Autore Topic: [SLOW DOWN] Gioco dell'anno  (Letto 18789 volte)

Luca Veluttini

  • Archivista
  • Membro
  • *
    • Mostra profilo
Re:Gioco dell'anno
« Risposta #30 il: 2013-10-22 16:12:14 »
In questa mia risposta cercherò di essere costruttivo e di darti le idee che mi sarei aspettato di vedere con questi Premi, perché le potenzialità c'erano tutte (e qui il passato purtroppo è d'uopo), ma non sono state sfruttate minimamente secondo me, da profano.

Citazione
Lo spiel e' il modello, se la tradizione non e' salda occorre aituare a costruirla. Io ho partecipato a 1 edizione del BoS e ora una del GdA proprio nell'ottica di impostarlo, se il mercato non è maturo e' responsabilità di tutti, dagli operatori ai consumatori.

Secondo me tutti possiamo dare una mano a costruirla, ma rendendoci conto prima di tutto come sia cambiato il mercato nel corso degli anni, la realtà ludica e il pubblico come è evoluto.
I consumatori sono sì responsabili, ma anche inascoltati di fatto in questo processo.

Citazione
Se la giuria deve essere tecnicamente praparata e il giudizio ponderato la disponibilità del materiale e' essenziale. Trovo miope la polemica sulle copie ai giurati e poi appellarsi ad una incapacità del premio di smuovere commercialmente il mercato o etichette riduttive sul ruolo degli editori. O siamo all'improvvisazione (primo BoS e condizioni del mercato) o impostiamo una direzione professionale (anche a discapito di chi ritiene che 9 copie per l'unica manifestazione di mercato del settore siano troppe).

Non è miope se ci pensi. Ma va proprio nella direzione di anche organizzare la giuria in modo da non dare, per esempio, una copia per ogni giurato, ma meno e quindi non precludere l'eventuale iscrizione agli editori piccoli che comunque la loro fetta di visibilità la vorrebbero, soprattutto se hanno investito e credono in un certo prodotto.

Citazione
Il discorso sugli indipendenti per me era riferito al prodotto. Se l'autore fa il grafico, l'illustratore, l'editore, il correttore di bozze, il tipografo, il distributore, etc. per me e' un indipendente, e molti prodotti del settore narrativi risentono della mancanza di un professionista nella composizione del materiale. In qualche caso siamo anche stati fortunati nella localizzazione, che ha dato valore aggiunto all'edizione originale, proprio per un contributo di esperienza, ma non e' paragonabile ad una vera e propria produzione editoriale.

Qui sento tutta la mancanza di trasparenza nell'attribuzione dei "punteggi" ai vari parametri di giudizio.
Cosa è professionalità? Cosa è vera e propria produzione editoriale?
Rogue Trader gli hanno cambiato il testo e basta. Il layout era già Fantasy Flight. Bacchanalia (e mi spiace citare solo lui, perché non voglio sembrare di parte) non lo si trova altrove se non con Narrattiva. Stesso dicasi per Shahida, uscito prima in italiano.

Citazione
Con Commerciabile non intendo solo vendibile o venduto, ma una serie di valori riconosciuti dal mercato, in primis i negozianti che devono esporlo.

Devi scusarmi, ma non riesco a capire la frase. Non è un atto di trolling nei tuoi confronti, ma non riesco proprio a capirla.

Citazione
Sull'incongruenza tra premio gdt e gdr (tra l'altro l'obiezione mi sembra in contraddizione con quanto chiesto in altri punti, ovvero che i due premi siano indipendenti), mi sembra di aver esposto le ragioni e le peculiarità a sufficienza. Nel gdt l'aspetto introduttivo e' emerso più chiaramente di altri anche perchè nelle altre voci non c'era lo stesso divario emerso nei gdr. Questi aspetti sono cmq stati segnalati agli organizzatori, e insieme alle indicazioni degli editori (ad esempio leggo in altro topic slow down di Michele una delle posizioni possibli e lo stimolo a chi non ha partecipato a definire insieme il premio), contribuiranno sicuramente a migliorarlo, quindi sinceramente non è una occasione perduta, anzi va proprio nella direzione auspicata, non credi ?

Secondo me lo stimolo a partecipare viene quando alla 1a occasione, quella di quest'anno, si vede effettivamente il cambiamento. Ad ora l'unico cambiamento vero è stato quello di mettere per iscritto il regolamento e i metri di giudizio.
Nel resto, non trovo differenze dall'anno scorso, a parte il sapere prima chi ha vinto e non il penultimo giorno di fiera.
Motivazione dette a voce nella premiazione? Perché? Con i giudizi normati così non ha senso.

Posso darti delle mie proposte da utente di Lucca?
- peso ai metri di giudizio, esplicitati in premiazione
- divisione più netta tra gdr e gdt, con anche regolamenti di giudizio diversi
- auspico, ma è difficile forse, che anche i gdt "pesanti" e non "introduttivi" possano avere una categoria loro, altrimenti è un brutto schiaffo ad una fetta importante di mercato e utenza

Sono solo alcune idee che mi piacerebbe vedere per avere qualcosa di veramente diverso.

Giulia Cursi

  • Facilitatore Globale
  • Membro
  • *****
  • Nenhiril
    • Mostra profilo
Re:Gioco dell'anno
« Risposta #31 il: 2013-10-22 16:45:19 »
Per favore evitate il più possibile il microquoting inizia a diventare difficile seguire la discussione.
Account G+ - Account Facebook - Fanmail: 16 - Brava Utente™ - "Te lo fascilito io." cit.

mechvigiak

  • Membro
  • Andrea Vigiak
    • Mostra profilo
Re:Gioco dell'anno
« Risposta #32 il: 2013-10-22 16:57:40 »

Citazione
Il discorso sugli indipendenti per me era riferito al prodotto. Se l'autore fa il grafico, l'illustratore, l'editore, il correttore di bozze, il tipografo, il distributore, etc. per me e' un indipendente, e molti prodotti del settore narrativi risentono della mancanza di un professionista nella composizione del materiale. In qualche caso siamo anche stati fortunati nella localizzazione, che ha dato valore aggiunto all'edizione originale, proprio per un contributo di esperienza, ma non e' paragonabile ad una vera e propria produzione editoriale.
...snip...
Rogue Trader gli hanno cambiato il testo e basta. ...snip...
non e' cosi' banale come sembra, e cmq devi valutare il prodotto che hai per le mani, considerato anche la qualità dell'originale. Per Bacchanalia o Shahida non vedo incongruenze con quanto scritto, ho detto solo che spesso le produzioni non sono paragonabili.



Citazione
Con Commerciabile non intendo solo vendibile o venduto, ma una serie di valori riconosciuti dal mercato, in primis i negozianti che devono esporlo.

Devi scusarmi, ma non riesco a capire la frase. Non è un atto di trolling nei tuoi confronti, ma non riesco proprio a capirla.

il primo acquirente di un prodotto e' il distributore e il secondo e' il negoziante. L'appeal che un prodotto ha sul mercato passa anche da questi attori, ancor prima del pubblico di appassionati. Quante volte ti e' capitato di non trovare quello che cercavi ? Un criterio presente nel BoS e presente anche nel GdA e' che il gioco sia venduto nei negozi, uno dei motivi e' che abbia riscontrato un interesse degli operatori e che sia acquistabile dai consumatori.

Posso darti delle mie proposte da utente di Lucca?
- peso ai metri di giudizio, esplicitati in premiazione
- divisione più netta tra gdr e gdt, con anche regolamenti di giudizio diversi
- auspico, ma è difficile forse, che anche i gdt "pesanti" e non "introduttivi" possano avere una categoria loro, altrimenti è un brutto schiaffo ad una fetta importante di mercato e utenza
sui criteri abbiamo dato i feedback all'organizzazione, e credo che qualcosa si muoverà in tal senso, compresi i tuoi desiderata. Sulla categoria in più la vedo dura, è già un problema mantenere un premio al gdr, e se occorre dare una connotazione al premio tanto vale scegliere una linea, e l'impressione e' che l'introduzione sia un tema caro a tutti gli operatori.

Luca Veluttini

  • Archivista
  • Membro
  • *
    • Mostra profilo
Re:Gioco dell'anno
« Risposta #33 il: 2013-10-22 17:00:03 »
Penso di avere ottenuto quello che mi ero prefisso in termini di comprensione.

Grazie per la discussione e per le risposte.

EDIT: Rispondo solo alla domanda sul non trovare quello che cerco dal negoziante.
Come molti oramai, visto che siamo nel 2013, è già da 2-3 anni che compro online per cui la risposta è: "No, non mi capita mai perché trovo sempre quello che cerco".
« Ultima modifica: 2013-10-22 17:08:28 da Luca Veluttini »

Alessandro Piroddi (Hasimir)

  • Membro
  • Choosy Roleplayer
    • Mostra profilo
Re:Gioco dell'anno
« Risposta #34 il: 2013-10-23 01:20:49 »
Citazione
il primo acquirente di un prodotto e' il distributore e il secondo e' il negoziante. L'appeal che un prodotto ha sul mercato passa anche da questi attori, ancor prima del pubblico di appassionati.

Ragazzi, ecco.
Il nocciolo del problema, e la ragione per cui il BoS e l'attuale "Gioco dell'Anno" non saranno MAI premi sensato per l'universo Indie è tutta qua.

La scaletta di valori è tutta al contrario rispetto a ciò che sono i valori alla base dell'intera filosofia che, volenti o nolenti, si trova alle spalle dei giochi che piacciono a noi.

Appassionati.
Negozianti.
Distributori.

Io personalmente (ma ho il vago sospetto di non essere l'unico) ritengo che un gdr andrebbe giudicato quasi esclusivamente in base alla sua efficacia presso gli appassionati (è funzionale? è fruibile? che soglia d'ingresso pone? etc) e solo dopo, come notazione secondaria, si possono valutare ANCHE cose come il sex-appeal, la vendibilità, etc.

E mi sento sempre più alienato quando mi sento rispondere che no, innanzi tutto il target di un gdr dovrebbero essere i sogni bagnati dei Distributori... che a loro convenienza faranno arrivare il prodotto ai Negozianti... i quali se va bene non nasconderanno troppo i manuali dietro allo scaffale dedicato a ciò che fa davvero girare i soldi, come i GCC o i videogiochi.

Negozi?
Ma quali negozi?
A Roma (cazzo, Roma Capitale, mica pizza e fichi) per ogni nuovo negozio che apre ne chiudono tre.
Negozi specializzati in gdr, o con una reale varietà, non ne esistono quasi più.
Se vuoi qualcosa puoi ordinarlo, altrimenti sugli scaffali ci sono i soliti noti (e spesso nemmeno quelli, ricordo che il famosissimo e diffusissimo e commercialissimo Pathfinder ho dovuto inseguirlo ONLINE per poterlo regalare a un amico... nella Grande Roma Capitale).

Guardiamoci in faccia.
La diffusione NON passa per i negozi, dato che i negozianti NON guadagnano sulla vendita di 1 manuale una tantum sui 100 che si sono dovuti comprare e che, con ogni probabilità, gli resteranno sullo scaffale a prendere polvere plausibilmente per anni.
Io cominciai a giocare in seconda media (20 anni fà?) perchè un amico mi ha introdotto a un hobby che lo appassionava.
Un sacco di gente ha cominciato a giocare perchè IO ho fatto altrettanto.
TUTTI quelli che conosco condividono una storia identica.

Possiamo ragionevolmente contare sulle dita di una mano il numero di persone che è entrato in un negozio di hobbistica per comprare una Mini4WD o un mazzo di Yu-Gi-Ho e, vedendo dei libri su uno scaffale di cui non sapeva NULLA, ha detto... cavolo, adesso spendo 30€ e mi leggo 300 pagine!

E anche come punto di aggregazione in cui essere "contaminati"... i negozi non funzionano più.
Spazio, tavoli, un negoziante che si sbatte per dare disponibilità a chi vuole di trovarsi e giocare... QUESTO diffonde e contamina... le pareti foderate di titoli mediocri da dalla bella copertina, no.
E, giustamente, non sono in molti a sbattersi così... o punti sui giocatori di ruolo in quanto "nerd" e speri di vendergli carte e miniature nel mentre che occupano il tuo spazio tavolato... o quello spazio lo riservi ai tornei di GCC e miniature e, francamente, fai affari MOLTO migliori.
O sei un pazzo che lo fa per passione.

Ad ogni modo i Distributori NON hanno alcun reale peso nella diffusione.
Lo avrebbero se facessero arrivare i gdr nelle edicole, nelle librerie generiche, nei supermercati, nelle biblioteche, nelle scuole... come in parte accade Germania, guarda caso.

Ron Edwards sono tredici anni che ha da dire contro il modello commerciale e divulgativo fondato sul vassallaggio ai Distributori e sul culto del "prodotto editoriale" rispetto al "gioco da giocare" ... ma in finale è solo un hippy con idee balzane...
www.unPlayableGames.TK ...where game ideas come to die

Mattia Bulgarelli

  • Facilitatore Globale
  • Membro
  • *****
  • Mattia Bulgarelli
    • Mostra profilo
Re:Gioco dell'anno
« Risposta #35 il: 2013-10-23 10:49:11 »
Ragazzi, ecco.
Il nocciolo del problema, e la ragione per cui il BoS e l'attuale "Gioco dell'Anno" non saranno MAI premi sensato per l'universo Indie è tutta qua.

La scaletta di valori è tutta al contrario rispetto a ciò che sono i valori alla base dell'intera filosofia che, volenti o nolenti, si trova alle spalle dei giochi che piacciono a noi.

[...]
Possiamo ragionevolmente contare sulle dita di una mano il numero di persone che è entrato in un negozio di hobbistica per comprare una Mini4WD o un mazzo di Yu-Gi-Ho e, vedendo dei libri su uno scaffale di cui non sapeva NULLA, ha detto... cavolo, adesso spendo 30€ e mi leggo 300 pagine!
[...]
Ad ogni modo i Distributori NON hanno alcun reale peso nella diffusione.
Lo avrebbero se facessero arrivare i gdr nelle edicole, nelle librerie generiche, nei supermercati, nelle biblioteche, nelle scuole... come in parte accade Germania, guarda caso.

Ron Edwards sono tredici anni che ha da dire contro il modello commerciale e divulgativo fondato sul vassallaggio ai Distributori e sul culto del "prodotto editoriale" rispetto al "gioco da giocare" ... ma in finale è solo un hippy con idee balzane...

STANDING. EFFIN'. OVATION.

E comunque, fa sempre bene rileggerselo:
http://www.gentechegioca.it/smf/index.php?topic=2675.0
Co-creatore di Dilemma! - Ninja tra i pirati a INC 2010 - Padre del motto "Basta Chiedere™!"

Iacopo Frigerio

  • Membro
  • Il Signor Coyote
    • Mostra profilo
Re:Gioco dell'anno
« Risposta #36 il: 2013-10-23 11:21:53 »
Credo ci siano diverse componenti nella questione e il problema principale sta nel cercare di mettere assieme più piani che cercare di non ignorarne alcuni.
Penso anche a quanto siano diversi i punti di vista da Autore, Giocatore, Negoziante, Produttore e altri... E ci sono anche molti altri punti di vista, tra chi adora le fiere, adora i tornei di gdr, adora le con, adora i giochi indie.

Ora ognuno di noi non può essere rappresentante di tutti i piani, non è ammissibile cognitivamente.
Tra l'altro in molti casi si va su un discorso di approccio paradgmatico, da discussioni che coinvolgono medi sistemi, e per non sgranare cerco di rimanere vincolato al tema Gioco dell'Anno.

Il rischio principale è quello di ridurre tutto a pochi piani, di cui siamo parte e ignorare gli altri, di cui non facciamo parte, ma che sono parte fondante e a volte importante del discorso.

Comincio da cose banali, anche solo agganciandomi a parte delle cose emerse da Alessandro, Vigiak e Luca.
Il Gioco dell'Anno nasce e ha una vocazione commerciale, vuole anzi diventare proprio un trampolino di lancio per la commercializzazione di un prodotto (e già commercializzazione è un termine confuso, c'è dentro affari, diffusione, soldi, fiducia non è un termine comodo, ne semplice). Lasciando perdere i difetti di gioventù e gli errori di misura, il GdA nasce per rivolgersi a tutta la popolazione italiana e per cercare di diffondere le vendite ovunque.
Il sistema-Italia di negozianti e distributori è totalmente imperfetto, a tratti dannoso ma non ha senso non rivolgersi a quello che oggi rimane il principale terminale di diffusione e vendite del gioco in Italia.

Il Gioco dell'Anno ha questa vocazione, e la ha esplicitamente fin dalla sua incarnazione, e questo porta i suoi pesi. Se si vuole concentrarsi solo sul fatto che (per citare Alessandro, ma senza volerlo contrastare in modo diretto) "un gdr andrebbe giudicato quasi esclusivamente in base alla sua efficacia presso gli appassionati (è funzionale? è fruibile? che soglia d'ingresso pone? etc) e solo dopo, come notazione secondaria, si possono valutare ANCHE cose come il sex-appeal, la vendibilità, etc." il GdA è esplicitamente fin dalla sua incarnazione un premio sbagliato. Serve ad altro, fa altro. Se si vuole un premio che si concentri su quello che dice Alessandro, andrebbe creato ad hoc (poi va da sé che a me farebbe solo piacere se si creasse, ma poi lla domanda rimane sempre quella, chi se ne prende la responsabilità? Continuo a vedere ben poca gente con questa voglia).

Poi ovviamente ci sono gigantesche perversioni. Rimango ancorato al caso concreto, cioè il mio. Quest'anno non ho partecipato, ne sono stato costretto, perché nessuno dei miei giochi eliggibili (quelli pubblicati entro la finestra del regolamento) era presente in distribuzione o nei negozi. Nessuno se ne è voluto fare carico, sono giochi troppo economici (troppo poco margine), troppo poco "appariscenti" (la confezione è misera) e nessuno li crede commercializzabili. Probabilmente c'è una ragione di fondo (peraltro c'è da dire che non credo avrebbero meritato vittoria, molti sono giochi adatti ad introdurre al giocare di ruolo, ma non per introdurre il gioco di ruolo, penso ad esempio a GxB). Però probabilmente in questo caso c'è un problema ancora più a monte, dato che faccio comunque fatica a trovare (all'interno di persone che si occupano di blog, fanzine etc.) persone interessate a scrivere un articolo (o co-scrivere) riguardo al lancio del Play-Away come collana e filosofia. Di queste perversioni è giusto (e lo rinvio a Vigiak, per quanto non abbia effettivamente una soluzione) tenerne conto. La presenza nei negozi è a mio stesso avviso imprescindibile, però esiste un "filtro oscuro". Anche Contenders non è presente nei distributori e negozi. "Il tema non è commercializzabile!", ma così non è nemmeno presente, se non è presente nessuno potrebbe interessarsene, se nessuno se ne interessa diventa difficile si crei domanda e via verso questo circolo vizioso. Posso suggerire che anche solo la presenza su negozi online certificati possa costituire una presenza garantita (negozio dell'editore, ma penso anche a Lulu o DriveThrou), ma è solo un tentativo.

Anche il discorso Convention è a mio avviso un discorso a doppio taglio. Io faccio parte attiva del "movimento delle con", ne organizzo una che nei nostri confini ha una discreta importanza. Però non possiamo riferirci solo a queste. Hanno una portata limitata (anche potenziale, quante persone si potrebbero gestire, quante basterebbero?), hanno un limite geografico (chi ha mai raggiunto la Sicilia, la Sardegna, la Valle D'Aosta o Trieste, ma anche solo quali nostre convention stanno in pianta stabile in Piemonte, Lazio o Umbria?) e questi limiti sono ben lungi da poter essere superati. Non sto parlando del "movimento delle con" in sé. Ma faccio il raffronto tra la volontà di portata del GdA con l'effettivo riferimento delle con. Servirebbe un sistema di Con, organizzato centralmente o totalmente ararchico (è lo stesso) ma oggi non è proponibile ed è comprensibile che l'organizzazione di Lucca pensi e guardi ad altro.

Poi... penso che alcuni degli spunti critici di Luca abbiano un senso. Il GdA in sé ha senso che rimanga per lo scopo che ha, ma un premio solo (un premio e tre quarti considerando il gioco di ruolo dell'anno, che sono (anche per motivi di diffusione e commercializzazione) figli di un dio minore, non che la cosa sia priva di senso, per carità) è troppo poco per una nazione che ha un interessante materiale umano ma che su tutto il resto è arretrata (non è una critica, anche una constatazione, mi pare ovvio che un paese con tanto bel tempo e sole e attività culturali, attrazioni etc. abbia una cultura del gioco al tavolo più scarsa di paesi che invece godono di condizioni climatiche peggiori, con più ore di buio, freddo, pioggia etc..). L'ho scritto nella mia lettera della prima riunione, lo ribadisco ovunque posso, che va dato maggiore peso e riconoscenza a quegli editori che investono nell'Italia, magari creando loro una edizione localizzata nuova, a quegli autori italiani che portano vento nuovo in Italia, per me la coltivazione di una cultura ludica di riferimento passa da una maggiore attenzione al pubblico, ma passa anche dal creare maggiori "eroi" italiani, a cui ispirarsi e a cui radunarsi. (per dire, considero che se avessimo iniziato l'anno scorso sarebbe stato un ottimo inizio, L'unico anello riassume molte più caratteristiche positive di Rogue Trader).

Va beh, ho parlato di meno di un quarto delle cose che volevo dire e ho rubato fin troppo tempo rispetto a quello che avevo a disposizione. Mi spiace non avere tempo per partecipare meglio a queste discussioni.
« Ultima modifica: 2013-10-23 11:27:52 da Iacopo Frigerio »
L'amore è quel particolare rapporto nel quale una persona può mostrarsi perdente

Niccolò

  • Membro
    • Mostra profilo
Re:Gioco dell'anno
« Risposta #37 il: 2013-10-23 14:26:15 »
ogni volta che ci dimentichiamo sta cosa, non siamo più degli appassionati, ma delle pecore.

Citazione
il primo acquirente di un prodotto e' il distributore e il secondo e' il negoziante. L'appeal che un prodotto ha sul mercato passa anche da questi attori, ancor prima del pubblico di appassionati.

Ragazzi, ecco.
Il nocciolo del problema, e la ragione per cui il BoS e l'attuale "Gioco dell'Anno" non saranno MAI premi sensato per l'universo Indie è tutta qua.

La scaletta di valori è tutta al contrario rispetto a ciò che sono i valori alla base dell'intera filosofia che, volenti o nolenti, si trova alle spalle dei giochi che piacciono a noi.

Appassionati.
Negozianti.
Distributori.

Io personalmente (ma ho il vago sospetto di non essere l'unico) ritengo che un gdr andrebbe giudicato quasi esclusivamente in base alla sua efficacia presso gli appassionati (è funzionale? è fruibile? che soglia d'ingresso pone? etc) e solo dopo, come notazione secondaria, si possono valutare ANCHE cose come il sex-appeal, la vendibilità, etc.

E mi sento sempre più alienato quando mi sento rispondere che no, innanzi tutto il target di un gdr dovrebbero essere i sogni bagnati dei Distributori... che a loro convenienza faranno arrivare il prodotto ai Negozianti... i quali se va bene non nasconderanno troppo i manuali dietro allo scaffale dedicato a ciò che fa davvero girare i soldi, come i GCC o i videogiochi.

Negozi?
Ma quali negozi?
A Roma (cazzo, Roma Capitale, mica pizza e fichi) per ogni nuovo negozio che apre ne chiudono tre.
Negozi specializzati in gdr, o con una reale varietà, non ne esistono quasi più.
Se vuoi qualcosa puoi ordinarlo, altrimenti sugli scaffali ci sono i soliti noti (e spesso nemmeno quelli, ricordo che il famosissimo e diffusissimo e commercialissimo Pathfinder ho dovuto inseguirlo ONLINE per poterlo regalare a un amico... nella Grande Roma Capitale).

Guardiamoci in faccia.
La diffusione NON passa per i negozi, dato che i negozianti NON guadagnano sulla vendita di 1 manuale una tantum sui 100 che si sono dovuti comprare e che, con ogni probabilità, gli resteranno sullo scaffale a prendere polvere plausibilmente per anni.
Io cominciai a giocare in seconda media (20 anni fà?) perchè un amico mi ha introdotto a un hobby che lo appassionava.
Un sacco di gente ha cominciato a giocare perchè IO ho fatto altrettanto.
TUTTI quelli che conosco condividono una storia identica.

Possiamo ragionevolmente contare sulle dita di una mano il numero di persone che è entrato in un negozio di hobbistica per comprare una Mini4WD o un mazzo di Yu-Gi-Ho e, vedendo dei libri su uno scaffale di cui non sapeva NULLA, ha detto... cavolo, adesso spendo 30€ e mi leggo 300 pagine!

E anche come punto di aggregazione in cui essere "contaminati"... i negozi non funzionano più.
Spazio, tavoli, un negoziante che si sbatte per dare disponibilità a chi vuole di trovarsi e giocare... QUESTO diffonde e contamina... le pareti foderate di titoli mediocri da dalla bella copertina, no.
E, giustamente, non sono in molti a sbattersi così... o punti sui giocatori di ruolo in quanto "nerd" e speri di vendergli carte e miniature nel mentre che occupano il tuo spazio tavolato... o quello spazio lo riservi ai tornei di GCC e miniature e, francamente, fai affari MOLTO migliori.
O sei un pazzo che lo fa per passione.

Ad ogni modo i Distributori NON hanno alcun reale peso nella diffusione.
Lo avrebbero se facessero arrivare i gdr nelle edicole, nelle librerie generiche, nei supermercati, nelle biblioteche, nelle scuole... come in parte accade Germania, guarda caso.

Ron Edwards sono tredici anni che ha da dire contro il modello commerciale e divulgativo fondato sul vassallaggio ai Distributori e sul culto del "prodotto editoriale" rispetto al "gioco da giocare" ... ma in finale è solo un hippy con idee balzane...


Moreno Roncucci

  • Big Model Watch
  • Membro
  • *****
    • Mostra profilo
Re:Gioco dell'anno
« Risposta #38 il: 2013-10-23 15:21:26 »
Il Peccato Originale è il mischiare elementi di giudizio tanto diversi, da rendere il premio alla fine "sbagliato" a prescindere. Se premi il manuale che piace ai negozi, che attragga i nerd di un altra sottonicchia, che sia innovativo e valido nel design...  o hai un culo pazzesco, che in certo anno un singolo gioco sia al top in tutte queste categorie, o sei costretto a dare il premio a giochi che secondo certi criteri non lo meritano...

Esempio: se un premio cinematografico fosse "per la migliore sceneggiatura ed effetti speciali e incassi", tempo fa l'avrebbe vinto Indipendence Day, e il premio avrebbe perso ogni credibilità sul fronte sceneggiature. L'anno dopo lo vince Pretty Woman e perde ogni credibilità sul fronte effetti speciali. In pochi anni facendo il giro perde tutte le credibilità possibili e diventa una barzelletta.

Quindi, primo aspetto: separare i premi, un premio al game design non può essere dato in base al numero di illustrazioni (notare che questo è meno vero nei GdT, ma nei gdr essendo LIBRI hai in pratica messo insieme un premio alla qualità letteraria ad uno per il numero di figurine...)

Secondo commento, riguardo puramente all'aspetto "vendite"....   mi pare che (come sempre, purtroppo, in Italia) a livello commerciale nei gdr nei negozi il modello sia "prendi i soldi e scappa". 

"Chi se ne frega se poi alla fine il gioco non lo soddisfa, l'importante è ipnotizzarlo con la copertina cartonata, fargli sganciare i soldi, e metterli in cassa. Se poi dopo qualche  mese dice che i gdr sono schifezze e smette, checcenefrega? Gli venderemo cards"

No, perchè TUTTI i discorsi sull'effetto "vendite" che ho sentito paiono basarsi sull'idea "entra, compra, e poi chi se ne frega".

Poi non ci meravigliamo se i gdr nei negozi sono in continua crisi dal 1983...

È proprio così strana l'idea "sarà più difficile da vendere subito, ma è un bel gioco, divertente, se lo gioca farà entrare altri clienti in negozio per cercarlo"? Cioè che alla fine il buon design di un buon gioco alla lunga abbia effetto sulle vendite? O ormai all'idea che un gdr sia bello anche da giocare, i commercianti hanno proprio rinunciato?
"Big Model Watch" del Forum (Leggi il  Regolamento) - Vendo un sacco di gdr, fumetti, libri, e altro. L'elenco lo trovi qui

Mattia Bulgarelli

  • Facilitatore Globale
  • Membro
  • *****
  • Mattia Bulgarelli
    • Mostra profilo
Re:Gioco dell'anno
« Risposta #39 il: 2013-10-23 16:22:49 »
O ormai all'idea che un gdr sia bello anche da giocare, i commercianti hanno proprio rinunciato?

Fanmail a Moreno per la lucida analisi... se il paziente è malato, il BRAVO medico lo dice.
Sennò continuiamo a cantare "va tutto ben, madama la marchesa" (e cito cose di prima che io nascessi, tanto dire quant'è "all'italiana" la situazione). :(
Co-creatore di Dilemma! - Ninja tra i pirati a INC 2010 - Padre del motto "Basta Chiedere™!"

Danilo Moretti

  • Membro
  • FKA "Dispari"
    • Mostra profilo
    • Inspired Device
Re:Gioco dell'anno
« Risposta #40 il: 2013-10-24 01:02:09 »
Sono molto in sintonia con Iacopo che di tutti mi sembra quello con la visione più realistica della situazione, io ho avuto i suoi stessi problemi con la "door selection" dei distributori, ma non ritengo che sia perché sono "cattive sanguisughe" ma semplicemente perché sono dei commercianti e usano criteri legati a quella sfera: in negozio prezzo e confezione (per il cliente ignaro) arrivano prima del buon design. Fatevene una ragione.

Non centra un tubo la passione, la divulgazione del buon design ecc che sono cose (bellissime) pertinenti - casomai - alla sfera associativa.

Ogni volta che scatta il disco sui "sistemi malati" si esce sempre a parlare di come sia brutta la doppietta "diffusione del gioco e commercializzazione dei giochi" salvo poi seguire gli stessi binari (stampa e vendi, vendi e stampa) ma oltretutto facendolo fuori dal canale distributivo (perché non si vuole sottostare alle loro regole) e quindi in modo meno efficace, col passaparola tra amici e sui SN/forum (che altro non sono che associazioni "non localizzate") e ritrovarsi a concentrare il 90% delle vendite in una/due convention l'anno.

Ah, già ma non sono vendite, sono sistemi di autofinanziamento (la semanticora).

La verità è che il GdR più bello e Fare gli Editori.

7-9: un po' ci fai e un po' ci sei
10+: ci fai e ci sei

Mr. Mario

  • Archivista
  • Membro
  • *
  • Mario Bolzoni
    • Mostra profilo
Re:Gioco dell'anno
« Risposta #41 il: 2013-10-24 02:34:01 »
in negozio prezzo e confezione (per il cliente ignaro) arrivano prima del buon design. Fatevene una ragione.

Credo che il mio modo di farmene una ragione sia desiderare che qualcuno smetta di creare trappole che allontanano persone dal mio hobby, o quanto meno che si smetta di incoraggiare i creatori di trappole con un premio.

Spero in una correzione di rotta o per quanto mi riguarda il "gioco dell'anno" potrebbe rapidamente diventare il sinonimo di "gioco da non comprare quest'anno". Sarebbe divertente verificare in quanto tempo questa può diventare una tendenza.
Sognatore incorreggibile. Segretario dell'Agenzia degli Incantesimi. Seguace di Taku. L'uomo che sussurrava ai mirtilli.

Niccolò

  • Membro
    • Mostra profilo
Re:Gioco dell'anno
« Risposta #42 il: 2013-10-24 03:11:02 »
Citazione
Sono molto in sintonia con Iacopo che di tutti mi sembra quello con la visione più realistica della situazione, io ho avuto i suoi stessi problemi con la "door selection" dei distributori, ma non ritengo che sia perché sono "cattive sanguisughe" ma semplicemente perché sono dei commercianti e usano criteri legati a quella sfera: in negozio prezzo e confezione (per il cliente ignaro) arrivano prima del buon design. Fatevene una ragione.

il carretto di mele bombardato: lo conosci? lo hai letto? hai capito bene cosa dice?

se le cose che fanno bene al nostro hobby come attività si allineano male con le cose che servono a un distributore per fare vendite a tante cifre, continuare a inseguire quella chimera è solo un cancro. in cui alla lunga ci rimettono (ci hanno rimesso! ci stanno rimettendo!) editori, autori e cosumatori.

Moreno Roncucci

  • Big Model Watch
  • Membro
  • *****
    • Mostra profilo
Re:Gioco dell'anno
« Risposta #43 il: 2013-10-24 05:24:46 »
in negozio prezzo e confezione (per il cliente ignaro) arrivano prima del buon design. Fatevene una ragione.

Credo che il mio modo di farmene una ragione sia desiderare che qualcuno smetta di creare trappole che allontanano persone dal mio hobby, o quanto meno che si smetta di incoraggiare i creatori di trappole con un premio.

Fanmail e standing ovation.
"Big Model Watch" del Forum (Leggi il  Regolamento) - Vendo un sacco di gdr, fumetti, libri, e altro. L'elenco lo trovi qui

Danilo Moretti

  • Membro
  • FKA "Dispari"
    • Mostra profilo
    • Inspired Device
Re:Gioco dell'anno
« Risposta #44 il: 2013-10-24 09:27:32 »
scusate ma davvero non capisco, da una parte ci sono discorsi di un nuovo sistema commerciale alternativo a sostituzione del diavolo, dall'altra lo stesso ambiente che ne tesse le lodi contiene editori (autoproduttori ecc - me compreso) che continuano a battere (sopratutto) strade tradizionali (distribuzione nel "ghetto" dei negozi specializzati, concorrendo a premi farlocchi, presenziando alle con ecc).

Capisco e rispetto che filosofie alternative e desiderata personali siano importanti e che ognuno vorrebbe il meglio per l'hobby (no, su questo dei dubbi inizio ad averli, ma vabbé), ma al lato pratico e tangibile a quali sono i risultati in Italia (diciamo dal 2008 a oggi) di questo metodo nuovo?
Perché qualcuno lo starà seguendo vero?
No davvero, perché ogni volta che esce fuori questo discorso poi di dati veri se ne vede sempre pochi (in compenso tutti a tirare fuori il vangelo dei carretti bombardati).

Nemmeno a me personalmente piace dover mescolare l'aspetto bassamente commerciale a quello creativo, ma una cosa che ho imparato dai tempi di Rune (e si parla di più di 20 anni fa) è che se il mio gioco/rivista/prodotto non ha visibilità può essere il migliore prodotto di sempre ma mi rimane sul groppone. Per avere visibilità c'è bisogno di presenza continuativa sugli scaffali e per rimanere vivi sugli scaffali (come singolo prodotto) c'è bisogno di catturare prima il distributore/negoziante e non lo fai solo con il design.

Non ci piace questo discorso?
Non ci interessano le questioni commerciali?
Abbiamo a cuore il bene di un hobby sano e scevro da contaminazioni?

Ok
Allora si abbandoni davvero e del tutto l'aspetto commerciale, si facciano associazioni, si traducano, distribuiscano e divulghino giochi free o in licenze accomodanti senza badare alla loro forma, si battano terreni inesplorati cercando di coinvolgere non gli amici degli amici o il pubblico da Con (o peggio di fare Con tra e per gli amici) ma ci si concentri su gente presa da contesti nuovi (al nostro ambiente).

Insomma si faccia davvero gli alternativi/indipendenti.

Diversamente avremo infinite discussioni come questa dove si critica un premio a cui nessuno vorrebbe partecipare (ma che se poi vinci: "vabbè allora te lo sei meritato", ma se non lo vinci: "ecco i soliti trogloditi") e dove si mescolano le visioni inconciliabili come quelle dell'appassionato, del critico ludico e dell'editore che si "azzuffano" credendo di essere sullo stesso ring.

poi, sta cosa del creare trappole...
 ::)

Tags: