Dopo una lunga chiacchierata con molti contributi di persone diverse vi riassumo quello che ho imparato (E, SI, mi avete convinto sulle regole, anche se la cosa mi fa nascere un mucchio di dubbi (seghe mentali).)
In particolare:
- Una chiacchierata con Michele in privato (che mi dice che mi sto facendo le seghe mentali, parola magica per far uscire dal gorgo).
- Un pezzo di un post di Moreno (con l'accenno al fatto che puoi ignorare quello che uno ti sta dicendo).
- Un post pattumato di Khana (con l'accenno al concetto di 'polizia' sull'applicazione delle regole).
Mi hanno fornito alcuni spunti di riflessione che ho approfondito con calma (spero).
Credo anche di capire cosa ci sia alla base di tutto il discorso 'regole' e 'non regole' ma anche di 'perchè le regole sono mal viste'.
E per provare a raccontarvelo cercherò di ricordarvi la natura dell'uomo, che è quella di 'desiderare' (come dice Hannibal Lecter).
Il desiderio si tramuta in volontà (di fare, di ottenere, di essere...).
E la maggior parte delle cose che facciamo è di cose che VOGLIAMO, non di cose dovute. E queste cose le vogliamo perchè ci danno gioia e la danno agli altri, ci gratificano, ci rendono migliori.
DEVO trattare bene mia moglie? No, ma VOGLIO trattarla bene perchè le voglio bene e mi fa piacere.
DEVO allenare la mia squadretta di 3A media? No, ma VOGLIO allenarla, perchè mi fa piacere.
DEVO dare una mano al volontariato? No, ma VOGLIO farlo, perchè spero che aiuti delle persone più sfortunate e questo mi fa piacere.
Tutte queste cose, interpersonali, sono improntate alla VOLONTA' di fare.
E questa volontà è superiore a tutto ed è un atto spontaneo e gratuito, che trova il massimo della sua espressione e risultato nella congiunzione di volontà (mia moglie che mi tratta bene, a sua volta, la mia squadretta di 3a media che vuole farsi allenare da me, le persone sofferenti e gli altri volontari che vogliono che io dia una mano).
Ora veniamo al gioco.
DEVO giocare? No, ma VOGLIO farlo perchè mi procura gioia. Anche gli altri vogliono? Si. Provate a guardare la cosa da questa prospettiva sulla base degli esempi che vi ho fatto prima e forse vi si illuminerà una lampadina. Se tutti vogliono l'aspetto da preservare che dà valore al tutto è la realizzazione di questo desiderio ed il suo appagamento. E' il VOLERE che spinge la ruota. In questo senso, non ha importanza il gioco che fai e la spontaneità (=senza regole?, non ne sono completamente sicuro) guida il tutto. E' per questo che che le "regole" vengono
mal viste. Provate a fare un parallelo.
DEVO amare mia moglie? SI, con queste regole. Ed anche lei, se vuole, deve farlo, con queste regole.
DEVO far l'amore con la mia ragazza? SI, con queste regole. Ed anche lei, se vuole, deve farlo, con queste regole.
DEVO invitare gli amici a cena? SI, con queste regole. Ed anche loro, se accettano devono farlo, con queste regole.
DEVO dare un bacio a mia mamma quando la vedo? SI, con queste regole.
Finisce tutta la magia, vero? In questo senso, giocare è come un atto d'amore, cui ci si sottopone volontariamente e spontaneamente per trarne gioia. Ed è proprio perchè è senza regole, che la volontarietà (ricambiata) assume maggior valore, perchè è gratuita, non mediata, determinata solo dalla gioia di fare qualcosa che faccia stare bene qualcun altro e che dia piacere reciproco.
E, forse, è così anche per i gdr. Credo che sia questo il motivo per cui, costantemente, ritornano discussioni sulle "regole". Ed è anche questo ragionamento, che davo per scontato, che ha mosso la mia prima obiezione (infatti parlavo sempre di regole 'specifiche' del gioco e non di regole NON DEL GIOCO, che ricadono (ricadevano) nell'atto di VOLONTA' di giocare indipendentemente).
Basandomi su questo, discutevo quindi sulla parola 'regola', chiacchierando con Michele (Michele, spero che non te la prenderai se prendo degli estratti di un messaggio privato) e presentandogli diversi termini con cui gli esseri umani si relazionano (regole, best practices [che sono cose diverse dalla regole tout court], linee guida, accordi). Poi Michele mi dice che mi sto facendo le seghe mentali e, dopo avermi presentato il regolamento del Blink, mi convince sul fatto che il regolamento sia questo.
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SCOPO
* lo scopo del Bink è raccontare una storia divertente
REGOLAMENTO:
* dobbiamo creare un mondo immaginario
* dobbiamo popolarlo di fatti
* dobbiamo credere (per finta) ai fatti che inventiamo
* l'unica mossa permessa è parlare
FINE DEL GIOCO
* il gioco finisce per accordo fra i giocatori
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Che immagino si possa definire come il 'LIVELLO ZERO' del gioco di narrazione.
E le parole magiche sono state:
Roberto, guarda... la cosa è di una chiarezza micidiale.
Non so come fai a non vederla.
Il mio dubbio quindi è diventato: "Tante persone di buon senso mi stanno dicendo questa cosa. Stai sbagliando?"
E poi ho fatto scopa con il post di Moreno che diceva che "Posso ignorare quello che mi stai dicendo." Mia domanda implicita: "Perchè mai?"
Infine il post di Khana che parlava di regole diverse da system (su cui concordo) e della sua discussione con LordZero sul fatto che le persone avessero 'paura' delle regole perchè richiamava loro concetti tipo "polizia" o cose del genere. Per me non è così. E quindi ho iniziato ad interrogarMI su cosa mi spingesse ad approcciare le 'regole' nel modo in cui ho dibattuto.
E la risposta che mi sono dato è che il mio atto di VOLONTA' quando gioco, è simile a qualunque altro che faccio. Lo faccio perchè DESIDERO giocare. Anche ai gemelli Pluff con Moreno, perchè mi dà gioia. In questo senso, non ho bisogno di nulla che non sia negoziare e mettermi d'accordo e da questo punto di vista *non capisco nemmeno perchè* Moreno non voglia negoziare e mettersi d'accordo, visto che stiamo volontariamente giocando per divertirci. Se Moreno VOLESSE discutere, negoziare e mettersi d'accordo, non ci sarebbe bisogno di nulla.
Nota: Qui, si incapsula il discorso di Michele, che mi convince che anche così, vale il regolamento del Bink (quindi, SI, stiamo giocando con le regole, sebbene io all'inizio le dessi come pratiche scontate e non ci fosse alcuna regola *particolare* diversa da qualunque conversazione normale (su argomenti immaginari).Ma anche se non fosse così e "discutere, negoziare e mettersi d'accordo" fosse esente da regole del gioco, vale questo:
http://en.wikipedia.org/wiki/Consensus_decision-makingChe io pensavo meno 'regolato', ma in cui si arriva ad una 'decision rule' che rappresenta dunque il 'minimo' livello di regola.
http://en.wikipedia.org/wiki/Consensus_decision-making#Decision_rulesDopo che mi avete convinto, vi rivelo i miei dubbi.
1) Cosa, quindi NON E' regolato?
2) Una regola della quale non posso verificarne l'applicazione ed il rispetto è sempre una regola?
Rob