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Post - Godjester

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"Vita reale, smettila di mettermi i bastoni fra le ruote."

Detto questo, trovo il tempo di buttare giù un paio di pensieri sulla campagna appena conclusa: sì, lo ammetto senza problemi...
Phineas is an asshole!
Ma, dopo averlo esplorato nel corso di un paio di mesi, devo ammettere che mi ha sorpreso non poco in diverse occasioni, e che partendo da un concept molto molto "frusto" (ormai i vampiri sono l'equivalente discount di una scatola di fagioli da inverno nucleare...) alla fine ha avuto un suo arco narrativo abbastanza a tutto tondo.
Dico abbastanza perché, nonostante tutto, io non ho ancora capito Phineas cosa volesse dalla vita (o non-vita che dir si voglia) nello specifico.
Amore? Denaro? Gloria? .... Glitter?

Ma la scena finale è probabilmente la sintesi migliore di un intero percorso: stremato, ferito, senza alcun tipo di supporto a cui potersi appoggiare, Phineas si trova ancora una volta davanti all'ennesima hard choice, tra l'essere un bastardo a 360 gradi oppure essere... meno peggio. Non abbastanza da potersi definire una "persona" decente, ma giusto quel tanto da poter dire "Ho ancora alcune linee che sono in grado di non superare."

Forse è proprio questa l'essenza dell'adolescenza, come concetto largo: scoprire quali sono quelle linee della sabbia in grado di definirci come persone, dare un senso etico e morale alla nostra esistenza... farci capire, in fondo, a cosa teniamo veramente.
E nel fade-out della campagna, Phineas decide di non barattare la vita di qualcun altro (Lilith) per il suo comodo, ma di affrontare le conseguenze delle sue azioni: time to face the music, mi viene da dire, e proprio su questa scena (diavolo di un cervello) mi si incastra The Real Folk Blues. (Per chi non conoscesse - è possibile ma... the shame! - http://www.youtube.com/watch?v=nftxDrStny8)

E la scena prende forma, e con essa anche le motivazioni che lo spingono: forse non ha davvero mai saputo esprimerlo in modo giusto, ma in una versione distorta e perversa del concetto d'amore, Phineas è profondamente legato ad Isabelle. Probabilmente non ha un cuore da offrirle, ma può dimostrarle con le proprie azioni quello che non è mai riuscito a dire. Molto probabilmente non ci sarà un lieto fine per i due, ma mi piace tenere l'ultima immagine di questo vampiro che si avvia in solitaria verso la fine di un copione che portava a quel finale così "bleak", ma così profondamente giusto... come immolarsi nel tentativo di salvare la donna che ama. Costi quel che costi.

*Sipario*

E mi prendo giusto un paio di caratteri in più per ringraziare giocatori ed MC per avermi reso partecipe della campagna, la mia prima su G+, e per esprimere il mio giudizio personale su Monsterhearts: al pari di un'intervista discorsiva, dove non si vuole ridurre una persona a numeri, credo che questo gioco permetta di esplorare in profondità alcune domande legate al tema del "mostro" in modo più che eccellente, con la sola raccomandazione di lasciarsi davvero andare ed entrare nella pelle del proprio personaggio, cercando di trovare quelle risposte senza forzare la mano, ma lasciando che il naturale flusso degli eventi le sveli poco a poco.
"Quali sarebbero state le tue linee nella sabbia, se da adolescente fossi stato un mostro?"

P.s. La prossima volta che giocherò a Monsterhearts, giurin giurello, farò il Werewolf surfista: prima di tutto perchè fa incredibilmente anni '80, e secondariamente perché nessuno oserebbe mai dare del glitterato a una montagna di pelo e incazzatura!  ;)
Ma questa è un'altra storia, per un altro momento.

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Primo AP, prima campagna su G+, prima giocata di Monsterhearts... un sacco di prime volte.  :)
Mi scuso in anticipo per il format con cui scriverò il punto di vista di Phineas perchè, molto probabilmente, tenderò a scivolare dalla terza alla prima persona (e viceversa) senza quasi rendermene conto; questo anche in virtù del fatto che, in un certo senso, la skin tende a sorprendermi e a cambiare la mia prospettiva giocatore/personaggio.
Ma andiamo con ordine.

Phineas è un vampiro trasformato quasi trecento anni fa nelle soleggiate isole caraibiche dall'affascinante e letale Isabelle (o Isabela per i puristi dello spagnolo), dove ha trascorso il resto della sua non-vita fino ai giorni nostri facendo quello che fanno tutti i vampiri caraibici... ovvero imparando, soprattutto, a convivere con un sole senza tregua.  :)
L'allegra famigliola di succhiasangue ha "vissuto" in relativa quiete, nonostante fin dall'epoca d'oro di pirati e bucanieri siano sempre stati perseguitati da una vera famiglia di cacciatori di vampiri francesi, i Blanchard, venuti nel Nuovo Mondo proprio alla ricerca di Isabelle e della sua prole.
Cosa abbia fatto per scatenare una simile persecuzione non è dato sapere, e Phineas non si è mai posto il problema, apparentemente.

Poi, un bel giorno, decide di fare un nuovo tentativo nel provare a vivere come un normale essere umano e, senza troppe spiegazioni, abbandona il nido per dirigersi verso il continente e la ridente cittadina di Riviera Beach, scelta sia perché avente un clima simile e, forse soprattutto, perché lontana da occhi indiscreti.

Phineas è un mistero.
Apparentemente è un freddo bastardo senza cuore, incurante dei sentimenti di chiunque (forse persino dei suoi), disinteressato alla compagnia delle altre persone e al loro contributo.
Ma dentro...
Dentro sè stesso, Phineas ha continuato a coltivare quella scintilla di umanità che Isabelle ha cercato di eliminare per secoli.
E' tornato tra gli umani da solo, immergendosi in un ambiente come una scuola proprio per cercare conferme che l'umanità può dare il suo meglio proprio quando è spinta da sentimenti forti, senza apparenti limiti e complessi, tipici del mondo degli adolescenti.
Sfortunatamente, fino a questo punto non è stato particolarmente in grado di provare la sua teoria. Anzi.

Una mattina, arrivando a scuola, gli si è parato davanti un ragazzone, un tale Robert, tutto testosterone e maschio alpha.
Evidentemente, stando alle sue parole, Phineas starebbe cercando di portargli via la ragazza.
Già... se solo sapesse che Phineas non ricorda più nemmeno che cosa si provi nell'essere innamorati di qualcuno.
Un'altra di quelle emozioni umane che Isabelle ha portato via, nel suo modo tutto speciale... mostrandogli il volto oscuro dell'amore, possessivo, violento, umiliante.

E come se avesse già vissuto questo momento (e forse lo ha fatto davvero, in un altro periodo della sua non-vita), Phineas sa che sta per essere pestato da Robert.
Ma non si difende, anzi. Ride. Talmente forte che l'altro ragazzo si allontana con parole che suonano come il latrato di un cane.
E Phineas percepisce la paura, il terrore, in quella voce. Ma non lo rende felice.

Tra la folla assiepata per vedere meglio la rissa mattutina incrocia lo sguardo con Lilith, che scuote la testa con disappunto nella sua direzione.
Phineas ha un debito con quella ragazza, e la cosa non gli piace affatto.
Gli anni ti insegnano che se qualcuno ti salva la vita, eventualmente, ti chiederà qualcosa di molto peggio in cambio.
Ed è colpa sua, dopotutto: vivere lontano dalla sua casa gli aveva quasi fatto dimenticare la normalità dell'essere braccato, del doversi difendere dai Blanchard e dalla loro crociata senza senso, in un mondo che è andato avanti, con Internet, i telefoni cellulari e... No. Sono soltanto scuse.
"Avrebbero potuto uccidermi davvero, se non fosse arrivata in quel momento." - pensa passandosi una mano sul labbro tumefatto, mentre la folla continua a disperdersi lentamente.
Eppure non era riuscito a ringraziarla. Anzi, l'aveva anche mandata a quel paese. Ottimo lavoro, Phineas.

Quel giorno era anche arrivata la conferma che la caccia era davvero ricominciata, sotto forma di qualcuno che armeggiava vicino alla sua moto.
Non aveva fatto in tempo a prenderlo, ma se non altro aveva trovato il dispositivo che stava installando: un localizzatore.
Proprio come nei film. E quindi, tornando a casa, aveva provato di nuovo la familiare sensazione di doversi guardare le spalle.
Scrutare le ombre, alla ricerca di qualcuno pronto a dargli, in un certo qual modo, pace.
"Forse sarebbe meglio lasciarglielo fare." - pensa con una nota di amarezza - "Almeno questa farsa sarebbe finita una volta per tutte."

Con un cuore pieno di tristezza e la testa colma di ricordi di vite passate, Phineas torna a casa.
E qualcosa non va: qualcuno è all'interno dell'appartamento.
Normalmente la cosa non lo preoccuperebbe, ma non è ancora notte, e i suoi poteri sono molto ridotti durante il giorno.
Quindi, come ogni altra persona, afferra una mazza da baseball per andare ad investigare il rumore.
L'immagine che gli si forma nella mente è quella di una casalinga spaventata... e non può fare a meno di sorridere leggermente, nonostante la pessima giornata.
Ma si spegne immediatamente, quando vede che l'intrusa è Isabelle, ridotta in condizioni pietose.

E in questo momento, Phineas ha un'epifania improvvisa: potrei ucciderla, qui e adesso.
Il pensiero non lo sfiora soltanto, ma l'afferra con forza e prepotenza.
"Finiscila! Vendicati!" - dicono diverse voci nella sua testa.
Allunga un braccio verso il corpo scavato dalla fame e da chissà quali prove fisiche... e le offre il polso.
Perché alla fine, nonostante tutto, Phineas è stato innamorato di lei.
In un tempo lontano... come in una fiaba.

Mentre Isabelle beve avidamente, Phineas chiude gli occhi e per un istante la vede sul ponte di un galeone, vestita con un corsetto, i capelli rossi bagnati dalla spuma del mare... e lui è soltanto un ragazzo nero come tanti altri prelevati dalle isole per servire come mozzo, senza molte prospettive per il futuro.
Ma negli occhi di lei c'è un piano, promesse silenziose e...

Phineas torna alla realtà, e davanti a lui c'è una Isabelle diversa: spenta, debole, fragile.
Non l'ha mai vista così... e lo disgusta.

"Sono morti tutti." - gli dice con un filo di voce, leggermente più forte ma di poco.
Così viene a sapere che la sua famiglia è stata sterminata dai Blanchard... tutti tranne una.
Perché il destino sa essere crudelmente ironico, certe volte.

"Vado a cercarti qualcuno per sfamarti. Sono sicuro non ne saresti in grado, come sei ridotta." - dice Phineas con un insolito gelo e cattiveria nella sua voce.
Isabelle prova a toccarlo con un gesto affettuoso, ma lui è già fuori dalla porta.

Proprio il destino, o forse un crudele caso, vuole che Robert e la sua ragazza siano nel locale dove Phineas è solito cacciare.
I due non hanno un rapporto idilliaco.
Robert sembra il tipo di persona capace di costruire un rapporto soltanto sulla base della paura.
E di tanta, tanta violenza fisica.
Phineas non è un cavaliere in armatura bianca, ma interviene lo stesso perché... qualcosa dentro di lui scatta.
Robert è soltanto un ragazzo, ma è un pessimo essere umano. Nessuno ne sentirà la mancanza.
Così gli sorride e ottiene la sua attenzione e, regolare come un orologio svizzero, la risposta è una testata.
Almeno ha smesso di prendersela con la sua ragazza.
Phineas lo guarda negli occhi, e mormora un comando semplice e chiaro... seguimi senza fare domande.
E Robert lo segue.
Alle sue spalle, da terra, Phineas sente la ragazza chiamare il suo nome, ma non si gira.
Probabilmente è meglio così.
E' consapevole dell'effetto che il suo magnetismo da vampiro ha sulle persone, soprattutto con le ragazze, ma non ha mai voluto approfittarne in nessun modo: nella sua mente è convinto che questo lo renda una persona leggermente migliore, in qualche modo più... umano.
L'immagine di quello che sta per fare a Robert scaccia immediatamente questo pensiero.

Tornato a casa, Phineas lascia che Isabelle beva Robert. Fino alla fine.
In un certo senso, è contento di lasciare che finisca così: le immagini di ciò che avrebbe voluto fare a quel ragazzo per sentirsi meglio nei confronti di un mondo che continua a deluderlo gli sfilano davanti con crudele realismo. Se Isabelle glielo avesse lasciato fare, gli avrebbe strappato il cuore... e, probabilmente, avrebbe lasciato che lo vedesse prima di morire.
Sì... una piccola scintilla di umanità. Che illumina un enorme pozzo di oscurità.

Isabelle si riprende a vista d'occhio, e torna ad essere bella, giovane e... pericolosa.
"Sei tornata ad essere utile?" - le chiede Phineas con gelida rabbia.
E lei gli si avvicina, lentamente e con misura, colpendolo con forza con un malrovescio al volto, afferandogli i capelli e tirando la testa all'indietro, la bocca a pochi centimetri dalla sua.
"Vedrai che nei prossimi giorni ci divertiremo..." - gli dice con voce piena di promesse.

E Phineas l'allontana stizzito, ma sa che è tornato ad essere il cane di Isabelle, il momento di inversione dei ruoli già finito e dimenticato.
Avrei potuto ucciderti, ma non l'ho fatto...
Ma il pensiero non prende forma, perchè qualcosa fuori dalla finestra si sta muovendo tra i cespugli davanti alla casa.
Phineas guarda verso l'esterno, chiamando Isabelle al suo fianco, appena uscita dalla doccia.
"Ha un odore delizioso. Chissà come sarebbe mordere quel collo così bianco." - pensa Phineas mentre lei si avvicina a passi felpati.

"Oh, cazzo." - esplode Isabelle, guardando il movimento all'esterno.
Quando qualcuno ti salva la vita, eventualmente ti chiederà un prezzo molto più alto in cambio...

Considerazioni personali
Ok, potrei essermi lasciato prendere un po' la mano, ma è l'anima dello scrittore che affiora con prepotenza.  :)
Aggiungo solo poche righe sulle mie sensazioni dopo le prime due sessioni: Monsterhearts è incredibilmente coinvolgente perché ti può sorprendere, se lasci che lo faccia.
Con Phineas ero partito con praticamente zero idee, ma l'interazione al tavolo, gli spunti degli altri giocatori e il lavoro di Claudia (applauso doveroso, ma anche un paio di brividi per alcuni png che penso non dimenticherò facilmente, a fine campagna!) hanno lentamente portato a galla il personaggio, a mia totale insaputa.
E a quel punto, è la skin ad indossare te e non viceversa.
Phineas non è cattivo o stronzo, ma è rotto: un giocattolo rotto, in certi sensi, ma anche un essere umano sul fringe.
E' un personaggio che non mi sarei mai ritrovato a giocare con un altro sistema, essendo io il tipico giocatore che è fondamentalmente "buono".
Mi spaventa, mi porta nel "darkest self" della mia coscienza, e mi mette alla prova sulla mia idea di giusto e sbagliato.
In una parola, lo adoro.  :D
Aggiungo anche che il personaggio di Matteo (Robur) è creepy oltre ogni misura... e non vedo l'ora di scoprire cosa succederà la prossima sessione.

It's gonna be awesome... it's gonna be gruesome. - Monsterhearts  :D

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Creato l'account per aggiungere la mia! (Sì, finalmente ho il tempo di riuscire a interagire anche con il forum...)
Quanto già detto da Mattia e Daniele copre effettivamente le mie sensazioni sulla serata:

-Assolutamente una fiction di gran pregio, degna di essere trasportata in un libro/film.
-L'alchimia al tavolo è stata praticamente immediata e una delle componenti fondamentali della riuscita.
-Il fluire delle scene ha creato una struttura narrativa coerente con sé stessa, senza bisogno di forzature da parte dei giocatori.

Posto questo, la mia prima esperienza di Fiasco è stata decisamente positiva!
Recentemente avevo letto di come utilizzare questo sistema di gioco come uno strumento per la scrittura creativa, e credo che questa sessione abbia provato come
si possa davvero dare vita a qualcosa di più complesso (almeno emotivamente parlando) di un Burn After Reading.

Doppio pollice in alto, e spero di rivedere presto al tavolo entrambi!

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