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Gente Che Gioca => Gioco Concreto => Topic aperto da: Mar - 2012-04-21 20:45:59

Titolo: Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Mar - 2012-04-21 20:45:59
Claudia, nell'ultimo post su Monsterheart ha scritto:
"E’ accaduta una delle cose che è sintomo di una partita ben riuscita: il mio personaggio mi ha sorpresa, ha fatto scelte e avuto reazioni che non mi sarei aspettata".


Io, finora, ho giocato soltanto due partite a Apocalypse World, e, in entrambe, il mio personaggio (per quel poco che ha vissuto) è riuscito a sorprendermi.
E, finora, è stata una delle cose che più mi sono piaciute del gioco.


L'idea che non esistano nè un background nè una condotta del personaggio già scolpiti nel granito mi fa venire una voglia matta di giocare, non solo per vedere cosa faranno gli altri ma anche per vedere cosa farà il mio stesso personaggio (e, in controluce, cosa farò io, messo di  fronte a determinate scelte).


Volevo capire: ma è tipico di AW (e del suo hack Monsterheart) o è una sensazione che si può ritrovare anche in altri giochi?   
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Claudia Cangini - 2012-04-21 20:55:27
Bella domanda :)


Per quello che ho potuto provare io, è tipico dei giochi ben fatti quando riesci a giocarli bene.


Senza sforzarmi le meningi, posso dirti che mi è capitato con Montsegur 1244, il Mondo dell'Apocalisse, Cani nella Vigna, Spione, Dubbio (e sicuramente altri che non mi sovvengono ora).
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: il mietitore - 2012-04-21 21:00:17
io RICORDO che mi è capitato relativamente di recente, e la cosa è stata piacevole. Non sono sicuro di ricordare con che gioco, però :\ Mi pare di essere stato colpito dal coministissimo personaggio che ho giocato in una recente partita di Fiasco con lo scenario di Mike T, ma giurerei che il personaggio che ho in mente non fosse quello. Ora ci rifletto e cerco di arrivarci.


EDIT:


Ah! Kagematsu! Ero partito volendo fare una donna di bassa morale, ma è saltato fuori qualcosa che non mi aspettavo.
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Mauro - 2012-04-21 21:44:12
Dipende anche da quanto è approfondito il personaggio: in Dog Eat Dog, il personaggio inizialmente è definito da un nome e un tratto; avrai anche idea di quello che vuole, ma è comunque vaga.
In D&D e simili, la norma erano passati di pagine e pagine, con annessa psicologia; molto, molto piú definito, sulla carta come nella testa del giocatore, normale quindi che ci fosse meno spazio per sorprese.
Aggiungici eventuali meccaniche come l'allineamento (fai qualcosa di fuori allineamento = inaspettato? Penalità) e il giudizio del master (dà esperienza per come interpreto il PG: se mi tengo sul noto, è piú sicuro), non mi stupisce che in giochi come AW e MH, dove il PG è un abbozzo e non c'è giudizio né restrizione, sia piú facile venire sorpresi.
In definitiva, di certo si trova anche in altri giochi, e sicuramente è legato anche alla definizione iniziale del PG e a quanto il sistema ti spinge verso o contro il cambiamento.
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Mar - 2012-04-21 22:05:20
Citazione
In D&D e simili, la norma erano passati di pagine e pagine, con annessa psicologia; molto, molto piú definito, sulla carta come nella testa del giocatore, normale quindi che ci fosse meno spazio per sorprese.


Questo è vero. Però la mia sensazione è che quelle pagine e pagine stessero solo nella testa del giocatore senza che nè al master nè gli altri giocatori importasse qualcosa.
Partendo invece da personaggi meno definiti mi rendo conto che la curiosità si rivolge non solo al mio pg, ma anche a quello degli altri.


Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Mauro - 2012-04-21 22:14:28
Se e quanto mettere, nell'avventura, di quelle pagine stava totalmente al master, quindi potenzialmente restava tutto sulla carta, fuori dalle influenze che portavano nell'interpretazione del personaggio.
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Moreno Roncucci - 2012-04-22 00:42:14
Lo scoprire in gioco chi è il tuo personaggio, proprio come persona, e venire magari "sorpresi" da quello che fa (cioè, da quello che fai) è uno degli scopi e obiettivi dei giochi story now. Di tutti.  E' una conseguenza ovvia delle premesse di questa maniera di giocare.

Altrettanto ovvio che a volte non capiti. O che non capiti in maniera memorabile. Non tutte le partite di calcio sono Italia-Germania 4-3, e non tutte le storie che ti vengono sono uguali. Ma è una delle cose che cerchi e vuoi provare in gioco (anche se magari non lo sapevi prima)

Confrontare con il gioco Right to Dream,  dove invece quello che si cerca è la conferma e la rassicurazione su elementi della fiction, fra cui spesso (non sempre) c'è il personaggio...  sono DAVVERO maniere opposte di giocare...

Personalmente, mi è capitato in maniera tanto netta da ricordarmelo bene in Cani nella Vigna e Dubbio (in quest'ultimo, ogni singola volta che l'ho giocato...), ma faccio poco testo perchè mi tocca quasi sempre fare il GM, non sono molte le volte che ho avuto un unico personaggio...
Ricordo invece una partita di Annalise in cui il mio personaggio NON è riuscito a cambiare, facendo in pratica avverare le sue paure. Non è stata proprio una sorpresa perchè era dall'inizio l'esito più probabile, ma comunque, fino alla fine della partita (una mezza dozzina di sessioni) non lo sapevo con certezza. Non era completamente nelle mie mani. Ed è un tipo di tensione, di "sorpresa" in gioco, che per me si magia a colazione le sorprese tipo attacco dei goblin, e il "totale controllo sul proprio personaggio" può andare a nascondersi,  è una necessità che nasce dalla paura del resto del gruppo.

Anche per questo l'idea farlocca che il gioco "story now" consista nel... decidere prima la storia da giocare è particolarmente perniciosa: se qualche ingenuo ci casca, si auito-impedirà ogni volta di giocare story now, visto che le due cose sono incompatibili.  Potrebbe giocarsi 20 gdr narrativisti in fila e non giocare narrativista manco una volta, perchè ogni singola volta saboterà il gioco prendendo decisioni in anticipo bypassando il sistema.  (c'è un thread in questo momento su storygames che fa cadere le braccia: un sacco di persone che scrivono articoli e teorie di scuola nordica usa "narrativismo" come sinonimo di "Railroading", proprio come faceva Jiituomas anni fa. E lo pensa ancora, credo. Spiegare non è servito ad un tubo. Stavo per postare un rant termonucleare dopo che pure Pohjola aveva postato questa equivalenza papale papale quando ho ricordato quante volte avevo cercato di spiegare queste cose a Jjtuomas, a Tobias, ed altri, e ho saggiamente deciso che storygames ha già fatto la sua scelta da tempo e non ho voglia di perdere tempo attaccando mulini a vento)
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Claudia Cangini - 2012-04-22 09:13:19
Mauro, secondo me non è una cosa tanto legata alle pagine e pagine di background scritte in precedenza(*) rispetto al giocare un personaggio appena tratteggiato.


Io ho giocato tradizionale per anni senza lunghi background e queste cose non capitavano quasi mai.


Quello che fa venire fuori questi momenti di epifania sono le procedure del gioco.


(*) anche se penso che fare una roba del genere, specialmente in solitario, senza aprirsi agli input degli altri giocatori scrivendo, non possa che far danno a qualunque tentativo di giocare insieme una storia in cui tutti i PG sono protagonisti.
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Patrick - 2012-04-22 09:18:18
Dipende anche da quanto è approfondito il personaggio: in Dog Eat Dog, il personaggio inizialmente è definito da un nome e un tratto; avrai anche idea di quello che vuole, ma è comunque vaga.
In D&D e simili, la norma erano passati di pagine e pagine, con annessa psicologia; molto, molto piú definito, sulla carta come nella testa del giocatore, normale quindi che ci fosse meno spazio per sorprese.
Aggiungici eventuali meccaniche come l'allineamento (fai qualcosa di fuori allineamento = inaspettato? Penalità) e il giudizio del master (dà esperienza per come interpreto il PG: se mi tengo sul noto, è piú sicuro), non mi stupisce che in giochi come AW e MH, dove il PG è un abbozzo e non c'è giudizio né restrizione, sia piú facile venire sorpresi.
In definitiva, di certo si trova anche in altri giochi, e sicuramente è legato anche alla definizione iniziale del PG e a quanto il sistema ti spinge verso o contro il cambiamento.
sintetico e chiaro. fanmail :)
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Mauro - 2012-04-22 10:10:52
Mauro, secondo me non è una cosa tanto legata alle pagine e pagine di background scritte in precedenza(*) rispetto al giocare un personaggio appena tratteggiato.
Io ho giocato tradizionale per anni senza lunghi background e queste cose non capitavano quasi mai
Non ho detto che è solo quello, ma che "Dipende anche da quanto è approfondito il personaggio" (enfasi aggiunta); sicuramente ci sono altri elementi, e quello che citi tu (le procedure) è tra quelli che avevo discusso: "Aggiungici eventuali meccaniche come l'allineamento [...] e il giudizio del master".
La sintesi è: personaggio definitissimo dall'inizio + procedure che ostacolano o comunque tendono a inibire l'allontanarsi dall'idea prefatta (+ magari altre cose) = meno possibilità che ci si stupisca del proprio personaggio.
Semplicemente: "Haukea, schiava" rispetto al passato del PG che Ezio ha letto a GnoccoCON; in quale dei due c'è piú spazio per uscire dallo stabilito?
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Claudia Cangini - 2012-04-22 10:14:34
Sono d'accordo.
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Fabio Succi Cimentini - 2012-04-22 10:35:14
Un altro aspetto che non sottovaluterei - oltre alle procedure che aiutano - è la questione della durata di gioco, e dell'approccio "tagliamo i tempi morti, massimizziamo l'intensità" che il gioco moderno fa chiave di volta. Ti porta da una parte a non avere praticamente tempo per pre-narrare, per visualizzarti in testa le scene che devono succedere tra tot. tempo, e dall'altra ad essere tu stesso concentrato e coinvolto, poco 'rilassato' e con quella tensione che ti avvicina ad un personaggio che magari non gestisci da mesi o anni, che non conosci a menadito ma che in virtù del clima intenso al tavolo (e di procedure ad hoc, come nota Claudia) riesci lo stesso a sentire vicino. E che anzi ti sorprende proprio perché quello che è lo tiri fuori nei momenti più forti.

Per dire: in Dog Eat Dog abbiamo giocato in due ore e il mio Dulu, pensato all'inizio solo come un araldo-cantastorie e nulla più, quasi neanche un'idea sul suo aspetto, si è formato gradualmente a istinto. Prima l'età avanzata, e mi aspettavo che sarebbe venuto fuori anziano ma roccioso, solidissimo. Invece è uscito come una creatura fragilissima, un vecchio impotente davanti alla catastrofe dell'occupazione che gli stava gradualmente distruggendo il mondo attorno. E poi ancora, spinto dalle azioni dei personaggi di Mauro e Enrico (totalmente emergenti, come Mauro - almeno per sè - ha spiegato (http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,7029.msg151403.html#msg151403))  ha finito per tirare fuori una forza che all'inizio proprio non avevo contemplato.

A me comunque piace molto vederla come un gioco sul significato di interpretare il personaggio. Normalmente prendiamo l'accezione teatrale del verbo: impersonare, recitare. E' l'idea consueta, a volte gradita a volte non, del giocatore come attore a metà.
Però trovo davvero interessante guardare l'altro significato del verbo: interpretare nel senso di decifrare. Decrittare il personaggio da quell'iniziale [nome + pochi tratti + qualche legame] (generalizzo) che è, facendo emergere quello che è, quello che conta per lui e di lui. A prescindere da quello che ti aspettavi di trovare all'inizio. In questo caso Montsegur e Love in the Time of Seid per esempio, con le loro domande integrate come regole, mi sembrano esemplari a questo pro.
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Claudia Cangini - 2012-04-22 10:46:49
Fabio, tu fai emergere un'altra cosa che mi pare interessante, la durata del gioco.


A volte, quando parlo di questi giochi a chi non li conosce e dico quanto siano coinvolgenti, mi trovo davanti obiezioni tipo "ma io ho bisogno di giocare una campagna lunga per sentire il mio personaggio".


A me questo non risulta proprio. Voglio dire che posso trovare emozioni altrettanto forti alla terza sessione di Monsterheart come alla prima e unica di Montsegur come all'ottava del Mondo dell'Apocalisse.


Con questo non voglio deragliare il thread, ma solo sottolineare una cosa che mi colpisce e mi causa una certa frustrazione perché non riesco a farlo capire alla gente se prima non prova, ma non provano perché, questa convizione li rende scettici e insomma... è un circolo vizioso  ^__^;;
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Fabio Succi Cimentini - 2012-04-22 12:22:14
Guarda, Claudia, personalmente la vedo molto come una questione di profezie auto-avveranti. E' anche naturale che, se sei abituato a storie lunghe e personaggi a cui prima ti abitui in una lenta e graduale conoscenza che senti necessaria per affezionarti a loro (anche nella fiction vera e propria eh, non necessariamente come sole abitudini di gioco), il gioco più aggressivo, più intenso ti spiazzi se ti aspetti lo stesso effetto.
Il problema grosso per me è proprio questo.

Trovo necessario che tu stesso di partenza ti aspetti l'intensità e accetti di giocare con l'idea di scoprire il tuo personaggio in meno tempo e più ; richiede sicuramente un investimento emotivo di partenza dall'inizio. E quindi devi partire dall'inizio dicendoti "ok, vedo già dagli occhi di questo personaggio"; con trucchi che possono consistere nel mettere dettagli vicini a casa, nell'essere banali, nell'andare più di pancia che di testa etc. etc.
Un pizzico di  auto-suggestione sicuramente, di imposizione mentale a se stessi, ma cerchiamo di leggerla nell'aspetto positivo: c'è sempre un volerci credere, alla fine è il solito per giocarlo devi volerlo giocare. Se entri in un modo diverso di gioco più da recensore che da giocatore, con l'aspettativa "io parto da questa posizione, il gioco deve convincermi che è valido", portarmi da grado 0 a grado 10 con tutto il lavoro da parte del gioco e degli altri, il rischio è che non mi senta coinvolto proprio perchè non accetto di metterci qualcosa di mio dall'inizio.
Profezia auto-avverante, per l'appunto.

Il che ritorna a discorsi a monte: volere giocare qualcosa di specifico / dare fiducia a chi ti trasmette entusiasmo e ti propone giochi simili / volerci investire un minimo fin dall'inizio / così via. E allo stesso tempo alla trasparenza nel presentare un gioco e nel chiarire cosa si chiede ad ognuno perchè possa godersi l'esperienza al meglio.
Non vorrei avessimo creato una deriva OT, comunque :°
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Dairon - 2012-04-22 13:24:00
Mauro, secondo me non è una cosa tanto legata alle pagine e pagine di background scritte in precedenza(*) rispetto al giocare un personaggio appena tratteggiato.
Io ho giocato tradizionale per anni senza lunghi background e queste cose non capitavano quasi mai
Non ho detto che è solo quello, ma che "Dipende anche da quanto è approfondito il personaggio" (enfasi aggiunta); sicuramente ci sono altri elementi, e quello che citi tu (le procedure) è tra quelli che avevo discusso: "Aggiungici eventuali meccaniche come l'allineamento [...] e il giudizio del master".
La sintesi è: personaggio definitissimo dall'inizio + procedure che ostacolano o comunque tendono a inibire l'allontanarsi dall'idea prefatta (+ magari altre cose) = meno possibilità che ci si stupisca del proprio personaggio.
Semplicemente: "Haukea, schiava" rispetto al passato del PG che Ezio ha letto a GnoccoCON; in quale dei due c'è piú spazio per uscire dallo stabilito?

This. In generale sono d'accordo con tutti voi, ma questo in particolare.

Però c'è una cosa buffa. In teoria, se hai un background relativamente complesso dovresti avere più cose contro cui remare e di cui stupirti*. Se invece parti con "Wagaya, capa del villaggio" non dovresti aver molto da "negare", finché non cambia nome e occupazione.

Ci facciamo forse qualche film mentale in più del dovuto?

*=come da quote, c'è anche il discorso che pochi giochi hanno procedure che ti dicono "ok, dettaglia molte cose nell'ottica di rivoluzionarle" (anzi, non me ne vengono in mente in pratica...), ma non è questo il punto.
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Mauro - 2012-04-22 13:30:10
se hai un background relativamente complesso dovresti avere più cose contro cui remare e di cui stupirti*. Se invece parti con "Wagaya, capa del villaggio" non dovresti aver molto da "negare", finché non cambia nome e occupazione
Se parti col personaggio molto definito, hai un'idea chiara di come reagirà in molte situazioni; se non sai quasi nulla di lui, è piú facile che tu giocatore non sappia come reagire in una situazione, e quindi qualunque cosa tu decida sarà un "Ma dai, reagirebbe cosí?".
Non è solo questione di negare qualcosa già deciso, ma di non sapere proprio cosa si farà in una data situazione: piú il personaggio è definito, piú è facile che la reazione sia già chiara.

Citazione
c'è anche il discorso che pochi giochi hanno procedure che ti dicono "ok, dettaglia molte cose nell'ottica di rivoluzionarle"
"Dettaglia molto" non so; ma Gioventú Bruciata parte dall'idea che quello che dettagli all'inizio dovrà essere rivoluzionato, al punto che la meccanica di fine gioco è proprio l'aver rivoluzionato tutto.
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Mar - 2012-04-22 13:57:54
Nella mia esperienza, però, a volte dettagliare non serve a nulla se il master non chiama in causa quelle caratteristiche.
Invece il continuo "Che cosa fai?" di AW ti spinge a prendere decisioni e secondo me è anche questo processo quello che ti porta a stupirti.


Comunque, io intendevo stupirmi non soltanto nel senso di "Ah, io pensavo che il mio pg avrebbe fatto questo e invece fa quell'altro" ma anche nel senso di "Ah, ma davvero il mio pg era un cacciatore di taglie? (esempio a caso) Buono a sapersi". (in MH potrebbe essere, per ricollegarsi a un altro thread, Ah, ma davvero il mio pg è, in qualche strano modo, attratto da altri uomini...?).


Non mi pare sia stato detto finora, ma, in questa seconda ottica, forse è importante anche la possibilità che siano gli altri a decidere, anche solo parzialmente, qualcosa del pg? (penso alla fase di St di AW, o, appunto, al "turn someone on" di MH).


Quanto alla lunghezza del gioco per apprezzare il personaggio (anche se è OT andate pure), secondo me dipende dalla solita equazione tempo impiegato=emozioni, nettamente a favore dei non tradizionali.
In D&D parti che, per quanto background puoi avere, sei un foglio di carta. E' quello che fai in gioco che di solito ricorderai (parlo sempre nella mia esperienza, eh. So che può essere diverso altrove). Anzi, spesso è "quanto forte sono diventato" quello che ricordi. Ovvio che per arrivarci serve tempo.
Se parti senza questa idea, di un investimento di tempo/px necessario, è più facile affezionarsi al pg (come avevano notato anche i miei amici dopo la demo di AW). Anzi, forse è proprio questo, che ti permette di non essere "geloso" del personaggio e lasciare che in parte gli altri decidano per te (sorprendendoti).
Però, come si diceva prima, è ovvio che si deve volerlo. Non si può convincere del contrario chi non vuole provare, o, peggio, parte già con dei preconcetti. Se invece qualcuno ha già provato, e ha visto che gli piace la sensazione, è più facile. Graham Walmsley su G+ aveva scritto
sempre a proposito di Turn someone on,  "I've played Monsterhearts twice and loved it. Because it's a new game, I've played mainly with indie stalwarts, who are delighted to be turned on": probabilmente perchè hanno già provato la sensazione di "essere stupiti" dal proprio Pg, e gli piace.


@Moreno
Citazione
Lo scoprire in gioco chi è il tuo personaggio, proprio come persona, e venire magari "sorpresi" da quello che fa (cioè, da quello che fai) è uno degli scopi e obiettivi dei giochi story now. Di tutti.  E' una conseguenza ovvia delle premesse di questa maniera di giocare.


Ottimo. Questo mi fa un sacco piacere, e vuol dire che sono nel posto giusto.



Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Moreno Roncucci - 2012-04-22 14:30:24
Ci sono due fenomeni di cui mi sembra si stia parlando in questo thread, che rappresentano due maniere diverse in cui "non sai chi è il tuo personaggio".

La prima è quella di cui ho già parlato, quella che deriva dalle conseguenze del giocare story now: e ha ben poco a che vedere con quanto sia definito il personaggio.  In questo tipo di gioco, il personaggio viene continuamente messo alla prova, testato, messo in crisi, fino a capire DAVVERO chi è, ma questo fenomeno non è ostacolato dalla lunghezza del background (non è al 100% vero per un aspetto di cui parlo dopo, ma che è un effetto e non una causa).
Un personaggio di Avventure in Prima Serata ha un background corto, non fatto di pagine e pagine, ma è definito: si sa chi è, si sa qual è il suo problema, si sa che messi e conoscenze ha. Poi il Produttore inizia a mettergli di fronte bangs su bangs fino a metterlo in crisi. Non è necessario che il personaggio sia in gran parte indefinito.

Perchè non è al 100% vero? Perchè se hai un tipo di gioco in cui il personaggio cambia e si delinea in gioco, avere pagine di background anche se non ti ostacola è fatica sprecata. Poi le butti.   Quando dico a chi crea il persoaggio a Cani nella Vigna di farmi una descrizione di una frase o due, non papiri di roba (e da questo punto di vista i personaggi di esempio sul sito di Narrattiva, specie nelle prime versioni, non sono ottimali, anche se capisco che sono così definiti per scoraggiare l'effetto Torquemada) non è perchè poi quei papiri ti ostacolino in gioco. E' che è un peso inutile: io magari ne userò qualche dettaglio se mi serve, ma ne potrei fare a meno, e già alla prima sessione quello che incontrerà il personaggio sarà molto più interessante del suo background. Che finirà dimenticato da tutti e ignorato.
E allora, se fai giochi di questo tipo e lo sai, e li fai bene, il background lungo lo scoraggi. Non fai perdere tempo alla gente per niente. Ma è un effetto e non una causa: il gioco renderebbe il background inutile, perchè perderci tempo?

Poi c'è il secondo caso, quello dei giochi in cui il personaggio LETTERALMENTE non sai chi è.  Per esempio, in Il Gusto del Delitto (che come gioco è un omaggio divertente ad un certo tipo di giallo, e in cui non si vede una premise manco col binocolo), l'assassino non sa di esserlo fino all'ultima scena, e potresti scoprire, a metà partita, che in realtà tradisci tua moglie e ti sei arricchito con furti e rapine, senza che ci fosse nulla di tutto questo nel personaggio iniziale
E' sempre uno "scoprire in gioco chi è il personaggio", ma in un senso diverso: non è un "mettiamolo alla prova per capire chi è veramente", è "la creazione del personaggio si fa durante il gioco, non prima"

Ci sono giochi che mischiano in parte le due cose (Trollbabe per esempio), ma sono comunque separate, tanto che, se vuoi avere un gioco che punti alla prima, non puoi esagerare con la seconda: per mettere alla prova le convinzioni del personaggio... deve averne di convinzioni! Ti serve la risposta alle 5 domande di NCAS, ti serve la Debolezza in Annalise e il Problema in AIPS, la rete di spie e l'ambito sociale in Spione. Non potrebbero funzionare questi giochi con una creazione libera come ne Il Gusto del Delitto, che permetterebbe di schivare ogni bang o problema.

Ecco, ci tenevo a sottolineare questo aspetto, perchè mi pare che in alcuni post si confondano, partendo a parlare di uno e finendo nell'altro.


Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Claudia Cangini - 2012-04-22 15:39:44
Nella mia esperienza, però, a volte dettagliare non serve a nulla se il master non chiama in causa quelle caratteristiche.
Invece il continuo "Che cosa fai?" di AW ti spinge a prendere decisioni e secondo me è anche questo processo quello che ti porta a stupirti.



Assolutamente d'accordo sul fatto che queste cose nel tradizionale sono tutte sulle spalle del master.


Per fare un actual play concreto, invece, con riferimento al mio pippone di prima vediamo che:
- Ariel ha quei problemi con David perché Mario segue le indicazioni per l'MC e "mi da amore e amicizia ma solo a certe condizioni" e forse anche un po' "rende mostruosi gli umani"
- Ariel si lascia sedurre da Alexander perché Ezio usa "turn someon on" e decide che vedere un marcantonio seminudo legato a un tavolaccio di legno la eccita.
Eccetera.


Insomma, tutte queste belle cose che avvengono nella fiction e propongono situazioni rivelatrici del carattere del personaggio sono figlie delle regole di un gioco fatto bene.
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Giulia Cursi - 2012-04-22 16:12:07
Ho inserito la mia visione della quarta giocata sull'altro thread: Dalla terza sessione - impressioni sul gioco (http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,7028.15.html)

Anch'io vengo sorpresa continuamente su MH, come su altri giochi. La durata del gioco incide, su diverse giocate è possibile approfondire la conoscenza del personaggio, comunque sono d'accordo con l'idea generale che in certi giochi se hai un buon feedback dagli altri giocatori riesci a sorprenderti della piega che prende il tuo pg.
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Dario Delfino - 2012-04-27 13:40:36
Personalmente vengo sorpreso dai miei pg praticamente SEMPRE... in entrambi i sensi evidenziati da Moreno.

Pensiamo alla partita di ieri di hell for leather:
La mia pg mi ha sorpreso sia perchè ha confessato di aver ucciso il padre sia per come ha reagito davanti al guerriero berserker che le passava accanto: portandoselo a letto! ;)
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Mar - 2012-05-07 14:37:38
Riesumo il topic, perchè, dall'ultima esperienza con AW, mi sono reso conto che essere sorpresi dal proprio pg dipende, in larga misura, da quanto si accetta (o si vuole) farsi soprendere.
Esempio concreto: Girolamo entra in corsa (con un senzafaccia) nella nostra campagna di AW. I caratteri di Dado (il mio chopper) e Twin Spark (il pilota di Alberto) sono già abbastanza definitii. Girolamo, nel giro di St, decide che Dado è stato gentile con lui, una volta. Al che io ho detto qualcos come "l'unica possibilità, che Dado sia stato gentile con te, è che tu abbia viaggiato con la banda per un pò". Ecco. A pensarci dopo, in questo caso  ho anteposto la mia visione già "pietrificata" di Dado e del suo carattere alle possibilità che il gioco mi dava di farmi soprendere. Avrei dovuto chiedere maggiori dettagli a Girolamo e vedere dove mi avrebbe portato il giro di St.
Alla fine, molto semplicemente, pare che io gli abbia dato un passaggio una volta. Se, invece, non avessi avuto preconcetti sul mio pg, chissà dove saremmo potuti finire.
Bisogna riuscire a lasciare andare un pò il pg con le sue gambe e non sempre è facile accettarlo. E' una mentalità molto diversa da quella che ti richiedono altri giochi.
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Patrick - 2012-05-07 14:59:13
è una cosa che secondo me chi è "danneggiato" dai gdr classici fatica molto a fare (me per primo). Personalmente non credo di aver ancora capito come si gioca "story now", tendo troppo a farmi aspettative e film su quello che vorrei succedesse, a farmi un'immagine del personaggio con alcuni paletti a cui mi voglio attenere, e che spesso mi limitano poi nelle scelte (o meglio, le rendono meno "sorprendenti", e anche più ripetitive).
Di recente invece sto cercando attivamente di fare qualcosa che reputo il contrario di quanto sopra: butto giù idee "di pancia" senza pensarci su troppo, faccio agire il mio personaggio in un determinato modo senza pensare prima al perchè e per come, per vedere cosa ne viene.
Ad esempio, ieri ho giocato la prima volta ad AW. Ero Wilson, l'operatore, questo ragazzo vestito casual con camicia, jeans e cappello, dal viso giovane e carino, che ispira fiducia, ma dagli occhi stanchi. Inizialmente lo stavo impostando come il mio classico personaggio: buono, che tiene alla propria squadra, leale, fedele. Commerciava in vigilanza, faceva broker di affari (era a capo del mercato del villaggio in cui viveva), ma anche infiltrazioni (spionaggio et similia). Ho iniziato ad immaginarmelo come un insospettabile ed onesto commerciante e uomo d'affari, pulito di facciata ma che in realtà non si preoccupava di fare lavori sporchi come spionaggio, traffici clandestini et similia. A molte domande dell'MC (Ezio) ho risposto di pancia, alcune cose le avevo già abbastanza chiare in mente (è comunque un uomo d'onore, non gli piace essere preso in giro, se serve usa tranquillamente violenza, non è un playboy, anzi, eccetera), però molte altre le ho buttate lì quasi a caso, per vedere cosa ne usciva. Non sono certo di aver fatto la cosa giusta (non so se il mio personaggio fosse risultato interessante o no agli altri, ho sempre l'idea di fare personaggi stereotipo/macchietta :s), ma a me ha divertito abbastanza ^^
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Salkaner il Nero - 2012-05-07 15:11:46
Devo dire che , da giocatore tradizionale vecchio stile di lungo corso, è capitato di rado che un mio personaggio mi sorprendesse.
In fondo, caratterizzare il PG era ed è fondamentale.
Certo, davanti a situazioni completamente inaspettate, ha agito in modo imprevedibile.
 
Mi vine in mente Ar-Neis, u ntipo che all'amicizia ci tiene parecchio, che ha dovuto far fuori un amico per salvare apparentemnte sè stesso. In realtà, per salvare tutti gli altri amici. (e quando altri hanno trovatoi modo di riportare in vita l'amico ha avuto un atteggiamento iperprotettivo nei suoi confronti)
 
 
Sono rimasto un po' sorpreso nel sendo che non mi sarei mai immaginato che dovesse prendere una simile decisione.
Ed è stato piacevole giocare Ar-Neis nelel sessioni successive, che portava i segni di quella decisione.
 
Ma in generale tendo ad essere soprpreso casomai dai PG altrui (e viceversa).
 
 
 
 
 
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Zeph - 2012-05-07 17:30:24
Nella mia esperienza, però, a volte dettagliare non serve a nulla se il master non chiama in causa quelle caratteristiche.
Invece il continuo "Che cosa fai?" di AW ti spinge a prendere decisioni e secondo me è anche questo processo quello che ti porta a stupirti.



Assolutamente d'accordo sul fatto che queste cose nel tradizionale sono tutte sulle spalle del master.


Per fare un actual play concreto, invece, con riferimento al mio pippone di prima vediamo che:
- Ariel ha quei problemi con David perché Mario segue le indicazioni per l'MC e "mi da amore e amicizia ma solo a certe condizioni" e forse anche un po' "rende mostruosi gli umani"
- Ariel si lascia sedurre da Alexander perché Ezio usa "turn someon on" e decide che vedere un marcantonio seminudo legato a un tavolaccio di legno la eccita.
Eccetera.


Insomma, tutte queste belle cose che avvengono nella fiction e propongono situazioni rivelatrici del carattere del personaggio sono figlie delle regole di un gioco fatto bene.

 Concordo soprattutto su questo.
 Se un gioco non ha regole ben fatte non ti stupirai di niente e aggiungerai poco sul tuo personaggio e otterrai fermo e granitico quanto stabilito all’inizio e quell’idea che ti sei fatto.
 2 esempi:
 - non cedere al sonno: fai la scheda velocemente, scegli il tuo potere e tutto il resto. Il personaggio si delinea anche giocando, in partenza dai solo pochi tratti. Come reagisci davvero quando fuggi? Sei disposto a proseguire ed impazzire per il tuo scopo (che sia recuperare la figlia/fede/dignità ecc ecc)?
Giocando con i miei amici con me come master uno di questi aveva un personaggio, un certo Frank, tirapiedi mafioso, sicuro di se i apparenza. Giocando sono venuti fuori vari aspetti di Frank (e anche suoi limiti/debolezze), tanto che è stato chiamato Frank “Scassaminchia”.
 in un gioco da 3 sessioni è nato un pg caratteristico che ha stupito tutti. E che anche ora quando ci ritorna in mente ci ridiamo sopra.
 
 -d&d: come avete già detto (solo il fatto dell’allineamento ti limita da morire, un po’ come se avessi un codice bello e pronto e rigido da seguire o subire penalità…).
Sono riuscito a stupirmi di un personaggio di d&d solo quando non abbiamo seguito le sue regole.
 Nell’ultima campagna ero partito svogliato, non avevo voglia di un tradizionale. Ho scelto una classe senza incantesimi perché non volevo leggermi paginate di formule magiche. Il master regalava un oggetto magico in partenza e ho scelto il voto della povertà per non dover leggere le pagine di oggetti magici né in partenza né dopo. Non ho inventato niente di bg solo: “guerriero/ladro addestrato da monaci maligni fuggito dal loro tempio che era su un’isola”.
 non avevo voglia di inventare un nome e l’ho chiamato come il cugino maligno di Bender (flexo)
Giocavamo senza allineamento con la possibilità parziale di inserire cose in fiction (cioè il master stava attento a quello che dicevano i giocatori e lo inseriva) [non che il risultato non sia un gioco tradizionale alla fine eh, non sto dicendo questo, anzi). Il pg che è venuto fuori mi ha sorpreso in molte occasioni e si è delineato via via, secondo quello che faceva e che dicevo io (venendo fuori per essere un mezzo demone tamarro [vabbè, sono un po’ un bimbo quando gioco e a volte mi diverto anche con queste cose alla inuyasha]).
 Non avevo stabilito niente e alla fine, senza aspettative, è venuto fuori qualcosa di interessante che giocando con il regolamento di d&d 3.5 seguito alla lettera non sarebbe mai venuto fuori
 [es.: ah, tradisci i tuoi amici per recuperare l’unico oggetto a te caro, la tua spada… che allineamento sei? Neutrale? Bene, diventi malvagio, togli XXX punti esp. ecc ecc (oppure ancora peggio: che allineamento sei? No, mi dispiace non puoi farlo…)].
 
 credo che per certi tipi di giocatori sia impossibile restare nelle maglie di un gioco tradizionale al 100 per 100, giocando per sapere quello che già sai, con un pg che già sai cosa farà (al massimo non sai se colpirà il mostro o no…), sentendoti raccontare una storia già pronta per mesi…
 
 spero con una giocata al mondo dell’apocalisse di continuare il trend positivo e di far accorgere gli altri giocatori di alcune differenze fondamentali tra i vari giochi/modi di giocare (di cui deliberatamente ho deciso non di non parlare in modo diretto perché sarebbe noioso/inutile secondo me), anche perché sotto c’è tutto un altro tipo di divertimento che è più gustoso.
Un gioco ben fatto ti spiana la strada (a patto, in questo caso, di seguire in toto le regole).
 
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Ezio - 2012-05-07 19:28:01
Non sono certo di aver fatto la cosa giusta (non so se il mio personaggio fosse risultato interessante o no agli altri, ho sempre l'idea di fare personaggi stereotipo/macchietta :s), ma a me ha divertito abbastanza ^^


Io posso dirti che ero interessatissimo a Wilson (a parte averlo vigliaccamente usato per lasciare ai giocatori l'onere di far succedere qualcosa ad inizio sessione... ehehe...).


In particolare mi chiedevo (e sono tutte domande che sarebbero finite nei fogli di preparazione):


- È davvero così buono e onesto come sembra?
- Perché i suoi occhi sono tristi?
- Chi è l'unica donna che ha mai amato? Perché di lei conserva una macchina da scrivere?
- Come tratterà la Gente del Fiume, credendo che il suo vecchio nemico si nasconde tra di loro?
- Qualcuno riuscirà a farlo aprire?
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Patrick - 2012-05-07 21:40:06
- È davvero così buono e onesto come sembra?
- Perché i suoi occhi sono tristi?
- Chi è l'unica donna che ha mai amato? Perché di lei conserva una macchina da scrivere?
- Come tratterà la Gente del Fiume, credendo che il suo vecchio nemico si nasconde tra di loro?
- Qualcuno riuscirà a farlo aprire?
queste domande mi permettono di riallacciarmi al discorso che facevo prima: rispetto ad un personaggio che farei magari per un altro gioco, non ho idea di come risponderei a queste domande (eccetto forse la prima, e la risposta è: nì :P). Probabilmente risponderei la prima cosa che mi viene in mente in quel momento (quasi "a caso", appunto), e ci costruirei sopra :D (tipo la storia della macchina da scrivere è nata così).
Grazie ezio, fanmail ^_^
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Ezio - 2012-05-07 21:59:03
Sia chiaro: quelle non sarebbero state domande che ti avrei fatto chiaramente.
Quelle sono le domande che facevo a me e la cui risposta avrei cercato di ottenere nel gioco,spingendo con la fiction in quella direzione. In questo modo anche tu avresti avuto un flusso di pensieri che ti avrebbe consentito, seguendolo, di arrivare a conclusioni per te inaspettate.
Titolo: Re:Personaggi che sorprendono: dipende dal gioco?
Inserito da: Patrick - 2012-05-07 23:01:49
sì, immagino non me le avresti fatte direttamente. Ma comunque avrei reagito/risposto d'impulso, senza pensarci troppo. L'esempio dellla macchina da scrivere è calzante:
MC:"Un rumore ti sveglia, sei nella tua baracca, davanti a te un uomo con occhi folli e una granata innescata in mano, cosa fai?"
Io:"Salto fuori dalla finestra"
*tiro (credo) agire sotto il fuoco, e ottengo "una alternativa meno piacevole"*
MC:"Cosa c'è di valore nella tua casa?"
Io: "Un oggetto dell'età dell'oro"
"Cos'è?"
"Una macchina da scrivere"
"Dove l'hai presa?"
"Mi è stata regalata"
"Da chi?"
"Dall'unica donna che io abbia mai amato veramente"
"Ok, puoi saltare fuori dalla finestra ed evitare l'esplosione, o balzare a proteggere la macchina da scrivere. Subiresti 3-danno, ma la macchina sarebbe salva"

E così scoprimmo che Wilson una volta ha amato davvero... ^^