Un soluzione applicabile, secondo me, sarebbe valutare l'effort economico come percentuale sulle vendite, come avviene spesso per le localizzazioni/traduzioni. In questo modo il rischio per l'editore è minore e l'autore è spinto ad impegnarsi di più ed a valutare lui stesso, preventivamente, le chances di successo del lavoro (una sorta di rischio condiviso).
Questo modello non funziona sempre, è difficile che soddisfi un artista affermato, ma in caso di start-up o basso investimento, è percorribile.
Noi (io & Manuela), all'atto pratico, cerchiamo di evitare ogni forma di pagamento "sul venduto" (royalties e tutto quello che ci assomiglia) per una serie di motivi, invece.
Le tirature delle piccole produzioni sono inevitabilmente basse e molto, molto, MOLTO dipendenti da chi si occupa del marketing: il rischio è condiviso, ma la probabilità di successo NON dipende dall'illustratore: puoi avere i disegni più belli del mondo, ma senza quelli che vengono "dopo", frustando l'impaginatore che non faccia un macello di pixelloni dell'illustrazione, rompendo i maroni allo stampatore per uscire in orario, facendosi le fiere di settore arrivando in orario, stando in piedi 8 ore, facendo le demo se parliamo di giochi, fissando appuntamenti con i distributori se parliamo di libri, ecc.) non vai da nessuna parte.
Nel mondo del fumetto abbiamo già avuto delle "belle esperienze" tipo "lavora sulle tavole e poi lavora ancora (non pagati - una quantità di ore notevole più le spese di trasferta) per promuovere il prodotto" e la risposta ora è "NO, GRAZIE".
Oltre a doverti fidare che il reparto marketing faccia il suo dovere senza di te, poi, ti devi fidare su un secondo livello che sta ancora più alla base: che i dati di vendita ti vengano comunicati in modo corretto da chi ha tutto l'interesse a darteli "arrotondati al ribasso".
Infine, la ratealizzazione dei pagamenti fa sì che l'illustratore venga pagato mesi e mesi dopo la consegna (con anche lo scomodo extra di ricevere più pagamenti, con il conseguente extra di burocrazia, di tempo per controllare quando e dove e come arrivano i pagamenti... e non parliamo di quanto sono cattivi pagatori gli italiani - l'editoria NON fa eccezione).
N.B.: anche per l'acquirente 100% onesto delle illustrazioni l'obbligo di rendicontare i dati di vendita all'illustratore è un certo sbattimento. "Qualche ora al mese" per un grande editore è OK, per uno piccolo è una spina nel... fianco.
Per questi motivi le royalties sono un'opzione, a mio modesto parere, praticabile solo con i grandi editori e distributori.
Tornando dalle regole generali al caso particolare della
Small Press dell'editoria dei GdR, credo che se un illustratore volesse contribuire a titolo personale, farebbe bene ad offrire il suo lavoro con pagamento fisso e, se proprio ha motivi affettivi o che so io, fare una tariffa "di favore" (che è quello che ha fatto Manuela, per esempio, per un paio di cose per Coyote Press)... riducendola di quanto vuole (da "un po' meno" a "metà prezzo" a "praticamente regalata" a "regalo").