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Post - alec

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Io non  so se potrò venire se non verso fine luglio.

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Se ci avete fatto caso nella demo vi ho spesso domandato che divinità stavate interpretando. Il fatto di iniziare sempre indicando attraverso che divinità si sta narrando è una cosa sui cui personalmente credo si debba insistere sempre molto.

Soprattutto nella campagna che stiamo giocando già da un po' di tempo ho notato che aiuta molto a creare una fiction meno generica.

Col tempo poi le varie divinità tendono ad assumere tratti più specifici tanto che il più delle volte gli interventi fatti finiscono per essere in sintonia con la divinità scelta per narrarli ed i giocatori spontaneamente tendono a scegliere la divinità più adatta a ciò che vogliono narrare, ne modificano l'attitudine (benevolente, neutrale o contraria) verso gli eroi a seconda degli avvenimenti già narrati e in generale le caratteristiche delle divinità diventano un motore importante per la storia.


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ma ci sono i templari?

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Pattumiera / Re:Idee per ambientazione
« il: 2013-01-14 23:26:01 »
"Le prue dorate, i tappeti di porpora e i remi d’argento davano l’impressione
che le loro malefatte li riempissero d’orgoglio e di soddisfazione."

Se vi può servire, nell'antichità i pirati "sboroni" per eccellenza erano i Cilici.

sentite un po' che vi racconta Plutarco:

"The power of the pirates had its seat in Cilicia at first, and at the outset it was venturesome and elusive; but it took on confidence and boldness during the Mithridatic war,35 because it lent itself to the king's service. 2 Then, while the Romans were embroiled in civil wars at the gates of Rome, the sea was left unguarded, and gradually drew and enticed them on until they no longer attacked navigators p175only, but also laid waste islands and maritime cities. And presently men whose wealth gave them power, and those whose lineage was illustrious, and those who laid claim to superior intelligence, began to embark on piratical craft and share their enterprises, feeling that the occupation brought them a certain reputation and distinction. 3 There were also fortified roadsteads and signal-stations for piratical craft in many places, and fleets put in here which were not merely furnished for their peculiar work with sturdy crews, skilful pilots, and light and speedy ships; nay, more annoying than the fear which they inspired was the odious extravagance of their equipment, with their gilded sails, and purple awnings, and silvered oars, as if they rioted in their iniquity and plumed themselves upon it. 4 Their flutes and stringed instruments and drinking bouts along every coast, their seizures of persons in high command, and their ransomings of captured cities, were a disgrace to the Roman supremacy. For, you see, the ships of the pirates numbered more than a thousand, and the cities captured by them four hundred. 5 Besides, they attacked and plundered places of refuge and sanctuaries hitherto inviolate, such as those of Claros, Didyma, and Samothrace; the temple of Chthonian Earth at Hermione; that of Asclepius in Epidaurus; those of Poseidon at the Isthmus, at Taenarum, and at Calauria; those of Apollo at Actium and Leucas; and those of Hera at Samos, at Argos, and at Lacinium. They also offered strange sacrifices of their own at Olympus,36 and celebrated there certain secret rites, among which those of Mithras continue to the present time, having been first instituted by them.

But they heaped most insults upon the Romans, even going up from the sea along their roads and plundering there, and sacking the neighbouring villas. Once, too, they seized two praetors, Sextilius and Bellinus, in their purple-edged robes, and carried them away, together with their attendants and lictors. They also captured a daughter of Antonius, a man who had celebrated a triumph, as she was going into the country, and exacted a large ransom for her. But their crowning insolence was this. 7 Whenever a captive cried out that he was a Roman and gave his name, they would pretend to be frightened out of their senses, and would smite their thighs, and fall down before him entreating him to pardon them; and he would be convinced of their sincerity, seeing them so humbly suppliant ;D ;D ;D ;D. Then some would put Roman boots on his feet, and others would throw a toga round him, in order, forsooth, that there might be no mistake about him again. 8 And after thus mocking the man for a long time and getting their fill of amusement from him, at last they would let down a ladder in mid ocean ;D ;D and bid him disembark and go on his way rejoicing; and if he did not wish to go, they would push him overboard themselves and drown him. "

Plutarco, Vita di Pompeo 24

per un altro po' di colore:

"Organizzazione della pirateria. La pirateria aveva cambiato totalmente natura. Non erano più arditi malandrini quelli che nelle acque di Creta, tra Cirene ed il Peloponneso, detto – nel linguaggio dei corsari «mare d'oro» – mettevano a contribuzione il grosso commercio italo-orientale di schiavi e di oggetti di lusso; non erano neanche cacciatori armati di schiavi, che esercitavano al tempo stesso «la guerra, il commercio e la pirateria»; era una casta di corsari con un singolare spirito di corpo, con una solida e assai notevole organizzazione, con una propria patria e con una rudimentale simmachia, e senza dubbio anche con determinati scopi politici.

Quei corsari si dicevano Cilicii, ma in realtà sulle loro navi si raccoglievano disperati ed avventurieri di tutte le nazioni: soldati licenziati dalle piazze di arruolamento di Creta, abitanti delle città e dei villaggi distrutti in Italia, Spagna ed Asia, soldati ed ufficiali degli eserciti di Fimbria e di Sertorio: in generale la feccia di tutte le nazioni, i fuggitivi perseguitati di tutti i partiti vinti, tuttociò che vi era di miserabile e di temerario: e dove non si trovavano malvagità e calamità in quei malaugurati tempi? Non era più una banda di ladri, ma uno stato militare consolidato, in cui la solidarietà della proscrizione e del delitto teneva luogo di nazionalità e nel quale il delitto, come avviene così spesso, garentiva dal delitto per lo spirito di corpo.

In un'epoca di dissoluzione, in cui la codardia e l'anarchia avevano fiaccati tutti i legami dell'ordine sociale, gli stati legittimi potevano specchiarsi in questo stato bastardo, figlio del bisogno e della forza, nel quale solo fra tutti gli altri sembravano essersi ricoverati l'inviolabile unione, lo spirito di corpo, il rispetto per la fede data e per i capi eletti nel proprio seno, il valore e la destrezza.

Sebbene sopra il vessillo di questo stato fosse scritto il motto della vendetta contro la società, che a torto o a ragione aveva cacciato da sè i suoi membri, si potrebbe discutere se quel motto fosse molto peggiore di quelli dell'oligarchia italica e del dispotismo dei sultani orientali, che sembravano in procinto di dividere il mondo fra di loro.

I corsari sentivano di poter stare al livello di qualsiasi stato legittimo; abbiamo ancora parecchi aneddoti caratteristici di pazza giovialità e di costumi cavallereschi di banditi, che rendono testimonianza della loro ambizione, della loro magnificenza e della loro giovialità di briganti. Essi credevano, e se ne vantavano, di essere impegnati in una giusta guerra con tutto il mondo; quanto essi ne ritraevano non era considerato come cosa rubata, ma come bottino di guerra; e se venendo catturati i corsari potevano essere certi d'essere messi in croce nel primo porto romano, essi si ritenevano a loro volta in diritto di mettere a morte qualunque loro prigioniero.

La loro organizzazione politico-militare fu stabilita specialmente all'epoca della guerra mitridatica.

Le loro navi, per lo più piccole barche a vela, aperte, veloci, delle quali solo poche erano quelle a due o tre ponti, correvano ora i mari organizzate in squadre comandate da ammiragli, i cui navigli solevano brillare coperti d'oro e di porpora.

Nessun capitano pirata richiesto d'aiuto lo rifiutava al camerata minacciato, anche se questi gli era affatto sconosciuto; un trattato conchiuso con uno dei pirati era riconosciuto valido da tutta la società, come ogni offesa fatta ad uno di loro era vendicata da tutto il consorzio. La loro vera patria era il mare dalle Colonne d'Ercole sino  ai lidi della Siria e dello Egitto; essi trovavano facilmente gli asili di cui abbisognavano sul continente, per sè e per le loro case galleggianti, sulle coste della Mauritania e della Dalmazia, nell'isola di Creta e soprattutto sulla costa meridionale dell'Asia minore, così ricca di seni e di nascondigli, che allora dominava la via principale del traffico marittimo ed era, per così dire, senza padrone.

La lega delle città cilicie e i comuni della Pamfilia non contavano molto; la stazione romana che esisteva in Cilicia dal 652 = 102 in poi, non bastava per dominare la lunga costiera; il dominio siriaco sulla Cilicia non era esistito mai che di nome e da poco tempo era persino stato surrogato dal dominio armeno, il cui sovrano, da vero gran re, non si curava del mare e lo abbandonava volentieri alle spogliazioni dei Cilici."

T. Mommsen, Storia di Roma, I-4

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Come si fa a voler male ad uno sciamano che si chiama TUTUNKA???
non si può fare del male ad uno che si chiama TUTUNKA; si fosse chiamato ubunu opure barbar se ne sarebbe anche potuto discutere ma con Tutunka no.

comunque giocata molto divertente e concordo che Marco Andretto sì è rivelato un ottimo acquisto.

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un Cartooner epico e serioso (beh, non per forza: ci stanno pure le divinità burlone) con un pantheon di divinità al posto dello studio di produzione?

non male.

    potenza eroica / logica non logica


   fato/ ce l'ho

   epifania divina / lo disegno
 
potrebbe andare??

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dov'è che trovo un programma o informazioni per partecipare?

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Sotto il cofano / Re:Esperienza di gioco disfunzionale
« il: 2012-12-07 11:47:13 »
oh, scusate se non ho più risposto. ::)
A me interessava capire che si intendesse per gioco disfunzionale e le varie risposte sonon state più che esaurienti.

grazie a tutti.

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magari, se non l'hai già fatto, dare un'occhiata a toons può aiutarti a trovare qualche spunto.

http://en.wikipedia.org/wiki/Toon_%28role-playing_game%29

http://www.sjgames.com/toon/

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Sotto il cofano / Re:Esperienza di gioco disfunzionale
« il: 2012-11-30 10:24:01 »
ok, ora mi leggo i links.


Ma, giusto per capire, secondo te anche la sola presenza del tradizionale master "onnipotente" inserisce nell'esperienza di gioco un elemento disfunzionale?

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Sotto il cofano / Esperienza di gioco disfunzionale
« il: 2012-11-29 13:13:36 »
Citazione
Certi giochi-libri possono tendere a spingere verso questo tipo di gioco-esperienza, ma non è detto, così come si può avere un'esperienza di gioco disfunzionale usando un gioco-libro che cerca di evitare che accada, perché il contratto sociale in questo caso è determinante in tutti i casi.
utile questa precisazione.


fondamentalmente mi interessava comprendere un po' meglio perché certi tipi di esperienza di gioco vengono definite disfunzionali.

Cosa definisce un esperienza di gioco funzionale? Rispetto a quali elementi di essa invece un'esperienza di gioco viene solitamente definita come disfunzionale?

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Gioco Concreto / Re:Perché preferire i tradizionali
« il: 2012-11-29 12:49:32 »
Citazione
Certi giochi-libri possono tendere a spingere verso questo tipo di gioco-esperienza, ma non è detto, così come si può avere un'esperienza di gioco disfunzionale usando un gioco-libro che cerca di evitare che accada, perché il contratto sociale in questo caso è determinante in tutti i casi.
utile questa precisazione.


fondamentalmente mi interessava comprendere un po' meglio perché certi tipi di esperienza di gioco vengono definite disfunzionali.

p.s.
sono troppo OT?

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Gioco Concreto / Re:Perché preferire i tradizionali
« il: 2012-11-29 12:24:35 »
Vorrei cercare di capire un po' meglio cosa si intende per "gioco disfunzionale" o meglio penso di aver capito a che categoria di giochi si riferisce, vorrei capire meglio rispetto a cosa questi gdr vengono definiti disfunzionali.

mi segnalereste qualche thread focalizzato su questo aspetto?

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