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Topics - Daniele "fenna" Fenaroli

Pagine: [1] 2
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Io Io Io Io Io
Mi ci metto pure io.


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Ciao ragazzuoli,
essendo in ferie e in faccende affaccendato, ma la settimana scorsa l'ho passata in giro per le ludoteche di Brescia, sono a verificare una cosa con voi.


Mi sono accorto che, in FIASCO, forse per la natura ironica del gioco (o almeno l'ispirazione film dei fratelli Cohen a me lo fa sembrare), mi pare che gli stereotipi funzionino abbastanza bene.


Facciamo qualche esempio.
Playset:L'ultima frontiera
Ne è uscito fuori questo villaggio dell Canada, in inverno inoltrato.
Io facevo la "seconda signora Panowsky". Ispirandomi in parte a "La versione di Barney", o meglio a come Barney descriveva, ma sopratutto alla serie ironica Suburgatory per la descrizione fisica della signora.
Ora il personaggio è risultato parecchio divertente perché, in parte estremizzato, cioé: sulla quarantina, sindaco del paese, sempre in tallieur dai colorini accesi.
Ho notato come, queste iper caratterizzazioni rendessero la partita particolarmente carina e dessero spunti anche ai ragazzi che, per la prima volta erano a giocare.


Nell'ultima partita che ho fatto, playset il panda d'oro, la partita non stava decollando c'erano delle difficoltà proprio nel setting della scena, da una parte dovuta anche al fatto che ci fossero problemi a fare scene in framing aggressivo, ad un certo punto ho suggerito: se non sapete che minchiazza fare, buttateci dentro i ninja.
La cosa divertente è che i ninja in questione hanno cambiato tono completamente alla partita, non solo perché permettevano a più persone di partecipare attivamente alla scena, ma proprio perché il tono che ne è uscito spontameamente era quello da minion imbecilli.


Ero curioso di sapere un po' cosa ne pensavate voi alla luce delle vostre esperienze con FIASCO.

3
LudicaEgo Indie 2012 / Cosa porta il fenna
« il: 2012-05-04 15:38:54 »
Ok.
Lo ammetto.
Non volevo portare nulla.
Però siete carini e simpatici.
Quindi porto qualcosa.
Ecco cosa.


- FIASCO (vari playset stampati al lavor... hem, a casa)
- A Thousand Years Under the Sun
- roba varia scelta a caso quando mi alzo

4

Premessa DA LEGGERE
Dopo un consulto con Ezio posto delle considerazioni che sono venute alla luce dopo una discussione su G+
Il topic non è un generale "non postare di teoria gnoranti", ma riguarda il l'ego dell'utente di forum in genere, in particolare il mio, ma anche nello specifico fare i conti con il fatto che molto facilmente non si è in grado di parlare di teoria non perché si è stupidi, non perché non si hanno basi in altre materie, ma perché non si sa abbastanza di gioco di ruolo.
Il topic non è un rant, anche se uso cazzo parecchie volte (l'intercalare tipico delle mie terre è figa+insulto+bestemmia e non mi pareva il caso di usarlo qui) e parecchie volte la maiuscola, quindi invito gli utenti scafati a non prendersela troppo, invito gli utenti nuovi invece a riflettere sul perché se la sono presa leggendo.


Ezio si riserva di spostare il topic in Generale se non viene capito. La colpa sarà ovviamente vostra, io sono troppo bello per avere colpe.


***


E' da un po' che ci penso, spesso capita che l'utente lurker decida di prendere il coraggio a quattro mani e postare in questa esoterica comunità di pazzi giocatori di giochini gayallacremachenonsicapisceuncazzoealloralefoibe.
Solitamente accadono le seguenti cose in ordine sparso:
- l'utente Morkpork posta;
- all'utente  Morkpork  viene chiesto di mettere nome e cognome in firma o dove sia visibile, così diventa l'utente Gino Rossi;
- Gino, dopo un giro di presentazioni, vuole postare di teoria.


Questo è una riflessione sul perché Gino, a mio avviso, non debba farlo.


Se si guarda la mia attività su Gente che Gioca si possono individuare tre fasi: la prima, una forte attività appena iscritto, sopratutto nei sottotopic di teoria; poi un diradamento dei post (dovuto ad impegni vari e all'occuparmi di un sito completamente differente come Dragonslair); in seguito la scomparsa da ogni topic di teoria (ultimo, controllate risalente al 2010-09-20, c'è anche un osservazione tecnica su Archipelago, ma è in gioco concreto e quindi gne gne gne.


Potrei dire un sacco di cazzate in merito, alcune più o meno plausibili, la verità per cui non ho postato più in teoria è perché, segnatevelo bene:
NON NE SO ABBASTANZA DI GIOCO DI RUOLO PER PARLARNE.


Seriamente, mi ricordo come ieri il primo post sul forum allora narrattiva; sono andato a rompere i cojones a Moreno per sapere cosa succede se un gioco "non ha la r0 come GURPS" o cose simili, mi ricordo bene di quanto mi sono offeso quando mi aveva fatto presente che lui aveva provato parecchi giochi più di me.
Quello che mi ha fatto incazzare allora era che Moreno mettesse il mio status in discussione, che dicesse: hei bello scendi dal pero io ne so a pacchi più di te e forse è il caso che tu stia zitto e ascolti un po'
Sapete cosa?
AVEVA RAGIONE!


Arrivavo da anni di supercazzole ben esposte su forum come GDRItalia o simili e mi ero sempre mosso per conoscere più giochi, provare parecchia roba e all'improvviso: tutto questo, tutto questo status sociale non era più sufficiente?

NO NON ERA E NON E', ATTENZIONE, NON LEGGETELO COME, NON LO E' PER ME DANIELE: NON LO E' PER CHIUNQUE!


Perché non lo era? Perché sembrare simpatico, scrivere in maniera compita post chilometrici, o avere un certo "statsus" in una comunity dice solo quanto siamo stati bravi a crearci delle reti relazionali: non quanto autorevoli su un argomento.
Altrove, in questo lasso di tempo, ho anche postato di teoria: sbagliando in pieno!
Perché, chi interloquiva, non aveva alcuna intenzione di discutere o approfondire, ma voleva semplicemente fare caciara o dimostrare non si sa bene cosa; a coloro che erano veramente interessati solitamente bastava e avanzava leggere Riflessioni Appassionate e l'articolo della Boss, anzi, solitamente avanzava pure.


Prima fare parte di questa comunity conoscevo una quarantina di giochi e ne avevo giocati almeno una decina per un po' di tempo, oggi ne conosco molti di più e ne ho giocati parecchi di più e ancora mi ritengo ignorante. Tenuto conto di questo vi prego di farvi questa domanda: sono in grado di postare di teoria?
Se la risposta è si: fate come vi pare.
Se la risposta è no:
a) chiede a qualcuno della comunity se vi fa provare online qualche gioco, controllate se ci sono convention e iscrivetevi alle demo, cercate qualcuno per giocare nelle vicinanze (ludoteche utenti ecc ecc), offrite loro in dono cibo e bevande: non ve ne pentirete;
b) dopo aver provato postate le vostre impressioni e cose che non vi sono tornate nella giocata in "gioco concreto";
c) ripetere (a) e (b) numerose volte;
d) vedete se siete ancora interessati a postare di teoria;


That's all folks


[edit ho resto meno anti-italiano il testo]

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LudicaEgo Indie 2012 / Trasporti e Passaggi vari
« il: 2012-04-02 10:56:00 »
Apro il topic di utilità per salvare l'ambiente e per dare dei pasaggi.


Ora, io devo passare da Brescia e Verona per andare a Rovereto, non ho problemi a dare strappi in macchina, ne all'andata ne nel ritorno a chiunque possano servire. Dovrei salire da solo, quindi ho 4 posti liberi.

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Sbirciando sul sito di Burning Wheel, viene segnalata un intervista che è parecchio interessante sin da subito con un confronto sul ruolo del GM fra Luke e Vincent.
http://twe.spookyouthousemedia.com/Interview/TWE_Interview20_VincentBaker_LukeCrane.mp3


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Ciao ragazzuoli,
come da titolo mi piacerebbe provare penny, mai giocato, solo letto, il che è un vero peccato perché mi piace proprio come idea, quindi cercavo giocatori - automuniti e militi esenti - per fare una partita.


Come da prescrizione dell'Istituto Orfico la seduta partirà solamente al raggiungimento di tre pazienti, in caso contrario dovrete continuare a non ricordare.


By By

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Ciao ragazzuoli,
Domenica 12 Giugno sarò di turno come responsabile in ludoteca antro del drago a Brescia.
Se ci fosse qualcuno in zona che avesse voglia di giocare a qualcosa potrebbe essere un idea trovarsi a giocare, scrivo ora giusto perché così posso dire ai ragazzi di comprare birra e patatine per il pomeriggio, scrivere sul forum della ludoteca che ci sono degli eventi a cui iscriversi.


Faccio presente che c'è spazio, ci sono tavoli e se qualcuno volesse proporre degli eventi di tipo live c'è pure un palco, visto che la ludoteca ha sede nel centro culturale della seconda circoscrizione di Brescia e comprende un piccolo teatro.


Gli orari di apertura saranno dalle 14.00 alle 23.00


Arrivare la mattina... pirlone e...
Per chi volesse approfittare per vedere la ridente cittadina di Brescia... sappiate che è proprio bruttina, ha un centro storico carino, ma la cosa più interessante sono i bar dove fanno l'aperitivo simbolo di brescia: il Pirlo. Che è poi uno spritz con il campari e il bianco fermo.
Di buono c'è che potreste visitare la mostra di Monet al museo di Santa Giulia, ma consiglio di prenotare. Altra meta interessante per i ner.. hem! Per i cultori della storia è il museo delle armi del Castello, il castello offre inoltre un parco molto carino da vedere, però state attenti a non salirci a piedi dalla parte di via S.Faustino: ci sono i tossici, nulla contro, ma non sono un bello spettacolo.
Ovviamente lo zio fenna sarà disponibile ad accompagnarvi nei peggiori bar di Car... hem brescia. Per la mostra invece vado già a vederla con amici sorry.
Come opzione ci sarebbe, non troppo distante, andare a prendersi un gelato in quel del lago di Garda - vi direi il lago di Iseo dove abito, ma il Garda ha strutture turistiche migliori -, lago splendido con cittadine meravigliose da visitare.


Cena
Per chi si vuole fermare a cena c'è una pizzeria che fa tutte le pizze a 5€ - poi le si può consumare in ludoteca - e un cinese che si occupa del trasporto, eventualmente si potrebbe andare a mangiare al BEFeD Brew Pub, dove fanno uno splendido pollo alla churrasca e si mangia veramente bene, ma serve prenotare qualche settimana prima, quindi fatemi sapere.

Dove si trova?
La ludoteca è sita a Brescia, via colle di Cadibona, 5.
Per chi non avesse il navigatore satellitare, o arrivasse in treno, fatemi sapere che vedo di raccattare una spiegazione semplice.

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Iniziamo con le cose importanti: spiegare cosa è lo strinù.
Lo strinù non è una salamella è una fede.
Lo strinù non teme le braci, lo strinù le domina.
La ricetta: L'impasto è composto da carne mista suina (70%) e bovina (30%) con l'aggiunta, per la concia, di sale, pepe, aglio, cannella, noce moscata, chiodi di garofano e vino.
Quindi non è la solita salamella: è la salamella con vinbrulé

Perché una con Bresciana?
Perché siamo in metà di mille e non riusciamo - come si dice da noi - tira n'sema la lana del ca.
Quindi invito tutti i gli uomini di spirito Bresciani - e non - a dare un contributo alla discussione, altrimenti siete conigli.

Quando?
Il quando è il difficile, io proporrei una data inedita: Agosto. Agosto è il mese in cui ci sono i nostri amici che stanno nelle grandi città - ok anche Brescia è una città, ma in mezz'ora sei sulle sponde di un lago... quindi i problemi sono minimi - e che hanno lavoro da fare pensano di scappare a gambe levate: troppo caldo, troppa afa, troppo tutto.
Inoltre Agosto è un mese dove, sui laghi, ma anche nelle zone delle valli ci sono attività estremamente interessanti.
Io non scarterei nemmeno ferragosto per i motivi sopra esposti e perché ci sono una marea di notti bianche dove abusare di alcool e cibo.

Dove?
Ecco, mi ricordo che Rob Aveva proposto una location interessante a Montichiari, mi pareva un rifugio se si hanno ancora i contatti chiedere la disponibilità, una volta stabilito quando sarebbe ottimo.
L'idea è quella di trovare proposte dove poter: essere vicini ad uno specchio d'acqua o essere abbastanza in alto da non soffrire il caldo... almeno fino a quando si è ubriachi; scherzi a parte dovrebbero essere proposte concrete, quindi dove si indicano spazi e alternative.

Io di mio posso Proporre Pisogne, non ho posti dove farvi dormire, ma ho spazi a disposione che mi verrebbero dati aggratis - come una tenso-struttura all'interno del parco comunale.
La cosa comoda sarebbe per gli amici e quant'altro, perché nei dintorni c'è parecchio da visitare, dalle incisioni rupestri della vallecamonica - posso prenotare direttamente io la guida nel caso -, al giro in battello fino a Mont'Isola.

Cosa si mangia
Che domanda del... hem! Grigliata a base di strinù.

Cosa si beve
Ovviamente vino delle terre di Franciacorta: che diamine!
So che ci sono aporocrifi a cui il vino non piace, a loro faremo bere l'acqua del lago o dello scarico. No, vabbé una bella cassa di S.Miguel per tutti :D

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General / [Aiuto]Invito in trasmissione: the real gamers
« il: 2010-04-10 09:34:07 »
Ok, ho ricevuto un invito a partecipare a questa trasmissione per parlare un po' del mondo indie.
Ora, non so voi, ma francamente io non mi ritengo un granché esperto.
Quindi chiedo:
[ulist]
  • Qualcuno di voi che fate/traducete i GDR vorrebbe partecipare alla trasmissione? L'invito è per mercoledì 14 e la trasmissione viene registrata dalle 16.30 alle 17.45. Anche solo per evitare il monologo/montaggio. Per quanto sia una cosa dell'ultimo momento, mi piacerebbe avere dei rappresentati di Janus, Narrattiva, Coyote.
  • Chiedo consiglio sugli argomenti che mi piacerebbe trattare:
[ulist]
  • Come è nato il sito e su che basi portarlo avanti The forge;
  • Primi giochi prodotti, ma sopratutto i primi esperiementi editoriali di Edwards;
  • The Nuked Apple Cart e il ragionamento sul sistema editoriale dietro al gdr mainstream;
  • Produzione italiana: che si può suddividere anchessa in sistema che funziona per i numeri del mercato attuale; giochi editi[/ulist][/ulist]

    Secondo me è un ottima occasione, chi vuole contribuire è il bevenuto, servono e urgono contributi per dare una mano a far uscire in maniera decente la trasmissione, sopratutto non ho alcuna intenzione di fare dei servizi impreparato, nel caso declinerò l'invito dando i vostri contatti per future registrazioni.
    Grazie a tutti.

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Dimostrandosi una delle iniziative più interessanti nel gessato ed elefantiaco panorama degli inserti di giornale R2 di Repubblica ha pubblicato questo racconto di di John Lecarré, che, visto il debito che Spione ha nei confronti dell'autore, mi pareva corretto riportare, anche per avere una visuale da parte dell'autore di quello che per lui è tracciare una storia di spie venute dal freddo.

L'articolo lo trovate a questo indirizzo:
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/03/08/news/lecarre_racconta-2549389/

Di seguito lo riporto, cosicché possiate evitare di usare un link, cosa che, di questi tempi, pare che venga laragamente considerata una fatica ;): buona lettura.

[align=center]Così incontrai la mia spia venuta dal freddo
[/align]
In un primo momento si pensa di sapere esattamente da dove vengano. Gente incontrata magari a un ricevimento, intrattenuta per qualche istante di conversazione e mai più rivista. Ma quei pochi minuti sono bastati: hai preso il via. O almeno credi. Oppure ti arriva all'orecchio qualche parola a una fermata dell'autobus o davanti al banco di gastronomia. Hai percepito qualcosa. Nella faccia, nel modo di camminare e di vestire, nella voce, in quel piccolo grumo di parole. Un'emanazione di dolore o di felicità, di rassegnazione o anche semplicemente di inadeguatezza. O magari qualcosa di paterno. O di materno. Un senso di orgoglio o di sconfitta. E quel qualcosa ti dice: "Eccomi, sono io quello che cercavi. Prendimi. Portami in giro a giocare con te. Dammi la forma che vuoi per i tuoi propositi, e io sarò il tuo sodale segreto". Ma forse alla fin fine tutto questo, in quel dato momento, sta nella mente dello scrittore uscito a caccia di una preda, affamato, occhi e orecchie spalancati, animato dall'unico desiderio di veder emergere la persona giusta. Come quando hai bisogno di qualcuno di cui innamorarti, e all'improvviso  -  sorpresa!  -  lo hai trovato. Questione di un attimo. Bingo!

Solo che non è mai bingo, come ogni scrittore sa bene. È l'inizio di un lungo viaggio nell'ignoto, e l'unico sodale segreto che ti viene dato è una piccola parte di te, percepita solo a metà e infilata in un guscio altrui per lavorarci sopra a lungo, cincischiarla con insistenza, con puntiglio. Finché alla fine, se hai fortuna, prendi il volo; e allora il personaggio diventa qualcosa come una remota ma credibile parte di te. Certo non quello che vedi nello specchio, ma qualcosa di intimo, profondamente sepolto da qualche parte, e magari neanche lo sapevi prima che avesse annunciato la sua presenza. Ma tutte le sue necessità, le sue aspirazioni, le sue debolezze sono le tue, per quanto diverso possa essere per nascita, origine, età, classe o sesso.

* * *

Se la memoria è una puttana, quella di un vecchio romanziere è una cocotte di lusso. Di fatto però, nel caso de La spia che venne dal freddo, scritto mezzo secolo fa, sono stato abbastanza coerente su chi fosse il mio sodale segreto, quello che mi ha fatto saltare il fosso. Ero seduto al bar nella hall delle partenze all'aeroporto di Londra; i voli erano in ritardo. A un certo punto apparve accanto a me un inglese sulla quarantina, viso asciutto da viaggiatore incallito, che ordinò un doppio scotch liscio senza ghiaccio. Impermeabile marroncino imbrattato, scarpe consunte, faccia abbronzata e sbattuta dall'aria esausta, scuri occhi celtici. Classe da ufficiale, come usavamo dire a quei tempi, e schiena da soldato, malgrado le spalle curve. Ma solo nel momento in cui pagò il suo scotch seppi di averlo trovato. Affondò la mano nella tasca dell'impermeabile e gettò sul banco una manciata di monete delle più diverse valute europee - franchi francesi, lire, marchi tedeschi e così via, sicuramente troppe  -  borbottando al barista: "Si paghi!" con tono quasi di sfida. Quello stava per dargli una rispostaccia, ma poi cambiò idea  -  saggiamente, a mio parere - e incominciò a scegliere con calma le monete fino a raggranellare l'importo che gli serviva. Nel frattempo il mio sodale, che in pochi attimi aveva finito il suo scotch, si eclissò senza una parola, lasciando sul banco le monete residue. Per quanto mi era dato sapere, avrebbe potuto essere un commesso viaggiatore stanco e in cattive acque. Ma per me era Alec Leamas, agente bruciato dell'Intelligence britannica, che poco prima aveva visto ammazzare l'ultima delle sue spie nella Germania Est davanti al Muro di Berlino appena costruito.

Ma perché mai ha rappresentato per me, in quel preciso momento, quel particolare personaggio? Perché per alcuni secondi quello ero io. Avevo visto sorgere il Muro di Berlino, ero in piena crisi coniugale e incominciavo a sentirmi deluso del mio ruolo tutt'altro che drammatico nel gigantesco retrobottega della guerra fredda. Ero alla ricerca di un sodale segreto che mi aiutasse a dire qualcosa del tipo: versione adulta di me stesso in un momento fatidico, a un punto emotivamente cruciale.

I nostri genitori, insegnanti e amici d'infanzia ovviamente non sono i sodali segreti che più tardi scegliamo, apparentemente a caso, anche se poi sono proprio loro a influenzare le nostre scelte più di quanto pensiamo. Sono lo strumentario di base che ci viene consegnato il giorno in cui montiamo i nostri baracchini da romanzieri. Eppure sono convinto che se ho impiegato ben diciassette anni a produrre il personaggio letterario di Dima, lo devo alla buonanima di mio padre. Avevo incontrato Dima in un night di Mosca nel 1993, con l'aiuto di alcuni intermediari del Kgb; ma soltanto ora questo boss, a suo tempo uno dei grossi calibri della mafia russa, ha trovato posto al centro del romanzo che ho finito di scrivere qualche settimana fa.

Mi spiego meglio: mio padre, personaggio imperscrutabile, esagerato, adorante, era un truffatore che imbrogliava anche se stesso, e aveva subito pene detentive severe, in Gran Bretagna e altrove. Ho aspettato metà della mia vita di scrittore prima di tracciare il suo ritratto in Una spia perfetta, ma non sono mai riuscito a esorcizzarlo: come avrei potuto? Ora, volgendo lo sguardo indietro, ho la certezza che quella notte a Mosca, quando attraversai la pista da ballo per mettermi in ginocchio davanti a Dima con la più seria intenzione di scandagliare il fondo della sua anima criminale, in realtà al tempo stesso tentavo di investigare l'anima di Ronnie, mio padre.

Come mai in ginocchio? Ero accompagnato dal mio interprete e da una guardia del corpo, un certo Pusya, campione di lotta nazionale dell'Abkhazia. In quei giorni la Russia era il selvaggio Est. Di fatto lo è tuttora, ma nei ruggenti anni Novanta si notava di più. Il night era sorvegliato da un plotone di forze speciali dell'Afganistan, con tanto di bombe a mano infilate nei cinturoni. Le hostess erano ragazze di campagna traballanti sugli altissimi tacchi che non erano abituate a portare. Dima fece la sua apparizione alle due di notte, circondato da uomini dai capelli cortissimi, tutti vestiti di nero, e da un paio di belle donne coperte di diamanti. Era calvo e portava tatuaggi sulla prima falange di ognuno dei suoi enormi pollici. Provate a fare un misto di Kojak e dell'uomo Michelin, e avrete un'idea di Dima.

Il night era disposto come un teatrino, con le poltrone allineate di fronte alla pista da ballo. Uno del seguito si avvicinò per dirmi che Mister Dima avrebbe gradito parlare con noi. Ma parlare come? Si poneva un problema logistico, dato che il boss occupava una poltrona della prima fila, con gli uomini del suo seguito seduti ai due lati; e per di più la musica era assordante. Il mio interprete trovò la soluzione: mettersi in ginocchio. Fu così che ci inginocchiammo come due comunicandi davanti all'altare di Dima.

Lo pregai arditamente di togliersi i Ray ban, cosa che fece, con mia sorpresa. Poi gli chiesi quale fosse la sua consistenza patrimoniale al netto  -  una domanda che mio padre avrebbe eluso, dato che la risposta sarebbe stata invariabilmente zero. Ci attestammo su una cifra di 50 milioni di dollari e rotti. Quando gli domandai se pagava le tasse si mise a ridere e disse che lo Stato era merda. Aveva figli  -  come me, ad esempio? Sì. E nipotini, come i miei, ad esempio? Sì. A questo punto tirai fuori la mia golden bullet, la domanda che avevo tenuto in serbo fin dall'inizio di quella conversazione urlata per coprire il fragore della band: "Ovviamente  -  gli dissi  -  per lei non è molto difficile far soldi in una Russia in mano al crimine". Lui assentì: "Difatti, non è molto difficile".

Sempre in ginocchio, gli impartii un predicozzo. Anche i grandi feudatari dell'America moderna, dissi, i vari Rockefeller, Carnegie o J. P. Morgan erano dediti alla rapina. Ma invecchiando e guardando ai loro figli e nipoti, e quindi anche alla società che avevano depredato, avevano incominciato a sentire il bisogno di rimettere qualcosa nel piatto, in favore della posterità; e si erano messi a costruire università e ospedali, scuole e chiese e ospizi per i poveri. "Non crede, Dima, che un giorno anche lei deciderà di costruire qualche ospedale?" dissi, ricordando forse tutte le volte che avrei voluto chiedere a mio padre se non avesse mai pensato di rimettersi sulla retta via.
Dima mi rispose alzando la voce, con un accento che al mio orecchio speranzoso sembrava lirico. Parlò senza una sola pausa. Il mio interprete non si azzardò a interromperlo, limitandosi ad assentire in attesa che dicesse tutto quanto aveva da dire; e quando alla fine si rivolse nuovamente a me, notai sul suo viso un leggero pallore, un'aria quasi di reverenza. "Mister David - mi confessò in un sussurro  -  sono spiacente, ma Mister Dima ha detto vaffanculo".

Anche se aveva un suo lato ruvido, mio padre buonanima non avrebbe mai detto una cosa del genere. Si sarebbe messo una mano sul cuore, alla Tony Blair, spiegando con la sua voce più melodiosa, che sembrava scendere direttamente da un pulpito, come l'unico scopo della sua vita, figliolo, fosse quello di costruire ospedali per i poverelli figli di Dio. Poi avrebbe sospirato abbassando lo sguardo e scuotendo la testa, come a dire che il mondo non gli avrebbe mai reso giustizia  -  ma pazienza. Dopo di che avrebbe ordinato una bottiglia di champagne, chiedendomi se per caso mi avanzassero un po' di royalty da investire, dato che era venuto a sapere di un simpatico ospedaletto, in vendita a un prezzo stracciato. Forse per questo mi ci son voluti diciassette anni per scavalcare l'ombra di Ronnie e trovare un sentiero verso il cuore di Dima.


(©2010 John leCarré / Agenzia Santachiara. I libri di John leCarré sono pubblicati in Italia da Mondadori
Traduzione di Elisabetta Horvat)

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Riporto di seguito un dibattito fra me, Vittorio e Davide.
Gli argomenti sono vari, ma riguardano tutti l'approccio accademico e se o meno, un accademico, dovrebbe conoscere il Big Model.
La lettura è interessantissima, almeno, per me è stato interessante dibattere e credo sia utile continuare a farlo, ma in altra sede rispetto a quella degli articoli.

Citazione
[cite]Autore: fenna[/cite][p]@Lord Zero
Ci sono almeno due motivazioni a mio avviso validissime alla tua obiezione.
La prima è il quando ed è già stata fatta notare.[/p][p]La seconda riguarda le modalità in cui gli articoli e il Big Model sono stati esposti, cioé pur essendo prodotti da accademici non sono stati pubblicati in ambito accademico, ne dibattuti se non nell'ambito del game-design dei gdr e nell'ambito del fandom, questo preclude l'accesso a coloro che fanno studi in merito. Il che non rende difficile il reperimento dei dati, ma ne rende delle fonti "fuori dal giro" e probabilmente accademicamente poco affidabili, quindi non credo. Forse l'unica delle critiche che ancora regge di quelle che avevo mosso a suo tempo.[/p][p]La terza è legata al contenuto del testo che ha prodotto, cioé l'articolo non voleva indagare il rapporto regole nel gdr, ma la finzione e il gioco.[/p][p]Aloa![/p]


Citazione
[cite]Autore: Lord Zero[/cite]
Citazione
[cite]Autore: Rafu[/cite]
Citazione
[cite]Autore: Lord Zero[/cite][p]Per essere un articolo universitario, manca una solida base sulle più recenti tecniche di design.[/p]
[p]Considera che i due articoli sono datati al '99 e al 2000.[/p]
[p]Beh, in effetti questo spiega diverse cose. :-)[/p]
Citazione
[cite]Autore: fenna[/cite][p]La seconda riguarda le modalità in cui gli articoli e il Big Model sono stati esposti, cioé pur essendo prodotti da accademici non sono stati pubblicati in ambito accademico, ne dibattuti se non nell'ambito del game-design dei gdr e nell'ambito del fandom, questo preclude l'accesso a coloro che fanno studi in merito. Il che non rende difficile il reperimento dei dati, ma ne rende delle fonti "fuori dal giro" e probabilmente accademicamente poco affidabili, quindi non credo.[/p]
[p]D&D non è una fonte accademicamente affidabile, non più di quanto lo siano The Forge o i gdr forgiti (sebbene il discorso sul periodo da solo mi smentisca lol). Ma in realtà, una qualsiasi ricerca degna di questo nome, non può estraniarsi dal resto del mondo e considerare come uniche fonti quelle delle pubblicazioni accademiche (sarebbe quantomeno bizzarro).[/p]
Citazione
[cite]Autore: fenna[/cite][p]La terza è legata al contenuto del testo che ha prodotto, cioé l'articolo non voleva indagare il rapporto regole nel gdr, ma la finzione e il gioco.[/p]
[p]Si, ma è quasi la stessa cosa. Giocare con la fiction... cos'altro sarebbe un gdr se non questo? ;-)[/p]


Citazione
[cite]Autore: fenna[/cite][p]@Lord Zero
Stai pigliando fischi per fiaschi e probabilmente hai voglia di discutere causa insonnia.[/p][p]D&D viene citato come testo, il contenuto non importa che abbia valenza accademica è un riferimento bibliografico o, in questo caso, l'oggetto di alcune speculazioni.
Se cito un modello devo essere conscio del contenuto dello stesso, delle critiche e della valenza dello stesso; usare come fonte valida una tesi uscita da un programma di Giacobbo per un articolo accademico, probabilmente è usare una fonte poco affidabile e contestabile: di solito non è cosa buona.
Una ricerca degna di questo nome non può essere fatta su fonti di dubbia provenienza.[/p]
Citazione
[p]Si, ma è quasi la stessa cosa. Giocare con la fiction... cos'altro sarebbe un gdr se non questo? ;-)[/p]
[p]A questo punto ti invito a leggerti l'articolo per intero.[/p][p]Aloa![/p]


Citazione
[cite]Autore: Lord Zero[/cite]
Citazione
[cite]Autore: fenna[/cite][p]Una ricerca degna di questo nome non può essere fatta su fonti di dubbia provenienza.[/p]
[p]Guarda che non stiamo parlando di dubbia provenienza... ma di cosa considerare fonte e cosa no. Non confondiamo l'oggetto osservato con l'analisi scientifica dello stesso, c'è una bella differenza. The forge non è di dubbia provenienza, ne lo è D&D. Sono cose reali e concrete, osservabili ed analizzabili, ergo possibili di studio scientifico. E possono essere considerate fonti attendibili e veritiere sia del fenomeno gdr, sia delle teorie di design sul gdr.
Da una parte abbiamo un prodotto (il D&D), dall'altra però abbiamo un insieme di osservazioni e descrizioni sull'attività del gdr molto ben accurate, scientifiche, e degne di considerazione, con tutti i "dati" disponibli e consultabili facilmente... e quindi anche suscettibili di analisi e critica.[/p][p]Si potrebbe affermare che la teoria forgita, pur non rappresentando un riferimento accademico formale, in quanto non pubblicazione accademica, debba essere però considerata nell'analisi del fenomeno gdr o delle attività ludiche che riguardano il "giocare con la fiction e nella finzione". Ignorarla, significa semplicemente fare un pessimo lavoro... ovviamente se l'articolo venisse scritto oggi.[/p]
Citazione
[cite]Autore: fenna[/cite]
Citazione
[p]Si, ma è quasi la stessa cosa. Giocare con la fiction... cos'altro sarebbe un gdr se non questo? ;-)[/p]
[p]A questo punto ti invito a leggerti l'articolo per intero.[/p]
[p]Si ho letto, e so che non è un articolo sul gdr, d'accordo. Ma io mi riferivo ovviamente solo alla parte di articolo che parla di gdr...[/p]

13
Segnalo, vista la tarda ora e l'insonnia dovuta a cena pesante, due link ad articoli estremante interessanti sul gioco e l'approccio semiotico, che credo possano risultare interessanti.
Regole &/vs Libertà
Giocatori bugiardi & interpreti sinceri
Ci sono altri articoli estramente interessanti, il fatto che non sia più aggiornato da tempo mi fa pensare che l'esperienza si sia conclusa, però mi pareva giusto segnalarli.

14
Ciao a tutti,
dopo giorni in cui "smanetto" con il Dell Mini 10v di mio fratello, giorni che smanetto senza ottenere risultati per:
- regolare la risoluzione dello schermo, ferma a 800x600;
- ma sopratutto contro l'inutile driver poulsbo che la intel si rifiuta di sviluppare,

Prima di provare ad installare Hardy 8.04, mi son chiesto se ci fossero altre distro in cui il problema fosse invece stato risolto e se qualcuno le avesse provate su netbook, ed è proprio questo il consiglio che vi porgo.

Onestamente mi piange un po' il cuore, perché con Ubuntu 9.04 mi son trovato veramente da dio sul mio vecchio portatile, ma diamine sto veramente diventando cretino: la netbookremix, senza la scheda grafica settata ha il problema della lentezza dell'interfaccia grafica; stesso problema, ma decisamente peggio con Ubuntu Moblin Remix: l'effetto rallentatore, in questo caso è da suicidio.
Con Jaunty gira, ma con i problemi sopra descritti.

A mio fratello basta che il pc funzioni e possa videochiamarsi con la ragazza polacca su skipe, quindi tenete presente distro in cui sia possibile attivare repository proprietari; aggiungo, tenete presente distro facili da installare.

Aloa!

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Pattumiera / [CnV][città] Branchester Woods - consigli
« il: 2009-12-02 21:39:25 »
Ciao ragazzuoli, visto che domenica sono in ludoteca a Brescia e ho promesso di portare Cani da far provare, mi son detto: stavolta mi faccio una città. Di solito uso  Orchard Plains Branch, sia perché mi piace un sacco, sia perché non sono dotato di una grande fantasia e portando una città testata più volte vado sul sicuro e faccio meno fatica.
Il frutto delle mie "fatiche" è questo, mi piacerebbe avere un opinione, ma sopratutto consigli per migliorarla.
Ringrazio sin da subito per l'aiuto

Nb Bruno, Francesca, fate che Smettete di leggere, che se riesco a sistemarla grazie a questi baldi giovini, nel periodo natalizio la si gioca ;)


[size=16]Branchester Woods[/size]

1a ORGOGLIO
Fratello Hamilton è sempre è stato un uomo retto e onesto; proprio per il suo comportamento, crede che sia giusto che il Signore della Vita gli conceda una seconda moglie, così da poter avere i figli che sua moglie, sorella Ester, a causa delle sue condizione cagionevole di salute non è mai stata in grado di dargli.
1b INGIUSTIZIA
Per questo passa tutto il tempo a corteggiare, di nascosto, sorella Electa, la giovane più bella del villaggio, trascurando sempre di più sua moglie.

2a PECCATO
Fratello Hamilton oramai è ossessionato da sorella Electa, la corteggia costantemente e una notte la convince a concedersi a lui mentre la moglie soffre.
2b ATTACCHI DEMONIACI
Il raccolto di tutti da scarsi frutti, al limite del sostentamento.
Le donne partorienti hanno parti plurimi. Fra più colpito è fratello Malachia, amato fratello maggiore di Ester, oltre ad un raccolto scarso si aggiunge la disgrazia di un parto trigemino.
La carestia ha portato i cuori ad indurirsi e per quanto Malachia chieda aiuto ai suoi concittadini si ritrova con un pungo di mosche: se sua moglie non potrà nutrirsi non produrrà latte e i sui bambini saranno costretti a morire di fame.

3a FALSA DOTTRINA
Malachia incolpa fratello Cyrus, l’anziano sovrintendente del ramo, dello sfacelo della città: il signore della vita non può aver veramente incaricato lui di guidare la città.
3b VENERAZIONE CORROTTA
Malachia convince fratello Angust e fratello Virgil, rispettivamente fratello maggiore e cugino di Electa, neopadri e entrambi colpiti duramente dalla carestia, che c’è da fare qualcosa e c’è da farla subito: la colpa di tutto questo è di Cyrus, incapace di guidare la comunità e di far arrivare le suppliche degli ammalati al signore della vita.

4a FALSO SACERDOZIO
Le parole di Malachia non passano inosservate e trovano l’appoggio di fratello Augus e suo cugino, fratello Virgil, entrambi colpiti duramente dalla carestia, entrambi in cerca di un leader che dia speranza e di qualcuno su cui sfogare la loro frustrazione.
Decidono così di non presentarsi più alle funzioni e di pregare insieme accanto agli ammalati.
4b STREGONERIA
Malachia, rinnega il signore della vita, colpevole di averlo ridotto in quelle condizioni e si rivolge ai demoni: ogni sera, attraverso la preghiera e l'accensione di candele, li prega di un secondo raccolto cosicché possa nutrire sua moglie e i suoi figli non possano sopravvivere.
Di nascosto nel suo fienile, Malachia celebra veri e propri riti a cui assistono, Angust e Virgil. Il loro raccolto fiorisce un'altra volta, ma così facendo rafforza i demoni che regiscono rubando la salute alle altre donne.
Ben presto tutte le neo madri della città si ammalano degli stessi sintomi di Ester.

5a ODIO E OMICIDIO
La situazione si fa pesante per Cyrus , da molte parti ci sono pressioni affinché prenda una decisione e In molti si stanno iniziando a lamentare del suo operato, sente che se non fa qualcosa subito il suo ruolo di sovrintendente sarà affidato a qualcun’altro.
Decide che le donne malate, anche quelle che mostrano primi sintomi della malattia, debbano essere rinchiuse nel tempio e tenute lontane da tutti, perfino dai loro neonati, sistema difronte al tempio anche un paio di uomini per essere sicuro che nessuno possa entrare.
Le cose non migliorano, le balie e il latte delle vacche non basta ad allattare tutti i bambini orfani delle loro madri. Le cose per fratello Cyrus vanno sempre peggio e sente che sta perdendo la propria comunità: deve risalire alla fonte della malattia e di estirparla; va a casa di fratello Hamilton, prende Ester per i capelli e la trascina nella pubblica piazza, la cosparge di olio sacro e le da fuoco.

A questo punto arrivano i cani.

6a COSA VOGLIONO I CITTADINI DAI CANI?
Hamilton: vuole che i Cani non si intromettano e che se ne vadano al più presto possibile
Ester: vuole che i Cani la curino e benedicano e si prendano cura del marito e di suo fratello.
Electa: vuole che i Cani la assolvano dal suo senso di colpa e celebrino la sua unione con fratello Hamilton
Cyrus: vuole che i Cani Vuole che approvino la purificazione e decretino che era nel giusto, rinnovino l’onore della sua carica.
Malachia: vuole che i Cani puniscano Cyrus per la sua incapacità e proclamino lui come nuovo sovrintendente; poi se ne vadano.
Angust e Virgil: vogliono che i cani proclamino sovrintendente Malachia e vogliono che le loro mogli guariscano.
6b COSA VOGLIONO I DEMONI?
Demoni vogliono che i Cani proclamino che Ester è la causa della malattia.
Vogliono che i cani appoggino Malachia e esautorino Cyrus come Sovrintentende.
Vogliono i mariti le cui donne sono rinchiuse si uniscano al culto.
6c SE I CANI NON FOSSERO MAI VENUTI?
Fratello Cyrus avrebbe ucciso, purificandola con il fuoco, sorella Ester nella pubblica piazza.
Malachia avrebbe raccolto la rabbia e il senso di colpa di Hamilton e l’avrebbe spinto ad uccidere Cyrus.
Hamilton, sentendosi in colpa per la morte di sua moglie non sposerà mai Electa che sentendosi abbandonata dall’uomo che ama si suiciderà.
Gli ammalati rinchiusi nella chiesa sarebbero peggiorati e infine morti; la carestia e la morte delle loro madri avrebbe costretti i bambini ad una morte lenta e atroce per inedia.
Davanti alla morte delle loro mogli, dei loro figli e alla mancanza di aiuto diretto di chicchessia, i cittadini avrebbero eletto Malachia come nuovo sovrintendente.
Gli sforzi di Malachia non avrebbero portato alla fine della carestia, così, i cittadini, avrebbero sfogato la propria rabbia e frustrazione, prima in accure reciproche, poi in accuse uno verso l’altro, in fine all’autodistruzione.

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