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Post - Michele Gelli

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Gioco Concreto / Re:Bliss Stage - parlatemene!
« il: 2013-12-21 08:15:02 »
La premessa è incredibilmente affascinante. Un crossover fra “il Signore delle Mosche” e “Evangelion”. Per uno appassionato anche dei lavori di Tomizawa (come “Milky closet”) o di Ueshiba (tipo “Discommunication”) è assolutamente imperdibile.

Le meccaniche più che “macchinose” prevedono un accounting molto oneroso e ridondante.
Ci sono punti da riportare su più schede anche se l’informazione è alla fine la stessa, cifre da settare e resettare periodicamente nel gioco, etc.

Sono anni che sto tentando di trovare un modo di rappresentare graficamente le informazioni per aggirare questo problema, ma non ho ancora trovato una soluzione soddisfacente o possibile da produrre. Avevo trovato una soluzione che prevedeva di costruire materialmente un grosso “circuito” unendo con fil di ferro schede in plastica, ma poi non sono stato capace di trovare i segnacorda (delle specie di “perline” colorate che si usavano per segnare e distinguere i cavi elettrici, e potevano essere montate a scatto senza infilarle: quando ero piccolo ne avevo la casa piena, ma sembra che non esistano più).

Il feeling complessivo del gioco è quello di un enorme Bacchanalia solo molto più strutturato e complesso.

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L’idea di “riconfezionare” PSI*RUN è stata mia. Da tempo cullavo l’idea del manuale a fumetti e un gioco “sui fumetti” fatto “a fumetti” ha evidentemente dato la spintarella che mancava.

Il lavoro di trasformare un testo scritto in un testo parlato (per quanto “parlato a fumettati”) è stato molto, molto più impegnativo che fare una traduzione normale. Non è una gran scusa, ma in una opera di questa complessità che qualcosa scappasse “ci stava”. Ho riletto tutto e mi dispiace di ogni singolo refuso (e ringrazio tutti quelli che hanno fatto segnalazioni) ma per fortuna nulla che infici la comprensibilità del testo ed in linea di massima il manuale è un bellissimo lavoro, che per ragioni personali (è stato proprio portato a Lucca pugnale fra i denti, non potete capire quanto) avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.

Veniamo alla questione dadi / segnalini. Avere i dadi per tempo a prezzi accettabili era impossibile. Ma c’era nodo di organizzare la caduta delle board per ospitare anche i segnalini. La scelta era ovviamente libera…

Si poteva fare di meglio? Certo. Si può sempre fare di meglio. Spilberg dice che i film non vengono mai finiti ma abbandonati dal loro regista. Lo stesso vale per i giochi. Ma credo di aver “abbandonato” PSI*RUN solo dopo averne avuto la cura del buon “pater familias”.

L’intenzione di Narrattiva produrre quando possibile giochi che non richiedano altri materiali oltre quelli in scatola (e/o che abbiano una dotazione – fatti i dovuti paragoni – “da bordgame”) credo non sia un mistero per nessuno. Non abbiamo fatto i dadi per DW perché – costi a parte – voi credere davvero che esista un solo proprietario di un manuale di DW che non abbia un set completo?

Del resto posso solo incoraggiarvi a giocare il gioco. PSI*RUN è bellerrimo.

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Segnalazioni e News / Re:[SLOW DOWN] Gioco dell'anno 2013
« il: 2013-10-07 15:31:52 »
NOTA di moderazione: il thread è stato messo in [SLOW DOWN]. Ho visto come la discussione si è evoluta in altri lidi e prevenire è meglio che curare.

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Segnalazioni e News / [SLOW DOWN] Gioco dell'anno 2013
« il: 2013-10-07 15:26:45 »
Volevo dire un paio di cose sul Gioco dell’Anno, visto che nel menù dei troll sembra il piatto del giorno.
 
Volevo trollare un poco anche io.

Mesi fa proprio Lucca – in una ottica di miglioramento del premio – ha convocato una riunione con tutti gli editori. Il verbale lo trovate qui http://www.giocodellanno.it/wp-content/uploads/2013/06/Verbale_incontro_editori.pdf. Ci sono state critiche furibonde. Io credevo di avere il dente avvelenato, ma era nulla al confronto delle mazzate che sono girate nel gioco da tavolo. Stranamente mancavano svariati colleghi che – è vero – hanno fatto pervenire una nota scritta, ma IMHO hanno perso un’importante occasione per dire la loro.

Ora, tutti sono stati d’accordo a dire che il premio problemi ne aveva.

Il mio intervento verteva su due punti: il premio non era credibile e appetibile.

La parte “appetibile” riguarda quello dettagli tecnici della comunicazione: il logo era difficile da stampare, non si leggeva, il nome del premio era in inglese, era un nonsenso dare il premio a metà fiera quando avevi perso metà delle vendite, ecc. Su questo c’è stata una concordia pressoché unanime.  Concordia anche sulle tempistiche, che mettevano a pecora soprattutto le ditte dal medio-grande in giù (= tutti tranne Giochi Uniti, per intenderci). Consegnare alla giuria un gioco in uscita PRIMA di Lucca era sempre logisticamente complesso e fonte di costi e sbattimenti.

Veniamo alla parte “credibile”.

Io non credo nelle deliranti teorie del complotto (potete leggerne un campionario su gdr Italia, che pare abbiano proprio un “taste” per le Teorie di Complotti Sballati per le Menti Semplici) che si leggono in giro che parlano – fondamentalmente – di giurie piene di amici di amici o succubi degli interessi di Pippo o di Pluto.

Io credo piuttosto che il premio fosse strutturato male. Cioè, non si è mai capito di preciso cosa premiasse.

Se mettere uno di fila all’altro tutti gli Spiel des Jare lo vedete un fil rouge. Lo vedo perfino io che di gioco da tavolo ci capisco il giusto. Potrete dire “avrei fatto vincere X invece di Y”, ma comunque la decisione della giuria “ci stava” sempre. Non si è mai gridato allo scandalo perché se non il vincitore almeno una rosa ristrettissima di papabili era evidente a colpo occhio. Proprio perché è possibile vedere COSA viene premiato.

Se invece mettete uno in fila all’altro i Best of Show (gioco di ruolo, non ho le competenze per discutere di gioco da tavolo) una logica non ce la trovate nemmeno a spingere. Viste una per una magari un senso ce lo trovi[1], una di fianco all’altra no.

Faccio lo stesso esempio che ho fatto in riunione[2] (che riguarda un concorrente e non mi vede coinvolto in nessun modo) che però, per chi può capirlo, è il più clamoroso.

Nel 2009 era palese che doveva vincere Polaris (Janus Design). Punto. Non ce ne era per niente e per nessuno. Era talmente conclamato che dovesse vincere Polaris che pur avendo altre uscite ho mandato in concorso il solo “The Upgrade!” che – stante il regolamento – non potevo mandare successivamente. La giuria premia l’editore giusto (Janus) ma per il gioco sbagliato (“non perdere il senno”, che era peraltro un supplemento). Non che fosse un brutto supplemento, per carità. Non che non avesse dei meriti, per carità. Ma non c’era confronto con Polaris, che aveva una marcia in più su tutto.

Credibilità del premio presso gli appassionati degli “indie”: disintegrata.

Questo non credo proprio per ragionamenti di amicopremiazione o pressioni dell’editore X piuttosto che dell’editore Y (che poi in questo specifico caso non avrebbero avuto senso, visto che si parla di due giochi dello stesso editore). Inoltre ho troppa stima di svariate persone che si sono alternate nelle giurie per pensare che si siano piegate a giochetti simili.

Credo che le decisioni siano state in linea di massima prese in coscienza, ma con criteri troppo effimeri, spiegati o capiti male e comunicati malissimo. L’impressione è che fossero più decisioni “di comitato” (che sono sempre un disastro), cioè un “mettiamoci d’accordo a chi dare il premio che a qualcuno dobbiamo darlo” più che decisioni di giuria “applichiamo il regolamento e decidiamo a chi dare cosa”. Proprio perché il regolamento è sempre stato un macello. Da questo deriva che da fuori che lo storico dei vincitori sembrava deciso con la morra cinese.

Grazie a questo, quando ho vinto io il Best of Show con AW mi ha fatto piacere, ci mancherebbe, MA non c’è stato il rimbalzo economico che ci sarebbe potuto essere. La decisione della giuria su Polaris a me è costata X.000 euro di mancato incasso. E solo a Lucca. E di questa cosa me ne sono lamentato in lungo ed in largo, con dei canini fori che manco la tigre con i denti a sciabola.

Se un premio deve avere un senso commerciale (come lo Spiel des Jare, che me è stato GIUSTAMENTE preso ad esempio) deve spostare le vendite e non diventare una pompatina agli ego di editori bisognosi di affetto  (che farà sempre piacere, ma non ci pago le fatture). Ora, nella riunione la cosa è sembrata ampiamente condivisa. Che occorrevano criteri chiari e riconoscibili.

Un premio può avere una sua cristallina dignità e legittimità anche con un regolamento del tipo “lo assegna la Giuria a suo insindacabile tiramento di cu*o”. Va benissimo, ma un premio così non può avere una valenza commerciale (= non sposterà mai le vendite, proprio perché non significherà nulla). Paradossalmente (sempre a livello commerciale si parla), funzionerebbe meglio il “Best Seller dell’Anno” che – ammesso e non concesso di riuscire a recuperare dati credibili – non avrebbe bisogno di una giuria.

Nella parte “credibile” imho c’è TANTO da lavorare. Perché – in maniera ingiusta ma prevedibile – purtroppo il Gioco dell’Anno non parte con un clean slate, ma parte con i “peccati” del Best of Show sulle spalle. IMHO l’organizzazione era partita con l’idea di portarsi dietro i lustro del premio precedente e ci è rimasta un poco male.

Però la credibilità non la puoi ordinare al droghiere (mi da 3 etti di credibilità, che a casa la abbiamo finita?) ma la puoi solo costruire sul campo. Da qualche parte si dovrà pur cominciare. In perfetto stile Luccese siamo partiti pieni di buone intenzioni e anche di inciampi[3]. Però - e QUESTA imho è la novità chiave - siamo partiti anche pieni di buone idee. Perfettibili (perché ad esempio IMHO il bando – e le istruzioni alla giuria – dovrebbero essere differenti per gdr e gdt[4]) ma almeno sono idee. Napoleone diceva “Meglio un cattivo piano che nessun piano del tutto”. Il Best of Show non aveva nessun piano del tutto. Il Gioco dell’Anno un piano ce lo ha. Probabilmente non il migliore dell’universo, ma per me è un GROSSO progresso rispetto a prima.

A me hanno dato la fiducia necessaria a dire “proviamoci” (e quest’anno era seccantemente oneroso per un editore partecipare). Ed a perdonare uno o due inciampi.  Vediamo come se la giocano.

La mia speranza è che
  • La giuria se ne sbatta alla stragrande gli zebedei delle critiche di quattro gatti (specie se fatte su internet) e faccia con rigore e coerenza quello che deve fare.
  • L’organizzazione ascolti le segnalazioni arrivate dagli editori che non stanno condividendo la mia analisi, ma a un certo prenda una decisone e tenga dritto il timone.

La credibilità sarà una logica conseguenza.

Note
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[1] “è evidente: erano 800 pagine a colori su pelle umana”, “è evidente: lo disegnava Leonardo Da Vinci in persona”, “è evidente: è quello che ha venduto millemila volte di più”, “è evidente: è il brand più famoso”, “è evidente: è quello con alle spalle l’editore più sborone”, “è evidente: è quello con le regole più meglio”, “è evidente: è quello con millemila supplementi”, ecc.

[2] A scanso di equivoci: tutte le cose che vedrete scritte qui sono state dette anche in faccia a chi di dovere, in tempo utile perché ci potesse fare qualcosa, con maggior dettaglio e spesso riccamente corredate di proposte pratiche e attuabili.

[3] tipo le date ora qui, ora là, il fatto che per un poco è sembrato che dovessi mandare Bacchanalia a un minore o che sia stato costretto a chiedere una interpretazione autentica del regolamento alla prima edizione.

[4] per dire, se dobbiamo valutare la capacità di portare clienti nel mercato e la prendiamo un poco stretta (ma neppure tanto) molte cose tipo avventure, espansioni, etc. verrebbero tagliate fuori. E dubito che ci sia una produzione di materiale così forte da poterselo permettere.

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Segnalazioni e News / Re:DUNGEON WORLD - Edizione Italiana
« il: 2013-09-17 14:19:59 »
Sinceramente non ci avevo pensato. L’unica cosa che posso dire di sicuro è che la traduzione NON sarà in CC.

A caldo mi viene da dire che:

  • Per quello che concerne il materiale aggiuntivo non commerciale, come al solito si applicherà la più ampia tolleranza. Sicuramente non sarà io a rompere le scatole a chi scrive una classe aggiuntiva e la mette gratis sul suo blog (o assimilabili).
  • Per quello che concerne l’uso commerciale (tipo: raccolta di classi venduta, per capirci) la discriminante fondamentale sarà che si tratti di materiale aggiuntivo (che quindi richieda il manuale per essere giocato) e non di confezionare un libro “rapinando” la traduzione italiana appiccicandoci quattro cazzabubbole e dire che “è un hack”.

Se ci sono casistiche meno filosofiche e più concrete, contattatemi che ne parliamo.

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Claudia tiramisù, Michele cantucci

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All’inizio era il narraforum.

Era un poco "l’assitenza giocatori" di Narrattiva. Fu tirato su a tempo di record da Michele con phpbb e pagato da Shadow (o da Narrattiva o da Michele, tanto alla fine sempre dallo stesso portafolgio escono). Poi arrivò vanilla. Più persone si alternarono a fare assistenza tecnica, ma il server sempre Shadow lo pagava. Per di più, il server ebbe più volte la necessità di essere “irrobustito”. Sempre a spese di Shadow. 

Poi è arrivato GenteCheGioca, il “distacco” da Narrattiva. La piattaforma è cambiata, ora il server è su una macchina in Francia ancora più tosta che ospita solo questo sito ed un altro progetto (praticamente) “pro bono”. Sempre a spese di Shadow. 

È vero che i costi sono solo "seccanti" e non "proibitivi", ma sempre seccanti restano. Per cui abbiamo deciso che inseriremo un banner che – se anche difficilmente sarà sufficiente a coprire i costi - almeno riporterà quelli vivi da "seccanti" a "trascurabili". Se dovessimo avere un successo di portata ragguardevole (e attualmente proprio non prevedibile), utilizzeremmo l’eccedenza di cassa per finanziare la prossima INC (presumibilmente i costi degli ospti - voli, alberghi, ristoranti, etc.) e abbassare così a tutti il biglietto.

Il banner (come le pagine di promozione sull’INCbook) sarà a disposizione di sponsor terzi. Però con qualche limitazione.

  • Non ci saranno contenuti in violazione del manifesto e del regolamento;
  • Accetteremo solo sponsor “a tema”, con qualche eccezione ad esempio per le eccellenze alimentari (in sintonia con lo spirito di INC, GNOCCOcon, etc.);
  • Abbiamo già rifiutato più volte di cedere alle lusinghe di gambling e azzardo (offerte che sono arrivate, anche invitanti), e si tratta di una linea che saremmo intenzionati a seguire*;
  • Controlleremo i contenuti: niente gif animate moleste, finti messaggi di sistema, “boli” da quaranta giga ed ogni altra che possa inquinare l’esperienza complessiva di GcG;
  • Troveremo uno spazio dove mettere il banner e buona li. Non faremo come altri siti e non trasformeremo GcG in una vetrina dove dare la caccia ai post fra una pubblicità a l’altra. Se la situazione dei costi dovesse per qualche ragione (imprevista ed imprevedibile, allo stato delle cose) precipitare, affronteremo il problema e troveremo una soluzione che non sia inquinare la vita degli utenti.

Partirà come sponsor Narrattiva, che ha pagato i conti fino ad ora (e in assenza di novità pagherà anche quelli futuri), e farà un test run che ci permetterà di fare un trariffario ragionato. Chi volesse prenotare uno spazio può contattarmi ai soliti indirizzi.

* = Nota di Michele: proprio per questa ragione difficilmente faremo un buon risultato economico. Ma mi si rivolta lo stomaco quando sento che “il gioco è vietato ai minori di 18 anni” invece di “il gioco D'AZZARDO è vietato ai minori di 18 anni”: diventare complice di questo scempio proprio no.

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Segnalazioni e News / Re:DUNGEON WORLD - Edizione Italiana
« il: 2013-09-02 11:15:01 »
buon giorno gente, torno a scrivere dopo molto chiedo un'indicazione anche se il video è non lascia molte ambiguità: 
al raggiungimento dei 3000 tutta la linea verrà prodotta in A4 cartonato o vi sarà una versione "standard" in A5 e una "deluxe" in A4?
Ci sarà una versione standard deluxe in A4. Nel senso che se si passano i 3000 euro la sola edizione del manuale sarà quella A4. CHe per i partecipanti alla campagna rimarrà a prezzo fisso, per gli altri passerà indicativamente a 30 ~ 35 euro.

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Volevo fare un minimo di osservazioni in ordine sperso anche io, prima di tornare al mio letto di dolore. Invito tutti a prendere gli spunti che offro nel messaggio e riportare la discussione in acque più tranquille.

Gli Slot Doppi
Gli slot doppi sono una esigenza che è nata per avare una partita invece di una demo. Una delle prime modifiche che faremo nella INC 14 sarà proprio partire di default con slot più lunghi e/o non tutti uguali come durata in modo da poter dare sistemazione comoda a tutti i giochi e tutte le esigenze.
I miei due cent cosa sono che G+ (ed in qualche misura anche una più ampia disponibilità di con) ha in qualche maniera sopperito alla necessità che prima era assolta dalla INC (provare X, Y, Z, K e se riesco a incastrarcelo anche J, che altrimenti non avrò altra occasione a provare) e ne sta iniziando a soddisfare un’altra (creare l’occasione di provare X, ma una partita completa e live, non una demo) che però necessita di tempi più dilatatati.
Poco male, come già detto è logistica davvero “spicciola”, si è registrata l’esigenza e la si mette a posto con poco.

Gli Slot A & B
A me hanno lasciato qualche perplessità gli slot pieni. Cioè, gli slot arrivati in programma già con il pieno degli iscritti.
E qui vorrei fare un distinguo. Un conto è – per fare une esempio – lo slot di Sporchi Segreti di Mario, che è arrivato pieno ma perché è stato proposto vuoto pubblicamente e si è riempito “naturalmente” mentre le varie persone interessate tentavano di trovare una collocazione temporale (che chiameremo “eventi A”*). Un conto sono altri slot che cono stati organizzati più o meno “in privato” e che sono arrivati in pubblico già con il massimo degli iscritti (che per distinguerli da quelli precedenti li chiameremo “eventi B”).

Non vorrei che nessuno di coloro che ha fatto “eventi B” si sentisse attaccato: questo NON vuole essere un atto di accusa. E non c’è nessuna accusa perché non c’è nulla di sbagliato.
Vuole essere una neutra CONSTATAZIONE: parecchi eventi si sono materializzati in calendario come eventi B. Non era mai successo. Sicuramente la situazione degli strumenti informatici utilizzati nell’organizzazione ha pesato parecchio – e a questo metteremo una pezza (si spera già per la prossima edizione).

Ma IMHO questo non ci esime dal farci delle domande. Gli eventi B sono sicuramente un segnale, ma di cosa? Se il gioco vuole essere un momento “di aggregazione”, cosa aggrego se arrivo in pubblico col mio evento già pieno? Deve cambiare il senso della con? Come ci possiamo mostrare accoglienti, se ci presentiamo con un calendario di eventi già completi ex-ante? Di alcune situazioni so i perché ed i percome, ma - se non ho contato davvero male - il fenomeno è significativamente più ampio dei “percome” che conosco, e mi piacerebbe capirlo.

Gli Slot saltati
Nella mia personale esperienza, per un Dubbio che non parta con tutti giocatori scafati & “regolati” (nel senso che conoscono già le regole e/o hanno esperienza di Jeep), tre ore sono un tempo mostruosamente risicato. Mi ricordo sempre partite da 4 ore (e abbondanti), o partite finite con fast forward premuto a tavoletta. Ma come detto è la mia esperienza.
Sull’episodio specifico ho forti dubbi che Moreno ricordi correttamente tutto***, ma non sono in grado personalmente di fornire una mia ricostruzione e/o distribuire meriti e responsabilità in maniera certa, per cui non lo farò. Quello che so per certo è che da qualche parte c’è stato un “corto” nella circolazione delle informazioni e questo ha prodotto un giocatore che si era prenotato regolarmente, non ha potuto giocare a quello che aveva scelto ed ha rischiato di passare uno slot a guardare il soffitto.
 
La cosa mi è stata particolarmente sugli zebedei perché si trattava di una giocatrice che per la prima volta veniva all’INC. Come detto non voglio dare colpe. Passiamo in giudicato che si sia trattato di jella e discomunicazione e diamo la colpa al destino cinico e baro. Resta il fatto che IMHO la cosa non è bella e non è bella in modo particolare se succede a giocatori alla loro prima esperienza.

Vorrei trovare soluzioni per cui questa cosa non si ripeta. Proposte?

Vorrei anche sottolineare un altro aspetto: che gli slot ad una con saltino non è bello ma è una cosa che capita. Capita che Pippo stia male, che Paperino – magari pur partito con il dovuto anticipo – abbia preso La Coda In Autostrada Che Lasciò Di Stucco I Vivi Ed I Morti. Però “dovevamo chiudere la partita di prima”**non è una ragione accettabile. L’unico caso in cui tutto è ok è che le persone coinvolte (quelle che devono chiudere lo slot precedente) si accertino - a loro cura - di non mettere in crisi gli slot a seguire.

Non fissiamoci su questo particolare episodio; il punto non è trovare l’assassino di questo specifico e particolare caso (ammesso che ce ne sia uno). Il punto che mi interessa è sottolineare il PRINCIPIO che presentarsi agli slot e presentarsi almeno ragionevolmente puntuali è una questione di rispetto ed educazione minimale. Ci sono casi in cui gli slot saltano e non si può fare altro che dire “peccato”****, ma sicuramente “per finire l’evento dello slot prima” non è uno di questi.
 
A questo proposito, anche se l’ultimo slot è di sicuro il più prono ad inconvenienti, neppure “sapevo che dovevo andare via prima ma non ho detto nulla a nessuno e mi sono iscritto lo stesso tanto anche se me ne vado a metà slot va tutto bene uguale, no?” è una buona ragione. Non è una “tradizione” che ci siano buche all’evento del pomeriggio. A me è capitata (questo regolarmente) gente che non poteva sforare neppure di un secondo o gente che doveva andare via in leggero anticipo (che era legata agli orari del treno, del passaggio, della sveglia del mattino dopo, etc.). Ma se qualcuno mi pianta a metà di uno slot sapendolo prima e senza avvertire, non è una “tradizione”. È un’altra cosa.

Le dinamiche del pranzo
Non sono affatto d’accordo per pranzi e cene. Io sinceramente ne ho approfittato a man bassa per parlare con persone che altrimenti avrei fatto fatica anche solo ad incrociare. Se non fossi stato a pezzi avrei approfittato molto volentieri anche dell’aperitivo fuori slot di domenica sera, ma a quel punto a mancare è stato proprio il fisico. Se non ci fossero stati pranzi e cene, avrei fatto fatica anche solo ad incrociare Paolo, Claudia, Cristina, Debora (per dire i primi nomi che mi sono venuti in mente). E non avrei nemmeno avuto materialmente l’occasione occasione di parlare con tutte le altre che ho incrociato per caso. Vuole dire creare un a occasione per parlarsi. Io credo che ai pasti sono stato seduto solo per sforchettare o bere.
 
Nei limiti del possibile, insisterò perché i pranzi rimangano una occasione per incontrarsi, non una “dependance” dello slot. Questo non significa voler creare il momento di animazione modello villaggio turistico, ma significa creare una occasione. Come il sabato sera: se c’è gente che vuole giocare invece di andare a vedere Giacobbo (per dire la primissima cosa che mi ha attraversato il cervello), padronissimo. Ma IMHO in una con molto programmata e "tirata", creare alcune occasioni di chiacchiera (tipo il sabato sera) credo sia doveroso.

Il fluire delle informazioni
Questo è una cosa che da qualche anno non si riesce a sistemare.

La logistica è talmente complessa che si fa davvero fatica a far scorrere le informazioni. Perché sono davvero TANTE, non c’è un albergo (che pur con tutti i problemi che introduceva prima, riduceva significativamente il numero di cose da sapere sul posto), ed i segretari fanno oggettivamente fatica a starci dentro.

Faccio un esempio che mi è restato impresso: nella “cosa bella” qualcuno si è lamentato che c’era solo  pompelmo, mentre alla fine sono rimasti oltre all’acqua – vado a memoria – una ventina di litri fra Fanta e Coca. E un pacco di Sprite non è proprio stato toccato (ed anche delle birre).

Per fare un altro esempio, l’orario della foto (che è significativamente più importante di quello che viene percepita). Lo si sapeva dalla mattina. Lo ho ripetuto come in disco rotto tutto il giorno, a chiunque incontravo. I segretari avevano ordine di fare altrettanto. Quando sono andato ad aiutare a radunare le persone, in diversi mi hanno guardato sorpresi con la faccia “Ah, ma c’è da fare la foto?”. Non mi ricordo le facce di preciso, ma non si trattava di new entry (che non mi avrebbe fatto tanto specie), ma di “professionisti” della INC che minimo minimo se lo dovevano immaginare che prima o poi la si sarebbe fatta.

Il prossimo anno farò un inventario del magazzino viveri, e metteremo una lavagna in segreteria con gli orari degli eventi del giorno, e faremo anche un volantino / programma. Magari così queste due specifiche problematiche le risolvo. Ma il punto è che le informazioni sono tantissime e farle scorrere non è affatto facile****.

Proposte?

La crescita di INC
Il mio scopo è quello di fare crescere INC. Non di fare PLAY, ci mancherebbe, ma crescere sì. Il mio sogno sarebbe stabilizzarla fra le 100 e le 200 persone. Per più di una ragione.

C’è una ragione pratica: “as is” INC è in una specie di limbo dove siamo abbastanza perché diventi logisticamente un incubo ma non siamo abbastanza perché ci sia un budget per fare tutto. Tutto procede per abnegazione dei singoli, che non è una situazione sana. Per dire bisognerebbe per avere un MINIMO di struttura fissa (anche una persona sola molto, molto, MOLTO part time ma pagata) che possa gestire alcune necessità organizzative nel corso dell’anno: per esempio per cercare in maniera più sistematica patrocini e sponsorizzazioni, e/o organizzare alcune interessanti operazioni internazionali che languono nella carpetta “da fare” da un paio di edizioni. Per come siamo sistemati allo stato e per come è messo il comune di Bertinoro, sarebbe MOLTO più semplice gestire 200 ~ 250 persone (o 30 ~ 40) che gestirne 60 ~ 70.

C’è una ragione “filosofica”: lo scopo ultimo della INC sarebbe essere modellata più sullo stile delle con nordiche (Solmukotha, Knutepunkt, etc.). Che fanno un sacco di belle cose proprio perché essendo in tanti hanno budget, risorse e credibilità per farle.
Per dire al Solmukotha a cui sono andato, una persona (un ospite, non un locale) aveva noleggiato un parcheggio, comprato centinaia di tazze all’ikea ed organizzato un bizzarro evento / gioco / happening peraltro anche ripreso con luci e più telecamere (il tutto a spese dell’Universtità di Non Mi Ricordo). La credibilità ce la abbiamo per organizzare / invitare / generare / attirare eventi simili, ma budget e risorse no. Motivo per cui non mi sto muovendo: se avessero chiesto a me anche solo l’appoggio logistico per una cosa simile alla INC, avrei dovuto dire di no: permessi, elettricità, pulizia, vigili, burocrazia mi avrebbero fatto spallare – al galoppo – il tempo che posso dedicare all’organizzazione di INC nel suo complesso. Se fossimo stati in 200, ci sarebbe stato budget per pagare (anche se poco e male, ma pagare o almeno dare un rimborso spese) qualcuno che seguisse la cosa.

Io lo vedo sinceramente come obbiettivo da perseguire. Anche qui, proposte?

Note:
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* = avevo scelto due aggettivi per i due tipi di evento, ma poi mi sono accorto che come li sceglievo li sceglievo finivano col dare una connotazione di qualche tipo. Ed invece volevo che fossero una cosa il più neutra / scevra di giudizi possibile. Come detto vuole essere una neutra costatazione.

** = ancora una volta: non è detto che sia quello che è successo in questa specifica situazione, è una osservazione in generale.

*** =  tipo: di tutti i motivi per cui ti possa esser stato detto che lo slot saltava, “mancanza di giocatori” è davvero bislacco. Simona c’era ed era puntuale. Gli unici altri iscritti eravate tu e Matteo che giocava con te a Dubbio. E voi due da soli (tu e Simona o tu e Matteo) bastavate a far partire l’evento. Ma, come detto, evidentemente ci deve essere stato in qualche punto un “corto” che ha creato una certa discomunicazione.

**** = incluso il fatto che poi capitano cose come il "matrimonio a sorpresa" che ti costringono a buttare via e rifare da capo tutto il lavoro che hai preparato a casetta. Ma questo è un altro discorso.

***** = per dire, mi è capitato una volta che ho interrotto una partita perché un giocatore si è sentito male ed un altro giocatore sempre al mio tavolo – che era il suo passaggio – lo ha accompagnato a casa facendo mancare il numero minimo. Ma questi sono proprio i casi “principe” dove di dice “speriamo stia bene” e il gioco passa in secondo piano.

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Le chiavi erano effettivamente personaggi “vivi” e ben strutturati in partenza. Anche se la sfumatura religioso/passivo-aggressiva ha finito per grattarmi potentemente i nervi e mettermela subito sotto una cattiva luce, non si può negare che perfino Luisa fosse un personaggio tondo e credibile. E che abbia fatto una sua ragguardevole “maturazione” (anche se non le perdonerò MAI la faccenda del divorzio per raccomandata).

Jonathan è stato – credo – il personaggio un poco più sacrificato. Alla fine non aveva nessuno che davvero teneva a lui ed IMHO questo un poco si è sentito. E questo più che merito / demerito delle ali è stato una scelta dei dadi. Non ho tenuto conto di quanti tiro sono stati sbagliati, ma IMHO non ce ne era abbastanza per sviluppare alla perfezione tutti i personaggi.
Cioè, se il personaggio X è in fase depressiva da N turni e una prima Ala fallisce nel “ricentrarlo”, è facile che ci provi una seconda, ma in questo modo uno dei due personaggi rimanenti restasse con una scena giocata in meno . È ironico, ma per salvare tutti dai vortici autodistruttivi, la Chiave più favorita dai dadi, quella che tornava subito a posto, la si è vista in qualche scena di meno. Non tante ma le scene sono poche di suo, e anche mancare un giro o due ha in proporzione un grosso peso. E Questo ha lasciato J un briciolo più sullo sfondo.

Credo che questa scarsità sia una scelta precisa di design per forzare la mano alle Ali e costringerle a scegliere cosa è imperativo proteggere e cosa si può sacrificare.

Per la cronaca, Helen (ben lungi dall’essere la Helena Russel da cui ho preso il nome) era il gattino bagnato più tenero ed indifeso che avessi visto da un pezzo. Poco ci mancava che la chiamassi Mo chuisle

Una BELLISSIMA partita.

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Gioco Concreto / [Dilemma] Boston 2013
« il: 2013-07-07 13:02:44 »
Finalmente sono riuscito anche io a provare Dilemma nella sua versione “matura”, dopo una partita fatta con una pre alpha che mi aveva lascito numerosi punti poco chiari.

Cos’è Dilemma:
Per chi non lo sapesse, le Ali sono un poco come gli Endless di Sandman. Entità che ci sono da sempre, legate ad un colore. Vengono in qualche maniera attirate da alcuni umani (le Chiavi) di cui influenzeranno il destino. La Ali sono più o meno personificazioni di un tema, organizzate come i libretti di AW.  Le Chiavi sono gli strumenti attraverso il quale il tema verrà esplorato.

Le Chiavi vengono create in maniera collaborativa, in maniera molto simile ai personaggi di Sporchi Segreti. Si risponde ad una domanda a turno, con la possibilità per il “master” di personalizzare l’ultima. Questo è stato il risultato:

  • Helen Russel era una studentessa caparbia e determinata, con problemi di mantenersi agli studi che stava gestendo ma che però la stavano isolando dal mondo ed aveva recentemente perso la sua compagna in un incidente automobilistico
  • Luisa Sanchez era una quarantenne di origine messicana, con due figli, molto religiosa, una vita stretta da problemi economici, un gigantesco complesso della carta da parati. Una moglie di famiglia depressa che però aveva preso una sbandata per il giovinastro figlio dei vicini.
  • Jonathan era un riccastro palestrato, che viveva agiatamente (di cosa non lo si è stabilito perché non era rilevante, ma era una rendita di qualche tipo che gli lasciava una marea di tempo libero), abbronzato e ben vestito che però era paralizzato in sedia a rotelle per un incidente stradale.

Giudizi su giudizi:
Per problemi miei personali con le persone che danno esclusivamente a Dio il merito dei loro successi ed esclusivamente a se stesse la colpa di tutto quello che di brutto gli è capitato, ho preso subito Luisa – diciamolo con un eufemismo pubblicabile su questo forum – “in antipatia”.

Helen mi sembrava un minimo anonima. Sul colpo non mi aveva detto nulla.

Mi sembrava molto interessante Jonathan, che nella mia testa ho eletto “mia” Chiave (= PNG di cui avrei prevalentemente seguito e tutelato gli interessi).
 
Da notare che i personaggi allo stato delle cose manco avevano aperto bocca che li avevo già vivisezionati a giudicati. Per di più mi avevano detto che il gioco era corto, le scene preziose e quindi credo che selezionare un “preferito” sia una reazione abbastanza normale ai constraint del gioco.

Un minimo di fiction
Ho chiesto la prima scena con Jonathan, che sembrava il più promettente. Le Ali sono diverse e vengono proposte dal “master” dopo questa prima scena in cui il giocatore mantiene tutti i suoi “poteri cosmici” (mi è stato detto che se gli avessi detto “alzati e cammina” avrei fatto riacquistare a J l’uso della gambe). L’idea mi aveva affascinato, ma non me la sono sentita di stressare il gioco in questo modo e ho “solo”convinto J a investire con la carrozzina e gonfiare come una zampogna lo yakuza che lo aveva investito e che – ovviamente – se ne andava a spasso impunito.

La scena mi è valsa la proposta dell’Ala Viola. Manuela si era raccomandata di giocare di pancia e non stare a vedere le mosse. Nel testo di colore c’era scritto qualcosa tipo “sei il vento nelle vele e il riflettore e che illumina il palco”. Mi hanno folgorato l’immagine di Mace di Strangedays (Angela Basset) e Storm degli X-man nella sua versione con il mohawk. Aggiudicato.

Il Vellu ha preso quella Arancio dopo una scena con Helen e Moreno quella Indaco dopo una scena con Luisa. Che, se possibile, ha confermato e peggiorato l’opinione che avevo di lei. È stata una ragguardevole ipocrita che flirtava a destra ed a manca. Fosse stato solo per me, sarebbe potuta (o meglio “dovuta”) sprofondare all’inferno. Magari non avrei neppure disdegnato di buttarla nel fuco eterno con le mie manine santuzze.

Le scene si sono succedute. Le dinamiche del gioco (e la jella nera con i dadi del Vellu) hanno spinto le Chiavi in vortici autodistruttivi egoistici o masochistici. Di nessuno si può dire che abbia esattamente “brillato”, ma c’è chi nel baratro ci ha sguazzato come un maiale nel trogolo.  Ogni riferimento a Luisa ed al fatto che volesse divorziare dal marito per raccomandata - senza non dico affrontarlo ma nemmeno dirglielo prima - è puramente voluto.

Giocando mi sono reso conto che J non era poi così interessante come sembrava. Nel finale ha anche avuto una specie di folgorazione modello “Madre Teresa di Calcutta” che mi ha lasciato abbastanza dubbioso. Non che non fosse “giusta” nell’equilibrio del gioco e della storia, ma divorato dal suo fervore aveva iniziato a fare discorsi che non mi “tornavano” più.

Nella mia credo terza scena (quindi relativamente presto), non so in base a quale cortocircuito mentale (ma probabilmente in base a certe somiglianze della situazione generale ed a qualche espressione o atteggiamento di Manuela),  l’immagine di Elen Russel si è sovrapposta a quella di Maggie Fitzgerald (protagonista del bellerrimo Million Dollar Babe). Ed in quel momento sono caduto come un’ incudine, con ferrea e incrollabile determinazione. Siccome anche Vellu mi curava amorevolmente Elen, ho avuto anche tempo ed agio (visto che evidentemente i miei dadi erano più in forma degli altri) di seguire e risolvere anche i problemi di Luisa e J, anche se a quel punto me ne fregava davvero poco.

Alla fine Moreno (in una inedita versione  Vin Diesel ) si è accasato con la neodivorziata Luisa, Vellu è diventato lo zio buono di Helen , la mia Miranda la sua (di helen) nuova compagna e anche J è partito - rincoglionito ma felice - per le favelas brasiliane a “fare del bene”. Ma se i dadi non avessero detto tanto bene almeno a me, probabilmente J (che all’inizio sembrava il personaggio più interessante) sarebbe stato trascurato e chissà che fine avrebbe fatto

I commenti alla partita
Tutte le volte che non ero in scena mi sarebbe venuto da commentare azioni delle Chiavi e decisioni delle altre Ali. Tanto è vero che – se non va do errato – sono stato sempre io a chiamare la “scena delle Ali” che è un opzionale intermezzo in cui si suppone che le Ali parlino e commentino. Ma, nonostante questa “istituzionale” valvola di sfogo, stare zitti è stato difficile se non impossibile. E sono stato praticamente condannato a occupare le mani (“fare un sudoku” era la parola in codice) durante le scende altrui per non interferire.

Nonostante la sofferenza del momento, è stato un buon segnale. Significava che c’era un forte interesse anche nelle scene degli altri giocatori.

Sempre a proposito di questo meccanismo. Mi è anche stato detto: “tutte quelle smorfie e poi alla scena delle ali dici due parole in croce?”. Che era vero. Alcune cose vanno dette in un certo momento ed in quello dopo possono essere superate dagli eventi o non avere più il senso e/o il mordente desiderato. Altre possono essere concisamente riassunte in frasi come “Luisa (per fare un esempio con un nome a caso) è una stronza senza speranza”. Il perché o percome era sotto gli occhi di tutti.

Poi su una delle ultime scene (una di J) invece ho preso appunti. Lo ho affrontato nella mia ultima scena successiva ed ero partito con l’idea di convincerlo a non partite rinfacciandogli testualmente tutte le cretinate che aveva detto. Alla fine ho valutato che è meglio un idiota felice in Brasile che un paralitico stressato a Boston. Ma ho potuto essere molto ficcante e puntuale nelle mie risposte: la cosa mi ha insegnato che se avessi sempre preso appunti invece di occupare le mani col cellulare sarebbero venute delle scene delle Ali molto migliori.

Il gioco
Rispetto alla pre-alpha che avevo provato precedentemente, il gioco è molto migliorato. Ha generato tre storie delle cadute delle Ali intense, anche se ha marginalizzato il ruolo di J.

Avrei preferito un cast più ampio; le scene sono diventate quasi subito un poco claustrofobiche Ala + Chiave, al più con qualche incolore comparsa sullo sfondo. Ma è anche colpa mia che quando mi è stato offerto di fare framing non ho colto la palla al balzo.

Una delle cose che mi ha un minimo bruciato è stato che – proprio per la folgorazione di cui sopra – la mia Ala aveva deciso che sarebbe caduta con ampio anticipo sul finale meccanico del gioco. Che ha creato un paio di scene un pelo deboli o “di servizio” ad altre ali per togliere le castagne dal fuoco al “loro” protetto. Ma c’era un momento che avrebbe urlato “sipario, si chiude!” che è stato un poco posticipato. L’esperienza complessiva è stata comunque buona, ma questa cosa un poco mi ha dato da fare.
 “A babbo morto” posso dire che ci sarebbe stata nettamente bene – invece di cincischiare - una scena di Miranda e Elen sulla tomba della ex-compagna per darle una qualche closure. Ma queste sono le belle idee che ti vengono dopo, seduto sulla poltrona di casa.

La mia impressione – a dispetto di un apparato di regole molto contenuto ed una strategia “in game” sui numeri abbastanza banale – è che sia un gioco difficile che chiede tanto a chi gioca, proprio perché formalizza e blinda molte poche procedure. E non lascia nessuna rete di sicurezza sotto. Ma che sia anche un gioco molto adatto a trovare quel feeling intenso che molti su GCG cercano. Ma credo che il fatto che io sia un inguaribile romantico possa averci messo del suo (tenete conto che “Il fantastico Mondo di Susy Wong” è uno dei miei film preferiti di sempre).

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Quelli che invece non dovresti fare, se non vuoi riempirti di ridicolo,  è di postare con sicumera ed arroganza che il tuo gioco è originalissimo, e che è il primo (non uno dei primi, proprio il primo) ad "usare bene le carte"  e perchè? Perchè le usi per giocare senza la scheda del personaggio, "una cosa mai vista".
Acc... chi glielo dice adesso che Bacchanalia è uscito la scorsa Essen?  ;)

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Internoscon 2013: Infection / Re:Lost and found
« il: 2013-06-10 07:03:22 »
La mia sembrerebbe essere qui...

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Il messaggio di Paolo è stato eliminato perché in violazione dello [slow down].

Paolo, quando un thread è in slow down un utente dalle 00:00 alle 23:59 può scrivere un solo messaggio. Puoi trovare comunque il tuo messaggio in pattumiera. Se vuoi potrai postarlo  domani.

Non entro nel dettaglio del contenuto, che ho solo scorso, ma ti invito a darci una riletta prima di postarlo nuovamente.

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Pattumiera / Test, scusate
« il: 2013-05-11 09:30:15 »
hghghg

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