Andrò un po’ a ruota libera nel raccontare quel che mi ha portato a creare il mio personaggio e lascerò volontariamente i buchi dove non è ancora emersa in gioco la spiegazione relativa.
Appena ho letto il libretto del Divine ho capito che ne dovevo giocare uno. Non una divinità orientale, nordica o del paganesimo classico. No. volevo un Angelo con ali di piume e tutto il resto, senza paura di cavalcare allegramente un concetto talmente stereotipato da essere
ampiamente già visto. Il mio scopo era più che altro raccontare dal mio punto di vista qualcosa che originale non era, anziché stare a ricercare un qualche tipo di originalità.
Scelto li libretto, sono quindi partito con un nome. Per gli angeli, mi sono detto, il nome è una questione molto importante. Per questo non rivelano a cuor leggero il loro Vero Nome, in quanto li definisce sia materialmente, sia spiriualmente, concedendo molto potere su di loro a chi lo conosce e sa come usarlo. Il resto del gruppo, quindi, conosce il nome che il mio angelo ha scelto di portare in questo suo esilio terreno:
Nemrod. Sì, lo stesso del grande cacciatore biblico (W la fantasia!
). Il suo Vero Nome mi è chiaro in mente, ma dal momento che in gioco non abbiamo ancora approfondito e nessuno deglii altri personaggi lo conosce, eviterò di scriverlo, almeno fintanto che il Keeper non mi farà domande più specifiche in tal senso.
Sistemata la questione del nome, ho cercato una motivazione che l’avesse portato a terra. Appena ho letto dell’opzione relativa all’esilio ho capito che volevo quella. Mi piace molto l’idea del cacciatore cacciato dai suoi stessi Fratelli, per una presunta colpa che non è ancora uscita in fiction e che quindi non anticiperò. Incidentalmente ha aperto del potenziale interessante da approfondire con il personaggio di Sonia, Jun, perché entrambi i nostri personaggi a loro modo sono stati esiliati da casa e questa, volenti o nolenti, è una condizione che può unire delle anime disperse.
Durante il giro di creazione del personaggio ed assegnamento delle varie storie, ho chiesto al resto del gruppo cosa, secondo loro, avrebbe fatto più comodo alla luce delle loro scelte. Ho quindi optato, su consenso generale, per un personaggio che picchi duro e forte. Il suo concetto di “purificare dal male” non esclude quindi una bella serie di pugni, o una sonora lezione impartita con la sua Arma Divina: una
discretissima (oltre che banale, ma tanto adatta al concetto)
spada fiammeggiante. Questo perché Nemrod ci tiene a
non dare nell’occhio ;-) A mia discolpa posso solo dire che anche le altre scelte non erano proprio all’insegna della discrezione, ma d’altronde, se il personaggio è un Divine qualcosa di esuberante e visibile dovrà pur averlo, ad indicare la sua natura di origine soprannaturale!
Alla caratterizzazione molto fisca ho voluto abbinare una conoscenza dei misteri arcani della magia, perché mi sembrava in linea con l’origine del personaggio e perché mi ha dato modo di legare Nemrod a Minerva, la spooky, come dettaglierò tra poco.
Ho scelto di pagare la preponderanza fisica e la conscenza arcana di Nemrod con lo stesso intenso charme di una scatoletta di tonno vuota ed un atteggiamento fuori luogo che lo porta a dimostrare poca sensibilità e comprensione per le questioni umane. Che si tratti di humor o di calpestare i sentimenti e la sensibilità degli altri, Nemrod si muove con la grazia di un elefante in un (piccolo!) negozio di swarovski. L’angelo tuttavia non è insensibile al dolore, all’imbarazzo o ai sentimenti negativi che può provare col suo atteggiamento: è sinceramente curioso di comprendere la natura umana, perché ha capito che conoscerla in astratto e viverla sono due cose molto differenti. Nemrod è un orso spaccasassi, ma ha un cuore tenero.
Alla luce di queste considerazioni, gli assegnamenti delle storie sono stati abbastanza naturali.
Harvey è subito sembrato la persona più adatta a fare da “mentore” per tutto quello che riguarda le questioni mortali. Non solo perché è sembrato, tra tutti, il personaggio più “di mondo” (la spooky e l’exile non potevano neanche volendo...), ma anche perché tra tutti i membri della squadra è quello più “simile” a lui, nel senso che è anche lui un uomo. Nemrod ha capito che la distinzione di genere è in qualche modo molto importante per gli esseri umani, al di là del mero atto riproduttivo, e ha pensato che probabilmente un uomo lo avrebbe potuto capire meglio.
Nemrod è incuriosito da questa distinzione apparentemente così netta nella società, perché ai suoi occhi le anime umane sono tutte uguali, indipendentmente dal loro genere o dalla loro funzione biologica.
Nemrod ed Harvey si sono conosciuti in una situazione problematica, nella quale l’intervento dell’angelo ha salvato il professional e tutta la sua squadra da una brutta situazione. La situazione nello specifico non è emersa in fiction ancora, quindi non la riporterò.
Minerva è apparsa subito a Nemrod come un’anima bisognosa di aiuto. Ed infatti sono state le sue preghiere inconscie (che di fede ne ha ben poca la ragazza...) ad attirare l’angelo verso di lei. La ragazza aveva bisogno di una guida che l’aiutasse a padroneggiare il suo potere e Nemrod ha visto in quella richiesta di aiuto una luce che non poteva ignorare. Ora vorrebbe solo essere in grado di aiutarla a rimanere sulla strada giusta, ma le ha già visto evocare il suo potere in una maniera che non gli è piaciuta. La consapevolezza di averle aperto le porte della conoscenza e del controllo gli ha procurato un certo grattacapo, perché teme di aver peggiorato la situazione. D’altronde una ragazza col suo potenziale sarebbe arrivata comunque a capire le vie del potere, e forse non è poi un male che lui le sia legato. Nemrod spera solo di essere un buon cuscino per attutire le brutte cose che potrebbero accadere, ma non riesce ad esserne certo e la cosa lo mette in qualche modo in crisi.
Jun è il personaggio con cui Nemrod ha approfondito meno, ma al quale per certi versi si sente più legato. Anche lei è in esilio ed una visione che ha avuto gli ha mostrato che combatteranno insieme, spalla a spalla, la di lei nemesi accompagnata da alcuni angeli. Cosa questo nel dettaglio significhi, Nemrod non lo sa ancora, ma sicuramente Jun è un personaggio con cui vorrà approfondire la conoscenza. Hanno molte cose in comune, apparentemente, ma sono anche distanti. Lei, tuttavia, gli ha salvato la vita in circostanze ancora da chiarire nelle quali i Fratelli di Nemrod si erano avvicintati pericolosamente troppo e senza l’intervento di Jun molto probabilmente l’avrebbero trovato. Razionalmente, quindi, l’angelo sa che le deve la sua vita e sta cercando di dare un senso umano a questa considerazione.
Per chiudere, ho cercato di rendere in sessione l’atteggiamento distaccato dall’umanità di Nemrod interpretandolo col carattere di un orso bonario, che non ha esitato a stringere un po’ troppo forte la mano dello sceriffo, rispondendogli in maniera molto rude quando l’ha percepito come un ostacolo ed una minaccia per il gruppo e quando, credendo di riuscire così ad interpretare il senso di humor, ha dato della “vecchia” (o era nonnina?) a Jun.
La sua attenzione per Minerva è stata, credo, evidente: oltre ad andare con lei quando il gruppo si è diviso, la sua espressione è valsa più di mille parole quando la spooky ha usato il sangue per concentrare il suo potere.
La scorsa sessione è passata con molto peso dato alla creazione dei personaggi e relative relazioni e storie pregresse, quindi aspetto la sessione di domani per vedere i fili delle relazioni che iniziano a stringersi un po’ di più!
Per chiudere, questo è il casting del personaggio (notare l'accenno d'aureola ;-)):