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Post - sebastian

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Domanda: più o meno da quanti anni pensi di essere stato abbracciato? E più o meno quanti anni pensi di dimostrare? Ricorda che i PG possono avere al massimo 25 anni di vita da vampiro (mentre da mortali possono appartenere a qualsiasi fascia d'età)

Direi che il personaggio dimostra qualcosa sui 25 anni, l'età in cui è stato abbracciato.

Come Fratello direi che ha vissuto almeno una decina d'anni: sufficiente per aver già passato la presentazione al Principe ed in società ed aver vissuto qualche breve anno non troppo all'ombra costante del suo Sire.

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Ti ho chiesto apposta conferma perché quando parto, di solito il problema è fermarmi.

Mi è venuta un'idea ed ho iniziato a costruirci un personaggio attorno, correndo un po'  ::)

La tua descrizione sintetica è più efficace per questa fase, probabilmente.

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Per affrontare il tema della perdita dell'innocenza credo che opterò per l'interpretare un giovane e promettente membro del Clan Toreador.

Mathias Gauthier in vita era un pittore eclettico che amava sperimentare con tecniche atipiche ed uso della luce e dei colori in maniera inusuale. Si è creato velocemente una certa fama frequentando le persone giuste, trovando in quello che sarebbe diventato il suo sire, un mecenate. Amava dipingere quello che vedeva nelle persone, più che le persone stesse e questa sua ricerca dell'intima essenza dell'animo umano in termini di immagine è la caratteristica che l'ha fatto risaltare.
La maledizione di Caino l'ha profondamente scosso e scioccato inizialmente. Il suo rispetto per l'altro è sempre stato elevato, perché ha sempre ritenuto prezioso l'essere umano quale fonte di ispirazione in generale ed ogni singola persona come opera vivente unica ed irripetibile dalla quale attingere per strappare un istante di verità da immortalare sulla tela.
Doversi nutrire degli altri lo ha messo in crisi e ci sta ancora scendendo a patti.
Con la maledizione sente anche di aver perso qualcosa: non ha più quella sorta di intuito che gli permetteva di ritrarre l'essenza delle persone nei suoi dipinti, quindi cerca istintivamente di compensare con l'uso del potere vampirico (auspex?), ma non trova più soddisfazione in quello che dipinge.

E' rimasto molto legato alle persone che aveva intorno quando era un mortale, in particolare alle persone con cui condivideva una relazione romantica e/o sessuale (non è mai stato uomo da "una storia fissa per sempre", ma piuttosto da "amicizie con benefit") e agli amici. Teme nel frequentarli che la sua maledizione possa recare loro danno, ma al tempo stesso sono tutto quello che gli rimane di quello che era, unitamente ai dipinti che non riesce più ad eguagliare.

La perdita dell'innocenza, in questo caso, è rappresentata per Mathias dal dover rivedere il suo attaccamento al mondo mortale per scendere a compromessi con la sua nuova natura; dal dover prendere atto che non è più la persona di prima e che non dipingerà mai più come prima. Quel che farà sarà diverso. Non necessariamente peggiore, ma diverso. Sarà carente di quell'ispirazione che poteva avere soltanto come mortale.
Altro elemento fondamentale è il doversi nutrire di sangue umano. Ha il timore di fare del male a qualcuno e se farà del male in particolare a qualcuno che ama sarà una situazione dura da affrontare.

Quel che ho scritto lascia ampio modo di mettere in gioco gli stati d'animo che Simone ha proposto. Tanto per fare qualche esempio indicativo, ma non esaustivo:

*apprensione: da mettere in gioco quando il personaggio cerca di nutrirsi o quando sente i morsi della sete ed è vicino ad una delle persone che ama;

*premura: da mettere in gioco se uno dei suoi amici o delle persone cui è legato è in difficoltà o in pericolo;

*gelosia: nei confronti di artisti che sono più o meno talentuosi ma avendo ancora una vita mortale da vivere non hanno perso l'ispirazione a causa della maledizione di Caino;

*perdita: la sperimenterà ogni volta che guarderà una delle sue produzioni pre-abbraccio o se qualcuna delle persone cui è legato soffrirà a causa sua o di un altro essere sovrannaturale o se dovessero venire a mancare per qualche ragione.

In tutto questo azzarderei che nonostante i problemi, l'abbattimento e la frustrazione che Mathias prova, non riesce a porre fine alla propria esistenza. Non ce la fa perché è sostenuto da due motivazioni sostanziali: (1) la paura della morte. La teme e anche se a volte la invoca, il disagio che prova nel profondo all'idea che finita la sua esistenza possa non esserci più nulla lo abbatte completamente. Lui ama e venera la vita, così come l'amava e la venerava da mortale. Questa non-vita in un limbo di eterna stasi lo mette in crisi, ma una parte di lui continua a suggerigli che sia meglio di non vivere affatto. (2) Il suo legame con le persone, la sua necessità di conoscere e scrutare l'animo umano. Ne è affascinato e l'idea che in un eventuale "post-vita" potrebbe non essere più in contatto con "l'altro" lo atterrisce. Anche in questo caso interiormente probabilmente pensa che è meglio assistere alla vita da questa condizione miserevole, seppure potente che non poter assistervi affatto.

Relativamente l'incipit: la persona resa ghoul potrebbe essere una tra quelle che sono nel suo circolo stretto di amicizie, amori derivanti dalla precedente vita mortale o una persona strettamente collegata ad una persona che è cara a Mathias.


Come va così? Ho scritto troppo? Ho messo le mani troppo avanti?

Prima di discutere del tipo di coterie direi che aspetterò anche l'altro personaggio ;D

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Pattumiera / Re:Presentazione progetto
« il: 2014-04-18 07:13:01 »
Per affrontare il tema della perdita dell'innocenza credo che opterò per l'interpretare un giovane e promettente membro del Clan Toreador.

Mathias Gauthier in vita era un pittore eclettico che amava sperimentare con tecniche atipiche ed uso della luce e dei colori in maniera inusuale. Si è creato velocemente una certa fama frequentando le persone giuste, trovando in quello che sarebbe diventato il suo sire, un mecenate. Amava dipingere quello che vedeva nelle persone, più che le persone stesse e questa sua ricerca dell'intima essenza dell'animo umano in termini di immagine è la caratteristica che l'ha fatto risaltare.
La maledizione di Caino l'ha profondamente scosso e scioccato inizialmente. Il suo rispetto per l'altro è sempre stato elevato, perché ha sempre ritenuto prezioso l'essere umano quale fonte di ispirazione in generale ed ogni singola persona come opera vivente unica ed irripetibile dalla quale attingere per strappare un istante di verità da immortalare sulla tela.
Doversi nutrire degli altri lo ha messo in crisi e ci sta ancora scendendo a patti.
Con la maledizione sente anche di aver perso qualcosa: non ha più quella sorta di intuito che gli permetteva di ritrarre l'essenza delle persone nei suoi dipinti, quindi cerca istintivamente di compensare con l'uso del potere vampirico (auspex?), ma non trova più soddisfazione in quello che dipinge.

E' rimasto molto legato alle persone che aveva intorno quando era un mortale, in particolare alle persone con cui condivideva una relazione romantica e/o sessuale (non è mai stato uomo da "una storia fissa per sempre", ma piuttosto da "amicizie con benefit") e agli amici. Teme nel frequentarli che la sua maledizione possa recare loro danno, ma al tempo stesso sono tutto quello che gli rimane di quello che era, unitamente ai dipinti che non riesce più ad eguagliare.

Quel che ho scritto lascia ampio modo di mettere in gioco gli stati d'animo che Simone ha proposto. Tanto per fare qualche esempio indicativo, ma non esaustivo:

*apprensione: da mettere in gioco quando il personaggio cerca di nutrirsi o quando sente i morsi della sete ed è vicino ad una delle persone che ama;

*premura: da mettere in gioco se uno dei suoi amici o delle persone cui è legato è in difficoltà o in pericolo

*gelosia: nei confronti di artisti che sono più o meno talentuosi ma avendo ancora una vita mortale da vivere non hanno perso l'ispirazione a causa della maledizione di Caino

*perdita: la sperimenterà ogni volta che guarderà una delle sue produzioni pre-abbraccio o se qualcuna delle persone cui è legato soffriranno a causa sua o di un altro essere sovrannaturale o se dovessero venire a mancare per qualche ragione.

In tutto questo azzarderei che nonostante i problemi, l'abbattimento e la frustrazione che Mathias prova, non riesce a porre fine alla propria esistenza. Non ce la fa perché è sostenuto da due motivazioni sostanziali: (1) la paura della morte. La teme e anche se a volte la invoca, il disagio che prova nel profondo all'idea che finita la sua esistenza possa non esserci più nulla lo abbatte completamente. Lui ama e venera la vita, così come l'amava e la venerava da mortale. Questa non-vita in un limbo di eterna stasi lo mette in crisi, ma una parte di lui continua a suggerigli che sia meglio di non vivere affatto. (2) Il suo legame con le persone, la sua necessità di conoscere e scrutare l'animo umano. Ne è affascinato e l'idea che in un eventuale "post-vista" potrebbe non essere più in contatto con "l'altro" lo atterrisce. Anche in questo caso interiormente probabilmente pensa che è meglio assistere alla vita da questa condizione miserevole, seppure potente che non poter assistervi affatto.

Relativamente l'incipit: la persona resa ghoul potrebbe essere una tra quelle che sono nel suo circolo stretto di amicizie o amori derivanti dalla precedente vita mortale.


Come va così? Ho scritto troppo? Ho messo le mani troppo avanti?

Prima di definire il tipo di coterie direi che aspetto anche l'altro personaggio ;D

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Gioco Concreto / Re:[MOTW - IMDS] Le stelle hanno ragione
« il: 2013-07-30 11:58:40 »
All'ultimo resoconto di Sonia aggiungo solo quel che ha fatto Nemrod quando è uscito dalla stanza d'albergo per affrontarte il cecchino.

S'è velocemente teletrasportato sul tetto del palazzo di fronte dove stava la minaccia usando il Volo e prendendo di sopresa il cecchino, che ha cercato di reagire, chiedendogli anche chi fosse, ma Nemrod è stato più veloce.
Nemrod è tipo di poche parole e secondo la logica del "Prima ti rendo inoffensivo, poi eventualmente parlerai" non va tanto per il sottile e dicendogli "Io sono il Fuoco" gli taglia le mani con la sua spada ardente. Taglio netto, ben cauterizzato (ovviamente...) e Numero 8 non può più sparare a nessuno.
Segue un veloce battibecco tra i due in cui Numero 8 avverte Nemrod che non sa contro chi si è messo (se non ricordo male). Lo fa lagnandosi per il dolore causato dalla perdita delle mani e implorando di non essere ucciso. Nemrod nota con la coda dell'occhio che altri uomini in nero stanno entrando nell'hotel di fronte dove ha lasciato Jun e Minerva e sbuffando lascia lì Numero 8 senza ucciderlo, con lo scopo di arrivere veloce nella camera d'albergo e portare via le altre due ragazze indipendentemente da quanto importante fosse per Minerva il suo rituale. Da morta o prigioniera non avrebbe comunque salvato Veronica.

Visto il successivo colpo di cecchino che poi ha quasi fatto esplodere la testa di Jun, Nemrod si è morso la lingua ed ha pensato tra sé e sé che il prossimo cecchino che incontrerà non rimarrà in vita. Indipendentemente dal fatto che gli abbia tagliato preventivamente le mani o no. Il ragazzo è vendicativo e va capito. Stava passando davvero un brutto quarto d'ora.

Per altro continua a ricevere segnali ambigui dalle due ragazze del gruppo che non sa come interpretare. Almeno Harvey sembra essere un barlume di ragionevolezza per lui. Di solito, almeno.

Relativamente lo scontro con Numero 1, Nemrod ha quasi perso la testa. L'abominio che si presentava davanti a lui (che ha definito "Chimera" + un complemento di specificazione poco edificante da riportare su queste pagine) gli ha fatto scattare la modalità "Angelo della Vendetta Mode ON". Kudos a Francesco per aver citato, con Numero 1 e la sua unica ala scura, Sephirot di FFVII in quel frangente, per altro.
La scena è finita con un lavoro di squadra ben fatto (di cui il resconto ancora non c'è, quindi SPOILER!) e Nemrod non ha nascosto la sua soddisfazione nel ridurre Numero 1 in coriandoli di scintille e cenere. E' un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo, no? :-P

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Gioco Concreto / Re:[MOTW - IMDS] Le stelle hanno ragione
« il: 2013-07-30 11:15:30 »
Riassumo qui alcuni pensieri relativi a Nemrod postati in una discussione privata su G+ perché ne rimanga traccia.

Si tratta di uno spaccato relativo a Nemrod e al suo passato che non è ancora completamente emerso in gioco, ma sul quale mi sono basato per le sue motivazioni, il suo modo d'agire e il suo atteggiamento in gioco, dando una sorta di coerenza di fondo a tutto quello che ha fatto e detto. Stasera, probabilmente, buona parte di quello che riporto qui uscirà in fiction, eventualmente influenzato e "aggiustato" sulla base del contributo degli altri giocatori.

Il vero nome che ho pensato per Nemrod è Nathanael. E' un nome importante perché è uno dei primi angeli ad essere stati creati: il sesto secondo la tradizione ebraica a quanto ho letto ed in realtà sarebbe un arcangelo e un serafino, quindi originariamente era molto potente e molto in alto nella gerachia celeste, idealmente è uno degli arcangeli che contemplavano e vedevano direttamente Dio.
Dal momento che il Vero Nome di un Angelo è una questione molto importante, Nemrod continuerà a farsi chiamare Nemrod e non rivelerà a cuor leggero il suo Vero Nome a chiunque.
Il significato del suo nome è "Dono di Dio". E' uno dei 12 Angeli della Vendetta, che spiega il perché del suo accanimento contro Numero 1 quando lo ha affrontato e, apparentemente, distrutto: aveva usurpato un potere angelico che non gli era proprio.
Nathanael è inoltre uno dei quattro angeli che incarnano un elemento, nel suo caso il Fuoco, e questo definisce molto a fondo il suo modo di porsi ed il suo carattere. Spiega anche perché a Numero 8 ha detto: "Io sono il Fuoco" prima di tagliargli le mani e perché la sua Arma Sacra è una spada composta di puro fuoco divino. In questo Michela è stata bravissima ad intuire come disegnarla nell'illustrazione che ci ha dedicato. Non volevo una spada fiammeggiante, ma una spada fatta essenzialmente e solamente di fuoco sacro. Esattamente come l'ha realizzata lei :-D
L'intimo collegamento tra Nathanael ed il Fuoco spiega anche perché Nemrod tende a buttarsi così di petto nelle situazioni e ad affrontarle con l'atteggiamento brusco e violento che ha. Non è riflessivo come l'Aria, non è mutevole e fuido come l'Acqua, non è stabile come la Terra. E' il Fuoco e come tale arde, in tutti i sensi.

Per completare il curriculum delle competenze, Nathanael viene definito anche come uno dei tre angeli che vegliano sulle cose nascoste, misteriose ed arcane. Questo spiega la sua inclinazione mistica e il fatto che usi il linguaggio degli Angeli per fare incantesimi, lo stesso che ha insegnato, almeno a livello basilare, a Minerva sperando che imparasse a controllare il suo potere per mezzo di esso. Prendendo a prestito qualcosa dal gioco Demon: The Fallen e qualche altra tradizione sparsa, gli Angeli sono il braccio della creazione, l'esternazione della Volontà e del Verbo divini. Incarano il loro ruolo fino ad essere identificati quasi univocamente con esso. Traducono la Volontà divina in materia ed energia e il linguaggio che usano serve a questo scopo... ragion per cui per Nemrod è la forma più pura e potente per praticare Magia.
Poi anche lui si sporca le mani e può usare altri metodi, ma quello per lui rimane il più chiaro e semplice, perché parla la sua lingua usandolo.

Ricapidolando, Nemrod, quindi, è molto diretto e violento quando necessario perché è l'angelo della vendetta e del fuoco. Non ha molta dimistichezza nel rapporto con gli altri e si trova a suo agio a trafficare con le conoscenze mistiche ed arcane perché è anche l'angelo delle cose nascoste ed arcane.

Non ho ancora deciso precisamente per quale ragione Nemrod è in fuga e cacciato, ma sicuramente dovrà avere qualcosa a che fare con la visione che ha avuto di lui e Jun che combattono spalla a spalla contro lo Stregone di lei nemico ed una schiera angelica. E probabilmente questa visione potrebbe essere l'aggancio per una discussione con il suo personaggio in gioco.

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Gioco Concreto / Re:[Dilemma] Era Londra 2013
« il: 2013-07-16 21:32:03 »
Fanmail per l'epica impresa di riportare tutta l'Era sul forum.

E' stata veramente un'Era stupenda, ne conservo dei ricordi molto belli. Ringrazio tutte le Ali per le belle ore che mi hanno regalato insieme :-)

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Claudia e Mauro: Ok :-)

Ora dobbiamo solo trovare una terza persona  ;D


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Gioco Concreto / Re:[MOTW - IMDS] Le stelle hanno ragione
« il: 2013-06-10 15:19:04 »
Andrò un po’ a ruota libera nel raccontare quel che mi ha portato a creare il mio personaggio e lascerò volontariamente i buchi dove non è ancora emersa in gioco la spiegazione relativa.

Appena ho letto il libretto del Divine ho capito che ne dovevo giocare uno. Non una divinità orientale, nordica o del paganesimo classico. No. volevo un Angelo con ali di piume e tutto il resto, senza paura di cavalcare allegramente un concetto talmente stereotipato da essere ampiamente già visto. Il mio scopo era più che altro raccontare dal mio punto di vista qualcosa che originale non era, anziché stare a ricercare un qualche tipo di originalità.

Scelto li libretto, sono quindi partito con un nome. Per gli angeli, mi sono detto, il nome è una questione molto importante. Per questo non rivelano a cuor leggero il loro Vero Nome, in quanto li definisce sia materialmente, sia spiriualmente, concedendo molto potere su di loro a chi lo conosce e sa come usarlo. Il resto del gruppo, quindi, conosce il nome che il mio angelo ha scelto di portare in questo suo esilio terreno: Nemrod. Sì, lo stesso del grande cacciatore biblico (W la fantasia! :D). Il suo Vero Nome mi è chiaro in mente, ma dal momento che in gioco non abbiamo ancora approfondito e nessuno deglii altri personaggi lo conosce, eviterò di scriverlo, almeno fintanto che il Keeper non mi farà domande più specifiche in tal senso.

Sistemata la questione del nome, ho cercato una motivazione che l’avesse portato a terra. Appena ho letto dell’opzione relativa all’esilio ho capito che volevo quella. Mi piace molto l’idea del cacciatore cacciato dai suoi stessi Fratelli, per una presunta colpa che non è ancora uscita in fiction e che quindi non anticiperò. Incidentalmente ha aperto del potenziale interessante da approfondire con il personaggio di Sonia, Jun, perché entrambi i nostri personaggi a loro modo sono stati esiliati da casa e questa, volenti o nolenti, è una condizione che può unire delle anime disperse.

Durante il giro di creazione del personaggio ed assegnamento delle varie storie, ho chiesto al resto del gruppo cosa, secondo loro, avrebbe fatto più comodo alla luce delle loro scelte. Ho quindi optato, su consenso generale, per un personaggio che picchi duro e forte. Il suo concetto di “purificare dal male” non esclude quindi una bella serie di pugni, o una sonora lezione impartita con la sua Arma Divina: una discretissima (oltre che banale, ma tanto adatta al concetto) spada fiammeggiante. Questo perché Nemrod ci tiene a non dare nell’occhio ;-) A mia discolpa posso solo dire che anche le altre scelte non erano proprio all’insegna della discrezione, ma d’altronde,  se il personaggio è un Divine qualcosa di esuberante e visibile dovrà pur averlo, ad indicare la sua natura di origine soprannaturale!

Alla caratterizzazione molto fisca ho voluto abbinare una conoscenza dei misteri arcani della magia, perché mi sembrava in linea con l’origine del personaggio e perché mi ha dato modo di legare Nemrod a Minerva, la spooky, come dettaglierò tra poco.
Ho scelto di pagare la preponderanza fisica e la conscenza arcana di Nemrod con lo stesso intenso charme di una scatoletta di tonno vuota ed un atteggiamento fuori luogo che lo porta a dimostrare poca sensibilità e comprensione per le questioni umane. Che si tratti di humor o di calpestare i sentimenti e la sensibilità degli altri, Nemrod si muove con la grazia di un elefante in un (piccolo!) negozio di swarovski. L’angelo tuttavia non è insensibile al dolore, all’imbarazzo o ai sentimenti negativi che può provare col suo atteggiamento: è sinceramente curioso di comprendere la natura umana, perché ha capito che conoscerla in astratto e viverla sono due cose molto differenti. Nemrod è un orso spaccasassi, ma ha un cuore tenero.

Alla luce di queste considerazioni, gli assegnamenti delle storie sono stati abbastanza naturali.

Harvey è subito sembrato la persona più adatta a fare da “mentore” per tutto quello che riguarda le questioni mortali. Non solo perché è sembrato, tra tutti, il personaggio più “di mondo”  (la spooky e l’exile non potevano neanche volendo...), ma anche perché tra tutti i membri della squadra è quello più “simile” a lui, nel senso che è anche lui un uomo. Nemrod ha capito che la distinzione di genere è in qualche modo molto importante per gli esseri umani, al di là del mero atto riproduttivo, e ha pensato che probabilmente un uomo lo avrebbe potuto capire meglio.
Nemrod è incuriosito da questa distinzione apparentemente così netta nella società, perché ai suoi occhi le anime umane sono tutte uguali, indipendentmente dal loro genere o dalla loro funzione biologica.

Nemrod ed Harvey si sono conosciuti in una situazione problematica, nella quale l’intervento dell’angelo ha salvato il professional  e tutta la sua squadra da una brutta situazione. La situazione nello specifico non è emersa in fiction ancora, quindi non la riporterò.

Minerva è apparsa subito a Nemrod come un’anima bisognosa di aiuto. Ed infatti sono state le sue preghiere inconscie (che di fede ne ha ben poca la ragazza...) ad attirare l’angelo verso di lei. La ragazza aveva bisogno di una guida che l’aiutasse a padroneggiare il suo potere e Nemrod ha visto in quella richiesta di aiuto una luce che non poteva ignorare. Ora vorrebbe solo essere in grado di aiutarla a rimanere sulla strada giusta, ma le ha già visto evocare il suo potere in una maniera che non gli è piaciuta. La consapevolezza di averle aperto le porte della conoscenza e del controllo gli ha procurato un certo grattacapo, perché teme di aver peggiorato la situazione. D’altronde una ragazza col suo potenziale sarebbe arrivata comunque a capire le vie del potere, e forse non è poi un male che lui le sia legato. Nemrod spera solo di essere un buon cuscino per attutire le brutte cose che potrebbero accadere, ma non riesce ad esserne certo e la cosa lo mette in qualche modo in crisi.

Jun è il personaggio con cui Nemrod ha approfondito meno, ma al quale per certi versi si sente più legato. Anche lei è in esilio ed una visione che ha avuto gli ha mostrato che combatteranno insieme, spalla a spalla, la di lei nemesi accompagnata da alcuni angeli. Cosa questo nel dettaglio significhi, Nemrod non lo sa ancora, ma sicuramente Jun è un personaggio con cui vorrà approfondire la conoscenza. Hanno molte cose in comune, apparentemente, ma sono anche distanti. Lei, tuttavia, gli ha salvato la vita in circostanze ancora da chiarire nelle quali i Fratelli di Nemrod si erano avvicintati pericolosamente troppo e senza l’intervento di Jun molto probabilmente l’avrebbero trovato. Razionalmente, quindi, l’angelo sa che le deve la sua vita e sta cercando di dare un senso umano a questa considerazione.

Per chiudere, ho cercato di rendere in sessione l’atteggiamento distaccato dall’umanità di Nemrod interpretandolo col carattere di un orso bonario, che non ha esitato a stringere un po’ troppo forte la mano dello sceriffo, rispondendogli in maniera molto rude quando l’ha percepito come un ostacolo ed una minaccia per il gruppo e quando, credendo di riuscire così ad interpretare il senso di humor, ha dato della “vecchia” (o era nonnina?) a Jun.

La sua attenzione per Minerva è stata, credo, evidente: oltre ad andare con lei quando il gruppo si è diviso, la sua espressione è valsa più di mille parole quando la spooky ha usato il sangue per concentrare il suo potere.

La scorsa sessione è passata con molto peso dato alla creazione dei personaggi e relative relazioni e storie pregresse, quindi aspetto la sessione di domani per vedere i fili delle relazioni che iniziano a stringersi un po’ di più!

Per chiudere, questo è il casting del personaggio (notare l'accenno d'aureola ;-)):


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Ricerca Giocatori / [G+] Cerco giocatori per Dilemma
« il: 2013-05-28 12:53:12 »
Ciao a tutti!

Mi piacerebbe provare a giocare di nuovo come Patrono. Da dopo giovedì prossimo non avrò più per una settimana o due i miei soliti impegni in palestra, quindi sarei, per un breve periodo, un po' più libero per iniziare e finire un'Era.

Qualcuno avrebbe voglia e tempo per giocare? Tendenzialmente i giorni che proporrei sono lunedì e giovedì.

Ho aperto un thread uguale anche sulla community di Dilemma in G+, se volete potete rispondere anche lì:

https://plus.google.com/u/0/111169672538358955424/posts/Qyz4xTmssYF

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Se posso, ti rassicuro Luca: provandolo i preconcetti si sbricioleranno. Manuela è molto brava a rendere coinvolgente il gioco e dopo un paio di scene non avrai più grossi dubbi o problemi. Con Giulia non ho giocato a Kagematsu nello specifico, ma ha il ruolo di MC in una campagna de Il Mondo Dell'Apocalisse che sto giocando con lei ed ho solo opinioni molto positive nei suoi confronti. Credo che non avresti problemi nemmeno con lei.

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Deduco che i tiri siano andati bene nel secondo post.

Sì, sono andanti bene. Il "dadi permettendo" all'inizio del secondo resoconto è ironico visto il fallimento della scena precedente :)

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Dilemma / Re:Dilemma - le OST delle Ali divise per colore!
« il: 2013-01-30 15:43:44 »
Diverse donne sono entrate nella vita di Matteo (Chiave dell'Era di Modena), ma una è stata segnata da lui in modo particolare.
Quando ha capito che razza di bugiardo e pessima persona fosse, non ha retto perché il peso da sostenere era troppo. Era veramente innamorata di lui.

Fire and Ice  -  Within Temptation

http://youtu.be/5U9bXR0w1Wg

"Ogni tua parola è una bugia. Scappa pure mio caro, ma ogni segno dirà che il tuo cuore è morto"

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Gioco Concreto / Re:[MdA] [AP] prima esperienza da MC
« il: 2012-11-21 18:50:21 »
Grazie! :D

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Mi piacciono i giochi carichi di emotività. Questo AP mi fa venir voglia di provare!  :)

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