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Post - Matteo Suppo

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Mi presento, sono Matteo

Ciaaaaaaao Matteo

La mia carriera giocodiruolista è cominciata nel lontano anno di non ricordo, quando verso gli 8 anni ho trovato la scatola nera di Dungeons&Dragons (quella con il dungeon di Zanzer al suo interno). Naturalmente non ci ho capito niente, e giocavo ad altri giochi di ruolo come "Giochiamo ai powerranger" "Giochiamo ai dinosauri" "Giochiamo a calcio" "Ma non è un gioco di ruolo!" "Facciamo finta di essere la nazionale" "Ahhh ok"

Alle superiori, complice la nuova edizione di d&d (all'epoca la terza) e una giornata di autogestione, trovo il mio primo gruppo con cui giocare pen&paper, ovviamente facendo il master. Il contratto sociale prevedeva di giocare il mercoledì pomeriggio in un'aula vuota del liceo (e pare che ci sia qualche gruppo che ancora oggi segue le nostre orme), nonché di pranzare con panini del macdonald, perlomeno finché non siamo passati ad una più salutare pizza da asporto.

All'epoca lo stile di gioco non era niente di più che un mero dungeon crawling, ma già c'era l'ambizione a fare di più. Complice internet, mi convinsi che il mio ruolo da master era privilegiato, che avevo l'unica e sola responsabilità di fare una storia interessante e il pesante e ingrato compito di giudicare le azioni dei personaggi. A quel tempo risalgono i primi tentativi di trama, i premi in px per l'interpretazione, il bieco railroading e la disperazione nel tentativo di fermare PG ormai fuori da ogni controllo "Ok, trovi un artefatto che cambia il tuo allineamento in buono" "Ma in realtà non dovresti fare così" "Ma il mago ha un campo antimagia".

Gli scontri tra personaggi e master si risolvevano solitamente con un discorsetto "Ma è per il bene della storia".

Cominciava inoltre a manifestarsi il lato trasgressivo di me, che consisteva nell'adottare spesso e volentieri la regola zero. D'altronde dovevo preparare gli incontri al volo, per cui andavo a spanne, e poi se li preparavo in maniera corretta i miei pg li facevano fuori senza problemi: "Ma hai ucciso 4 orchi in un round, sei una falciatrice!" "Ragazzi, questo incontro era di 6 livelli superiore al vostro... cosa devo fare con voi?"

Non degnammo di uno sguardo la 3.5, bieca aberrazione commerciale, e poi c'era internet, con le ultime teorie alla moda, come per esempio l'abolizione di diplomazia, percepire intenzioni e raccogliere informazioni, che distruggevano il roleplay. In realtà tutti i dadi distruggevano il roleplay, e il combattimento pure, ed era un po' un problema, perché alla fine tirare i dadi e combattere era divertente. Ma bisognava giocare nella giusta maniera.

Dopo un tentativo fallito di giocare al GiRSA, cominciavo finalmente ad ingranare come master. Le ultime campagne sono state memorabili, ed è solo per via della fine del liceo che il gruppo si è sciolto. Dopodiché mi sono lanciato in campagne condotte in chat, nelle quali, per via della mancanza dei dadi (poco degnamente sostituiti dagli script) ci si affidava completamente e ciecamente alla volontà del master. Ho avuto i miei problemi anche lì, perché decidere cosa fare dei pg è un compito assai gravoso.

Nel frattempo venivo a conoscenza del gioco di ruolo in assoluto migliore di tutti: Vampire. Le vette di roleplay raggiunte da questo gioco erano leggendarie, e facevano passare d&d come un gioco per principianti. In effetti era difficile fare il narratore di vampiri, ma le mie abilità nel condurre i giochi senza guardare le regole erano all'altezza, e così riuscii a fare una cronaca di successo con mondo di tenebra, giostrandomi tra il ruolo di illusionista e di suonatore di basso.

Poi venne la crisi. Non so per quale motivo ma nessuna campagna o cronaca che facessi partire superava le prime due sessioni. Eppure le storie erano fenomenali, degne di essere scritte in un libro, stavano in piedi da sole, senza bisogno dei pg. Perché non restavano?

Smisi di giocare, cincischiai nello scrivere un libro, che al momento ha raggiunto lo spessore impressionante di 3 pagine. Questo periodo oscuro, il medioevo della mia vita, mi vide anche perdere la maggior parte degli amici, per motivi non attinenti al goco di ruolo e quindi non rilevanti.

Poi, come spesso capita, una serie di coincidenze mi portò ad uscire da questa situazione: Un vecchio PG mi contattò per chiedere se facevo il master a una dimostrazione di d&d, accettai, andò male come al solito ma mi consigliò un libro: Il trono di spade. Comprai questo libro, comprai tutti gli altri libri, entrai nella chat relativa, mi iscrissi al forum, scoprii la sezione del forum relativa ai giochi di ruolo e scoprii che ne esistevano altri. C'era un utente in particolare che sosteneva cose indicibili. Abolire la regola zero? Riscattare il metagioco? Tirare i dadi per interpretare? Ahahah, impossibile, voglio dire, sono 10 anni che gioco di ruolo e mi vuoi venire a dire che ho sbagliato tutto? Epperò le ultime esperienze erano state deludenti.

Nel frattempo usciva la quarta edizione di d&d (sì, ho quasi finito la narrazione e sono ormai nell'epoca moderna). Mi procurai un manuale in inglese e cominciai a leggerlo, storcendo il naso: decisamente non era più un gioco di ruolo: tutti i personaggi erano potenti, mentre invece è risaputo che lo scopo del gioco è riuscire a interpretare i personaggi scarsi, come il mitico bardo. Epperò il ranger era figo, faceva molto ranger, nella mia idea. Persino giocare un ranger elfo sarebbe stato divertente, seppure "banale".

Riuscii a trovare un gruppo di d&d4, la cui master (una master donna? Questo sì che era fantasy) era anche lei una seguace di questa misteriosa setta dei forgiti, che usavano parole e tecniche astruse come Fortune in the middle. Mi interessai all'argomento, non mi lessi le centinaia di post sul forum the forge, anzi, non lo aprii neppure. Mi accontentai dei riassunti, dei post "divulgativi", del glossario.

Si può dire oggi che io conosca abbastanza bene questa teoria, sebbene non abbia mai giocato a uno di questi giochi. Tuttavia ne ho sentito parlare, e questo è già tanto. In realtà ho fatto una partita di playtest a Fiasco, che però è un po' poco per affermare di essere un forgita xD

In ogni caso, anche se tecnicamente sono e mi sento anche un parpuzio, disapprovo l'utilizzo denigratorio di questi nomignoli (sarà perché sono un parpuzio ma danno fastidio XD), perché dietro a ogni parpuzio e ogni forgita c'è una storia, ci sono degli sbagli, ci sono delle convinzioni errate, ci sono fallimenti e successi.

Questo sono io e il mio background: Sono una persona che gioca.

Saluti^^

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Sotto il cofano / A Real Storytelling (ARS)
« il: 2009-04-07 20:36:58 »
Un lupo mannaro che si comporta in modo troppo mondano perde la testa, impazzisce. La furia non viene mai sfogata e si accumula, i bisogni di libertà e natura non vengono soddisfatti e tutto questo porta il lupo mannaro a impazzire. Se invece si comporta in modo troppo selvaggio rischia la pazzia comunque, la furia viene rilasciata sempre più facilmente, il lato umano tende a scomparire e la violenza aumenta.

E' differente dall'umanità, secondo me. Il vampiro non rischia niente se è troppo umano.

Questo secondo l'ambientazione. Secondo il sistema c'è un punteggio di Armonia che è sostanzialmente l'umanità, con dei peccati (differenti) che la fanno calare, però non è proprio il massimo.

L'idea di un indicatore centrale è bella, però ci devono essere delle forze che spingono in entrambi i sensi, o sbaglio?

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Sotto il cofano / A Real Storytelling (ARS)
« il: 2009-04-07 18:46:50 »
Mi riferisco a werewolf: the forsaken :) In quell'ambientazione i personaggi non hanno umanità ma armonia, che rappresenta il loro vivere in equilibrio tra il lato umano e il lato lupino, e tra l'essere di carne e l'essere di spirito. Se non riesce a tenersi in equilibrio rischia la furia mortale.
In questo senso quindi non mi pare funzioni bene la storia dei dadi occulti, che invece per vampiri è ottima. Forse il lycan dovrebbe usare lo stesso numero di dadi occulti e non occulti, però non so :S

Il dubbio mi era venuto più che altro perché in teoria fan parte dello stesso gioco, anche se ovviamente si possono trovare meccaniche differenti.

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Sotto il cofano / A Real Storytelling (ARS)
« il: 2009-04-07 16:50:04 »
E' un hack pensato solo per vampiri o anche per gli altri giochi della serie? Io sono innamorato dell'ambientazione di lupi mannari, per esempio, ma non credo che possa funzionare in questo modo éè

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Segnalazioni e News / Janus Design a NordOvest CON '09
« il: 2009-04-07 16:46:59 »
Io anche giocavo a fiasco ^^ Molto bello, anche se è difficile immaginare che collezionando solo fallimenti si possa ottenere una uscita positiva.

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