Per Domon.
no, altrimenti avrei detto "con risultati inferiori". lo sai bene. ho scritto a parità di risultati per sottolineare come escludessi la variabile "risultati"
se escludi un termine di paragone che senso ha accusare quel master di celodurismo? Io dico semplicemente che una delle motivazioni invece che essere pagato è la seguente: "il master reputa il suo compito difficile ma lo fa anche per trarre soddisfazione dal riuscire a superare la difficoltà con la propria abilità". per quel che riguarda il mio discorso quel master potrebbe anche pensare che sia l'unica via per raggiungere quei risultati".
Tu invece stai probabilmente presupponendo che egli sappia e creda che esistono modi per fare lo stesso (o meglio) con minore sforzo e si impunti nel voler faticare di più per "celodurismo".
Comunque sia...se la tua intenzione era quella di aggiungere un caso al nostro schema direi che il "celodurismo" possa semplicemente essere un sottoinsieme del caso da me evidenziato.
e quindi il fatto che succeda in tanti altri ambiti non significa che sia "buono".
non credo che si stesse parlando di bontà.
in linea con quello che fa giustamente notare Paolo, preciso che l'aspetto morale di questa questione era avulso dal mio discorso. io ho aggiunto due motivazioni che mi preva non fossero state incluse nella casistica di Paolo. le trovo legittime nel senso che le trovo logiche e comprensibili. che poi siano "buone" o "cattive" è un altro discorso.
se vogliamo parlarne possiamo farlo naturalmente. anche perchè personalmente temo di non essere d'accordo con te sull'equazione "debolezza/rifugio (contestualizzati al discorso) = male".
per scrivere un romanzo ci vogliono le stesse (più qualche dote letteraria). è nel condurre che si aggiungono davvero doti diverse, ma usciamo dall'ambito della preparazione.
non sono assolutamente d'accordo.
1 - rispetto a una campagna di 3 anni, i 6-7 mesi che si passano a scrivere un romanzo sono poca roba
2 - non sai molto di editoria commerciale, eh? della forma se ne occupano i curatori.
3 - ovvero?
1) però consideriamo che stiamo sempre parlando di un caso in cui al master non piace preparare un'avventura tecnicamente e che cerca gratificazione solo nella presentazione della sua storia. quindi sotto analisi è la scrittura dell'avventura rispetto alla scrittura del romanzo. il tempo del gioco e quello della lettura non sono pertinenti al problema "lo faccio anche se è faticoso"
2) uh... cioè se devo scrivere un romanzo io posso scriverlo in qualche maniera e poi sono dei terzi che lo mettono giù con uno stile decente?
3) ovvero un'avventura di un GdR prevede che il contenuto della storia sia in un certo senso "aperto", può prevedere scelte o bivi o azioni in sospeso, l'ordine di ciò che succede potrebbe non essere fisso, si lascia lo spazio a possibili eventualità impreviste e a possibili previsioni, le battute dei protagonisti non sono presenti, le relazioni tra protagonisti sono spesso tralasciate, molte descrizioni ed emozioni non sono presenti. gli ambienti sono spiegati ma spesso non sono resi, così come le azioni dei personaggi.
Inoltre la storia di un romanzo ha maggiormente il problema di doversi confrontare con il concetto di originalità. l'avventura di un GdR molto meno. il suo valore infatti si basa anche sul fatto che possibilmente verrà giocata e non semplicemente letta. quello che leggendo o vedendo in un film potrebbe apparire banale, giocarlo in prima persona potrebbe benissimo avere un tutt'altro valore. e questa cosa connota la forma letteraria peculiare dell'avventura di GdR.
Insomma un'avventura narrativa GdR tradizionale (anche senza le parti tecniche ma solo appunto come viene "pensata la storia") e un romanzo ispirato alla stessa sono proprio due format artistici diversi.
è una questione di vocazione? allora ti dirò che anche fare il master intrattenitore spesso non è la vocazione dei master tradizionali, ma ci rimangono incastrati lo stesso per abitudine e frustrazioni.
per me questo esula dal nostro discorso.
certo, lasciamolo stabilire a loro. molto meglio una giura composta da 5 amici, se uno ha paura dei commenti negativi.
continuo a non essere d'accordo con questo tuo a rifiuto a considerare la figura del romanziere e quella dell'ideatore di avventure come due degne figure artistiche distinte.
Per Moreno:
secondo me sbagli il punto di vista.
tu sta riportando il caso di una schema ad un caso specifico dando anche tu un giudizio funzionale.
io dico che secondo me esiste chi continua a fare il master anche se non si diverte nella preparazione tecnica dell'avventura (PNG, CD, regole, schede, gradi di sfida, ricompense)
per la gratificazione che gli deriva dal proporre una sua storia agli altri.
la storia non va come se l'era immaginata? non lo so: dipende da come se l'era immaginata. dipende da quanto spazio aveva lasciato alle imprevedibili mosse dei personaggi, dipende da quanto erano precise le sue aspettative su dei punti specifici. dipende da quanto accetta di essere il coautore della storia o al contrario da quanto forza le cose per far sì che venga comunque la sua storia.
che funzioni o meno non è ambito di discussione mi pare.