e che qualcuno cerca davvero Viktor.


[continua]

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Gioco Concreto / Re:[MotW] From Russia with love
« il: 2014-11-27 16:27:46 »
Aaaand here we gooo..

E brava Giulia che ha aperto il post.
Io mi ero ripromessa di non farlo, per non spammarvi troppo. XD
c'ho una brutta malattia.. sono grafomane e faccio wall of text.

Insomma, la nuova campagna di MOTW è partita da qualche settimana ormai.
Come già anticipato i Cacciatori si muovono nella Russia dei giorni nostri, a bordo di un discutibile Van.
Gruppo più eterogeneo non potrebbe esserci, ma proprio per questo ha i presupposti per funzionare.
 

Premessa: Ho quasi finito le opzioni di libretti base utilizzabili (e che mi piacciono) prima di ricadere nel “già fatto”, causa varie campagne con relativi cambi di libretto.

E quando quei pochi che restano vengono adocchiati anche dagli altri, che fai?
Guardi tra i libretti extra pubblicati.
E poi ti ricordi che il caro Domenico ha sfornato dei libretti nuovi nuovi, assolutamente da provare.
E quindi, eccomi qui a interpretare lo Scrittore.
Yay.
 
Quindi, non so nulla di cultura russa. Bene.
Parto dal presupposto che sto già giocando un paio di ometti, quindi ho voglia di fare un personaggio femminile.
Diciamo che mi facilito le cose e decido che il personaggio sarà per metà straniera e cresciuta in altra nazione.
E se ha comportamenti non consoni alle situazioni, chissenefrega. Da dove viene lei è consentito. E poi un punto di vista “diverso” è sempre utile.
 
E così nasce Anastasia Ortiz, in arte Libuse. Per gli amici Ani, Ania, Anita.. insomma, la chiamano come vogliono.
Affondo le mani nei clichè e ne esce qualcosa di interessante, almeno per me.

Ventiseienne, quasi ventisettenne, scrittrice spagnola sulla cresta dell’onda.
Scrive da sempre storie, seguendo il consiglio dei nonni, per esorcizzare i brutti sogni.
Se fai vincere gli eroi alla fine delle mirabolanti avventure, gli incubi diventano solo spunti per scrivere storie divertenti.
Ha fatto il boom con una trilogia di romanzi horror young adult scritti tra i 18 e i 20 anni per una casa editrice minore di Barcellona, ambientati in Russia.  (Autrice di best sellers)
In quel periodo tiene anche un blog in cui pubblica raccontini minori, tramite i vari social media intrattiene rapporti con il fandom e con i lettori in genere. Riceve anche qualche nomination a blog awards e simili, come scrittrice emergente e personalità della rete.
Viene invitata nei talk show e diventa una sorta di vip (tipo gli opinionisti che circolano OVUNQUE, nei programmi televisivi). Giovane, carina, evidentemente vincente e con le idee giuste. Un modello da presentare per attirare i giovani, no?
Si avvale quindi dell’esperienza e dell’occhio lungo di un agente, Diego Miguel Munoz . Bello, fascinoso, sempre impeccabile. Secondo Ani è gayo. E tra loro non c’è mai stato altro che amicizia e lavoro. Tranne tre, quattro occasioni in cui a scorrere nelle vene era più alcool che sangue.. in cui sono finiti a letto assieme. Ahilei, Anastasia non ricorda gli eventi oltre ad aver avuto dei gran brutti hangover il giorno dopo. Voglio dire, niente di strano se hai bevuto troppo e il tuo agente di lunga data ti ospita a casa sua. O viceversa se si ferma a dormire da te per non rischiare di finire contro il primo lampione che gli attraversa la strada.. no?  (Agente che sa il suo lavoro)
Calcando la scia della fama, improvvisa quanto non effettivamente cercata, e le ottime dritte di Diego, Anastasia firma un contratto con una casa editrice Nazionale per una serie di romanzi horror rivolti ad un pubblico più adulto.
Le storie sono sempre ambientate in Russia, nel periodo tra le due guerre, e si basano sui racconti e favole raccontate dai nonni e riguardanti le creature del mito e della leggenda russa. Ma non sono una saga fantasy classica, quanto più una serie di romanzi thriller.
Ha scoperto l'esistenza dei mostri PRIMA di iniziare a scrivere, fin da piccina, ma li credeva solo creature fantastiche.
I nonni, cacciatori a loro volta, hanno lasciato la Russia a metà anni 80, seguendo la figlia che si è trasferita per lavoro e che poi ha improntato la propria vita in Spagna.
Con mamma e papà occupati nel lavoro, a crescere la bimba sono stati quindi i Nonni che, nel più banale dei modi, le hanno tramandato le loro conoscenze raccontando storie mirabolanti di eroi che han salvato il mondo dai mostri, basandosi su eventi vissuti in prima persona, ma infiocchettandoli a dovere per non terrorizzare una bambina piccola e talvolta prendendo spunto proprio dai brutti sogni della bambina. Formando così il suo gusto per le storie orrorifiche.
Alla morte del nonno, per semplice vecchiaia mica robe strane, eredita il suo pugnale. Glielo consegna personalmente, dicendole di farne buon uso. Regalo insolito, di cui una ventenne non ha bene idea di cosa farne.. ma vuoi rifiutare il dono del nonno che sta morendo? No.
Le tornerà comunque utile poi. (pugnale di un cacciatore famoso. Ivan, La Legione)
 
E insomma, tante belle cose fino a quando, la notte del suo venticinquesimo compleanno inizia ad avere seri incubi. Inizialmente suppone di aver dormito male a causa dei festeggiamenti esagerati.
Ma quando gli incubi si ripetono e inizia a passare intere notti in bianco ne parla con la nonnina, che prima ascolta, poi le suggerisce di farsi una vacanza. Di provare a visitare la Russia. Per trovare le radici della famiglia. Classico, no?
Non paga di non riuscire a dormire, perché ogni volta che chiude gli occhi e si appisola ha brutte visioni e sogni inquietanti, sviluppa una dipendenza da caffeina.  (incubi e allucinazioni)
E inizia a ritardare le consegne per il nuovo romanzo della saga. Si è arenata al titolo del secondo capitolo e non c’è verso di andare avanti. A nulla servono le esortazioni di Diego, né le minacce dell’editore se non consegna per tempo. Resta ore e ore a fissare il foglio vuoto. E se inizia a scrivere qualche riga, prontamente la cancella perché quello che scrive è pessimo. (Blocco dello scrittore)
 
A questo punto, è chiaro che debba staccare la spina e con la scusa di andare a cercare fonti sul campo, parte per la Russia assicurando a Diego che tornerà con talmente tanto materiale che le dovranno ampliare il contratto per altri cinque libri!
Si mette in contatto con Alina (la Flake), ragazza conosciuta in rete e con cui ha intrattenuto rapporti sui social e via mail, dandole anche qualche dritta quando la ragazza cercava informazioni sui mostri e creature bizzarre. In fondo, Anastasia tra bagaglio culturale personale e ricerche effettuate per i suoi libri, ne sa abbastanza. Se vuole andare in Russia avere un punto di appoggio e conoscere qualcuno può venirle utile.
Tramite Alina, incontra anche Aleksei  (il mundane) che per pura fortuna arriva a salvarla da un tentativo di scippo quando Anastasia si perde tra le vie di una zona poco raccomandabile, mentre sta andando all’appuntamento con Alina. Il ragazzo entra nelle sue simpatie, solletica il suo spirito di protezione, e diventa anche un suo fan, divorandone i libri.
E i due ragazzini, sono il mezzo per arrivare a Viktor. Lui, il Vento del Nord (il mostruoso), che si rivela essere una figura ricorrente nei suoi incubi e che, tramite le storie raccontate dei nonni è diventato anche fonte di ispirazione per un personaggio ricorrente nei suoi romanzi. Il detective dall’aria maledetta, avido fumatore di sigarette, che non teme di usare mezzi poco convenzionali quando deve trovare risposte e aiutare i protagonisti della saga.
 
Nella speranza di trovare un modo per liberarsi degli incubi che la stanno lentamente consumando e abbracciando l’eredità “del sangue”, si unisce al trio di cacciatori apportando non solo un tocco femminile in più, ma anche il suo fiuto e le sue intuizioni nella caccia. È anche una faccia nota e può essere utile avere un nome conosciuto in certe occasioni. Apre molte porte.
(magri notturni; murder, she wrote; ho letto tutti i tuoi libri*)
 
Non fatele mancare mai caffè forte e bollente e sarà una fonte inesauribile di risorse e risposte.
Caccia per riscattarsi e salvarsi con le proprie mani, ma negli altri tre ha trovato una sorta di famiglia acquisita.




*°*°*
*

Ho letto tutti i tuoi libri!
Quando sfrutti il tuo status di autore per manipolare qualcuno, tira +Acuto invece di +Affascinante. Se la persona che stai manipolando è un tuo fan, o se sei riconosciuto come un esperto nella materia di cui stai parlando, prendi +1 al tiro.

I Magri Notturni
Mostri e strane creature hanno popolato le tue fantasie (o i tuoi incubi) da sempre, e su molte altre hai fatto ricerche per scrivere le tue storie. Quando investighi un mistero relativamente a un mostro, aggiungi questa alla lista delle domande che puoi fare:
- Cosa mi ha insegnato di utile scrivere su questa creatura?
Puoi fare questa domanda anche se fallisci il tiro. In quel caso, spiega come il rapporto tra te e quel mostro in particolare sia più profondo di quanto potesse sembrare all'inizio, e quale segreto lui conosce su di te.

Murder, she wrote
Pensare ai misteri in termini di trama e struttura narrativa ti permette di avere un punto di vista unico su di essi, che porta a volte a improvvise intuizioni. Una volta per mistero, puoi prendere il tempo per riflettere su cui che sta avvenendo e tirare +Acuto. Con 10+ prendi 3, con 7-9 prendi 1. Quando pensi a come si svolgerebbe la vicenda se fosse una storia scritta da te puoi spendere una presa per fare una delle seguenti domande al Custode:
- Il mostro sta cercando qualcosa o qualcuno in particolare?
- Chi corre il pericolo maggiore?
- Quale connessione non avevo notato?
- Chi sa più di quanto non ammetta?
- Questo indizio è una falsa pista?
- Questa persona è stata incastrata, o è vittima delle circostanze?



A queste mosse iniziali, attualmente ho aggiunto altre due mosse derivate da altrettanti avanzamenti (un terzo è stato speso per aumentare charm):
- Ottieni una mossa da un altro libretto (premonizione - spooky); il primo avanzamento in assoluto, legato alla scena in cui Anastasia ha il suo primo "incubo pubblico", legato per altro ai mostri che stavano studiando proprio nel primo mistero.

- Ottieni un'altra mossa dello Scrittore (fervida immaginazione); l'ultimo avanzamento fatto in ordine temporale, chè più di una volta si è semplicemente messa a rimuginare e a fare ipotesi e ben si sposa con il concept del pg che ne sta venendo fuori.

Premonizioni
All’inizio di ogni mistero, tira +Strano. Con un 10+ otterrai una visione dettagliata di qualcosa di brutto che sta per accadere. Hai +1 prossimo nell’evitare che si avveri e segni esperienza se lo impedisci. Con un 7-9 vedi immagini offuscate di qualcosa di brutto che deve ancora succedere: segni esperienza se lo impedisci.
Con un fallimento hai visioni di qualcosa di brutto che succede a te e il Custode prende 3, da essere spesi uno a uno come penalità a tiri che fai.

Fervida immaginazione
Riesci a visualizzare perfettamente scene e situazioni nella tua mente. Quando leggi o ascolti la descrizione di un luogo, ti è sufficiente per leggere una brutta situazione.

12
metto la mia zampina qui, ma eventualmente rispondo dopo. ora ho il boss attorno XD

13
Gioco Concreto / Re:[MotW] Dubbi su Use Magic
« il: 2014-10-17 09:27:59 »
Tendo le orecchie.. ;)

14
EtrusCON Estate 2014 / Re:Tirando le somme
« il: 2014-08-11 17:25:31 »
  ;D

yey!


quanti che eravamo °__°
mi sa che ne conosco cmq solo un terzo!

ma la cameriera coi capelli rossi, che carina che si ricordava di noi dalle volte precedenti!! *_____*

15
EtrusCON Estate 2014 / Re:Fate: detective del Mistero
« il: 2014-07-31 13:09:18 »
Daniele, il mio segretario personale.
adorable!

già fatto. ;) già accordati.

la sera rideranno dietro a me, tranquilli. XD


mamma. l'ANSIAH. 8)

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