Giro di scene n.3
Merida -> Arthur
Merida sente bussare alla porta e si ritrova davanti un profumatissimo mazzo di rose, è sorpresa e deliziata dal gesto splendido di Arthur.
“Questo... queste sono il mio invito per... per pranzo, oggi”, il ragazzo è abbastanza teso e sembra che il contatto con Merida peggiori le cose. Lei non se ne accorge ancora e ride “Sì! Grazie Arthur, però... sarei venuta comunque fuori con te!”, lo abbraccia ma lui non sembra entusiasta, “Perchè devi sempre... fare così??”.
“Arthur... c’è qualcosa che non và?”, lui nega, ma Merida è un po’ preoccupata, lo prende per mano e lo fa accomodare in camera.
Si accomoda sulla sedia della scrivania e ammira l’abito di Merida, una veste bianca smanicata e scollata, anche l’arredamento lo incuriosisce, “Merida... come... come fai a sapere che ti piace l’arancione? Cioè scusa non... non intendevo, ma... insomma...”. Lei sorride e lo tranquillizza “Non preoccuparti, bhè... non so dirti esattamente quanto mi piace... ma piuttosto è qualcosa che mi appartiene e mi definisce. Non so esattamente come spiegarti”. Il ragazzo annuisce mentre ci riflette, “Si, un po’ come il sushi. Cioè non volevo dire che non è un pensiero profondo io..”, Merida ride e si siede sulla scrivania mettendogli le gambe in grembo.
La reazione immediata è un ulteriore irrigidimento di Arthur, che arrossisce furiosamente.
Merida si sente davvero bene, meglio di... qualsiasi cosa abbia sentito e non vorrebbe che una simile sensazione terminasse, “Arthur... dobbiamo andare ora..?”. Forse per l’agitazione lui non comprende le implicazioni e la osserva in modo assolutamente innocente.
“Ecco vedi, mia sorella resterà fuori ancora per un po’ e...”, lui ripensa al fatto che Merida ha delle sorelle ‘impegnative’ (almeno una!), “Già... le tue sorelle, quella stragnocca con i capelli blu e la pornoprof... oh no io non intendevo e...”, lei ride, “Hai conosciuto anche Sara?”. Arthur arrossisce furiosamente, “Io... si, cioè... ti... ti ha detto qualcosa?”, Merida scuote la testa “No, non mi parla mai del suo lavoro” e pensa -non ne ha alcun bisogno in effetti!-.
“Arthur, qual è il tuo colore preferito?”, lui riflette per un attimo, “Vedi... una volta non mi piacevano i miei capelli, così rossi da essere arancioni, ma ora... non importa, anzi! Sono una parte di me, mi rendono speciale, almeno finché mi tengo alla larga dall’Irlanda, ma non è questo il punto. Il punto è che... mi piace e... è il colore dei tuoi capelli e dei miei e quindi è il mio colore preferito”.
Per la prima volta da quando si è incarnata, Merida rimpiange di non poter vedere anche con gli occhi, “Arthur... posso... posso fare una cosa... strana?”. “Per-perché?”, lei scuote la testa e sembra a tratti imbarazzata e sulle spine, “Io... vorrei vederti”. Con le mani accarezza il viso e i capelli del ragazzo, sempre più rapita dal momento e dalle sensazioni sempre più totalizzanti che le trasmette il contatto.
Arthur la bacia dopo alcuni istanti di estrema tensione, esita un momento, “S-scusa... io...”, lei è rimasta sospesa nel momento, gli occhi chiusi e le labbra socchiuse, l’espressione rapita. Abbandonando ogni ulteriore esitazione, il ragazzo la bacia nuovamente più e più volte finché i loro stomaci non protestano per la fame strappando un sorriso a Merida, “Sai cosa potremmo fare? Ci prendiamo dei bento e andiamo a mangiare al parco!”, lui annuisce entusiasta e, su richiesta della ragazza, cerca nell’armadio un paio di coperte.
L’interno delle ante è tappezzato di foto di Merida, Margot e Sara, e questo un po’ mette Arthur a disagio ricordandogli la sua esperienza con la consulente Sara pornoprof.
Nel parco i due ragazzi stanno abbracciati mangiando i loro sushi, alternando bocconi a baci in egual misura. Merida non si è mai sentita *così* bene.
Il discorso passa sulla famiglia di Arthur e quando lui sostiene di voler tagliare fuori i genitori dalla propria vita, lei si rattrista.
“Tu hai ragione nel voler vivere la tua vita, ma... non credo che loro non siano sinceramente convinti di fare il tuo bene”, Arthur non comprende inizialmente il suo ragionamento e rifiuta la possibilità finché lei si spiega meglio, “No vedi... io non... non ho una famiglia tradizionale”, lui la interrompe, “Non ti preoccupare! Insomma è normale oggi avere due mamme o due papà o.. o anche tre e..”. Merida ride e scuote la testa, “No vedi... io non ho genitori e... la mia famiglia sono le mie sorelle”, un attimo di silenzio, “Tu hai la fortuna di avere ancora i tuoi genitori e io... io sono sicura che ti amano e che sono sinceramente convinti di fare ciò che è meglio per te. Con questo non voglio dire che abbiano ragione. Ti ricordi cosa ti ho detto la prima volta che ci siamo visti?”, “Quando hai cantato per me e mi hai detto di essere il tuo ragazzo?”, lei pensava alla primissima volta, la scena della larva, ma annuisce “Anche. Io adoro la tua musica, ascoltarti mi fa innamorare di più ogni volta di questo mondo”.
Lui finalmente comprende cosa intende (tag martire) e annuisce all’idea di Merida: organizzare un concerto per i suoi genitori, se non riesce a farsi capire a parole, farà loro *sentire* le sue motivazioni.
L’idea funziona bene, i genitori comprendono e si giunge a un compromesso: Arthur studierà musica senza però lasciar perdere gli studi più ‘tradizionali’. La famiglia ne esce più unita e forte.
Merida alla fine della serata si lancia al collo di Arthur e gli dà un bacio favolistico. Non si è mai sentita così tanto felice.
Merida lo tagga e passa da Egoista a Martire.
Margot -> Miranda
Miranda convoca a colloquio Margot, dicendole che le piacerebbe chiederle un consiglio, ritenendola una ragazza saggia. Margot accetta e si lascia accompagnare in giro per la scuola da Miranda. Dopo di che, la direttrice la invita fuori a pranzo. Le due vanno da Orchard e si godono del buon cibo. Miranda ad un certo punto decide di confidarsi con Margot. Le dice che negli ultimi tempi ha delegato i suoi compiti a scuola ad altri per dedicare tempo a se stessa. Inizialmente si sentiva in colpa per questo, poi però ha cominciato a godersi il tempo. Però Margot percepisce che che lei è crucciata perché la scuola è ciò che la sua famiglia ha creato con tanti sacrifici. Margot tenta di segnarla (fallendo, argh!), ma le suggerisce di lasciare da parte la burocrazia e provare a coinvolgersi nelle attività scolastiche in modo diverso, per ritrovare l’entusiasmo di un tempo. Lei accetta, pur sentendosi inadeguata. (NDP: Chiedendo inoltre a Margot di aiutarla, proprio perché si sente inadeguata ;-))
Margot non segna e Miranda resta Egoista.
Sara -> Shanti
Shanti mi dà appuntamento al negozio di Armani in centro e mi chiede di consigliarlo per un vestito elegante. Sono alcuni giorni che non si fa sentire e so perché, in fondo vedo tutto quello che le mie piccole gemme blu e arancione fanno. Una volta vestito lo osservo, ma quel completo elegante non gli si addice, glielo dico, non è nel suo stile. Lui ha uno stile esotico, un po’ medio-orientale e questo completo moderno ed occidentale non lo valorizza.
Shanti mi chiede “Se mi vesto così accetti di venire a cena fuori con me? Conosco un ristorante molto elegante in cui potremo stare da soli, cioè se prenoto una stanza da 30 persone solo per noi siamo sicuri di essere soli.” io gli faccio i complimenti per avermi lasciato senza parole.
Non lo riconosco quasi, è romantico, dolce e... innamorato di me.
Non ho bisogno dei miei poteri per saperlo, lo leggo nel suo comportamento, nel cambiamento dei suoi modi. Tutto questo lo sta facendo per me... e io non resterò a lungo.
Gli porto altri vestiti, una camicia nera con righe indaco che fanno piccoli ghirigori, una giacca e dei pantaloni neri ma fatti di lino, un po’ grezzi ma eleganti. Lo osservo ed è come se ora fosse di nuovo lui, è così bello e affascinante. Gli dico che a questo punto cerco anche io un vestito e si offre di comprarmelo, resto allibita quando tira fuori la sua carta di credito platinum... non posso accettare! Lui insiste e dico si, ma sorridendo gli dico di scegliere lui il vestito, lo pagherà lui solo se ne troverà uno che mi piace.
Me ne propone tre e trovo quello perfetto, esco dal camerino e all'improvviso lui si rabbuia. Mi chiede di non giocare con i suoi sentimenti ed essere chiara, io gli dico che da quella sera in cui ci siamo incontrati non sono stata con altri o altre, e nemmeno prima di quella sera, lui non ci crede considerato quante cose abbiamo fatto. Per fargli capire che non scherzo dopo averlo fatto sedere gli tocco una manica della giacca, compaiono dei ricami indaco che salgono fino al gomito. Lui è sorpreso e mi chiede cosa sto facendo e come, io vuoto il sacco. Gli dico che so che è stato lasciato e che amava quella ragazza, gli dico che probabilmente lo farò soffrire anche io, perché non resterò a lungo. Gli dico che prima di due settimane fa' ero un'entità, fatta di stelle, una coscienza che semplicemente esiste, poi ho visto la sua luce l'ho incontrato e da quel giorno ho questa forma e sono indaco.
"È grazie a te se sono così, se sto vivendo, non pensare se ti merito o altre sciocchezze simili. Tu hai una luce dentro che mi abbaglia da quanto è meravigliosa."
Lui inizia a crederci e mi chiede se è solo un passatempo, io gli chiarisco che non lo è, che non voglio farlo soffrire, ma non potrò restare a lungo. "Per tanto tempo ho osservato la Terra, ora sono qui, nel poco tempo che ho voglio godermela al massimo." mi abbraccia gli faccio una battuta e lui mi dice poco convinto “Lo sai che ti merito.”.
Soffre ed è colpa mia.
Non taggo e rimane Martire.
Scena tra Ali
Merida e Margot non sono arrabbiate per il fatto che ho detto la verità a Shanti, anzi si preoccupano di quando dovranno farlo anche loro.
Siamo tristi, perché non durerà. Ad un certo punto però decidiamo di non pensarci e dico "Godiamocela al massimo."
Shanti... mi sono innamorata di te e questo mi renderà la scelta ancora più difficile, o più facile.
Dentro di me so già che non lascerò più Londra, ma vedo le mie sorelle in dubbio e in fondo potrebbe succedere di tutto da qui al giorno dell'addio.