Gentechegioca
Play by Forum => Archivio dei Play by Forum sospesi => (Solar System) PbF 1: Secret Watchers of Hell => Topic aperto da: Renato Salzano - 2009-05-30 22:31:23
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Una luna piena splendeva sul cielo di Baxter, piccola cittadina nel nord-est americano. Non lontanissima da Boston, era una delle tante cittadine americane, nè troppo grandi, nè troppo piccole.
Le casette a schiera disposte ordinatamente lungo le vie secondarie erano ben visibili sotto la luce lunare.
La stessa luce che illuminava uno squallido parcheggio ai limiti della città, in cui erano parcheggiati due o tre camion.
Dentro uno in particolare una ragazza, bella in altre circostanze, con i suoi lunghi capelli biondi, aveva lo sguardo terrorizzato e nel contempo perplesso.
""Che cazzo era, quello!?" disse guardando l'altra donna presente.
Una mora, dal corpo piacente e abbastanza voluttuoso, ma che in quel momento stava riprendendo coscienza del mondo intorno a se. Intorno a loro i segni di una devastazione sovraumana.
E quattro corpi di uomini, una volta vivi.
Parecchi isolati più in là, la stessa luce filtrava dalle finestre di un discreto appartamento della città. Dentro solo la luce di una lampata da tavolo, che illuminava un pc spento e un sacco di carte ancora in disordine.
Un uomo alla finestra osservava la luna piena, pensoso. Capelli lunghi biondi, occhiali leggeri e ben scelti. Questa tranquillità fu rotta dallo squillo del telefono. L'uomo di girò non sorpreso. "Vigilare sempre, la lotta è continua" era il loro motto in fondo.
E la stessa luna era guardata da un ragazzo muscoloso e ben piazzato, completamente fuori posto per dove si trovava. "Posto del cazzo" disse pensoso. Ma aveva bisogno di quella roba, e il suo solito fornitore gli aveva dato appuntamento lì. Guardò i tre camion parcheggiati in lontananza perplesso. Gli era parso di aver sentito un casino assolutamente fuori posto da quello che gli sfuggiva alla vista, parcheggiato dietro gli altri.
Quella luna piena illuminava una notte come un'altra, a Baxter. O forse no. Forse era l'inizio di qualche storia da raccontare.
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Kathleen impiega qualche momento per riprendersi del tutto. Le ronzano le orecchie, come se un petardo le fosse esploso accanto; alza gli occhi verso l'amica, quindi si guarda attorno, ricomponendo stralunata gli stracci che pochi minuti prima erano i suoi vestiti.
"Jane", gracchia con voce roca e flebile "ma che è successo?". Vede poi più chiaramete il corpo di uno degli uomini sul materasso e getta un urlo, indicandolo e balzando in piedi. "JANE, CHE CAZZO E' SUCCESSO!?"
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Un uomo alla finestra osservava la luna piena, pensoso. Capelli lunghi biondi, occhiali leggeri e ben scelti. Questa tranquillità fu rotta dallo squillo del telefono. L'uomo di girò non sorpreso. "Vigilare sempre, la lotta è continua" era il loro motto in fondo
Liam non lasciò fare al telefono il secondo squillo.
Che la notte non scorresse silenziosa era per lui qualcosa di normale: ne erano passati di anni, da quando i suoi sonni non erano turbati da niente.
Per lui, come per l'uomo dall'altro capo della cornetta, la notte era lo scenario che faceva da sfondo ai momenti peggiori della propria vita, ma quei momenti, negli anni, erano diventati quasi abitudine, e si poteva chiamarli, senza che stonasse troppo, "lavoro". Strano lavoro, in vero, se lo paragonava a quello delle persone che si trovava ad avere a fianco da qualche mese. Miti insegnanti nascosti dietro lo schermo delle proprie conoscenze, persone che facevano quel mestiere solo per guadagnare uno stipendio, o educatori per vocazione che si intenerivano dietro ai problemi esistenziali di questo o quello srtudente e non potevano avere la più pallida idea di quale voragine li separasse da quelli di cui lui doveva occuparsi.
Gente che la notte dormiva sonni tranquilli.
Gente che non sapeva cosa nasconde la notte.
"Solo e libero di palrare" rispose.
Quella cosa non era così scontata.
Aspettò una risposta prima di cominciare a relazionare sulla missione.
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Frankie, preoccupato del ritardo del suo pusher si diresse verso i 3 camion, sperando che questa piccola deviazione non avrebbe compromesso la consegna della sua polverina magica...
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Jane guarda Kathleen ancora stralunata, come se stesse ancora assorbendo la realtà in cui era immersa. Poi risponde: "Non non ... una cosa ... umana, ma non umana ... entrata, sangue, uscita, noi ... " poi scoppia in un pianto nervoso.
E' chiaramente in stato ora di shock. E il pianto è forte, parecchio udibile in quella notte silenziosa.
Silenzio che fu rotto, in un'altra parte dalla città da una voce al telefono. Telefono nelle mani di Liam. Ma la risposta che arrivò non era quella che attendeva.
"Salve Liam, o watcher Liam dovrei dire. C'è qualcosa di interessante per te nel parcheggio vicino al Debbie's Rest, il locale per camionisti. Vicino al laser game di Baxter. E c'è coinvolta una sua amica, la signorina Hammett, che credo abbia bisogno di lei. I 4 morti vicino a lei, non credo ne abbiano più bisogno" la telefonata subito dopo si interruppe.
Ed era una voce che Liam non aveva mai sentito prima.
E nel silenzio di quella notte, Frankie distinse nettamente il pianto di una donna avvicinandosi ai camion. Un pianto isterico, che forse meritava l'entrata in scena di un baldo giovane come lui. O forse no, in fondo poi poteva perdere l'appuntamento con il suo pusher.
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Liam non si soffermò troppo a pensare perchè uno sconosciuto lo chiamasse per dargli quell'informazione.
Nè si pose il problema che quella fosse una trappola per almeno due buone ragioni: la prima, che un uomo con così tante informazioni su di lui da sapere che nei suoi compiti rientrasse la sorveglianza di Kathleen Hammer, probabilmente apparteneva all'organizzazione, benchè non si trattasse del suo solito contatto; la seconda, che era abbastanza bravo nello sfuggire le trappole.
Estrasse la pistola dal cassetto a doppio fondo dove la teneva nascosta e la celò nella tasca interna della giacca, poi uscì di casa e saltò in macchina.
Fu sul luogo indicatogli in poco tempo.
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Era stata una serata soddisfacente, al Laser Tag di Baxter e Aria stava ancora scambiandosi congratulazioni con i suoi compagni di squadra per l'ennesima vittoria consecutiva quando sentì, per quanto in distanza e coperto dalle chiacchiere del gruppo di persone ancora eccitate per la partita, l'inconfondibile pianto di una donna sconvolta!
Spinta dalla sua coscienza (o dalla Chiave omonima, a seconda del livello di lettura) Aria saluta rapidamente gli amici con un (un po' forzatamente) allegro “Scusatemi, ora devo andare, ci vediamo in giro… o settimana prossima per la solita partita!” e si dirige, senza pensare a pericoli o consequenze, verso il pianto…
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Ascoltando l'amica balbettare incoerentemente, Kathleen riaggancia i resti della camiciola imbrattata di sangue.
Forse per un istinto di conservazione, sembra essersi ripresa molto più rapidamente di Jane dallo shock. "Smetti di farfugliare e vestiti. Vuoi rimanere qui tutta la sera e spiegare ai poliziotti come diavolo siamo capitati in mezzo a quattro cadaveri smembrati?!"
Rivestitasi, da' una spinta all'altra donna, che, dall'isteria iniziale, sembra scesa in uno stato molto più simile alla catatonia. "E andiamo! Stai aspettando che passi a prenderti tuo marito!? Io non ho alcuna voglia di farmi trovare qui. Muoviti!"
Chiave della Sete di sangue: 1 xp (agisce in maniera bestiale e istintiva)
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[già che parli di esperienza… per il solo fatto di mollare tutto e dirigermi verso il pianto, ho toccato “Chiave della Coscienza, 1px: aiuta i deboli e i bisognosi”?
io sono più per il "no", dopotutto dice aiutare, non dirigersi a farlo; ma è opinabile]
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E nel silenzio di quella notte, Frankie distinse nettamente il pianto di una donna avvicinandosi ai camion. Un pianto isterico, che forse meritava l'entrata in scena di un baldo giovane come lui. O forse no, in fondo poi poteva perdere l'appuntamento con il suo pusher.
"Vediamo se per una notte è quel fottuto pusher a dover aspettare al posto che io come al solito" pensò fra sè e sè Frankie. Avvicinandosi al luogo dove proveniva il pianto, Frankie prepara al meglio l'entrata in scena. Ormai conscio che il pianto proviene da dietro quel camion, Frankie spicca un salto ed appare platealmente in scena dicendo non a bassa voce: "Ecco qui il tuo bel principe, o donzella impaurita!"... "Ecco, forse era proprio questa la frase detta alla scorsa recita scolastica da quello sfigato di Jerry Templeton" pensò, ancora prima di avere chiaro cosa stesse succedendo e se il pianto venisse da una bella ragazza...
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Aria stava man mano allungando il passo, il pianto era diventato un singhiozzo e poi era smesso e questo la preoccupava se possibile ancora di più. Che caspita sta succedendo???
Appena superato un camion, già dalla prima occhiata poteva vedere qualcosa a cui avrebbe poi pensato come a "la carneficina": 2-3 cadaveri vicino ad un TIR, la cui porta era spalancata... no: quasi divelta... tutto questo un'occhiata da mezzo secondo, una rapida impressione... subito dopo, da dietro un camion: il capitano della squadra di football della scuola (che Aria conosceva solo per la sua fama di violento) con la sua entrata ad effetto.
Aria, con voce stupita: "E tu, che ca... [-zpita ci fai qua?] Principe??? Lascia perdere, non puoi aver combinato tu questo casino. Guarda!" (indicando alcune impronte insanguinate) "Aiutami o resta, vado!"
E così, troppo di fretta per pensare a quisquilie come la propria mortalità (ma quanti ci pensano, alla sua età? beh, forse dopo aver visto corpi dilaniati, ci penserebbero in parecchi... ma chiamatela incoscienza, non coraggio, il coraggio va bene per i film...) la giovane Aria corre nella direzione delineata da quelle poche impronte...
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Quando Liam saltò giù dalla macchina, ebbe un momento di sorpresa quando, invece di trovarsi davanti Kathleen Hammet (o, come sospettava, la versione animalesca della Hammet), scorse Frankie, appena superato da Aria che si stava dirigendo chissà dove, seguendo chissà cosa.
La prima reazione fu di rabbia. Rabbia verso il tizio che lo aveva chiamato e che - immaginava - avesse chiamato lì anche loro. Che diavolo, quelli erano i suoi ragazzi e stavano sotto la sua responsabilità...non spettava ad altri - se anche fossero dell'organizzazione - avvertirli delle situazioni e valutare se il rischio era da correre o meno.
Ma fu un pensiero di un attimo, e Liam lo scacciò ripetendosi la frase che gli avevano ripetuto fino alla nausea nel suo anno di "congedo fornzato": il tuo ruolo è coordinarli, non proteggerli. Per proteggere se stessi, loro hanno molte più risorse di te.
Eppure, come al solito l'istitno era più forte della ragione.
Senza fermarsi a chiedere a Frankie cosa ci facessero lì, corse verso Aria e la fermò piazzandole con fermezza una mano sulla spalla.
"Valutare e poi agire, signorina Enoch" le disse "E soprattutto lavoro di squadra"
Gli adolescenti erano sempre terribilmente individualisti. Non era facile fargli entrare in testa quel concetto, neppure a gente come Frankie, che, pure, era il capitano di una squadra di footbal.
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In quel momento dal camion una ragazza letteralmente cadde a terra, cascando fra le braccia di Frankie.
Capelli biondi lunghi, un viso ancora sconvolto.
La luna si fece più luminosa, e sembrò illuminare quella scena, che se non fosse per i corpi a terra, poteva essere quasi romantica. E così fu per qualche lungo, interminabile secondo.
Poi lei vomitò. Questo era molto meno romantico.
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Kathleen, vedendo Jane scivolare all'indietro a coro morto, allunga una mano, cercando di afferrarla "Non è il momento di svenire!" sibila, ma la ragazza le sfugge dalla presa e cade dal'abitacolo del camion.
"Diavolo!", impreca Kathleen, balzando in avanti mezzo vestita; ma non sente il tonfo dell'amica. Si sporge dal sedile "...Jane...?", trovandosi davanti agli occhi, a nemmeno mezzo metro, il viso di Frankie.
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Aria pensò "squadra, squadra, squadra, squadra! squadra! bah.", ma disse "d'accordo Liam... e cosa direbbe Marshdale" (il grosso e bonario patologo della cittadina) "in casi come questo? tre maschi caucasici, di buona corporatura; morti tra le 23.30 e le 23.45; morsi di animale sulla parte superiore del corpo... troppo grossi per essere lupi... o qualcosa del genere; beh certo, se gli lasciassimo scoprire casini di questo genere... dannazione! era stata una splendida serata... e ora che cavolo facciamo? c'è sangue dappertutto!"
[questo prima che Jane caschi in braccio a PK]
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Cadaveri? La serata iniziava bene...
Tuttavia rispose
"Questo non è un nostro problema. Ovvero, lo è, ma l'occultamento di cadavere non rientra nelle nostre procedure. Piuttosto, ciò che sarebbe molto spiacevole è far trovare alla polizia due adolescenti sulla scena di un crimine. Perché diavolo siete qui?"
Si guardò intorno, c'erano tracce di sangue in terra, provenivano da uno dei tre camion.
Prima che Aria rispondesse, dal camion di mezzo una ragazza volò letteralmente a terra, piombando tra le braccia di Frankie. E subito dopo, una voce conosciuta.
"Non siamo soli" disse Liam, rivolgendo una rapida occhiata ad Aria.
"E lo sconosciuto al telefono aveva ragione" pensò.
Perché la voce che aveva distinto era sicuramente quella della professoressa Hammet.
Corse verso Frankie: la donna tra le sue braccia era sconvolta, aveva il volto terrorizzato, lo sguardo che aveva imparato a riconoscere in chi aveva appena avuto un incontro con una creatura soprannaturale. Kathleen era ancora sul camion, e si sporgeva dall'abitacolo.
Perfetto. Ormai nascondere la presenza dei due ragazzi sulla scena sarebbe stato impensabile. Il danno era fatto.
"Professoressa Hammet" esordì, aprendo la portiera del camion "Si può sapere che succede?"
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Tenendosi un paio di passi alle spalle di Liam, Aria si avvicina un po' a Frank e sottovoce gli fa “Chiedi una principessa e ti cade tra le braccie, eh? ;)”.
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Con lo sguardo furioso e digrignando i denti, Frank dice ad Aria: "Il vomito è un tuo optional?
Detto questo attese risposte da chi era già lì prima di lui...
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"Cos'è, una riunione di condominio?!" mugugna Kathleen, vedendo il gruppetto che si è formato. Riconosce Liam, e, sulle labbra, le appare una specie di sorriso, quantomeno contrastante con lo scenario attorno. "Oh, buonasera, professor Dorset..." mormora, scendendo dal camion con un saltino, reggendosi alla portiera. "Non ne ho idea, non ne ho davvero idea." gli risponde, facendoglisi vicina, e ignorando i ragazzi e Jane.
"Questi tipi ci avevano invitati a vedere i camion..." prosegue vagamente, allargando le braccia attorno "Ma la visita si è rivelata meno interessante del previsto, e devo essermi addormentata... Quando ho riaperto gli occhi, siete arrivati voi.".
Così dicendo, si fa prossima ad uno dei cadaveri. Si china, accanto al corpo, e allunga un dito su uno dei tagli, bagnandoselo con il sangue dell'uomo; per un attimo, la luce dei suoi occhi cambia. Potrebbe sembrare un riflesso di quella malsana luna giallastra appesa stasera nel cielo. Gira la testa verso Liam "Sì, sembra porprio morto." e, lentamente, fissando l'insegnante, si passa il dito su una guancia, tracciando una sottile striscia rossa sullo zigomo. [Chiave della Sete di sangue: +1 xp: agisce in maniera bestiale e istintiva. Totale: 2]
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Sì, certo...a vedere i camion...
Pensò Liam, distrattamente.
Per i due morti non doveva essere stata una "visita" piacevole.
Poi, al gesto della donna, sobbalzò, afferrando il suo polso con decisione.
"Se ci fosse già la polizia qui, le direbbe che questa è una scena del crimine, Kathleen" disse, mantendeno un tono di voce calmo e razionale "e che, essendo sbucate dal camion, lei e la sua amica siete le prime sospettate. Fossi in lei, non avrei voglia di giocare a farmi tatuaggi di sangue sul viso..."
Non aveva veramente idea di come sbrogliare quella matassa. Lasciare un lupo mannaro nelle mani della polizia non era una buona idea...era decisamente più sotto controllo se la sorvegliava lui...anche se, a quanto pareva, la sorveglianza e il sistema che l'organizzazione gli aveva ordinato di usare non erano sempre efficaci.
Ammesso che fosse stata lei.
Perché anche questo poteva essere messo in dubbio.
Certo, se le avesse parlato lì, adesso, davanti ai ragazzi, non le avrebbe tirato fuori una sola parola. Quella donna pareva divertirsi a "giocare" con lui - come del resto faceva un po' con tutti coloro che incontrava - e stare al gioco non era produttivo.
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Mimando il tono di una bambina petulante e saputella (ovvero facendo la finta tonta sugli intenti di Kathleen), Aria chiede: “Ma prof, se stava solo ammirando la potenza di quel grosso motore a 12 pistoni, come mai i suoi vestiti sono tutti stracciati?”
[normalmente quando si parla di motori si fa riferimento ai “cilindri”; l'uso della parola “pistoni” (che, chiaramente, sono in egual numero) è decisamente non casuale…]
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Afferrata decisamente da Liam, solleva il polso, rimanendo percò chinata sui talloni; alza gli occhi verso il professore, umettandosi le labbra con la lingua, prima di aprire bocca: "Che irruenza, professor Dorsett..." sussurra, ma sembra quasi compiaciuta del contatto con l'uomo. Chissà se era mai riuscita a sfiorarlo, non ci aveva mai pensato.
La voce di Aria la riporta bruscamente alla realtà. Facendo forza sulle sole ginocchia nude, si solleva in piedi, allungando una mano verso quella di Liam che le stringe il polso, come per carezzarla.
"Signorina... Signorina Enoch, giusto? Se stavamo solo guardando quel grosso motore a 12 pistoni, come mai qui ci sono quattro morti?" ribatte, con voce piuttosto calma. "Ho già detto che non ho idea di cosa possa essere accaduto..." parlando, sembra riacquisire un po' di razionalità "... Probabilmente, devo essere svenuta. Non so, forse lo shock...". Sembra ricordare solamente adesso dell'amica, fra le braccia di Frankie "Jane?" si volta a guardarla "Lei ha bisbigliato qualche cosa, prima di scendere...". Così dicendo, fa un passo (che potrebbe sembrare casuale...) verso Liam, cercando un contatto fisico con l'uomo.
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Liam cercò di nascondere qualsiasi tipo di emozione, ma non riuscì ad evitare di sfuggire per un attimo, rapidamente, lo sguardo di Kathleen.
Il suo tono di voce, tuttavia, si mantenne distaccato e calmo.
"Non mi pare che la sua amica sia in condizioni di farci un resoconto su ciò che è successo, ora. E forse avreste entrambe bisogno di..."
Di un medico - avrebbe voluto dire. Eh, bella roba. Così in tempo zero una lupa mannara e due dei suoi ragazzi sarebbero finiti, nella migliore delle ipotesi, sotto interrogatorio. Si scambiò un'occhiata veloce coi due ragazzi.
"...di qualcosa da bere e un posto tranquillo per calmarvi"
Guardò Frankie. Non era una persona affidabile, per il poco che, per ora, era riuscito a conoscerlo: ma se la sapeva cavare.
"Che ne diresti di accompagnare Aria...a casa?" disse, rivolto al ragazzo, ma accompagnando la frase con uno sguardo allusivo che sperò lui riuscisse a cogliere. Era ovvio che la faccenda non doveva chiudersi lì: dovevano solo trovare il modo di allontanare la professoressa Hammet e la sua amica da una futura scena del crimine, prima che qualcuno li sorprendesse lì. Sperava di portarle da qualche parte e poi poter raggiungere i ragazzi, magari contattare Monica. Inoltre, si augurava di riuscire a strappare alle due donne qualche informazione in più, che gli permettesse almeno di capire se ciò che avevano a che fare era "solo" la versione lupo della Hammet o qualcosa di peggio.
Si avvicinò a Jane:
"Andiamo, signorina" le disse, porgendole la spalla "ce la fa almeno a camminare fino alla mia macchina?" poi si rivolse a Kathleen "sempre che non vogliate restare qui ad aspettare che la polizia vi incrimini per omicidio, ovviamente..."
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La luce di una torcia illumina il gruppo, seguita dal cigolio di una bicicletta e dall'ansimare di chi non è troppo abituato ad usarla.
"PROF!" la voce stridula di Jackie rimbomba nel parcheggio "Caspio prof! l'ho vista passare a tutta velocità davanti casa mia e ho cercato di chiamarla, poi ho preso la bici e mi ci è voluto un po' ma io abito proprio qui dietro, wow ma ci siete anche voi!" Jackie si rende conto di non essere solo "fiiiiiico allora c'e' qualcosa se siete tutti qui..."
Quando il ragazzino finalmente si rende conto dei cadaveri trattiene il respiro.
"FIIIIIIIICOOOO!" esplode "ma sono cadaveri veri? tooogo, mai visto un cadavere, caspio posso toccarli prof? fiiiiicoo" si avvicina con un sorriso ebete ai morti dilaniati...
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Ommioddio pensò Liam desolato, sempre più convinto che quella serata stesse degenerando nell'irrimediabile Ommioddio, anche lui no!!
Non lo aveva mai convinto il fatto che quel ragazzino cooperasse con loro. Se non avesse avuto direttive diverse, lo avrebbe tenuto fuori da quella storia. Non era uno dei "prescelti", la sua presenza lì poteva comportare solo una cosa: un rischio per la sua vita. E se c'era una cosa che Liam non voleva era che un adolescente che non c'entrava nulla rischiasse la vita: già era duro dover accettare il non potere evitare che la rischiassero i "suoi" ragazzi.
OT/ questo può rientrare nella chiave del senso di colpa?
"E tu NON dovevi metterti a inseguire la mia macchina nel cuore della notte, senza che sia stato io a dirtelo!" escalmò bruscamente.
E si rese conto di averlo fatto davanti a Kathleen e la sua amica.
Non era una buona situazione: da un lato doveva tenere sotto controllo la faccenda...dall'altro non doveva far notare alle due donne di essere lì per questo.
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E con l'entrata anche di Jackie in scena quella nottata decisamente era sorprendentemente piena di incontri.
La luna splense ancora più forte nel cielo, dopo il passaggio di una piccola nuvola.
L'odore del sangue che ormai lentamente scorreva formando delle piccole pozze era ormai sentibile chiaramente da tutti i presenti in scena.
Nel frattempo, lontano, un avventore del bar dei camionisti, forse il proprietario di uno di quei camion si avvicinava, brandendo un cellullare e con aria molto perplessa...
E in quello stesso istante, un'ombra apparve distinta a tutto il gruppo radunato vicino a quel maledetto camion. Un'ombra posta sul tetto del locale dei camionisti, notata da nessun'altro tranne loro. Rimase lì un attimo a osservarli, e un attimo dopo scomparì nel nulla. Con una rapidità o una capacità che non era umana.
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Il tono duro del professor Dorset fa sobbalzare Jackie, che distolge lo sguardo dai cadaveri. "scusi prof, è che avevo una nuova invenzione da mos..." Jackie si zittisce e diventa tutto rosso quando si accorge della professoressa Hammet. "buongiorno..ehhmm buonasera..mm professoressa Hammet.." la voce diventa più acuta del solito, e poi balbetta imbarazzato. Non riesce a distogliere lo sguardo dalla donna, soprattutto dalla biancheria che fa capolino dai vestiti stracciati e riesce solo a produrre una risatina ebete e nervosa, aggiustandosi un paio di volte gli occhiali.
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"Non sarei venuto qui per farmi vomitare addosso. Si può sapere che caspita succede?" dice Frank indicando i cadaveri e cercando di lavarsi dal vomito.
Ci mancavano i professori a rovinare la serata... e ora che ne sarà del mio appuntamento? inizia a pensare Frank.
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"Ehiiii, ma che discorsi da veeeeecchio, dai andiamo a studiare… ne parliamo strada facendo"
seguito da un ammiccamento che almeno nell'intenzione originale significherebbe "dai, non è questo il luogo, Liam ci ha suggerito di schiodare, ne parliamo appena siamo lontani da qui"; nota: normalmente Aria non userebbe toni così amichevoli con Frankie, è una (parzialmente riuscita) copertura per evitare di dire troppo…
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Frank se ne va, seguendo la "compagna"...
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Mentre sta quasi per girarsi ed andarsene, Aria dice “Professor Dorsett, professoressa Hammett… noi andiamo, buona serata.”
(suona strano salutare in una situazione così… ma bisogna sempre mantenere un certo contegno, no? :P)
Una volta allontanati dai camion, Aria fa un grosso respiro di sollievo e dice: “Cazzo che casino… e quanto sangue…”
poi ci ripensa, le torna a mente che sono ancora troppo vicini ad una zona che tra poco pullulerà di lampeggianti blu, si ricompone un attimo e aggiunge: “mhh, Frankie, tu come sei qua, in macchina? a me aveva dato uno strappo Mark della mia squadra… e casa mia a piedi non ci si arriva”
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"Certo che sono in macchina ragazzina, stai parlando col capitano della squadra di football!" dice sprezzante Frank.
Spero solo che la chiaccherata non sia noiosa come al solito... le regazzine che parlano non mi sono mai piaciute... pensa nel frattempo Frank.
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“Oh capitano mio capitano¹, non ne dubitavo. Beh, i miei sono in Europa per lavoro, quindi se vi va possiamo andare davvero da me ad aspettare la telefonata di Liam.”
Poi (ammesso che la proposta venga accettata, ma in caso ci dirigessimo altrove la frase vale comunque per dopo), appena la macchina ha messo tra noi e il macello un chilometro circa: “Beh, l'ipotesi ‘animali fuggiti dallo zoo’ la scarterei, che dite? Tra l'altro, pensate che la prof di bio fosse sotto shock o le manca proprio ogni pudore?”
Nota 1: citazione da L'attimo fuggente (http://italian.imdb.com/title/tt0097165/) che ipotizzo fosse noto a ragazzi delle superiori dell'anno in cui stiamo giocando. :P
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"La seconda. Quando una gatta è in calore difficilmente la si trattiene..." dice Frank, anche se non ricorda dove possa aver sentito una boiata del genere, ma suona bene...
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“Può essere, può essere... ma avevo come l'impressione che perfino gli animali predatori separassero il momento dell'accoppiamento da quello della carneficina... di solito svegliarsi in mezzo a un macello del genere fa venire ben altre voglie, come ad esempio quella che la tua principessa ti ha "espresso" addosso...”
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"Un semplice abbaglio e impressione dopo aver visto qualcosa che non gradiva"
"Quindi, facciamo qualcosa noi ora, mi sento carico e pieno di energia!"
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“Uh? Ehhh? Sì, come dici tu. In ogni caso, concordo: facciamo qualcosa. Gli scopi e le mire della professoressa credo siano chiare a tutti, ma quelli sono cavoli suoi. Quello che riguarda noi è il macello. Il rasoio di Occam ci porta a pensare alla soluzione più semplice: lupi mannari… Liam ci aveva accennato qualcosa a riguardo, ma devo dire che ancora non ci credevo del tutto… d'altra parte, vedete altre spiegazioni?”
(werewolves! where wolves? there! what? there, wolves; there, castle! --Young Frankenstein (http://italian.imdb.com/title/tt0072431/quotes))
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Nel frattempo, al piazzale dei camion.
"Io sto bene." borbotta la Hammett, staccandosi finalmente da Liam. "Tranne per i vestiti..." miagola, afferrando con le punte delle dita i lembi svolazzanti della gonna. Risolleva il viso, osservando i ragazzi allontanarsi, quindi da' un'occhiata a Jane, che sembra essersi ripresa. Poi di nuovo su Liam:
"Lei è in auto, giusto? Noi siamo venute a piedi, abito a pochi isolati di distanza...". Fa un passo verso l'amica, cercando di afferrarle un braccio per sollevarla. "Potrebbe accompagnarci da me, prima che qualcuno si accor..." non finisce la frase, che nota, non troppo distante, un uomo avvicinarsi. "Merda, sarà bene sbrigarsi."
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Liam finse candidamente di ignorare il gesto con cui Kathleen fece svolazzare quel che restava del proprio abito. Senza dire niente si sfilò la giacca e gliela porse.
"Sì, sono in macchina" disse e si rivolse a Jane "e dentro il bagagliaio c'è il mio impermeabile, così potrà coprirsi anche lei..."
Anche le condizioni degli abiti della donna non erano delle migliori.
Poi Kathleen indicò una figura che si accinava e cercò di strattonare la sua amica.
Liam le piazzò in mano le chiavi.
"Metti in moto" dichiarò. Poi sollevò Jane letteralmente di peso e la trascinò fino alla macchina.
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Afferra le chiavi dell'auto di Liam, dirigendosi senza frapporre tempo al posto di guida. Non guarda nemmeno che cosa facciano gli altri due, aspetta solamente di udire il rumore delle portiere che si chiudono.
"Possiamo solo augurarci che quello sia ubriaco fradicio, da non riconoscere suo padre a due metri di distanza. Altrimenti mi sa che siamo nei guai, professor Dorsett. Jane, tutto a posto?"
Alle ultime parole della donna, si sovrappone il rombo del motore dell'auto che si accende.
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Io non sono nei guai pensò Liam. Togliersi da quel tipo di situazioni era l'ultimo dei suoi problemi. Semmai, erano le due donne ad esserlo, e per lui era necessario che invece non lo fossero.
"Prima mi raccontate quel che avete visto" disse, mostraodosi il più possibile rassicurante "e prima riusciremo a pensare ad una ipotetica soluzione"
Si rivolse con dolcezza a Jane, appoggiandole una mano sulla spalla e cercando di calmarla.
"Coraggio, mi dica che è successo"
Saperlo sarebbe stato utile. Ma nell'eventualità che la donna avesse visto Kathleen Hammet trasformarsi in un lupo mannaro e sterminare quattro uomini, beh, forse era meglio non ricordasse. Forse sarebbe stato meglio portarle prima a casa sua piuttosto che alla propria. Ma voleva anche raggiungere i ragazzi...
OT/ Master, che dici, l'organizzazione mi ha fornito - così come mi ha dato la medicina che inibisce le trasformazioni di Kathleen - qualche sostanza che può cancellare o confondere la memoria a breve termine?
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Jane sgrana gli occhi guardando Liam.
"Professor Dorsett? Dove sono?"
E' evidente che ancora non è del tutto ripresa. Ci sarebbe voluto impegno extra o del tempo che in quel momento forse non avevano per saperne di più.
Nel frattempo un'altra auto sfreccia veloce, lungo le strade di Baxter. Dentro una ragazzina e un ragazzo molto più grande e muscoloso.
Girò una curva, quando si ritrovò improvvisamente una persona davanti, avvolta in un impermeabile nero con cappuccio. E la figura allargò le braccia quando l'auto di Frankie arrivo a meno di un metro da lui. Sembrava volesse quello scontro.
Nello stesso momento una ragazza vestita di nero, accarezzava il suo gatto da una finestra, quando vide la scena.
Allora. Per Jane, dovete superarmi un confronto rapido. Ditemi voi come volete farla riprenderla, e poi tiriamo i dadi.
Idem per Frankie e Aria se vogliono evitare l'impatto.
La ragazza introdotta è Monica. Siete vicini a casa sua.
Barbara, se nella storia uscirà la necessita, ci potrebbe essere, ma temo ti costerà qualche telefonata e qualche fatica extra (ovvero conflitti o test ^_^)
E mi avete abbandonato il povero Jackie... ^^
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Dimmi te su cosa devo tirare i dadi: io non conosco il sistema e non so come si fanno i confronti.
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Barbara, prima dimmi come provi a fargli superare lo shock. Da lì ricaviamo quale abilità usare.
O viceversa, scegli un'abilità e mi giustifichi in narrazione come la usi :)
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Aria, seduta come shotgun1, sta pensando alla situazione in cui si sono ritrovati ma appena Frankie inizia una curva sulla destra alza lo sguardo e vede in distanza, poco dopo la curva, un pazzo vestito di in mezzo alla strada2, sarà la sindrome del secondo passeggero, sarà la non eccessiva fiducia nei riflessi degli altri, ma Aria cerca di migliorare le probabilità che Frankie possa evitare il tizio gridando "FRENA!" e afferrandgli la spalla destra.
Abilità: Reagire (I): 2 esperto
Pool Istinto: spendo 1 rimanenti 5
Scopo: supportare il tiro di Reazione di Frankie
Chiave del Gatto: +1px
Esperienza: 3 avanzamenti, 1 px
Tiro (i tre migliori di 4dF + 2): -1 (-1 -1 0) (http://dadi.lapo.it/1244840783) + 2 = 0
...e se qualcuno aveva il dubbio che io potessi barare, dato che il dice roller è mio... questo tiro aveva una probabilità di successo del 94%! (http://catlikecoding.com/dice/?dice=4d{-1..1}h3%2B2)
Vediamola dal punto di vista positivo: almeno non era un tiro di supporto il cui fallimento bloccasse la catena -_-
Note:
- il posto a fianco del guidatore (http://en.wikipedia.org/wiki/Riding_shotgun)
- c'è un nero vestito di nero con gli occhiali scuri che attraversa una strada con tutti i lampioni spenti al di fuori dalle strisce, arriva una macchina a tutta velocità e, alla giusta distanza, frena comodamente e lo lascia passare; come mai? (era giorno.)
-
[cite]Autore: Caretaker[/cite][p]Jane sgrana gli occhi guardando Liam.
"Professor Dorsett? Dove sono?"
E' evidente che ancora non è del tutto ripresa. Ci sarebbe voluto impegno extra o del tempo che in quel momento forse non avevano per saperne di più.[/p][p]Nel frattempo
[/span][/p]
Liam aveva avvolto il suo impermeabile attorno alle sue spalle, coprendo i vestiti strappati.
"Sei al sicuro, stiamo andando a casa..." le disse, carezzandole la testa con la mano e sorridendole in modo rassicurante "...tu rilassati e non pensare a niente"
Le avrebbe chiesto più tardi di provare a ricordare cosa avesse visto: in quel momento la donna non ne sarebbe stata in grado, o, in quelle condizioni, al massimo gli avrebbe riportato una versione dei fatti estremamente distorta.
L'altro fatto che lo preoccupava era che Kathleen non ricordasse niente: questo deponeva a suo sfavore, e lui, tutto sommato, avrebbe preferito scoprire che non era stata lei a compiere quel massacro.
"Kathleen" riprese "lei è sicura di non ricordare proprio niente? Provi a fare un sofrzo..."
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Kathleen guida piuttosto velocemente. Prima di rispondere a Liam, si morde il labbro inferiore, sul quale si trovano ancora alcune gocce di sangue di uno degli uomini.
"No..." replica poi, senza inflessioni particolari nella voce. "Come le ho detto, ho perso i sensi e..." non finisce la frase. Di colpo, davanti allo schermo dei suoi occhi appare la visione degli uomini massacrati che urlano per lo strazio, e di Jane, terrorizzata, costretta in un angolo, mentre qualche cosa di non meglio definibile sta letteralmente aprendo, con un ringhio, il petto di un camionista. E il punto di vista è quello di Kathleen.
Si porta istintivamente le braccia al viso, come a coprire quella vista tremenda; ma, data la velocità, la macchina sbanda e la donna ne perde il controllo, dirigendosi fuori strada.
Sì, mi piace incasinare le situazioni
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Jane sussurra a Liam prima di riaccucciarsi protetta dall'impermeabile "Grazie a Dio. Quelle cose non potevano essere vere... non umane, entrambe. Ora sono al sicuro..." disse prima addormentarsi placidamente.
Poco dopo fu però risvegliata dal brusco cambio di direzione dell'auto...
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Tiro 3dF+2: -1 1 1 (http://dadi.lapo.it/1245057544)+2 = 3
E' andata abbastanza bene, no? :p
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Nel momento in cui Aria attira l'attenzione di Frankie sulla figura in mezzo alla strada, questo schiaccia forte il piede sul freno, sterza bruscamente, evita per un soffio l'individuo in nero. Un paio di testacoda riempiono la strada di rumore e puzza di gomma bruciata, ma Frankie riesce a mantenere il motore acceso. Con l'ultimo testacoda si ritrova oltre l'individuo, con l'auto che guarda verso di lui e Frankie accende gli abbaglianti. Tira giù il finestrino e mostrando vistosamente il dito medio urla: "Si può sapere che cazzo ti dice il cervello, idiota!"
Poi suggerisce ad Aria: "Prepara il colpo in canna. Non so chi o cosa sia, vista la serata, ma se non ci ha lasciati con l'auto, lo farà col santo piombo americano..."
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Aria, stralunata, gli risponde: “Frankie, lo sai che la frase ‘mi siedo shotgun’ è un modo di dire, vero?”.
Poi, considerando quanto Frankie possa essere alle volte un po' pazzo, si guarda in giro per vedere se un fucile c'è veramente… il tutto mentre pensa: ma tra tutti proprio tu, hai bisogno di un fucile? se gli tiri un cazzotto gli arriva un treno…
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Aria guarda lo sguardo serissimo di Frankie, che sembra dire qualcosa a metà tra "mai lasciare il lavoro duro alle ragazzine" e "cos'è, ti caghi sotto? mai visto un fucile?" e, glom!, capisce che Frankie è fin troppo serio.
Dopo un attimo di pausa, raccoglie le forze e gli risponde (sempre a voce bassa): “Hai ragione tu, non mi sono ancora abituata all'idea di essere circondati da mostri sovrannaturali; in questa situazione è giusto avere un ficile.” al che, tastando sotto il sedile, trova una scatola di pallettoni e una busta di polvere bianca… a cui in questo momento non ha testa di pensare e che quindi rispinge sotto il sedile.
Il fucile è tra sedile e portiera, come a volte si tengono gli ombrelli… e cercando di non dare troppo nell'occhio, Aria inizia a caricarlo… il pensiero di fondo è: “grazie, Sergio Leone, grazie di cuore!” (ma anche un po' “cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo”)
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In quel momento la figura si gira e vi sorride. Solo un'attimo, vi pare di averlo già intravisto altrove.
Fa un inchino, dicendovi "Alla prossima"
E un attimo dopo rapidissimo scappa lontano... trapassando un muro.
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[p]Si porta istintivamente le braccia al viso, come a coprire quella vista tremenda; ma, data la velocità, la macchina sbanda e la donna ne perde il controllo, dirigendosi fuori strada.[/p]
Liam scattò in avanti ed afferrò il volante, ritrovandosi praticamente con le mani sopra quelle di Kathleen e il volto quasi a contatto col suo.
"IL FRENO!" gridò "Schiaccia il freno!!!" e cercò di mantenere l'auto sulla carreggiata.
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Jackie si guarda intorno un po' intontito. "hmm ragazzi, forse è meglio andarsene... ragazzi... geez ragazzi dove siete? Proooof?"
La voce rauca del camionista gli fa fare un balzo "Ragazzino, fermo dove sei!" e senza guardarsi indietro salta in sella alla bici e si fionda in strada, alla ricerca dell'auto del professor Liam. "Forza forza", bisbiglia mentre accende il beeper che potrebbe dovrebbe portarlo dal professore. Certo, poi dovrà spiegargli perché ha messo un aggeggio rintracciatore nella sua auto, ma quello non sarà un problema. Lui capirà.
[Ritengo che Jackie sia riuscito a sfuggire, e che in qualche incontro passato avesse messo una specie di cimice nella macchina del professore. Caretaker dimmi se vuoi che faccia un confronto]
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Kathleen riapre gli occhi giusto in tempo per vedere una macchina sfrecciarle contro sulla corsia sbaglia - be', in effetti sono loro ad essere su quella sbagliata. Il grido di Liam la riporta bruscamente alla realtà; la donna istintivamente stringe il volante, da' una sterzata e riporta l'auto sulla giusta rotta, frenando poi non troppo delicatamente, mentre il conducente dell'altra vettura si allontana in velocità bestemmiando e suonando il clacson come un folle.
Kathleen sopsta lo sguardo verso il volto di Liam, talmente vicino che potrebbe sentire il suo respiro sulle labbra. "Be'... Sembra che siamo ancora interi..." mormora con un filo di voce spostando gli occhi verso i suoi, stringendo ancora il volante con le dita sotto quelle dell'uomo.
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Liam non colse - se ce n'era - l'ironia di quella frase. Anche perché, in qualche modo, immaginava cosa stesse succedendo a quella donna. Che fosse stata o non stata lei, il contatto con il soprannaturale non era qualcosa che si digerisce assistere ad un normale delitto. Beh, nemmeno assistere ad un delitto, in realtà, era normale per un'insegnante ed un'amica in giro per passare la serata: ma lui ricordava ancora bene il suo primo contatto con una creatura della notte. E ricordava quella notte come se fosse ieri. Era stato il soprannaturale a permettergli di premere quel grilletto: era stato il puro terrore a renderlo così innaturalmente freddo e lucido. E qualcosa di quella freddezza lucida gli era rimasto incollato addosso.
Mantelle le mani ferme su quelle della collega, e le strinse, come a volerla rassicurare.
"Scendi. Passa dietro" disse poi, con lentezza "E' meglio se guido io. Ed è meglio se non andiamo a casa tua, ora"
Avrebbe voltuo riportarle a casa e raggiungere i ragazzi, ma temeva che Kathleen non fosse in grado di mantenere il controllo su se stessa - sempre ammesso che fosse stata lei - e potesse succedere qualcosa di spiacevole.
OT/ a questo punto urgerebbero spiegazioni su come faccio, di solito, a tenere sotto controllo la trasformazione di Kathleen
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Barbara: per come tengono sotto controllo Kathleen, direi una specie di liquido o simile che devi dargli di tanto in tanto, e che sai che nelle notti di luna piena come questa ha meno effetto. Poi risponditi tu da sola per i dettagli :)
Andrea: non è un conflitto interessante, ma se hai fatto la domanda forse hai interesse a tirarlo, nel qual caso fallo :)
Appena Kathleen/Liam chiudono la scena passeremo a voi che chiamate le scene. Scegliete un ordine, che mi semplificate la vita :)
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Osserva per alcuni momenti il volto di Laim, sfiorando con lo sguardo i suoi lineamenti, prima di sussurrare, con voce bassa e lievemente roca: "Sì, appena mi lascerà le mani..."
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Liam sollevò entrambe le mani a mezz'aria, e per un attimo il suo sguardo ebbe un moto di imbarazzo.
Si alzò, uscì e ricomparve davanti allo sportello del posto di guida.
"Andiamo da me. E non vi riporto a casa finché non vi siete calmate" guardò Kathleen in modo eloquente "Entrambe"
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Alle parole 'andiamo da me', Kathleen accenna un sorriso.
Mentre l'uomo gira attorno all'auto, la donna passa sul sedile del passeggero dell'interno, senza aprire bocca. Annuisce appena, quindi poggia la testa sullo schienale e chiude gli occhi.
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Nel frattempo in un'altra zona della città, un'auto ormai riposta nel senso sbagliato, vuota.
Vicino una ragazzina e un ragazzo che impugnava con decisione uno shotgun, che rientravano nell'auto. Chi cercavano è apparentemente sparito in maniera sovrannaturale nelle ombre che gli edifici proiettavano sotto la luna piena.
Ritornata in auto, la ragazzina riponendo il fucile si ricorda di una cosa che aveva preso prima, e la riprende in mano, mostrandola al robusto uomo che si era rimesso alla guida.
Il suo sguardo esprimeva una domanda.
E ignorata dai due, intanto, una pattuglia in moto della polizia era a prendersi una birra nel pub a poca distanza da dove l'auto si era fermata.
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Frankie guarda la bustina e cercando di simulare sorpresa e incredulità (e fallendo nel tentativo) dice: "E quella cos'è?"
Inizia freneticamente a pensare:
Maledetto coso che spunti dal nulla... sarei già dovuto essere da quel fottuto pusher... e ora che faccio? Mi faccio bello? Faccio vedere che sono pulito per far entrare la pulcina nel mo pollaio? Ma si va...
Senza gesti bruschi, Frankie cerca di prendere la bustina dalle mani di Aria, dicendo calmo: "Questa la sbattiamo via. Tu però non farti vedere con quello in mano... qualcuno potrebbe fare troppe domande."
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Un tavolo illuminato da una lampada. La luce esce da una finestra affianco da quella in cui qualche ora fa un uomo stava guardando la luna aspettando una telefonata.
E quello stesso uomo ora era lì, accompagnato da due donne, di cui una delle due ancora sconvolta, e che si guardava intorno curiosa, in quell'appartamento che non aveva mai visto prima.
C'era ancora il profumo del sangue sui vestiti delle due donne, che filtrava delicatamente.
Poco dopo erano sedute intorno a quel tavolo. Jane guardava Liam come ad attendere spiegazioni. Tipo cosa era successo, cosa fare ora e perché erano lì.
Kathleen invece...
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Kathleen, invece, decide che non le piace stare seduta. E' entrata per la prima volta nella casa di Liam, ma le circostanze non sono proprio quelle che spesso aveva immaginato.
Prende a camminare pacatamente per la stanza, soffermando lo sguardo sull'arredamento della casa, in particolare su un quadro.
"Be', non te la passi male, per essere un supplente di musica..." ciancica, riconoscendo il dipinto di un artista contemporaneo di Boston.
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"Non è casa mia" disse lui, atono "sono in affitto, e non amo lasciare la mia impronta nelle case degli altri..."
Era la verità: in quella casa non c'era quasi nulla di lui. Non un oggetto caro, una foto, un tratto nell'arredamento. Come se si trovasse lì per non restarci, come era stata, del resto, in tutti i luoghi dove si era fermato, ogni volta con un'identità differente, un lavoro diverso...
In realtà, non amava portarsi dietro cose che parlassero di sé. In quella casa, di veramente suo vi erano forse solo i libri (ma i più importanti doveva tenerli fuori dalla portata della gente), e il suo violino. Il resto era grigio anonimato.
Anche se era vero che non aveva problemi economici: sua madre restava comunque una donna famosa, e suo padre non aveva sperperato i suoi guadagni.
"Vado a preparare una tisana, così vi rilassate. Fate come se fosse casa vostra..."
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"Uh, capisco..." mormora, ascoltando la risposta dell'uomo.
Quando poi Liam se ne va nell'altra stanza, Kathleen si avvicina a Jane. "E tu? Ancora scossa?"; non sembra, in realtà, particolarmente interessata alle condizioni dell'amica. Senza attendere replica, lancia uno sguardo alla porta dietro cui è scomparso Liam, quindi si siede sul divano, accavallando le gambe. Poggia un gomito sul ginocchio, il mento sulla mano e aspetta che l'altro torni, fissando l'ingresso.
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Liam tornò poco dopo con due tazze fumanti, e le appoggiò sul tavolo.
"Malva, melissa, camomilla e rosa canina: uno dei miei infusi preferiti come antistress. In medicina olistica c'è chi la usa contro gli attacchi di panico..."
Sorrise, e appoggiò nel mezzo del tavolo tre diverse zuccheriere: miele, zucchero e zucchero di canna.
OT/ ovviamente ho messo qualcosa nella tisana: volevo farle dormire per un po'...
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[cite]Autore: Luca Veluttini[/cite]Senza gesti bruschi, Frankie cerca di prendere la bustina dalle mani di Aria, dicendo calmo: "Questa la sbattiamo via. Tu però non farti vedere con quello in mano... qualcuno potrebbe fare troppe domande."
Mentre ripone il fucile di fianco al sedile, Aria fa un sorrisetto sardonico e dice: “Ah ah, cos'è, in caso in partita ti scappasse di usare un po' troppa forza, meglio passare da dopato anziché da superman? Beh in effetti ti eviteresti certe strane domande… ma in quel caso confido che Liam saprebbe tirarci fuori dai guai, non credi?”
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"Credo solo che se quando colpisco un avversario e quello non si rialza, o ho fatto bene il mio mestiere o probabilmente l'altra squadra avrà un uomo in meno." dice Frankie.
"Liam? Mi fido solo di me stesso per ora..."
Detto questo prende la bustina, apre il finestrino e la strappa, disperdendo il contenuto nell'aria.
Dannata stronzetta... questa me la ripagherai... pensa tra sé e sé Frankie vedendo la polvere disperdersi al vento, ma almeno sa che se stasera il tizio in mezzo alla strada avesse voglia di tornare, lui sarebbe nel pieno delle forze e della ragione, o almeno di quella poca che ha...
Secondo voi sono 1 o 2 PX per la chiave?
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Per me puoi prenderti 1PX, non hai scelto di TUA volontà di farlo :)
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Una nuvoletta di polvere bianca si disperde per l'aria di Baxter illuminata dai raggi della luna. C'è un odore pungente nell'aria e un venticello freddo si è alzato portandosi via quella polverina.
E una voce spezzo questa atmosfera calma.
"Ciao Aria. Ciao Frankie. Aria non è un po' giovane per te?"
Occhiali neri, capelli scuri. E un'uniforme blu con un distintivo in bella vista. E un corpo allenato come quello di Frankie. Entrambi riconoscono la voce di Maxwell, un loro ex collega di scuola, grande, che ora aveva scelto di fare ... il poliziotto. E che Frankie conosceva bene essendo stato un'ottimo running back, ancora oggi ricordato nella storia della squadra della scuola.
Dietro di lui, un poliziotto nero, che non conoscono. Probabilmente il collega di Maxwell.
"Cosa facevate poco fa?" il tono era chiaramente sarcastico.
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Aria, facendo tornare a galla l'aria scossa di poco prima, risponde "Che domande! Non avete visto quel pazzo che attraversava col rosso?!"
Solo un istante dopo, le viene in mente che forse non è il caso di dire alla polizia che un pazzo ha sfondato un muro correndoci contro...
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"Ehi Maxie! Come va?" dice Frankie ignorando il poliziotto nero.
Poi guarda il collega di Maxwell e gli dice sarcasticamente "Facevamo un giretto e ho dovuto schivare un gatto che attraversava la strada."
Tornando poi su Maxwell "Tutto ok?".
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"Frankie frankie... se non fosse che sei uno dei pochi che è stato capace di stendermi prima della flag, ti chiederei di spiegare cosa ci fai in piena notte, con una ragazza troppo giovane per te, e dopo che hai fatto un'inversione degna di una stock car. Tutto bene, comunque Frankie. La vita da protettore dei buoni non è divertente come l'evitare un bliz all'ultimo momento e chiudere un down. Tratta bene Aria, almeno, e non andarci pesante, Frankie. E portala a casa prima dell'alba." dice sorridendo divertito.
"Però mi era parso di vedere una nuvoletta bianca... tu non hai iniziato con certe cose anche vero?" dice guardando fisso negli occhi Frankie con uno sguardo molto serio "perché la cosa poi cambierebbe decisamente, sai" dice scambiando uno sguardo d'intesa con il suo collega.
Notate che apparentemente non sembra sorpreso dell'affermazione di Aria.
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"Ho qualche problema con l'auto, ogni tanto manda fuori un po' di fumo... devo decidermi a farla vedere..." dice Frankie.
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Aria tiene su un sorriso di cortesia ma non ha niente da aggiungere… che il poliziotto pensi pure alla sua storiella e non faccia altre domande. ;)
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Maxwell guarda un attimo il suo collega...
Conflitto semplice! Vediamo se siete stati convincenti...
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Allora, spendo 1 punto di Istinto e utilizzo Fascino.
-1 0 0 1 (http://dadi.lapo.it/1247510382)
Tenendo i 3 migliori il risultato sarebbe (1 0 0)+1 = 2... GOOD, Successo!
"Maxie, dì pure al tuo collega che sono pulito. Non ti ricordi forse tutti quei test dopo le partite? Non successe nulla. Figurati se solo mi avessero beccato con quella robaccia. Non avremmo potuto formare quella squadra così vincente dove anche tu avevi un gran ruolo tra l'altro. Continuo a credere che abbia visto una delle solite fumatine che questo vecchio catorcio emette di tanto in tanto. Poi è notte. Ti ricordi Maxie la finale in notturna? Che partita, che corse che facevi! Vuoi fare ancora una qualche partitella al campo dopo le lezioni con noi?" poi Frankie lancia un'occhiata al collega "Turni permettendo, ovviamente. Non vogliamo levare forza al braccio della legge in città."
Ormai rassegnato, il collega smette di far domande e torna verso l'auto disturbato più per la passeggiata che per le risposte.
"Vedremo Frankie, mi piacerebbe" dice invece Maxwell prima di raggiungere il compagno.
Tutto ok?
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Tutto Ok per me. Tu e Lapo potete chiudere la scena con voi che riprendete l'auto e andate o come volete :).
Io faccio un cut e riprendo la scena di Matteo/Glenda giocando l'NPC presente.
Nel frattempo, in una camera ordinata ma anonima, due donne erano in compagnia.
"Scossa? SECONDO TE?" fu la risposta quasi isterica di Jane a Kathleen. Lo sguardo di Jane era eloquente, e pensava infatti che Kathleen fosse del tutto pazza.
Quando Liam rientra con le tazze, Jane prese una delle tazze poco convinta guardando Kathleen e Liam ancora perplessa "Beh, in effetti avrei bisogno di qualcosa che mi calmi. E male non può farmi, no?"
Prese la tazza profumata, la odorò poco convinta, poi aggiunse dello zucchero di canna e si risiedette su una delle sedie. Guardo con attenzione Liam e poi Kathleen cercando di capire se ci fosse un qualche rapporto che non conosceva fra di loro, curiosa a questo punto, più che altro.
Intanto inizio a sorseggiare la tisana.
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"Be', sì, immagino..." replica a Jane, senza nemmeno voltarsi.
Effettivamente, quello non è il suo comportamento normale. Anzi, non è affato un comportamento normale: sembra assolutamente a proprio agio, come se si trovasse a casa propria, dopo aver visto un film dell'orrore. Di più: l'atteggiamento dell'amica le da' quasi fastidio, come di qualcuno che insista a volersi spaventare di fronte ad un brutto b-movie. Evidentemente, lo schock di una situazione simile può provocare strani effetti...
Allunga una mano verso la tisana che Liam le porge. "Grazie, sei un tesoro." La porta verso le labbra, annusandola, e solleva impercettibilmente un sopracciglia, come disgustata dall'odore del liquido. Poi beve un sorso, trangugiando melissa, malva, camomilla e additivo anti-mannarico.
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Liam sorrise debolmente.
"Non c'è di che" disse
Mentre le donne sorseggiavano la tisana, la sua testa andava dietro ai due ragazzi che aveva lasciato da soli.
Frankie era tipo da gestire bene situazioni difficili, ma era troppo avvantato, impulsivo, non calcolava le conseguenze delle proprie azioni...ed Aria, per quanto fosse dotata di buon senso, era comunque una ragazzina. Per un momento si accorse di star sperando che fosse stata realmente Kathleen a fare quel macello. Bruttissimo pensiero, ma gli toglieva dalla testa l'altro: che ci fosse una creatura pericolosa a piede libero e i suoi ragazzi finissero per scontrarsi con lei.
Sperò che la droga funzionasse.
OT/ come dicevo prima, ho messo nella tisana qualcosa per farle dormire un po', per poterle lasciare lì e andare dai ragazzi...Caretaker, mi dici tu se funziona o no?
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Beh, Matteo, ti opponi a questo? Nel caso mi sa che è un conflitto opposto. Altrimenti se va bene anche a te, chiudiamo la scena, e si passa a chiamare la prossima scena
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Va bene così, avevo scritto che beveva conscio del sonnifero.
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Glenda, chiudi la scena allora. Poi passiamo a chiamare la prossima scena.
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Liam rimase in silenzio ad aspettare che le due ragazze finissero di bere, e le guardò cadere poco dopo in un sonno profondo.
Con delicatezza le trasportò entrambe sul letto e le coprì con una coperta.
"Rilassatevi un po'..." sussurrò piano, pur sapendo di non essere sentito.
Spense la luce, riprese le chiavi della macchina, e corse giù per le scale, sperando di trovare i ragazzi in fretta...e che quella notte agitata finisse il prima possibile.
OT/ chiuderei la scena qua
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In un'altro angolo della città, intanto, un'auto si parcheggiava in un vialetto.
La casetta tipica americana verso la quale Liam si avviava era illuminata. Dentro Frankie e Aria aspettavano da un po'.
Fuori la luna risplendeva forte. E un nuvola per un attimo affusco' la sua luce.
Un ubriaco barcollava appoggiato a un angolo di una casa vicina, dirigendosi stonato verso la porta.
L'erba del giardino era curata, e il suo odore sembrava voler tranquillizare Liam. In fondo era tutto a posto, tutto normale, sembrava dire.
Liam iniziò ad avviarsi verso la porta.
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Quando aveva saputo che erano a casa si era rassicurato.
D'altro canto, però, aveva avuto anche una spiacevole conferma al suo sospetto: era stata Kathleen a fare quel disastro.
E questo era male. Molto male.
Significava che le sostanze in suo possesso non permettevano del tutto di tenere il fenomeno sotto controllo.
In verità, l'organizzazione lo aveva avvistato, anzi, aveva chiaramente parlato di buone probabilità che, in particolari notti, quel sistema si rivelasse inutile.
Ma che doveva fare, allora? Legarla? Tallonarla giorno e notte?
Anche a quella domanda aveva avuto la risposta: prima venivano i ragazzi e la loro missione. Se Kathleen doveva essere tenuta in vita e sotto controllo era solo perché lei poteva metterli sulle tracce del lupo mannaro originario, che in quello stesso momento poteva essere in giro per la città a mietere vittime o a contagiare altre persone.
"Aria, sono io" disse, battendo tre volte sulla porta - due colpi vicini, uno distanziato, niente campanello - un segnale di riconoscimento tra loro.
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Frankie va ad aprire la porta facendo cenno ad Aria che se ne sarebbe occupato lui. Vedendo Liam, non fa altri che dire: "Ah, sei tu. Entra che sono successe un po' troppe cose stanotte, Aria saprà ragguagliarti bene".
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"Scusate" disse Liam, avanzando nella stanza "Non volevo lasciarvi da soli. Ma un'insegnante della scuola coinvolta in un omicidio che ha poco di umano e molto di soprannaturale ci avrebbe puntato i riflettori addosso. E per il nostro lavoro non era bene... "
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Appena Liam si chiude la porta dietro di sé, Aria incalza: "Aspetta aspetta, c'è molto da ragguagliare, su quel tipo che per poco ci faceva schiantare, ma prima avrei una domanda: ma è stata la professoressa a fare quel macello???"
(le ultime due parole con voce vagamente terrificata, non tanto dal macello in sé, ma dal fatto che l'avesse compiuto la professoressa)
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"ma prima avrei una domanda: ma è stata la professoressa a farequel macello???"
Domanda interessante.
Domanda complessa.
"Vorrei tanto avere la risposta..." ammise Liam, con sincerità, e si lasciò andare sul divano. Era stanco.
"E vorrei anche potervi spiegare nel dettaglio" questo lo disse un po' meno sinceramente. Gli ordini erano di non far esplodere quella bomba coi ragazzi, finchè fosse stato possibile gestirla: sapevano della loro stessa missione da troppo poco tempo, erano adolescenti, erano poco autocontrollati...dovevano imparare ancora molto.
"Magari prima o poi lo farò" riprese "Ma non adesso. Prima è necessario cercare di capire meglio cosa sia successo. Anche voi avete visto le condizioni dei cadaveri. Impressioni? Che non può essere stato un uomo mi pare chiaro, ma la polizia ovviamente si metterà a caccia di un killer psicopatico sadico. A voi che tipo di creatura è sembrata?"
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"Una creatura che passa attraverso le pareti piuttosto che scomodarsi ad aggirarle", dice Aria.
Dopo un attimo si rende conto che Liam si riferiva al massacro e aggiunge: "Ah mi scusi, stavo parlando di quella al semaforo... stavamo venendo qua e dopo la curva questo folle, vestito di nero, ci aspettava in mezzo alle strisce... ha fatto pure un gesto di invito ad investirlo, lo stronzo. Beh certo, probabilmente non si sarebbe fatto niente... Frankie, tu hai niente altro da aggiungere?"
(con tono un po' ammiccante... nel senso: quell'altra questione la mettiamo da parte o ne vuoi parlare?)
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"Solo che sono stato bravo ad evitare quella cosa, Aria. Nulla di più" dice seccato Frankie.
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"Devo ammetterlo, sì, quella sterzata è stata magistrale… mhh, siamo tutti un po' su di giri, che ne dite: metto su l'acqua per un tè? Intanto possiamo raccogliere un po' le idee…"
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Liam non ascoltò lo scambio di battute tra i due ragazzi.
"Vi è comparso in mezzo alla strada e vi ha invitato a investirlo..." ripetè quasi tra sé "Lo avete visto bene? Potete farmi una descrizione dettagliata?"
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Aria dice, un po' sconsolata: “Impermeabile nero con cappuccio calato… i dettagli erano tutti coperti, purtroppo. Ora che ricordo, però, è stato stranamente gentile: pensa, si è perfino inchinato e ci ha salutato…”
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"Ho capito..."
Questo usciva un po' dal problema centrale di quella serata, ma non si poteva sottovalutare.
E forse cadeva a proposito: in quel momento gli evitava il delicato compito di spiegare ai due ragazzi che la loro insegnante era un lupo mannaro, che probabilmente aveva ucciso due uomini e che forse, in un futuro, avrebbero dovuto trovarsi ad occuparsi di questo porblema in modo più drastico.
"Forse è opportuno che torniamo nel luogo dove lo avete visto sparire. E cercare le sue tracce prima che combini guai. La notte è dannatamente lunga"
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La luna era ora splendida nel cielo buio di Baxter. A quell'ora nessuno se non qualche ubriaco tiratardi, coppie clandestine e prostitute girava per le strade.
E nel quartiere più residenziale e pulito, ora completamente buio, tre figure si aggiravano cercando ... cosa? Forse traccie di quello strano essere che avevano visto. La loro presenza, in mezzo a villette e giardinetti tenuti puliti, era quasi stridente.
Poco lontano, una figura li scrutava da sopra a un tetto. La stessa figura che li seguiva dalla sera.
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Beh, inutile illudersi che il qualcuno - o il qualcosa - che era comparso davanti ai ragazzi si presentasse spontaneamente e facesse loro tanto di cappello.
Liam continuava a guardarsi in giro: chiunque fosse, colui che cercavano non aveva lasciato tracce, eppure era come se una sensazione di pericolo incombesse su di loro. Non si sentiva affatto tranquillo.
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"Capo, se lo incontriamo che facciamo? Ho carta bianca?" chiede Frankie, sperando in una risposta positiva.
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'Professore' avrebbe voluto dirgli. E non per amore della formalità, bensì perchè se quel ragazzo avesse avuto qualche regola a cui doversi attenere, forse non sarebbe diventato tanto sventato. A volte lo preoccupava.
"No, non ce l'hai. Ci interessa che rimanga vivo, se non altro per sapere se ha a che fare col massacro nel parcheggio"
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"Ok, vivo ma: tutto intero o quà e là, se mai dovesse capitare nella lotta, qualche ossicino rotto, tipo le gambe per impedire la fuga?" chiede Frankie sarcastico.
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"Come ti pare" fece Liam "basta che le ossicine non le rompa a uno di voi..." abbozzò un lieve sorriso "uno studente in ospedale e due insegnanti anestetizzate a casa mia sono un po' troppe cose da cui dovermi giustificare"
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La figura sul tetto si mosse e scomparve velocemente nelle ombre, come se ci abitasse in esse.
Poco distante, un uomo lo osservò, e poi si accese una sigaretta. La notte ormai era fonda, e si strinse di più nel cappotto leggero che portava. Poi prese un cellulare dalla tasca e compose un numero...
...poco dopo il cellulare di Liam squillò.
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Liam sussultò come se si fosse acceso un segnale d'allarme, e il primo pensiero fu "Cazzo, la Hammet..."
Nulla gli garantiva che non si svegliasse per tutta la notte. Era pur sempre un lupo mannaro: lui non conosceva l'equilibrio biologico dei lupi mannari!
Invece, il display segnalava una chiamata anonima.
Ne stavano accadendo troppe, in quella notte, e Liam si trovò a sperare che fosse una chiamata dell'organizzazione.
Rispose.
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"Salve Liam. Salutami gli altri due. Colui che cercate è appena andato via, comunque. Io analizzerei quel muro, magari qualcosa la ricavate. Ah si, non vorrei che la sua amica che è a casa sua abbia una visita imprevista." detto questo attacco.
Domani doveva essere a lavoro, impeccabile come sempre. Chissà cosa avrebbero detto domani. Si avviò verso la sua auto, e poco dopo schizzo verso casa.
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Un attimo per impallidire e un attimo per rimprendere il controllo.
"Dannazione. Dannazione!" ebbe l'istinto di gettare a terra il telefono, ma non lo fece.
Respirò e se lo rimise in tasca.
Calma.
"La professoressa Hammet potrebbe essere nei guai" disse "E qualcuno vuole che analizziamo questo muro..."
Ma potrebbe essere un depistaggio - pensò. Potrebbe essere uno di loro, uno che si diverte a giocare con noi...e se lascio i ragazzi da soli...
No, non lo poteva fare. Nemmeno se questo voleva dire mettere in pericolo un'altra vita.
Però Kathleen era completamente inerme...addormentata...perché lui l'aveva fatta dormire.
"No, niente muro, adesso" si corresse "adesso si va a casa mia"
Questa mossa, l'ordine gliel'avrebbe rimporverata. Eccome se gliel'avrebbe rimporverata. E gli avrebbero detto ancora una volta che non aveva imparato a dare le giuste priorità. Ma in quel momento non era importante.
PS. sto rinunciando a cercare prove importanti per la paura di non riuscire a proteggere tutti...questo conta come px?
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Aria, allegra come suo solito, dà una pacca sulla spalla a Liam e dice: "Beh dai prof, io qualche pezzetto di muro oramai l'ho preso, chi sa mai che quell'aggeggione di Jackie ne ricavi qualcosa.
E ora (con gesto plateale) tutti in macchina, c'è un Innocente da Salvare!" (non è facile fa sentire le maiuscole!)
Mente gli altri stanno seguendo l'invito si ferma un attimo e mormora tra sé e sé "...innocente...?" ma poi si riprende, scrolla le spalle ed entra in macchina anche lei.
PS: quella dell'innocente era un'innocente battuta, non era un attivazione da 3px della chiave della Coscienza... credo che la Hammet non è né debole né bisognosa (?)
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"Che devo fare, Prof.? Mi illumini..." chiede Frankie.
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"A bordo con noi" disse Liam, sorridendo ad Aria che pareva aver capito la sua preoccupazione "non ti lascio qui da solo...non lo fanno nemmeno i poliziotti!"
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E così un professore e due suoi allievi tornarono a casa del primo, in un orario che però ben poco si confaceva a loro...
Tornati a casa, trovarono tutto tranquillo. Tranne una finestra aperta che Liam era sicuro di aver chiuso. Il vento entrava dalla finestra, e guardando fuori la luna piena splendeva fortissima. La luce della luna inondava la stanza, rendendo il tutto quasi una scena poetica, da fiaba.
E le due principesse della fiaba erano ancora pacificamente addormentate sul divano, come erano state lasciate. Ma non si sa per quanto ancora.
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"Attenzione" disse Liam, bloccando con un braccio l'ingresso in casa ai due ragazzi e portando la mano libera alla pistola "Potrebbe esserci qualcuno qua dentro. La finestra era chiusa, quando sono uscito"
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Frankie stringe i pugni, facendo scrocchiare le ossa.
"E ora vediamo che è venuto a farci visita"
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Aria strizza l'occhio a Frankie e, con agile mossa, svicola sotto il braccio ed entra, dicendo “attenzione è il mio secondo nome, prof”… appena entrata fa una rapida perlustrazione della casa di Liam quando ad un tratto…
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... e Aria vide ciò che forse non si aspettava.
Le due donne erano ancora sul divano, con Kathleen che dormiva pericolosamente abbracciata a Jane. Sembravano pacifiche, ma Kathleen si inizio a muovere quando Aria entrò nella stanza.
Sul tavolo davanti a loro, nessun oggetto era più su di esso. Tranne un paccetto come quelli dei gioelli, aperto, e con dentro una pietra tonda ... e di colore rosso con striature rosse.
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"Ma che diamine..." dice sottovoce Frankie verso i suoi compagni.
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"Non so cosa sia" disse Liam "ma una cosa la so: è bene che non stia lì!"
Se avesse dovuto starci - pensò - qualcuno dell'ordine me lo avrebbe comunicato...
Prese la scatola, la richiuse, e la trenne in mano pensando ad un luogo sicuro dove metterala: ci avrebbe studiato su, ma non adesso...non ora che poteva esserci qualcuno nascosto in casa sua...
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“E per la professoressa e la sua… studente di… biologia… che vogliamo fare? Oltre ad una doccia fredda, intendo…”
(‘biologia’ pronunciato con tutto il doppio senso di ‘anatomia’…)
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"Almeno questa non è stata una cavia di anatomia..." dice Frankie sarcastico.
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Quando Liam prese la scatola, e la richiuse, notò che la pietra luccicava in maniera sospetta sotto i raggi della luna.
In quel preciso momento la prof. Hammett si risveglio. Almeno così sembrava.
Ma lo sguardo assente e la peluria che stava crescendogli non sembravano sopportare questa cosa. Decisamente. Sembrava però confusa per ora, più che altro, o non ancora del tutto cosciente. E girata in direzione della pietra.
Jane invece si inizio ad agitare, sentendo il movimento, ma per ora non era ancora sveglia...
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"Credo che dovrò spiegarvi un po' di cose" disse Liam, rivolto ai due ragazzi "ma per ora la sola cosa che dovete sapere è che ucciderla non rientra nei nostri ordini"
Guardò la donna che non aveva l'aspetto di qualcuno con cui, di lì a breve, si sarebbe potuto pacificamente ragionare.
"...a meno che..." aggiunse "non sia a rischio la vostra, di vita..."
Quest'ultima direttiva non era contemplata negli ordini. Ma Liam era comunque dell'idea che fosse meglio una professoressa di meno piuttosto che due alunni, per quanto alunni non esattamente 'normali'.
"Questa pietra" disse poi "è meglio che non finisca nelle sue mani. Ammetto che non so a cosa serva, ma non mi piace"