Le Cronache del Sangue e del Ferro è un gioco di ruolo che mira a ricreare atmosfere di un mondo fantasy duro e violento.
E, posso dirlo fin da subito, riesce nel suo intento.
Quello che ho apprezzato di più del gioco è proprio l'attenzione al focus che viene fin da subito ben evidenziato non solo nella grafica ma anche da uno specifico capitolo posto proprio all'inizio del manuale (oltre che e da continui rimandi nel testo).
Il manuale chiarisce perfettamente che tipo di storie il gioco si propone di ricreare, aiutando così i giocatori sia a capire se il gioco fa per loro sia a mantenere la narrazione su un tono e ambientazione comune.
Dal punto di vista delle meccaniche, ho trovato molto interessante ed originale l'utilizzo delle icone come spunti sia per la creazione del personaggio che per la narrazione della storia.
Ho trovato inoltre molto bello (ma questo è un gusto personale) il fatto che il proprio personaggio sia in parte creato anche dagli giocatori, i quali sono chiamati a sceglierne destino e passione.
Quanto alla scrittura, il manuale è davvero molto chiaro (tanto che il gioco è sicuramente già giocabile in questa versione) e ricco di consigli per i giocatori, dove necessari (ad esempio sul come impostare le cerche).
Tra i quattro che ho recensito, inoltre, è probabilmente il gioco che ha meglio incorporato nel testo gli ingredienti del gioco.
Gli elementi principali che non mi hanno molto convinto sono invece due.
Da un lato, credo che la scelta delle descrizioni legate alle icone protagonista siano troppo orientate (ma non so se è voluto) soltanto verso l'inganno/apparenza (mela marcia, apparenza inganna, agire nell'ombra, divorare dall'interno,…).
Dall'altro lato, non mi è molto piaciuto (ma questo è sicuramente un gusto personale) il fatto che la fase di narrazione sia interamente solitaria e che, praticamente, ci si alterni a raccontare senza che gli altri giocatori possano, durante la narrazione, inserire spunti o almeno cercare di ostacolarla. Considerato che si può giocare fino in 4, tra la mia fase e quella successiva può arrivare a passare oltre mezz'ora (di più se si usano le relazioni): tempo in cui non sono chiamato a giocare, salvo pescare le icone e dare le mie valutazioni sulle narrazioni degli altri.
Infine, ma è una inezia, il fatto che si possa vincere in due non mi pare coerente con il mondo duro e spietato in cui è ambientato il gioco. È un mondo crudele, non mi pare "giusto" che ci siano due vincitori.
Dal punto di vista dell'accessibilità l'ampio utilizzo delle icone rende complesso l'utilizzo del gioco per i non vedenti anche se non gli preclude completamente il gioco dato che il fatto che le icone non debbano essere tenute segrete non preclude che gli altri giocatori possano semplicemente intervenire descrivendo ad alta voce e in modo più oggettivo possibile le icone pescate sul tavolo.
Sempre l'uso massiccio di icone rende inoltre complicato fruire del gioco tramite videoconferenza e hangout.
In conclusione, le Cronache del Sangue e del Ferro è un gioco che ricrea molto bene il focus a cui mirava, utilizzando inoltre una meccanica di creazione dei personaggi e degli spunti di narrazione molto interessanti, ma che, almeno per i miei gusti, prevede una modalità di narrazione troppo solitaria e poco collaborativa.
Se dovessi rimettere le mani al gioco io consiglierei di differenziare maggiormente i significati delle icone personaggio (o anche di cambiarle, una volta finito il game chef con qualcosa di più evocativo), di pensare a qualche forma di spareggio per la vittoria e magari di cercare di inserire qualche possibilità anche per i giocatori non di fase di intervenire nella narrazione, magari cercando di complicarla (penso ad esempio al sistema del Barone di Munchausen, nel quale i giocatori "in ascolto" possono intervenire nella narrazione, aggiungendo elementi o spunti che il narratore può rifiutare ad un prezzo).