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Pathfinder Dragonero a Lucca 2013.

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Moreno Roncucci:

--- Citazione da: Iacopo Frigerio - 2013-05-20 21:59:00 ---le mie fonti però mi dicono che l'uomo d'unione di questa cosa è stato Recchioni (che ha avviato un lancio multimediale ludico, che pare preveda anche un videogioco).
Sempre secondo le mie fonti Recchioni è un accanito giocatore di ruolo, in particolare ha espresso recentemente il proprio amore per pathfinder, che lo soddisfa molto e ha precedentemente criticato in modo pesante e irrevocabile D&D 4th.

Quindi al di là di ogni pensiero, pare che semplicemente un appassionato (ma che stava nella stanza dei bottoni) si sia creato una unione di sue passioni, al netto di ogni altro possibile pensiero...
Chissà se le fonti hanno ragione

--- Termina citazione ---

Sì, che il "tramite" (e non solo) di questa collaborazione sia stato Recchioni, l'ha scritto pure lui nel suo blog, e Recchioni è uno che a Pathfinder ci gioca, e che (almeno a quanto ne so - non ne ha mai parlato nel suo blog) non conosce i gdr indie (inoltre gioca relativamente da poco, quindi per lui "nuovo" è pure Pathfinser).

Sul videogioco invece non sapevo nulla. Se lo fanno ovviamente entrano in gioco numeri e dinamiche molto diverse da quelle dei gdr cartacei, ed effettivamente la cosa comincerebbe ad avere un senso anche da parte della Bonelli (non sarebbe il primo videogioco con personaggi Bonelli, ma oggi i videogiochi sono molto cambiati, sia nella sostanza che nel mercato, rispetto ai tempi delle avventure simulmondo di Dylan Dog e Martin Mystere...)

Danilo Moretti:
Fare paragoni con il venduto e il vendibile fuori dal contesto italiano lascia un po' il tempo che trova.
Se ci concentriamo sui precedenti (in Italia) di commistioni tra RpG e fumetti la casistica è sempre so-so, probabilmente più per una falsa idea che l'ambiti dei fumettofili e dei giocatori di ruolo siano quasi sempre perfettamente combacianti e che quindi se leggi fumetti, leggi TUTTI i fumetti e quindi sei disposto a comprare QUALSIASI gioco ricavato su di essi.

Sul successo editoriale dei precedenti
L'unico degno di nota è stato forse Dylan Dog uscito in un periodo dove in Italia il GdR era in boom, il fumetto tirava mediamente 250.000 copie al mese ed era divenuto un fenomeno pop. Ma anche questa "corazzata" si è affossata con un manciata di avventure e una vita editoriale di uno (forse due anni), mentre il supplemento su Martin Mysteree e quello di Nathan Never (basato però sul sistema Cyberpunk 2020) sono stati "flop".
Ma i tempi sono cambiati.
Anche i giochi (qualcuno sosterrà a ragione), ma nel caso in oggetto non centra molto, operazioni di questo genere non hanno nulla a che vedere con i "buoni e i cattivi giochi" (Dylan Dog, in nostro "successo" era una versione in chiave D20 del Basic system quindi nulla di particolarmente emozionante o innovativo).

Sul presente
La collaborazione tra Bonelli è Giochi Uniti non credo sia casuale, Giochi uniti è un editore di tutto rispetto anche in ambito internazionale è questo ha ricadute potenzialmente positive su tutta una serie di aspetti cruciali (dalla "confezione" del gioco come prodotto, alla sua reperibilità in negozio, alla sua appetibilità all'estero). Lato RpG poi Giochi Uniti non è altro che Stratelibri (che non credo abbia bisogno di presentazioni, e se non sapete chi è - come direbbe Moreno - ogni discussione  riguardo è off topic ;-) ). Quindi la scelta di PathFinder è "obbligata" per almeno due motivi, GU/Stratelibri è l'unico editore sufficientemente robusto per sostenere un progetto del genere (almeno agli occhi della Bonelli) e in più detiene i diritti di Pathfinder - che dopo la gestione diciamo "sonnolenta" della Wyrd Edizioni - sembra aver occupato buona parte del vuoto lasciato da D&D in Italia.

Sul Design Italiano
Sì ci sono molto buone menti, ma avere buone idee non basta, concludere in modo professionale il progetto di un gioco richiede competenze che vanno oltre il mero game design e in Italia, quelli in grado di essere all'altezza di tale compito (e con esperienza sul campo) si contano sulle dita di una mano (e questo rende tutto ancora più difficile).

Il processo alle intenzioni è sempre un esercizio (ludico?) divertente, ma finisce presto. Magari possiamo immaginare un "What If" accoppiando  l'editore italiano e il game designer italiano preferiti e prevedere cosa sarebbe successo "se"...

imbrattabit:
Alla fine mi sono comprato il fumetto... le prime pagine sono molto deludenti.
Stereotipi a go-go, struttura bonelliana uguale a 40 anni fa (mascellona compresa), ingenuità varie del tipo:
-Personaggio colpito agli occhi che dice "ah i miei  occchi!"
-Personaggio colpito ad una gamba che dice "ah la mia gamba!"

spero migliori

Mattia Bulgarelli:

--- Citazione da: lollapalooza - 2013-06-12 14:36:27 ---ingenuità varie del tipo:
-Personaggio colpito agli occhi che dice "ah i miei  occchi!"
-Personaggio colpito ad una gamba che dice "ah la mia gamba!"

--- Termina citazione ---

Quelle sono restrizioni di sceneggiatura che in Bonelli si applicano senza eccezioni: tutto dev'essere chiaro e comprensibile, testo e disegni devono essere un pochino ridondanti, vignette mute meglio di no, ogni tavola deve avere un tot di testo per avere un ritmo di lettura omogeneo in tutto il numero, ecc. ecc.

Di conseguenza, nelle scene d'azione va così.

imbrattabit:
si è quello che intendevo con struttura bonelliana. Archeologia.

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