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Gente Che Gioca => Gioco Concreto => Topic aperto da: Mattia Bulgarelli - 2014-05-26 11:43:03

Titolo: "Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2014-05-26 11:43:03
Per prima cosa, un pochino di contesto.

Ad INC, io ed altri abbiamo giocato con Sage (Latorra), Adam (Koebel), gli autori di Dungeon World, e con Sara ed Emily (non so i cognomi).

Sono 4 persone davvero simpatiche e divertenti, creative e che mandano un sacco di "buone vibrazioni", con un sacco di voglia di provare cose nuove e, nel caso di Adam e Sage, anche di chiacchierare per ore di faccende di game design. ^__^

Adam in particolare ha notato un modo di giocare e una corrente tutta italiana di fare design che tende ad enfatizzare il voler giocare per "conoscere i personaggi" e per puntare più al "provare sentimenti" che al "far succedere cose".

Ecco le sue parole ed i commenti di un po' di italiani.
Nel momento in cui scrivo, il thread (pubblico) è "in corso" e relativamente nuovo, ma prevedo che diventerà molto lungo in fretta.

https://plus.google.com/u/0/112484087750169360510/posts/BDg54QbnggZ


(in questo thread: commenti sull'esistenza o meno di una "scuola italiana" di design, con o senza le caratteristiche di cui parla Adam, e se è vero o no che gli italiani e gli americani giocano in modo diverso. Come sempre, si parla di esperienze di vita vissuta e/o di impressioni personali.)
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Antonio Caciolli - 2014-05-26 12:12:17
spunti molto interessanti e non vedo l'ora di leggere i vari commenti.
io non ho grosse opinioni in merito anche se inizio a chiedermi se stile italiano esista veramente o per adesso sia stile GcG :-)
Nel senso che la community di designer e giocatori intorno a GcG è quella più "produttiva" e forse meglio conosciuta fuori, ma c'è credo una forte componente che gioca diverso ma che non partecipa sfortunatamente alla costruzione di dialogo con l'esterno e quindi non viene vista

cmq mi piacerebbe che l'Italia avesse una sua componente e anche lo stile che gli hanno dato Adam e Sage
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Patrick - 2014-05-26 12:17:46
Come scritto su g+, secondo me nella nostra community* c'è sicuramente un gruppo, neanche piccolo, di pone un forte accento sulla parte emotiva ed emozionale dei giochi di ruolo. Non so se siano la maggioranza dei giocatori, sicuramente sono un gruppo molto attivo e visibile. Ma dire che quello sia il modo di giocare "all'italiana" credo sia una semplificazione troppo grande, c'è anche un sacco di gente che invece pone l'accento su altri aspetti.


*dove una buona approssimazione di quello che intendo con "community" potrebbe essere "tutte le persone che frequentano le CON indie in italia
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Simone Micucci - 2014-05-26 12:38:38
Infatti io non parlerei di Stile Italiano (più emotivo) contrapposto a uno Stile Americano (più avventuroso).

Ci sono determinati gruppi di gioco che adorano uno stile più incentrato sull'emotività dei personaggi e che puntano a giocare in modo da provare emozioni come giocatori. Non solo a esplorare storie che parlano di emozioni, ma a viverle in prima persona tramite le situazioni che vengono create dalle dinamiche al tavolo.

Ma questo non è tipico "degli italiani", ma è tipico di determinati gruppi di giocatori. Non si può parlare neanche di "persone", perché è il gruppo che costruisce una situazione per sentire le emozioni sulla propria pelle. Le singole persone all'interno del gruppo, messe in altri contesti, possono apprezzare altrettanto uno stile di gioco più avventuroso.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mr. Mario - 2014-05-26 14:22:04
A me sembrano terrificanti entrambe le definizioni, onestamente. Comunque io sono Sagittario.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Simone Micucci - 2014-05-26 14:59:59
A me sembrano terrificanti entrambe le definizioni, onestamente. Comunque io sono Sagittario.

Sagittario? Ora si spiega tutto.
Noi Cancro però non crediamo nell'oroscopo.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2014-05-26 19:00:20
A me sembrano terrificanti entrambe le definizioni, onestamente. Comunque io sono Sagittario.
Dai, Mario, serio... non si parla delle cretinate tipo "io sono narrativista" che abbiamo sentito per anni.

E', mutatis mutandis, l'equivalente di chiedersi: "è vero o no che in Italia i film d'amore sono più apprezzati di quelli action? Da chi?"

Delle "correnti culturali", degli "stili", esistono.

Anche se, come fa notare Ezio nella discussione su G+, nella storia dell'arte la catalogazione è "a posteriori", a giochi fatti e bocce ferme, anche al momento della produzione di un gioco ci si fa delle domande e ci si da delle risposte, esattamente come quando un produttore decide di mettere in cantiere un film di questo o quel genere, e di affidarlo a questo o quel regista perché ha uno stile più o meno adatto per il suo pubblico di riferimento.

Poi possiamo discutere come questi stili e questi gusti siano distribuiti, come si possono sondare in modo corretto, e quanto le persone siano adattabili (io posso giocare Kagematsu prima e Grandi Dèi Orki dopo e divertirmi, qualcun altro giocherà solo uno dei due e l'altro non vorrà toccarlo con un palo di 3 metri).
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mr. Mario - 2014-05-26 20:15:58
E', mutatis mutandis, l'equivalente di chiedersi: "è vero o no che in Italia i film d'amore sono più apprezzati di quelli action? Da chi?"

E a quel punto, posso darmi una risposta consultando i dati nazionali, o chiedendo solo ai miei amici, compreso un nutrito sottogruppo con cui tradizionalmente vado a vedere film d'amore una volta alla settimana. In un caso ottengo una risposta sensata, nell'altro no.

È una distinzione basata sul rumore, ovvero di quanto rumore si accumula, su forum, social network, o chiacchiere dirette, su un dato argomento, ed estrapolandolo a tendenza generale anche delle persone che sono al di fuori del cerchio il cui rumore posso sentire chiaramente.

I casi sono due: o l'appartenenza ad una nazione influenza direttamente questo tipo di gusti, per motivi culturali o altro, e allora dovresti rilevare le stesse tendenze in cerchie slegate, cosa che qui non mi pare che si verifichi o che nessuno abbia riportato; oppure l'italianità è un fattore estremamente minore nel creare queste tendenza, e la connessione dei gruppi uno molto maggiore, e allora parlare di italia e di nordamerica non ha senso, perché ad esempio io sono decisamente più connesso a Meg che non al Curte.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Patrick - 2014-05-27 10:47:43
comunque a me questo discorso sembra tanto "astratto" e poco basato su giocate concrete. Cioè, non so quanto senso abbia dire "noi giochiamo giochi emotivi" piuttosto che "quella partita a Monsterhearts io e il mio gruppo l'abbiamo giocata in maniera emotiva"
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Antonio Caciolli - 2014-05-27 11:34:31
se come dice Mr. Mario ci fossero dati un po' più ampi sarebbe interessante. Sul fumetto avevo letto riflessioni di Antonio Serra sul pubblico italico rispetto a quello americano e quindi sullo stile dei fumetti nei rispettivi paesi (forse ormai non più attuale visto che sono passati 10 anni da quando lo ho letto forse di più).

se invece è solo il commento di Sage dopo aver giocato con 20 persone alla INC rappresentative del gruppo vicino alla INC allora boh


io personalmente sono convintissimo che ci siano differenze e forse sostanziali. sul modo di giocare, sulla durata delle giocate, e su come ci si approcci a a certi argomenti. Non so di che tipo e mi piacerebbe scoprirlo, ma sono sicuro che ci siano differenze (mentre lo scrivo mi pare così ovvio da risultare una frase scema ma ormai l'ho scritta)
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Alessandro Piroddi (Hasimir) - 2014-05-27 14:21:26
Ragazzi state sparando sulla croce rossa.
Semplicemente Adam si è trovato immerso in un gruppo specifico (i Reggiani) che è gwep che più gwep non si può... e soprattutto è gwep in un modo specifico.
Lo scrivevo anche nel thread... io amo il gwep, ma ho poca pazienza per le "chiacchiere", a me piace andare al punto della faccenda con pochi infiocchettamenti.
Adam invece ha visto che quasi tutti quelli con cui giocava andavamo MOLTO più lenti... giocavano, facevano, ma davano più tempo, spazio e attenzione all'esplorazione rilassata, al free-play, piuttosto che pestare duro sulle meccaniche (che pure usavano e con grande effetto eh!).

Questo ho capito io dagli interventi di tutti.
E quello che ne viene è un tizio straniero che pensa giustamente "Che strano, mi pare il mio modo di giocare" (sottinteso, il mio e della gente che conosco io) "è un bel pò diverso dalo modo di giocare le stesse cose di quasi tutti i presenti qui con me oggi... sarà una cosa diffusa? boh, sentiamo che mi dice laGGGente"

Punto.
Non è stato sostenuto nulla, di fatto, si è solo fatta una OSSERVAZIONE e si è chiesto conto a chi c'era, a chi ha esperienze pertinenti, etc.
Nulla di più.

E siccome proprio adesso c'è la moda degli "Style" è stata la cosa più naturale cercare di esprimersi in tal maniera. Ma è OVVIO che ogni individuo fa caso a sè. E ogni gruppo fa caso a sè. E a livello nazionale boh.

Invece mi sembra che si stia dando, come Ezio ma anche tanti altri, troppo peso e risvolti profondi e assertivi a quella che era una DOMANDA e voleva semplicemente produrre RIFLESSIONE :P
Stiamo manzi, dai! :)
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Ivano Scoppetta - 2014-05-27 17:44:17
Secondo me non è una questione di stile.

Si è semplicemente osservato che la loro partita di DW volava come un jet. Davvero, ero al tavolo con loro e non ho mai visto niente di simile: rollavano i dadi e consultavano i risultati senza fermare la narrazione neanche per un secondo. L'intera giocata sembrava un racconto letto coralmente ad alta voce e il ritmo della narrazione rispecchiava perfettamente il ritmo dell'azione in fiction. E' una questione di "skill", di expertise (non solo lì in mezzo c'erano gli autori di DW...c'era innanzitutto gente che ha molte più ore di RPG sulle spalle rispetto all'italiano medio, secondo me).
E' come vedere un artigiano bravo col proprio mestiere: semplicemente affascina.

Gli italiani sono apparsi molto lenti semplicemente perché ALCUNI TRA ESSI non si dichiarano soddisfatti al tavolo finché non hanno visto sgorgare la prima lacrimuccia...e per far sgorgare lacrime ci vuole tempo. Ergo, sì, un gioco che cerca le emozioni è un gioco che deve necessariamente soffermarsi maggiormente sui dettagli e dadicare più tempo ad alcuni aspetti che una "swashbuckling adventure" semplicemente sorvola.
MA QUESTO E' EMERSO COME UNA DELLE RAGIONI!
Non c'entra l'essere italiani o americani. C'entra cosa vuoi ottenere dal tuo gioco. Non ha alcun senso "entropizzare" la discussione intorno a quanto siano emotivi gli italiani rispetto agli americani. Non è il topic trattato.

Per quanto riguarda la "scuola italiana", continuo a dire che quelli che spingono sulle emozioni sono ben lontani dall'essere una schiacciante maggioranza, e quindi ben lontani dall'essere rappresentativi di una bandiera. Ma qui, a dirla tutta, sono perfettamente d'accordo con Mario.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Niccolò - 2014-05-27 18:01:35
"E' una questione di "skill", di expertise "

di MASTERY, direi. è il punto in cui i gdr moderni cominciano davvero a mostrare il loro potenziale, il punto in ccui si avvicinano davvero all'esempio della jam session.

è una cosa bellissima cominciare a vedere queste cose dopo così pochi anni.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Simone Micucci - 2014-05-27 19:35:29
La situazione Nik si sta evolvendo in modo sensibile.
Tieni presente che molti "nuovi arrivati" non hanno neanche idea del tipo di cambiamento che c'è stato.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Niccolò - 2014-05-27 20:44:39
quando mi rimetterò in gioco godrò della cosa e di essere il meno esperto di tutti, immagino.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mr. Mario - 2014-05-27 21:14:22
Semplicemente Adam si è trovato immerso in un gruppo specifico (i Reggiani) che è gwep che più gwep non si può... e soprattutto è gwep in un modo specifico.

Ecco, per esempio, no. Sospetto vivamente che Adam non abbia giocato con nessuno di Reggio in tutta la con.

Si è trovato in mezzo a gente che gli ha parlato dei reggiani, forse. E infatti non ce l'ho con Adam, al limite con chi gli ha passato idee strane.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mr. Mario - 2014-05-27 21:20:33
Secondo me non è una questione di stile.

Si è semplicemente osservato che la loro partita di DW volava come un jet. Davvero, ero al tavolo con loro e non ho mai visto niente di simile: rollavano i dadi e consultavano i risultati senza fermare la narrazione neanche per un secondo. L'intera giocata sembrava un racconto letto coralmente ad alta voce e il ritmo della narrazione rispecchiava perfettamente il ritmo dell'azione in fiction. E' una questione di "skill", di expertise (non solo lì in mezzo c'erano gli autori di DW...c'era innanzitutto gente che ha molte più ore di RPG sulle spalle rispetto all'italiano medio, secondo me).

Sono assolutamente d'accordo che se metti a un tavolo l'autore di un gioco e solo persone che lo hanno giocato un sacco, quel gioco fili molto bene. Non ti devi fermare a capire cosa dice una regola, cosa puoi ottenere da una mossa, e come interpretare un risultato.

Bella forza, mi viene anche da dire.

Citazione
Gli italiani sono apparsi molto lenti semplicemente perché ALCUNI TRA ESSI non si dichiarano soddisfatti al tavolo finché non hanno visto sgorgare la prima lacrimuccia...e per far sgorgare lacrime ci vuole tempo.

Questa invece mi sembra una stronzata. Quali italiani sono apparsi lenti ad Adam? Quali sono questi italiani che non si dichiarano soddisfatti di un partita di dungeon world finché non hanno visto sgorgare una lacrima?
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Ivano Scoppetta - 2014-05-28 00:26:43
Premesso che non so l'idea "Mastero come un americano e non come un italiano" da dove gli sia venuta. Ho sempre dato per scontato che gli fosse stato suggerito da un discorso con Mattia, ma in effetti senza saperlo veramente. Io di certo non gliene ho parlato, al massimo ci ho costruito sopra dopo insieme a lui. Non ti saprei dire quali italiani gli sono apparsi lenti, ma non credo che quell'osservazione sia diretta, credo più che gli sia stato detto (e se invece parliamo di esperienza diretta, beh, non c'è molta scelta: se non è zuppa - Baccanalia - è pan bagnato - Mattia con Dilemma)

Il primo giorno ha giocato Baccanalia con Michele ed Ezio, quindi sì, direi che con gente di Reggio ci ha giocato (ma lo ritengo marginale...a me sta storia de "i Reggiani" non piace già dal suono...manco stessimo parlando di una razza).

Non intendevo lacrime in Dungeon World, ovviamente. Intendevo dire uno stile di gioco (e scelta di titolo) dettato principalmente da una forte empatitazzione con gli elementi all'interno della fiction.

Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Alessandro Piroddi (Hasimir) - 2014-05-28 02:54:46
Se leggete il post originale di Adam scoprirete che avete capito la cosa TUTTA AL CONTRARIO :)
Non è lui che si è fatto un'idea degli italiani che giocano lenti.
Sono gli italiani che hanno detto a lui "Non giochi come noi, sembri una scheggia ad alta velocità, boh, sarà forse lo stile Nord Americano?"

Al che Adam ha rigirato la romanda su G+ "Insomma sono stato in italia e pare che il mio virgolette Stile Americano virgolette sia più veloce e pratico di quello emotivo e a tempi lunghi di quello Italiano... vi risulta?"

Cito un pezzetto:
Citazione
pparently, I roleplay like a north american (and not like an Italian). How interesting!

MORE DETAIL

I was told more than once this weekend that I;

1) paced scenes very quickly when compared to Italian players.
2) focused on "doing things" rather than "feeling things"
3) expected game mechanisms to inspire my character direction and actions instead of "talking and exploring"
4) aggressively framed scenes and pushed players very hard to take action when GMing (though this one I put squarely at the feet of DW)

E "i reggiani" sono una realtà molto chiara e concreta, a di là di questo discorso di stile.
C'è un gruppetto che vive tutto nella zona di/attorno/vicino Reggio e che quindi gioca spesso assieme, dal "Clan Duval" agli altri gruppetti locali, che però gira e rigira sempre quella decina-quindicina di persona sono.
E sono fra i giocatori più gwep che conosco.
E questo non è un male, e di certo non significa che gli piace SOLO il gwep o che (per riprendere il discorso generale) giochino "lenti" o altre cazzate.

Vuol solo dire ciò che è evidente.
C'è un gruppo relativamente omogeneo sia per presenze che per gusti generali, situato nella stessa specifica area geografica attorno a Reggio.
Ergo... i Reggiani :P
Lo si dice su GcG da anni e anni e non ha mai dato fastidio a nessuno.
(anzi c'è pure il meme del cosiddetto Clan Duval, portato avanti con simpatia ed orgoglio)

Seriously, che sono ste paranoie? :P
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mr. Mario - 2014-05-28 09:15:21
Alessandro, mettiamola così, io sto a 50 km da Reggio, quindi immagino di essere dei "Reggiani" anch'io, e per come conosco le mie esperienze di gioco, io in questa definizione non mi ci ritrovo, e non ci ritrovo neanche gli altri. Ezio nel thread dice la stessa cosa.

Tutta questa discussione mi dà l'idea di non essere basata su nulla che sia "actual play", ma sulle dicerie e sui racconti intorno al gioco, che polarizzano alcuni aspetti e non altri. "I Reggiani" mi sembrano più una razza fantasy che non le persone che conosco. È paranoia dire "guarda che per come la vedo io che ne ho esperienza diretta, la realtà sta diversamente"?

Come dicevo altrove, se si stesse parlando di una differenza di stile su come si raccontano i giochi fatti, non su come si gioca, questo discorso potrebbe forse avere senso.

Ma non è solo dalla parte italiana, che mi pare non ce l'abbia. Non ce l'ha neanche dalla parte nordamericana, dove è anche più assurdo pensare che un canadese della costa ovest e un americano della costa est debbano giocare nello stesso modo e preferire cose simili.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2014-05-28 11:34:57
CROSSPOST CON MANUELA, lo so già... XD

Quali italiani sono apparsi lenti ad Adam?

Uno di essi sono io, senza il minimo dubbio.

Io ho giocato (come potete leggere nel thread dei ringraziamenti) con Sage e la sua "più uno" Sara a Tu Mi Turbi, con tutti i disclaimer che è un mini-gioco, che è in playtest, in fase di sviluppo, ecc. ecc.

(nota a margine... AH LA SODDISFAZIONE di vedere Sara passare da "no, non ho mai giocato, (cito testualmente:) I'm not a gamer, ho provato una volta, era una cosa di fantascienza, c'erano troppe meccaniche, non mi è piaciuto..." a giocare BENISSIMO Tu Mi Turbi... chissà che vuol dire... :P )

Il giorno dopo, Dilemma con Sage, Adam e Emily.
Purtroppo gli ho potuto far vedere solo la metà MENO bella del gioco, cioè la preparazione e il primo giro di scene (Dilemma è un gioco "in crescere", come LMVcP e Kagematsu regala il meglio nella seconda metà).

La mia forte, fortissima impressione durante queste due partite è che queste persone con cui ho giocato giochino  "per far succedere cose" piuttosto che per "conoscere i personaggi".

Parlo di Adam e Sage soprattutto, Sara ed Emily avevano molte meno pretese e hanno commentato molto di meno... meno di quanto avrei sperato, solo più loro il "target" dei miei giochi rispetto ad Adam e Sage.

Le descrizioni dei personaggi per loro non erano così importanti... ho dovuto chiedere, praticamente sempre, altezza, pelle, corporatura e colore dei capelli dei personaggi che stavano introducendo.

Per loro era molto più importante avere un obbiettivo concreto: Dilemma li ha spiazzati, per loro non era chiaro perché mai i loro personaggi volessero andare e visitare la Terra per conoscere i personaggi-Chiave (per chi non conosce il gioco: sono dei "PnG importanti", per semplificare).

Ne ho parlato con il mio altro co-autore, Marco, e alla fine ci siamo chiesti se noi "gente-che-gravita-attorno-ad-INC-GnoccoCon-EtrusCon-ecc.-ecc." non ci siamo abituati a prenderci del tempo per descrivere personaggi ed ambienti per godere dei dettagli descrittivi, mentre altri giocatori vogliono puntare più sullo svolgere una trama (o almeno una serie di eventi) fin dal primissimo istante.

Non sono abbastanza esperto di cinema da tirare fuori paragoni azzeccati, però ho presente qualche stereotipo di "come si fanno i film" nelle varie nazioni: alcune "scuole" (sì, uso ancora questa parola :P ) ammettono lunghe introduzioni, paesaggi, dettagli sui personaggi per conoscerli anche senza che stia succedendo, di fatto, nessun punto di trama importante... altre invece vogiono catapultare lo spettatore subito nell'azione e/o nei dialoghi.

Ecco, è esattamente quella la differenza che io (personalmente) ho percepito (all'atto pratico).


Citazione
Quali sono questi italiani che non si dichiarano soddisfatti di un partita di dungeon world finché non hanno visto sgorgare una lacrima?

Ecco, questi invece non so chi siano né se esistano. ^^;

Posso dire che Manuela però trova DW un po' freddino, ne abbiamo parlato giusto ieri, e che preferisce i giochi con interazioni tra PG e che DW ha troppo poche meccaniche per gestirle.
Abbiamo anche concordato che DW è un gioco che "gratta pruriti" lasciati insoddisfatti dai vari D&D, e lei queste insoddisfazioni da recuperare non le ha: a lei, i vari D&D hanno dato quello che lei voleva, esperienza completa e chiusa, senza "sospesi".
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Manuela Soriani - 2014-05-28 11:41:18
Mi piace molto il rispetto con cui si sta svolgendo questa discussione, mi raccomando, restate moderati come state facendo.

Premesso che capisco perché Mario si sente a disagio, perché anche io lo sento, e non capisco nemmeno bene da dove mi arrivi (?___? e XD), si potrebbe girare la moneta e capire come i giochi "ti invitano" ad essere giocati.

Voglio dare un paio di spunti di riflessione, per evitare di finire in una spirale ripetitiva, sperando che possano aiutare coloro che stanno scrivendo a trovare altri dettagli interessanti.

Primo spunto. I giocatori emotivi non sono per forza lenti.

Io sono una GWEPpona (Ivano mi chiama simpaticamente "La Regina della Malinconia"), e spesso, ai miei tavoli, si trovano giochi che abbiano una componente emotiva.
Di questi giochi so parlare con cognizione di causa, per cui mi limiterò ad essi.
Io gioco GWEP, ma non gioco lentamente (almeno spero! XD).

A volte gioco giochi lenti di struttura: Kagematsu e Dilemma sono giochi "lenti" perchè funzionano "a giro".

Non sono lenta io: chi ha scritto questi giochi voleva ottenere un certo tipo di situazione al tavolo, estremamente funzionale per lo scopo del gioco stesso (ma qui si rischia di andare Off-topic) ma che, sì, impedisce a più di una coppia di giocatori di interagire contemporaneamente.
E' ovvio che nel frattempo gli altri sono costretti a "seguire e basta", ed è proprio per questo che i giocatori al tavolo devono essere "disincantati".
Le scene devono essere poco ripetitive e "sul pezzo", per dare modo a chi sta giù di non fracassarsi le noccioline.
Anche qui, è la sensibilità dei giocatori stessi a rendere il gioco veloce o lento.
Ma qui, di nuovo, parliamo di sensibilità del SINGOLO giocatore, non di correnti.

Esistono giochi (potenzialmente) emotivi estremamente veloci: Tu mi Turbi lo è. Si gioca una storia completa in un'ora e mezza circa, con tutti e tre i giocatori sempre presenti e attivi.

Esistono giochi emotivi "potenzialmente sbrodolosi" perché distribuiti "sulla lunga".
CdM rischia di cadere in questa trappola molto facilmente per via della struttura delle mosse: poche, che battono tutte sugli stessi temi, forse con poca varietà di intenti. Da qui la sensazione di avere un gioco "poco produttivo" di fiction varia. Ma è il gioco che è stato studiato esattamente così. XD
Devono essere i giocatori a renderlo fresco e dinamico.

Personalmente, mi piacciono tutti e quattro questi giochi.
Praticamente con tutti ho fatto partite potenzialmente insipide o noiose: come mai?
Un mix di effetti: il gioco non facilita velocità o dinamismo al tavolo e la composizione del gruppo di giocatori, con le loro SINGOLE sensibilità.

Odio il gioco lento!!
Per approfondire: http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,8873.0.html (http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,8873.0.html)


Secondo spunto: "giochi sui personaggi" e "giochi sulla trama"

(per approfondire: http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,7769.0.html (http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,7769.0.html))

Io sono una giocatrice dai gusti indegnamente stretti. Quando arrivai qui sul forum, un paio di anni fa, cercai di capire che tipi di giochi potessero piacermi, per non "sprecare" le serate con giocate poco interessanti.
Molti di voi mi aiutarono e mi fecero capire che, per esempio, sicuramente non ero tipo da apprezzare i giochi troppo pieni di "crunch": mai cosa fu più vera!

Cominciai quindi a cercare di capire quali, tra i giochi meno "crunchosi", mi piacevano sul serio, perché avevo l'impressione di avere ancora gusti strettissimi rispetto alla media dei giocatori con cui sono cresciuta (Korin e MrMac hanno gusti immensi rispetto a me, per cui potete ben capire quanto mi risultasse strano ed alieno il mio stesso gusto!).

Col tempo ho capito che mi piacevano SOLO i "Giochi sui Personaggi" e non quelli di mero sviluppo degli eventi, da cui il nome "Giochi sulla Trama".
Questi nomi sono di comodo e sono stati inventati da me per differenziare quello che a me poteva piacere o non piacere, ma sono estremamente funzionali, se ci pensate!

Alcune persone, (come per esempio Sage e... Ivano, forse? ?__?) probabilmente preferiscono i "Giochi sulla Trama": giochi che si dipanano rapidi per capire lo sviluppo degli eventi, di trame, di storie, complotti, esplorazione del territorio, ecc. ecc.

Altre persone, come me, preferiscono i "Giochi sui Personaggi": gli eventi mi servono e sono fondamentali per vedere la crescita, emotiva, fisica o spirituale del mio personaggio.


E questo, imho, alza e allontana la discussione dalla questione spinosa (e poco rappresentativa) della regionalità, perché è molto più "neutrale" e posso immaginarla valida anche in un contesto meno influenzato dalle nostre chiacchiere di salotto dell'internet, dove la voce di poche persone risuona sempre facendo molto rumore.


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Aggiungo una postilla, analizzare queste dinamiche E' IMPORTANTE.
E' importante perché vedo il GdR indie come una corrente ancora in movimento, influenzata dai cambiamenti della società e delle socialità.

Litigare o intestardirsi sugli stessi temi ripetutamente come ho visto fare in quel topic E' DANNOSO.
Non porta avanti la teoria e rende sterili possibili argomenti estremamente interessanti e validi. mette a disagio le persone più timide e sensibili e le allontana dall'hobby.
Ed io, come grandissima appassionata (rosHa!), è una cosa che non sopporto.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2014-05-28 12:28:51
(Modificato un dettaglio d'impaginazione e NON i contenuti nel post di Manuela)
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Giovanni Micolucci - 2014-05-28 12:34:16
Dipende dal gruppo e dipende anche dal gioco. Dipende se è una Demo, dipende se stai Giocando, dipende se è un Playtest. Non c'entra niente nemmeno Indy o non Indy...

Nel mio gruppo non amiamo esageratamente i fronzoli, quindi si taglia al dunque! Sono abituato così da anni e faccio fatica a rallentare! Però ci sono giochi che si prestano meglio ad esser giocati più lentamente e che anzi vanno giocati più lentamente se no li rovini.

Detto queto tutto il resto è noia: io gioco attualmente con 8 gruppi almeno 40 persone (posso confermare per molte altre persone in più, ma prendo come campione), quindi posso dire da questo che il metodo di gioco nostro è quello Italiano?;D
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Niccolò - 2014-05-28 12:35:57
Citazione
La mia forte, fortissima impressione durante queste due partite è che queste persone con cui ho giocato giochino  "per far succedere cose" piuttosto che per "conoscere i personaggi".

avete notato che sono i due tipi di scene che puoi chiedere nella seconda edizione di AIPS?

Citazione
Io gioco GWEP, ma non gioco lentamente (almeno spero! XD).

perchè "lo speri"? è un male giocare "lentamente"? (ovvero godendosi personaggi, ambiente e scene e dandogli carne e sostanza)
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Simone Micucci - 2014-05-28 12:39:55
Nik, mi sa che hai scordato un "?" nella seconda frase. XD
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Manuela Soriani - 2014-05-28 12:43:27
Citazione
Io gioco GWEP, ma non gioco lentamente (almeno spero! XD).

perchè "lo speri"? è un male giocare "lentamente" (ovvero godendosi personaggi, ambiente e scene e dandogli carne e sostanza)

Il "perché" lo trovi nella lunga discussione per approfondire, Nik.
Mi piace gustarmi i personaggi, che un giocatore ci metta 15 minuti per decidere se andare "nella strada fiorita" o al "canyon degli stolti" per paura di ferire il suo  amato in play, ecco, quello no, non mi sta bene.
XD
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Simone Micucci - 2014-05-28 12:46:44
Citazione
Io gioco GWEP, ma non gioco lentamente (almeno spero! XD).

perchè "lo speri"? è un male giocare "lentamente" (ovvero godendosi personaggi, ambiente e scene e dandogli carne e sostanza)

Il "perché" lo trovi nella lunga discussione per approfondire, Nik.
Mi piace gustarmi i personaggi, che un giocatore ci metta 15 minuti per decidere se andare "nella strada fiorita" o al "canyon degli stolti" per paura di ferire il suo  amato in play, ecco, quello no, non mi sta bene.
XD

Manu, per fare chiarezza, mi dici cosa intendi per "gustarsi i personaggi"? ^_^
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Manuela Soriani - 2014-05-28 12:56:31
Manu, per fare chiarezza, mi dici cosa intendi per "gustarsi i personaggi"? ^_^

Yup...
Per gustare i personaggi intendo "avere tempo per capire che cosa sto provando e magari esplicitarlo agli altri al tavolo", così che mi aiutino a capire quali sarebbero per me le scelte migliori o possibili.
Mi allaccio al mio stesso esempio:
Se devo scegliere se andare "nella strada fiorita" o al "canyon degli stolti"e temo che la scelta cambi profondamente la vita del mio personaggio, allora vorrei avere un minuto per capire o far capire gli altri l'implicazione della mia scelta e, perchè no, prendere un bel respiro prima di riprendere la narrazione.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2014-05-28 12:59:17
Citazione
La mia forte, fortissima impressione durante queste due partite è che queste persone con cui ho giocato giochino  "per far succedere cose" piuttosto che per "conoscere i personaggi".

avete notato che sono i due tipi di scene che puoi chiedere nella seconda edizione di AIPS?

Snì (sì... no... nì...?).
E' una divisione che dopo un po' al mio gruppo "stava stretta", perché effettivamente i personaggi li conosci, in una serie TV, anche e soprattutto perché "fanno cose".

Io parlo più di una divisione tra "tempo per le descrizioni sensoriali" (su cui non a caso ho scritto un po' di cose nei vari INCbook) e "tempo per prendere decisioni" (non parlo di "usre le meccaniche", occhio).


Ah, nota per tutti, per chiarezza extra che sull'internetto non fa mai male: il punto di domanda nel titolo del thread non è lì per bellezza. Può anche darsi, ed è probabile, che NON ESISTA (come molti di noi stanno dicendo) uno "stile italiano" opposto ad uno "stile americano".

Ed in effetti il commento di Mario qui sopra è interessante:
Citazione
ad esempio io sono decisamente più connesso a Meg che non al Curte.

Ho giocato due volte con Meg Baker, ed ha scritto un gioco (1001 Notte) che nelle sue regole PREVEDE ESPLICITAMENTE di "prendersela con calma" e di descrivere i personaggi con l'uso dei cinque sensi... che sono un po' i due fattori distintivi della differenza che io personalmente ho percepito tra lo stile che "veniva naturale" ad Adam e Sage e lo stile richiesto dai miei giochi (miei = miei e dei miei co-autori Manu & MrMac).
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mr. Mario - 2014-05-28 13:12:32
Meg allo stesso tempo ha pubblicato anche Psi*Run che è su tutto un altro ritmo. Tanto per ribadire.


Comunque, riconfermo che Adam non ha giocato con nessuno di Reggio.* E dire che Mattia è quasi 'reggiano' sarebbe parlare per categorie davvero sciocche.


Credo che il fastidio sia dovuto al tentativo di incasellare e stiracchiare un'esperienza molto piccola e farne un caso generale.


Ci sono notevoli differenze tra la stessa persona che gioca a giochi diversi, e notevoli altre tra persone della stessa città che giocano insieme allo stesso gioco. Da cui la battuta iniziale. Se si deve essere messi in una categoria a caso per motivi relativamente futili, io sono Sagittario.



*EDIT: Mi sbagliavo. Adam ha effettivamente giocato a bacchanalia con Ezio. È stata una partita molto veloce e pregna. Quindi molto nordamericana. O mancina. O dagli occhi azzurri.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Simone Micucci - 2014-05-28 13:30:22
Credo che il fastidio sia dovuto al tentativo di incasellare e stiracchiare un'esperienza molto piccola e farne un caso generale.

Credo anche io, Mario.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2014-05-28 14:11:56
Credo che il fastidio sia dovuto al tentativo di incasellare e stiracchiare un'esperienza molto piccola e farne un caso generale.

Per chiarezza: io non ho cercato attivamente nessun "tentativo", ho posto una domanda (e la risposta pare che sia "no". Mi sta bene. ^_^ ).

Secondo me ci sono dei "trend", delle "mode" che colpiscono questo o quel giocatore, che si propagano viralmente per aver giocato insieme (che sia Mario che viene a casa mia, o io ad INC con un canadese) e che attecchiscono in persone con gusti e sensibilità simili... il tentativo di "etichettarle" e renderle catalogabili, misurabili, è semplicemente umano, è una prassi "di comodo" per rendere i concetti più maneggevoli ai nostri cervelli.

Dobbiamo solo confrontarci per vedere se l'accorpamento di concetti e di persone che facciamo ha un metodo, è veritiero, e ha un'utilità... e non c'è, riproviamo.

A me fa anche piacere, in un certo senso, essere catalogato come "amico dei reggiani", perché penso alle belle iniziative che molti amici che abitano a Reggio hanno messo in campo: le GnoccoCon, i compleanni ludici, le iniziative del NoFerPlei, e anche le DilemmaCon si tengono a Reggio perché ci sono amici che ci aiutano a organizzare tutto.

E mi fa piacere essere catalogato come "amico degli organizzatori di INC" (specie dopo la bellissima edizione 2014).

Quello che a me farebbe incazzare, ed è successo in passato e non lo voglio vedere mai più, è essere catalogato ESCLUSIVAMENTE come "amico di X", col sottinteso "non può essere anche amico di Y o di Z", perché quella sì che è una cretinata!
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Matteo Stendardi Turini - 2014-05-28 14:24:51
Adam, nel suo post iniziale, ha scritto questo:

Citazione
I gave a fellow designer some feedback on a playtest session and we discussed at length that the things I was looking for in the game might not be things that an Italian small-press-RPG fan would care so much about (such as mechanisms to tie me to NPCs, like Bonds or w/e).

Quello che mi ha messo a disagio, e l'ho scritto anche nel thread originale, è stata la frase sottolineata: "le cose che cerco nel un gioco potrebbero non essere le stesse che cerca un appassioanto italiano".

Da una parte, non ho problemi a vedere alcuni giochi seguire un filone di design particolare, quale che sia. Dall'altra, qui stiamo categorizzando le persone, non i giochi. Se sentir dire, in astratto, che alcuni giochi scritti in Italia seguono un certo filone di design (quale che sia) non mi crea difficoltà, sentire che qualcuno afferma che i giocatori ricercano solo un certo tipo di giochi, e per di più estendere questo "giocatori" a tutta la base di appassionati indie italiani, mi dà sinceramente sui nervi. È così che, tra un sorriso e un abbraccio, si creano trincee.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2014-05-28 14:43:55
Quel "fellow designer" penso di essere io.

E si, abbiamo discusso "a lungo" di cosa volevo nel mio gioco e perché certe scelte erano per il tipo gioco che volevo.

Se poi in qualche modo Adam ha ragionato "Mattia scrive giochi centrati sull'approfondimento dei PG (vero); Mattia è Italiano (vero); ERGO gli Italiani vogliono giochi centrati sull'approfondimento dei PG (ehm...)", questo temo sia stato ben oltre il mio controllo e ben oltre le mie intenzioni... ^^;

EDIT: e dalle "trincee", per carità, liberatemene subito, ho già dato in fin troppe flame war... ;_;

EDIT 2: se poi s'è fatto quest'idea NONOSTANTE Ivano gli abbia parlato a lungo, raccontandogli della varietà di intenti e scopi e gusti dei vari giocatori anche solo in quel piccolo, selezionato sottogruppo che c'era ad INC, beh, non è che ci possiamo fare molto se non rispondergli, come già fatto su G+, che no, non c'è un'uniformità di gusto così assoluta.

EDIT 3: a me resta lo stesso l'impressione che i giocatori italiani, mediamente, se la prendano un po' più "scialla", che ci sia da razziare un dungeon o da sedurre un ronin, ho sentito battute tipo "se un americano ti dice che è un gioco da 2 ore, lo fai ad una 'Con italiana in uno slot da 6 ore", se solo ricordassi chi me l'ha detta, però... un neurone mi suggerisce che Moreno o Michele forse se lo ricordano, non so perché. ?_?
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Ivano Scoppetta - 2014-05-28 15:08:56
"Mattia scrive giochi centrati sull'approfondimento dei PG (vero); Mattia è Italiano (vero); ERGO gli Italiani vogliono giochi centrati sull'approfondimento dei PG (ehm...)", questo temo sia stato ben oltre il mio controllo e ben oltre le mie intenzioni... ^^;

Però anche tu ti sei focalizzato su certi argomenti e metodologie nel cercare di individuare una scuola italiana di gamedesign. Quando ne abbiamo parlato al bar la sera dell'ultimo giorno era esattamente questo da cui intendevo mettervi in guardia.

EDIT 2: se poi s'è fatto quest'idea NONOSTANTE Ivano gli abbia parlato a lungo, raccontandogli della varietà di intenti e scopi e gusti dei vari giocatori anche solo in quel piccolo, selezionato sottogruppo che c'era ad INC, beh, non è che ci possiamo fare molto se non rispondergli, come già fatto su G+, che no, non c'è un'uniformità di gusto così assoluta.

Qui forse devo fare un po' Mea Culpa e ammettere che invece potrei avergli rafforzato l'idea, anziché sfatarla. Cercavo di mettergli un minimo in prospettiva le sue esperienze di gioco fino a quel punto della Con (soprattutto Tu Mi Turbi a Sage e Dilemma ad Adam + Emily)

EDIT 3: a me resta lo stesso l'impressione che i giocatori italiani, mediamente, se la prendano un po' più "scialla", che ci sia da razziare un dungeon o da sedurre un ronin, ho sentito battute tipo "se un americano ti dice che è un gioco da 2 ore, lo fai ad una 'Con italiana in uno slot da 6 ore", se solo ricordassi chi me l'ha detta, però... un neurone mi suggerisce che Moreno o Michele forse se lo ricordano, non so perché. ?_?

Ricordo di aver sentito Moreno dire scherzosamente che in Italia, quando leggiamo 2 ore sulla scatola, dobbiamo moltiplicarlo per due e considerarne 4.

Ora, più in generale, vorrei spezzare una lancia a favore di Adam, perché qui ad aggiungere una pennellata alla volta si rischia quasi di dipingerlo come un razzista :-).
Adam ha aperto un post incentrato sul pacing e SE EFFETTIVAMENTE questo può essere legato ad uno stile "culturale" (come gli è stato suggerito da altri). Noi italiani stiamo un po' driftando e portando l'intera discussione a livelli assurdi, secondo me...
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2014-05-28 15:21:58
Ecco, mi sa che il mio farmi delle domande sia stato LEGGERISSIMAMENTE confuso con dare delle risposte...

...e la reazione è MOLTO italiana, quella sì, briciole nel letto (cit.) a chiunque sia anche solo sospettato di proporre delle risposte, delle idee, delle soluzioni. XD
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Ivano Scoppetta - 2014-05-28 15:37:06
Ecco, mi sa che il mio farmi delle domande sia stato LEGGERISSIMAMENTE confuso con dare delle risposte...

Sì, chiaro! Per amor di chiarezza e soprattutto correttezza, devo dire che in quel frangente lì si stava vagliando l'argomento. Non si era di certo saltato a conclusioni affrettate. Anzi.

Chiedo scusa.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Rodrigo - 2014-05-28 16:22:09
Buonasera,
anche io come Mattia mi sto interrogando sulla questione (interrogando<> sto cercando di convincervi che la mia teoria è giusta) e quindi sono qui per darvi il mio sassetto.

Iniziamo dalle cose semplici (i fatti), ovvero quelle nelle quali so di avere ragione. Non perché io sia più bello, ma perché scrivere fiction è il mio lavoro. Passo ore al giorno a farlo, passo ore al giorno a studiarlo, prendo del denaro per farlo e via discorrendo. Quindi vi passo delle informazioni (informazioni<> pareri)
La divisione che fa AIPS (scene di avanzamento della trama vs. scene di approfondimento dei personaggi) è una distinzione reale nella creazione di fiction. te la insegnano, tanto per capirci. Le scene, per essere ben fatte, devono fare una sola di queste cose. Se ne fanno due sono confuse, se non ne fanno nessuna, sono inutili.

Esempio: Amleto sugli spalti del castello che si interroga su cosa fare è una scena di approfondimento del personaggio. L'autore vuole farci sapere che Amleto è combattuto tra due possibilità e che questo suo essere combattuto è importante sia per capire il perché di scelte future, sia per definire chi è Amleto.
Esempio 2: Amleto che parla con Ofelia è una scena di avanzamento della trama. Il loro discorso fa succedere delle cose: Amleto pensa che Ofelia tradisca la sua fiducia, qualcuno dietro una tenda muore e via discorrendo. Questa scena serve a far capitare degli eventi. Gli eventi che capitano sono  non ignorabili e cambiano quello che succede dopo.
Esempio 3: Amleto che nel finale ci espone il sue essere combattuto per la scelta di prima è una scena inutile. Lo sappiamo già. E infatti Shakespeare questa scena l'ha tagliata.
Esempio 4: Amleto che decide come vestirsi per andare ad assistere alla rappresentazione teatrale è una scena inutile. Fa cose, ma queste cose che fa non cambiano quello che succede dopo. E infatti pure questa Shakespeare l'ha tagliata.


Entrambi i tipi di scene sono essenziali in un racconto. Senza le prime non sappiamo chi fa cosa e perché, i personaggi sono monolitici e iniziano la storia così come la finiscono. I personaggi sono "piatti", tanto per usare un gergo comune.
Senza le seconde non succede nulla. C'è gente che parla, ma attorno a loro il mondo non li spinge a prendere decisioni. "non succede niente", sempre in gergo comune.
DISTINZIONE: una scena di approfondimento utile è una scena che ci dice qualcosa di nuovo. una scena di avanzamento utile è una che o risolve un problema (bruce Willis uccide un cattivo e prende il suo mitra) OPPURE che pone un nuovo problema aumentandone la magnitudine del casino (bruce willis fa un errore e ora i terroristi sanno dov'è e si muovono in gruppo per ucciderlo)
Le scene non utili andrebbero tagliate. Senza pietà.

Esempio virtuoso: Die hard. Ci sono ovviamente più scene che fanno avanzare la trama (ad esempio facendo peggiorare o migliorare la situazione di McLane), ma molte delle scene al telefono con Allen sono scene di approfondimento. Ci fanno vedere che McLane è ironico e che questa sua ironia gli serve per non perdere coraggio, che è premuroso e questo serve a farci capire che non è uno stronzo che trascurava la moglie e che si è meritato la separazione.
Esempio non virtuoso: Twilight. Inizia con una marea di scene di approfondimento del personaggio che insistono tutti sulle stesse caratteristiche di Bella Swan. Le scene di avanzamento della trama sono rarefatte e tutte abbastanza inutili. Succedono cose, ma poi la storia continua come prima. Per esempio, la scena in cui lei resta di sola a camminare di notte e lui arriva a salvarla sembra una scena di avanzamento della trama, ma non cambia le relazioni tra di loro (se non ricordo male). Se invece quello è il momento in cui lei decide di non vederlo più, allora ha un senso.


La frequenza e la durata di queste scene determinano il ritmo.
Die hard è un film con un ritmo veloce. Le scene di approfondimento sono brevi e poche, le scene di avanzamento della trama sono tante e lunghe.
Game of thrones (la serie) idem.
I libri da cui è tratta hanno un ritmo molto più lento: le scene di approfondimento sono di più e più costruite. Le motivazioni e i ragionamenti dei personaggi sono sviscerati. Il ritmo più lento però non è un problema, perché in questo ritmo ci vengono dette tutte cose utili al resto.

Ora la brutta notizia per chi fa fiction (e facciamo tutti parte di questa categoria, anche solo a livello amatoriale, per l'hobby che abbiamo) ogni battuta(frase?) che dite segue grossomodo le stesse regole.

Esempio: Se io passo 5 righe a descrivere come è vestito il personaggio che è entrato in scena, lo faccio perché, da come sono vestito voglio far sapere delle cose di lui. Se ho la giacca o no, qual'è la qualità della giacca, se ha il taschino o se le tasche sono ancora cucite, dicono delle cose. E fin qui tutto bene.
Se passo 5 pagine a descrivere la stessa cosa, corro il rischio di stare ripetendo dei concetti e pertanto di stare sbrodolando, di stare "ciurlando nel manico", di stare perdendo tempo.
Stessa cosa vale se lo faccio nel costruire una scena di una qualunque partita.
Se faccio una scena in cui voglio sapere "cosa prova Monica per me?" ho due scelte. o agisco attivamente per saperlo (es. glielo chiedo) oppure "esploro il personaggio (di Monica)" cercando prima di capirlo. Appena lo so (uno scambio o due di battute, tanto per capirci), però, o reagisco all'informazione (es. la bacio) o chiudo la scena. Cut. Fine. Prossima scena. Se non lo faccio, sto sbrodolando.


Questo discorso è indipendente da lingua, nazione, fede religiosa. Posso fare esempi di cinema o letteratura provenienti da ogni parte del mondo.  Esiste però una questione di gusto, sia personale, sia dovuto a quello a cui siamo stati abituati. Pensate per esempio ai ritmi (statistici) del cinema giapponese.

Fatta questa semplificata premessa (nel senso che le rare eccezioni esistono) posso iniziare col dire a Manuela che, dalla mia esperienza di gioco con te, a te non disturbano le scene lente, disturbano le scene sbrodolate.

Ok. Fine della mia mini lezione di drammaturgia. Ora passiamo ai ragionamenti non confermati che sono il centro di questo thread.
Sono uno di quelli che ha parlato di scuola italiana, ma trovo molto interessante il commento di ezio su G+, per cui le scuole sono qualcosa che serve a posteriori per raggruppare e studiare. Ezio su questo argomento è molto più ferrato di me e quindi parto dal presupposto che abbia ragione e non parli a vanvera.
Purtroppo non ho la conoscenza per dare un'altro nome a questo trend che invece mi sembra di percepire.
Esempio più lampante sono i fumetti. i Bonelliani sono un gruppo specifico di fumetti (non tutti editi da Bonelli) con caratteristiche comuni, tipici della nostra nazione. i fumetti di supereroi per l'america. I manga per il giappone. Questi ultimi sono addirittura divisi in sotto gruppi a seconda di quali delle regole "comuni" alterano (Shonen e shojo per esempio hanno molte cose in comune ma molte altre diverse)

Questa distinzione non impedisce a nessuno di fruire del prodotto di altri gruppi oltre a quello della propria nazione. Io leggo supereroi e manga e italiani e sudamenticani e manwha e indipendenti americani e graphic novel francesi e zerocalcare con lo stesso piacere, anche se in percentuali diverse. E ci sono italiani che hanno scritto e disegnato manga e fumetti di supereroi. ciononostante nascono più fumetti in stile Bonelli che in altri stili in Italia.

Quello che mi chiedo è se si stia formando, lentamente, un gusto comune o uno stile comune. Non so ancora neanche se sia nel design o nel gioco vero e proprio.
Purtroppo in questo ragionamento non possiamo neanche fidarci troppo delle dirette esperienze personali, proprio perché io leggo pìù supereroi che bonelliani e il nostro hobby non è così diffuso da poterci permettere studi statistici rilevanti.
Possiamo, per il momento solo chiacchierarne oziosamente prestando attenzione a quello che succede attorno a noi.
Agli italiani piacciono di più storie con una percentuale di scene di approfondimento del personaggio maggiore che ai corrispettivi giocatori americani? A me sembra di si. Sembra.
Il nostro ritmo di gioco è più lento di quello degli americani. Da quello che leggo (non solo in questo thread), mi sembrerebbe di si. Mi sembrerebbe.
ma è il momento dell'osservazione, non quello di tirare le somme. Delle discussioni leggere e oziose, non della scrittura di trattati. I trattati lasciamoli ai posteri. Noi giochiamo e beviamo aperitivi che è più divertente.
Titolo: Re:&quot;Stile americano&quot; e &quot;Stile italiano&quot;: esistono?
Inserito da: Ezio - 2014-05-28 16:32:28
Fatto: il sottoscritto è di Reggio Emilia e venerdì ha fatto con Adam una partita di Bacchanalia do due ore, che l'ha divertito molto e che ha considerato "molto veloce" e in cui nessuno ha pianto, se non dalle risate alla frase "Rubicone sessuale".
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Niccolò - 2014-05-28 16:57:00
Citazione
Mi piace gustarmi i personaggi, che un giocatore ci metta 15 minuti per decidere se andare "nella strada fiorita" o al "canyon degli stolti" per paura di ferire il suo  amato in play, ecco, quello no, non mi sta bene.

ma a me non sembra si parlasse di giocare lentamente in quel senso.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Niccolò - 2014-05-28 17:06:47
Citazione
Iniziamo dalle cose semplici (i fatti)

ecco, io credo che in questa discussione qualcuno sta parlando di scene di approfondimento, e qualcun'altro di scene inutili, come se fossero la stessa cosa.

se c'è una cosa che accomuna i reggiani, per me, è la competenza e l'esperienza: sono stati tra i primi ad abbracciare i nuovi giochi (che sono vere e proprie _discipline_, non dimentichiamolo) e giocano TANTO! e dopo un po' impari a evitare le scene inutili. ma agli occhi di qualcuno meno "avanzato", la distinzione tra scene che non portano avanti la trama e scene inutili non è così facile da cogliere. probabilmente, perfino per affermati autori americani.

non so sesto dicendo puttanate, ma credo di essere perlomeno sulla strada gusta
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2014-05-28 17:19:48
Citazione
Iniziamo dalle cose semplici (i fatti)

ecco, io credo che in questa discussione qualcuno sta parlando di scene di approfondimento, e qualcun'altro di scene inutili, come se fossero la stessa cosa.

Ecco, sempre restando nel campo del concreto, io ho avuto la nettissima sensazione che, giocando con "gli americani" ad INC, questi si sentissero un pochino forzati a "fare cose inutili" quando chiedevo loro di descrivere i personaggi.

Per dire, in un'occasione ad Adam "veste strano" è sembrata una descrizione sufficiente per una PnG (una ragazzetta 17enne con un po' di casini personali, il classico tipo "troubled-but-cute")... io però avevo BISOGNO di più dettagli.

Per me era importante sapere se avesse i capelli verdi in una cresta o i capelli rasati o corti e spettinati. Per me era importante sapere se aveva una gonna o i jeans.

Per loro... molto meno. Non ne sentivano il bisogno.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mr. Mario - 2014-05-28 18:17:25
Per dire, in un'occasione ad Adam "veste strano" è sembrata una descrizione sufficiente per una PnG (una ragazzetta 17enne con un po' di casini personali, il classico tipo "troubled-but-cute")... io però avevo BISOGNO di più dettagli.

Per me era importante sapere se avesse i capelli verdi in una cresta o i capelli rasati o corti e spettinati. Per me era importante sapere se aveva una gonna o i jeans.

Per loro... molto meno. Non ne sentivano il bisogno.


Questa è una questione diversa ancora. Questo è linguaggio. Cresta, capelli rasati, gonna o jeans per te sono importanti perché a te dicono qualcosa. Hanno un significato. Molto probabilmente per Adam no, e tu gli stavi chiedendo un dettaglio per lui superfluo perché a lui quel dettaglio non parlava.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Ivano Scoppetta - 2014-05-28 18:23:13
Sono perfettamente d'accordo con Mario. E non vorrei alimentare un fuoco, ma credo che QUESTO sia, seppur FORSE alla lontana, in qualche modo relazionabile ad una questione culturale.
Titolo: Re:&quot;Stile americano&quot; e &quot;Stile italiano&quot;: esistono?
Inserito da: Lorenzo_l - 2014-05-29 08:57:55
Beh che dire ottima pubblicità, ora non resta che inventarci giochi emozionevoli
Titolo: Re:&quot;Stile americano&quot; e &quot;Stile italiano&quot;: esistono?
Inserito da: Lorenzo_l - 2014-05-29 09:21:22
A parte gli scherzi, e' interessante che in una maniera o nell'altra uno come La Torra si sia stupito ed incuriosito che esiste un modo di giocare che lui non conosceva... wow! Fico, no? Speriamo che questa sua intuizione venga tradotta in meccaniche... 
Titolo: Re:&quot;Stile americano&quot; e &quot;Stile italiano&quot;: esistono?
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2014-05-29 11:52:53
A parte gli scherzi, e' interessante che in una maniera o nell'altra uno come La Torra si sia stupito ed incuriosito che esiste un modo di giocare che lui non conosceva... wow! Fico, no? Speriamo che questa sua intuizione venga tradotta in meccaniche...

Ecco, è a QUESTO che dovrebbero servire gli scambi culturali, gli inviti agli autori... per "impollinarsi" di idee a vicenda.
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2014-05-30 10:10:37
Gli italiani sono apparsi molto lenti semplicemente perché ALCUNI TRA ESSI non si dichiarano soddisfatti al tavolo finché non hanno visto sgorgare la prima lacrimuccia...e per far sgorgare lacrime ci vuole tempo.

Su segnalazione di un utente, ti chiedo se questi "alcuni tra essi" siano tue esperienze concrete: hai in mente qualcuno in particolare o è un'impressione?

(o almeno, credo che fossero queste le intenzioni della segnalazione... potete scrivere una o due parole in più per renderci facile il lavoro, quando segnalate)
Titolo: Re:"Stile americano" e "Stile italiano": esistono?
Inserito da: Ivano Scoppetta - 2014-05-31 13:07:53
Cioè, mi stai chiedendo di fare nomi e cognomi laddove ho volutamente evitato di farlo, perché non è una questione di nomi e non ha importanza identificare a chi piace la cioccolata anziché la vaniglia?

EDIT: comunque conosco persone che, dichiaratamente, giocano alla ricerca di una forte emotività e più per esplorare personaggi e sfumature d'animo, piuttosto che trame e scenari. Una di queste ti è anche molto vicina, Mattia :-)

EDIT2: Chiaro che la lacrima è un'immagine ironica e non una reale metrica. Ma spero che questo vada da se! Ricordiamo anche Marco Andreetto e Anna Koprantzelas: i Gemelli della Lacrima. Manuela: La Regina della Malinconia. Tutti nomignoli accettati con un sorriso e portati (giustamente) con orgoglio.