quanta carne al fuoco
Precisazione: io ho problemi con BoS dal 2009 (dopo la mia esperienza illuminante con
Super! - gioco in licenza) se avete tempo e voglia leggete qui tutti i
perché e
cosa scrissi in tempi non sospetti).
E infatti non vi partecipai nel 2010 con
Fenomena (autoprodotto sotto Inspired Device) e non vi ho partecipato con
Super Adventures quest'anno, tra l'altro di quest'ultimo l'editore (Wildboar) mi ha chiesto se volevo farlo partecipare al PdA, e sono io ad aver detto "no grazie".
Se poi non partecipare a un premio al quale non si riconosce merito o utilità diventa lesa maestà nei confronti dell'istituzione lucchese, della giuria e/o una mossa meschina nei confronti di chi invece ha partecipato (e questo tema è sorto più volte in varie discussioni sul web) francamente...
Sulle dinamiche commerciali: ragazzi se mescoliamo cuore e portafoglio facciamo solo casino. Yu-Gi-Ho spopola nei negozi da anni, come CCG non ha lo "spessore" di Magic o di altri titoli ma per una serie di motivi tira e molto. Un negoziante che ha a cuore il design se punta su un titolo di maggior spessore ma meno seguito a discapito di Yu è un "fine discernitore" ma un
pessimo commerciante e perde vendite. Se tra un anno YU smette di essere il "gioco" un commerciante valido sa che ci sarà un altro titolo di punta e il suo
skill sta nello scovarlo, non nello spingere il gioco che lui reputa migliore a prescindere dalle richieste di mercato. Io non esprimo valutazioni di merito o filosofiche ma prendo atto che il ruolo di un commerciante è altra cosa da quello del divulgatore di qualità o da quello dell'editore. Ignoriamo questo e non esiste discussione perché tutto e il contrario di tutto hanno uguale valore. Quando uscirà in italiano D&D Next a prescindere dalla sua qualità in fatto di design sarà comunque un titolo su cui qualsiasi negoziante punterà alla cieca... E chi non lo farà per "fine discernimento" sarà un cretino, colto, ma cretino. Anche perché la presenza di un titolo di punta forte in negozio, che con le sue disdicevoli "dinamiche di dipendenza all'acquisto" ha un paio di effetti collaterali che portano vantaggio a tutto il settore, anche agli indie un po' più malmessi in fatto di comunicazione pubblicitaria, il cliente ritorna e ritornando per il suo D&D si espone anche a titoli diversi che nel frattempo sono usciti in sordina... Ed è qui che il negoziante scaltro entra in gioco perché percepisce che i gusti del suo cliente possono essere cambiati (meno tempo, meno voglia, meno soldi) e può indirizzarlo verso titoli meno blasonati (e di qualità) che magari lo stimolano ad esplorare nuovi approcci o tematiche e cmq lo fanno rimanere nell'ambiente.
Fatto bene/fatto male: anche qui si mescola pane con fiori, il fatto bene da un punto di vista commerciale non necessariamente coincide con il fatto bene dal punto di vista del design e oltretutto il "valore" percepito di un singolo titolo è mooolto soggettivo, quindi, anche in questo caso se non si stabiliscono dei parametri chiari e univoci (magari discutibili o "esclusivi") inevitabilmente di sguazza nel relativismo, "é fatto bene perché scritto da PippoPappo" o "è fatto bene perché è un manuale a colori" hanno lo stesso valore.
Sui giochi fatti per appassionati e collezionisti: e qui le dolenti note, se siamo sinceramente e coerentemente interessati alla divulgazione dell'hobby "collezionista" e "appassionato" non dovrebbero essere più target di riferimento per un editore perché sono nicchie interne all'ambiente già consolidato. Edizioni extralusso (ed extracare) che coccolano gli appassionati (vedi "fini discernitori") non sono funzionali ad attirare nuovi giocatori. Se psi*run in scatola è venduto a 34 euro sarà una manna per gli appasionati (abituati alla versione originale più scrausa e disposti a comprare una seconda volta lo stesso gioco) ma sullo scaffale di un negozio (da solo e senza qualcuno che ne tessa le lodi) competerà automaticamente con altri giochi in scatola di quella fascia di prezzo, e se
la componentistica non è allo stesso livello, Psi*run "perde" il confronto (e la vendita) e così fallisce nel suo intento di aprire il mercato (intento che probabilmente
non ha nemmeno, ma non sono io ad aver tirato dentro il titolo in questione nella discussione :-) poi può essere il gioco dal design più raffinato, ma la percezione di questo valore di "gioco bello" come dicevo e soggettiva e comunque per chi non lo cerca (in quanto già informato a priori - e quindi "fine discernitore") viene assai dopo.
Questa è una community di appassionati e quindi è normale che il
sentimento riguardo il bene dell'hobby sia influenzato da una certa visione a discapito delle altre (ed è ok), ma occhio a non considerare l'ottica "deformata" dell'appassionato come il criterio univoco di approccio a qualsiasi questione.