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Gente Che Gioca => Gioco Concreto => Topic aperto da: Patrick - 2012-05-26 15:52:10

Titolo: [Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Patrick - 2012-05-26 15:52:10
Dalla partita a Kagaymatsu "men-only" (http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,7270.0.html) sono nate alcune riflessioni interessanti, e mi piacerebbe approfondirle.

premessa terminologica: vorrei che in questa discussione vengano distinti "sesso", "genere" e "orientamento sessuale"/"sessualità", come segue:
- il sesso è il sesso biologico di una persona
- il genere è il genere sociale a cui la persona appartiene
- la sessualità riguarda le preferenze sessuali di una persona

Poi, un po' di introduzione al tema:
Kagematsu è un gioco che esplora il tema dell'amore, della vergogna, dell'onore. Inoltre mette i giocatori nei panni di persone del genere opposto.
Uno (il principale? a prima vista sicuramente lo è) degli aspetti di Kagaymatsu (rispetto alla versione normale) è che i personaggi sono tutti uomini, che cercano di sedurre un uomo (anche se kagematsu lo gioca comunque una donna). Non sono necessariamente gay (nel senso che forse qualcuno può sedurre kagematsu per necessità piuttosto che per convinzione), ma spesso sì.
 è stato detto da più persone che giocare un personaggio gay per un giocatore maschio sia particolarmente difficile (forse userei "unsafe" se sapessi più esattamente cosa vuol dire). Uno dei motivi era (più o meno) che i personaggi comunque sono uomini, e quindi più vicini al sesso e genere dei giocatori che li interpretano (generalmente maschi, appunto).

personalmente non mi trovo del tutto d'accordo. Mi spiego meglio: sicuramente giocare un personaggio di un genere o un orientamento sessuale diverso dal proprio non è facile, questo non lo metto in dubbio. Quello che non mi convince è se giocare una donna sia, per un giocatore maschio, effettivamente più semplice che giocare un personaggio maschio omosessuale.
Personalmente ritengo di no. Credo che se un giocatore riesce a giocare una donna senza sentirsi a disagio, passare da un diverso genere ad una diversa sessualità non è così difficile. Se sono in grado di giocare una donna senza che sia una macchietta e senza che io mi senta a disagio, non vedo perchè dovrebbe essere un problema giocare un maschio omosessuale.

Ho pensato un po' a quali esempi posso portare io personalmente, e ne ho parlato anche con jessica. Sicuramente quando giocavo a D&D ho giocato qualche pg femminile, ma c'era poco spazio per l'esplorazione dei personaggi, e stringi stringi erano poco diverse da come avrei giocato un uomo. Stesso "problema" ho avuto con altri personaggi femminili che ho giocato più di recente: la Moonfolk che ho interpretato alla scorsa GnoccoCON ad esempio, o le mie trollbabe. Personalmente ho giocato a Kagematsu soltanto una volta, e in quella occasione mi sono sentito a mio agio, aiutato dai miei compagni di partita e dal gioco stesso a giocare una donna. Io mi sono trovato bene, ma a detta di jessica la mia donna non aveva nulla di femminile, ed era odiosa XD Quando ho giocato Olivia Dunham (di Fringe) in uno scenario di Hot War che ci aveva dimostrato Khana a LudicAego l'anno scorso. Jessica dice che era venuta credibile come donna (anche se personalmente non mi pare di aver fatto qualcosa di diverso da come gioco di solito). L'unico personaggio gay che ho giocato è stato il figlio primogenito in una partita del Gusto del Delitto, ma era una giocata chiaramente sul ridere, quindi non credo faccia testo.

Dopo tutto questo anbaradan, il tema della discussione: secondo voi è più difficile per un uomo giocare una donna o un uomo gay? Perchè? Avete esempi di giocate che avete fatto in cui avete giocato personaggi di genere o sessualità opposti ai vostri? Come sono andate?

Oltre a quello che ho scritto più sopra, approfondisco la mia partita a Kagematsu: il gioco mi ha molto positivamente colpito, mi ha fatto tornare ai tempi dell'adolescenza, delle dichiarazioni d'amore, dei corteggiamenti, delle farfalle in pancia. La mia donna era la giovane ed orgogliosa figlia del capovillaggio (che si credeva molto più adulta di quello che in realtà era), con un alto valore d'innocenza. La cosa che più mi è rimasta dentro di quella giocata è stato che ho dovuto dichiararmi tre volte a Kagematsu, poichè due volte la scena è stata interrotta dalla minaccia. Trovare la forza (e l'occasione) per dichiararsi una volta è difficile, figurarsi tre!
Tutto questo per dire cosa? Semplice, che io in quella giocata avevo accettato di esplorare i temi dell'amore e del corteggiamento, della vergogna e dell'onore. Se il mio personaggio fosse stato un uomo gay, non (credo che) mi sarei sentito più o meno a disagio, non avrei avuto più difficoltà (o quanto meno non riesco ad immaginare che ne avrei avute). Una volta accettato di giocare un personaggio diverso da me in ambito sessuale, giocare una donna eterosessuale o un uomo omosessuale non avrebbe fatto molta differenza (ripeto: dal punto di vista della mia personale difficoltà a giocare, ovviamente la storia sarebbe potenzialmente molto diversa)

Una nota: mi rendo conto che l'argomento può sembrare molto vasto e si presta molto facilmente ad essere deragliato, per questo vorrei aggiungere alcuni temi che NON sono in topic (a meno che non servano a rispondere meglio alle domande sopra), e altre informazioni in generale:
- questo topic NON vuole analizzare come la società vede l'omosessualità (a meno che il vostro pensiero non serva a spiegare meglio una vostra giocata)
- questo topic NON vuole analizzare varianti di kagematsu (non solo o non necessariamente, quanto meno), potete parlare di qualsiasi gioco e partita abbiate fatto
- questo topic è in SLOW DOWN, quindi pensate bene prima di postare e non spammate
- vorrei che esponeste le vostre opinioni partendo sempre da partite concrete: ditemi che personaggio avete giocato, quali sono state le vostre difficoltà, e su quelle esperienze costruite la vostra risposta. Non mi farò problemi a far cestinare post che non parlano di gioco giocato


Ecco, mi pare sia tutto. Prendete una tazza di the e discutiamo ^^




EDIT:
aggiungo link ad alcuni topic più o meno legati a questo:
[AP] INC e Kagaymatsu  (http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,7270.0.html)
Esporsi sentimentalmente durante una giocata (http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,7268.0.html)
Giocare un pg di sesso diverso dal proprio (http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,6529.0.html)
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2012-05-26 16:05:32
- il sesso è il sesso biologico di una persona
- il genere è il genere sociale a cui la persona appartiene
Mi sfugge la distinzione. Mi illuminate, prima che io faccia gaffe?
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Rodrigo - 2012-05-26 16:14:38
Premessa: Stiamo parlando di giochi emotivi e non di DND. (nel senso che in DND il mio ragionamento vale poco)

Più facile non credo. Credo presentino sfide differenti.
Giocare una donna presenta problemi di percezione. Se devo immedesimarmi in una donna, il mio primo problema sarà capire COME mi devo comportare e per farlo userò la mia memoria e le mie esperienze di donne che conosco (ma che non sono). Porta a domande su come gli uomini vedono le donne e su come TU (un generico tu) vedi le donne. Quello che racconti resta staccatio da te, sia nella tua percezione, sia e soprattutto, nella percezione che gli altri hanno di TE (sempre il te generico). Infatti a posteriori viene spesso espresso un giudizio su quanto tu sia riuscito ad essere diverso da te stesso (es. come eri credibile come donna!) e non su come questo sia parte di te (es. riferendosi al tuo animo femminile)
Giocare un gay è un po' il contrario. quello che fai è tuo e viene visto come parte di te. Essere un uomo attratto da un uomo non ti da la facile scappatoia che ti offre il costringere tutti a sovrapporre alla tua voce e alla tua faccia l'immagine di una gentil donzella. Le persone attorno al tavolo (anche virtuale) vedono TE attratto da un uomo ma, soprattutto, tu sei costretto a chiederti come TU saresti attratto da un uomo. E poco conta quanto il tuo PG sia "diverso" da te. Le risposte che trovi passano sempre prima attraverso "io cosa farei?" anche solo per condurti a qualcosa di diverso. Oppure fai la macchietta della checca isterica.
Insomma, la mia opinione è che giocare un gay ti costringa a considerare di esserlo a livello emotivo, mentre giocare una donna ti costringa ad emettere un giudizio sociale. Certe persone hanno difficoltà a considerare una cosa del genere o a esporsi nell'altro senso.

Poi ognuno vive queste esperienze a modo suo. ^_^ Le mie sono considerazioni "statistiche", se di statistica si può parlare.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2012-05-26 16:14:49
Ho dovuto cercare su Wikipedie per capire. ^^;
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2012-05-26 16:26:40
Ah, intanto butto giù il carico da 11: qui ci sono una cinquantina di commenti, testimonianze, ecc. in tema con la tua richiesta! ^_^

http://gamingaswomen.com/posts/2012/05/performing-gender-playing-a-man-playing-a-woman/
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Patrick - 2012-05-26 16:31:42
approfondisco per rispondere a mattia:
Il sesso di una persona è genetico, sono i geni che hai, i genitali interni. Il sesso dice se sei biologicamente, fisicamente, maschio o femmina.
Il genere è un po' più difficile da spiegare in maniera completa e neutra. mi pare che wikipedia lo spieghi in maniera abbastanza soddisfacente (introducendo tra l'altro anche il concetto di "ruolo", che però non mi interessa in questo contesto [vedi la prima specifica alla fine del mio post]):
Citazione
Nella maggioranza della popolazione, l'identità, il ruolo di genere e il sesso biologico corrispondono (persone "cisgender"). Ad esempio, una donna cisgender:
 -ha gli attributi femminili (sesso)
- si sente donna (identità)
- viene percepita dagli altri come donna (ruolo)
Idem nel caso di un uomo cisgender, dove però ovviamente sesso, identità e ruolo di genere saranno al maschile.
L'identità di genere è il modo in cui un individuo percepisce il proprio genere: questa consapevolezza interiore porta a dire "io sono uomo" o "io sono donna".
http://it.wikipedia.org/wiki/Identit%C3%A0_di_genere

può bastare o serve spiegare ancora meglio?


EDIT:
Meguey ha fornito degli ottimi link a riguardo:
A perhaps more useful and complete presentation of the non-binary nature of sexuality than Kinsey:

The genderbread person

http://itspronouncedmetrosexual.com/wp-content/uploads/2012/03/Genderbread-2.1.jpg (http://itspronouncedmetrosexual.com/wp-content/uploads/2012/03/Genderbread-2.1.jpg)

And a slightly outdated version with non-the-less decent descriptions of the four major realms of sexual person-hood.

http://itspronouncedmetrosexual.com/2011/11/breaking-through-the-binary-gender-explained-using-continuums/ (http://itspronouncedmetrosexual.com/2011/11/breaking-through-the-binary-gender-explained-using-continuums/)

Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2012-05-26 16:38:48
No, no, adesso ho capito. ^_^
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mr. Mario - 2012-05-26 17:05:24
personalmente non mi trovo del tutto d'accordo. Mi spiego meglio: sicuramente giocare un personaggio di un genere o un orientamento sessuale diverso dal proprio non è facile, questo non lo metto in dubbio. Quello che non mi convince è se giocare una donna sia, per un giocatore maschio, effettivamente più semplice che giocare un personaggio maschio omosessuale.
Personalmente ritengo di no. Credo che se un giocatore riesce a giocare una donna senza sentirsi a disagio, passare da un diverso genere ad una diversa sessualità non è così difficile. Se sono in grado di giocare una donna senza che sia una macchietta e senza che io mi senta a disagio, non vedo perchè dovrebbe essere un problema giocare un maschio omosessuale.

Credo che il se dell'ultima frase sia grande come una casa, Patrick.

Interpretare qualcun altro, mettendosi davvero in gioco, significa fare i conti con una sensibilità diversa dalla nostra. Questo è generale, non ha a che fare con sesso e genere. Se io che ho entrambi i genitori vivi voglio mettermi nei panni di un orfano, devo fare i conti su come questo cambierebbe il mio modo di sentire e di reagire.

In questo, posso essere aiutato dall'esperienza (magari conosco qualcuno che ha attraversato il trauma di perdere i genitori e so cosa ha voluto dir per lui, magari no) ma non è comunque fare i conti con qualcun altro; è invece fare i conti con quello che noi proiettiamo sull'altro. Io non sono una donna, e non posso sapere cosa vuol dire essere una donna, quando gioco una donna mi rivesto in qualche modo di quello che io credo sia essere donna. Il che, ovviamente, per una donna che guarda, può sembrare più o meno accurato.

Ora, la difficoltà. Ci sono diversi tipi di difficoltà. Una difficoltà può essere subito all'ingresso, perché non abbiamo elaborato una proiezione abbastanza chiara del nostro obiettivo da poterla indossare. Io so che i miei cattivi risultano di solito abbastanza piatti e penosi. Dovendo calarmi nei panni di qualcuno intenzionato a fare del male a qualcun altro, ho bisogno di tempo per elaborare il personaggio e dargli un senso per me, altrimenti sarà una pedina che muovo facendogli fare le azioni che mi sembrano appropriate, ma guardandole solo dall'esterno. Sarà un personaggio che non 'pensa' e non 'sente' nulla.

Può pertanto capitare che uno non abbia un 'vestito' pronto nella sua testa da indossare per quando vuole giocare una donna o un gay, perché o non ha avuto abbastanza esperienze, o non si è mai soffermato a cercare di capire la sensibilità dell'altro. Può capitare di avere a disposizione solo grossolani tratti generici, e non avere dei canoni per valutare 'con gli occhi di qualcun altro'.

Un'altra difficoltà, invece non capita all'inizio ma nel corso del gioco. Capita quando, recitando la parte di un personaggio, succede qualcosa di emotivamente significativo che ci causa una reazione, spesso del tutto involontaria, di paura o di rifiuto. Quando succede, ci strappiamo di dosso quella sensibilità e torniamo di corsa nella nostra, dove siamo più a nostro agio. Non sono certo di saper fare un esempio specifico, però conosco bene la sensazione, quando a causa di qualcosa che è successo in gioco, il mio personaggio non mi piace più, e io faccio un passo indietro.

Entrambe queste difficoltà riguardano la proiezione della sensibilità altrui. Per cui, non credo che, a priori una cosa sia più difficile dell'altra. Credo dipenda invece dalla singola persona e da quanto si senta in grado di rivestirsi di panni altrui.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Ernesto Pavan - 2012-05-26 18:01:51
Durante la mia prima (e finora unica) partita a Un penny per i miei pensieri, i miei compagni di gioco hanno pensato, come scherzo, di spingermi a giocare un personaggio omosessuale (anche se, alla fine, la scelta è stata mia). Invece di prendermela con loro (per cosa, poi?) ho deciso di accettare la sfida e giocarlo fino in fondo. L'esperienza è stata straordinaria.


Alla fine è emersa la storia di un uomo che dalla vita ha ricevuto un sacco di botte e si è sempre rialzato in piedi. Che ha mandato al diavolo il matrimonio di convenienza e ha scelto di seguire la propria sessualità, anche a costo di perdere il lavoro; che una volta perso il lavoro ha tirato su con le proprie forze una ditta di successo; che, una volta scoperta la sieropositività del proprio nuovo compagno, non ha esitato un minuto a vendere tutto e trascorrere insieme all'uomo che amava gli ultimi giorni della vita di questi in una splendida isola tropicale. Il momento più bello della giocata è stato quando uno degli altri giocatori ha narrato di come il mio personaggio ricevette una lettera dal suo amore di gioventù che, prima di suicidarsi in seguito a una valanga di disgrazie non dissimili da quelle che aveva vissuto lui, lo ringraziava per tutto e lo lodava per aver avuto il coraggio che a lui era mancato.


Il Wualla mi ha preso in giro per mesi, per questa storia, eppure durante la giocata, una volta spinti un pelo più in là i confini della mia comfort zone, non mi sono più sentito a disagio e ho vissuto con passione quella che, in fondo, non era che una storia di vita e di amore tormentati. Il tema dell'omosessualità era parte integrante della vicenda e, se fosse venuto meno, questa non sarebbe stata la stessa, ma di per sé non l'ho vissuto come un problema o (dopo le primissime fasi della giocata) una sfida. Il mio personaggio era un essere umano e come tale l'ho giocato. ^_^
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mauro - 2012-05-26 18:14:23
Se sono in grado di giocare una donna senza che sia una macchietta e senza che io mi senta a disagio, non vedo perchè dovrebbe essere un problema giocare un maschio omosessuale
Perché la società vede diversamente donne e omosessuali. So che parlare della società non è lo scopo della discussione, ma credo che abbia comunque (o possa avere) un'influenza rilevante.
Essere donna non è nulla di male: si può essere piú o meno liberali, piú o meno maschilisti, piú o meno femministi, ma essere donna non è in sé percepito come sbagliato.
Essere omosessuali a volte è percepito come diverso, come sbagliato; quindi non solo quello che stai mettendo in gioco rischia di scontrarsi con una simile percezione esterna, ma - per un uomo che gioca un gay, e magari anche per una donna che gioca una lesbica - rischia d'innescarsi un meccanismo di "E se pensassero che io sono frocio?". Donna è qualcosa che lí, al tavolo, come giocatore, non posso essere; omosessuale, sí.
Per quanto si possa essere di mentalità aperta, per quanto si possa essere a favore degli omosessuali, siamo immersi in una società che li vede in maniera contrastante, a volte omofobica; e difficilmente, se è possibile, ne usciamo non toccati. E credo che questo possa creare una barriera.
Prendi Ezio, Mario, Fabio... tutta gente che credo (correggetemi se sbaglio) non ha avuto problemi a giocare Kagematsu, o PG donne in mille altri giochi; tutta gente che, all'idea di Kageymatsu, ha inizialmente indietreggiato (vedi l'AP di Mario; Fabio ha pensato fino all'ultimo se iscriversi, Ezio mi pare abbia avuto - come prima reazione - qualcosa del genere "È troppo per me"). Non ho problemi ad ammettere che anche io, che non ho mai avuto problemi a giocare alla versione normale, nel leggere la versione gay ho fatto un metaforico passo indietro.
Magari durante il gioco questo sparisce, non so; ma nel momento di approcciarsi al gioco, credo non ci sia nulla di strano nel percepire una barriera ulteriore.

Aggiunta: qui (http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,7270.msg154510.html#msg154510) l'AP di Mario; qui (http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,6687.msg146804.html#msg146804) la reazione di Ezio.

Non sono certo di saper fare un esempio specifico, però conosco bene la sensazione, quando a causa di qualcosa che è successo in gioco, il mio personaggio non mi piace più, e io faccio un passo indietro
Posso dartelo io (cito da qui (http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,4870.msg121338.html#msg121338)): «Sempre Un Penny per i Miei Pensieri, in un’altra partita, una domanda è stata: “Ti ha fatto piacere picchiare tua moglie?”. In quel momento, il giocatore non è piú riuscito a empatizzare col personaggio, distaccandosene quindi a livello emotivo (ricordiamo che ha dovuto rispondere “Sì, e…”); questo gli ha rovinato la partita e gli annullato la possibilità di Giocare con Passione».

Comunque, guardate How We Came to Live Here: è l'unico gioco che mi viene in mente in cui sesso e genere sono staccati. Non solo maschi e femmine ricevono, dalla società, compiti e aspettative completamente diversi, ma al passaggio all'età adulta un maschio (sesso) può decidere di essere una femmina (genere) e viceversa, con tutto quello che comporta (compiti, genere di chi dovrà sposare, ecc.).
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Dairon - 2012-05-26 21:00:26
Premessa: credo sia molto più facile vedere uomini che giocano donne, o viceversa, che eterosessali che giochino omosessuali (vedi AP).

Secondo me non è tanto per come la società vede gli omosessuali (non siamo così stronzi come sembra al riguardo, da certi esiti referendari) ma il fatto che nell'esperienza comune non siano ancora così tanto "soggetti conosciuti" e "raccontati" come persone complete che puoi incontrare nella tua vita a fare, beh, un po' qualunque cosa. Una donna tuo capoufficio, eh, madonna, ce l'hai avuta anche te, o comunque non ti ci vuole niente a immaginarla (al massimo la copi da una tua professoressa del passato). Un tuo capoufficio omosessuale? Riesci a immaginarlo senza che o diventi una macchietta o che sia uguale al tuo capo statisticamente più probabile?
In fondo credo si potrebbe fare un discorso del genere riguardo all'immigrazione (questo però giocando il nostro mondo di oggi). Credo dovrei spremermi le meningi per tirar fuori un qualunque personaggio rom un attimo "sensato" e non generico al massimo.

Nell'Atene periclea avremmo avuto problemi simili o maggiori a interpretare delle donne, forse?  :P

Mi si permetta di aggiungere che credo il transgender sia anche più raro nell'esperienza quotidiana, e più ridotto a qualcosa che "non si vede" (secondo me riesci a pensare facilmente ad una persona forse omosessuale nel tuo ufficio e la cosa non ti dà tanti problemi, ma al termine "trans" cosa vedi nella tua testa, sinceramente?).

C'è anche il fatto che stiamo comunque parlando di giochi dove c'entra la narrazione, e in generale spesso ci rifacciamo -per ovvie ragioni- a elementi comuni. Se ci rifletto, non è che abbia in testa molti... "tropi" sugli omosessuali che non siano macchiette piuttosto disgustose e irrispettose (proprio che le senti che sono un'esagerazione). Buffo, no? Mi verrebbe più facile "imitare", a tutto acchito, il concetto della prostituta dal cuore d'oro (che è una stronzata, chiaramente) che sparare una storia di amore omosessuale "rispettoso". Forse avrei paura di farla troppo simile all'amore più conosciuto e quindi al contrario di farla meno realistica per quello!
Mi sa che come società ne parliamo troppo poco.

E poi vabbè, nella nostra cultura l'omosessualità maschile era/é vista come mancanza di potenza, quindi hai paura a esporti, bla bla. Però al contempo non molte donne giocano le lesbiche nonostante il lesbo come genere porno/fanservice tiri, per modestia (fino a un certo punto è "necessaria").
Tutto sommato sarebbe anche logico... se non fosse che il nostro hobby per almeno alcuni decenni si è retto, per la maggior parte, in gruppetti di razze buone unici baluardi contro le orde di razze inferiori che andavano a genocidare di persone, che rende piuttosto ironico tutto questo attenersi agli stilemi dell'amore romantico (o al massimo a darsi a imitare Tyrion come "flagello delle baldracche") quando riflettete a come funzioni la cosa dal punto di vista dei poveri goblin.  ;)

AP: beh, in realtà ho fatto poco spesso la donna. Non credo nemmeno che il concetto mi attiri di per sé. Forse mi piacerebbe fare un po' più di personaggi donne non "lì per il fanservice" (più vecchie? Più "da tutti i giorni"?), ma per il resto non è che voglio giocare ad un gioco per quello.

Ho visto un fenomeno interessante per cui la donna interpretata da un uomo era più "realistica" di tanti altri PG.... proprio nel contesto di scarsissima verosimiglianza sociologica di un Dnd. Nel senso, sembrava fosse quasi logico che ci desse dentro per giocare scene in cui rappresentava (con tocchi abbastanza lievi, in realtà) di essere diversa dal resto di un gruppo di maschi. Non so quanto al decimo livello sia realistico una persona tra le più potenti del continente scappi via piangendo per una... però a livello narrativo giocare la carta della sua alterità l'ha fatta sembrare più viva e memorabile. Spero di spiegarmi.
La cosa interessante è che lui di persona è molto più conservatore di me (e infatti alla fine è saltato fuori l'amore romantico, che per carità, è cliché tipico di riferimento), però menare demoni evidentemente non era un problema anche se è abbastanza tipo da "sì però la donna pensi più a tenere i figli che il lavoro".

Giocare un omosessuale (di qualsiasi sesso): questa è una "sfida" che mi sembra più interessante. Proprio perché secondo me "poco raccontata". Non l'ho mai visto in maniera memorabile.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Fabio Succi Cimentini - 2012-05-26 21:18:32
Stavolta non saprei dare un 'riassunto' teorico, tanto meno con le regole del topic, quindi vado di mia esperienza e basta.

Francamente non so quantificare la pesantezza che sentivo nel volere giocare Kagematsu originale due anni fa a GnoccoCON e la pesantezza di iscrivermi all'evento di questa INC. So che sicuramente non avevo preso già quella prima partita come una passeggiata, sapendo che essere giudicato da una donna nel giocare una donna avrebbe significato non passare liscia nessuna leggerezza: e infatti l'imbarazzo è la sensazione che associo ancora adesso a quella giocata (con Claudia, Trevor e Graham Walmsley).
Intendiamoci, non è una giocata che ricordo con fastidio. Tutt'altro: è stata bella, intensa, rivelatrice e mi aveva dato una grande impressione di Kagematsu. Ma rimaneva improntata a momenti di forte disorientamento. Ero partito con una Midori assieme timida e un po' irruenta (lo stesso nome, 'verde' o ancora meglio l'inglese green, era l'ingenuità da cui volevo partire), giovane e con voglia di crescere, affascinata dalla forza guerriera del ronin, e avevo finito per portarla a scelte che mi avevano lasciato con un certo disagio. A memoria: aveva finito per spogliarsi davanti al ronin per ricevere un bacio, un gesto che sinceramente non sentivo volgare, 'sgualdrinesco' o grossolano, un gesto che associavo ad un'indecisa, goffa e quasi rabbiosa scoperta della sensualità, del diventare donna più che ragazza... ma non era stato facile, nè nel farlo né nel percepire la reazione. Probabilmente non aveva causato Amore.
Ed ecco, in quel caso mi sono sentito come se da me uscisse una visione sbagliata. E' un'esperienza molto valida in termini di scoprirsi tramite il gioco, ma va accettato il prezzo di queste piccole rivelazioni. Sentirsi un po' una merda, per esempio, e sentire quell'imbarazzo addosso come una cappa.

Un'altra esperienza che mi viene in mente è a Love in the Time of Seid giocata a Play 2012, in cui giocavo la Principessa - che di partenza è innamorata persa del Cavaliere. Ora, l'ho giocata che incontrava clandestinamente il suo amato nella taverna come ogni volta e, già nervosa per vari motivi, gli chiedeva di andare subito in un posto appartato. Sentiva l'urgenza di essere con lui e, secondariamente, dove nessuno ascoltasse voleva chiedergli di assisterla nel suo piano di rovesciare un regno intero.
Ecco, giocare quella parte è stato l'unico momento di quella partita che ho sentito con imbarazzo. Perché il Cavaliere era riluttante, perché non mi uscivano fuori modi di fare che non fossero tesi. Personaggio ma anche giocatore.
Per questo, con tutta la voglia che ho di riprendere quel gioco, non so quanto presto prenderei in mano la Seidkona, che ha due personaggi principali come amanti, proprio perchè sentirei molto timore su come la giocherei. In parte sarebbe simile al rapporto riluttanza / tentativo che mi ha mosso verso Kagaymatsu.

Del mio caso con questa versione posso dire questo: finora è stata la prima volta in cui affronto il tema omosessualità / rapporto sentimentale nello stesso sesso in maniera davvero compiuta. A parte una partita di NCAS durata però pochissimo, una di Fiasco e in parte un momento ai tempi di D&D in cui si era comunque nell'ambito di... boh, un'amicizia molto forte tra "ragazzi sperduti" - due personaggi entrambi morti in adolescenza e trasformati - basata sull'essere ancore di salvezza a vicenda. Comunque totalmente e inevitabilmente platonica, anche se quella sottile tensione sentimentale alla giapponese io la sentivo.
Quando ho visto Kagaymatsu proposto, avevo per motivi personali un forte interesse ad approfondire la tematica. Allo stesso tempo, avendo già giocato la versione originale, sapevo cosa mi avrebbe atteso. Restava però una grossa riluttanza.
Insomma, il mio terrore era che la mia resa di un uomo attratto da un altro uomo prendesse dei tratti che avrei visto come sbagliati, stereotipati, grotteschi, vedetela come volete: se fosse successo mi avrebbe fatto sentire molto più che una merda. Molto più dell'imbarazzo che avevo provato giocando Midori, in questo momento. E non ero proprio sicuro che questa volta fosse un rischio da volere correre.

Poi, accettando il rischio e giocando, è venuta fuori diversissima dalle mie aspettative. Paradossalmente credo di avere sentito meno imbarazzo, meno difficoltà complessiva a giocare Ryu che Midori. Forse per la capacità che aveva il Takumi di Manuela di colpire, di ispirare una tenerezza che forse sentivo come asessuata (o semplicemente che mi metteva a porre in secondo piano quella barriera, la maggior parte delle volte), forse per l'estrema delicatezza delle vicende, forse per l'atmosfera davvero bella uscita al tavolo che portava a prendere decisioni in modo sentito, a giocare davvero con passione.
Una seconda cosa che ho realizzato a posteriori: quando ho giocato la dichiarazione d'amore di Ryu, proprio per il tipo di personaggio riluttante a prendere una decisione 'rischiosa' che era uscito, proprio per la vicinanza estrema che aveva con me in questo preciso tema, non è stata lontana del giorno in cui mi sono dichiarato alla ragazza con cui ora sto. Soprattutto come momento del cuore buttato oltre l'ostacolo. E quindi quello che sentivo credo che fosse più l'imbarazzo di una confessione che l'imbarazzo di una confessione ad un uomo. 
Viceversa, quando mi son trovato a usare il gesto disperato Offrirsi perché era una scena decisiva (l'ultima mia, sarebbe poi uscito fuori) e volevo arrivare almeno a ricevere quel Segreto Rivelato, è stato un momento più complicato. Arrivare a concretizzare in un sussurro roco la sensualità che emergeva è successo, è emerso, ma ho sentito comunque la barriera che giusto in quel momento si faceva più fitta.

Tutt'ora, adesso che ci penso, se gioco una donna solitamente metto un po' più tempo a pensarla. Quantomeno a tratteggiare degli elementi che la rendano sfaccettata, soprattutto su quanto associo al 'lato femminile' delle persone e quanto invece non vi associo. Ad esempio l'ultima donna giocata, Sorella Keziah, era una dura a mie stesse parole, una diventata Cane per riscattarsi dal nome di famiglia insozzato, una che aveva schiaffeggiato e terrorizzato la compagna che aveva messo in dubbio la sua verginità, ma avevo voluto mettere il tratto "protettiva verso i bambini" - mi serviva un lato tenero, 'debole', per non sentirla lo stereotipo della donna non femminile. Ed è vero che questo discorso delle sfaccettature si applica ad ogni personaggio, ma mi son reso conto che con una donna (o a creare anche Ryu, su cui non ci ho pensato due volte per mettere la madre come unico personaggio-affetto) lo sento abbastanza più esplicito.
E' anche per non volermi sentire sciovinista o pregiudizievole? Non lo so. In un senso direi: bene vada questo sottile imbarazzo, se mi aiuta a dar vita a personaggi a tutto tondo. In un altro senso, se fosse vero, è una cosa di cui devo prendere atto. Sempre per il dovere di comprendermi.

Come vedete ora non ho risposte da dare alla domanda in generale, più da mettere un'altra esperienza sulla bilancia. Magari con questo discorso riuscirò a farmi idee più chiare.

Una cosa: Patrick, la tua intenzione è di tenere il discorso nell'ambito dei giochi tabletop? Perchè volendo potrei aggiungere delle considerazioni sulla mia esperienza online, soprattutto sulle cosiddette land (potrei, nel senso che le trovo un corollario più che indispensabili) ma non voglio creare sacche di OT.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Moreno Roncucci - 2012-05-26 21:45:48
Io non credo di avere mai giocato davvero una donna in Kagematsu (o in Trollbabe)

Ripensando ai personaggi femminili che ho creato e giocato in quei due gdr, era tutte in un certo senso mie "donne ideali". Non nel senso "la donna perfetta per me" (nessuna di esse lo era), ma nel senso che erano costruite su miei desideri, interessi, paure, attrazioni, che proiettavo su uno "scheletro" dato dalla situazione ("giochi una potentissima Trollbabe" o "giochi una vedova giapponese di 35 anni ossessionata dalla vendetta" o altro ancora).
In altre parole: per quanto ripensi e cerchi di andare indietro con la memoria, nessuna delle donne che ho mai giocato in un gdr ha mai avuto il ciclo. E' una cosa a cui semplicemente, mentre immagina una donna di fantasia in qualche modo "ideale", un uomo non pensa (almeno, a me non viene in mente).

E credo che Kagematsu e Trollbabe in fondo spingano verso quello: sono setting lontani, esotici, fantastici, e se ci pensiamo.. la donna potentissima e la donna indifesa che ha bisogno dell'aiuto di un uomo, non sono figure "forti" nell'immaginario maschile?

Non è un problema, anzi, credo sia l'essenza del gioco: se si trattasse di giocare uomini e donne "veri", sarebbe molto meglio far giocare l'uomo ad un uomo. Ma no, in Kagematsu, il gioco, il vero e proprio "gioco", è fra giocatore della Donna e giocatrice di Kagematsu, nel confrontare modelli e ideali.  Io rappresento, in gioco, una figura femminile costruita su quello che IO troverei desiderabile, seducente, attraente: un sogno, un desiderio, non una donna vera.  La giocatrice che gioca Kagematsu intanto cerca di entrare nella mente di un personaggio maschile (che a sua volta non è un maschio vero) e... "giudica" quello che vede.

Alla fine, Kagematsu è un gioco sulla comprensione (o mancanza di comprensione) fra di noi, maschi e femmine, su quello che siamo e desideriamo. Ed è il motivo per cui mi piace tanto giocarlo.

Giocare un uomo credo farebbe saltare questo meccanismo, portando in gioco non un ideale, ma me stesso. Non avrei riferimenti (se non umoristici o macchiettistici, come hanno già fatto notare, e non vorrei giocare Kagematsu come una macchietta), non potrei appoggiarmi ad un immaginario costruito in anni e anni sin dall'adolescenza: dovrei, davvero, chiedermi come farei a sedurre un uomo.  Non si tratterebbe più di comunicare tramite una finzione con un altra persona, si tratterebbe di guardare dentro noi stessi. Molto, molto più unsafe.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Danilo Moretti - 2012-05-27 12:17:37
Piccola premessa: credo che per un giocatore eterosessuale giocare un personaggio omosessuale in modo - se non realistico - almeno "verosimile" sia assai complicato, tanto quanto giocare un personaggio di una razza immaginaria o di una cultura profondamente diversa.
Non ho ancora giocato a Kagematsu e non so se oltre alla sfida di giocare un personaggio di sesso opposto sia percepibile/essenziale anche la "sfida" di giocare personaggi di una cultura con rituali di corteggiamento così differenti dalla nostra perché, se così non è, la questione "sesso" diventa abbastanza oziosa, basterà riprodurre modelli "ideali" (nel senso Moreniano) più o meno consensualmente verosimili (e quindi anche distanti anni luce dalla realtà) e il gioco probabilmente filerà.

Detto questo secondo me sì, è difficile che un maschio etero sappia (e possa) interpretare in modo verosimile un maschio gay senza doversi porre davvero un sacco di domande (e sperare di ricevere risposte adeguate), nella maggior parte dei casi (la peggiore) si appoggia goffamente ai riferimenti più immediati (ri-producendo macchiette) nei casi più postivi il risultato è molto più simile a un esperimento mentale, un modello "intellettualmete alternativo" possibilmente farcito di traumi irrisolti, risvolti tragici (perché un personaggio gay "realistico" deve avere una dose di drama nettamente superiore alla media) che "spieghino" in fiction la "deviazione" dalla norma.

Alcuni motivi sono già emersi: modelli di riferimento scarsi e in genere negativi, pressione sociale percepita e/o esercitata prima, dopo e durante l'esperienza al tavolo da gioco ecc.

Altri elementi più subdoli ma decisamente influenti possono essere:
Non mettiamoci poi le profonde differenze tra quello gay e lesbico o transgender sennò è subito OT (qualora non ci sia già finito).
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Patrick - 2012-05-27 20:50:55
innanzitutto grazie a tutti per le risposte, questa sta veramente diventando una bellissima discussione ^^

Grazie a Mario per aver esposto un ragionamento che sicuramente avevo fatto nel mio subconscio, ma non ero riuscito a capire consciamente.

Prima di tutto, vorrei ripetere alcune cose emerse in questo topic (e in parte su g+, se permettete), che aiutano a capire/inquadrare meglio l'argomento.

Innanzitutto: da cosa può essere data la difficoltà di giocare un personaggio diverso da sè stessi? (ad esempio appunto dell'altro sesso, o con un diverso orientamento sessuale) Sono stati individuati alcuni motivi:
- ho paura che gli altri giocatori possano associare i comportamenti del mio personaggio a me, ed avere un'opinione negativa (darmi della checca, ad esempio)
- temo di non riuscire a giocare un personaggio di quel tipo credibile (ergo temo di giocare una macchietta). Potrei avere "ansia da prestazione", e la cosa dipende ad esempio da se temo di non giocare un personaggio credibile ai miei occhi o a quelli degli altri giocatori. Quì si potrebbe poi approfondire come suggerito da Mario: perchè ho paura? Non mi ritengo capace? Non conosco abbastanza bene quel diverso aspetto? Ho paura di fare scelte di quel tipo e quindi mi limiterei?
- provo imbarazzo a giocare un personaggio diverso da me (perchè? ho qualcosa che non voglio mostrare agli altri? non mi fido di loro?)
- ho paura di rivelare inconsciamente alcune mie idee (p.es. omofobia) attraverso le azioni del mio personaggio
- altro

Quindi, prima di tutto bisogna individuare quali sarebbero le difficoltà di ciascuno a giocare un personaggio diverso da sè, e in base a quello si può analizzare il perchè della difficoltà. Ovviamente sempre in base ai motivi il discorso su "è più difficile giocare un gay o una donna" assume significati molto diversi.



Grazie ancora per avermi chiarito queste cose.


Detto ciò, aggiungo una mia considerazione che è leggermente OT, ma mi fa sicuramente capire meglio cosa pensate dell'argomento del topic.
Leggo in diverse vostre risposte (Moreno, Danilo e non solo) che "non sapreste come giocare il rapporto di un uomo con il suo amato". Vorrei capire meglio una cosa: secondo voi c'è davvero un diverso modo di amarsi tra omosessuali ed eterosessuali? Il corteggiamento è diverso? Il rapporto è diverso? Personalmente questa cosa non la capisco (e non vi sto accusando, proprio perchè non capisco vi chiedo di spiegarmi il vostro punto di vista): per me l'amore che c'è tra due uomini, due donne, o un uomo e una donna è sempre lo stesso: amore. Se sto giocando il mio personaggio che confessa il proprio amore alla persona che ama, davvero è diverso se è una donna o un uomo, e se si sta confessando ad una donna o a un uomo? Io non credo, o quanto meno li giocherei allo stesso modo (e per estensione, dovessi dichiararmi ad una donna o ad un uomo non riesco a pensare ad una situazione per cui a prescindere mi dichiarerei in maniera diversa). Espandendo ulteriormente sul discorso di Danilo, parli di una divisione tra "dominante" e "dominato" nei rapporti (/corteggiamenti/convivenza/altro) tra eterosessuali. Personalmente non vedo questa distinzione, quanto meno non me la sono mai aspettata. Ad esempio tra me e la mia ragazza non riesco ad individuare questi ruoli, non tanto perchè non ci sono, quanto piuttosto perchè non sono fissi: a volte sono io che "domino" (ad esempio prendo le decisioni), a volte lei. A volte sono io quello forte, a volte sono quello sensibile. Non credo che il sesso o il genere influiscano su questo.
Quindi, potete approfondire meglio questa vostra percezione di diverso amore tra eterosessuali e omosessuali? questo diverso modo di corteggiare, et similia? Mi aiuterebbe a capire parte delle difficoltà di cui parlate. ^^.



ps: Fabio, estendi il discorso a qualsiasi forma di GdR per cui puoi portare testimonianze (online, live, whatever ;))
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Moreno Roncucci - 2012-05-27 21:38:56
Leggo in diverse vostre risposte (Moreno, Danilo e non solo) che "non sapreste come giocare il rapporto di un uomo con il suo amato". Vorrei capire meglio una cosa: secondo voi c'è davvero un diverso modo di amarsi tra omosessuali ed eterosessuali? Il corteggiamento è diverso?

Ovvio che sì.

Esempio pratico (actual play): la mia ultima relazione stabile è nata da un incontro in discoteca, 3 ore a chiacchierare, invito a cena, passeggiata sotto i portici, etc.
Ora, io come tutti ho problemi a gestire il "rito" del corteggiamento perchè, come capita a tutti, si sono scordati di darmi il manuale di istruzioni alla nascita. Quindi si va a tentativi più meno maldestri, errori, e sbagliando si impara (e quando hai imparato un minimo muori di vecchiaia, ma questo è un altro discorso..). Ma comunque c'è tutta una marea di esempi e di modelli culturali a cui appoggiarsi, per non partire proprio da zero. Da quello che vedi fare agli altri a quello che vedi al cinema (che ti racconta un sacco di frottole sull'argomento, ma anche questo è un altro discorso)

Ora, escludiamo il caso in cui fossi già immerso in un ambiente che mi avesse dato modelli analoghi e un contesto analogo per relazioni omosessuali (cioè, in pratica, escludiamo che io fossi in un posto e in una situazione tale per cui sia "normale" approcciare nella stessa maniera un uomo), e che, nello stesso posto e nella stessa situazione, avessi invitato a cena un uomo mai visto prima (lasciamo stare anche l'improbabilità del fatto che rimanesse 3 ore a parlare con me)...  sarebbe stata la stessa identica cosa? Con il 90% di probabilità (credo, non sono aggiornato sulle statistiche) che sia eterosessuale e un buon 50% che sia omofobo, magari violento? Avrei potuto utilizzare gli stessi identici modelli culturali che avrei potuto usare su una donna?

Non raccontiamoci frottole politicamente corrette, sù...  la nostra vita è immersa fino al midollo in una marea di modelli, convenzioni, rituali e aspettative che non si piallano completamente solo perchè lo diciamo noi...

Ma la cosa buffa è che io non parlavo assolutamente di questo. Era un altro discorso.

Io ho detto "unsafe", non "impossibile".  Sono concetti diversi.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Dairon - 2012-05-27 21:44:14
Sto pensando una cosa semplice, forse banale ma che non credo sia saltata fuori: in pratica è quasi come se tutto questo (insicurezza in real life, mancanza di "stilemi di riferimento") risulti quasi nel dover rispettare questa presunta "diversità" da sé stessi in un unico modo, non giocandola.

Ma.... beh, io non penso di essere irrispettoso verso le sofferenze colonialiste giocando una "nativa" presa a calci in bocca a Dog Eat Dog. Neanche se non ho studiato molto tale argomento storico-sociale prima. Penso comunque possa essere utile anche in senso di "provare qualcosa che è storicamente successo", alla larga (non sto dicendo DED sia una buona approssimazione dell'esperienza reale, per carità... ma credo possa farti immedesimare un po').
E peraltro intepretare Wagaya è cento volte più reale e vicino a me che giocare un cazzo di druido elfo o qualunque altra cosa fantastica abbia mai giocato in vita mia. E mi faccio problemi per giocare un possibile collega d'ufficio gay piuttosto che un Cavaliere di polaris?

Forse, e dico forse, dovremmo farci meno problemi di "rispetto e studio della diversità" per giocare le cose. Forse, non so, ci sto riflettendo.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Matteo Stendardi Turini - 2012-05-27 23:08:25
Non volevo rispondere, perché questo è un argomento che, al di fuori del gioco, mi interessa molto a livello personale, quindi temevo di strabordare senza volerlo.
 
 Ho finito per scrivere una Bibbia di 8'500 caratteri. Scusatemi.
 
 
Leggo in diverse vostre risposte (Moreno, Danilo e non solo) che "non sapreste come giocare il rapporto di un uomo con il suo amato". Vorrei capire meglio una cosa: secondo voi c'è davvero un diverso modo di amarsi tra omosessuali ed eterosessuali? Il corteggiamento è diverso?

Ovvio che sì.

 Ovvio che no.

Citazione
Esempio pratico (actual play): la mia ultima relazione stabile è nata da un incontro in discoteca, 3 ore a chiacchierare, invito a cena, passeggiata sotto i portici, etc.
Ora, io come tutti ho problemi a gestire il "rito" del corteggiamento perchè, come capita a tutti, si sono scordati di darmi il manuale di istruzioni alla nascita. Quindi si va a tentativi più meno maldestri, errori, e sbagliando si impara (e quando hai imparato un minimo muori di vecchiaia, ma questo è un altro discorso..). Ma comunque c'è tutta una marea di esempi e di modelli culturali a cui appoggiarsi, per non partire proprio da zero. Da quello che vedi fare agli altri a quello che vedi al cinema (che ti racconta un sacco di frottole sull'argomento, ma anche questo è un altro discorso)

Ora, escludiamo il caso in cui fossi già immerso in un ambiente che mi avesse dato modelli analoghi e un contesto analogo per relazioni omosessuali (cioè, in pratica, escludiamo che io fossi in un posto e in una situazione tale per cui sia "normale" approcciare nella stessa maniera un uomo), e che, nello stesso posto e nella stessa situazione, avessi invitato a cena un uomo mai visto prima (lasciamo stare anche l'improbabilità del fatto che rimanesse 3 ore a parlare con me)...  sarebbe stata la stessa identica cosa? Con il 90% di probabilità (credo, non sono aggiornato sulle statistiche) che sia eterosessuale e un buon 50% che sia omofobo, magari violento? Avrei potuto utilizzare gli stessi identici modelli culturali che avrei potuto usare su una donna?

Non raccontiamoci frottole politicamente corrette, sù...  la nostra vita è immersa fino al midollo in una marea di modelli, convenzioni, rituali e aspettative che non si piallano completamente solo perchè lo diciamo noi...

 Moreno, nella parte sottolineata escludi per il caso dell'omosessualità ciò che invece includi (dando per scontato) per il caso dell'eterosessualità, ossia un contesto che chiarisca la situazione.
 Tu hai potuto approcciare ballando quella ragazza, e poi parlarci per 3 ore, invitarla a cena e a passeggio, perché era chiaro dal contesto che entrambi eravate alla ricerca di una relazione eterosessuale.
 Traslando la cosa in un contesto in cui sia chiaro che entrambe le persone siano alla ricerca di una relazione omosessuale, che cosa cambierebbe, dal punto di vista del rapporto? Niente.
 
 Sarà che sono di Lucca, e la Versilia è famosa per le sue nottate lgbt-friendly, ma posso assicurarti che andando, chessò, al "MamaMia" è tutt'altro che impossibile travare, ballando, qualcuno del tuo stesso sesso a cui sei interessato, chiacchierarci per 3 ore, invitarlo a a cena e poi a fare una passeggiata in centro.
 
 Non cambia nulla.
 
 E di lì in avanti? Le uscite, le sorprese, le delusioni, le discussioni, le serate, gli aperitivi, i risvegli, le telefonate, le cene... Cambia qualcosa?
 
 No.
 
 Certo, sempre dando per scontato che ci sia il contesto giusto, così come per il caso dell'eterosessualità. Se vai a un aperitivo di Forza Nuova braccio nel braccio al tuo ragazzo, ovvio che cambia qualcosa, perché quello è un contesto in cui l'omosessualità è mal vista e l'eterosessualità no.
 Ma se vai braccio nel braccio col tuo ragazzo a un aperitivo di Mani Tese, in cui è chiaro dal contesto che non ci sono discriminazioni, in che cosa siete diversi da una coppia eterosessuale?
 
 -
 
 Considerazione generale: tante volte sento parlare di omosessualità come se le persone omosessuali vivessero in una città separata da quella degli eterosessuali, con le proprie usanze e la propria morale e la proprie regole sociali, o come se esistesse una "mentalità unica dell'omsessuale", e non come se queste persone fossero la dottoressa che ti cura la dermatite, il meccanico che ti sistema l'automobile o il/la compagno/a di giochi che abbracci alle convention.
 
 La mia personalissima idea è che ci si facciano troppe pare sull'argomento (parlo in relazione ai giochi di ruolo, ovviamente).
 Da una parte però è simpatico notare come una motivazione del timore nel giocare una persona omosessuale sia la paura di essere giudicati dai compagni di gioco; simpatico, perché in piccolo rende in qualche modo l'idea della situazione in cui si trovano moltissimi adolescenti omosessuali.
 
 (Peraltro: è così tremendo essere considerati "froci" dai propri compagni di gioco? Al punto da non giocare un personaggio omosessuale per paura del loro giudizio? Diamine, mica si è accusati di omicidio e violenza su minore.)
 
 -
 
 Per far sì che questo post non venga pattumierato per ot, aggiungo un po' di esperienze personali.
 
 Ho giocato di tutto: donne, intersex, trans, uomini, di qualsiasi genere e orientamento.
 Concordo con Moreno quando dice che probabilmente non ha mai giocato una "donna vera". Nemmeno io, penso.
 Ma non credo neppure di aver mai giocato un "uomo vero", o "una persona trans vera"; ogni volta che gioco, il personaggio riflette qualcosa che mi interessa vedere calato in quella specifica ambientazione, in quella specifica situazione, con quello specifico gruppo, giocando a quello specifico gioco.
 
 Non ricordo se nessuna donna che io abbia mai giocato abbia avuto il ciclo, ma del resto nemmeno ricordo se ho mai descritto un mio pg mentre andava al bagno. Può darsi: se aveva senso nella scena, o per un qualsiasi motivo era importante, l'ho descritto. Non ricordo nemmeno di aver mai giocato una donna incinta, se è per questo. Ho giocato una madre, una volta, e un padre un'altra. (Non ricordo nemmeno di aver mai visto una donna giocarsi il ciclo del proprio personaggio, peraltro.)
 In nessuna di queste situazioni mi sono mai posto il problema di essere giudicato per come interpretavo il personaggio, donna, trans, uomo o altro. Per usare le parole di Larry Niven: "There is a technical term for someone who confuses the opinions of a character in a book with those of the author. That term is idiot."
 
 Ho giocato una volta in Apocalypse World Vega, una donna fortificatrice dura, brutale, e pure lesbica. Significa qualcosa su che cosa pensi io delle donne, delle interazioni umane, o dell'omosessualità? No. E questo si collega anche a un'altra considerazione che vorrei fare.
 
 -
 
 Giocare un personaggio omosessuale non significa necessariamente giocare per esplorare tematiche legate all'omosessualità.
 Alla INC ho iniziato, con Enrico, Marco e Mario, una partita a Perfect in cui il mio personaggio è omosessuale. Ora, quel gioco è basato sull'idea che i personaggi sono dei ribelli in un mondo vittoriano steam-punk in cui tutto è regolato da una forte moralità unica dominante e l'omosessualità è censurata.
 Ovviamente, giocare un personaggio omosessuale qui porterà a esplorare temi come la repressione, la vergogna, il distacco dai conoscenti, eccetera. E va benissimo, il gioco è fatto per quello.
 
 Dall'altra parte, Vega. Giocavamo ad Apocalypse World, ce ne fregava qualcosa del fatto che Vega fosse lesbica? No. Dato acquisito (peraltro durante il gioco, nemmeno ci avevo pensato prima), e amen.
 Sono uscite, nella giocata, domande come: "Chi è più simile a tua madre, fra questa tua amante e quest'altra?", ma se fosse stata eterosessuale la domanda sarebbe diventata: "Chi è più simile a tuo padre, fra questo tuo amante e quest'altro?", e chiusa lì.
 
 Quello che voglio dire è: a volte creare un personaggio omosessuale significa voler focalizzare il gioco su tematiche legate all'omosessualità, come lo stigma sociale, o il disgusto imposto per se stessi.
 A volte creare un personaggio omosessuale è un elemento di colore.
 
 Provate, a meno che non sia una giocata del primo tipo, a creare un personaggio omosessuale; giocatelo come se fosse eterosessuale, e poi fatelo andare a letto con una persona del suo sesso anziché di quello opposto.
 
 Poi fatemi sapere se la differenza fosse davvero tanto marcata.
 
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: jackvice - 2012-05-28 01:25:17
Inizio la mia risposta dicendo che la partita di Kagematsu che Patrick ha preso in causa è stata una partita alla quale pure io ho partecipato. Sono contento che ti sia piaciuta (anche perchè era la mia seconda partita e l'ho "facilitata"facendo peraltro diversi errori :P) ^^ Ma andiamo al sodo...

Sono d'accordo col Turini (ormai è il Turini XD) sul fatto dell'assenza di differenze tra una relazione etero o homo. Conosco sulla rete delle persone con le quali non condivido vita quotidiana, ma con le quali parlo spesso e vengo a conoscenza di svariate situazioni anche molto private. Persone che parlano e dicono cose perchè tanto "non mi conosce, non sa chi sono, non c'è pericolo". Diciamo che, per quanto non ci sia "contatto umano" con queste persone, vengo a sapere una marea di cose a loro molto care e/o molto personali che non hanno detto nemmeno alla loro madre, per esempio. Ecco, alcune di queste sono omosessuali.
Vorrei specificare che screditare queste cose dicendo "ma le chat non è parlarsi di persona, non è vera esperienza" è una gran balla. Se uno è sincero e non inventa bugie, è tanto quanto parlare di persona (anzi, la gente si apre più facilmente a te e dice le cose con più facilità, senza la barriera della vergogna di fronte, grazie all'anonimato). Metto le mani avanti, non si sa mai :P

Io non ho mai voluto avere pregiudizi nei confronti delle persone, anche se spesso (e qui sono ipocrita) usavo termini che servivano a dimostrare la mia conformità ("frocio" era un'offesa diffusa). Ma parlo delle medie e delle superiori; oggi riconosco che, sentendo alcune situazioni di vita vissuta da omosessuali da queste chat di rete, posso dire che non c'è alcuna differenza. E non sto parlando per ipotesi o teorie. Non sono né più né meno sensibili di noi, vivono come noi e tra di noi, e si rapportano con noi come tutti gli altri. E vi ricordo che il vero gay (non lo dico io, me l'ha detto un  mio amico omosessuale), non è quello che parla con la vocina e veste la giacchettina di Prada con i brillanti (quello che chiamiamo checca insomma): un gay è "vero" se non riconosci per nulla la sua omosessualità così, di primo acchito. Perchè appunto, la differenza non sta nell'atteggiamento o nel vestito (ripeto, non sono parole mie), ma semplicemente nell'essere attratti dallo stesso sesso. Punto. (certo, per i travestiti e per gente come Luxuria non si può certo dire di non distinguerli dalle donne a prima vista, ma quelli non sono gay, sono donne dentro il corpo di uomini).

Ora, al di la di questo, non sono d'accordo con Patrick. Perchè in una società ottusa come la nostra, anche con amici intimi, giocare l'omosessualità maschile è decisamente più difficile che giocare una donna, con tutta la buona volontà che un uomo ci mette. Certo può essere imbarazzante giocare una ragazza (cosa che io non ho trovato affatto invece), ma non è così "toccante" come giocare un personaggio del proprio sesso. E' quindi vero che, in fin dei conti, quando si gioca qualcuno del sesso opposto, ci si veste di un costume troppo poco vicino alla propria identità. Vi siete mai travestiti a feste mascherate da donna? E da gay (da stereotipo dell' omosessuale)? penso che questo dia forza alla mia affermazione quanto basti.
A me piace, ed è piacuto tantissimo giocare la donna nelle partite di Kagematsu, perchè anche se magari cado nel banale, cerco di esprimere alcune parti che non posso normalmente esprimere, perchè di natura sono uomo. Questo da sfogo a quel poco che so delle donne, e mi permette di capirle meglio, perchè sono delle creature stupende e vanno comprese :) Anzi, forse mi permette di far vedere loro quello che conosco della femminilità, così da avere un riscontro poi sulla mia maturità di persona. Perchè in fondo in fondo, se si vuole capire le persone diverse da se stessi per qualsiasi motivo (che sia sesso, razza, età ecc), non bisogna solo tollerarle, ma bisogna anche vivere la loro condizione.

Ma lo stereotipo dell'uomo virile e muscoloso sulla sua supercar che fa salire la donnina tutta forme nella macchina sollevandola da terra è diventato uno strumento così forte e oppressivo che persino con un amico riesce molto difficile esprimere questi sentimenti, figurarsi davanti a degli sconosciuti, che potrebbero anche ferirti. Questo per quanto riguarda il "generale".

Personalmente invece con gente come Patrick giocherei a Ka-gay-matsu, perchè ormai ho una fiducia tale in lui che non mi da alcun fastidio ^^ Forse oserei farlo anche con degli sconosciuti (ma è tutto da vedere) visto appunto che ho delle conoscenze con delle persone "dell'altra sponda", che mi hanno fatto capire quanto alla fine le differenze stiano solo "in quale buco lo metti" (scusate la volgarità, ma rende XD). Resta sempre però che fare la donna o fare il gay in un gioco ha una differenza sentimentalmente abissale per me, e sicuramente il secondo lascerà segni più profondi nell'animo della prima.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mr. Mario - 2012-05-28 01:41:42
Traslando la cosa in un contesto in cui sia chiaro che entrambe le persone siano alla ricerca di una relazione omosessuale, che cosa cambierebbe, dal punto di vista del rapporto? Niente.
 
Sarà che sono di Lucca, e la Versilia è famosa per le sue nottate lgbt-friendly, ma posso assicurarti che andando, chessò, al "MamaMia" è tutt'altro che impossibile travare, ballando, qualcuno del tuo stesso sesso a cui sei interessato, chiacchierarci per 3 ore, invitarlo a a cena e poi a fare una passeggiata in centro.

Su questo sono anche d'accordo, ma credo che allora gli omosessuali di Lucca vada di lusso.

Non c'è un limite ai contesti in cui si può assumere che le persone siano alla ricerca di una relazione eterosessuale. Posso flirtare con la barista, la segretaria, la benzinaia, la vicina di casa in ascensore, la ragazza che incontro in pullman e quella che incontro in discoteca.

Ma a parte la discoteca in una serata gay, in tutti gli altri contesti, un uomo che provi a flirtare con un altro uomo sa di esporsi ad una potenziale minaccia.

E la discoteca gay, o simili, è un opzione solo se essere visti in pubblico nel contesto di una situazione omosessuale è accettabile. E ci sono un sacco di situazioni che lo rendono inaccettabile. Se lo può permettere un politico? Un maestro di scuola? Un attore? Uno che ha una squadra di calcetto con qualche amico?

Il corteggiamento verso qualcuno che sospetti potrebbe essere omosessuale, ma non ne hai la certezza, è diverso? Altroché. Il gaydar si sviluppa come strumento di sopravvivenza, in molti casi.


Citazione
Considerazione generale: tante volte sento parlare di omosessualità come se le persone omosessuali vivessero in una città separata da quella degli eterosessuali, con le proprie usanze e la propria morale e la proprie regole sociali, o come se esistesse una "mentalità unica dell'omosessuale", e non come se queste persone fossero la dottoressa che ti cura la dermatite, il meccanico che ti sistema l'automobile o il/la compagno/a di giochi che abbracci alle convention.
 
La mia personalissima idea è che ci si facciano troppe pare sull'argomento (parlo in relazione ai giochi di ruolo, ovviamente).
Da una parte però è simpatico notare come una motivazione del timore nel giocare una persona omosessuale sia la paura di essere giudicati dai compagni di gioco; simpatico, perché in piccolo rende in qualche modo l'idea della situazione in cui si trovano moltissimi adolescenti omosessuali.
 
(Peraltro: è così tremendo essere considerati "froci" dai propri compagni di gioco? Al punto da non giocare un personaggio omosessuale per paura del loro giudizio? Diamine, mica si è accusati di omicidio e violenza su minore.)

I compagni di gioco di Tizio che ha paura di giocare un gay davanti a loro li conosce meglio Tizio di te. E' molto bello che per te la cosa non sia un problema, ma se di questa cosa Tizio ha paura, non è carino dirgli che non esiste. Perché Tizio potrebbe invece avere ragione. Potrebbe benissimo essere che i suoi amici, quello gay dichiarato che incontrano alle convention non lo abbracciano più, non vanno più da quel meccanico (e fanno battute tristi sui pistoni), non vanno più da quella dermatologa (e piuttosto si tengono l'herpes o quant'altro).

Citazione
Quello che voglio dire è: a volte creare un personaggio omosessuale significa voler focalizzare il gioco su tematiche legate all'omosessualità, come lo stigma sociale, o il disgusto imposto per se stessi.
A volte creare un personaggio omosessuale è un elemento di colore.
 
Provate, a meno che non sia una giocata del primo tipo, a creare un personaggio omosessuale; giocatelo come se fosse eterosessuale, e poi fatelo andare a letto con una persona del suo sesso anziché di quello opposto.
 
Poi fatemi sapere se la differenza fosse davvero tanto marcata.

Beh, l'esperimento si può fare, ma se una cosa è problematica, e non si affronta il problema, non è scontato che ci sia un risultato buono. Può essere che semplicemente ci si è raccontati una balla.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Patrick - 2012-05-28 09:11:13
Fondamentalmente sono d'accordo col turini. Nello specifico, Mario, non stai dicendo cose sbagliate, c'è da distinguere in che contesto si gioca (o in che contesto si svolge la relazione omosessuale di cui stiamo parlando). Io parlo di queste cose in un contesto sano, io mi concentro solo sulle due persone coinvolte. Il mio punto è, come già detto sopra, che non capisco perchè, a priori, un uomo debba amare un uomo diversamente da come amerebbe una donna. è chiaro che poi all'atto pratico nella società ci sono pregiudizi, gente ottusa, eccetera, ma io sto parlando della cosa da un punto di vista diverso (e comunque se stiamo giocando di ruolo la società è quella nel gioco, che può corrispondere o no con la nostra). E ovviamente se giocassi un personaggio per esplorare il tema dell'omosessualità -o dell'amore, o della vergogna, o della discriminazione,....- (giustissimo distinguo che fa notare Matteo), lo faccio con persone di cui mi fido (che non necessariamente sono persone che conosco, ad esempio con molti di voi non avrei problemi a giocare anche se non ci siamo mai parlati di persona).


Riguardo a Giacomo invece, puoi per favore spiegare perchè? [Premesso che sia una aspetto importante per il personaggio e la giocata, e che giochi con persone di cui ti fidi,] Che difficoltà avresti a giocare un ragazzo omosessuale (vedi mio precedente post ad esempio, o quello precedente di Mario)? Che difficoltà avresti in più rispetto al dover giocare una donna? In che modo un gay è più vicino a te rispetto ad una donna? E in che modo questo può essere un problema?
Cioè, passi tutto il post a dire che "i gay sono normali ragazzi" (sto semplificando moltissimo, scusate), ma poi continui a ripetere che faresti più fatica a giocare un gay che una donna. Puoi spiegare meglio i motivi? ^^
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2012-05-28 09:41:34
Giocare un uomo credo farebbe saltare questo meccanismo, portando in gioco non un ideale, ma me stesso. Non avrei riferimenti (se non umoristici o macchiettistici, come hanno già fatto notare, e non vorrei giocare Kagematsu come una macchietta), non potrei appoggiarmi ad un immaginario costruito in anni e anni sin dall'adolescenza: dovrei, davvero, chiedermi come farei a sedurre un uomo.  Non si tratterebbe più di comunicare tramite una finzione con un altra persona, si tratterebbe di guardare dentro noi stessi. Molto, molto più unsafe.

Credo che sia anche una questione di quanta fiction tematica e di quante esperienze personali uno ha da "portare al tavolo".

Se tu Moreno (come dire "tu Tizio") non hai mai letto/visto/altro una quantità sufficiente di materiale o avuto esperienze personali (es.: conosciuto omosessuali dichiarati) tale da formarti una serie di "riferimenti" (uso il tuo termine che mi piace), ovvio che non avrai la paglia necessaria per imbottire a sufficienza il tuo PG, e dovrai "metterci del tuo".

Cioè: di donne in fiction e di donne reali chiunque ne ha incontrate, si può fare il suo "pupazzino mentale" (PG) costruendolo con i pezzi che ha in memoria. Se non hai pezzi sufficienti che associ ad un certo tipo di personaggio... ovvio che qualcosa ti devi inventare.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2012-05-28 09:47:44
(e FANMAIL a Patrick per come sta gestendo il thread, riportandolo sul gioco, da Bravo Thread Opener™, e FANMAIL a tutti gli intervenuti per i commenti ragionati ma rispettosi, nonostante il tema delicato del thread. Delicato per i motivi spiegati nel thread stesso, tra l'altro!)
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mr. Mario - 2012-05-28 10:16:33
Fondamentalmente sono d'accordo col turini. Nello specifico, Mario, non stai dicendo cose sbagliate, c'è da distinguere in che contesto si gioca (o in che contesto si svolge la relazione omosessuale di cui stiamo parlando). Io parlo di queste cose in un contesto sano, io mi concentro solo sulle due persone coinvolte. Il mio punto è, come già detto sopra, che non capisco perchè, a priori, un uomo debba amare un uomo diversamente da come amerebbe una donna. è chiaro che poi all'atto pratico nella società ci sono pregiudizi, gente ottusa, eccetera, ma io sto parlando della cosa da un punto di vista diverso (e comunque se stiamo giocando di ruolo la società è quella nel gioco, che può corrispondere o no con la nostra). E ovviamente se giocassi un personaggio per esplorare il tema dell'omosessualità -o dell'amore, o della vergogna, o della discriminazione,....- (giustissimo distinguo che fa notare Matteo), lo faccio con persone di cui mi fido (che non necessariamente sono persone che conosco, ad esempio con molti di voi non avrei problemi a giocare anche se non ci siamo mai parlati di persona).

Io faccio fatica a leggere questo senza leggerci la volontà di affermare un principio un po' assurdo. Parafraso ed esagero, per spiegarmi meglio, conscio del fatto che sto esagerando.

Quando dici:
Citazione
Io parlo di queste cose in un contesto sano, io mi concentro solo sulle due persone coinvolte. Il mio punto è, come già detto sopra, che non capisco perchè, a priori, un uomo debba amare un uomo diversamente da come amerebbe una donna. è chiaro che poi all'atto pratico nella società ci sono pregiudizi, gente ottusa, eccetera, ma io sto parlando della cosa da un punto di vista diverso (e comunque se stiamo giocando di ruolo la società è quella nel gioco, che può corrispondere o no con la nostra).
a me viene spontaneo leggere:
Prendo una situazione che per molti motivi è problematica e la spoglio di tutti gli aspetti problematici, riducendola ai minimi termini, fino a renderla simile al massimo a qualcosa a cui riesco a rapportarmi, e poi dichiaro che non capisco il problema a rapportarmici.

Non credo che la società si possa chiudere fuori dalla porta con un taglio netto.
Non credo che una società fantastica che viva nella mia immaginazione sia al riparo da quello che penso della società reale.

Ma sopratutto, e nella maniera più categorica, non credo che esista una cosa come 'il modo in cui un uomo ama una donna'. Credo che ci siano delle differenze enormi tra uomo e uomo, e persino nel modo che lo stesso uomo ha di amare donne diverse.

Non mi piacciono quindi i discorsi tipo 'gioca la relazione omosessuale come se fosse una relazione eterosessuale', perché a un certo livello, stipulano un'uguaglianza tra cose disuguali.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: jackvice - 2012-05-28 10:52:06
Riguardo a Giacomo invece, puoi per favore spiegare perchè? [Premesso che sia una aspetto importante per il personaggio e la giocata, e che giochi con persone di cui ti fidi,] Che difficoltà avresti a giocare un ragazzo omosessuale (vedi mio precedente post ad esempio, o quello precedente di Mario)? Che difficoltà avresti in più rispetto al dover giocare una donna? In che modo un gay è più vicino a te rispetto ad una donna? E in che modo questo può essere un problema?
Cioè, passi tutto il post a dire che "i gay sono normali ragazzi" (sto semplificando moltissimo, scusate), ma poi continui a ripetere che faresti più fatica a giocare un gay che una donna. Puoi spiegare meglio i motivi? ^^

Forse mi sono spiegato male, ma è semplicissimo: è sentimentalmente più profondo giocare un gay che una donna per me perchè sono uomo. Ovvero: per quanto possa giocare una donna o un uomo praticamente identici, con gli stessi problemi sociali, con le stesse idee e modi di fare, insomma due "cloni" per intenderci, giocare l'uomo (che sia gay o no) mi colpirebbe di più perchè è uomo come me, perchè questo mi avvicina a lui più facilmente. Quindi, il fatto che sia gay non cambia nulla, è il fatto che è uomo (e che sicuramente essere gay nel contesto di gioco è magari un problema in gioco o una pretesto su cui ragionare fuori gioco) che lo rende più difficile che giocare una donna.

Posso dirlo perchè giocando a La mia Vita con Angelica e Kagematsu, anche se contesti totalmente diversi, ho provato emozioni forti, ma più forti con Angelica e non solo perchè non ero in un Giappone medioevale, ma perchè ero uomo, era una cosa che poteva capitarmi nella vita reale. Poteva capitarmi anche se fossi stato donna, si, ma il solo essere un'altro sesso avrebbe creato una linea di distanza fra me e quella situazione, tanto da non potermi immedesimare bene in essa.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Manuela Soriani - 2012-05-28 10:59:34
Ecco qui alcune riflessioni personali.

Giocare per me un personaggio dell'altro sesso

Giocare gli uomini solitamente è la mia prima scelta! ^_^
Li preferisco senza alcun dubbio ai personaggi feminili, ed ora vi andrò a spiegare il perchè (o almeno ci provo)...

Di base non amo lo stereotipo della donna forte e vincente, mi piacciono i personaggi femminili che hanno una forza bilanciata da un qualche tipo di fragilità.
Mi piacciono i personaggi femminili, davvero femminili, pieni di tutte quelle piccole fragilità (le mie stesse, visto che metto sempre qualcosa di mio nei miei personaggi) che rendono una donna reale. Ma non riesco mai a restare davvero legata fino in fondo a questa delicatezza. -.- E' più forte di me.
Anche se lo vorrei.
I miei personaggi femminili arriveranno sempre a dire la "battuta cattiva" o il "commento tagliente".
Quasi sempre riusciranno a "far sentire in colpa qualcuno".
Questo succede perchè io per prima non riesco a "togliere dal personaggio" la mia indole personale.

I miei uomini sono diversi. Hanno un maggiore controllo della loro emotività (e questo avviene perchè questo è il mio modo di vedere gli uomini), e questo mi permette di giocare con una strategia diversa. Mi permette di lasciare che le scene si sviluppino un po', prima di intervenire con "mano pesante".

Gioco gli uomini perchè mi permettono di avere un punto di vista "più lucido", anche se ho giocato moltissimi uomini che poi sono risultati, agli occhi degli altri, credo, "troppo teneri" per essere realistici o davvero credibili.
Per esempio nell'Apocalisse Religiosa che gioco con Mattia come MC, Carne, il mio Senza Faccia è un personaggio davvero strano, mammone, visionario, troppo dolce e incoerente per essere considerato davvero "un uomo duro e puro" come dovrebbe essere...
Questo è un "errore" in cui sono caduti un mucchio di altri miei personaggi maschili... immaginate i miei poveri cavalieri di Polaris, con che facilità possono essere colpiti da un Errore in grado di vedere in mio punto debole. ^^'

Eppure li amo davvero moltissimo e quando gioco mi danno moltissima soddisfazione, soprattutto quando li sento mutare sotto il peso del gioco o dell'ambientazione. ^_^

Altro punto: quando gioco una donna ad un tavolo (soprattutto con degli "sconosciuti"), ho sempre l'impressione di mettermi in una specie di "posizione di vantaggio".
E' difficile spiegarlo, ma è come se mi fosse facile intuire come essere "giustamente fragile", melliflua o seduttrice. Credo che sia una questione di empatia personale.
Questa sensazione spesso mi da un potere che non voglio. >.<
Detto così suona terribilmente immodesto, ma non vuole esserlo, credetemi. @_@
Mattia, spiegaglielo tu.

Giocare un personaggio omosessuale: uomo.

Nel corso dei miei anni ludici ho giocato diversi personaggi uomini gay. All'inizio mi ricordo di averlo fatto per curiosità, per vedere la reazione dei miei compagni di gioco.
Mi ricordo che una mia amica mi disse "io non giocherei mai X (X= nome del suo personaggio uomo) come gay".
Io, come giocatrice bastarda, mi ero proprio impuntata a volere "X" a tutti i costi per il mio Edward (il mio pg gay).
Ci ho messo (ve lo giuro) mesi di gioco  :o per conquistare "X". Ma alla fine ce l'avevo fatta.
E' stata la più grossa soddisfazione ludica della mia vita!

Da allora ho giocato diversi personaggi omosessuali o bisessuali, con risultati più o meno buoni.
Alcune situazioni mi hanno davvero ferito e, in character, fatto sentire inaccettato (il razzismo di base si trova sempre ovunque), altre situazioni hanno fatto sentire il mio pg a suo agio, altre ancora mi hanno fatto sentire davvero "innamorato", "ben accetto" o "desiderato", anche dal punto di vista sessuale.
Mi ritengo comunque una giocatrice fortunata perchè molti di questi esperimenti li ho fatti con il mio gruppo di gioco, che è molto "elastico", oppure con persone che davvero avevano voglia di fare queste prove con me (e qui devo ringraziare i meravigliosi giocatori di KaGaymatsu, che mi hanno dato la possibilità di portare a galla questa interessante discussione).


Giocare un personaggio omosessule: donna.

Ammetto di aver giocato poche donne omosessuali nella mia "carriera" ;) di giocatrice.
Ho poco materiale di cui parlare, per cui scusatemi se non riesco ad affrontare bene la tematica.

Di base non mi piacciono le donne lesbiche giocate dagli uomini.
Ho sempre avuto l'impressione (NB -  parlo di esperienza personale) che ne venissero fuori due stereotipi:
- La lipstick lesbian
- La camionista

Ecco, sappiate che non mi piace nessuna delle due. Anzi, ODIO entrambi gli stereotipi.
E che non mi piace la frequenza esagerata in cui il giocatore medio al tavolo richiede delle attenzioni di tipo sessuale dalla mia personaggia.
>.<
Mi mette a disagio. Mi sembra di essere una macchina "sforna fanservice".
Bene, non voglio esserlo.

Come sempre spero di essere stata esauriente.
Se non lo sono stata abbastanza, chiedete pure.  ^_^
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2012-05-28 11:44:20
Mi autocestino un post, non mi ero accorto/ricordato/stavo dormendo dello SLOW DOWN. Scusate, lo riposto domani.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Claudia Cangini - 2012-05-28 15:04:52
Ok, offro anch’io la mia esperienza :)
 
Io per giocare un personaggio (anche da master/MC/quelchell’è) devo capire cosa gli passa per la testa, altrimenti non ce la faccio proprio.
Non trovo difficoltà a immaginarmi cosa passa per la testa di una persona che trova sessualmente attraente una donna, sia che si tratti di un uomo o che sia una donna omosessuale.
Paradossalmente, però, credo che avrei più elementi per giocare un uomo omosessuale (almeno in una ambientazione contemporanea) perché sono stata gomito a gomito per anni con amici/colleghi maschi omosessuali. Sul confronto continuo con l’omofobia che pervade tutta la nostra società, le reazioni possibili al coming out da parte di familiari, amici e conoscenti, gli approcci e i rapporti romantici sono più preparata per quanto riguarda un omosessuale maschio, per la mia personale esperienza di vita e probabilmente potrei ritrarlo in maniera più realistica.
 
Capisco però anche gli uomini che lo trovano meno facile e penso, da questo punto di vista, di essere privilegiata proprio perché sono una donna (caso più unico che raro!). A me non hanno martellato per anni nel cervello che “non devo fare il frocio” (mi hanno martellato altra roba, ma questo è un altro discorso).
So che ci sono uomini che comunque questo problema non lo sentono, e sono contenta per loro, ma capisco anche chi lo prova.
 
Chiudo con un mini-AP, non so quanto utile, ma almeno in tema, e che si ricollega un po’ anche a quello che dice Turini: non sempre si gioca un personaggio omosessuale per parlare di omosessualità:
 
A Lucca dell’anno scorso sono riuscita a fare una demo del Mondo dell’Apocalisse MCata da Vincent. Come libretto ho preso un conciatore e ho creato Spice la danzatrice.
Al giro di St ho avuto l’occasione di scegliermi un amante e ho deciso per Dusk la misticatrice. Qualcuno innamorato di me? La sapientesta (femmina) seguace della misticatrice. E le ho scelte perché mi sembravano le opzioni che davano le possibilità più divertenti in gioco.
A pochi minuti dall’inizio della partita, Rouge lo schianto (maschio) stava tentando di sedurmi con ottimi risultati.
Allo stesso tempo, quando la mia amante si è trovata in difficoltà, mi è venuto naturale espormi per lei. E se la sapientesta mi avesse fatto delle avances, avrei reagito senza difficoltà.
I gusti sessuali del mio personaggio non erano il punto che volevo mettere particolarmente in primo piano in quella giocata, erano semplicemente un aspetto di lei.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: giullina - 2012-05-28 16:42:46
Io non ho mai voluto avere pregiudizi nei confronti delle persone, anche se spesso (e qui sono ipocrita) usavo termini che servivano a dimostrare la mia conformità ("frocio" era un'offesa diffusa). Ma parlo delle medie e delle superiori; oggi riconosco che, sentendo alcune situazioni di vita vissuta da omosessuali da queste chat di rete, posso dire che non c'è alcuna differenza. E non sto parlando per ipotesi o teorie. Non sono né più né meno sensibili di noi, vivono come noi e tra di noi, e si rapportano con noi come tutti gli altri. E vi ricordo che il vero gay (non lo dico io, me l'ha detto un  mio amico omosessuale), non è quello che parla con la vocina e veste la giacchettina di Prada con i brillanti (quello che chiamiamo checca insomma): un gay è "vero" se non riconosci per nulla la sua omosessualità così, di primo acchito. Perchè appunto, la differenza non sta nell'atteggiamento o nel vestito (ripeto, non sono parole mie), ma semplicemente nell'essere attratti dallo stesso sesso. Punto. (certo, per i travestiti e per gente come Luxuria non si può certo dire di non distinguerli dalle donne a prima vista, ma quelli non sono gay, sono donne dentro il corpo di uomini).

Non ho un actual play, quindi sto violando le regole del thread e me ne spiace. Non so però come altro sottolineare un concetto molto problematico qui espresso, che non vorrei fosse dato per scontato:

Non esiste un vero uomo gay. Così come non esiste un vero uomo eterosessuale né una vera donna eterosessuale o lesbica o l'etichetta che si voglia definire in uno specifico momento. C'è un grande continuum di genere, sessualità ed espressione di sé che non può essere rinchiuso all'interno di una serie di regole: lo stereotipo non aiuta mai, ed è ancora più pericoloso quando viene visto in positivo: lo stereotipo del "vero" gay è un modo per chiudere in una scatoletta di accettabilità quei "loro che in realtà sono uguali a noi [...spesso seguito da ma]", creando una sacco di belle etichettine che non fanno altro che creare nuove esclusioni. Questo vale anche per le persone trans*, che qui sono identificate come automaticamente riconoscibili - il che è a dirla bene whishful thinking, a dirla male, cancellazione dell'identità.

Il mio pensiero di fondo è che sia utile il più possibile ascoltare l'esperienza di altri e prendere spunto da questa per poter giocare un personaggio necessariamente diverso da sé. Il resto è un futile esercizio di stereotipizzazione.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Moreno Roncucci - 2012-05-28 17:42:05
Io noto una differenza direi "ideologica" di fondo, che sta portando a diverse incomprensioni nel thread. Cioè, proprio, io scrivo qualcosa (e non solo io), e dalle risposte vedo che si è letto il contrario. E credo di aver capito qual è il problema (o almeno uno dei problemi) di comunicazione.

Ricapitoliamo:  nel mio primo post dico che giocare un maschio omosessuale per me è più "unsafe" che giocare una donna. Cosa significa "unsafe"? Non sto a menarmela con definizioni, parlo in termini di pratica di gioco: significa che è una cosa "socialmente rischiosa", che puoi fare solo in certe circostanze che ti danno più sicurezza. Circostanze sia sociali (il gruppo di gioco, la situazione - sei in un ambiente tranquillo e rilassato o giochi in pubblico? - etc.) sia personali (in breve: lo stato d'animo in quel momento, la voglia di mettersi in gioco contrapposta a quella di giocare a qualcosa di più rilassante, etc.)

La mia tesi insomma in breve era: "è più difficile, ed essendo più difficile servono le circostanze giuste". E perchè è più difficile? Perchè è più "close to home"

La risposta di Patrick in cui questo veniva rappresentato in pratica come "Moreno ha detto che è impossibile perchè è più lontana" mi ha spiazzato, e già il vedere rovesciato quello che dicevo mi ha contrariato, poi leggo nel suo post tutto un discorso sul fatto che non c'è nessuna differenza, che mi pare completamente slegato da ogni realtà, come se vivessimo in un bel vuoto pneumatico dove possiamo fare tutto quello che ci pare senza nessuna conseguenza o reazione dal mondo esterno e dove anche noi non siamo stati minimamente influenzati dalla nostra cultura... e mi pare di leggere una cronaca dal paese delle favole!

Quindi rispondo un bel "Sì" al fatto che la differenza c'è. Non esiste un "è uguale" su queste cose.  E mica solo per l'omosessualità...

E' uguale corteggiare una donna di dieci anni più giovane? (o, se non hai molti anni... è uguale corteggiare una che fa ancora la terza media (anche se ripetente) quando tu sei matricola all'università? Un mio amico lo faceva, e la cosa di onde ne ha fatte, e parecchie...). E' uguale a stare con una donna che ha una figlia più grande di te? E' tutto uguale?

E' uguale il rapporto con una donna di una "classe sociale" molto più elevata? E' uguale al caso opposto? Davvero? E non parliamo di differenze di razza, religione, cultura, etc sennò non finiamo più.

Sinceramente, l'idea che l'amore è amore ed è sempre uguale la relegherei alle massime dentro i cioccolatini...  anche personalmente, sarò strano io, ma con donne diverse di cui ero certissimo di essere innamorato (e anche con il senno di poi lo ero davvero)  avevo emozioni, reazioni, relazioni, completamente diverse. Ero in un certo senso un altra persona. Come lo era lei. Nessuno di noi è una persona sola, ci adattiamo sempre al contesto, a chi abbiamo intorno, e più una persona ci si può avvicinare, più cambiamo per adattarci a lei.

Il Gran Turini (non te lo leverai più questo soprannome...   8) ) mi dice "sì, ma se rovesci il contesto? Se ti metti in una situazione in cui l'omosessualità è la norma e l'eterosessualità è la violazione della norma, non cambia niente?". Ovvio che cambia. Ma non è quello che ho detto io, che tutto cambia?

Quello che non capisco è come il fatto che tutto cambia in rapporto all'ambiente, possa dimostrare che l'amore non cambia rispetto all'ambiente.

Ma su questo ha già risposto in maniera molto chiara Mr Mario.  Vorrei lasciare l'argomento (nato da un equivoco sul mio post e che ritengo off-topic) per tornare alla "strana" lettura che Patrick ha dato al mio post iniziale.

Io dico "è più difficile perchè è più vicino".  Patrick legge "è più difficile perchè è più lontano".

Poi rileggo il post iniziale di Patrick, e l'equazione di Patrick è proprio "più è lontano, più è difficile".  una donna è più lontana rispetto ad un maschio omosessuale, quindi dovrebbe essere più difficile da interpretare. L'elfo poi è lontanissimo, dovrebbe essere impossibile...

Può darsi che io stia equivocando la tesi di Patrick così come lui ha equivocato la mia, e se è così lo invito a correggermi, ma mi pare che questa "equazione" possa spiegare sa la sua lettura del mio post che altre sue risposte. Quindi sono ragionevolmente sicuro che sia questo quello che dice.   E non la usa come una tesi da esplorare, ma come un "assioma" da usare come lente per leggere il thread (da cui "più unsafe".----> "mmm...  vuol dire sicuramente che per lui è più distante...")

Il problema è che è un equazione completamente sbagliata. E che sta portando a diverse incomprensioni in questo thread.

Sapete cos'è facile, davvero facile, da giocare?

Un gatto.

Avete mai giocato "Cats" di John Wick? Il gioco in sè non è niente di che, ma l'idea è irresistibile, almeno per un vero e proprio adoratore dei gatti come me (immagino abbiate notato il mio avatar...): giochi un gatto che difende il nucleo famigliare da varie minacce, con i suoi "poteri felini" (per esempio, se giri tre volte attorno al tuo servitore umano - quello che si considera il tuo padrone, insomma - fa tutto quello che vuoi tu).

Giocare un gatto? Facilissimo. Pensi al cibo, alle coccole e fai miao. Uno dei ruoli più semplici da gocare. Al confronto fare un elfo pare difficile, devi persino dargli una personalità almeno vagamente umana...

Oppure, Mouse Guard: giochi un topo: un gioco davvero unsafe, vero?  8)

Ma prova ad avvicinarti. Un elfo appunto è già più vicino. Un uomo ancora di più, ma dai, se è un guerriero barbaro te la puoi ancora cavare facendogli dire "Crom" e facendogli spaccare crani. Ma se è un uomo contemporaneo? Che magari vive nella tua città? E ha la tua età?

Sempre più vicino, sempre più vicino. Sempre più difficile.

Patrick, sai qual è la giocata probabilmente più "unsafe" che ho fatto in vita mia? Credo sia stata la prima volta che ho giocato a Dubbio (in cui ha contato anche l'effetto sorpresa, non ero abituato a certi giochi e avevo le difese giù, come se avessi giocato un vampiro o qualcosa di simile...). E su cosa verteva il gioco? in quel caso specifico, non sul tradimento (in quella partita nessuno ha tradito nessuno) quanto sulla separazione. Sul lasciarsi.

Ora, mica è come prendersi una spadata in faccia, o una palla di fuoco: sai quante volte ho lasciato qualcuno o sono stato lasciato? Dai, una cosa così comune, dovrebbe essere una passeggiata di salute...

E invece no. Citando una vecchia barzelletta (modificata per non violare il regolamento del forum):
"Se tu avessi due ville in Sardegna, ne regaleresti una in beneficenza?"
"Certo, sarebbe la cosa giusta da fare"
"se tu avessi due Ferrari, ne regaleresti una in beneficenza?"
"Certo, bisogna condividere la ricchezza con chi è meno fortunato"
"se tu avessi due televisioni in casa..."
"ehi! Ferma! Finché si scherza si scherza, ma io due televisioni ce le ho davvero!"

Ecco. Fatemi affrontare draghi, vampiri, non morti, mostri meccanici da Vega, fatemi giocare personaggi che vengono imprigionati nella sesta dimensione, che vengono pietrificati da una gorgone, che vengono pugnalati da un kriss malese per ordine del Sultano, che si beccano due proiettili calibro 45 in un duello sulla main street.  Che mi frega, è tutta fantasia. "me lo immagino" com'è.

Ma lasciare qualcuno, o essere lasciati, no, quello lo so benissimo quanto fa male. In entrambi i casi. Perchè mi ci sono trovato davvero. E riviverla non è più "giocare", ti tornano a far male tutte le cicatrici, e non è piacevole per niente...

E' giocare le cose vicine, le più simili a te, che è difficile (tanto che oltre ad un certo limite scatta l'autodifesa e ti estranei, come spiegavo nel thread su La Mia Vita con Angelica). Più sono lontane più è facile.

Vuoi sapere, secondo me, come si potrebbe rendere Kagematsu MOLTO più unsafe?

Premetto che per me, Kagematsu fa molto per renderti la situazione più "safe". E' uno dei pregi del gioco per me, ti permette di comunicare cose che di solito sono "unsafe" in un atmosfera e una situazione rilassata e trasportata in un "altrove" lontano. Anche il fatto di giocare a ruoli invertiti aiuta.

Ma immagina di togliere tutte queste distanze, queste protezioni.

Giochi un uomo. Non omosessuale: eterosessuale. Giochi te stesso.  Oggi. Tutti giocano loro stessi. Anche la giocatrice che gioca Kagematsu, non gioca più Kagematsu, non gioca un samurai: gioca sè stessa, con il suo vero nome.

E poi giocare come con il gioco base, creando scene, in cui cercate di sedurla. Sedurre veramente lei. Nel vostro ambiente normale (scula, casa sua, i locali che frequentate, etc.), se ha un ragazzo usatelo come "minaccia" (che ti scopra) o comunque rischio di interruzione se fai triplo 6. 

E, come nel gioco normale, se i dadi dicono che ti dà (a te) un Gesto, lei onestamente decide se lo farebbe per amore o per pietà. E poi alla fine guardate i numeri.

Patrick, secondo il tuo post iniziale, dovrebbe essere una cosa facilissima e completamente safe.

Provaci, e vediamo.

Ma provaci tu, perchè io sono terrorizzato anche solo dall'idea.

[Crosspost con Giullina, che fa una precisazione che andava fatta da un po' nel thread]
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Dairon - 2012-05-28 19:33:46
Ma non è vero che è difficile interpretare personaggi vicini a sé (che potresti incrociare per strada andando a prendere il pane), secondo me. Cioè, non mi pare in realtà i giocatori ne rifuggano come la peste, anche se non è tanto nelle radici dell'hobby.
Rifuggono con una certa frequenza dall'unsafe emotivo, questo sì. Nascondersi dietro cose elementi narrativi che lo regolarizzino/siano esempi cui riferirsi e lo portino fuori dall'ambito generale della "propria vita". Quindi molto più facile l'orfano allevato al tempio shaolin che quello tuo vicino di casa. Però non credo si usino gli elfi avventurieri piuttosto che i panettieri della tua via tanto per questo, ma perché più eccitanti (duh!).

Citazione
Sinceramente, l'idea che l'amore è amore ed è sempre uguale la relegherei alle massime dentro i cioccolatini...

A me pareva il discorso fosse uno di questo genere: gli accidenti dell'amore certamente cambiano, ma non c'è ragione di dire che quanto cambia tra amore omosessuale e amore eterosessuale sia come dire, una differenza così radicale da essere automaticamente più grande di quelle che rientrebbero in ognuno dei due insiemi.
Quindi non c'è differenza in questo senso, ognuno fa caso a sé... ma se usi l'insieme "amore etero" probabilmente non è un insieme perché le sue variazioni sono poche rispetto a quante ne avresti rispetto ai due insiemi.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: jackvice - 2012-05-28 19:52:22
Beh che dire? Penso proprio che Moreno ha la mia stessa linea di pensiero. Non per questo ho aperto un topic qui sul forum (Essere il personaggio) dove chiedo quanto sia pericoloso giocare se stessi in una condizione emotivamente forte, e Iacopo e Khana mi hanno ripetuto diverse volte quanto è effettivamente molto pericoloso. Fanmail a Moreno quindi, per aver detto proprio quello che volevo dire pure io col mio primo post, ma molto meglio di me XD


Non esiste un vero uomo gay. Così come non esiste un vero uomo eterosessuale né una vera donna eterosessuale o lesbica o l'etichetta che si voglia definire in uno specifico momento. C'è un grande continuum di genere, sessualità ed espressione di sé che non può essere rinchiuso all'interno di una serie di regole: lo stereotipo non aiuta mai, ed è ancora più pericoloso quando viene visto in positivo: lo stereotipo del "vero" gay è un modo per chiudere in una scatoletta di accettabilità quei "loro che in realtà sono uguali a noi [...spesso seguito da ma]", creando una sacco di belle etichettine che non fanno altro che creare nuove esclusioni. Questo vale anche per le persone trans*, che qui sono identificate come automaticamente riconoscibili - il che è a dirla bene whishful thinking, a dirla male, cancellazione dell'identità.

Se fossi filosofo, di direi che sei feyerabendiana: anything goes pare sia il tuo motto, tutto fa brodo (non è un'offesa, è una linea di pensiero, sia chiaro :P). Non esiste un termine di definizione di una persona, allora? Il problema è che gay e etero non è un termine alla stregua di bello o divertente: omosessuale è colui/colei che è attratto/attratta da una persona dello stesso sesso, penso che su questo siamo tutti d'accordo. Se non sei sempre attratto da una persona dello stesso sesso, ma anche del sesso opposto allora sei bi, altrimenti, sei etero. Non si tratta di inscatolare le persone con delle etichette, si tratta di realtà. Secondo me è ipocrisia puntare il dito e dire frocio! a qualcuno perchè è una parola offensiva persino per un gay (come peraltro ho fatto in passato quanto ero molto giovane e molto scemo, e oggi me ne pento -.-), ma dire che non esiste il vero gay o il vero etero è un bellissimo e filosofico modo per considerare la situazione solo superficialmente (senza offesa, ma è così secondo me). Io dico e definisco con certezza chi è gay, perchè se è una scelta personale e volontaria, quella persona deve esserne fiera. Se ti chiedo "sei gay?" e col tuo ragionamento mi rispondi "mah, dipende, è un flusso continuo di sessualità..." allora o sei in uno stato di incertezza e ti vergogni o non ti importa.
Anzi, hai mai risposto ad una persona così, sulla tua sessualità? Alla domanda "sei etero?" hai mai risposto così?

Secondo me è tutto un buonismo inutile, credimi. Qui nessuno credo stia puntando il dito a qualcuno, o stia cercando di offendere gli altri, o stia rafforzando degli stereotipi; definire non è sempre incriminare, ma è anche accettare. Basta col dare dell'omofobo a chidefinisce l'omosessualità di taluni soggetti, non siamo mica nel medioevo! XD E poi siamo tutti diversi, e il mondo è bello perchè è vario, e secondo me togliere le etichette solo perchè sembrano delle accuse è appiattire le diversità, è globalizzare il pensiero.

Sei nero/bianco/giallo/altrocolore? Sei italiano/tedesco/francese?  Si, ma non vuol dire che sono razzista se te lo dico, e tu dovresti essere fiero di essere quello che sei. Io sono bianco, caucasico, italiano e altoatesino di origini trentine e toscane. Se lo dico, sono razzista con me stesso? O.o

Ah ripeto, per me le checche (per chi non l'avesse capito) sono i finti gay che la gente considera omossessuali ma lo fanno solo per scalpore o per "moda". Non so per voi cos'è ma per me la checca non è gay XD poi se nell'uso comune la checca è proprio l'omosessuale non mi interessa, questa è la mia definizione (e come detto, non l'ho coniata io, ma un gay).
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Ernesto Pavan - 2012-05-28 20:47:14
Beh che dire? Penso proprio che Moreno ha la mia stessa linea di pensiero. Non per questo ho aperto un topic qui sul forum (Essere il personaggio) dove chiedo quanto sia pericoloso giocare se stessi in una condizione emotivamente forte, e Iacopo e Khana mi hanno ripetuto diverse volte quanto è effettivamente molto pericoloso. Fanmail a Moreno quindi, per aver detto proprio quello che volevo dire pure io col mio primo post, ma molto meglio di me XD


Non esiste un vero uomo gay. Così come non esiste un vero uomo eterosessuale né una vera donna eterosessuale o lesbica o l'etichetta che si voglia definire in uno specifico momento. C'è un grande continuum di genere, sessualità ed espressione di sé che non può essere rinchiuso all'interno di una serie di regole: lo stereotipo non aiuta mai, ed è ancora più pericoloso quando viene visto in positivo: lo stereotipo del "vero" gay è un modo per chiudere in una scatoletta di accettabilità quei "loro che in realtà sono uguali a noi [...spesso seguito da ma]", creando una sacco di belle etichettine che non fanno altro che creare nuove esclusioni. Questo vale anche per le persone trans*, che qui sono identificate come automaticamente riconoscibili - il che è a dirla bene whishful thinking, a dirla male, cancellazione dell'identità.

Se fossi filosofo, di direi che sei feyerabendiana: anything goes pare sia il tuo motto, tutto fa brodo (non è un'offesa, è una linea di pensiero, sia chiaro :P ). Non esiste un termine di definizione di una persona, allora? Il problema è che gay e etero non è un termine alla stregua di bello o divertente: omosessuale è colui/colei che è attratto/attratta da una persona dello stesso sesso, penso che su questo siamo tutti d'accordo. Se non sei sempre attratto da una persona dello stesso sesso, ma anche del sesso opposto allora sei bi, altrimenti, sei etero. Non si tratta di inscatolare le persone con delle etichette, si tratta di realtà. Secondo me è ipocrisia puntare il dito e dire frocio! a qualcuno perchè è una parola offensiva persino per un gay (come peraltro ho fatto in passato quanto ero molto giovane e molto scemo, e oggi me ne pento -.-), ma dire che non esiste il vero gay o il vero etero è un bellissimo e filosofico modo per considerare la situazione solo superficialmente (senza offesa, ma è così secondo me). Io dico e definisco con certezza chi è gay, perchè se è una scelta personale e volontaria, quella persona deve esserne fiera. Se ti chiedo "sei gay?" e col tuo ragionamento mi rispondi "mah, dipende, è un flusso continuo di sessualità..." allora o sei in uno stato di incertezza e ti vergogni o non ti importa.
Anzi, hai mai risposto ad una persona così, sulla tua sessualità? Alla domanda "sei etero?" hai mai risposto così?

Secondo me è tutto un buonismo inutile, credimi. Qui nessuno credo stia puntando il dito a qualcuno, o stia cercando di offendere gli altri, o stia rafforzando degli stereotipi; definire non è sempre incriminare, ma è anche accettare. Basta col dare dell'omofobo a chidefinisce l'omosessualità di taluni soggetti, non siamo mica nel medioevo! XD E poi siamo tutti diversi, e il mondo è bello perchè è vario, e secondo me togliere le etichette solo perchè sembrano delle accuse è appiattire le diversità, è globalizzare il pensiero.

Sei nero/bianco/giallo/altrocolore? Sei italiano/tedesco/francese?  Si, ma non vuol dire che sono razzista se te lo dico, e tu dovresti essere fiero di essere quello che sei. Io sono bianco, caucasico, italiano e altoatesino di origini trentine e toscane. Se lo dico, sono razzista con me stesso? O.o

Ah ripeto, per me le checche (per chi non l'avesse capito) sono i finti gay che la gente considera omossessuali ma lo fanno solo per scalpore o per "moda". Non so per voi cos'è ma per me la checca non è gay XD poi se nell'uso comune la checca è proprio l'omosessuale non mi interessa, questa è la mia definizione (e come detto, non l'ho coniata io, ma un gay).


Credo che questo discorso meriterebbe un thread a parte, o no?
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Ezio - 2012-05-28 22:51:30
Giacomo, occhio allo slow down.

In generale... TUTTI, attenti allo slow down.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Patrick - 2012-05-29 16:37:58
in generale tutti, portate esempi di gioco, io sto parlando della difficoltà o meno che avete avuto (o credete che avreste) a giocare un personaggio gay rispetto ad una donna (e tollero estensioni del discorso se aiutano a chiarire comunque cosa pensate di quell'argomento  lì). Sono fortemente tentato di far cestinare alcuni degli ultimi post, che lascio solo per amor di comprensione del nuovo topc di moreno. Prende esempio da lui: se vi interessa un argomento off topic (e con "off topic" intendo "che non si attiene al tema e alle regole di questo topic"), splittate.

Moreno, riguardo alla tua risposta, devo rileggermi bene tutta la discussione prima di rispondere. Non so quando avrò tempo di farlo, ma se ho frainteso quello che tu (o chiunque altro) ha detto, me ne scuso.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2012-05-29 18:13:42
Per esempio nell'Apocalisse Religiosa che gioco con Mattia come MC, Carne, il mio Senza Faccia è un personaggio davvero strano, mammone, visionario, troppo dolce e incoerente per essere considerato davvero "un uomo duro e puro" come dovrebbe essere...

Io non vedo il problema... per me per il tuo PG Carne è molto più evidente la stranezza, il suo comportamento "da cane" (come si affeziona, come protegge, ecc.) rispetto al suo "essere maschio"... Che comunque non è sminuito, ti ricordo quella volta che ha rigato la faccia di uno con un saldatore per poi fuggire sfondando una barriera di cemento  correndoci addosso?(mossa: "Evvai!") ^^;


Citazione
E' difficile spiegarlo, ma è come se mi fosse facile intuire come essere "giustamente fragile", melliflua o seduttrice. Credo che sia una questione di empatia personale.
Questa sensazione spesso mi da un potere che non voglio. >.<
Detto così suona terribilmente immodesto, ma non vuole esserlo, credetemi. @_@
Mattia, spiegaglielo tu.

Non so bene neanche io come spiegarlo, ma è una sorta di "non vedere, amico giocatore, una seduzione che non ci vuole essere, la vedi solo perché te la aspetti".

Manu, tu sei una girly-girl (o meglio, una "chastily playful womanly-woman"), vesti di rosa e hai un sorriso per tutti, dai confidenza, ecc.
Noi maschietti siamo programmati perché ci si alzino i giri del motore se una donna ci dà confidenza.

Io che ti conosco so che puoi essere feroce, puntata a missile su un obiettivo (es.: il lavoro), e in grado di rimettere in riga chiunque a parole, ma il giocatore occasionale vede una donna/ragazza che ha voglia di divertirsi e basta.

Sarà quello? ?_?

Citazione
Mi ricordo che una mia amica mi disse "io non giocherei mai X (X= nome del suo personaggio uomo) come gay".
Io, come giocatrice bastarda, mi ero proprio impuntata a volere "X" a tutti i costi per il mio Edward (il mio pg gay).
Ci ho messo (ve lo giuro) mesi di gioco per conquistare "X". Ma alla fine ce l'avevo fatta.
E' stata la più grossa soddisfazione ludica della mia vita!

N.B.: il personaggio esisteva da molto prima che Twilight rendesse nefasto il nome Edward. ;_;

Per amor d'AP, per la cronaca era una campagnona lunga lunga di Tradizionale (GURPS).

Citazione
Mi mette a disagio. Mi sembra di essere una macchina "sforna fanservice".
Bene, non voglio esserlo.

Manu, diciamo la verità, il fanservice ti viene bene (sarò io che sono tuo marito e sono più vulnerabile a te? Noi e la nostra Relazione da 8d10... XD ), e nelle partite in cui il tema è più "leggero" ci può anche stare... ti ricordo in AiPS Supereroi quante volte Luther, il nostro "Tank" (regia? Diapositiva! http://micheladasacco.deviantart.com/gallery/30543622#/d2p1uq0 ), è finito col costume stracciato per la gioia delle sue fan (PG e giocatrici XD).
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Davide Losito - ( Khana ) - 2012-05-29 23:27:46
A Lucca 2011 (l'ultima trascorsa) abbiamo giocato Effetto Cherenkov.
Nel gioco, tre personaggi sono coinvolti in un triangolo amoroso.


Dato che i giocatori erano soltanto maschi, si è deciso, di comune accordo con i tre giocatori in questione, che sarebbe stato messo in scena un triangolo amoroso omosessuale, perché trattandosi di LIVE fare interpretare una donna ad un giocattore barbuto sarebbe stato peggio e avrebbe reso il personaggio una macchietta.


Non ho idea delle reali inclinazioni sessuali dei giocatori (e poco me ne importa, ho smesso da circa 20 anni di preoccuparmi di queste cose: ognuno ama chi gli pare, nei limiti della maggiore età), ma decisamente ha funzionato e ora come ora, dovesse ripresentarsi la situazione, porterei l'esempio e cercherei di far passare la stessa idea.


Personalmente invece, con GdR table top, mi sono trovato a interpretare PG donne, come giocatore non solo come GM.
Di norma mi ispiro a persone reali che conosco e cerco di riproporre (la mia versione del) loro comportamento. E' il modo migliore che conosco e non è diverso da ispirarsi ad un attore o ad un personaggio cinematografico maschio per dare vita ad un PG.


Dal canto mio, per vari motivi tra cui l'avere frequentato il mondo dell'allevamento canino, conosco omosessuali sia uomini sia donne e devo dire che, a conti fatti, la differenza con un eterosessuale esiste solo nel momento dell'eccitamento sessuale.
E' facile identificare quegli omosessuali maschi che palesemente si lasciano andare ad atteggiamenti cosiddetti effeminati (le "checche"), ma molto spesso si dimentica che esistono omosessuali che non hanno nessun atteggiamento palese che li possa far differire da un eterosessuale dello stesso sesso.


Viviamo in un paese che ha fatto del machismo una cultura e ci ha costruito su un regime... quindi abbiamo acquisito dei luoghi comuni che ci arrivano dai nonni, tali per cui il "frocio" si mette le parrucche e si trucca "come le donne".
E' una cazzata.
Sebbene ci siano alcuni omosessuali che lo fanno (ma secondo me sono già più transgender... per quello che queste differenze possono valere...), ci sono eterosessuali che si divertono a fare le drag-queen e omosessuali che non hanno alcun interesse al travestitismo.
Quindi interpretare un gay non è così "lontano" dalla quotidianità di chiunque, l'unica cosa che dovete "ricordarvi" è che vi interessano i PG con "Carisma 18" del vostro sesso, e non quelli dell'altro.


Ad ogni modo, penso che la cosa più "lontana" da me e quindi più complessa da interpretare sia una donna omosessuale.
Sono personalità che vedo "aliene", anche nella vita reale... perché non ho nessun tipo di base esperienziale per capirle e "riprodurle".
E anche qui... "l'uomo con le tette" è solo il luogo comune più superficiale possibile.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Meguey Baker - 2012-05-31 14:56:23
(I look forward to reading through all three pages of this thread before replying further!)
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2012-05-31 15:11:08
(I look forward to reading through all three pages of this thread before replying further!)

Please let us know if you need help in translating something. I see many figures of speech that will be very easily lost in translation. ^_^

I think you already know these:
GdR = RPG
LIVE = LARP
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Moreno Roncucci - 2012-05-31 17:04:27
Prima di tutto,  ho risposto a Jackvice in un nuovo thread perchè si trattava di un argomento off-topic:
La sessualità non è booleiana (http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,7322.msg155261.html#msg155261)

Per il resto, specifico solo che io sto parlando di "facile / difficile" nel senso di difficoltà ad aprirsi, e di mettere "sincerità nel gioco" (se la conferenza di Ron ad Inc dell'anno scorso fosse già online qui ci metterei il link...).

Un attore è un bugiardo.  Lasciamo stare vari metodi, sistemi e scuole per "entrare nel personaggio", sono costruiti sull'aggiungere alla mera "recitazione" altri elementi. Ma la mera "recitazione".. è bugia.  E' inganno. Non reciti per te stesso (a meno che non ti stai autoingannando), reciti per un pubblico.

Non sto facendone un discorso "morale", non c'è alcun giudizio nel definirla "inganno", è semplicemente una maniera di comunicare qualcosa ad un pubblico.

Ma il gioco di ruolo è un altra cosa.  C'è sì una componente di "recitazione", ma è la componente che serve a comunicare. Usi le tecniche della recitazione per comunicare il tuo personaggio agli altri al tavolo. Ma è solo una tecnica. E spesso pure controproducente.

Esempio: devi comunicare che il tuo personaggio sta mentendo in maniera evidente.  Se fossimo a teatro, saresti costretto a basarti sulla recitazione (e su un copione scritto apposta per farlo capire, sulle luci, sulle reazioni degli altri personaggi, etc, ma non divaghiamo troppo). 
Se sono al tavolo di un gdr, posso semplicemente dire, papale papale, out of character "mentre dico queste cose, è chiarissimo che sto mentendo".

Posso cioè semplicemente SPIEGARMI. Anche questa è una maniera di comunicare (e di solito molto più efficace della semplice recitazione, al tavolo).

Ora, la confusione fra "recitare un pG" e "interpretare un PG" è molto diffusa nell'ambito del gioco tradizionale. Da qui un sacco di giocate insulse con giocatori o GM che sforzano doti attoriali scarse o inesistenti nel vano tentativo di comunicare qualcosa di semplice come lo stato d'animo del loro personaggio, fallendo miseramente e incasinando il gioco, per il terrore di commettere il Peccato Mortale del Metaplay e di spiegarsi out of character...

Se fossimo ancora ancorati a pratiche così primitive e controproducenti, allora sì, interpretare me stesso mi riuscirebbe molto più facile del far credere agli altri al tavolo, con la sola recitazione, che sono una leggiadra Elfa dei Boschi. Ma visto che quelle superstizioni del gdr tradizionale le ho da tempo buttate nel cesso...  a me cosa me ne frega di questo aspetto?

La "difficoltà" di giocare personaggi DIFFICILI DA RECITARE non la conto nemmeno, io la considero IRRILEVANTE, un problema RISOLTO. Semplicemente, se sono "difficili da recitare"...  NON LI RECITO, uso altre tecniche di comunicazione, descrivo a parole o a disegni quello che non sto recitando, punto a farmi capire, non a far vedere come sono bravo a fare le vocine.

Quando parlo della "difficoltà di fare personaggi close to home", non parlo della recitazione. Non ci penso nemmeno, non la considero, se non fosse stata tirata fuori da altri post non avrei nemmeno pensato che fosse in qualche modo legata a questo discorso e a questo thread. Quello di cui parlo è la difficoltà nel gestire i rapporti "me stesso - il mio personaggio" e "me stesso - altri giocatori". Nel gestire difficoltà sociali e psicologiche che rischiano di metterti a disagio (ed eventualmente sbatterti completamente fuori dall'immedesimazione e dalla storia)

E a questo proposito...  qui l'abilità nel recitare può diventare persino controproducente: ho visto davvero un sacco di persone, in difficoltà in situazioni di gioco che potevano metterli fuori dalla loro zone of comfort, usare la recitazione come "distanziatore": perchè recitare è mentire, e se mentre giochi il personaggio diventa troppo vicino, mettersi psicologicamente nell'ottica di "recitare" invece di "essere" è un distanziatore immediato.

In effetti, un certo interesse che nutrivo tempo fa per la recitazione è scomparso completamente non appena ho visto come veniva usata come "salvagente" in un sacco di giochi, diminuendone l'impatto e ostacolandone il funzionamento.  Se "reciti" un Cane, non stai giocando a Cani nella Vigna. Se "reciti" un Servitore, non stai giocando a La Mia Vita Col Padrone (infatti, "A manifest on Mastery" come articolo è in gran parte dedicato a come far smettere di recitare i giocatori...), e così via.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Meguey Baker - 2012-06-01 06:03:30
(Please forgive me for posting in English - if someone wishes to translate my words for better clarity, that is fine)
Two things of note before I begin: I have GMed for years, so naturally I have played many NPCs of all sexual biologies, gender expressions and sexual orientations. I will talk below only about my experiences playing my own characters, not NPCs. Also, I have been a sex education teacher for many years, so this subject is a keen interest of mine.

Patrick, to your original question: whether we have experience playing various sexual orientations and if it was more difficult. My short answer is yes, I have much experience playing all kinds of sexualities, and no, I do not find it difficult, for the most part.

I have played a lot of male characters, most of whom were assumed to be heterosexual but was never an issue or a facet of play. The same for many women I have played. I have played people who are transgender by their culture, in that they are women acting in a masculine role or men acting in a feminine role, but not in their personal orientation. I have played lesbians of many types. I have played completely blatantly over-the-top gay men, and men who were eventually discovered to be gay only when it became relevant to the story. I have played a woman in love with a man who was once a woman - the maelstrom of Apocalypse World can do strange things to gender!

What I do occasionally find challenging is playing a straight man in a romantic relationship with a straight woman. I want not to fall into tropes and stereotypes of behavior, and I want to play a whole person, not just a set of genitalia. So, if the story is  just about the sexual dynamic, I might get bored and look for other ways to express the character. When I've played male characters on-line, I've had beautiful love affairs with female PCs. At the table, I tend to play characters (male and female) who are either in an established relationship or not interested in sexual relationship. Role-playing courtship and falling in love is intense! I don't do it very often.

I agree whole-heartedly with Matteo Turini, that the ways heterosexuals court and love and yearn and hurt is no different that the way homosexuals do. Love that exists between any two people has certain universal constants. The specifics and physical technicalities may differ, but the basic experiences of love are the same. Jackvice makes excellent points as well,as does Giullina, about the spectrum of sexual expression, and how playing a character at one point is only one point.

Moreno, I wonder about that argument that it's difficult to play a gay man because it's close to home. Certainly, if he is your age and lives in your hometown and has similar interests to you, ok. But if he's a 19-year-old Gunlugger with a soft spot for blonds, or an ancient Japanese warrior, or a doomed prince of the Frozen North, isn't that enough distance? At what point does 'close to home' become no longer true?
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Moreno Roncucci - 2012-06-01 06:45:15
Moreno, I wonder about that argument that it's difficult to play a gay man because it's close to home. Certainly, if he is your age and lives in your hometown and has similar interests to you, ok. But if he's a 19-year-old Gunlugger with a soft spot for blonds, or an ancient Japanese warrior, or a doomed prince of the Frozen North, isn't that enough distance? At what point does 'close to home' become no longer true?

The answer is obviously tied to the game I am playing, or, to be more exact, to what does it MEAN in my own reality (at the table, between the players, in the real world) in that game.

My answers in this thread are relative to a specific game, Kagematsu. What happen when I play Kagematsu? I have to frame situations where "my character" can seduce Kagematsu, and then try to do so.  not with the dice results, but with the way I portray, with acting and descriptions, the seduction.

I never played a male character in Kagematsu, so I am basing my thoughts about this on what happen when I play a woman: at first, trying to get the very first gestures from Kagematsu, the Japanese setting and trappings are more important, but then, moving on to more intimate / sensual gestures, it become much more universal / personal (maybe because I have really no idea about what could be considered seductive in that time in that culture, so what I am really doing is trying to think about what that character could do in that situation that I would consider seductive to myself, and seeing the reaction of kagematsu's player.

If I think about this putting myself into a male character, I don't think that the japanese setting will make one bit of a difference... on the difference:  it's a distancing factor, true, but it's the same for both kinds of characters, it's not like I play a japanese only if I play the man but not the woman...

It's obvious that, in another game, that would not be a problem: hell, I don't even KNOW the sexual preferences of a lot of characters I played in a lot of games where sex or romance never, ever entered in the fiction...

Even in a game where sex and romance usually is present, like for example 1001 Nights, the situation is completely different: in 1001 nights I can play a gay man without ever having to describe what I have to do to convince another man to "roll in the hay" with me: in Kagematsu, I can't.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2012-06-01 09:37:55
It's obvious that, in another game, that would not be a problem: hell, I don't even KNOW the sexual preferences of a lot of characters I played in a lot of games where sex or romance never, ever entered in the fiction...

Well, this is interesting... I think I always knew, for each and every of my characters, what they're supposed to like (not just in their sexuality, but ALSO in their sexuality). I don't know what that means, though. ^^;


[Moreno dice che non ha mai conosciuto le preferenze sessuali di molti suoi personaggi]
Beh, è interessante... Penso di aver sempre saputo, per ogni singolo personaggio, che cosa gli piacesse (non solo a livello di preferenze sessuali, ma ANCHE nella loro sessualità). Non so bene che significhi, però. ^^;
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Danilo Moretti - 2012-06-01 11:42:14
La questione se l'amore etero e gay siano o meno diversi è relativa, a livello astratto l'amore è amore, ma in un gioco (e nella vita) è necessario ridursi alla banale concretezza di rituali di corteggiamento (e di accoppiamento) che cambiano invece notevolmente da maschio a femmina, da maschio a maschio e da femmina a femmina (e mi fermo qui). Nella realtà le  consuetudini e influenze culturali e sociali non possono essere nullificate, in gioco magari sì (dipende da quanto si desidera prendere le distanze e "idealizzare").
Ribadendo la mia ignoranza su Kagematsu, mi resta da capire se l'ambientazione giapponese è solo "color esotico" per speziare storie di seduzione (e facilitare la "giusta distanza" emotiva giocatore-personaggio) o se il rispetto dell'ambito culturale/storico/sociale dell'epoca invece è un ingrediente essenziale per la riuscita del gioco.

Perché se l'ambientazione giapponese è solo un pretesto per trattare l'estetica di un amore idealizzato, giocare un gay, un etero, una donna o una tazzina non cambia (quindi non poniamoci problemi, e vai di spensieratezza) e non (dovrebbe) comportare turbamenti emotivi da eccesso di coinvolgimento, quindi il sentirsi a disagio perché ritenuto criptogay in quanto "giocante gay" o le pippe intellettuali sul "reggerò il peso della responsabilità che comporta un ruolo del genere" possono essere bypassate.

Se invece l'ambientazione conta, dobbiamo confrontarci sul fatto che i rituali di corteggiamento/accoppiamento della cultura giapponese post-medievo sono molto diversi da quelli occidentali (del 21° secolo), e già questa è una sfida complessa! Figuriamoci riprodurre con verosimilianza rituali omo non rilevati dai rigidi codici sociali di una simile cultura (e anche poco trattati dalla letteratura in generale)...

Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Dairon - 2012-06-02 02:56:32
In realtà un Kagaymatsu storico probabilmente è perfettamente sensato, con lo shudo e il nashoku. Credo il fatto che noi stranieri ne sappiamo poco non sia dovuto a mancanza di testi (e insomma, già il romanzo di Genji parla di omosessualità!) ma al fatto che oggi in Giappone non sia un argomento che vada per le maggiore.

Stasera ho visto un'interessante PG maschio interpretato da una donna (Gioventù Bruciata). Quasi fosse liberatorio fare un marchettaro non stereotipato. Mmm mmm.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2012-06-02 10:22:53
Ribadendo la mia ignoranza su Kagematsu, mi resta da capire se l'ambientazione giapponese è solo "color esotico" per speziare storie di seduzione (e facilitare la "giusta distanza" emotiva giocatore-personaggio) o se il rispetto dell'ambito culturale/storico/sociale dell'epoca invece è un ingrediente essenziale per la riuscita del gioco.

Ti dico la mia, che Kagematsu l'ho provato una manciata di volte (e anche fatto provare come Facilitatore con giocatrice novellina come Kagematsu): l'ambientazione "storica" è solo colore.

Finché sai che non ci sono i computer e i cellulari, sei a posto. XD

Se poi i giocatori, volontariamente, vogliono mettere dettagli "storicamente sensati" (che so "i kimono dei ricchi erano di questi colori" oppure "sta recitando la preghiera XYZ e quindi il tuo personaggio capisce che il mio è buddista"), sono liberi di farlo. A me piace, per esempio, un po' di "flavor storico corretto", ma, ripeto, è un optional.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mauro - 2012-06-02 10:38:05
La risposta è: guarda a quanto c'è di storico nel manuale originale. Se non c'è nulla, è perché l'autrice ha valutato che non fosse necessario sapere nulla.
Pú nello specifico: finché non c'è un elemento che rovina il gioco agli altri perché palesemente assurdo (o per chissà quale altro motivo), va tutto bene, visto che lo scopo non è ricreare il contesto storico. Vuoi un PG venditore di sushi (visto), anche se il sushi non c'era? Fallo. Come la villa di Arsende: sí, non l'aveva; sí, Ezio piange nell'angolino; e allora?
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Dairon - 2012-06-02 15:24:58
Anche il nostro manuale è netto: ti dico qualcosa di storico, SE lo vuoi usare buono, sennò perfetto uguale.
Per inciso è giustamente un'introduzione più sociologica che altro.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2012-06-02 15:38:42
Luca, non si capisce un ***** di quello che scrivi.

Chi è "noi" della prima frase?
Nella seconda frase manca il soggetto.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Dairon - 2012-06-02 15:55:35
Il manuale italiano, ovviamente, visto che Mauro parlava dell'assenza di commento storico in quello americano.

L'introduzione è il soggetto della seconda frase, si riferisce appunto al commento storico presente nel manuale nostrano.
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Patrick - 2012-06-03 14:29:42
ragazzi, siete pesantemente off topic. kagematsu mi interessa in questo topic soltanto nella misura in cui aiuta a rispondere alla domanda: per te sarebbe difficile giocare un personaggio omosessuale? se sì, sarebbe più difficile che giocare un pg dell'altro sesso? in tutti i casi: perchè? e hai mai giocato un pg gay? quando? e com'è stato?
Titolo: Re:[Slow Down]Giocare un gay o un pg dell'altro sesso
Inserito da: Mattia Bulgarelli - 2012-06-03 14:38:10
ragazzi, siete pesantemente off topic.

Devo pattumierarti qualcosa?