[scritto in treno di ritorno da Rovereto, con caricato nel browser la discussione ferma all'
ultimo intervento di Ezio]
Il post precedente era monco di emozioni o dettagli, era scritto di fretta e ricordavo poco, per cui integrerò maggiormente in questo.
Come avrete intuito dal
messaggio di Ezio, Amanda sta decisamente puntando su un tema: il controllo.
Il controllo di sé ma, sopratutto, il controllo degli altri, del mondo.
Quando è fuori di sé [in darkest self] il mondo è la sua scatola dei giochi, gli umani le sue bambole: è divertente recidere qualche tendine mentale, sbatacchiarli un po', dargli qualche brutta idea… e vedere cosa cambia in loro.
Peccato non avere quel controllo anche sulle persone con cui è emotivamente coinvolta [niente ipnosi in presenza di stringhe da parte del target, e tutti i PG ne hanno un paio su di lei; niente manipolare sui PG; resta solo il suo splendido corpo, come arma].
Quando invece Amanda è in sé il suo principale scopo è restare umana, restare ancorata a brandelli di umanità; solo che non si ricorda neanche più tanto bene cosa questo voglia dire: il controllo è il suo modus vivendi.
Erica si è rotta, l'ultima volta che ha perso il controllo, e questo le produce rabbia e frustrazione. Ma non le viene neanche in mente che il cervello umano sia una macchina piuttosto capace di guarire dalle ferite emotive (o la popolazione si sarebbe estinta dopo il primo lutto o altre emozioni lancinanti), no: la sua soluzione è "ripararla".
Non la vede come una cosa negativa, anzi nel caso di danni provocati (inavvertitamente o per mancanza di controllo) da lei stessa, lo considera addirittura una sorta di sacro dovere.
E quindi la sessione inizia proprio così: Amanda che non vede l'ora che sia mattina, di andare a scuola, di incontrare quel mago umano che è stato capace di vietarle ogni forma di violenza, ovvero Darius [hex binding]. Ma facciamo un passo indietro (alla scorsa sessione): come mai questa urgenza? L'ipnosi aggiusta-Erica di fronte a casa sua, la sera prima, era fallita miseramente e quella su sua madre in modo solo parziale. Non era certamente brava in questi recenti esperimenti mentali. Inoltre la sera prima Erica, contrariamente al suo solito, l'aveva cercata di salutare frettolosamente, sembrava avere cose da fare… cose terribili, promettevano i suoi occhi. E quindi legare le mani a Erica era un primo passo necessario, per poter poi con più calma pensare al resto. Domattina, dopo l'appello… domattina… domattina è… sabato? Cazzo! Tutto il weekend a fare da baby-sitter ad una psicopatica pericolosa… o meglio, ad una normale ragazza umana che
proprio lei aveva innavvertitamente trasformato in una pericolosa psicopatica? Cazzo.
Amanda era persa in questi pensieri quando suona il citofono: è Darius, piovuto come dono dal cielo. Gli serve un favore. Qual buon vento. Erica è in cucina… sta mangiando un ragno, cazzo,
ma che film ha visto, questa ragazza? È davvero potente la suggestione umana: beve sangue (che schifo! me lo ricordo ancora, com'era prima, quella volta che un ragazzino mi ha tirato un cazzotto sui denti… oh ma se l'ha pagata, qualche anno dopo; ma sto divagando), mangia ragni, cazzo sembra uscita da un romanzo di Stoker! Con Erica assorta, Amanda racconta brevemente il suo bisogno a Darius, chele chiede qualcosa di personale: quella collanina che ha lasciato sul comodino andrà benissimo. Intanto Erica arriva, Darius la guarda fisso negli occhi e le parla in latino. Erica ovviamente non capisce le parole di controllo pronunciate da Darius [per come la vede Lapo, dei normali comandi imperativi latini pronunciati con un certo tono di voce, ma sta a Paolo definire questo dettaglio] ma si sente strana e cerca conforto in Amanda, che da vera stronza le assicura (manipulate) che non è niente di male, niente che possa limitare la sua vita (pensa ma non aggiunte: tanto non vuoi mica fare violenza su nessuno, vero? certo, come no). Darius insiste per la fretta di ricambiare la mia parte di favore… unito al senso di colpache Erica gli produce ogni volta che la vede (l'ennesima vita rotta dal suo passaggio, anzi: l'ennesima vita rotta
dalla sua inettitudine, l'ennesimo ottimo motivo per migliorare) [no, che sia l'ennesimo motivo per smettere di fare queste cose non le punge vaghezza: le cose accadono perché lei
non le ha controllate abbastanza] decide quidni che Erica è se non sotto controllo, limitata dalla magia, e dopo averla rassicurata che starà via poco esce e la lascia sola (oh ma quante cose si possono fare senza fare vera e propria violenza… come sstessa a fare quella sera stessa a fare tra poche ore).
Darius porta Amanda a casa di Lenora, che Amanda ricorda come "quella compagna di classe sempre assente che non risponde mai all'appello" (stranamente, visto che essendo un fantasma gli altri non notano/ricordano neanche questo), che vive nella casa stregata del paese; pare che i bambini ci passino spesso a giocare, ma Amanda non l'aveva mai neanche notata. Certo che sembra prporio una casa stregata da film. Appena entrati, Darius chiama ad alta voce e Lenora comprare in cima alle scale (e Amanda è certa che sia comparsa dal nulla: i suoi sensi potenziati non permettono dubbi). La ragazza ha ovviamente una cotta notevole per Darius, brama la sua vicinanza come un drogato in astinenza brava "solo un'ultima dose". A lui questo pare interessare poco, ma ne trae freddamente vantaggio chiedendole se può prendere quella vecchia spada che tiene in un baule. Lenora gliela dà, con un commento sprezzante tipo "mi hai già negato tutto, tanto vale che ti prendi anche questa", ma… cazzi loro. Lenora mi fa un po' pena, ma è veramente in uno stato pietoso, le gioverebbe una buona dose di autostima. Darius esce dalla casa e Lenora mi ferma, mi porta in un altro spazio, per fare due chiacchiere. Non ricordo neanche bene cosa volesse, essenzialmente essere notata: le chiedo, "ma se cerchi le persone perché non ci sei mai a scuola? ogni giorno l'appello va in bianco al tuo nome"; lei va su tutte le furie e dice che non ha mai perso un giorno di scuola. Le faccio notare [con una certa arroganza
] che se non l'ho notata neanche io, una predatrice con ottimi sensi e sempre attenta a cosa la circonda (per abitudine e necessità), gli altri compagni di classe non hanno proprio speranza di accorgersi di lei. Lei, offesissima, non riesce a pensare di essere parte del proprio problema e mi attacca: infila una mano gelida nel petto, passa la carne come se non la toccasse, ma quando stringe le dita attorno al mio cuore [btw: abbiamo in quel momento deciso che il cuore di Amanda batte circa 30 volte al minuto, quello di Bock datà l'età e il potere molto meno, forse 2-3 volte al minuto (?)] la stretta è gelita e fottutamente dolorosa. Ci vuole molta concentrazione (e hold steady) per risponderle in modo pacato ma non c'è modo di far ragionare questa ragazza disperata: mi vedo costretta a trattarla male (shut down), al che si offende definitivamente e se ne va da questo piano d'esistenza (forse?). Di colpo la casa non sembra più stregata, solo vecchia; meno cupa, meno opprimente, meno pericolosa, solamente piena di ragnatele e vetri rotti.
Beh. Anche questa è fatta, il favore è ricambiato.
Per una spada. E che spada: provo paura soltanto a vederla inguainata. Spero di non doverla toccare mai. [sguainarla manda istantaneamente in darkest self]
Darius sembra atteggiarsi a eroe: vuole andare a fare la guerra ai cavalieri del mondo fatato, tutto da solo. Lo seguo, un po' per il favore che mi ha fatto, ma in parte per semplice curiosità per il pericolo, e forse eccesso di fiducia nelle mie capacità. Mentre andiamo ci fermiamo un attimo a casa di Darius che [col suo nuovo potere preso dalla lista Chosen] prende un'antica arma di suo padre: una lancia, con cui dovrei aiutarlo in guerra. Non ho mai toccato un'arma in asta nella mia vita, ma non posso certo ammetterglielo. E poi dai, quanto difficile sarà?
Non so come li abbia chiamati, ma appaiono dal nulla. Sono in tanti, e sono incazzati. Punto su uno dei gregari e cerco di colpirlo con la lancia. Difficilmente avrei potuto essere meno brava nel farlo [tiro: 1 2, e tra l'altro ero sotto Binding (anche se ce ne eravamo scordati) quindi non avrei comunque potuto fare nessun danno], il cavaliere con la massima calma deflette la lancia con lo scudo e contrattacca. Subisco. Cazzo. Sono tre giorni che prendo piccoli danni e non ho neanche chiesto ad Erica se volesse giocare all'infermierina su di me. Che cogliona che sono. Sento il dolore crescere e assordarmi, diventa roboante e insopportabile. Il mio istinto di conservazione vampirico prende il sopravvento e il prezzo da pagare per tornare in perfetta forma è perdere totalmente il controllo, per ancora una volta. Cazzo. Ma sento già la ragione abbandonarmi. Ecco. Sono fredda. Sono lucida. Sono fottutamente incazzata. Una lancia? Ma a cosa stavo pensando? Menare le mani non è certo il mio stile! Ne uccide più la penna, dopotutto. Non sento nemmeno le parole taglienti che rivolgo a quei cavalieri, ma queste sì che fanno effetto. [successo parziale, a dire il vero, ma non ricordo le consequenze]
[qua non ricordo bene cosa è successo, nonostante sia stato uno dei momenti topici della partita: Paolo mi ha chiesto se volevo godermi un po' il darkest self o se Darius deve forzarmene fuori in fretta, e gli ho risposto decisamente la seconda! Amanda ci si diverte un sacco, gli altri giocatori mi danno spesso feedback positivi su come gioco il vampiro fuori controllo, ma mi stanco tantissimo a farlo; Darius ripete il binding da poco annullato e poi umilia Amanda in qualche modo che non ricordo… confido che questa parte sia presente e dettagliata nel suo, di AP, ci terrei a ricordarmela]
[ci ritroviamo davanti a casa di Diana, non ricordo perché] Il padre di Diana è un ubriacone, ma ci racconta che è tutta colpa di sua figlia se si è ridotto così; ha paura di lei e per questo la picchia; ci racconta di come, a una festa di famiglia, lei stesse tenendo un braccio il cuginetto, piccolissimo (0-2 anni), di come lo stesse cullando dolcemente e poi…
snap! di come gli avesse rotto il collo inavvertitamente in uno scatto incontrollabile. [Giulia si lamenta che la versione dei fatti del padre di Diana non è veritiera; beh, è la sua versione, e lui ne pare seriamente convinto]
Provo una certa compassione per l'uomo, ma comunque non è una scusa per picchiarla o essere un uomo di merda, quindi uso l'ipnosi per renderlo un uomo migliore: "ogni mio desiderio è un ordine", che un aiutante fedele fa sempre bene, e poi lascia aperta la fporta per il futuro.
Il primo ordine per il padre di Diana è di ferirsi e farmi gocciolare in bocca un po' del suo sangue [non posso ferirlo per il binding, vi ricordate?], cosa che fa senza fiatare.
Il secondo ordine è di non essere più violenti con la figlia o con nessuno.
[che gesto umano e normale, fatto da un vampiro nel pieno delle proprie facoltà mentali, vero? sì, capisco come Ezio possa considerare Amanda una merda, lo capisco fin troppo bene; invece Giulia ne è felice, mi pare che l'abbia addirittura definita la prima cosa buona e disinteressata che un PG avesse fatto per Diana]
Torno a casa, ed Erica mi accoglie con un nuovo tatuaggio tribale. Rosso. Luccicante. Pieno di globuli rossi. Non suoi. Di coniglio.
Ma cazzo. Le chiedo da donde, ma non si sbottona, le pare tutto normale, niente di strano per lei.
La torchio [manipulate] e ammette che ha "convinto" la vicina del piano di sotto "usando la corda" a regalarle uno dei suoi coniglietti da compagnia. Sì, insomma, stava preparando la cena da brava mogliettina, o qualcosa del genere. Solo per caso se ne è dipinta il petto e il volto, certamente.
La ipnotizzo per quella che spero sia l'ultima volta, in modo radicale: le cancello tutti i ricordi degli ultimi giorni, anzi le impongo un blocco mentale per tutti quei ricordi, in modo che non possa ricordarli neanche in caso che qualcun altro glieli raccontasse nuovamente. Il suo cervello fa un reboot, gli occhi sbattono, si rende conto di essere coperta di sangue e ne è onestamente stupita e schifata. La abbraccio, le dico che ha fatto un casino nel pulire il coniglio per cena, la rassicuro che non è niente di grave, la faccio arrapare per distrarla da questo "dettaglio" e me la porto sotto la doccia per lavare via il sangue e i brutti ricordi (con la spugna e il sapone!).
E qua termina la sessione per quanto la ricordo. Spero che Paolo o altri possano riempire i buchi mancanti.