Ciao a tutti!
Proseguo da questo thread
http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,10625.new.html#newuna serie di considerazioni che in ampia misura condivido, sollevate dal mio compagno di gioco alla luce di una recente partita a S/Lay w/Me.
Nel ruolo di protagonista il mio amico dice di aver vissuto un' esperienza sostanzialmente priva di sense of challenge.
Cito le testuali parole: "La controparte non può "difendersi" in nessun modo dal protagonista.
L'unica possibilità che l'eroe sia davvero in pericolo si verifica durante il climax, dove per rischiare davvero qualcosa bisogna aver totalizzato zero, o un solo dado vincente.
Come se non bastasse, oltre l' ipotesi già relativamente remota di non totalizzare neanche due dadi vincenti, c'è anche l'opzione di ribaltare i risultati della controparte.
L' eroe in questo modo non rischia quasi per nulla la vita, e se la rischia alla fine, i pericoli che corre fino a quel momento sono inesistenti.
Questo crea una intro al gioco scialba e priva di pathos.
Le sfide poste dalla controparte sono facilmente vanificabili, senza rischi, sforzi o sacrifici di sorta da parte del giocatore del protagonista, che si ritrova a narrare in maniera autoreferenziale come è bravo a fare fuori bendato anche un' esercito di mostri.
La prima parte della partita è in pratica una gara a chi accumula più in fretta i dadi, senza qualcosa che ostacoli mai per davvero questo processo.
Per l' eroe prevalere in uno scontro non ha mai veramente un prezzo, fatto salvo che sul finale, durante il quale invece tutto sarà ben strutturato.
Prima di arrivare all' esito dello scontro superare le difficoltà presentate dalla controparte è sostanzialmente una pantomima: narro anche le conseguenze delle mie azioni, non ho limiti: anche dichiarando di uscire ferito da uno scontro, la cosa non ha nessuna conseguenza meccanica sulla narrazione.
Quello che è peggio, i dadi riuscirò comunque ad accumularli.
La struttura dei Go inoltre è troppo nebulosa, la storia dello sconfinamento amichevole è un po una mezza regola d'oro 2.0. Dov'è finito l' intento di creare giochi di ruolo che funzionino in base a regole precise e meccaniche chiare e ben identificabili?"