inCONtriamoci > GiocaTrento 2013
Idea: torneo di gdr "indie"
Moreno Roncucci:
Non vorrei gettare un secchio d'acqua gelata su varie speranze, ma... qualunque gioco può essere giocato in maniera competitiva. Non è quella la discriminante. La discriminate è se il giocarlo così non rovina l'esperienza di gioco per sé e per gli altri.
E in quasi tutti i giochi che avete elencato, questo è esattamente quello che succede/.
Fiasco giocato per "vincere"? Sei fortunato se non si blocca con i giocatori che discutono, in ogni caso sarà meno divertente.
GxB? Affidi il tornei alla scelta della ragazza e all'estrazione di carte? Vero che devi "cercare di vincere" come personaggio, ma se la vedi come un torneo alla fine hai solo un "meh" (la solita differenza fra cercare di vincere e avere la massima soddisfazione nel gioco dal vincere)
Bacchanalia ancora peggio, c'è persino una recensione in giro di un tipo che (provenendo dai giochi di carte "normali") ha pensato che fosse un gioco dove si giocava per vincere e l'ha stroncato (per la serie "missing the point")
Hell for Leather (quello con la pila di dadi) è collaborativo. e anche quello è divertente per le descrizioni, non per i punti.
Quello che rimane, 1001 Nights, è sì giocabile in maniera competitiva, ma è quello che fra tutti richiede più atmosfera, e di essere davvero tutti "sulla stessa lunghezza d'onda". Per me farlo ad una Con dovendo spiegare il gioco in cinque minuti viene uno schifo.
Ma non tutto è perduto. Perchè GxB, Fiasco, Bacchanalia... sono tutti giochi che è possibile invece giocare ad una convention, anche con gente che passa.
Tutto quello che devi fare è non giocarli in maniera competitiva (cioè, descrivi l'obiettivo del personaggio, ma non dare alcun premio al "vincitore", chiarisci che si gioca per divertirsi, e senza avere la pressione agonistica della gara a rovinare il gioco)
Mattia Bulgarelli:
Mi spiace "fare il guastafeste", ma sono d'accordo con Moreno.
Al momento non ci sono giochi scritti per essere giocati "in modo competitivo" con un sistema di vittoria univoco e non facilmente "corruttibile" giocando in modo diverso da come si gioca "al meglio".
1001 Notte ha più di una condizione "di vittoria", per così dire.
GxB ha una meccanica che alla fin fine è MOLTO casuale, mentre Kagematsu per precisa scelta di design (ed è parte di ciò che lo rende fighissimo) "va a gusti della giocatrice del Ronin".
NOTA BENE: non escludo che sia possibile scrivere GdR "competitivi" in senso vero e proprio E ANCHE adatti a "farci dei tornei"... ma bisognerebbe scriverli, prima. ^^;
Mattia Bulgarelli:
NOTA BENE 2: avere un obbiettivo chiaro e dichiarato ("essere l'amata") aiuta TANTISSIMO, a mio modesto parere, i non-giocatori ad entrare nell'ottica di un GdR, quindi per me è una cosa BUONA da avere in un gioco... ma non è sufficiente per fare di quel gioco un gioco "adatto da torneo". ^^;
Patrick:
Personalmente sono conscio della problematica sollevata, infatti nessuno dei giochi citati fin'ora mi convincerebbe se dovessi organizzare un torneo. Volevo appunto vedere se qualcuno tirava fuori qualche titolo a cui non avevamo ancora pensato ^^
Insomma, giustissime le vostre osservazioni, ma si sa mai che qualcuno abbia un'idea valida ^^
Moreno Roncucci:
Credo che ci sia un problema fondamentale con l'idea di "torneo" in un gdr. Magari non irrisolvibile, ma finora per quanto ne so non c'è riuscito nessuno...
Un gdr, per quanto competitivo e gamista, si basa sempre comunque su una fiction creata e condivisa da un gruppo al tavolo. Anche nella competizione, non si cercano "punti" per vincere magari un prosciutto, ma si cerca di ottenere l'ammirazione degli altri, è un reward di carattere sociale.
Quindi hai comunque giochi con una fortissima componente collaborativa (negli scacchi non devi metterti d'accordo con il tuo avversario su come si svolgono certi eventi, ti basta concordare sul non rovesciare la scacchiera), e con un "premio" finale collegato all'apprezzamento di un gruppo di giocatori.
In altre parole, anche nei gdr gamisti, il "giocar bene" vale di più (ti dà più rewards) che non il fare più punti. Non è come il calcio. Se fai falli, se blocchi il gioco, se fai melina, se butti la palla in tribuna, non vieni premiato dal gioco.
E chi cerca i gdr gamisti, è proprio questo che cerca. Se volesse solo fare più punti, giocava a flipper o a tennis. Ma un gdr, in cui puoi dimostrare la tua bravura manipolando una fiction, dà emozioni non ottenibili con altri giochi.
Inserire tutto questo dentro una competizione, in cui non devi più impressionare gli altri componenti del gruppo, ma fare punti, ti mette in conflitto di interessi con la collaborazione con gli altri. Non è più tuo interesse avere una situazione e una fiction chiara, perché se crei equivoci puoi sfruttarli per fregare gli altri. È tuo interesse giocare "male", in maniera incoerente, snaturando il personaggio ogni 5 minuti, se ti conviene.
Questo non è più "giocare gamista", è fare la mela marcia, quello da cacciare dal gruppo al più presto.
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