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In un'era crudele - Prima Notte - Gioco
Mr. Mario:
Nel frattempo, una sacerdotessa dormiva tranquilla in una locanda poco distante dalla capitale di Adar. Un lungo viaggio l'aveva condotta fino a quel punto, un pellegrinaggio verso il luogo natale del suo ordine, devoto a Inana, dea della luce, dea guaritrice. Era infatti in Adar che la dea si era manifestata per la prima volta, molti anni prima, ed il culto si era poi diffuso in tutto il continente. Date le numerose guerre, e la devastazione causata dall'espansionismo di Garak, in molti si erano rivolti a lei, che ora poteva quasi rivaleggiare con divinità più antiche e potenti.
Dalla finestra della locanda filtrava un raggio di luna. Improvvisamente, però, la luce della luna cambiò colore, e si mise a divampare come un fuoco, riempiendo l'intera stanza.
"Svegliati, figlia mia" disse una voce calda.
Luca Veluttini:
Sentendo la calda voce della sua dea, Serendib si svegliò calmamente e si sentì di inginocchiarsi, una volta scesa dal letto, in segno di rispetto.
"Sì, mia Signora. Sono pronta."
Marco Costantini:
Inebriato dai profumi e commosso dalla bellezza di lei, Kazef si fece avanti e quasi senza rendersene conto poggiò le mani sui fianchi della creatura.
"La mia vita non vale nulla se non è libera, così come la vita di molti altri uomini che gli oppressori di Garak schiacciano" disse fieramente.
"Ho ucciso il fratello del re, ma questo non basta. Voglio che tutta Garak paghi per aver reso schiavi uomini liberi! E quando finalmente nessuno potrà più fermarci, darò a quella gente la possibilità di scegliere: o comprenderanno il loro errore o moriranno!".
Kazef aveva parlato a ruota libera, liberando per la prima volta quello che aveva nel cuore, incitato ed eccitato da quella strana situazione.
Quando tornò in sé, aveva ancora una presa salda sui fianchi di Belili e la guardava con un misto di paura e speranza.
Mr. Mario:
Ora la creatura della foresta aveva un'aria vagamente divertita.
"Ho sentito donne sussurrare che voi Taloniani siete amanti molto dotati e passionali, ma stai attento di non farti trascinare dalla passione dove non dovresti." disse, quasi sfiorandogli le labbra con le sue. "Vieni qui con le mani sporche di sangue, a cianciare di libertà e vendetta. Oh, ti capisco, Taloniano. Ti capisco più di quanto tu possa immaginare. Ma attento. Quando lotti contro un demone ricorda di non diventare tu stesso quel demone."
Belili lo guarda negli occhi, e si morde il labbro inferiore, che nonostante sembri di legno, pare soffice e sensuale. Staccare gli occhi da quelle labbra comincia a diventare terribilmente difficile per Kazef.
"Cosa cerchi nel regno di Adar? Perché dovrei lasciarti passare con la tua vita?"
- - -
La luce dorata la avvolge come un alone, come l'abbraccio di una madre.
"Sei quasi giunta al termine del tuo viaggio, Serendib. Ora sei nella terra che amo. Terra che vedo minacciata da una terribile oscurità. Il re di Adar è nobile, ma invecchia, e io temo che possa vacillare, mentre i corvi si radunano a volteggiare sopra di lui. Ho bisogno di te più che mai, figlia mia, per proteggere questa terra. Domani giungerai alla capitale. Farai quello che ti ho chiesto? Porterai la principessa alle sacre fonti?"
Marco Costantini:
Con lo sguardo fisso negli occhi di lei e le narici piene dell'odore dolciastro e seducente della creature, Kazef rispose così:
"Non posso tollerare oltre le ingiustizie di Garak e della sue gente. Desidero che quel regno venga annientato e fin'ora l'unico ad essersi avvicinato a questo obiettivo è Adar, grazie al tuo prezioso aiuto".
Kazef avverte nettamente il pericolo, ma non può trattenersi dall'avvicinare ancora di più a sé il demone, stringendolo tra le braccia. "La libertà degli schiavi schiacciati dai despoti di Garak vale molto più della mia vita, ed è per questo che anzichè fuggire dopo aver rotto il collo del fratello del re ho affrontato questo viaggio. La speranza di oltrepassare indenne questo tuo bosco era minima, ma non avrei potuto fare altro se avessi voluto continuare a vivere in pace con me stesso".
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