Come ha detto Giulia non è l'argomento del topic ma ci tengo a chiarire... la morte del pg come sfida e gusto del rischio nel mio gioco non la vedo, anzi salvo poche occasioni PG che muoiono ce ne son veramente pochi, anche quando i PNG potrebbero.
Credo piuttosto (e torniamo in-topic) che ci sia un problema di conflitto interno tra le mie aspettative. Combattimenti che mi portano a rischiare contro sicurezza di scamparla. A me emozionano gli scontri dove ce la faccio per un pelo, che probabilmente non sono una caratteristica di D&D... ma non vedo modo di ottenerli in un gioco se non obbligandoli, al che perdono tutto il loro fascino... (e se vuoi parlare di questo, per quanto non credo serva, per favore apri un altro thread).
Se quella volta che mi hanno lanciato addosso Recyprocal Gyre fossi finito a 3 PF invece che a -3 ed avessi avuto qualcosa che mi permettesse di contrattaccare e ribaltare l'incontro in un turno mi sarei sentito molto soddisfatto... come la volta che uno swordsage mi ha fatto 100 danni tondi di danno su 112 pf che avevo ed il turno dopo si è beccato uno completo di troll delle caverne che lo ha fatto secco appena prima che toccasse di nuovo a lui e che ammazzasse me o il mio alleato (l'alleato si era preso quei 100 danni e anche una carica nel primo round e quindi pur avendo più pf di me era ad una manciata di PF anche lui - nota come il DM abbia caricato l'altro e non me. E come abbia usato un potere che era sicuro non ci avrebbe ucciso ma solo ridotto in fin di vita, eppure la scena che ne è uscita era epica nonostante sapessi che il combattimento era pilotato.)
E quando lo stesso DM mi ha mandato a -3 e poi il suo PNG ha perso un turno a lanciarsi qualcosa di difensivo mentre lasciava il tempo ad un mio alleato di bere pozioni di volare, invece, ne sono uscito col il PG che improvvisamente realizza quanto sia facile morire. Ma il problema non è tanto il sistema, anzi credo che in qualsiasi sistema ci possa essere questo problema.
Il problema è che quando quel mio personaggio ha realizzato che è bastato un incantesimo per buttarlo al suolo (e quel giorno avevo anche 50 punti ferita più del solito) la mia reazione sarebbe stata "basta, mi ritiro dall'avventura, è troppo pericoloso".
Il che credo venga meno a qualsiasi contratto sociale eccetto quello di giochi specificamente basati su questo concetto (grey ranks, DitV).
Credo che qui ci sia una delle mie radici base. Mi soddisfa un personaggio che non abbia motivo di ritirarsi dai giochi.
Può darsi che questo si risolva semplicemente inserendo in background qualcosa per cui il personaggio, per quanto debole sia, non ha altre alternativa che continuare a lottare (diventare forte abbastanza da vendicare qualcuno, per esempio).
Può darsi che non basti... ma credo di essere arrivato ad una delle radici.
La seconda me la suggerisce un lurker: mi diverte avere un personaggio che sia memorabile, non importa come. Finora ho sempre fatto personaggi con qualcosa di fisicamente strano. Mi sono giocato una barda con le zanne di drago, una contorsionista, un druido mutaforma warshaper con le corna o la coda di drago o le zanne quando girava in forma umanoide, un camaleonte che girava con l'aspetto di una statua d'argilla dagli artigli di falco.
Se imparassi a fare un personaggio memorabile per la sua caratterizzazione caratteriale (perdonate il pasticcio) potrebbe bastarmi ugualmente.
Il prossimo, per dire potrebbe essere "quello che era appassionato di giochi di guerra"
Queste sono due radici, probabilmente ne mancano ancora.
Non so se ho scavato abbastanza in profondità ma come analisi provvisoria potrebbe non essere male.