Ecco altri post da altri forum (per l'esattezza, da
questo thread) salvati qui per comodità e per non lasciare che si perdano nella notte...
La domanda a cui rispondevo era:
Si è giunti ad una definizione formale di CA simulazionista (termine che leggendo quà e là mi sembra ci si è incasinati per la definizione)? Esistono giochi new wave "simulazionisti"?
Risposta di dom 01 feb, 2009 18:00:
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Allora, premettendo che sono abbastanza ignorante sull'argomento "giochi forgiti simulazionisti", perché mi sono soprattutto interessato alle maniere di giocare per me "nuove" tipo il narrativismo, vedo di rispondere per quello che posso.
E' ancora un argomento molto dibattuto. Ci sono soprattutto due aspetti della questione: come definire il simulazionismo, e come riconoscerlo.
Riguardo al secondo aspetto, negli anni sia Edwards che altri hanno riconosciuto che molte maniere di giocare che all'inizio ritenevano "simulazioniste" in realtà non lo erano. The Forge fu fondata in un momento di accesissima polemica con chi riteneva il simulazionismo "l'unico vero modo di giocare", e come reazione il simulazionismo fu identificato con un po' tutto il gdr "tradizionale", visto in maniera negativa (e tracce di questa maniera di vedere le cose si vedono ancora nelle discussioni italiane, molti danno - sbagliando - per scontato che il gdr tradizionale sia simulazionista. Anch'io all'inizio credo di aver postato cose di questo tipo).
Cl tempo, le posizioni si sono fatte più sfumate. Si è iniziato a distinguere fra giochi "coerentemente simulazionisti" (l'esempio tipico è Pendragon, che persegue l'esperienza voluta con una coerenza notevole per i tempi in cui fu scritto) e giochi invece incoerenti, e anche nel gioco pratico... tutti i "racconti dell'orrore" che si leggono sui forum su partite disfunzionali o piene di railroading non sono "simulazioniste", sono proprio disfunzionali e quindi incoerenti.
A questa "riabilitazione" del simulazionismo è seguita a sua volta l'osservazione che, se si va a vedere il gioco pratico, e non quello che è scritto sui manuali, la CA simulazionista è in realtà molto, molto più rara di quanto si credeva. Tolto il gioco incoerente o disfunzionale, tolto lo Zilchplay (il giocare tanto per stare insieme senza alcuno sforzo creativo, nemmeno a livello tattico), tolto il gioco che sembrava simulativo per l'enfasi su "interpretazione" o "immedesimazione" ma che si è visto poter essere benissimo gamista o narrativista, quello che rimane è un tipo di gioco perfettamente coerente, funzionale, divertente e per nulla inferiore al narrativismo. Ma che giocano veramente in pochissimi, anche se tanti si "autoetichettano" automaticamente e a priori come "simulazionisti" perchè dal nome gli sembra "avere piu' a che fare con il gioco di ruolo" ( c'è da dire che l'idea che l'enfasi sull'interpretazione o sull'immedesimazione portino al simulazionismo è ancora molto diffusa, anche se sbagliata). Una trattazione più articolata dell'argomento la trovi qui:
Qual è la Creative Agenda del mio gruppo?Ho iniziato da questo, perchè è la cosa in cui l'articolo "Simulationism: the right to dream" è più superato. Edwards ha ammesso più tardi che tipi di gioco catalogati come "simulazionismo" in quell'articolo, non lo sono, e che il simulazionismo vero è molto più raro.
Se vediamo l'altro aspetto (la definizione) l'articolo è invece ancora abbastanza valido, nella definizione del tirolo: "the right to dream". Ma è da leggere con l'accento su "right", non su "deam". Tutto il gdr, di qualunque tipo, è "dream", la frase gioca sul doppio senso fra "right"="giusto" e "right"="diritto". Secondo Edwards il simulazionismo è la celebrazione (anche in senso lato, anche in forma di parodia o cross-over) di un qualcosa di precedente (un opera, un sistema, etc.), in cui il piacere è dato dal mettere alla prova la robustezza di questa "simulazione" e vederla reggere. Un concetto collegato è "il Costructive Denial"
Se questa maniera di giocare ti pare strana, a descriverla... è perchè E' strana. La stragrande maggioranza di chi si autodefinisce a priori "simulazionista" non vi si riconoscerà perchè in realtà non gioca così. Per la maggior parte giocano in maniera gamista (in cui lo scopo è risolvere casi, compiere missioni, salvare la pelle, salvare il mondo, diventare piu' forti, etc.) con dosi estremamente massicce di immedesimazione, realismo e/o recitazione, tutte cose che a differenza di quello che tanti pensano, non spostano la CA.
C'è da dire però che questa definizione è una fra le più contestate e discusse del Big Model. Anche autori forgiti che hanno collaborato alla realizzazione del modello, come Ralph Mazza (Valamir), la contestano e offrono definizioni alternative, di cui nessuna finora ha avuto abbastanza seguito (i contestatori non sono d'accordo fra di loro per una definizione alternativa unica). In generale il problema è che, secondo Mazza e altri, questa definizione "declassa" l'aspetto "costruisco un modello di un mondo virtuale e vedo come si evolve" ad UNA fra le tante tecniche del simulazionismo, facendola convivere nella stessa CA con altre tecniche tipo l'aderenza ad un canone o a un genere, mentre secondo lui dovrebbe essere ll'elemento distintivo.
Semanticamente, effettivamente "simulazionismo" pare dare ragione a queste obiezioni. Ma bisogna ricordarsi che i nomi originali delle creative agenda (narrativismo, simulazionismo, gamismo) sono stati dati molto tempo fa, quando ancora le definizioni non rano le stesse (non c'era nemmeno il concetto di esplorazione, che adesso è fondamentale) e quindi sarebbero da prendere cosi' come sono per motivi storici, ma non essere usati come maniere di definire una CA. I "nomi allargati" definiti in seguito ("the right to dream" "step on up", "story Now") sono molto più esplicativi e appropriati.
Non prendere comunque questo rapido riassunto per l'ultima parola sull'argomento. Come ho detto, è quello che è filtrato leggendo altri thread, sull'argomento "simulazionismo" sono stati scritti letteralmente centinaia di thread, da cui mi sono sempre tenuto abbastanza lontano. Non è solo per obbedire ai principi che ho scritto nel post precedente che ammetto la mia ignoranza qui.
I due thread che ho trovato personalmente più utili per capire tutto questo sono questi due:
ignoring the subjective e soprattutto
[Werewolf] Simulationism: Dreaming is cool, but what's with "The Right"? che è molto recente e spiega bene l'attuale posizione di Edwards sull'argomento.