Autore Topic: Giocatore ribelle: da dove nasce?  (Letto 8885 volte)

Giocatore ribelle: da dove nasce?
« Risposta #45 il: 2009-06-21 14:44:03 »
Citazione
[cite]Autore: triex[/cite]on esistono solo brave persone, con alcuni non uscirei nemmeno assieme la sera.

Sì, ecco, come ha circa già detto Renato: con questa frase ti sei risposto da solo ;)

Ossia, prima di tutto devi avere accanto persone che saresti disposto a frequentare (e a sopportare ;) ) anche in qualsiasi altro ambito sociale. Pensa che questa frase, circa pari pari, c'era già persino nella Guida del DM della 3a edizione di D&D: significa che alcuni l'avevano già capito ben prima della formalizzazione del concetto di Social Contract e che, quindi, è particolarmente importante ^_^
Rinominato "Ermenegildo" vox populi, in seguito al censimento dei Paoli.

Giocatore ribelle: da dove nasce?
« Risposta #46 il: 2009-06-23 00:13:20 »
Allora, innanzitutto non capisco perchè si fraintenda così facilmente l'intento di un'osservazione (dico a te, benevolmente, triex :P).
io non chiedevo a nessuno di salvare il mondo. Dicevo solo che dal mio punto di vista il cattivo della Disney che fa il male per farlo non esiste, e se esiste, c'è qualcosina di più sotto. Ovvio che per i problemi psichiatrici ci sono gli strizzacervelli, i GdR servono ad altro, ma mi pare che quando i problemi sono irrisolvibili al tavolo da gioco non ci sia nessun motivo per tentarlo (ma soprattutto, SOPRATTUTTO, non c'è nessun motivo per parlarne su un forum di GdR, nespa?).
Quindi, se vogliamo che la discussione sia costruttiva, deve vertere assolutamente sui problemi risolvibili, inutile interrogarci sul sesso degli angeli.
E la mia risposta a questi problemi è: ammesso che uno non sia matto, se nel gruppo crea problemi ci dev'essere una spiegazione (ovvero: con il mio gruppo di amici storico giocavo a GdR. C'erano sempre problemi. Quando uscivamo assieme, però, ci si divertiva alla grande---> fermo restando, ovviamente, che i difetti che ogni singola persona possiede se li porta anche al tavolo da gioco, e questa è una prova della stratificazione dei problemi sociali che il gdR contempla - e della sua impossibilità di diffusione ampia :P).
i problemi con quel gruppo di amici sono stati risolti prima non giocando più assieme, poi cambiando l'approccio al gioco grazie alle mie nuove prospettive sul gdR datemi dalla speculazione Indie (che ha un transfert anche nei giochi classici). Problemi risolti? Direi per il 90% sì, il resto sono normali incidenti di percorso necessari.
Quindi quello che io non condivido è il tentativo di tagliare il mondo con l'accetta: esistono i giocatori buoni e i cattivi, tutto quello che và dipende dai primi e quello che non và dai secondi. Lo trovo, ripeto, un approccio che guarda il dito e non la luna.

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