76
Generale / Re:Ma all'estero?
« il: 2012-04-05 14:37:43 »
fino a qualche anno fa la scena gdr internazionale era molto piu' ricca di quella italiana.
Non solo come traduzioni ma anche come contributi e panorama autoriale.
Se da noi prima di sine requie i giochi di successo erano veramente pochi, i tedeschi contribuivano a titoli internazionali (linea fasa) o propri (uno sguardo nel buio), i francesi giocavano praticamente solo i loro giochi, gli spagnoli avevano un mercato decisamente piu' interessante del nostro, e altrettanto grazie al brasile si può dire del mercato di lingua portoghese.
Non vedo perche' nel panorama indie non ci debba essere una considerazione simile. Per non parlare di quelli in lingua inglese (e in questi includo anche il nord europa che mediamente ha una facilità maggiore nella comprensione dei testi). Gli australiani e i neozelandesi giocano, i canadesi pure. Lo potete vedere sia cercando materiale che nazionalità di chi interviene nelle discussioni.
Guardando su rpggeek o su altri forum internazionali i contributi esterni (europei in primis) sono numerosi.
Gencon uk o eurogencon ospitava molti olandesi,francesi e tedeschi, e si guocava molto di ruolo, anzi le mie prime esperienze narrative e freeform le ho fatte li'. A Gencon Barcellona era maggiore il panorama dei gdr di quello dei giochi da tavolo nel 2004, non secoli fa (si, avere una sorella giocatrice che lavora all'estero ha aiutato a vedere il panorama, lei e' stata in francia, olanda, spagna, australia e nuova zelanda tanto per dare qualche riferimento).
Personalmente credo che il modello narrativo stia coprendo alcune delle risposte alle difficoltà del mercato del gdr:
http://www.enworld.org/forum/news/315800-4-hours-w-rsd-escapist-bonus-column.html
ed in particolare acceleri il coinvolgimento al tavolo e alleggerisca la fatica della preparazione, puntando a quegli aspetti esterni al gioco 'meccanicistico' su cui credo che la concorrenza del digitale si sia fatta piu' sentire.
Non sarei stupito quindi di incontrare molti giocatori e contributi nel panorama indie internazionale, non credo che il riferimento al mercato italiano di Paul sia un omaggio ad una scena particolarmente ricca, ma ad una comunità attiva e ad editori validi che hanno cercato e concentrato il loro desiderio di rinnovamento in un panorama che partiva da basi misere e con la contrazione queste si sono sentite di più e prima che da altre parti.
Non solo come traduzioni ma anche come contributi e panorama autoriale.
Se da noi prima di sine requie i giochi di successo erano veramente pochi, i tedeschi contribuivano a titoli internazionali (linea fasa) o propri (uno sguardo nel buio), i francesi giocavano praticamente solo i loro giochi, gli spagnoli avevano un mercato decisamente piu' interessante del nostro, e altrettanto grazie al brasile si può dire del mercato di lingua portoghese.
Non vedo perche' nel panorama indie non ci debba essere una considerazione simile. Per non parlare di quelli in lingua inglese (e in questi includo anche il nord europa che mediamente ha una facilità maggiore nella comprensione dei testi). Gli australiani e i neozelandesi giocano, i canadesi pure. Lo potete vedere sia cercando materiale che nazionalità di chi interviene nelle discussioni.
Guardando su rpggeek o su altri forum internazionali i contributi esterni (europei in primis) sono numerosi.
Gencon uk o eurogencon ospitava molti olandesi,francesi e tedeschi, e si guocava molto di ruolo, anzi le mie prime esperienze narrative e freeform le ho fatte li'. A Gencon Barcellona era maggiore il panorama dei gdr di quello dei giochi da tavolo nel 2004, non secoli fa (si, avere una sorella giocatrice che lavora all'estero ha aiutato a vedere il panorama, lei e' stata in francia, olanda, spagna, australia e nuova zelanda tanto per dare qualche riferimento).
Personalmente credo che il modello narrativo stia coprendo alcune delle risposte alle difficoltà del mercato del gdr:
http://www.enworld.org/forum/news/315800-4-hours-w-rsd-escapist-bonus-column.html
ed in particolare acceleri il coinvolgimento al tavolo e alleggerisca la fatica della preparazione, puntando a quegli aspetti esterni al gioco 'meccanicistico' su cui credo che la concorrenza del digitale si sia fatta piu' sentire.
Non sarei stupito quindi di incontrare molti giocatori e contributi nel panorama indie internazionale, non credo che il riferimento al mercato italiano di Paul sia un omaggio ad una scena particolarmente ricca, ma ad una comunità attiva e ad editori validi che hanno cercato e concentrato il loro desiderio di rinnovamento in un panorama che partiva da basi misere e con la contrazione queste si sono sentite di più e prima che da altre parti.