Autore Topic: [SLOW DOWN] Gioco dell'anno 2013  (Letto 3310 volte)

Felix

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[SLOW DOWN] Gioco dell'anno 2013
« il: 2013-10-07 10:00:05 »
Si inizia bene

http://www.gdrzine.com/2013/09/24/niente-nomination-per-il-gioco-dellanno/

ma un autore non può far parte di una giuria del genere?
« Ultima modifica: 2013-10-07 17:28:26 da Michele Gelli »
Francesco Felici

Patrick

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Re:Gioco dell'anno 2013
« Risposta #1 il: 2013-10-07 12:23:36 »
cliccando sul link mi apre una pagina in russo O____ò
Patrick Marchiodi, il Valoroso ~ Bravo Organizzatore di CONTM ~ Prima gioca, poi parla. ~ "La cosa più bella di INC11 è stata giocare con persone conosciute da due ore e avere l'impressione di giocare con amici di una vita" - Dario Delfino

Giulia Cursi

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Re:Gioco dell'anno 2013
« Risposta #2 il: 2013-10-07 13:00:54 »
Stamattina presto non succedeva.
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Re:Gioco dell'anno 2013
« Risposta #3 il: 2013-10-07 13:40:35 »

Pensa Felix che quasi tutti i membri della giuria sono autori, editori, ex autori e ex editori. Non serve che aggiunga commenti. :)

Claudio F.

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Re:Gioco dell'anno 2013
« Risposta #4 il: 2013-10-07 13:45:53 »
Una situazione certo spiacevole, ma non mi farò rovinare il Lucca Comics per questo.

Chi di voi è andato alle precedenti edizioni, può spiegare di che si tratta quando si parla di «un premio che non attrae più, che non convince e che ha sollevato molte polemiche»?

alessio gori

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Re:Gioco dell'anno 2013
« Risposta #5 il: 2013-10-07 15:16:44 »
bhe, ci son sempre stati editori ed autori nelle giurie deglia nni passati, in italia è un pò difficile trovare persone competenti al di fuori del settore, certo si potrebbe pensare al voto dle pubblico, ma anche in questo caso ci sarebbe problemi, visto che sarebbe votato il gioco più giocato, ma non il migliore dal punto di vista qualitativo.

inoltre basta vedere i nomi dei protagonisti dell'editoria citati da gdr italia:

 Raven, Wild Boar, Limana Umanita, Asterion, Mini G4m3s Studio, Acchiappasogni…

a parte pochi, gli altri sono protagonisti dell'editoria? io non direi.

troppi piccoli i numeri, troppo poco professionale ancora l'approccio (impegno tanto, da parte di tutti, ed anche alcuni bbuoni prodotti, su quesot non c'è dubbio).

per rilanciare il premio si dovrebbe dividere il premio in due parti, premio della critica e premio popolare: con parametri differenti di partecipazione e giudizio, e soprattutto giuria votante differente.

dare i giochi in mano ai giurati 6 mesi prima, falli giocare, provare, leggere, studiare, etc.

giuria critica con esperti dle settore, autori, editori, studiosi, etc.
giuria popolare con il pubblico, scelto magari tra i frequentatori dei forum oppure tra chi ha comprato tot giochi l'ultimo anno.

così i premi avrebbero valenza differenza ma entrambi un certo valore riconosciuto.

quest'anno partecipa una serie di avevnture per pathfinder che già era uscita l'anno scorso a lucca, e se non erro anche un gioco fra quelli di narrattiva era già uscito l'anno scorso...

Giulia Cursi

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Re:Gioco dell'anno 2013
« Risposta #6 il: 2013-10-07 15:21:27 »
Si non sbagli sui giochi di Narrattiva Alessio, il fatto è che non mi dispiace che si dia alla giuria il tempo di provare i giochi, invece di andare a senso o solo con la lettura.
Poi bisogna anche vedere perché, gli altri non hanno partecipato iscrivendo i propri giochi.
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Michele Gelli

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[SLOW DOWN] Gioco dell'anno 2013
« Risposta #7 il: 2013-10-07 17:26:45 »
Volevo dire un paio di cose sul Gioco dell’Anno, visto che nel menù dei troll sembra il piatto del giorno.
 
Volevo trollare un poco anche io.

Mesi fa proprio Lucca – in una ottica di miglioramento del premio – ha convocato una riunione con tutti gli editori. Il verbale lo trovate qui http://www.giocodellanno.it/wp-content/uploads/2013/06/Verbale_incontro_editori.pdf. Ci sono state critiche furibonde. Io credevo di avere il dente avvelenato, ma era nulla al confronto delle mazzate che sono girate nel gioco da tavolo. Stranamente mancavano svariati colleghi che – è vero – hanno fatto pervenire una nota scritta, ma IMHO hanno perso un’importante occasione per dire la loro.

Ora, tutti sono stati d’accordo a dire che il premio problemi ne aveva.

Il mio intervento verteva su due punti: il premio non era credibile e appetibile.

La parte “appetibile” riguarda quello dettagli tecnici della comunicazione: il logo era difficile da stampare, non si leggeva, il nome del premio era in inglese, era un nonsenso dare il premio a metà fiera quando avevi perso metà delle vendite, ecc. Su questo c’è stata una concordia pressoché unanime.  Concordia anche sulle tempistiche, che mettevano a pecora soprattutto le ditte dal medio-grande in giù (= tutti tranne Giochi Uniti, per intenderci). Consegnare alla giuria un gioco in uscita PRIMA di Lucca era sempre logisticamente complesso e fonte di costi e sbattimenti.

Veniamo alla parte “credibile”.

Io non credo nelle deliranti teorie del complotto (potete leggerne un campionario su gdr Italia, che pare abbiano proprio un “taste” per le Teorie di Complotti Sballati per le Menti Semplici) che si leggono in giro che parlano – fondamentalmente – di giurie piene di amici di amici o succubi degli interessi di Pippo o di Pluto.

Io credo piuttosto che il premio fosse strutturato male. Cioè, non si è mai capito di preciso cosa premiasse.

Se mettere uno di fila all’altro tutti gli Spiel des Jare lo vedete un fil rouge. Lo vedo perfino io che di gioco da tavolo ci capisco il giusto. Potrete dire “avrei fatto vincere X invece di Y”, ma comunque la decisione della giuria “ci stava” sempre. Non si è mai gridato allo scandalo perché se non il vincitore almeno una rosa ristrettissima di papabili era evidente a colpo occhio. Proprio perché è possibile vedere COSA viene premiato.

Se invece mettete uno in fila all’altro i Best of Show (gioco di ruolo, non ho le competenze per discutere di gioco da tavolo) una logica non ce la trovate nemmeno a spingere. Viste una per una magari un senso ce lo trovi[1], una di fianco all’altra no.

Faccio lo stesso esempio che ho fatto in riunione[2] (che riguarda un concorrente e non mi vede coinvolto in nessun modo) che però, per chi può capirlo, è il più clamoroso.

Nel 2009 era palese che doveva vincere Polaris (Janus Design). Punto. Non ce ne era per niente e per nessuno. Era talmente conclamato che dovesse vincere Polaris che pur avendo altre uscite ho mandato in concorso il solo “The Upgrade!” che – stante il regolamento – non potevo mandare successivamente. La giuria premia l’editore giusto (Janus) ma per il gioco sbagliato (“non perdere il senno”, che era peraltro un supplemento). Non che fosse un brutto supplemento, per carità. Non che non avesse dei meriti, per carità. Ma non c’era confronto con Polaris, che aveva una marcia in più su tutto.

Credibilità del premio presso gli appassionati degli “indie”: disintegrata.

Questo non credo proprio per ragionamenti di amicopremiazione o pressioni dell’editore X piuttosto che dell’editore Y (che poi in questo specifico caso non avrebbero avuto senso, visto che si parla di due giochi dello stesso editore). Inoltre ho troppa stima di svariate persone che si sono alternate nelle giurie per pensare che si siano piegate a giochetti simili.

Credo che le decisioni siano state in linea di massima prese in coscienza, ma con criteri troppo effimeri, spiegati o capiti male e comunicati malissimo. L’impressione è che fossero più decisioni “di comitato” (che sono sempre un disastro), cioè un “mettiamoci d’accordo a chi dare il premio che a qualcuno dobbiamo darlo” più che decisioni di giuria “applichiamo il regolamento e decidiamo a chi dare cosa”. Proprio perché il regolamento è sempre stato un macello. Da questo deriva che da fuori che lo storico dei vincitori sembrava deciso con la morra cinese.

Grazie a questo, quando ho vinto io il Best of Show con AW mi ha fatto piacere, ci mancherebbe, MA non c’è stato il rimbalzo economico che ci sarebbe potuto essere. La decisione della giuria su Polaris a me è costata X.000 euro di mancato incasso. E solo a Lucca. E di questa cosa me ne sono lamentato in lungo ed in largo, con dei canini fori che manco la tigre con i denti a sciabola.

Se un premio deve avere un senso commerciale (come lo Spiel des Jare, che me è stato GIUSTAMENTE preso ad esempio) deve spostare le vendite e non diventare una pompatina agli ego di editori bisognosi di affetto  (che farà sempre piacere, ma non ci pago le fatture). Ora, nella riunione la cosa è sembrata ampiamente condivisa. Che occorrevano criteri chiari e riconoscibili.

Un premio può avere una sua cristallina dignità e legittimità anche con un regolamento del tipo “lo assegna la Giuria a suo insindacabile tiramento di cu*o”. Va benissimo, ma un premio così non può avere una valenza commerciale (= non sposterà mai le vendite, proprio perché non significherà nulla). Paradossalmente (sempre a livello commerciale si parla), funzionerebbe meglio il “Best Seller dell’Anno” che – ammesso e non concesso di riuscire a recuperare dati credibili – non avrebbe bisogno di una giuria.

Nella parte “credibile” imho c’è TANTO da lavorare. Perché – in maniera ingiusta ma prevedibile – purtroppo il Gioco dell’Anno non parte con un clean slate, ma parte con i “peccati” del Best of Show sulle spalle. IMHO l’organizzazione era partita con l’idea di portarsi dietro i lustro del premio precedente e ci è rimasta un poco male.

Però la credibilità non la puoi ordinare al droghiere (mi da 3 etti di credibilità, che a casa la abbiamo finita?) ma la puoi solo costruire sul campo. Da qualche parte si dovrà pur cominciare. In perfetto stile Luccese siamo partiti pieni di buone intenzioni e anche di inciampi[3]. Però - e QUESTA imho è la novità chiave - siamo partiti anche pieni di buone idee. Perfettibili (perché ad esempio IMHO il bando – e le istruzioni alla giuria – dovrebbero essere differenti per gdr e gdt[4]) ma almeno sono idee. Napoleone diceva “Meglio un cattivo piano che nessun piano del tutto”. Il Best of Show non aveva nessun piano del tutto. Il Gioco dell’Anno un piano ce lo ha. Probabilmente non il migliore dell’universo, ma per me è un GROSSO progresso rispetto a prima.

A me hanno dato la fiducia necessaria a dire “proviamoci” (e quest’anno era seccantemente oneroso per un editore partecipare). Ed a perdonare uno o due inciampi.  Vediamo come se la giocano.

La mia speranza è che
  • La giuria se ne sbatta alla stragrande gli zebedei delle critiche di quattro gatti (specie se fatte su internet) e faccia con rigore e coerenza quello che deve fare.
  • L’organizzazione ascolti le segnalazioni arrivate dagli editori che non stanno condividendo la mia analisi, ma a un certo prenda una decisone e tenga dritto il timone.

La credibilità sarà una logica conseguenza.

Note
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[1] “è evidente: erano 800 pagine a colori su pelle umana”, “è evidente: lo disegnava Leonardo Da Vinci in persona”, “è evidente: è quello che ha venduto millemila volte di più”, “è evidente: è il brand più famoso”, “è evidente: è quello con alle spalle l’editore più sborone”, “è evidente: è quello con le regole più meglio”, “è evidente: è quello con millemila supplementi”, ecc.

[2] A scanso di equivoci: tutte le cose che vedrete scritte qui sono state dette anche in faccia a chi di dovere, in tempo utile perché ci potesse fare qualcosa, con maggior dettaglio e spesso riccamente corredate di proposte pratiche e attuabili.

[3] tipo le date ora qui, ora là, il fatto che per un poco è sembrato che dovessi mandare Bacchanalia a un minore o che sia stato costretto a chiedere una interpretazione autentica del regolamento alla prima edizione.

[4] per dire, se dobbiamo valutare la capacità di portare clienti nel mercato e la prendiamo un poco stretta (ma neppure tanto) molte cose tipo avventure, espansioni, etc. verrebbero tagliate fuori. E dubito che ci sia una produzione di materiale così forte da poterselo permettere.
« Ultima modifica: 2013-10-07 17:39:00 da Michele Gelli »
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Michele Gelli

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Re:[SLOW DOWN] Gioco dell'anno 2013
« Risposta #8 il: 2013-10-07 17:31:52 »
NOTA di moderazione: il thread è stato messo in [SLOW DOWN]. Ho visto come la discussione si è evoluta in altri lidi e prevenire è meglio che curare.
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