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Topics - Elisa Greco Gambino

Pagine: [1]
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“Eravamo tutti giovani, pieni di entusiasmo. Eravamo pronti a prendere a calci i nazisti. Volevamo che Varsavia vivesse.
Ah! Varsavia.
Per quanto i Nazisti abbiano fatto, era pur sempre casa nostra: e non c’è nessun posto migliore di casa.
Ricordo ogni viso, di tutti i ragazzi e le ragazze che con me hanno combattuto. Hanno lottato con tutte le loro forze. Nonostante il sangue e il sudore, la fame e le macerie, abbiamo combattuto fino alla fine.
Alcuni fino alla resa, altri fino al loro ultimo respiro.
Ogni uno di loro, ogni uno dei loro volti, lo ricordo come se fossero ancora qui con me.”

Roman “Mustang” Skiba - 2 luglio 2008



Capitolo 1 (missione vinta)
2 luglio 1944.
Era un’estate insolitamente calda. Forse eravamo solo tutti presi dalla guerra, eravamo giovani. Eccitati perchè stavamo combattendo per proteggere la nostra Varsavia. La nostra casa.
Ci affidavano le missioni più disparate. Quel giorno, lo ricordo come fosse ieri. E’ il giorno in cui ho conosciuto August Kretschmann, era un grande comandante, prima che tradisse il nostro paese!
Il comandante ci aveva ordinato di portarlo al quartier generale, voleva sapere tutto quello che quel bastardo aveva spifferato alle truppe Tedesche.
Ricordo che in mezzo alla folla c’eravamo io, Zodiak, Zeus e Guta. C’erano un sacco di tedeschi in giro e la folla spingeva per dire la sua contro Kretschmann.
So di aver perso di vista Zeus e Guta, l’ultima volta che li avevo visti erano finiti in una specie di rissa fra polizia polacca e militari tedeschi, ma io e Zodiak dovevamo portare a termine la missione. Di sicuro Zeus, se la sarebbe cavata.
Nelle fogne della città, un gruppo di Schiere Grigie portava Kretschmann, mentre io e Zodiak ci siamo premurati di distrarre i tedeschi da quello che stava succedendo sotto i loro piedi.
All’epoca eravamo parecchio coraggio e non pensavamo molto alle conseguenze.
Una missione era una missione e andava portata a termine.
Non senza perdite. Quel giorno una delle nostre giovani sentinelle, Marek, di soli 9 anni, troppo giovane e inesperto ha perso la vita per colpa dei soldati nemici.



Capitolo 2 (missione vinta)
27 luglio 1944.
In quei giorni, Radio Folgore, ci teneva al corrente di tutto ciò che accadeva fuori dai nostri confini. Ci rassicurava sui movimenti delle truppe Sovietiche, ogni giorno che ci portava buone notizie dalle truppe rosse, era un giorno di speranza in più per la città.
Nonostante tutto, c’era sempre qualcosa da fare. Ci muovevamo per le macerie della città, evitando in Nazisti o prendendoli in giro, da un posto all’altro.
Veloci e quasi invisibili.
C’era una rete di comunicazione impeccabile, ma quel giorno qualcosa è andato terribilmente storto. Uno dei nostri anziani ci è morto davanti agli occhi mentre ci consegnava un pacco, che si era rivelato essere pieno di fogli bianchi. I soldati tedeschi avevano piazzato delle cariche sul ponte Poniatowski, proprio dove il “nonno” ci stava aspettando.
Credo che fosse quello il momento preciso, in cui tutti noi abbiamo capito che stavamo facendo sul serio.
In quel momento siamo tutti cresciuti e siamo diventati uomini.



Capitolo 3 (missione vinta)
1 Agosto 1944
Il giorno in cui, attraverso Radio Folgore, abbiamo ricevuto il comando ufficiale dell’inizio delle ostilità, eravamo già tutti pronti.
Erano giorni che nelle Schiere si avvertiva la tensione.
Withold era il comandante della nostra sezione, era un uomo sui 35. Tutti però lo chiamavamo Elf, usare degli pseudonomi ci rendeva in qualche modo unici. Era lui che ci dava gli ordini e quel giorno, ci ordinò di attraversare tutta la città e portare le armi al gruppo Hal. Per combattere i tedeschi, avevamo bisogno di tutte le armi che potevamo raccogliere.
Tutto era cambiato, ma ci stavamo adattando. Sapevamo riconoscere le scorciatoie, i tedeschi erano prevedibili ormai, sapevamo dove si sarebbero posizionati e poi avevamo Zeus e Lech. All’epoca erano i più grossi e spavaldi della nostra sezione. Non perdevano occasione per sfidarsi e farsi beffe dei soldati nemici.



Capitolo 4 (missione vinta)
2 Agosto 1944
Eravamo pronti a combattere contro i tedeschi, se solo le truppe sovietiche si fossero fatte vive, ma non per questo ci tiravamo indietro a portare a termine altre missioni.
Quelli che erano rimasti in città, avevano bisogno di tenere alto il morale, non si trattava solo di proteggere la città, ma anche lo spirito di chi ci abitava.
Elf ci ha chiamati tutti, anche Lech,Janek e Jolanta per fornire il servizio di posta che mancava da molto. Anche missioni del genere, sebbene sembrino semplici, avevano i loro pericoli.
I fogli bianchi che ci aveva portato il “nonno”, erano stati usati per scrivere delle lettere e andavano consegnate ai loro destinatari.
Avremo tanto voluto poter consegnare tutte le lettere, ma per alcune era troppo tardi.
La gente moriva più velocemente di quanto noi riuscissimo a contare.
Nessuno escluso. I tedeschi non avevano pietà, nemmeno per i bambini. Mi hanno sempre dato l’impressione che tante volte uccidessero per noia, più che per dovere.



Capitolo 5 (missione vinta)
4 agosto 1944
Radio Folgore trasmetteva su frequenze illegali e per brevi comunicati. Non potevamo rischiare che i Tedeschi sentissero le nostre comunicazioni. Era una grande compagnia, però. Ci faceva sentire tutti più uniti, ci faceva sentire parte di qualcosa di più grande di noi e a volte ci rendeva orgogliosi di quello che facevamo.
Rendevano onore ai caduti delle nostre Schiere, ma incoraggiavano quelli di noi che invece continuavano a prestare servizio.
Delle volte però, portava notizie di alcuni traditori. Maria Dunajewski era una di loro, aveva consegnato alle SS alcune delle nostre menti più illustri, professori che vennero trucidati barbaramente dalle stesse SS.
Quel giorno fu uno dei giorni più estenuanti, dare la caccia a Maria Dunajewski ci impegnò tutti, era riuscita a prendere un treno nascondendosi fra il bestiame. Aveva tradito per proteggere la figlioletta, ma purtroppo sapere che cosa aveva raccontato era troppo importante.
Portammo a termine la missione e la riportammo all’Esercito Nazionale.
Ogni informazione c’era utile.



Capitolo 6 (missione persa)
7 agosto 1944
I Tedeschi non si fermavano davanti a niente e nessuno. Erano molto meglio equipaggiati di noi, nonostante tutto non perdevano mai occasione per accanirsi contro chi non poteva difendersi.
Il giorno in cui presero il controllo dell’ospedale di San Lazzaro, fu uno dei peggiori. Cercavamo di entrare da diversi punti dello stabile, ma ogni nostro tentativo non ci porvava da nessuna parte.
Abbiamo perso uno dei nostri Scout, Ian, aveva solo 11 anni, ma non si era mai piccoli abbastanza quando le SS trucidavano tutta la tua famiglia.
Beker era un maresciallo delle SS e ce lo trovavamo sempre in mezzo ai piedi, quel giorno ha quasi ucciso anche Jolanta, siamo scampati per un soffio a morte certa, tutti quanti.
Abbiamo dovuto arrenderci e lasciare l’ospedale in mano loro.



Capitolo 7 (missione persa)
14 agosto 1944
Era una mattina di sole quando Henryck ci aveva radunati tutti. Il morale delle truppe polacche stava lentamente venendo meno, Varsavia bruciava e veniva distrutta e i Tedeschi avevano la meglio sui Sovietici… e dall’Europa non giungeva nessuno, nonostante i nostri accorati appelli.
Anche Elf, nostro comandante, alla fine aveva deciso di cercare di salvarsi la pelle e tradire le nostre Schiere.
Nessuno di noi ha mai veramente capito il perchè, mi chiedo tutt’ora che cosa lo ha spinto a farlo, ma col senno di poi il morale in quei giorni era davvero a terra, non vedevamo via d’uscita, l’esercito stava perdendo la speranza.
Nonostante la caccia, nonostante fossimo riusciti più di una volta ad arrivargli vicino, il dolore per il suo tradimento, ci ha impedito di prenderlo.
Credo che vederlo in compagnia di Becker… ci abbia tolto gran parte delle nostre speranze di una Varsavia di nuovo nostra.

(missione persa, nessuno ha voluto cambiare il dado per veder morire Elf)

Capitolo 8 (missione persa)
2 settembre 1944
Le nostre speranze stavano scemando. Non c’era nessuna buona notizia dalle truppe Sovietiche. Radio Folgore, quel giorno, inviò l’ultima richiesta di aiuto alle truppe Inglesi. Le munizioni stavano per terminare, il cibo non sapevamo neppure che sapore avesse da un po’. I continui tradimenti che decimavano il nostro esercito e le Schiere Grigie, stavano facendo crollare ogni speranza, così come Varsavia crollava sotto i nostri occhi.
Nell’ultimo disperato tentativo di ricevere aiuto, ci è stata affidata la missione di raggiungere l’ambasciata Britannica, ma fra noi e loro si staglia un enorme accampamento Nazista.
Eravamo stanchi, affamati, andiamo avanti per forza di inerzia e con quel briciolo di speranza che potesse esserci un futuro migliore.
Io e Lech, stavamo valutando l’idea di fuggire, fino a quando non abbiamo trovato il corpo senza vita di mio fratello maggiore.
La disperazione e la rabbia, avevano preso il sopravvento. Volevo uccidere ogni nazista che si parava davanti a noi e arrivare all’ambasciata Britannica.
Ricordo che eravamo pronti a tutto… quando uccisero Zeus.
Alcuni di noi, rimasero profondamente scossi. Avevamo perso molti dei nostri, era vero, ma perdere uno della nostro gruppo era davvero troppo.
L’hanno giustiziato, come se proteggere la nostra Varsavia fosse una colpa senza fine.
Guta e Zeus, Irka e Jolanta sopravvissero a malapena a quel dolore, fu l’ultima goccia.



Capitolo 9 (missione persa)
10 settembre 1944.
Ricordo che quel giorno, fu il peggiore di tutti. Avevamo recuperato un rapporto dell’Esercito Nazionale. Anche loro avevano perso ogni speranza.
Non c’erano più munizioni, non c’era più cibo.
Eravamo disperati, volevamo recuperare, in un’ultima missione, quanto più cibo possibile, portarlo a chi poteva farsene qualcosa e poi andarcene.
Io e Lech eravamo pronti a camminare e a nuotare fino alla Gran Bretagna. Non ci era rimasto più nulla.
In un ultimo tentativo disperato abbiamo fatto irruzione in una fattoria di cui le SS avevano fatto la loro casa.
Ancora una volta Becker ci aveva preceduti e ci stava aspettando.
Le cose precipitarono in un battibaleno.
Zodiack ci aveva procurato una via di ingresso. Ci eravamo divisi in due gruppi, ma l’assenza di Zeus era forte.
Le cose andarono in malora e ci trovammo tutti a fuggire, senza nemmeno un boccone da mangiare.
Fu l’ultima volta che vidi Guta.

(nonostante ci siamo impegnati tutti cambiando il dado al massimo, abbiamo fallito)

Capitolo 10

Era il 3 ottobre 1944 quando venne resa ufficiale la resa. Era passato più di un mese dall’attacco alla fattoria.
Io, Lech, Irka e Jolanta eravamo gli unici rimasti della nostra sezione.
Zodiack dopo la morte di Zeus e Guta si era irrimediabilmente perso. Combatteva come se non ci fosse un altro respiro per lui.
Dopo la resa, noi quattro superstiti abbiamo trovato asilo in Gran Bretagna, in una piccola casetta di campagna abbiamo allevato il piccolo Marek che Guta aveva salvato a costo della propria vita.
Non c’è notte in cui io non veda i visi sorridenti di chi ho perduto a Varsavia nell’estate del 1944






Non avevo mai giocato a Grey Ranks, non lo conoscevo nemmeno fino a quando Luca Cecchinelli non me lo ha proposto.
E’ un gioco dalle meccaniche piuttosto semplici e in cui è davvero facile immedesimarsi nei personaggi che vengono creati.
Abbiamo giocato in Hangout e Luca è stato così paziente da spiegare a chi di noi non lo conosceva, ogni regola del gioco, anche più volte dall’inizio del gioco, ma alla fine ci abbiamo preso tutti mano.
Per quanto sia facile a livello meccanico, a livello personale è davvero un gioco tosto. Creare storie in un contesto storico così devastante, non è affatto leggero.
Avere l’opportunità di accrescere i personaggi con un bagaglio personale, oltre che quello a livello di missione, da un tocco in più che rende il tutto davvero “reale”.
Gli elementi situazionali, poi sono perfetti da usare come spunti nel creare scene di missione intriganti e a cui, spesso, è difficile dare un dado.
Devo però ringraziare i miei compagni di tavolo virtuale, perchè nonostante tutto il vostro accanimento nel tentare di uccidere il “mio” Lech, mi avete fatto provare un gioco che mi è piaciuto dall’inizio alla fine.

Grazie!

PS: Vorrei essere più precisa per come sono andati i dadi… ma ero troppo impegnata a giocare e non mi avevano avvertita che avrei dovuto cercare di farne un AP!
(Ho avuto compagni di gioco ottimi, ma pigroni per gli AP!)

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Gioco Concreto / [MotW] Copenhagen
« il: 2013-05-07 12:01:11 »
Dopo un tot di giocate fatte... è giunta l’ora di aprire questo post!
Monster of the Week : Copenhagen
Keeper: Matteo Suppo

Ammetto di non averlo aperto prima perchè per me questo è un gruppo tutto nuovo! Non conoscevo nessuno, se non per nome e prima di aprire questo post volevo un po’ ingranare e conoscere meglio i miei compagni di gioco e i loro personaggi. Missione compiuta!

Tanto per cominciare, comincio coi personaggi (e il loro rapporto con il mio pg):

Cy - Elisa
https://docs.google.com/file/d/0B6ZYbg8Is2-4UVpMUFd3M3EwVTg/edit
E’ il mio pg. E’ un mezzo djinn ifrit. Nasce mezzodemone secoli, forse millenni fa. Non invecchia, ne si ammala, di tanto in tanto però si concede un riposino fra un’era e l’altra. Va in letargo, ma non prima di aver dato il via ad una nuova linea di sangue per la sua parte umana, chissà quanti eredi ha in giro! Non è sempre stato buono, ma qualcosa lo ha fatto cambiare ed ora combatte i mostri e non per i mostri. La sua unica debolezza è l’acqua.

Alexander - Trevor
http://firsthour.net/images/hitman/hitman-agent-47-sniper.jpg
E’ il professionista del gruppo. Lavora per la CIA. E’ un tipo abbastanza a posto, ha una passione per le armi da fuoco, soprattutto il suo fucile da cecchino. Vestito elegante e piuttosto affascinante. Ha un enorme camion con cui sposta tutta la truppa e in cui nasconde cose utili, come gabbie e armi e un’infermeria. Subisce sempre le angherie di Cy, che lo indica come riferimento ogni volta che succede qualcosa. L’agenzia però, gli ha chiesto di tenere sotto controllo Cy.

Alysha - Claudia
http://www.g33kpron.com/wp-content/uploads/lara-croft-cosplay-illyne/tomb-raider-lara-croft-illyne-cosplay-15-620x350.jpg
E’ la nostra prescelta. E’ una ragazza di 22 anni. Ex universitaria tutta glamour e unghie rifatte che all’improvviso si trova ad affrontare mostri e scopre di dover salvare il mondo. Non è molto portata per i combattimenti corpo a corpo, ma si ta impegnando! Gli incubi la tormentano e l’hanno avvicinata al resto del nostro strano gruppo. E’ discendente di Cy e il nostro mezzo demone è stato salvato dalla prescelta da un altro cacciatore che voleva ucciderlo. Alysha ha ucciso un cacciatore per lui.

Nina - Valentina
http://images5.fanpop.com/image/photos/31400000/Phoebe-Buffay-phoebe-buffay-31435082-250-390.jpg
Cospirazioni. Cospirazioni ovunque. E’ la nostra visionaria preferita. Tutte le sue info arrivano dal sito Cospirazione Oggi. Nove volte su dieci, fa di testa sua o semplicemente il contrario di quello che le si dice, perchè di sì, ma è meno inutile di quello che sembra! Sa sparare, prepara sempre piani ben pensati ed è la compagnia ideale di Cy. Nonostante abbiano spesso divergenze di opinioni e il loro primo incontro non sia stato dei più tranquilli, visto che lui ha rischiato di ucciderla, ora sono una bella coppia di freak!

Saxa - PG di passaggio mio
http://4.bp.blogspot.com/-qSp8vfDZfKY/UXbkOYAAEnI/AAAAAAAAIMI/uwfVgFJ68aU/s1600/Daenerys_2x01.jpeg
Guerriera germanica e grande cacciatrice, amica di Cy. Prelevata dall’antica Persia del 572 D.C. è stata catapultata nella Copenhagen del 2013. Richiamata dalla morte di Cy, si è trovata ad essere affiancata agli altri cacciatori nella ricerca di un modo per riportare in vita il buon vecchio Cy.

Nella nostra prima avventura, abbiamo affrontato un Elio-Mannaro. Per prendere mano con i pg e farli interagire fra di loro, abbiamo passato gran parte del tempo a cercare di abbattere quella bestia, mentre la nostra prescelta si dava da fare per cercare l’erba che poteva ucciderlo.
Nel farlo abbiamo perso un compagno di squadra, squartato vivo sotto i nostri occhi a cui abbiamo fatto un funerale sotto la pioggia (e un ombrellone per Cy) molto toccante. Abbiamo così cominciato a conoscere i nostri PG. Cy si è fatto un’idea piuttosto chiara degli altri:
Alysha: qualcosa nella mia linea di sangue si deve essere inceppata, non puoi essere proprio così in difficoltà ad affrontare i mostri (lanciare oggetti, colpire mostri e cercare di non uccidere innocenti... i dadi dicevano che NO!)
Alexander: è sempre colpa sua! Qualsiasi cosa IO abbia fatto, è stato LUI! E poi sto vizio di scappare ogni volta con la scusa che lui è più bravo con il fucile da cecchino... tutte fandonie! u.u
Nina: Ah! Meno male che c’è lei... ogni tanto si nasconde e non sai se sbucherà fuori a darti una mano o no, ma porta delle informazioni decisamente utili!

Nella seconda avventura, abbiamo affrontato delle specie di zombie al porto commerciale della città. C’erano agenti ovunque, ma Alexander non è riuscito a convincerli che eravamo lì per aiutare, così ci siamo dovuti intrufolare. La scena successiva è stata l’apoteosi del classico film d’azione, tutti davano contro a tutti. Sbucati fuori degli zombies da dietro delle casse, al porto, abbiamo fatto una delle scene con più Kick Some Ass che io abbia mai visto! Tutti ci siamo resi utili, in un modo o nell’altro e arrivati al super boss finale... le cose non sono andate poi tanto bene. Era un mostro enorme che si nascondeva nel porto e che ha fatto fuori il povero Cy (pestava un sacco!), ma almeno la morte di Cy ha dato il tempo a tutto il resto del gruppo di riorganizzarsi e fare le chiappe al mostro, liberando Copenhagen dall’ennesima piaga.

La pace però non è durata a lungo e nella nostra terza avventura, fa la sua comparsa Saxa. La guerriera germanica a cui i nostri impavidi eroi (meno Cy) devono spiegare come funzionano le cose in questo futuro così rumoroso e pieno di pericoli. E’ ora di muoversi per capire come far tornare indietro Cy. Il nostro Keeper ha avuto un’intuizione geniale e, approfittando dell’assenza di Cy che non ama l’acqua, ha mandato i nostri eroi a fare un’escursione nel Wadden Sea (http://www.travelblog.it/post/8857/wadden-sea-400-chilometri-di-bassa-marea) alla ricerca della Fiamma Eterna, solo che il nostro gruppetto non era l’unico a cercarla.
A protezione della fiamma eterna, che non è altro che la fiamma che Prometeo ha rubato agli antichi Dei, c’era una sirena che ha messo parecchio in difficoltà i nostri eroi e che rapiva turisti che si avventuravano nel parco nazionale. Dopo una serie di incontri/scontri, il nostro gruppetto incappa in un bunker interrato e in una squadra della CIA che a loro volta sta cercando di prendere la fiamma eterna per risvegliare Shaytan. Meglio noto come il Diavolo per la cultura Araba. La CIA crede che una volta evocato il potente Shaytan, potranno controllarlo e salvare il mondo dai mostri. Dopo un animato scontro, in cui a gente crescono pinne e branchie... i nostri eroi si impadroniscono della fiamma.

Prossima meta: Deserto del Sahara. E’ lì che ora si trova lo spirito di Cy ed è lì che si dovrà iniziare il grande rito per riportarlo in vita.

Dopo un momento iniziale di freddo con gli altri giocatori, le cose sono andate migliorando. Grazie agli hangout di G+ riesco a giocare con un sacco di gente che conosco solo di fama o perchè abbiamo scambiato qualche parola sui post di altri. I personaggi sono già ben legati fra di loro e, nonostante il mio Cy, ci abbia già lasciato le penne, è stato un ottimo input per un’avventura fuori dai confini di Copenhagen! Non vedo l’ora di continuare questa campagna e vedere che cos’altro mi riserveranno le menti brillanti del nostro Keepr, Matteo, e degli altri miei compagni di gioco Claudia, Valentina e Trevor!
Sono inoltre piuttosto curiosa di affrontare anche il fattore far resuscitare un pg. Ho letto nel manuale la meccanica che si nasconde dietro al riportare un PG in vita e non è, ne semplice, ne scontata! Sono sicura che però, in qualsiasi modo andarà a finire, Cy avrà l’appoggio dei suoi compagni di viaggio e io mi divertirò un sacco con i miei!

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Pattumiera / [MotW] Old Town, Maine - Season 2
« il: 2013-05-06 21:14:46 »
Dal Diario di Karim, scritto in arabo
Sono passati due anni. Due lunghissimi anni di ricostruzione, di cordoglio, di rinascita. Due anni che hanno cambiato la mia vita, quasi radicalmente. Sono stato richiamato a Dubai, mi è stata affidata Old Town, mi è stata affidata la gestione della zona dopo la prematura dipartita di Richard. Ho studiato molto, ho dovuto esercitarmi a lungo nel mio nuovo ruolo. Non ho avuto un attimo di respiro, ho anche preso la cittadianza americana, ora sono ufficialmente il tutore di Justin. Per due lunghi anni, però, tutto è stato quasi una vita normale, per quanto possa esserlo per uno come me, per lo meno, non c’erano mostri, ne pericoli, ma ho sempre fatto attenzione, sapevo che non poteva durare per sempre. Se I Segnati sono ancora qui, c’è di sicuro un motivo.

Finalmente, dopo uno stop di qualche mese, finalmente Old Town si è rianimata!
Sono passati due anni dagli ultimi eventi (v. post precedenti qui) ogni uno dei nostri cacciatori ha avuto il suo bel, chi più chi meno, da fare.
Karim, ad esempio, è diventato il capo della setta locale di I Segnati. E’ stato quindi istruito su come comportarsi, gli sono stati insegnati tutti i segreti di cui era custode Richard prima di lui. (cambio di scheda ad Expert). Ha passato due anni, senza respiro. Allenamenti quotidiani, lezioni e nuove conoscenze. I primi sei mesi li ha passati a Dubai, poi è tornato e ha preso in mano Old Town, dal punto di vista della setta.

Dopo tanto tempo però, qualcuno ha ancora bisogno della nostra squadra di cacciatori. Naira, ex guardia del corpo indiana di Blake, li chiama alla riserva. Eagle, il loro capo, è stato trovato ucciso e legato ad una croce fatta di tronchi d’albero, le sue interiora sparpagliate un po’ ovunque e cosparse di gusci di uova grandi come arance.
I nostri cacciatori si dividono e cercano tracce lì attorno. Blake, il più coraggioso di tutti va ad esaminare il cadavere del capo indiano, facendo fotografie e tutto il resto. Becca si guarda attorno incappando in un qualcosa di viscido che le si attacca ad una caviglia, quella che sembra una larva enorme rinsecchita e morta. Karim invece, con le sue bellissime scarpe da agente immobiliare (in due anni non ha imparato ad indossare le scarpe più adatte) si inoltra in un sentiero, fa qualche passo e lascia che la sua mente vaghi per vedere che cosa è successo in quel posto.
In breve la storia si narra da sola, un vecchio rinsecchito e con tutta l’aria di essere stato prosciugato, si occupa di Eagle e poi si inoltra nel bosco. Blake e Karim si occupano di seguire quella pista, mentre la nostra Becca conosce i nuovi sceriffo e vice sceriffo, spacciandosi per una semplice giornalista e al ritorno dei nostri due cacciatori, finge anche di non conoscerli.
Facciamo così la conoscenza delle nuove forze dell’ordine. Lo sceriffo Frances Stone e il suo vice Spencer. Infastidita dal fatto che Karim e Blake abbiano ficcato il naso nella scena del crimine, lascia che Spencer prenda le loro deposizioni sul ritrovamento dell’indiano rinsecchito. Un altro attacco però viene segnalato alla radio della polizia, lo sceriffo manda Spencer a controllare e con uno stratagemma Karim riesce a farsi portare fino alla seconda scena del crimine.
Nel mentre, Blake e Becca vanno a casa di Sophie e fanno qualche indagine. Scoprono infine che quelle larve trovate attorno al vecchio capo indiano, non sono di certo naturali e anzi sono demoniache. Una vecchia leggenda indiana racconta del portatore di caos e di queste larve demoniache che infettano la gente, facendole da prima diventare violente e poi uccidendole. Sembra inoltre che ce l’abbiano proprio con la riserva, Blake decide che ci vuole un incantesimo per tenere lontano le larve demoniache, per impedire che uccidano altri abitanti della riserva. Becca fa le sue ricerche, fra i libri di Sophie, insieme a lei, per trovare un modo per liberarsi delle larve. Una volta trovato il rituale giusto, non fa tempo ad avvisare tutti che Karim invia delle foto della seconda scena del crimine, scattate di nascosto, ma Blake decide di chiamare l’arabo... finendo per fargli suonare il telefono e farlo beccare.
La situazione precipita in un batter d’occhio quando, le uova cominciano a schiudersi mettendo così in pericolo il vice sceriffo Spencer e due agenti che erano lì di guardia. Karim si ritrova così costretto a salvare il piccolo gruppetto e a rivelarsi, imprigiona le larve prima che attacchino gli innocenti, ma viene morso da una di loro.
Il contagio si sta diffondendo anche fuori dalla riserva. Becca, decide di raggiungere Karim per portare tutto il necessario per imprigionare le larve, ma lungo la strada viene aggredita da un ragazzino che la pugnala e il sangue della nuova prescelta...attira un nugolo di insetti che, purtroppo la infetta. Il tempo di Becca sta già per scadere, prima ancora di aver portato a termine la sua prima missione.
Karim la spetta, ma invano. Suo cugino Abel, arriva prima di lei e della prescelta non c’è traccia. Preoccupato, Karim la chiama, ma non ha risposta.
Blake decide di rischiare il tutto e per tutto, nonostante stia seguendo il grande rito per proteggere la riserva, non abbandona di certo Becca. Corre a prenderla e tirarla fuori dalla macchina, trovandola ferita e infetta. Blake impone le sue mani sulla ferita, la guarisce e trasferisce su di se sia la ferita che il contagio. E’ il preludio al disastro.
Karim, non può più aspettare, le sua trappola potrebbe non durare ancora a lungo. Chiama Sophie, la quale racconta l’accaduto e fa parlare Karim e Becca. Il prossimo passo è imprigionare il secondo sciame di larve e tornare alla riserva. Il rituale per imprigionare il signore del Caos... deve essere compiuto in territorio indiano. L’arabo si fa aiutare da Abel, il cugino, per imprigionare le larve in un frigo trovato in quella vecchia fabbrica e poi parte alla volta della riserva, anticipato dallo sceriffo e a sirene spiegate.
Tornato alla riserva è chiaro che tutto stia andando in malora. Becca si sta occupando di preparare tutto il necessario per il rituale di esorcismo di Blake e togliergli la maledizione dovuta alle larve demoniache. Blake cerca di lottare contro la sua maledizione e di portare a termine il rituale per proteggere la riserva e cacciare le larve demoniache.
Il tempo è tiranno, ma le persone infettate nella riserva sono parecchie ormai. Ogni persona infettata cerca di infettare le altre, ogni ferita aperta è un nugolo di nuovi insetti demoniaci. Il rito per espellerli dalla cittadina deve essere velocizzato. L’infezione però sta mettendo a dura prova il nostro Blake, che è ad un passo dall’affrontare l’ultimo step della maledizione: la violenza.
Karim, Becca e Blake cercano di proteggere gli ultimi che stanno portando a termine il rito, ma ben preso Karim lascia il suo posto in prima linea per dare una scossa mistica al rito di protezione. Blake affronta uno degli infetti con la sua spada di fuoco, dividendolo a metà e scoprire che sono tutti pieni di larve.
Tra combattimenti, tensioni e magie. Il rito ha il suo compimento, tutti gli insetti demoniaci vengono espulsi dalla città, compresi quelli che Karim aveva portato nel frigo trappola e quelli degli infetti che ancora non avevano raggiunto l’ultimo passo prima della morte.
Mentre Blake si occupa di uccidere gli ultimi dannati, Karim e Becca si prendono cura dei feriti e si preparano all’ultimo rito.

Pochi minuti e i nostri eroi sono tutti appena fuori dalla barriera, nel mezzo della foresta. Abel scava una buca, Becca prepara il fuoco per bruciare la salvia che attirerà tutti gli sciami. Gli sciami però, stanno già arrivando, si uniscono e diventano un enorme scarafaggio gigante.
Karim e Blake si impegnano per tenerlo occupato, aiutandosi a vicenda, per lasciare a Becca il tempo di organizzare il rito. La battaglia è dura, Karim e Blake vengono quasi uccisi, ma all’ultimo Becca, aiutata da Naira richiama il signore del Caos nell’urna indiana e una volta richiamato e tappata l’urna, viene sepolta.

Il mostro è distrutto. I nostri cacciatori sono più o meno interi, ma la missione è compiuta.
Nell’aria si sente di nuovo il silenzio, ma è tangibile come il legame che lega Becca, Blake e Karim, sia ancora forte e nonostante i due anni di inattività... non hanno indebolito i loro legami.

Oh yes! We are back!
Questa prima giocata, ci è servita per riprendere mano col gioco e coi personaggi, ma i loro legami sono ancora forti e saldi e la cosa mi è piaciuta! Come giocatrici, siamo ancora sulla stessa pagina. Nonostante la natura dei nostri sia cambiata (Karim iniziato>esperto, Blake chosen>divine e Becca mundane>chosen) i loro rapporti non sono cambiati, anzi ora si aiutano per affetto e non per dovere. Fra i pg c'è affiatamento, ora tocca a noi abituarci ai loro nuovi ruoli! ^^

4
Gioco Concreto / [Cuori di Mostro] : Springfield
« il: 2012-12-11 23:24:16 »
Questa nuova campagna è ambientata in un'amena cittadina degli States: Springfield, situata vicino ai confini con gli Stati dell'Ohio, del Nevada, del Maine e del Kentucky (Sì è una cit.). In un anonima tipica highschool americana, quella tipica dei teen drama che siamo tanto abituati a vedere (solo che di solito quelli hanno una locazione più specifica!).
Abbiamo di tutto, ma veramente di tutto!

Io: IL Queen
( https://docs.google.com/open?id=0B6ZYbg8Is2-4dmpIcWJ3cUZxdTg )
Alexander è un ragazzo che ha tutto. Soldi e fama. Figlio di industriali, troppo impegnati per badare a lui e ex Re e Reginetta del ballo. Ha una tata, Madaline, che si occupa di lui. Ha il suo gruppetto che capeggia senza nemmeno tanti sforzi. La bulletta della scuola, la capo cheerleader che porta l'anello della castità (ma l'unica cosa che ha ancora casta, forse, sono le narici) e il figlio gay dichiarato del preside.

Davide: Il Ghoul
Horace è stato costruito da Evelyin, una signora che aveva voglia di avere un nuovo giocattolo in giro per casa che soddisfasse ogni sua più piccola richiesta. Dal sesso, ai lavoretti domestici, alla prostituzione con i famigliari, al fare la spesa, a... qualsiasi cosa lei desideri: Horace sarà ben felice di farlo.

Dario: La Strega
Evelyn (nessuna relazione con la sopracitata, solo un caso di omonimia). E' dotata del potere, ma figlia di babban... ehm di persone comuni. Anela il potere all'interno della scuola, per quello sta cercando di farsi la sua cricca, ha cominciato con Bob: l'ometto grande e grosso tipo armadio a quattro ante che gioca a football.

Serena: La Mortale
Alice. E' l'ultima arrivata in città e ha un po' troppo idealizzato Alexander. E' innamorata di lui, ma intanto cerca di farsi qualche altro amico. Per ora si è avvicinata ad Hanna, fino a considerarla la sua migliore amica, anche se a quanto pare il sentimento non è corrisposto. Ha poi fatto amicizia con Timothy il nerd della classe.

Roberto: L'MC
Roberto. L'uomo che aveva i boccoli. Quello che mi dava una sensazione di pace e purezza... beh, mi sbagliavo! Come MC va alla ricerca di tutti i lati oscuri più zozzi che possano venirgli in mente!

Quindi, come dicevo sopra, abbiamo veramente di tutto!


E' stata la prima sessione. Abbiamo creato e presentato i nostri personaggi, lasciando che fosse poi Roberto a farci tutte le domande che gli saltavano in mente, mentre cercava a tutti i costi di tirare fuori qualsiasi nefandezza sui nostri PG! XD
Per quanto riguarda me, ho avuto il piacere di conoscere Alexander Spencer.
Sa chi è. Sa perchè tutti lo ammirano e sa che è un po' tutta apparenza, per la maggior parte di quegli insignificanti personaggi che girano per la scuola. Li conosce magari, ma non ricorda i loro nomi e non si sforza nemmeno di farlo, che sia chiaro. Si è circondato di gente della sua stessa estrazione sociale e non si fa scrupoli a godersela con loro in fantasmagoriche orge accompagnate da droghe all'ultima moda.
Fare IL Queen, mi piace! Mi permette di essere scenica fuori misura e non preoccuparmi che sia "troppo"! La prima scena è stata mia, in quanto giocatrice con esperienza (grazie Roberto) ed è stata come vedere uno dei tanti clicquè da TeenDrama.
Alexander e la sua cricca (la bulletta, la cheerleader e il figlio gay del preside) entrano dall'entrata principale, facendo casino, ridendo fra di loro e tutti si spostano a far loro spazio: il tutto a rallenty, che sia chiaro!
Arrivati ai loro armadietti non hanno perso tempo e cercato subito le vittime dei loro perversi divertimenti: abbordando quindi il Nerd della classe e Horace. Sono stati invitati ad una delle loro feste, che sembra siano stra nominate e che tutti anelino di partecipare. All'urlo di "Abbiamo il Nerd" e "Abbiamo il Freak!" presto ci sarà una nuova festa da sballo per Alexander e la sua cricca.
Chi si divertirà di più? Qualcuno riuscirà ad avvicinarsi a Alexander e distruggere quella specie di corazza da figlio di papà a cui tutto è concesso, che ha addosso (cito Roberto: Alexander non è il più spettegolato della scuola, perchè è talmente coperto che non si riesce nemmeno a spettegolare e malignare su di lui! *fuck yeah!*)?

Tutto ciò, nei prossimi episodi! :D

5
Dilemma / [Dilemma] Fantasy Mode - AP di Léon
« il: 2012-10-19 12:55:40 »
Lèon – storia della Favilla che bruciò sulla terra e ascese al cielo

Abbandonate le sfumature del tempo, per essere un fuoco che divampa sulla terra, Lèon ha messo piede sulla conoscendo Rory. Un giovane destinato a grandi cose, destinato a diventare Re, ma con il più grande segreto di tutti: dentro di sé nasconde uno spaventoso Demone, di cui sta cercando in tutti i modi di liberarsi.
Léon ha fatto di tutto per aiutarlo, per essergli a fianco nel momento d’affrontare il demone ed estirparlo, ma al momento giusto… Léon era altrove.
Era da Daniel, un giovane costretto alla vita di strada, un giovane diventata ladro e costretto a mascherarsi da donna per scampare a chi ha derubato, con il dono di saper ipnotizzare la gente… sfruttato da un uomo che l’ha strappato alla sua famiglia, da piccolo. Eppure quando è stato il momento di fargli capire che c’era altro oltre al rubare, Lèon era da un’altra parte. Quando era il momento di aiutarlo a risollevarsi, quando era ora di dargli una nuova speranza per il futuro: Léon era altrove.
Era da Aylin la donna che ha rapito il cuore di suo fratello Nathaniel. Una donna forte, una donna che usava la sua magia per prendersi cura degli altri. Una donna a cui ha voluto far dono della sua stessa energia perché potesse continuare ad aiutare dei soldati feriti in battaglia. La donna che ha indirizzato verso il futuro luminoso di guaritrice neutrale, l’ha spinta a occuparsi dei soldati come uomini e non come parte di una fazione amica o nemica. Eppure quando era il momento di sostenerla e di aiutarla a portare avanti questo grande progetto: Léon era, ancora una volta, altrove.

Léon si è trovato nel posto giusto, nel momento sbagliato.
Il momento giusto per spingere le Chiavi a fare o meno dello scelte, come con Rory, ma al momento di affrontare la sfida, lui non c’era.
Il momento giusto per sostenere le Chiavi nel prendere o meno una direzione, come con Aylin, ma al momento di perseguire nella loro scelta, lui non c’era.
Il momento giusto per cambiare vita, come con Daniel, ma al momento di offrirgli un aiuto concreto, lui, di nuovo, non c’era.

Léon non è stato poco empatico, anzi, si è sforzato molto di cercare di cogliere il brillare delle chiavi e di alimentarlo. Ha cercato in tutti i modi di far entrare un po’ di loro in se e di lasciare un po’ di se stesso in loro, infatti è l’unico che è riuscito a segnare tutte le chiavi, ma al momento di essere veramente utili, è sempre mancato.

Per come concepisco io il gioco, è stata di certo una mancanza mia e non di Léon. Ho perso sempre l’altra metà della presenza di Léon sulla terra. Ho lasciato che ci fossero troppe cose lasciate o vissute solo a metà, perché ho voluto cambiare Chiave ad ogni giro di scene. Questo mi ha di sicuro, ribadisco: per come sento io l’interpretazioni delle ali, impedito di lasciare che Léon vivesse a pieno quelle vite che era destinato a toccare. Non ha permesso alla mia Aluccia di trovare un vero senso per rimanere sulla terra, e non parlo necessariamente di amore, ma di sentirsi utile per qualcuno anche senza la magia che avrebbe perso cadendo. Ha avuto paura che una volta che una volta caduto, privo della sua magia, fosse destinato ad essere un peso, perché se nemmeno con la sua magia riusciva a far brillare quelle magnifiche Chiavi, come poteva pretendere di far brillare qualcuno senza?

Quando nella scena dall'addio, Daniel ha cercato di aiutarlo, ha cercato di sostenerlo, Léon vedeva in lui un uomo che aveva già il suo posto e che non aveva bisogno di un peso, che non aveva bisogno di qualcuno che dovesse imparare ad arrangiarsi. Daniel aveva vissuto una vita difficile, ma alla fine era in grado di affrontare le sfide della vita da solo. Aveva il suo carrozzone, alla Amelia-beta (che come dal gonnellino di Eta-Beta, saltava fuori tutto quello che poteva servire a Daniel), per gli spettacoli, aveva un vasto pubblico e aveva idee sempre geniali per migliorare. E' stato bello che Daniel l'abbia abbracciato e abbia dato a Léon quel gesto di affetto che è stato quel bacio sulla guancia, ma era un uomo "arrivato".

Detto ciò, l’Era è stata molto bella. E’ stata coinvolgente e le chiavi erano davvero molto profonde e hanno avuto un’evoluzione molto interessante. Mi è davvero dispiaciuto separarmi dalle altre ali, un fratello pronto a sacrificare la sua Chiave per aiutare Lèon e una sorella che ha provato a spingere Lèon in molti modi.
Purtroppo però Léon ha preferito vegliare su di loro dall’alto del cielo, ha preferito tornare ad essere una stella che brilla nel cielo notturno, sperando di trovare la sua strada e il suo perchè, nella prossima era.

Ancora un sentito grazie a Giulia, il nostro Über Patrono e a Marco e Sonia i miei meravigliosi compagni di viaggio :)

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