Autore Topic: Il mio fantasy AP e considerazioni  (Letto 1509 volte)

Arkamundi

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Il mio fantasy AP e considerazioni
« il: 2014-04-24 13:41:33 »
Ieri sera ho giocato con #Giovanni Micolucci a "il mio fantasy" in salsa vichinga, mi son divertito un sacco.

[*b]Inizio e preparazione del gioco[/b]

Questa parte è stata molto rapida, in neanche 30 minuti avevamo già fatto i personaggi e pennellato il mondo di gioco a grandi linee. La semplicità di questa fase  mi ha piacevolmente stupito senza poichè consente veramente la massima personalizzazione del proprio personaggio senza perdersi in regolamenti e sottoregolamenti inutili sul combattimento e le ferite (meno perfino di DW, per dire, anche se il focus del gioco è diverso) e mi ha ricordato come immediatezza la creazione dei pg di "La mia Vita col padrone" con poche regole fondamentali quali le possibilità (che mi hanno ricordato gli aspetti del FATE), la tipologia del personaggio(Guerriero, Mago o Esploratore) e sopratutto la meccanica dei legami con passato e presente(che è fondamentale per capire la filosofia del gioco). Questo era il mio personaggio:

Gormund figlio di Gorm

Tipologia: guerriero

Possibilità: Braccia grosse come tronchi e Non mi perdo mai d'animo (entrambi inventati)

Legami passato: La tomba dei mie Avi, La capanna del Vecchio dove ho tracciato la mia runa personale, mio figlio Elik

Legame col presente: Mio zio il Vecchio, devo proteggere la mia tribù

Equipaggiamento: Asce gemelle che forniscono consigli quando in schiacciante inferiorità.

tutto qui

gli altri Pg erano il Vecchio(un Mago) e Gweydion (un esploraotore)

Il gioco vero e proprio

Partiamo da un paio di capanne distrutte e qualche orma su ghiaccio e finiamo con il Vecchio che si sacrifica per salvare la vita a me e a Gweydion e io che devo uccidere mio figlio posseduto da una divinità malvagia e ormai al di là di ogni redenzione, che dire... Epico!!!

l' escalation dell' azione è una delle cose che mi è piaciuta di più, la natura contratta del gioco, che si prefigge di condensare una campagna in 4 ore o poco più, per me è un valore aggiunto perchè elimina i tempi morti e restituisce una storia giustamente epica ed eroica. La meccanica del sacrificio eroico spinge a ricreare uno dei topoi più sfruttati e abusati della letteratura di riferimento e da un vantaggio concreto agli altri giocatori(sotto forma di punti eroismo) che possono davvero cambiare le carte in tavolo (se il vecchio non si fosse sacrificato dandomi 3 punti eroismo io non sarei riuscito a sconfiggere il big bad e il gioco sarebbe finito a nostro svantaggio visto che era l'ultimo conflitto e i dadi del pool erano finiti).  La risoluzione dei conflitti si basa sul classico pool di d6 con un successo sul 5-6 ma presenta delle varianti interessanti anche se non del tutto originali(come il poter mettere in gioco una possibilità, un legame, un oggetto o l'ambiente per tirare più dadi o modificare la soglia di successo). Il potere del master è limitato anch' esso da un pool di dadi pari a quelli dei giocatori che rappresentano la difficoltà delle prove con una scala che va da 1 a 3 (il master non tira i dadi, servono solo da gettoni per indicare la difficoltà dell' azione). Il potere dei giocatori è, invece molto ampio potendo essi inventare dettagli del setting e delle missioni a piacimento ma viene limitato grazie alla meccanica delle condizioni (simile a un sistema a poste) e da due importanti vincoli "non si può narrare al punto" e "se lo dici a qualcuno non ti crederà" che ti impediscono di suonarsela e cantarsela da soli e ti fa sentire il peso di essere da soli contro al mondo. Un' altra cosa che mi è piaciuta, e che in genere trovo un valore aggiunto nei gdr, è che fino alla fine neanche il master sa chi è il cattivo e quali sono i suoi piani visto che non è richiesta preparazione alcuna prima di giocare e le missioni sono stabilite dai giocatori.

conclusioni
un bel gioco che mantiene quello che promette, storie epiche di sacrificio e amicizia in salsa fantasy. Di certo per quanto riguarda l'aspetto tattico è molto narrativo, ma d'altronde non è questo lo scopo del gioco che si configura come qualcosa di diverso dall' ennesimo clone di D&D ma anche da Dungeon World e altri giochi dal design più illuminato ma che si focalizzano maggiormente sull' azione e i rapporti tra gli avventurieri piuttosto che sulle motivazioni profonde che li spingono ad andare avanti e a sacrificare tutto per una causa più grande. Se proprio devo trovare un difetto a questo gioco è forse che richiede giocatori proattivi e propositivi che sappiano tirar fuori idee non solo sul loro personaggio ma sul mondo intero. Anche questo, alla fine, è un falso problema poichè il gioco ti dà una buona base su cui partire e penso che chiunque non si spaventi davanti a una domanda di DW abbia vita facile anche con "il mio fantasy". In conclusione reputo "il mio fantasy" un bel gioco, con buone idee e che si differenzia dalla massa, quindi che dire giocatelo che merita!
« Ultima modifica: 2014-04-24 14:47:57 da Arkamundi »
Marco Driutti

Re:Il mio fantasy AP e considerazioni
« Risposta #1 il: 2014-04-24 13:58:26 »
Marco che dire grazie! Per il bel articolo!!!!:) Hai colto i punti fondamentali del Il Mio Fantasy :)


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