Scusate il ritardo con cui posto il resoconto della seconda sessione.
Incollo per comodità la prima parte della seconda città e la continuo direttamente.
I cani arrivano e vengono raggiunti dal nuovo giocatore. Presentazioni di rito e tutto il resto.
Nel consegnare la posta, uno dei cani, fratello Enoch, scopre che due dei suoi zii materni dovrebbero abitare in quella città. Andando a trovare fratello Aaron, lo zio ancora in vita, vengono a conoscenza della situazione o almeno del suo punto di vista ("sono quasi certo che ci siano i tuoi cugini dietro la morte di mio fratello... da un po' di tempo hanno atteggiamenti strani ...non ricordo quand'è stata l'ultima volta che li ho visti partecipare a una funzione religiosa") .
Vanno a parlare coi cugini che smentiscono tutto (lasciando ampiamente trasparire menzogne a profusione, come suggerito dal manuale).
All'indomani i Cani decidono di partecipare alla messa e onorare il ramo dando personalmente il nome a tre neonati. I ragazzini non si presentano.
I Cani, oramai certi che i cugini di fratello Enoch stanno nascondendo qualcosa, interpellano il sovrintendente del ramo per capire se la cosa era risaputa e, nel caso, perché non s'è fatto nulla per punire i colpevoli.
Senza ammettere nulla, il sovrintendente prende le parti dei ragazzini e continua a dire quanto questi avessero sofferto per le condizioni critiche del padre.
Stanchi finalmente di sentirsi presi in giro, i Cani lanciano una posta: "Ci dice la verità".
Cominciano ad incalzarlo di domande e accuse, mettendo in mezzo, giustamente, anche la fede.
Oramai messo alle strette, decido di escalare il conflitto sul piano fisico: il sovrintendente, con due dadi eccezionali (un 10 e un 5, i miei ultimi dadi decenti), mentre i giocatori lo accusano e attaccano verbalmente, si alza, gira le spalle ai Cani e si incammina verso l'uscita, chiedendo scusa.
Apriti cielo.
Chi alza la voce, chi sbatte la mano sulla panca per attirare l'attenzione del sovrintendente, tutti accusano il colpo. Il sovrintendente non si volta (15 è un gran bel risultato).
Al che il nuovo giocatore (assolutamente a digiuno di gdr, paradossalmente un punto a suo favore), si alza, tira fuori il suo libro della vita e grida "Siete pronto a giurare sul Libro della Vita?". Fantastico.
Il fuggitivo si gela e crolla e confessa tutto. Posta vinta per i Cani.
I cani decidono di prelevare forzatamente i tre giovani assassini e di rinchiuderli in un posto che possano agilmente controllare. La loro intenzione è quella di interrogarli uno per uno. Ovviamente ognuno dice la verità e la giustifica secondo il loro nuovo credo.
Decidono di portare i due fratellini nella stessa stanza e di convincerli che la loro nuova dottrina sia falsa. Qui sbaglio io concedendo un conflitto avente per posta il "riusciamo a convincerli". Non si rippeterà più. La cosa finisce con la ragazzina che capisce di aver sbagliato. Ovviamente non la rendo così semplice per i giocatori: infatti, all'indomani, i cani trovano la ragazzina impiccata poiché si è resa conto del reato che ha commesso.
Rimangono quindi il fratellino (non ha avuto il coraggio di uccidersi, ma pare non aver abbandonato l'idea), e lo zio, ancora intenzionato a farsi giustizia verso i rimanenti assassini del fratello.
I cani, durante una messa, sparano una mega ramanzina alla città, fanno promettere a fratello Aaron che avrebbe abbandonato l'idea di vendicarsi (ovviamente la promessa è palesemente falsa) e cercano una famiglia a cui lasciare il bambino. A tal proposito, i giocatori hanno insistito perché fosse la città a decidere chi l'avrebbe tenuto ("la responsabilità per quanto è successo è anche vostra"). Alla fine una famiglia si fa avanti e i cani possono lasciare il ramo.
Inutile dire che nella mia testa, in futuro Aaron avrà modo di far fuori i due ragazzi.
Parlando con i giocatori è venuto fuori, come ho già accennato nei post precedenti, che odiano quando dei ragazzi subiscono violenze estreme dai genitori, che capiscono la reazione dei figli (assassinio), ma che non possono accettare legalmente l'omicidio e che non possono permettere che qualcuno dia una falsa interpretazione del libro della Vita.
Alé
