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Gente Che Gioca => Gioco Concreto => Topic aperto da: Mauro - 2012-06-12 13:38:29
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Riprendo da qui (http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,7418.msg156573.html#msg156573).
Mattia diceva che "la Selkie è davvero un personaggio tragico, ha tutti i motivi per soffrire e nessuno la capisce. Ma davvero, al tavolo, non so se Ezio, Manu, Lavi, Paolo hanno capito PERCHÈ Philippa (poi ha cambiato nome in Bianca quando ha accettato la sua natura di Airone) soffrisse così tanto".
M'interesserebbe sapere perché la vede così tragica, perché soffriva, cosa ha lasciato a Mattia (e a Philippa) il dubbio che fosse stato capito; in generale, m'interessa l'esperienza e l'emotività di Philippa (e quella di Mattia legata al personaggio/giocata).
Mattia, se ti va inizia pure in generale, approfondendo quella citazione; se mi vengono altri dubbi, più specifici, li chiedo.
Questa discussione è dedicata a quell'esperienza di Mattia, perché m'interessa approfondirla e per capire meglio l'esperienza generale di quella campagna; chiunque può intervenire, ma solo per fare domande a Mattia sulla sua giocata.
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Dunque, da dove partire... Da Ezio che mi ha detto un milione di volte "ma quanto è emo Philippa?"
Ezio, tu la sofferenza di Philippa (poi Bianca) la sentivi o no?
Io sì.
Cavolo, da backstory ha lasciato i genitori in città per trasferirsi in un paesino dimmerda per capire la sua natura e cosa trova? Amici pochi e incasinati, la Nonna (cfr. thread "padre") che non le insegna un tubo, "i Man In Black de no'artri" che la vogliono morta prima ancora che facesse male a qualcuno, gli amici che scopano come ricci e lei che si vergogna...
Ah, a proposito: non ha mai neanche mostrato mezza tetta a nessuno, pur essendo piuttosto bella: il classico "fisico da pallavolista". Non formosissima, ma alta, allenata, aggraziata. Una (cito testualmente Ezio) "cicognona, che è come la puledrona, ma più magra".
Il massimo che ha osato è stato un bacio (di quelli seri, non un "pciù" labbra a labbra) all'Infernale dopo che questi ha difeso il suo Manto Di Piume (il recolor della Pelle Di Foca) da un gruppo di naziskin in erba che glielo volevano portare via "perché è roba da checche".
E poi c'è tutto il dilemma dell'essere in bilico tra due mondi, o forse pure tre:
- tornare "al fiume", per sempre. Addio amici, addio famiglia.
- restare in paese e diventare custode della Volontà del Fiume come la nonna, ma il Fiume non è facile da capire. Dà e prende e non sempre capisce (dadidimmer... *KOFF* *KOFF*). E nessuno glielo avrebbe insegnato in pratica. Addio libertà, benvenute decisioni impossibili.
- tornare in città dalla famiglia ormai immersa nel mondo civilizzato. Addio fiume, addio amici, addio volare.
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Molto interessante.
- tornare in città dalla famiglia ormai immersa nel mondo civilizzato. Addio fiume, addio amici, addio volare
Quindi in città non aveva amici? E "addio volare" è qualcosa previsto dalla Skin... o era qualcosa di deciso al tavolo?
Sotto certi aspetti il tornare in città mi sembra la più tragica (perdi più cose, e non poter più volare mi pare molto pesante, analogo o quasi al perdere la libertà); e questo mi fa venire un'altra domanda: perché tra le possibilità non hai elencato restare in paese, ma non come custode della Volontà del Fiume?
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Nel contesto e nella mitologia costruita durante la partita(*) tra me ed Ezio soprattutto (MC e giocatore coinvolto, mica per altro) era chiarissimo che:
- la Città era "il luogo in cui il magico non esiste". Non s'è mai vista, era semplicemente "quel posto là in cui vivono i genitori di Philippa. La madre, da backstory, aveva rinunciato alla sua parte magica, al punto che Philippa inizialmente pensava che lei fosse umana (così avevo detto io). La nonna Nives (PnG), invece, ha detto a Bianca (il Vero Nome di Philippa!) che la madre era come loro, un Airone magico, fatta e finita.
Gli amici persi erano QUESTI amici, gli altri PG (coi PnG abbiamo giocato relativamente poco). Amici in Città? Non ci siamo posti il problema, ammetto. Ho dato per scontato che fosse disadattata anche là, vista la nostalgia per il suo luogo d'origine che non ha mai conosciuto (e "pesce fuor d'acqua" ha MOLTO senso per una Selkie versione "base").
- Sul restare senza essere custode... Mhhh, anche peggio! Vivere tutta la vita vicina al Grande Padre Fiume, sentirne la voce, vederne le richieste, tappandosi occhi e orecchie? Una tortura. Philippa, specie dopo essersi accettata come Bianca, non sarebbe mai riuscita a "fare finta di non vedere la sua natura" avendocela sotto gli occhi ogni minuto. Sarebbe stato più sensato e meno doloroso andare in Città e dimenticare.
(*) Tra parentesi, è così che si dovrebbe giocare ogni pitch: costruendo sulle idee degli altri... ho ancora gli incubi su certi pitch che ho fatto e su altri che mi sono stati raccontati, a base di "boh", "fa' tu", ecc. -_-;
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Intervengo solo per dare la mia fanmail a chi ha scelto il nome della nonna. Nives è stu-pen-do.
-MikeT
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Presa!
Nives è un tipico nome da azdora. "Nonna Nives" è uno di quei nomi che SAI che sono veri.
E in pi\ siginifica "bianca come la neve", che per un airone mi sembra appropriato.
La madre di Philippa si chiamava Galatea. La sua bisnonna Lucia. Il secondo nome di Philippa era Bianca.
Noti un pattern?
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La madre di Philippa si chiamava Galatea. La sua bisnonna Lucia. Il secondo nome di Philippa era Bianca.
Io avevo pensato che Philippa si chiamasse "Arianna" (per restare in tema), ma poi Nonna Nives l'ha chiamata "Bianca" in un dialogo e quindi Bianca è stato.
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Ezio, hai voglia di approfondire dal tuo punto di vista? Specificamente, m'interesserebbe la risposta a questo:
tu la sofferenza di Philippa (poi Bianca) la sentivi o no?