Vorrei spendere due parole in questo difficile topic, postando diciamo un Actual Play
, riportando cioè un'esperienza vissuta poco tempo fa.
Il tutto ha luogo proprio in quel di Lucca, ed ha per protagonista la ragazza di un mio amico. Come premessa dico che sia il mio amico sia io siamo giocatori di lungo corso, mentre lei si sta avvicinando al gioco da pochissimo. Altra considerazione da fare è che, nonostante gli anni di "militanza gdristica" (tanto per trovare un termine settario
) il mio amico ed io siamo restate comunque "persone normali" ( non siamo, insomma quei maschi che danno il titolo al topic) ed ovviamante anche la ragazza è una tipa normalissima.
Bene, andiamo al succo della vicenda.
Recandoci a Lucca, la suddetta ragazza ha notato (come anche io ed il mio amico avevamo già fatto in passato) come una buona fetta dei partecipanti di Lucca presentassero delle caratteristiche simili riconducibili allo stereotipo "nerd". In particolare (ed intressante) la ragazza notava il "pallore" di molte persone (segno di quel "rinchiudersi nello scantinato"?).
Con ciò che cosa voglio dire?
Presto detto: che, se è vero che i giocaotri di gdr possono essere le persone più "normali" del mondo, spesso non lo sono. Diciamo che è più facile incontrare un certo tipo di personaggi intorno ad un tavolo di gdr piuttosto che altri. I motivi? Troppi per analizzarli in questo topic uscito già troppo dai suoi binari, ma sicuramente non dipendenti (non esclusivamente, almeno) dalle campagne pubblicitarie passate. Se un certo tipo di persona si è avvicinata ad un certo tipo di attività è anche (e maggiormente) per altri fattori ed è con questo che dobbiamo fare i conti.
Lo spot della WotC non fa che "rinforzare" questo stereotipo
che però già esiste ed è reale. La strada intrapresa dalla WotC è rinforzare questa idea, giocando con uno stereotipo che si attacca molto bene a quello che è nell'immaginario comune il giocatore di D&D (e purtroppo per estenzione ai giocatori di ruolo, che lo si voglia o no) e forse proponendo con più forza l'idea di setta.
Analizziamo un istante proprio "la setta". L'analisi di Moreno è giusterrima. Io aggiungo una considerazione da scienziato della comunicazione fuori corso (prendetela con le pinze quindi
): la WotC è un'azienda che deve fatturare; possibilmente il più possibile. Rinforzare l'idea di "setta" è perfettamente in linea con questo scopo. Detta brutalmente: la setta fa vendere di più (non mi dilungo in una spiegazione sennò non ne usciamo più).
Possiamo quindi essere offessi o meno da questa campagna (perchè, come già detto, per motivi "storici" l'immagine del giocatore di ruolo è nell'immaginario quella del nerd e scommetto tutto quello che ho che non a tutti piaccia essere compreso in quell'immagine), ma la Wizard ha tentato una strada economicamente sensata.
La soluzione a tutto questo lungo pistolotto è semplice: differenziare l'offerta, cioè proporre una nuova immagine; cosa che la zona indie del gdr sta ampiamente facendo (e Narrattiva in Italia). Ma dubito si riuscirà mai ad abbattere il vecchio stereotipo del giocatore.